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Vecchio 06-06-2005, 04.24.23   #1
pluto
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Spesso in questi anni ho convissuto con un conflitto. Andavo costantemente alla ricerca del carattere.....Aver carattere....Guardavo le persone che frequentavo e mi dicevo questo ha carattere quello no...un'idea chiara di cosa voglia dire aver carattere non l'ho mai avuta, però in cuor mio ammiravo volta per volta cose diverese nelle persone.Chi sapeva parlare bene in pubblico per me aveva carattere, nello stesso tempo ammiravo chi era riuscito a costruirsi una bella posizione lavorativaer me era una persona di carattere.Ammiravo però, anche chi riusciva ad imporsi con autorevolezza, cioè dicendo poche cose con tono di voce chiaro e con un buon italiano. Chi poi ha tanti interessi è per me persona di carattere.ma sempre mi pervade un dubbio: aver carattere significa essere decisionisti su se stessi?Saper prendere continue decisioni o piuttosto anche accettare le cose come sono significa comunque avere carattere oppure sapersi affermare nel posto di lavoro o in politica.pensate che a volte per me aveva carattere anche chi sapeva solo gridare....Al bar ad esempio quelle persone che riescono a tirare fuori le loro energie con gli amici ed a tenere come si suol dire "banco" hanno carattere...Quindi vi propongo una scaletta:

Aver carattere significa per voi:

1)Essere decisionisti...
2)Saper convincere gli altri della bontà delle vostre ragioni...
3)Prendere la vita così com'è lasciando correre senza soffermarsi a pensare sulle cose che avvengono quotidianamente....
4)Essere "compagnoni"...cioè riuscire ad emergere in compagnia per il vostro spirito e la capacità di adattarsi ad ogni situazione anche scomoda, come ad esempio trovarsi in compagnia di persone mai viste


Non occorre che rispondiate alla scaletta non è un questionario.Mi piacerebbe però sentire il vostro punto di vista su quanto ho scritto più sopra
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Vecchio 06-06-2005, 13.12.20   #2
Uno
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Bell'argomento Pluto (grazie di smuovere un pò le discussioni in questo momento in cui non ho molto tempo )
Vorrei rilanciare.... "carattere" anche letteralmente si potrebbe definire come una forma ben precisa in cui una persona (rimarco persona, personalità) si esprime.... se vi sembra rispondente come definizione, potremmo quindi dire che tutte le qualità sopra descritte da Pluto (che secondo me concorrono tutte nel più o meno marcato carattere) sono in parte ciò che mostriamo ed in parte ciò che siamo... che ne dite?
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Vecchio 06-06-2005, 22.20.39   #3
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Direi di sì... Per esempio tu Pluto dici che a volte pensavi che chi sapeva solo gridare ti sembrava uno con carattere... Forse un tipo così mostra ciò che non è, nel senso che magari nasconde in quel modo il fatto di sentirsi o essere un debole o un insicuro...
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Vecchio 06-06-2005, 22.47.55   #4
Ladymind
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Pluto per me nulla di quel che hai scritto.
Per me "ha carattere" chi mostra il suo vero essere senza crearsi problemi, chi non ha timore di andare controcorrente perchè ci crede (e non perchè magari per certi versi và di moda) e chi non è interessato a somigliare agli altri ad ogni costo...
(tutto ciò non significa comunque adagiarsi)
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Vecchio 06-06-2005, 23.13.51   #5
soul
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Originalmente inviato da ladymind
Pluto per me nulla di quel che hai scritto.
Per me "ha carattere" chi mostra il suo vero essere senza crearsi problemi, chi non ha timore di andare controcorrente perchè ci crede (e non perchè magari per certi versi và di moda) e chi non è interessato a somigliare agli altri ad ogni costo...
(tutto ciò non significa comunque adagiarsi)

Sono d'accordo con lady e mi sembra che non ci sia niente da aggiungere!


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Vecchio 07-06-2005, 10.22.18   #6
Uno
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Originalmente inviato da ladymind
Pluto per me nulla di quel che hai scritto.
Per me "ha carattere" chi mostra il suo vero essere senza crearsi problemi, chi non ha timore di andare controcorrente perchè ci crede (e non perchè magari per certi versi và di moda) e chi non è interessato a somigliare agli altri ad ogni costo...
(tutto ciò non significa comunque adagiarsi)
Stiamo parlando della stessa cosa?
Così mi dai l'idea del mostrare la nostra vera essenza... e chi lo fa o lo può fare?
Capisco ciò che vuoi dire e sono quel tipo li è moda ciò che mi piace indipendemente da che piaccia a tutti o no.... in un certo senso le creo le mode...
(forse qui ci riallacciamo "all'essere decisionisti" non trovi?)
ma qui siamo sempre nella personalità anche se parliamo di mode intellettuali....
Interessante poi trovo una nuova diramazione che può prendere l'argomento.... vedo sempre più che per "essere diversi" dagli altri, per emergere si cerca la stranezza... che sia nell'abbigliamento o altro.... e trovo anche anche che poi finiscono (scusate se non mi ci metto con un pò di superbia) per essere tutti uguali in quelle "stranezze".....
E quindi? C'è qualcos'altro che ci rende unici quando e se lo siamo.... se lo siamo diventati.... eh si perchè alla faccia dei bei discorsi siamo tutti pecoroni... la vera individualità è appannaggio di pochi.... il famoso Io individuato di Jung.... o il Risveglio obbiettivo primario di ricerca di tutti i cammini spirituali (anche se si astrattizza lo Spirito come qualcosa di lontanissimo, l'avvicinarlo è quanto di più concreto può esserci) e interiori.... perciò io vedo masse che cercano di distinguersi con l'accessorio (che sia materiale o intellettuale) senza un lavoro sulla materia prima cioè se stessi, ci si illude di distinguersi quando invece ci si uniforma sempre più, mentre chi è individuo è comunque esteriormente non distinguibile..... se parlaimo di Essere..... però se parliamo di ciò che viene definito e percepito comunemente carattere (a parte da noi Ermopoliani a quanto pare ) più o meno le caratteristiche sono quelle definite da Pluto secondo me
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Vecchio 07-06-2005, 22.08.47   #7
Ladymind
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direi che più o meno la pensiamo allo stesso modo ma vorrei sottolineare in particolare questa frase che mi piace molto perchè in due parole racchiude tutti i significati:

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mentre chi è individuo è comunque esteriormente non distinguibile..... se parlaimo di Essere


Citazione:
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... però se parliamo di ciò che viene definito e percepito comunemente carattere (a parte da noi Ermopoliani a quanto pare ) più o meno le caratteristiche sono quelle definite da Pluto secondo me
ok su questo punto, tu intendi carattere nel senso della parola, cioè tipi di carattere (se ho capito )...
pluto invece all'inizio del suo discorso mi è parso di capire volesse parlare di individui che "hanno carattere".
Penso siano due cose diverse... aspettiamo chiarimenti da pluto
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Vecchio 08-06-2005, 05.01.55   #8
pluto
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sì, ladymind, mi piacerebbe sapere il vostro punto di vista sugli individui che hanno carattere, quali sono le caratteristiche di un'individuo di carattere...il decisionismo, il saper relazionare e quindi proprorsi agli altri, la capacità e forza di convincere gli altri della bontà delle proprie ragioni..... oppure il saper accettare la vita così com'è senza porsi troppi problemi...
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Vecchio 08-06-2005, 13.53.48   #9
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sì, ladymind, mi piacerebbe sapere il vostro punto di vista sugli individui che hanno carattere, quali sono le caratteristiche di un'individuo di carattere...il decisionismo, il saper relazionare e quindi proprorsi agli altri, la capacità e forza di convincere gli altri della bontà delle proprie ragioni..... oppure il saper accettare la vita così com'è senza porsi troppi problemi...
Forse potremmo dire che intendi le caratteristiche di un leader ?
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Vecchio 08-06-2005, 14.22.37   #10
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rispondo un pò in fretta, poi magari ci ritorno... ho l'impressione che pluto si guardi un pò troppo attorno in cerca di modelli da seguire. Come ho detto sopra "l'aver carattere" non può corrispondere a determinate caratteristiche...
In effetti sembrano caratteristiche da leader, come dice Uno ... poi il vero leader secondo me ne dovrebbe avere anche altre, non solo decisionismo... saper dirigere senza farne avvertire troppo il peso agli altri, ma saper anche tenere le briglie quando tendono a sfuggire.
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Vecchio 08-06-2005, 21.02.31   #11
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secondo me ha carattere, chi non ha paura delle sue convinzioni
e di dire le proprie ragioni, chi si fa rispettare, ma rispetta anche gli altri,
ha carattere chi ha una personalità ben precisa e non si dichiara
d'accordo con gli altri solo per compiacere, poi certo se esagera
nel senso opposto diventa, un bastian contrario. Avere carattere lo
vedo come essere coraggiosi nelle proprie scelte e nell'esprimere
le proprie opinioni.
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Vecchio 08-06-2005, 22.52.18   #12
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bene, è interessante quello che dite....
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Vecchio 10-06-2005, 22.47.35   #13
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C ho riflettuto un pokino, e dico qllo ke penso io:
ho sempre creduto ke "volere è potere", è l'unica presunzione che ho.
io credo che una persona di carattere è una persona che che ha capito perfettamente questa frase (anzi l'ha fatta sua) e per questo riesce in tutto ciò che vuole, a differenza della maggior parte delle persone che impone già a priori limiti a se stesso.

qsto mi è venuto in mente leggendo qll ke ha scritto pluto:
Citazione:
Chi sapeva parlare bene in pubblico per me aveva carattere, nello stesso tempo ammiravo chi era riuscito a costruirsi una bella posizione lavorativaer me era una persona di carattere.Ammiravo però, anche chi riusciva ad imporsi con autorevolezza, cioè dicendo poche cose con tono di voce chiaro e con un buon italiano. Chi poi ha tanti interessi è per me persona di carattere.
cosa ne pensate?
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Vecchio 11-06-2005, 09.29.49   #14
Red
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Acettarci come siamo, e' provare a cambiare/modificare certi comportamenti che non vanno (molto difficile)... e non ricadere su certi sbagli

Mai rassegnarci per come vanno le cose ... prendere posizioni, decisioni

Non avere rimpianti

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Vecchio 11-06-2005, 14.32.33   #15
pluto
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già state andando sul difficile maxFuryu e Red......arguisco che io ho ho già fatto molti sbagli :"volere è potere"e con i sentimenti come la mettiamo?.....un po' difficile questa frase....quanto a Red...mmmhhhh...sono ricaduto in molti sbagli....ultimamente ho la tendenza a lasciarmi andare ed ogni volta che lo faccio...sbaglio....mmmhhh
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Vecchio 11-06-2005, 15.21.48   #16
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io generalmente tendo sempre a semplicizzare tutto per qsto avevo racchiuso in un'unica frase,
daltronde perso di poterla estendere anche sul lato sentimentale, siamo sempre in preda all'autocommiserazione, questa è la + grande debolezza, xkè non ci lascia vedere che intorno a noi ci sono infinite possibilità.
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Vecchio 31-07-2005, 13.12.08   #17
RedWitch
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carattere.... il carattere è qualcosa che abbiamo tutti... fa parte di noi... di tutti. Solo per il fatto di essere persone e di vivere...
Avere carattere... anche per me Pluto, è sempre stato un modello vedere le persone "forti" e decise.... perchè io non lo sono ho sempre pensato di essere "debole di carattere".. e sto cercando di modificare questa parte di me. Le mie insicurezze mi portano ancora oggi, a non dire cio' che penso chiaramente, per paura di ferire gli altri, e, per vedere gli altri contro di me... Mi sento in qualche modo in "difetto".. non so se riesco a spiegarmi . Come se tutto e tutti fossero sopra di me di un gradino.
Mostrare ed essere, si fondono secondo me. Tirare fuori quello che si ha dentro è carattere per me...
Tirare fuori la grinta, come mi hai detto qualche giorno fa Uno, è una manifestazione del carattere... e anche si.. dire e fare valere le proprie ragioni. Senza avere paura, rispettando gli altri ma senza farsi schiacciare.
Miro a questo... vedremo se ci riuscirò
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Vecchio 31-07-2005, 13.34.40   #18
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Ricordiamoci che tirare furoi la grinta non significa per forza (io non lo intendevo per niente) indirizzarla verso altri.... la nostra grinta... che aumenta la nostra vitalità e capacità di renderci forti nel senso buono della parola
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Vecchio 31-07-2005, 14.42.46   #19
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Ricordiamoci che tirare furoi la grinta non significa per forza (io non lo intendevo per niente) indirizzarla verso altri....
Indirizzarla verso altri? vista così sembra una prova di forza verso gli altri. quasi a dire "io sono piu' forte di te".. e non è questo che cerco.. semlicemente vorrei imparare a dire quello che penso senza aver paura di ferire o di sentirmi "inferiore"... e la grinta la devo trovare dentro di me... non verso gli altri... credo che poi sarebbe solo un riflesso, accrescendo la mia sicurezza, mostrarla all'esterno... tirarla fuori insomma...
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Vecchio 31-07-2005, 16.35.35   #20
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Originalmente inviato da redwitch75
Indirizzarla verso altri? vista così sembra una prova di forza verso gli altri. quasi a dire "io sono piu' forte di te".. e non è questo che cerco.. semlicemente vorrei imparare a dire quello che penso senza aver paura di ferire o di sentirmi "inferiore"... e la grinta la devo trovare dentro di me... non verso gli altri... credo che poi sarebbe solo un riflesso, accrescendo la mia sicurezza, mostrarla all'esterno... tirarla fuori insomma...
e che ho scritto?
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Vecchio 31-07-2005, 19.49.16   #21
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ehm.. ...

ok.. mi autopunisco
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Vecchio 14-08-2005, 12.15.23   #22
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Dal mio punto di vista andrebbe fatta, anche restando nel ristretto campo della attuale psicologia "profana", una distinzione tra carattere e personalità.
Il termine "carattere" rimanda a serie di caratteristiche, in alcine accezzioni della personalità, in altre unicamente della modalità espressiva. Nel parlar comune, ma anche in psicologia si parla di carattere "aperto", "chiuso" e via dicendo, riferendosi alla serie di manifestazioni prettamente esteriori dell'individuo. Invece la "personalità" si riferisce ad un ambito leggermente più profondo, più vicino all'"essenza" dell'individuo, qualificando una serie di tendenze, organizzazioni di pensiero, rappresentazioni della realtà. Infatti si parla di disturbi della personalità (spesso a sproposito) e non del carattere.
In ogni caso il "carattere" è passibile di mutamenti pressochè continui, riferendosi appunto alle "modalità" con cui l'individuo si esprime e si relaziona. In primo acchito lo si può considerare come l'insieme di una serie di scelte comportamentali unito alla serie di modalità espressive pulsionali dipendenti, consciamente o meno, da tratti della personalità non ancora bene definiti o problematici. In un ipotetico individuo adulto e sano il carattere, in un certo modo, non esiste quale componente "insita" dell'individuo ma solo come scelta comportamentale standard, modificabile ed adattabile alle esigenze tramite impulso volitivo. In pratica io mi comporto, mi esprimo e mi relaziono come voglio, tanto più liberamente quanto più la mia "personalità" è sana e formata.
Ovviamente, anche la personalità, essendo aspressione individuale appena più profonda del carattere ma comunque ben lontata dalla vera "essenza" è passibile di mutamenti volitivi. E' solo leggermente più complesso accedervi. Tuttavia, ad un livello neanche troppo avanzato di un percorso di autoconoscenza, in caso di terapia o meno, si arriva alla conclusione che anche i tratti della personalità (timidezza, arroganza e via dicendo) non sono "qualità" insite nel soggetto ma espressioni di sovrastrutture difensive (magari questo lo spiego meglio dopo, se c'è interesse).

Quindi, tornando al tema della discussione, coloro che mostrano, ad esempio, un carattere forte, il quale può suscitare ammirazione in taluni casi, poco dicono in realtà di loro stessi e molto del modo con cui si relazionano. Infatti bisognerebbe stabilire in che misura quel che mostrano sia frutto di una scelta volitiva (e quindi possono, a comando, cambiare modalità) e quanto di un'esigenza interiore che spinge il carattere in una particolare direzione e non in un'altra per "proteggere" l'individuo.
Come dire che l'osservazione del carattere, lungi dall'essere un buon metodo per la conoscenza di chi ci sta di fronte, ne è uno pessimo perchè può portare a grossolani e facili fraintendimenti.
Altro punto importante invece nell'ottica dell'autoconscenza è che il carattere è un buon "segno" esteriore di eventuali caratteristiche inconscie conflittuali. Ovvero se il mio carattere ha dei tratti che non mi piacciono e io non riesco a modificarlo tramite semplice atto volitivo, significa che c'è qualcosa di più profondo che interagisce. Questa difficoltà, lungi dall'essere il vero problema, è invece l'indizio su ciò su cui è più opportuno lavorare.
__________________

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Vecchio 03-06-2011, 20.57.41   #23
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Dal mio punto di vista andrebbe fatta, anche restando nel ristretto campo della attuale psicologia "profana", una distinzione tra carattere e personalità.
Il termine "carattere" rimanda a serie di caratteristiche, in alcine accezzioni della personalità, in altre unicamente della modalità espressiva. Nel parlar comune, ma anche in psicologia si parla di carattere "aperto", "chiuso" e via dicendo, riferendosi alla serie di manifestazioni prettamente esteriori dell'individuo. Invece la "personalità" si riferisce ad un ambito leggermente più profondo, più vicino all'"essenza" dell'individuo, qualificando una serie di tendenze, organizzazioni di pensiero, rappresentazioni della realtà. Infatti si parla di disturbi della personalità (spesso a sproposito) e non del carattere.
In ogni caso il "carattere" è passibile di mutamenti pressochè continui, riferendosi appunto alle "modalità" con cui l'individuo si esprime e si relaziona. In primo acchito lo si può considerare come l'insieme di una serie di scelte comportamentali unito alla serie di modalità espressive pulsionali dipendenti, consciamente o meno, da tratti della personalità non ancora bene definiti o problematici. In un ipotetico individuo adulto e sano il carattere, in un certo modo, non esiste quale componente "insita" dell'individuo ma solo come scelta comportamentale standard, modificabile ed adattabile alle esigenze tramite impulso volitivo. In pratica io mi comporto, mi esprimo e mi relaziono come voglio, tanto più liberamente quanto più la mia "personalità" è sana e formata.
Ovviamente, anche la personalità, essendo aspressione individuale appena più profonda del carattere ma comunque ben lontata dalla vera "essenza" è passibile di mutamenti volitivi. E' solo leggermente più complesso accedervi. Tuttavia, ad un livello neanche troppo avanzato di un percorso di autoconoscenza, in caso di terapia o meno, si arriva alla conclusione che anche i tratti della personalità (timidezza, arroganza e via dicendo) non sono "qualità" insite nel soggetto ma espressioni di sovrastrutture difensive (magari questo lo spiego meglio dopo, se c'è interesse).

Quindi, tornando al tema della discussione, coloro che mostrano, ad esempio, un carattere forte, il quale può suscitare ammirazione in taluni casi, poco dicono in realtà di loro stessi e molto del modo con cui si relazionano. Infatti bisognerebbe stabilire in che misura quel che mostrano sia frutto di una scelta volitiva (e quindi possono, a comando, cambiare modalità) e quanto di un'esigenza interiore che spinge il carattere in una particolare direzione e non in un'altra per "proteggere" l'individuo.
Come dire che l'osservazione del carattere, lungi dall'essere un buon metodo per la conoscenza di chi ci sta di fronte, ne è uno pessimo perchè può portare a grossolani e facili fraintendimenti.
Altro punto importante invece nell'ottica dell'autoconscenza è che il carattere è un buon "segno" esteriore di eventuali caratteristiche inconscie conflittuali. Ovvero se il mio carattere ha dei tratti che non mi piacciono e io non riesco a modificarlo tramite semplice atto volitivo, significa che c'è qualcosa di più profondo che interagisce. Questa difficoltà, lungi dall'essere il vero problema, è invece l'indizio su ciò su cui è più opportuno lavorare.
Ed invece la parte più profonda di noi è unica e diversa in ognuno di noi, o è per tutti uguale?
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Vecchio 03-06-2011, 23.00.29   #24
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Ed invece la parte più profonda di noi è unica e diversa in ognuno di noi, o è per tutti uguale?
In effetti non ne ho idea. Pensadoci trovo argomentazioni per entrambe le possibilità.

Volevo però dire che questo post è molto vecchio e in effetti, nel proseguire delle discussioni, ci si è attestati nel parlare di carattere e personalità in modo diametralmente opposto a come le ho descritte... riferendosi alla personalità come insieme delle modalità di relazione con l'esterno e carattere l'insieme delle caratteristiche individuali che concorrono a determinarla. Le motivazioni direi che sono semantiche. Poco male... alla fin fine la distinzione grossomodo resta.

Tornando alla tua domanda, l'ipotesi che mi viene da buttare lì è che l'individuo abbia caratteristiche uniche che lo distinguono quindi da ogni altro individuo (l'individuo che ogni umano può diventare) e che queste caratteristiche sono "montate" su una base comune, non manifesta, identica in modo "olografico" per tutti.
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