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Vecchio 05-02-2012, 18.30.02   #101
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Secondo me, il bene e il male o la differenziazione tra le due cose avviene nel momento in cui c'è chi dice cosa è bene e cos'è male.

Tornando al discorso di prima evitare il male o non vederlo come volontariamente faccio io è una limitazione.
Fino ad una certa età puoi avere una sensazione distorta del mondo ma poi quando cresci vedi che cosa è la sofferenza, il dolore e cominci ad operare delle scelte, diventi sensibile a qualsiasi forma di sofferenza e se anche da bambino non lo percepivi da adulto sai quale è l'azione che produce dolore gratuitamente e allora ti porrai diversamente, non tuitto dipende da come siamo stati educati, molto dipende da noi, dalle esperienze che mettiamo a frutto.

Non so cosa intendi per evitare il male, se come penso è evitare di affrontare la sofferenza degli altri, rifugiarsi nel proprio nido e baipassare potrebbe essere una difesa da quanto ti spaventa, ma sai ugualmente che esiste il Male, il Male ci circonda e prima o poi ti chiede il conto, purtroppo e allora sarai costretta ad aprire gli occhi, a guardare, a soffrire
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Vecchio 05-02-2012, 18.54.16   #102
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Ma se un bambino o un gruppo di bambini crescesse in un ambiente dove seviziare un gatto fosse considerato giusto avrebbe la stessa nostra idea di bene e male?
Secondo me non bisogna confondere quello che è il bene ed il male e la morale comune. Se un bambino crescesse in un ambiente in cui seviziare un gatto fosse considerato giusto e questi non si ponesse troppe domande, beh... riterrebbe normale fare ciò. Ma ritengo che ognuno di noi conosca bene il confine tra bene e male, basterebbe adottare la regola del non fare ad altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso.
Poi ogni periodo storico ha avuto la sua morale che mutava col mutare della società.

Ad esempio il contadino uccide la gallina con un colpo secco al collo, lo fa in quanto è necessario per nutrire la famiglia ma non lo fa con senso di sevizia, per infliggere dolore e godere di ciò. Ci sono persone che vivendo in città, nel vedere questa azione inorridiscono. In questo caso il contadino non ha operato nel male eppure qualcuno potrebbe pensare il contrario.

Ultima modifica di Grey Owl : 05-02-2012 alle ore 18.57.18.
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Vecchio 05-02-2012, 19.26.06   #103
Astral
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C'è comunque il fatto che alcuni mali ed il doloro sono inevitabili, se qualcuno per sbaglio e non volendo per un incidente uccide a me una persona cara, per quanto non abbia voluto fare male, il male l'ha fatto a quella persona, ed il dolore lo lascia anche a me.

Comunque spesso chi fa il male consapevolmente è privo di sensi di colpa. Dipende molto dall'educazione, se mi insegnano che il sesso è male, io potrei sentirmi in colpa anche se "mi masturbo", mentre uno che attua una violenza carnale o un pedofilo, non sente nessun senso di colpa.

Il discorso della sopravvivenza dipende: se esistesse un vampiro che si nutrisse di sangue per sopravvivedere, dovrebbe comunque valere, d'altronde anche un pedofilo deve sopravvivere e saziare i suoi appetiti cosa giusta dal suo punto di vista, e sbagliata dal nostro.
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Ultima modifica di Astral : 05-02-2012 alle ore 19.29.52.
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Vecchio 06-02-2012, 00.04.22   #104
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Per capirci meglio, la famosa conoscenza che implica la responsabilità è già quella della possibilità di scelta, non quella delle conseguenze, ovviamente la seconda aumenta enormemente la responsabilità, ma la prima non ne è esente.
Ecco con crudeltà cercavo di arrivare a questo. La crudeltà la vedo come un accanimento, un'intenzionalità diversa, maggiore, rispetto alla "semplice" cattiveria.
Il gusto cosiddetto sadico per la tortura, per il dolore altrui è cosa diversa dalla, pèr esempio, vendetta rancorosa.
Sempre male è ma ha gradi diversi.

Se faccio del male gustandone il piacere agisco già nel campo della conseguenza. Far del male a puffo non mi assolve ma comunque mi rende meno colpevole.
Colpevole nell'ordine in cui divento debitore verso..verso che? L'universo?
Se non ricordo male il diavolo stipulava contratti con peccatori incalliti che incassavano subito un premio per cui avrebbero pagato in seguito, con l'anima.
Il fatto che la sua vittoria stia nel passare inosservato potrebbe significare anche che incassiamo, in varie misure ovviamente, dei crediti senza meriti nè reale comprensione della conseguenza delle nostre azioni.

In fondo però anche solo provare soddisfazione nel vedere un cattivo soffrire è male...è la forza a cui siamo più vicini.
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Vecchio 06-02-2012, 11.32.25   #105
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Il Bene fatto consapevolmente scegliendo di farlo ha un valore intrinsico maggiore, coinvolge la persona nel profondo,anche se poi il risultato della sua azione non cambia
Eh no, può cambiare anche il risultato.
Esempio:

Ad un angolo di strada mi scontro con Tizia e le faccio cadere un pacco di documenti. Questo porta ad evitare a Tizia di finire sotto un'auto perchè ci fermiamo a raccogliere quello che abbiamo fatto cadere nello scontro.
Un documento importante si perde sotto un'auto parcheggiata. Con quel documento sarebbe scaturito un bene.

Io ho fatto inconsapevolmente del bene a Tizia perchè le ho salvato la vita, ma la mia azione inconsapevole ha messo in moto altro.

Stessa situazione ma non mi scontro con Tizia, vedo con la coda dell'occhio un'auto che arriva impazzita e blocco Tizia sul bordo del marciapiede.
Salvo la vita a Tizia ma non inizializzo altre variabili indirette.

L'unica cosa su cui agisco (non poco importante, ma comunque diretta) è la prosecuzione della vita di Tizia piuttosto che il suo termine.

E' un esempio stupido solo per visualizzare almeno in parte la questione, in realtà le cose sono più complicate ma comunque sia il bene che il male cambiano parecchio se consapevoli o inconsapevoli. A prima vista ciò che scaturisce (nell'esempio il salvare la vita a Tizia) non cambia, ma invece poi porterà una serie di diramazioni a volte molto importanti.


@Faltea, come ti ha già detto (diversamente) Grey esiste un bene ed un male oggettivo ed uno soggettivo. Tu prendi in considerazione solo quello soggettivo.

Siamo in esoterismo e non in filosofia quindi posso definire questi male e bene riducendo la questione in termini base concreti.
Possiamo dire che il bene oggettivo è ciò che tende all'unione, alla percezione della realtà oggettiva (che più semplicemente definiamo verità) etc...
Il male oggettivo al contrario tende alla divisione, alla non percezione della realtà oggettiva etc...
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Vecchio 06-02-2012, 11.37.25   #106
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Comunque spesso chi fa il male consapevolmente è privo di sensi di colpa. Dipende molto dall'educazione, se mi insegnano che il sesso è male, io potrei sentirmi in colpa anche se "mi masturbo", mentre uno che attua una violenza carnale o un pedofilo, non sente nessun senso di colpa.
I sensi di colpa sono una cosa che viene dopo.
Chi fa del male consapevolmente (e anche chi inconsapevolmente) si nutre della sofferenza altrui come normalmente la persona "per bene" si nutre della gioia altrui
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Vecchio 06-02-2012, 13.26.43   #107
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L'indifferente invece non si nutre di nulla?

Il problema forse è che noi non sappiamo se facciamo veramente del bene. Io non credo che dovremmo fermarci a calcolare tutte le variabili indirette razionalmente, semplicemente se sei guidato dallo Spirito agirai sempre bene, viceversa le azioni potranno avere conseguenze ed un grado di discutibilità sempre maggiore, rispetto a livello di evoluzione della persona.

Non credo che chi fa del bene, lo fa per ricevere una gioia, quella è soltanto una conseguenza, che se non avviene invece dovrebbe farci riflettere. Gioire per qualcuno e invidiare qualcuno, non possono essere messi sullo stesso piano.
Se io faccio il male, se mi nutrisse della sofferenza, avrei qualcosa di sadico o demoniaco, ma potrei fare anche del male semplicemente perchè ne ricavo un mio bene personale.

Nell'esempio di Tizia, se non avessi agito per esempio, avrebbe portato tutta una serie di variabili, magari sensi di colpa perchè potevo fermarla, oppure sgomento.
Come ti muovi, fai male
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Vecchio 06-02-2012, 13.57.34   #108
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Non so cosa intendi per evitare il male, se come penso è evitare di affrontare la sofferenza degli altri, rifugiarsi nel proprio nido e baipassare potrebbe essere una difesa da quanto ti spaventa, ma sai ugualmente che esiste il Male, il Male ci circonda e prima o poi ti chiede il conto, purtroppo e allora sarai costretta ad aprire gli occhi, a guardare, a soffrire
Era un concetto che avevo espresso un po' più su... io non riesco a vedere che fanno del male a degli animali, mai. Se è alla tv cambio immediatamente. Come non riesco e a questo punto ho capito che non voglio vedere queto Male intorno a me, ne concludevo che è una limitazione; pericolosa aggiungerei perché potrebbe impedirmi (per non soffrire) di vedere qualcosa chiaramente palesato ai miei occhi...
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Vecchio 06-02-2012, 13.58.56   #109
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@Faltea, come ti ha già detto (diversamente) Grey esiste un bene ed un male oggettivo ed uno soggettivo. Tu prendi in considerazione solo quello soggettivo.

Siamo in esoterismo e non in filosofia quindi posso definire questi male e bene riducendo la questione in termini base concreti.
Possiamo dire che il bene oggettivo è ciò che tende all'unione, alla percezione della realtà oggettiva (che più semplicemente definiamo verità) etc...
Il male oggettivo al contrario tende alla divisione, alla non percezione della realtà oggettiva etc...
Vero.
Ho difficoltà a ragionare in oggettivo in quanto qualsiasi cosa viene filtrata dalla mia mente (o dalla mente di un'altro) e diventa soggettiva..
Non so se mi sono riuscita a spiegare...
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Vecchio 06-02-2012, 16.15.06   #110
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Eh no, può cambiare anche il risultato.
Esempio:

Ad un angolo di strada mi scontro con Tizia e le faccio cadere un pacco di documenti. Questo porta ad evitare a Tizia di finire sotto un'auto perchè ci fermiamo a raccogliere quello che abbiamo fatto cadere nello scontro.
Un documento importante si perde sotto un'auto parcheggiata. Con quel documento sarebbe scaturito un bene.

Io ho fatto inconsapevolmente del bene a Tizia perchè le ho salvato la vita, ma la mia azione inconsapevole ha messo in moto altro.

Stessa situazione ma non mi scontro con Tizia, vedo con la coda dell'occhio un'auto che arriva impazzita e blocco Tizia sul bordo del marciapiede.
Salvo la vita a Tizia ma non inizializzo altre variabili indirette.

L'unica cosa su cui agisco (non poco importante, ma comunque diretta) è la prosecuzione della vita di Tizia piuttosto che il suo termine.

E' un esempio stupido solo per visualizzare almeno in parte la questione, in realtà le cose sono più complicate ma comunque sia il bene che il male cambiano parecchio se consapevoli o inconsapevoli. A prima vista ciò che scaturisce (nell'esempio il salvare la vita a Tizia) non cambia, ma invece poi porterà una serie di diramazioni a volte molto importanti.


@Faltea, come ti ha già detto (diversamente) Grey esiste un bene ed un male oggettivo ed uno soggettivo. Tu prendi in considerazione solo quello soggettivo.

Siamo in esoterismo e non in filosofia quindi posso definire questi male e bene riducendo la questione in termini base concreti.
Possiamo dire che il bene oggettivo è ciò che tende all'unione, alla percezione della realtà oggettiva (che più semplicemente definiamo verità) etc...
Il male oggettivo al contrario tende alla divisione, alla non percezione della realtà oggettiva etc...
Caspita ma è difficilissimo muoversi.

Mi dispiace devo fare un esempio personale chiedo scusa per esprimere il concetto e spero di non andare fuori tema.

Quando ero bambina nove dieci anni c'era un bambino di un anno o due più piccolo di me, che era molto violento, seviziava gli animali, insetti.... non dico cosa faceva ai gatti per non urtare la sensibilità altrui ma era devastante solo sentirlo raccontare, non l'ho mai visto per fortuna.

Ma lo vedevo picchiare spesso un bambino più piccolo di lui di quattro anni o cinque non ricordo.
Beh a me è capitato di picchiarlo per difendere il bambino piccolo da lui.
Questo ragazzo poi è morto molto giovane è stato ucciso davanti alla sua casa per via della droga.

Dopo tanti anni ho saputo che la madre era andata in depressione post partum e che il padre era un violento.

Il male era entrato in quel piccolo bambino prendendolo alla sprovvista e lo manifestava fuori come un grido di aiuto, penso io oggi.

Era come se dicesse che quel male che faceva era la manifestazione di quel che aveva subito, che la crudeltà del suo agire era il frutto di quel che era stato seminato in lui. (almeno così io penso) O che con esso cercasse di esorcizzarla di tirarla fuori da sè. Non ha vissuto abbastanza per poterci riuscire.

Io nel ricordare mi sono chiesta se picchiandolo quando ero bambina non avessi contribuito anche io ad aggiungere male ad altro male?

E che la differenza di fare il male senza averne di così grande da digerire è più facile rispetto a chi fa il male e questo gli serve per prenderne coscienza velocemente.
Se io da bambina schiacciavo gli scarafaggi perchè mi facevano schifo, perchè mi generavano paura ed evidentemente muovevano paura verso lo sporco e tutto ciò che così consideravo/ro è diverso che uccidere e seviziare i gatti e gli animali in continuazione. Una crudeltà apparentemente senza ragione.
Non so se mi spiego.
Ci sono gradazioni di male e di male utile e di male che richiama altro male inutilmente (ok ci sarà dietro altro significato altro fine) allora diciamo male grande che avrà come fine un bene di altri non so

Ma tornando al fulcro del discorso in quel caso il male era quello che aveva subito e il suo tentativo era il cercare di digerire facendone esperienza cercando di comprendere il più possibile di quell'esperienza? Di quel che aveva subito?
E il male fu di chi invece comprendere questo ha aggiunto altro male? Io compresa con le botte che gli diedi anche se inconsapevolmente?
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Vecchio 06-02-2012, 18.39.54   #111
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...
Secondo me se il picchiarlo era l'unico modo che avevi per scegliere se intervenire o lasciarlo picchiare l'altro bambino, hai fatto il male minore.
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Vecchio 06-02-2012, 19.23.21   #112
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Caspita ma è difficilissimo muoversi.

Mi dispiace devo fare un esempio personale chiedo scusa per esprimere il concetto e spero di non andare fuori tema.

Quando ero bambina nove dieci anni c'era un bambino di un anno o due più piccolo di me, che era molto violento, seviziava gli animali, insetti.... non dico cosa faceva ai gatti per non urtare la sensibilità altrui ma era devastante solo sentirlo raccontare, non l'ho mai visto per fortuna.

Ma lo vedevo picchiare spesso un bambino più piccolo di lui di quattro anni o cinque non ricordo.
Beh a me è capitato di picchiarlo per difendere il bambino piccolo da lui.
Questo ragazzo poi è morto molto giovane è stato ucciso davanti alla sua casa per via della droga.

Dopo tanti anni ho saputo che la madre era andata in depressione post partum e che il padre era un violento.

Il male era entrato in quel piccolo bambino prendendolo alla sprovvista e lo manifestava fuori come un grido di aiuto, penso io oggi.

Era come se dicesse che quel male che faceva era la manifestazione di quel che aveva subito, che la crudeltà del suo agire era il frutto di quel che era stato seminato in lui. (almeno così io penso) O che con esso cercasse di esorcizzarla di tirarla fuori da sè. Non ha vissuto abbastanza per poterci riuscire.

Io nel ricordare mi sono chiesta se picchiandolo quando ero bambina non avessi contribuito anche io ad aggiungere male ad altro male?

E che la differenza di fare il male senza averne di così grande da digerire è più facile rispetto a chi fa il male e questo gli serve per prenderne coscienza velocemente.
Se io da bambina schiacciavo gli scarafaggi perchè mi facevano schifo, perchè mi generavano paura ed evidentemente muovevano paura verso lo sporco e tutto ciò che così consideravo/ro è diverso che uccidere e seviziare i gatti e gli animali in continuazione. Una crudeltà apparentemente senza ragione.
Non so se mi spiego.
Ci sono gradazioni di male e di male utile e di male che richiama altro male inutilmente (ok ci sarà dietro altro significato altro fine) allora diciamo male grande che avrà come fine un bene di altri non so

Ma tornando al fulcro del discorso in quel caso il male era quello che aveva subito e il suo tentativo era il cercare di digerire facendone esperienza cercando di comprendere il più possibile di quell'esperienza? Di quel che aveva subito?
E il male fu di chi invece comprendere questo ha aggiunto altro male? Io compresa con le botte che gli diedi anche se inconsapevolmente?

Forse perchè siamo abituati ad un elenco di cose che sono bene, ed un elenco di cose che sono male. Se ascoltiamo il profondo di noi stessi, e chiediamo il discernimento a Dio, sapremo distinguere e scegliere, purtroppo però in genere o nel bene o nel male facciamo sempre di capoccia nostra.
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Vecchio 06-02-2012, 19.44.01   #113
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L'indifferente invece non si nutre di nulla?

Il problema forse è che noi non sappiamo se facciamo veramente del bene. Io non credo che dovremmo fermarci a calcolare tutte le variabili indirette razionalmente, semplicemente se sei guidato dallo Spirito agirai sempre bene, viceversa le azioni potranno avere conseguenze ed un grado di discutibilità sempre maggiore, rispetto a livello di evoluzione della persona.

Non credo che chi fa del bene, lo fa per ricevere una gioia, quella è soltanto una conseguenza, che se non avviene invece dovrebbe farci riflettere. Gioire per qualcuno e invidiare qualcuno, non possono essere messi sullo stesso piano.
Se io faccio il male, se mi nutrisse della sofferenza, avrei qualcosa di sadico o demoniaco, ma potrei fare anche del male semplicemente perchè ne ricavo un mio bene personale.

Nell'esempio di Tizia, se non avessi agito per esempio, avrebbe portato tutta una serie di variabili, magari sensi di colpa perchè potevo fermarla, oppure sgomento.
Come ti muovi, fai male
Se tutte le cose che hai scritto sopra sono quello che a te pare naturale in risposta a quello che ho scritto va bene, ma non è quello che ho scritto ed intendevo.
Per esempio non ho scritto che chi fa del bene lo fa per ricevere gioia ma che si nutre della gioia come chi fa del male si nutre del dolore.
Ci sono intensità diverse sia da un lato che dall'altro e arrivando a fondo scala si creano dei paradossi di compensazione. Nel bene il santo arriva ad amare così tanto da soffrire per l'amato al punto che gioia e sofferenza si compensano, di fatto è amore puro senza contraccambio. Nella scala opposta invece il cattivo consapevole al massimo livello si nutre della sofferenza altrui e questo esasperato lo rende incapace di provare gioia.

Non ho neanche scritto che prima di fare una buona aziona bisogna calcolare tutte le variabili, anche perchè nessuno sarebbe in grado, ma alla fin fine ho suggerito qual'è il sistema più sicuro per far più bene ed evitare possibilità di danni collaterali.

All'indifferente ci arrivo un'altra volta.
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Vecchio 06-02-2012, 20.04.23   #114
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Siamo in esoterismo e non in filosofia quindi posso definire questi male e bene riducendo la questione in termini base concreti.
Possiamo dire che il bene oggettivo è ciò che tende all'unione, alla percezione della realtà oggettiva (che più semplicemente definiamo verità) etc...
Il male oggettivo al contrario tende alla divisione, alla non percezione della realtà oggettiva etc...
Il Bene tende all'unione, alla verità
il Male tende alla divisione, alla non percezione della verità...
mi piacerebbe capire meglio quanto dici, mi risulta un concetto difficile

Inoltre penso che il Male e il Bene uniti insieme formano l'equilibrio e quando questo equilibrio non c'è, magari perchè prende sopravvento il Male, allora ad un'azione malvagia corrisponde inesorabilmente una sofferenza (il sacrificio) di un innocente e dunque la morte accidentale di un bimbo inspiegabile per tutti, rientra in questa macina universale il cui fine mi è ancora poco chiaro!
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Vecchio 06-02-2012, 21.11.27   #115
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Se tutte le cose che hai scritto sopra sono quello che a te pare naturale in risposta a quello che ho scritto va bene, ma non è quello che ho scritto ed intendevo.
Per esempio non ho scritto che chi fa del bene lo fa per ricevere gioia ma che si nutre della gioia come chi fa del male si nutre del dolore.
Ci sono intensità diverse sia da un lato che dall'altro e arrivando a fondo scala si creano dei paradossi di compensazione. Nel bene il santo arriva ad amare così tanto da soffrire per l'amato al punto che gioia e sofferenza si compensano, di fatto è amore puro senza contraccambio. Nella scala opposta invece il cattivo consapevole al massimo livello si nutre della sofferenza altrui e questo esasperato lo rende incapace di provare gioia.

Non ho neanche scritto che prima di fare una buona aziona bisogna calcolare tutte le variabili, anche perchè nessuno sarebbe in grado, ma alla fin fine ho suggerito qual'è il sistema più sicuro per far più bene ed evitare possibilità di danni collaterali.

All'indifferente ci arrivo un'altra volta.
Stavo cercando semplicemente di trarre delle considerazioni, infatti non mi tornavano alcune cose, ora che l'hai spiegato è più chiaro il concetto.

La domanda che mi pongo, è quella che bisogna dare la stessa importanza sia al bene che al male, e non far mai prevalere l'uno sull'altro?

C'è un bene e male soggettivo ed uno oggettivo, come si capisce il confine tra questi due?
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Vecchio 07-02-2012, 01.59.17   #116
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La domanda che mi pongo, è quella che bisogna dare la stessa importanza sia al bene che al male, e non far mai prevalere l'uno sull'altro?
Lo vedi il paradosso in questa tua domanda?
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Vecchio 07-02-2012, 11.27.55   #117
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Il male è rimediabile? Esiste un modo per compensare il male che consapevolmente e inconsapevolmente produciamo?
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Vecchio 07-02-2012, 12.50.53   #118
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Lo vedi il paradosso in questa tua domanda?
No, se no non facevo la domanda
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Il male è rimediabile? Esiste un modo per compensare il male che consapevolmente e inconsapevolmente produciamo?
Se è inconsapevole come fai a renderti conto di averlo fatto?
Se raggiungi la consapevolezza di aver fatto del male allora penso che in quel momento puoi agire per rimediare..
Anche se un Male credo che inconsapevole o consapevole non abbia rimedio, nel senso che se arrivi a seviziare un gatto (tanto per mantenere questo esempio che per me è l'estremo) non torni più indietro, superi un confine che ti potrebbe portare ad un'azione ancora più deprecabile.
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Vecchio 07-02-2012, 14.04.46   #120
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No, se no non facevo la domanda
Non la facevi se vedevi il paradosso prima, ma magari lo potevi vedere dopo che te l'ho chiesto.

Comunque, se chiedi se si dovrebbe fare in modo da tenere sempre in equilibrio bene e male, una specie di faccio mezzo bene e mezzo male... in ogni caso non un fare più bene possibile (o più male), stai chiedendo se non fare bene (ma fare un po' e un po') sia bene. Lo vedi adesso?
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Vecchio 07-02-2012, 14.08.29   #121
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Il male è rimediabile? Esiste un modo per compensare il male che consapevolmente e inconsapevolmente produciamo?
Il male credo che sia rimediabile con il riuscire a prendere coscienza prima di tutto che era male quel che facevi e per riuscirci devi acquisire quel che ti mancava per vederlo.
E se eri inconsapevole puoi solo perdonarti.

Il male consapevole non dovrebbe succedere perchè quando prendi coscienza che è facevi quel male perchè vedevi le cose (ad esempio) al contrario di come erano se segui dei principi non le fai più. E se lo fai ancora vuol dire che non hai risolto del tutto non rimesso a posto le cose in te stessa fino in fondo.

La questione di rimediare o no penso sia relativa al Naturale riequilibrio delle cose che avviene nella dualità per cui.....si paga/compensa da sè il male inconsapevole scusa ma mi sa che vado OT a parlare di questo.
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Vecchio 07-02-2012, 14.59.33   #122
Astral
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Non la facevi se vedevi il paradosso prima, ma magari lo potevi vedere dopo che te l'ho chiesto.

Comunque, se chiedi se si dovrebbe fare in modo da tenere sempre in equilibrio bene e male, una specie di faccio mezzo bene e mezzo male... in ogni caso non un fare più bene possibile (o più male), stai chiedendo se non fare bene (ma fare un po' e un po') sia bene. Lo vedi adesso?
L'equilibrio per come lo vedo io, è astenersi dal fare sia il bene che il male, rimanere parziale.

E' un discorso difficile, perchè ci è stato sempre insegnante che occorre evitare il male, e fare il bene, ma questa tipica posizione mi fa capire che devo fare il bene e rifuggire il male.
Non so se è questo il paradosso. Se faccio un po'di bene e un po' di male, in teoria non sono ne buono ne cattivo oppure sono entrambi nello stesso modo.

Se bene e male sono due opposti come fuoco e acqua o come giorno e notte. La loro unione complementare dovrebbe dar vita ad una visione nel quale vedo entrambi e non favorisco nessuno.

Quindi se farò la carità invece di dargli i soldi, lo renderò indipendente insegnandogli un lavoro per esempio, anche se cosi a me sembra di fare ugualmente solo il bene, e non il male.

Non riesco a pensare ad un azione che sia neutra.
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Vecchio 07-02-2012, 15.24.34   #123
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L'equilibrio per come lo vedo io, è astenersi dal fare sia il bene che il male, rimanere parziale.
Forse intendevi imparziale. Comunque il paradfosso sta nel fatto che ti stai chiedendo se astenersi dal fare bene (e male) sia bene.
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Vecchio 07-02-2012, 17.08.11   #124
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Forse intendevi imparziale. Comunque il paradfosso sta nel fatto che ti stai chiedendo se astenersi dal fare bene (e male) sia bene.
Si imparziale. Si è un paradosso, è questo il problema, se mi astengo rimarrei imparziale, ma se faccio bene a fare cosi sto seguendo la via del bene, se faccio male a fare così sto seguendo quella del male.
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Vecchio 07-02-2012, 17.33.44   #125
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Adesso state facendo impazzire me con sta cosa di fare il male e il bene.
Al punto che non ci capisco più niente grazie

Scusate ma il neutro non esiste.

Qui siamo nella dualità e se ti polarizzi da una parte attiri l'altra o no?
AIUT!!!!
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