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Vecchio 22-11-2005, 18.19.56   #1
blackberry
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cosa ne pensate di chi ne fa uso?
cosa pensate dell'uso di questa medicina? Si potrebbe abolire o serve?
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Vecchio 22-11-2005, 19.21.23   #2
Era
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Citazione:
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cosa ne pensate di chi ne fa uso?
cosa pensate dell'uso di questa medicina? Si potrebbe abolire o serve?
Chi ne fa uso?
forse non può farne a meno (forse) in quel momento

serve anche questa credo...nei casi in cui nulla è servito
ricordando sempre che non c'è medico...ne farmaco...che possa guarire
colui che non vuole....e le cause sono parecchie...

per quanto mi riguarda preferisco un altro tipo di "medicina"
mi rendo conto però..(esperienza di questi giorni)...che a volte non
si può scegliere...stai talmente male che lo prendi...e non ti
rendi conto che lo psicofarmaco è un' arma a doppio taglio...
da un lato avvelena...dall' altro non ti permette di vedere questo avvelenamento lento...perchè ti addormenta
il cervello...e gli fa credere che tutto è risolto....

sono situazioni terribili per chi le vive
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Vecchio 22-11-2005, 19.46.11   #3
RedWitch
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Chi ne fa uso, come hai detto tu Era, lo fa perchè in quel momento, non puo' farne a meno (o crede di non poterne fare a meno).


Citazione:
.....mi rendo conto però..(esperienza di questi giorni)...che a volte non si può scegliere...stai talmente male che lo prendi...e non ti
rendi conto che lo psicofarmaco è un' arma a doppio taglio
Come hai scritto tu, a volte non si riesce a scegliere... stai così male, che arrivi (seppur non a cuor leggero, anzi...) a prenderli, perchè li vedi come l'unica via d'uscita..
Ti anestetizzano... ti addormentano... ma ti fanno stare meglio... e diventa un' arma a doppio taglio, perchè , avvelenamento a parte, gli psicofarmaci possono diventare un'ancora... la copertina di Linus, senza i quali, ti convinci di non poter stare, non dico bene, ma almeno meglio...
Diventa quindi un serpente che si mangia la coda..
sto male ---> prendo gli psicofarmaci ,così sto meglio... ma dopo un po'... questi non bastano piu' e allora... sto peggio, e prendo piu' psicofarmaci... (o diversi, in modo che il fisico abbia una reazione ed io possa stare meglio)
E quando stai meglio, inizi ad eliminarli... e quando li elimini del tutto stai di nuovo male (perchè credi di non poterne fare a meno.. )

Ho imparato, per esperienza diretta, che se si puo', è meglio fare a meno di questi farmaci, ma lì.. torniamo sempre allo stesso discorso.. lo si deve volere... altrimenti, sono un ottimo modo per anestetizzarsi... e in realtà, non si sta meglio... semplicemente si addormenta il dolore... ed il cervello...

Infine.. sì... sono situazioni terribili per chi le vive.
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Vecchio 22-11-2005, 19.54.27   #4
Era
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Si Red...si può...
ma quando chi li prende non sa più di star male...
anzi ti dice di stare molto bene...è un problema serio...
ecco perchè dico che addormentano il cervello
e gli fanno vivere una realtà distorta....
e tu che vedi il massacro hai le mani legate
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Vecchio 22-11-2005, 19.59.33   #5
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sono un ottimo modo per anestetizzarsi... e in realtà, non si sta meglio... semplicemente si addormenta il dolore... ed il cervello...
Red lo pensi davvero questo?
Secondo me il dolore lo si sente in ogni modo, non é che prendendoli passa ma semplicemente si vedono le cose in modo diverso... vedi la tua vita che scorre giorno dopo giorno ma il dolore é sempre presente solo più assopito.

E secondo voi prendendoli cambiano molto la personalità al di là del loro agire sui nervi?
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Vecchio 22-11-2005, 20.58.21   #6
RedWitch
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Citazione:
e in realtà, non si sta meglio... semplicemente si addormenta il dolore...


Citazione:
il dolore é sempre presente solo più assopito.

Black.. a me sembra che abbiamo detto la stessa cosa.. in termini diversi....
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Vecchio 22-11-2005, 23.00.39   #7
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sono un disastro a spiegarmi Red, perdonami.

Il dolore lo si sente solo che gli dai meno peso lo vedi come un qualcosa che capita agli altri e non a te. La vita scorre affianco e tu con lei.
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Vecchio 22-11-2005, 23.20.22   #8
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E secondo voi prendendoli cambiano molto la personalità al di là del loro agire sui nervi?
Non sono i farmaci a cambiare la personalità... ma chi li prende che, inconsapevolemente, la modifica per adattamento alla mutata chimica del cervello.

Per due cosucce sul concetto di "personalità" ti rimando all'ultimo post di "cos'è il carattere"... giusto per non ripetere un post noio-spiegoso... cmq in soldoni la personalità di un indivisuo rappresenta l'insieme di sovrastrutture "difensive" che l'individuo stesso, nel corso della sua evoluzione, ha riconosciuto come meno inadeguate possibili a gestire se stesso rapportato al mondo esterno. (se non si capisce dite che spiego meglio)
E' per questo che si dice che l'Iniziato non ha una personalità... non ne ha più bisogno.

Se qualcuno arriva a prendere psicofarmaci vuol dire, tra le altre cose, che la sua "personalità" non prevede risposte adeguate alle varie situazioni cui è soggetto... sia a livello di vissuto interiore che comportamentale.
Risulta automatico che, al mutare della chimica cerebrale, che muta i vissuti interiori fino al livello percettivo, mutano di conseguenza le risposte sovrasrtutturali... e quindi la personalità... per quel che vale.

Mi sa che alla fin fine ho ripetuto cmq un post noio-spiegoso... vabbeh se non è chiaro dite che provo a semplificare...
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Vecchio 23-11-2005, 06.28.07   #9
pluto
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Gli psicofarmaci servono per ridare un equilibrio nervoso in momenti particolarmente stressanti per una persona.Momenti in cui lutti, nel senso lato della parola, di varia natura attraversano la vita della persona...Sono perciò essenziali se presi in periodi limitati e sotto attento controllo medico....Sono da considerarsi medicine come in altre malattie...Come se uno è malato di fegato o di diabete...e quindi è costretto a prendere medicine....Indispensabili pertanto....Quando la persona grazie al farmaco riuscirà a riequilibrare il suo sistema nervoso....può arrivare a fare a meno di prenderli...Quindi sono medicine come le altre....Ogni discorso sulla volontà o meno del singolo ....è da farsi successivamente alla cura...E' indispensabile invece avere fiducia del medico che li dà....
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Vecchio 23-11-2005, 10.04.30   #10
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Pluto e se a una persona smettendo questi farmaci "tornasse" il problema per il quale aveva iniziato a prenderli?

Ray hai parlato un pò difficile ma ho capito quello che vuoi dire, secondo te é un problema molto più sentito oggi che anni fa? E se si xché?

Scusate se continuo a fare domande e a trenere per le lunghe questo topic ma mi interessa tanto.
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Vecchio 23-11-2005, 10.58.36   #11
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Gli psicofarmaci servono per ridare un equilibrio nervoso in momenti particolarmente stressanti per una persona.Momenti in cui lutti, nel senso lato della parola, di varia natura attraversano la vita della persona...Sono perciò essenziali se presi in periodi limitati e sotto attento controllo medico....Sono da considerarsi medicine come in altre malattie...Come se uno è malato di fegato o di diabete...e quindi è costretto a prendere medicine....Indispensabili pertanto....Quando la persona grazie al farmaco riuscirà a riequilibrare il suo sistema nervoso....può arrivare a fare a meno di prenderli...Quindi sono medicine come le altre....Ogni discorso sulla volontà o meno del singolo ....è da farsi successivamente alla cura...E' indispensabile invece avere fiducia del medico che li dà....
non sono molto d'accordo su quanto dici.

se si prendi una pillola per il fegato è perchè si è arrivati a mangiare male, a non curarsi della propria alimentazione ecc ecc ... si può evitare di arrivare ai farmaci se si ascolta il corpo ( io per esempio è ora che mi depuri un pò .. ma non mi entra in testa !!!)
Se si affronta un lutto, seguo il tuo esempio, è importante valutare i sentimenti che si provano, la vastità e l'entità di questi. Aiutarsi a "reprimere" ( addormentando momentaneamente e lasciarlo sopito poi .. ) attraverso un farmaco ... io credo sia dannoso. A meno che non ci sia una riconosciuta patologia, squilibri ormonali ( cosa che ha un suo perchè che può essere curata diversamente indagando ), sarebbe un peccato perdere l'occasione di sentire se stessi fino in fondo.

Il dolore l'ho sempre visto come l'occasione che la vita dà di fare un passo verso il non dolore.
E' chiaro sono parole .. ma ognuno di noi ha qualcosa da raccontare e ognuno sa dire come lo ha vissuto e in base a questo porta le "parole".

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Vecchio 23-11-2005, 11.10.58   #12
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Continua fin che vuoi Black le discussioni non sono mai finite finchè qualcuno ha qualcosa da dire....

Oltre quello che avete scritto vorrei porre l'attenzione sul fatto che questi da un... trentennio circa (in Italia, negli Usa prima come sempre) vengono somministrati troppo facilmente, hai ragione Pluto: bisognerebbe avere fiducia del medico... bisognerebbe poter avere... purtroppo spesso per omologazione alla corrente del pensiero tendono a darne perchè... al congresso hanno detto così... etc
Lo scandalo per esempio è la sindrome di iperattività che praticamente negli Usa diagnosticano a tutti i bambini ( che bambino sarebbe se non fosse "vivo") e che curano con il Ritalin quando basterebbe un pelo di educazione ed interesse in più dai parte dei genitori... adesso sta arrivando in Italia come sempre.... occhio....
C'è poco da fare, dico sempre che buoan fetta dei nostri problemi derivano dai nostri genitori quando non siamo in grado di "staccarci" nel senso di diventare adulti... oggi poi la mamme non hanno materialmente tempo per badare questi bambini che vengono sbattuti tra tate e nonne (che nella migliore delle ipotesi sono sagge ma non hanno la stessa energia vitale della mamma) e poi ci stupiamo che vogliano attirare l'attenzione delle loro mamme? Poveri a volte sono anche troppo buoni......
Crescendo il problema seguita.... bisogno di attenzione... nessuno sviluppa una forte individualità.. ma neanche normale... e allora c'è chi "elemosina" attenzioni e chi "furbescamente" cerca il modo per ottenerle.... ma intanto si sta male... si soffre... se capita l'evento clou come un lutto da Pluto nominato (in senso lato non solo come decesso di persona cara) ecco che c'è il crollo totale... la perdita di un altro minimo punto di riferimento.
Impariamo ad essere noi punto di riferimento per noi stessi.... poi possiamo avere amici o parenti saldi che allargano i nostri punti di riferimento.... devono essere saldi pure loro però.. e non devono diventare le nostre stampelle.... semplice scambio "fraterno"
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Vecchio 23-11-2005, 11.45.25   #13
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C'è poco da fare, dico sempre che buoan fetta dei nostri problemi derivano dai nostri genitori quando non siamo in grado di "staccarci" nel senso di diventare adulti... oggi poi la mamme non hanno materialmente tempo per badare questi bambini che vengono sbattuti tra tate e nonne (che nella migliore delle ipotesi sono sagge ma non hanno la stessa energia vitale della mamma) e poi ci stupiamo che vogliano attirare l'attenzione delle loro mamme? Poveri a volte sono anche troppo buoni......
Crescendo il problema seguita.... bisogno di attenzione... nessuno sviluppa una forte individualità.. ma neanche normale... e allora c'è chi "elemosina" attenzioni e chi "furbescamente" cerca il modo per ottenerle.... ma intanto si sta male... si soffre... se capita l'evento clou come un lutto da Pluto nominato (in senso lato non solo come decesso di persona cara) ecco che c'è il crollo totale... la perdita di un altro minimo punto di riferimento.
esatto Uno condivido pienamente il tuo discorso.
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Vecchio 23-11-2005, 18.12.41   #14
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Black, dovresti spiegarti meglio......Non sono un medico....e ritengo che a queste domande possano rispondere solo i medici....scusami la banalità....ma io ti consiglierei qualche bicchiere di vino o in alternativa un po' di grappa.....Il problema dopo potrebbe essere come ho scritto nel post di stamattina che potresti sognare il matrimonio tra Rosy Bindi e Albano
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Vecchio 23-11-2005, 18.17.57   #15
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ecco qui sta il problema
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Vecchio 23-11-2005, 21.32.03   #16
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Sole, rispondo anche a te: indubbiamente ascoltare le esigenze del corpo è importante...fino a quando uno riesce ad ascoltarle...e ne ha la volontà...ma nel corso della vita capitano anche cose impreviste....e siccome ognuno ha i suoi punti di vista....può decidere o essere consigliato di rivolgersi ad uno specialista psicologo-psichiatra (vedi Morelli che incarna il tutto! )....che in quanto medico, ha imparato mediante lo studio di libri, di casi e di esperienza a curare i "sintomi"...della "malattia" o quantomeno ciò che lui ritiene essere una malattia da curare...e, in quanto medico dà delle medicine...il paziente....che si è a lui rivolto "assume" tali medicine (leggasi psicofarmaci) fino a quando...il medico gliele toglierà...perchè lui medico ritiene che il paziente sia guarito....Sembra un gioco di parole...ma chi si rivolge ad un medico ritiene di essere malato ....o quantomeno bisognoso di aiuto....il medico dal canto suo ....valuta se la persona sia da considerarsi malata....per persona comunque, intendo in ogni caso il corpo della persona....in senso lato anch'esso....corpo e mente....siamo un tutt'uno....Facendo un esempio di vero e proprio lutto: quando muore un coniuge.....una persona può sentirsi talmente giù....da ricorrere a un medico: psicologo e psichiatra in cerca di aiuto....Tali persone.....valutano....e diagnosticano....se la persona è talmente giù di corda da andare da uno psichiatra è chiaro che accetterà il suo aiuto e quindi le sue medicine (leggasi psicofarmaci) successivamente ritornerà dallo psichiatra se si sentirà un po' meglio....ed in teoria, tal medico valuterà l'opportunità di togliere la medicina....se però ritornando all'ipotesi iniziale, il coniuge superstite riesce a superare bene la cosa solo bevendo una grappa.....beato lui.....scusami se sembro banalizzare....
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Vecchio 24-11-2005, 10.31.04   #17
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non banalizzi, forse banalizzo io .. ma penso ( opinione del tutto personale) che talune medicine vadano somministrate solo ed esclusivamente se c'è una patologia accertata ( attacchi di panico, maniaco-depressioni ecc ecc ) cose che non possono essere curate nell'immediato e necessitano, proprio per problemi che interferiscono con le normali attività quotidiane, di aiuto farmacologico. Ma invece non chiudere gli occhi e aprirsi alla vita significa anche valutare costantemente il fatto che si può perdere qualcuno in qualsiasi istante della vita, anche ora. Non dico che sia facile ... non lo è ! Ma di che crescita parliamo se poi si ha paura di affrontare la sofferenza? Si resta sempre vittime passive degli eventi ... caratterialmente sono facilitata per una serie di motivi, per una serie di esperienze che mi hanno formata. Comprendo che non sia affatto facile...ma tentare?

tentare di vivere la sofferenza e il dolore .. non piangendosi addosso ma prendendolo di petto ? cercando dentro di se il VERO motivo della sofferenza ?
Certo se si rischia di chiudersi e non ce la si fà ... allora sono d'accordo un piccolo aiuto ... la valeriana ?????

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Vecchio 24-11-2005, 10.55.58   #18
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a butto lì così ...

perchè non imparare a "formare" nel nostro corpo gli stessi effetti che creano "manufatti sintetici" e che necessariamente creano dipendenza, volenti o nolenti. ... ci vuole una persona che te lo insegna ... che non è necessariamente un guru. se non si trova da solo la via ... perchè non chiedere come? Alla fine è anche comodo evitare il problema ... no? si va in analisi per farsi dare la soluzione ... o per svegliare la coscienza ? Per piangersi addosso o per trovare la chiave ?

ok ok .. lo so .. sono "ruvida"
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Vecchio 24-11-2005, 11.08.38   #19
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e, in quanto medico dà delle medicine...il paziente....che si è a lui rivolto "assume" tali medicine (leggasi psicofarmaci) fino a quando...il medico gliele toglierà...perchè lui medico ritiene che il paziente sia guarito....
Lo ritiene forse perchè gli psicofarmaci sono andati a sostituire artificialmente quella carenza...ma quando li togli devi essere sicuro, da "medico", che il paziente abbia la capacità di autoprodurre ciò che prima era l'apporto del medicinale...e lo fai? Riesci poi, abituato ad avere l'apporto artificiale, a produrre in modo naturale?
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Vecchio 24-11-2005, 11.35.22   #20
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Ma di che crescita parliamo se poi si ha paura di affrontare la sofferenza? Si resta sempre vittime passive degli eventi ... caratterialmente sono facilitata per una serie di motivi, per una serie di esperienze che mi hanno formata. Comprendo che non sia affatto facile...ma tentare?

tentare di vivere la sofferenza e il dolore .. non piangendosi addosso ma prendendolo di petto ? cercando dentro di se il VERO motivo della sofferenza ?
Certo se si rischia di chiudersi e non ce la si fà ... allora sono d'accordo un piccolo aiuto ... la valeriana ?????

Beh la sofferenza non piace a nessuno e lo si sa ma aiuta a crescere. Il problema é quando diventa troppo forte da condizionarti la vita di tutti i giorni. Ogni mattina ti alzi con l'angoscia che sarà sempre la solita giornata fatta di doveri e mai di piaceri... spesso questa angoscia é data da situazioni esterne all'individuo nelle quali deve saper stare a galla ma dopo un pò non ce la fai più. Un continuato stress e una forte volontà di riuscire in tutto possono essere causa di attacchi di panico pesanti.... la situazione famigliare cmq può aiutare a migliorare o addirittura a peggiorare la situazione.
Pensi che faccia piacere alle persone arrivare al punto di farsi del male da soli andando contro la propria volontà per risolvere situazioni esterne? Quando l'unica via di scampo rimane quella di stamparsi attaccato a un muro ai 200 così cambi qualcosa nella tua vita ti posso assicurare che la situazione é veramente molto pesante e lo psicofarmaco ti sembra un granellino di sabbia in un oceano.
Certo esistono le cure alternative... ma non contano se soffri pesantemente di depressione e di attacchi di panico e pensa che spesso anche lo psicofarmaco stesso non da gli effetti desiderati.

E se uno conosce il vero motivo della sofferenza ma non può fare nulla per cambiare la situazione? Sta ancora peggio xché conosce la risoluzione dei problemi ma é irrealizzabile.

Non era un discorso contro di te... ho preso solo spunto dalle parole che hai detto
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Ultima modifica di blackberry : 24-11-2005 alle ore 11.39.34.
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Vecchio 24-11-2005, 11.53.03   #21
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Non era un discorso contro di te... ho preso solo spunto dalle parole che hai detto
Tranquilla, nessuno è contro nessuno quando ci si scambia opinioni!

Però hai detto cose che avevo detto anche io
Dove c'è una patologia deve necessariamente esserci un intervento, dove c'è pigrizia meglio di no !
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Vecchio 24-11-2005, 17.22.53   #22
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a butto lì così ...

perchè non imparare a "formare" nel nostro corpo gli stessi effetti che creano "manufatti sintetici" e che necessariamente creano dipendenza, volenti o nolenti. ... ci vuole una persona che te lo insegna ... che non è necessariamente un guru. se non si trova da solo la via ... perchè non chiedere come? Alla fine è anche comodo evitare il problema ... no? si va in analisi per farsi dare la soluzione ... o per svegliare la coscienza ? Per piangersi addosso o per trovare la chiave ?

ok ok .. lo so .. sono "ruvida"

Non sei "ruvida" Sole...
a mio avviso, il punto è proprio "trovare" la persona, che possa dare la spinta (è chiaro che dall'altra parte ci deve essere la Volontà.., e non l'illusione che questa persona possa darci la ricetta magica ) per imparare, come dici tu a formare nel nostro corpo gli effetti che possono darci le medicine.. o altro...
Chiedere come... a chi Sole? Non tutti sono in grado di dare le spinte giuste, magari pur avendo una laurea... certo, alla base, siamo sempre noi, a decidere se davvero svegliare la coscienza, trovare la chiave... o se continuare a dormire.. e a piangersi addosso... la spinta puo' arrivare da dentro di noi certo, ma .. in alcuni casi, serve davvero l'input, per capire che la Volontà puo' smuovere montagne..
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Vecchio 25-11-2005, 04.26.35   #23
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Beh... mi sa che qui avete un po' tutti ragione...

Diciamo che alla fin fine ognuno sopporta quello che riesce...
c'è chi ha bisogno degli psicofarmaci, perchè in quel momento assolutamente "impreparato" ad affrontare una data situazione, chi come Pluto della grappa ( ) e poi ancora chi non ha bisogno di niente, se non di se stesso... Ognuno in base a quello che è e che può (vuole).

Solo questo mi permetto di citare.
Citazione:
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E se uno conosce il vero motivo della sofferenza ma non può fare nulla per cambiare la situazione?
...non perchè la frase di black sia sbagliata, ma solo per fare una precisazione. E' vero che si può vivere una situazione in cui "non si può fare nulla per cambiare", ma è anche vero che abbiamo (potenzialmente) tutti i mezzi per affrontarla e risolverla.
La sfortuna è che, praticamente sempre, si aspetta di essere davvero a terra, nel fango, prima di prendere coscienza del fatto che abbiamo così tanto da lavorare su noi stessi... Da questo punto di vista la malattia (ogni tipo di problema) è una manna che ci cade dal cielo, perchè veramente pone le basi per una svolta, un inizio di una vita nuova...

E sì che alle volte non servirebbe arrivare a tanto.... basterebbe chiudere gli occhi per 5 minuti, e nel riaprirli rendersi conto di quanto siamo fortunati ad avere la vista... o ricordare quante persone care ci sono vicine, senza aspettare che se ne vadano o muoiano per riconoscere quanto sono state importanti per noi...

Ma spesso, siamo così poco "presenti a noi stessi" che ce ne dimentichiamo...
Viviamo "distrattamente".... dimenticando le meraviglie che ci sono state date... e badando ancora meno a quante altre potremmo averne...
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Vecchio 25-11-2005, 09.52.25   #24
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Kael ..
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