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Vecchio 10-12-2009, 07.52.35   #1
Ombra
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Predefinito Osservazione di Sé

Per osservazione di sé, mi è sembrato di capire, si intende quella sorta di concentrazione che si ha, contemporaneamente su ciò che si sta facendo e su sé stessi.
Possiamo stilare una lista di ciò che è utile all'osservazione di Sé? Inizio io:
1) Balletto (sul modello di gurdjeff)
2) Arti mariziali (perché le forme facilitano un'osservazione di sé che si sviluppa autonomamente)

Volevo poi sapere, riguardo ai metodi usati da Gurdjeff che riferisce Ouspensky, se digiuni brevi e intensi e l'esercizio in cui il maestro diceva agli allievi di fermarsi al suo stop in qualunque posizione fossero, sono collegati alla lotta tra il "si" e il "no". E questa lotta, tra ciò che si vuole e ciò che si deve, può essere espressa dalle pietre focaie, che scontrandosi emettono scintille, utili alla creazione del fuoco alchemico? Infine, è vero che senza lotta o sforzo, nulla può essere raggiunto? Questo, è dovuto alle regole del mondo in cui viviamo?
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Vecchio 10-12-2009, 15.14.51   #2
m@pi
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Leggevo tempo fa un libro sull'osservazione di se stessi e diceva che ad esempio nei vicoli di Napoli dove la vita è pericolosa e devi sempre guardarti le spalle sono tutti molto svegli e presenti a se stessi anche se non fanno nessun percorso spirituale, il continuo pericolo di vita ti tiene sveglio e all'erta, lì c'è la presenza a se stessi. Molti ragazzi cercano sport estremi per ritrovare quel contatto primordiale che l'uomo ha sempre avuto in passato quando lottava per la sopravvivenza.
A noi credo che ci tocca un grosso sforzo di volontà, contrastare quei meccanismi automatici acquisiti crea quella giusta frizione che fa nascere la scintilla del fuoco alchemico, ma soprattutto fa in modo che si crei quel famoso testimone in grado di poter guardare la nostra vita con il giusto distacco.
m@pi non è connesso  
Vecchio 10-12-2009, 16.49.38   #3
luke
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Originalmente inviato da Ombra Visualizza messaggio
Per osservazione di sé, mi è sembrato di capire, si intende quella sorta di concentrazione che si ha, contemporaneamente su ciò che si sta facendo e su sé stessi.
Possiamo stilare una lista di ciò che è utile all'osservazione di Sé? Inizio io:
1) Balletto (sul modello di gurdjeff)
2) Arti mariziali (perché le forme facilitano un'osservazione di sé che si sviluppa autonomamente)

Volevo poi sapere, riguardo ai metodi usati da Gurdjeff che riferisce Ouspensky, se digiuni brevi e intensi e l'esercizio in cui il maestro diceva agli allievi di fermarsi al suo stop in qualunque posizione fossero, sono collegati alla lotta tra il "si" e il "no". E questa lotta, tra ciò che si vuole e ciò che si deve, può essere espressa dalle pietre focaie, che scontrandosi emettono scintille, utili alla creazione del fuoco alchemico? Infine, è vero che senza lotta o sforzo, nulla può essere raggiunto? Questo, è dovuto alle regole del mondo in cui viviamo?
Credo che i metodi citati siano validi senz'altro per l'autosservazione (e non solo per quello), operazione che comunque può essere effettuata in qualunque contesto ci si trovi, anche se non è semplice.
L'esercizio dello stop serve, a mio parere, soprattutto per interrompere determinati movimenti e pensieri automatici che tendiamo a ripetere sempre uguali; bloccandoci, dietro comando esterno, sia nel fisico che nel pensiero o meglio nell'essere pensati, dovremmo poter capire meglio come siamo poco padroni di noi stessi.
Infine, si penso e trovo giusto che senza lotta e senza sforzo niente di quel che vogliamo davvero può essere raggiunto, ed inoltre lo sforzo oltre a farci giungere all'obiettivo dovrebbe consentirci di arrivarci nelle condizioni migliori per usufuirne.

Ultima modifica di luke : 10-12-2009 alle ore 16.53.26.
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Vecchio 10-12-2009, 22.52.12   #4
Faltea
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Io faccio così:
Sospenso l'atto (che stia scrivendo, leggendo, lavorando, etc..) e cerco di andare a ritroso per ricordarmi esattamente cosa ho fatto (movimenti, sensazioni, pensieri e atti)... più vado indietro più sono consapevole..
All'inizio risco ad andare indietro poco, ma guadagno sempre di più..


Ma sono una pelandrona e quando comincio a vedere dei risultati mi rimetto a ronfare

Più che osservazione è consapevolezza... forse
Faltea non è connesso  
Vecchio 13-12-2009, 00.14.37   #5
Kael
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Leggevo tempo fa un libro sull'osservazione di se stessi e diceva che ad esempio nei vicoli di Napoli dove la vita è pericolosa e devi sempre guardarti le spalle sono tutti molto svegli e presenti a se stessi anche se non fanno nessun percorso spirituale, il continuo pericolo di vita ti tiene sveglio e all'erta, lì c'è la presenza a se stessi. Molti ragazzi cercano sport estremi per ritrovare quel contatto primordiale che l'uomo ha sempre avuto in passato quando lottava per la sopravvivenza.
A noi credo che ci tocca un grosso sforzo di volontà, contrastare quei meccanismi automatici acquisiti crea quella giusta frizione che fa nascere la scintilla del fuoco alchemico, ma soprattutto fa in modo che si crei quel famoso testimone in grado di poter guardare la nostra vita con il giusto distacco.
Più che a se stesso chi vive in ambienti pericolosi è presente agli altri, basta vedere nel regno animale dove la sopravvivenza è meno certa quanto siano tutti attenti al minimo rumore, ma questo non significa che siano più coscienti di noi uomini. Quindi alla fin fine (se parliamo di uomini) chi vive in ambienti pericolosi certamente svilupperà un attenzione all'ambiente circostante fuori dal comune, ma nella maggior parte dei casi (se non si fa comunque uno sforzo cosciente) questa non diverrà altro che un'ennesima abitudine da portarsi dietro anche laddove in futuro si cambi ambiente o sia l'ambiente stesso a migliorare.
Kael non è connesso  
 


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