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Vecchio 28-02-2008, 15.48.49   #26
griselda
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alla fine quel "fregarsene delle reazioni dell'altro" più o meno per me significa rimanere centrati in se stessi nel momento in cui l'altro ci "affronta".
solo così non si viene "fagocitati" nell'altrui idea.
Questo "fagocitati" rende benissimo l'idea secondo me.
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Vecchio 29-02-2008, 00.25.22   #27
Sole
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non sono d'accordo sul "fregarsene delle reazioni dell'altro"
detta così è parecchio travisabile.

ciauzz
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A Sole : in linea generale fregarsene della reazione dell'altro e' una scelta tra le tante possibili ma sbagliata perche' mai utile da qualunque parte la si guardi .......a meno di decidere di estraniarsi dal mondo.
Che poi si debba anche saper dire NO concordo , tanto e' vero che la soluzione prospettata e' finalizzata ad un ''miglioramento graduale'' di questa ''capacita'' ma con attenzione ad un risvolto psicologico di approccio all'altro ( le forme poi con cui esprimere questa attenzione volta per volta possono essere le piu' varie) che , per chi vive nella concretezza e tra la gente non puo' mancare.

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In ogni caso la questione è proprio "fregarsene" della reazione dell'altro, che percepiamo per lo più in maniera soggettiva, ma imparare a pensare a noi stessi. Per cui trovare un modo carino di dire "no" è comunque preoccuparsi dell'altro.
Alla luce di questo spostiamo solo il problema ma resta il fatto che consideriamo ancora tantissimo ciò che l'altro pensa e vede di noi e che noi vediamo di noi attraverso l'altro.
Penso che solo dopo, molto dopo, quando siamo coscienti di noi stessi e della nostra volontà aldilà degli altri, possiamo cercare la diplomazia magari per far capire qualcosa che oggettivamente sappiamo corretta, ma molto dopo... quando possiamo manipolare per il bene altrui e non il nostro ed in ogni caso il dire "no" di cui si parla qui non è questo, ma si può espandere.


Fregarsene, come avevo detto e ho sottolineato ora, ma posso ridire con altre parole, significa pensare al nostro bene. C'è il detto: "chi si offende è fetente" e ne abbiamo parlato in forum altrove. Dire "no" non vuol dire offendere l'altro vuol dire fare ciò che davvero si vuole. Sinceramente se so che uno fa una cosa per me tanto perchè non sa dirmi di no, sarei offesa magari ci resto male al "no" ma posso confidare nella sincerità dell'altro, poi avrò l'occasione e modo di accettare il rifiuto. Non si parla di una discussione dove ognuno dice la sua e ci si nega a vicenda, nikelise, ma di fatti, favori da chiedere ad esempio, o permessi o di educare un figlio come dice Gris.
Non esiste sbagliato o giusto, dell'altro teniamo conto davvero solo quando teniamo conto di noi, altrimenti stiamo comunque tenendo conto di noistessi dicendo che lo facciamo per ll'altro e poi scoppiamo al primo rinfacciare le cose.
Secondo me, il dire "si" quando non si vuole è una difesa verso noi stessi, non ci sono diplomazie perchè è importante non giudicare gli altri incapaci di non accettare un nostro no. Questo secondo me è un punto importante e concreto più di quanto si possa immaginare. Se sto a giudicare l'altro per come reagisce, per come può prenderla, per mille robe ancora gli sto vietando un'esperienza (che farà lo stesso.. non dipende da me certo) ma chi mi da questo diritto? nemmeno la paura di perdere stima, immagine, riflesso sbiadito di noi stessi negli altri. Stiamo sempre pensando a noi, ma non accettandolo facciamo fatica in qualcosa che non vogliamo ma dobbiamo. Il massimo sarebbe, come dice Qualcuno, far coincidere Dovere con Volere. Allora si che tutto filerebbe liscio.
E' oltremodo concreto osservarsi negli altri e riuscire con e attraverso gli altri a fare ciò che si vuole davvero. Ci usiamo tutti ogni giorno vicendevolmente, almeno usiamoci bene.
L'attenzione aglio altri è importante certo nel non urtare volutamente la loro sensibilità, ma la urtiamo lo stesso molto più sottilmente se siamo finti in un "si" che era un "no".
Sembrerà strano ma le persone davanti un sincero no non reagiscono poi tanto male..

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alla fine quel "fregarsene delle reazioni dell'altro" più o meno per me significa rimanere centrati in se stessi nel momento in cui l'altro ci "affronta".
solo così non si viene "fagocitati" nell'altrui idea.
infatti..
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Vecchio 29-02-2008, 00.27.43   #28
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
A me pare che, stringendo stringendo, la paura di dire di no (anche se si vorrebbe) dipende dalla paura di quello che può pensre di noi chi riceve il no... insomma conseguenze reali o presunte... e quindi la linea diminor resistenza è quella di cercare di accontentare, accomodare e via così.

Salvo poi, sempre per la linea di minor resistenza, invece di aderire con tutti se stessi al non aver detto no (rinuncia dell'intimo intendimento), si coltiva rancore di vario tipo che poi può esplodere o meno, verso l'esterno o l'interno.
Questa mi sembra una sintesi di quel che volevo dire per cui aggiorno il post

L'aspetto del rancore che si incalza, aspetto che sottolineava anche Gris, non è di poco conto..
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Vecchio 29-02-2008, 00.41.02   #29
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Ho una domanda banale ma se ci domandano il perchè cosa è meglio fare? Hai presente i figli gli dici di no e ti inondano di domande. Anche in questo caso non teniamo conto della sua reazione, ma è importante spiegare le motivazioni?

Anche io ho da imparare tanto Gris in questo senso, non è facile per niente dire di no, proprio perchè lede da un punto di vista meramente soggettivo quella bella immaginetta iconografica che abbiamo di noi o che vorremmo dare o del bene che gli altri pensano di noi o semplicemente la paura di restare soli.. che poi forse gira tutto intorno a questo, la paura di non bastarsi.. potremmo approfondire questo punto.

Se penso a quando ero bambina e mi dicevano no e poi seguiva "non devo spiegarti le mie motivazioni" di certo non prendevo mai troppo sul serio la questione del "no". per cui da bambina ti direi che è importante il dialogo, cercare di spiegare, magari al livello in cui un bambino è in grado di capire. Il non è difficile da accettare anche perchè non da altre possibilità è assoluto.. quando lo si dice bisogna considerarlo e accettarlo noi stessi per primi.
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Vecchio 29-02-2008, 01.02.27   #30
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Il non è difficile da accettare anche perchè non da altre possibilità è assoluto.. quando lo si dice bisogna considerarlo e accettarlo noi stessi per primi.
Quanto è vero Sole!
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Vecchio 12-05-2009, 19.49.52   #31
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Salvo poi, sempre per la linea di minor resistenza, invece di aderire con tutti se stessi al non aver detto no (rinuncia dell'intimo intendimento), si coltiva rancore di vario tipo che poi può esplodere o meno, verso l'esterno o l'interno.

Ray per favore, è chiaro così ma potresti espandere un pochino? Se ho capito bene dici che il non aderire alla decisione presa (il non dire no, quindi accettare qualcosa) ci porta a coltivare rancore.
Verso noi stessi si?

L'intimo intendimento sarebbe il nostro volere?
Quindi farsi trascinare in una scelta non del tutto consapevoli ci lascia della frustrazione, dell'insoddisfazione che a lungo andare diventa rancore... Che può sfogare dentro o contro gli altri in agrssività/violenza?
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Vecchio 12-05-2009, 21.48.29   #32
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Ray per favore, è chiaro così ma potresti espandere un pochino? Se ho capito bene dici che il non aderire alla decisione presa (il non dire no, quindi accettare qualcosa) ci porta a coltivare rancore.
Verso noi stessi si?

L'intimo intendimento sarebbe il nostro volere?
Quindi farsi trascinare in una scelta non del tutto consapevoli ci lascia della frustrazione, dell'insoddisfazione che a lungo andare diventa rancore... Che può sfogare dentro o contro gli altri in agrssività/violenza?
Parlavo della difficoltà di dire di no anche quando intimamente si vorrebbe, della tendenza ad accontentare per non dover sostenere il proprio no con l'altro. Insomma in questo caso la solita linea di minor resistenza che quasi sempre seguiamo ci fa andare contro il nostro intimo intendimento... che sarebbe dire di no (ovviamente nel caso in cui sia così).

Mettiamo che accada. Ossia mettiamo che qualcuno ci chieda qualcosa a cui in realtà vorremmo dire di no ma che per comodità diciamo di si.
La coerenza vorrebbe che a questo punto rinunciassimo del tutto al nostro intimo intendimento, ossia dire di no. Che rinunciassimo al no che desideravamo e che accogliessimo con tutti noi stessi il si che abbiamo detto per comodità.
Ma anche questo costa fatica... quindi va a finire spesso che, sempre per seguire la linea di minor resistenza, che adesso ci dice di fare ma anche di non abbandonare il no che volevamo dire, coltiviamo rancore per la persona che ci ha messo in questa situazione. Quindi volevamo dire no, abbiamo detto si e ci sta sulle balle la persona a cui abbiamo detto si per il solo fatto di averci chiesto.
Ovviamente il fatto che ci stia sulle balle la persona è del tutto illusorio, o se vogliamo è una proiezione. In realtà siamo noi che ci siamo infilati in quella situazione di conflitto, prima perchè non siamo riusciti a dire no, poi perchè non siamo riusciti a dire veramente si.

Ultima modifica di Ray : 12-05-2009 alle ore 21.56.54.
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Vecchio 26-12-2009, 19.47.37   #33
gibbi
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Ho iniziato tempo fa questo 3d parlando delle oramai insopportabili per me ricadute nel noto problema del non saper dire di no.
Ora aggiorno perchè spero che riaffrontare l'argomento mi serva ad evitare di ricascarci anche se limitarsi al termine ri-caduta è sminuire quanto successo , è stato piuttosto un rovinoso impatto a terra e il fastidio provato quasi insopportabile.
La scorsa settimana non sono riuscita a dire di no ad un'amica che insisteva per uscire una sera a cena con me , una me ben consapevole che questa voleva a tutti i costi incontrarmi per vendermi delle cose fatte da lei.
Ho riletto le considerazioni fatte in questo 3D e ho riconosciuto molti dei meccanismi descritti .
In questa occasione credo di non essere riuscita a dirle di no , nonostante avessi ben chiaro il motivo di tanta insistenza , perchè non ero in grado di reggere la sua delusione , di reggere il malcontento che il mio no le avrebbe procurato...o meglio, il malcontento che io immaginavo le avrebbe procurato ( forse quello che avrei provato io?).
Qualcosa di nuovo e di diverso però c'è stato , perchè mi sono guardata durante tutta la durata del fattaccio... sono riuscita a vedermi , ho percepito l' enorme difficolta del "no" ad uscire , quasi fosse una mela tanto grossa che per le sue dimensioni poteva solo tentare , certa di non potere riuscire nell'impresa .
Ho sentito immediatamente il fastidio che però ho cercato di non alimentare con tortuosi ed inutili giri di parole sul come avrei dovuto fare , cosa avrei potuto dire ecc...ho accuratamente evitato anche che trovasse sfogo in giudizi sull' invadenza , sull'ipocrisia e opportunismo dell' amica , mi sono piazzata due belle martellate in testa questo si e dopo aver circoscritto il tutto inquadrando il problema come solo mio , ho deciso di cuccarmi il fastidio fino in fondo e di guardarlo per bene, ho deciso di portare fino in fondo il "si" che avevo detto .
Nell'osservarmi ho potuto anche vedere nascere l'idea di una vendetta , il formarsi di una golosa opportunità di rivincita ...della serie : esco con lei , ma non compro nulla anche se interessata , così la punisco per aver osato anche solo pensare di potersi approfittare di me e così siamo pari .
Ho abbandonato subito questo misero proposito , per amor di verità debbo dire che non è stato coltivato anche grazie all'intervento di un amico con cui mi lamentavo dell'accaduto e che mi ha letto nel pensiero , o forse avevo " " stampato in fronte , chissà .
Comunque no , non si può non si deve , attenta Gibbi , è anche così che si fanno debiti.

Ultima modifica di gibbi : 26-12-2009 alle ore 19.54.49.
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Vecchio 26-12-2009, 22.28.00   #34
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In questa occasione credo di non essere riuscita a dirle di no , nonostante avessi ben chiaro il motivo di tanta insistenza , perchè non ero in grado di reggere la sua delusione , di reggere il malcontento che il mio no le avrebbe procurato...o meglio, il malcontento che io immaginavo le avrebbe procurato ( forse quello che avrei provato io?).
Secondo me tutti e due... chi ha difficoltà a farlo uscire il no, ha anche difficoltà a mandarlo giù.

Quindi magari un po' sta tua amica ha la stessa difficoltà, un po' annusa quella degli altri e ci marcia su lasciando intendere che si, davvero lei proverebbe una fortissima delusione eccetera (ovviamente sto parlando in generale usando l'esempio, non so nulla della tua amica), un po' magari è roba tua proiettata.
D'altra parte in questi casi spesso si collude.

Ma questa volta hai osservato, quindi qualcosa cambierà.
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Vecchio 27-12-2009, 01.26.34   #35
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Anche a me capita spesso di non saper dire di no a richieste che poi mi producono malumore, soprattutto contro di me, mi rimprovero di non saper essere coerente, di non farmi valere...poi ho tentato di analizzarmi e la cosa che più mi colpisce è che non dico di no per paura di offendere l'altro, è come se mi proiettassi nei panni suoi e penso alle sue emozioni negative nei miei confronti...dunque ho pensato che in fondo mi costringo a dire di sì per farmi accettare, per non essere considerata male, non so se sono chiara, mi risulta difficile spiegare ciò che provo!
Un esempio banale, se qualcuno mi deve dei soldi, se lo dovessi incontrare cercherei di evitarlo, ma è assurdo! lui si dovrebbe vergognare e non io, però immagino che se mi vede pensa che è in debito ed io nei suoi panni mi sentirei un cane bastonato!
Questo mi capita con chi conosco bene, con clienti estranei so essere più decisa, più ferma e, quando non ci riesco, demando il compito di incassare il debito ad un altro dell'ufficio! (allora mi sento vigliacca!!! che grande pastrocchio)

Ultima modifica di filoumenanike : 27-12-2009 alle ore 01.28.56.
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Vecchio 27-12-2009, 13.06.20   #36
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E vabbeh, vogliamo andare proprio a fondo e sintetizzare al massimo?

Dire di no a qualcuno, vuol dire ammettere la propria impotenza su quella tal cosa.

Ci vuole molta forza per ammettere di non poter fare una cosa.
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Vecchio 27-12-2009, 20.38.30   #37
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E vabbeh, vogliamo andare proprio a fondo e sintetizzare al massimo?

Dire di no a qualcuno, vuol dire ammettere la propria impotenza su quella tal cosa.

Ci vuole molta forza per ammettere di non poter fare una cosa.
A volte un no e' non voler fare quello che si potrebbe fare , e potrebbe anche essere giusto cosi' come quando mio figlio mi chiedesse di fargli i compiti .
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Vecchio 27-12-2009, 20.59.14   #38
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A volte un no e' non voler fare quello che si potrebbe fare , e potrebbe anche essere giusto cosi' come quando mio figlio mi chiedesse di fargli i compiti .
Il fatto che sai fare i compiti di tuo figlio non significa che puoi farglieli. Se tu potessi farglieli non avrebbe senso mandarlo a scuola.

Finchè te lo chiede tuo figlio il problema non si pone, i ruoli ti permettono di poter mostrare che quella cosa non la puoi fare, se il no devi dirlo ad un estraneo che non ti è subordinato (o in presenza di un soggetto simile anche se devi dirlo ad un altro subordinato*) le cose sono diverse.

Gran parte del marketing si fonda su questi principi tanto per fare un esempio. Ma per alcuni, che non sanno chi sono, può diventare un problema anche dire di no al mendicante che si sa benissimo sia mendicante per scelta di non voler lavorare. Al contrario, paradosso assurdo, queste stesse persone riescono a dire di no a chi chiede qualcosa ma ne ha veramente bisogno.

*= è più facile sgridare un figlio in casa piuttosto che al ristorante o in luogo pubblico, tanto per fare un esempio
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Vecchio 01-01-2010, 17.22.21   #39
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A me capita purtroppo spesso di non riuscire a dire no, anche in situazioni delicate. Quello che sto iniziando a comprendere dopo un'esperienza piuttosto dolorosa accadutami poco tempo fa, proprio perchè non riesco a dire no, è che c'è correlazione tra questa mia difficoltà, la mia fame di amore e la paura di essere lasciata sola e privata di nutrimento affettivo. Sto notando parecchi parallelismi con la mia infanzia. Sto constatando anche che, pur avendo cercato di limitare i miei atteggiamenti da crocerossina intuendo che, dietro a essi, erano riposte aspettative di ricompensa emotiva, nelle relazioni coi miei amici sono sempre quella pronta ad accogliere piagnistei e problemi.
Non nascondo che sono un pò disorientata e anche un pelino sfiduciata. Sono anni che sto lavoro su me stessa nel tentativo di ricostruire imparando ad amarmi e a rispettarmi... e ancora sono a questi punti
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