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Vecchio 03-08-2009, 14.24.11   #26
griselda
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Ma un bambino che rimane per sette anni figlio unico e poi arriva una sorella può soffrire della sindrome del principino, oltre, alla sindrome del principino che ha perso il suo regno?
(che deve essere terribile)
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Vecchio 03-08-2009, 14.28.38   #27
stefano
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come possibilità vedo questo:
un individuo cresciuto in una famiglia con fratelli sa già cosa significa condividere (a differenza di un figlio unico)
il figlio unico sa già cosa significa stare da soli.
dato che in un certo senso entrambe le cose sono utili nella crescita interiore diciamo che a mio modo di vedere entrambe le situazioni aprono possibilità.
di rimando trovo che un figlio unico a fini evolutivi debba imparare a condividere consapevolmente (come diceva Uno) e un figlio con fratelli a isolarsi (interiormente parlando) per trovare un suo centro.
d'altra parte mi pare si leghi a discorsi sia sulla gnosi (che presuppone l'isolamento interiore in un certo senso) che esoterici.
mi verrebbe da dire che il figlio unico esotericamente parlando è più portato verso una via monastica e un figlio con fratelli a una vita comunitaria e di apertura al prossimo

Ultima modifica di stefano : 03-08-2009 alle ore 14.31.15.
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Vecchio 03-08-2009, 14.30.09   #28
stefano
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Ma un bambino che rimane per sette anni figlio unico e poi arriva una sorella può soffrire della sindrome del principino, oltre, alla sindrome del principino che ha perso il suo regno?
(che deve essere terribile)

assolutamente si a mio avviso.
infatti di solito osservabile è una certa tendenza all'invidia da parte del fratello più grande rispetto al piccolo (su cui si concentrano dopo così tanto tempo le attenzioni)
Serve una gran capacità da parte dei genitori per fare in modo che tale dinamica non si cristallizzi.
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Vecchio 03-08-2009, 15.34.44   #29
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Originalmente inviato da luke Visualizza messaggio
Ho visto situazioni caratteriali più difficoltose e problematiche in fratelli "cadetti" soprattutto a livello di socialità/interazioni con terze persone ed altro sesso, di quante ne abbia viste in figli unici cresciuti stando al centro dell'attenzione, con genitori che li consideravano sempre meravigliosi ed intoccabili ecc, In quest'ultimo caso sicuramente c'è il rischio di diventare troppo viziati, di voler stare al centro dell'attenzione e così via.


Oltre che non voler esser contraddetti perchè si è abituati a non esserlo. Sul socializzare si è vero, chi è stato solo ha bisogno di trovare altri, è disposto anche a cedere in apparenza, purchè non si tocchino quelli che reputa principi irremovibili: cioè che lui ha diritto ad un trattamento particolare.
Quote:


Esistono anche genitori che cercano in ogni modo di non viziare il figlio unico, trattandolo con molta severità e non assecondando ogni suo capriccio, anzi cercano di tenerlo sempre sotto pressione, facendogli capire come ogni regalo vada prima di tutto meritato.
[.......]
Probabilmente casì di questo tipo in cui non si vizia il figlio unico, non lo si fa sentire il centro del mondo cui tutto è dovuto, sono rari, ma vi assicuro che esistono.....
Sicuramente, la percentuale purtroppo è bassa, ma esistono genitori che se non perfetti sono almeno abbastanza consapevoli

Citazione:
Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Ma un bambino che rimane per sette anni figlio unico e poi arriva una sorella può soffrire della sindrome del principino, oltre, alla sindrome del principino che ha perso il suo regno?
(che deve essere terribile)
Tutti i figli (anche non solo i primi) quando passano troppi anni dalla loro nascita tendono a soffrire un pò

Citazione:
Originalmente inviato da stefano Visualizza messaggio
come possibilità vedo questo:
un individuo cresciuto in una famiglia con fratelli sa già cosa significa condividere (a differenza di un figlio unico)
Ecco, per chiarezza, sa cosa significa dover condividere ma non è detto che voglia farlo appena abbia l'occasione di non farlo. Inoltre parliamo sempre di quelli che Luke chiama cadetti
Quote:


il figlio unico sa già cosa significa stare da soli.
Lo sa perchè più o meno costretto però, non è detto che sappia star solo... anzi... è facile che sia affamato di compagnia
Quote:

dato che in un certo senso entrambe le cose sono utili nella crescita interiore diciamo che a mio modo di vedere entrambe le situazioni aprono possibilità.
Questo sicuramente
Quote:

di rimando trovo che un figlio unico a fini evolutivi debba imparare a condividere consapevolmente (come diceva Uno) e un figlio con fratelli a isolarsi (interiormente parlando) per trovare un suo centro.
d'altra parte mi pare si leghi a discorsi sia sulla gnosi (che presuppone l'isolamento interiore in un certo senso) che esoterici.
mi verrebbe da dire che il figlio unico esotericamente parlando è più portato verso una via monastica e un figlio con fratelli a una vita comunitaria e di apertura al prossimo
Non questo non è detto, stiamo parlando in linea generale, bisogna sempre vedere caso per caso, siamo tutti diversi, comunque in linea generale è facile che i passaggi obbligati siano questi, la condivisione per il figlio unico (o per quello preferito) e imparare a contare sulle proprie forze, a conoscere le proprie possibilità, per quelli "secondari".
In ogni caso però anche l'esser da solo dei primi e il condividere dei secondi è piuttosto obbligato, quindi se non elaborato è inutile.
Possiamo dire che in linea di massima per un figlio unico l'essere solo è sperimentato, va solo elaborato, ne va presa consapevolezza, mentre il condividere è cosa nuova che va iniziata. Viceversa per gli altri tipi di figli.
Il peggiore in un certo senso è il preferito tra più figli.... potrebbe star meglio in apparenza, ma come crescita interiore deve far tutto.. è quasi a zero anche se ha 30 anni.
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