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Vecchio 20-02-2006, 18.06.02   #1
Sole
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Predefinito Il coraggio di esporsi

Parliamo di un problema che non è un problema ma è un piccolo vezzo dell'Ego.
Alla fine tutto è vanità ... diceva un adagio.

Molte volte ho sentito dire: non parlo perchè l'argomento è ostico e non lo conosco.

Altre ho sentito dire: non riesco a semplificare perchè l'argomento è complesso e non si può.


In entrambi i casi c'è vanità ... non trovate ?
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Vecchio 20-02-2006, 19.43.12   #2
RedWitch
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Molte volte ho sentito dire: non parlo perchè l'argomento è ostico e non lo conosco.
Ecco il mio alibi ufficiale
L'ho detto tante volte.. non parlo, perchè non so che dire, se non conosco, non so cosa altro potrei aggiungere all'argomento.. domande ..
Avere la capacità di mettersi in gioco è vanità dici... si, lo è .. la paura piu' grande, se andiamo a ben vedere è quella di aver paura di scrivere delle castronerie, su argomenti che non si conoscono.. pur essendo incuriosita... andiamo a cercare bene il perchè.. Mi preoccupo di cio' che gli altri pensano, ho paura del loro giudizio... di cio' che potrebbero dire di me.. è Ego .. ebbene.. "il problema" lo vedo molto bene, adesso manca il grande salto tra il dire e il fare... il famoso.. "E IL"
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Vecchio 20-02-2006, 19.57.47   #3
ticol
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Non so, a me sembra che si parla quando non si deve e si sta in silenzio quando si dovrebbe parlare. Mi accorgo di farlo spesso, a volte non dico quando voglio bene ad una persona, però le dico cose mostruose.
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Vecchio 20-02-2006, 23.43.48   #4
jezebelius
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Si certo credo che di fondo, concordando con Te e con Red, nelle azioni che hai descritto ci sia una punta di Ego da assecondare.
Questo dipende anche dalla importanza che diamo, a mio avviso, all'argomento del quale, in un determinato momento, si discute.
Ma cosa è la vanità se non la volontà di mostrarsi o non mostrarsi dando in entrambi i casi soddisfazione a se stessi, appunto come hai riferito?
Non credo che ci siano ulteriori descrizioni riguardo a questo termine e qualora ce ne fossero non posso fare altro che assorbirne il concetto ma quello sul quale volevo soffermarmi è sul come si puo debellare -trasformare - la vanità, giacchè questa è la causa dell'attivazione del vezzo egoico.
Credo, da come la vedo io, che il fare una cosa per mostrarsi o il non farne un'altra per non esserlo( che poi anche il " non fare" in questo caso mi pare concretizzi un'azione ), mi fa pensare al fatto che l'uomo, in generale, è mosso anche da questo sentirsi vanitoso; vanità intesa come forza grezza assimilabile alla altre presenti come l'ira, l'amore, etc.
Se compro un'auto che costa 100 mila € è abbastanza evidente che lo faccio per mostrami poichè l'oggetto di vanto è quello che posseggo in più rispetto ad altri: in un certo senso lo faccio sia per dare soddisfazione a me stesso, sia per dimostrare agli altri che sono capace di possedere qualcosa !
Ed ancora, se non acquisto la suddetta automobile posso essere considerato " vanitoso " per il semplice fatto che, pur avendo i soldi per comprarla, cammino in un'auto che svolga solo le funzioni essenziali; anche questo è ego?

Mostrasi o non mostrarsi, o meglio apparire o non apparire, sono alla base della vanità ma mi pare che come concetto siano divise in maniera sottile da una linea che delimita il piano del " mettersi in gioco " o perchè l'argomento è ostico o perchè non si riesce a semplificare oppure la mia puo essere semplicemente concettuale come divisione?
Comunque sia le scuse per dare a se stessi l'alibi della partecipazione o del non intervento sono molteplici ed anche io mi ritrovo, come Red, nella sua stessa situazione.
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 21-02-2006, 10.30.38   #5
Sole
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Originalmente inviato da jezebelius
Questo dipende anche dalla importanza che diamo, a mio avviso, all'argomento del quale, in un determinato momento, si discute.



Ecco Jez!
Secondo me hai centrato uno dei punti importanti della questione!
L'importanza che diamo alle cose! Il prenderci Eccessivamente sul serio.
Vorrei approfondire questo punto ..

Si, è giusto mettere serietà in ciò che si fà, è giustissimo dare il corretto valore alle cose ... ma credo proprio che bisogna fermarsi lì. Dopo c'è la soglia della vanità.
Da questo punto in poi si espande alla annosissima questione del chi sa e del chi non sa ... ed è assolutamente un problema che ci creiamo noi ! ... e si, perchè per sapere basta leggere un libretto ... per discutere invece bisogna mettere del proprio! Allora, così, la questione decade totalmente! Non esiste più la scusa. E dunque cosa resta ? L'importanza che si dà a se stessi e alla questione!
Prendersi un pò meno sul serio, dando l'importanza alle cose ... quella giusta! ..e meno a noi stessi! Senza preoccuparsi di dire la cosa giusta, saggia e fichissima che colpisca come una freccia ... e torni indietro a colpire l'ego ...


per Ticol

La questione non cambia, quando eviti di dire a qualcuno che lo ami mentrre invece scateni rabbia all'occasione ... parliamo sempre di ego sotto altra forma.
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Vecchio 21-02-2006, 14.19.56   #6
Ray
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Vanità è concedere eccessiva importanza alle questioni che non ne hanno... che sono, appunto, vane. Come preoccuparsi di apparire invece che essere, apparenza opposta a sostanza.

Per quanto riguarda il discorso iniziale, ci può essere vanità e può anche non esserci nel dire complicato come nel non dire perchè non si sa (o si ritiene di non sapere, ma cos'è "sapere" poi?). Così come può esserci vanità oppure no nel mettersi in gioco o nell'evitare di farlo. La vanità è una difesa dall'insicurezza, indipendentemente che essa prenda la strada passiva del nascondersi o attiva del troppo esporsi.

E' quindi sicuramente un aspetto del problema, ma non il problema. Alla fin fine si ricade sempre, per la vanità come per il resto, nell'importanza personale e in tutti quei possibili modi in cui l'ego la percepisce minacciata.

Credo che - risulterò antipatico - sia la tendenza a non partecipare per timore di fare brutta figura (con se stessi) sia la difficoltà di semplificare per timore di rinunciare a certe sicurezze vengano vinte dall'interesse. Se l'interesse riesce ad abbattere le difese e spingere il timoroso, da una parte o dall'altra, a modificare la propria tendenza... o semplicemente ad opporvisi.

Poi però c'è un limite. Abbattuta la tendenza egoica dovrebbe rimanere un certo discernimento più o meno oggettivo che suggerisce, in termini di opportunità, fino a quanto sia il caso effettivamente di semplificare e quando sia il caso effettivamente di tacere...
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Vecchio 28-04-2006, 14.28.15   #7
Giudi
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a me di getto se penso a quando mi difetta il coraggio di espormi mi vengono in mente i sentimenti.... ho difficoltà a dire quanto profondi siano i miei sentimenti d'amore....Questo accade per lo più con il mio compagno e con i mei genitori...Succede anche a loro specularmente...Mentre non ho problemi con amiche e amici...

Penso che sia difficile dare evidenza dei miei affetti perchè questi scoperchiano le parti più vulnerabili e bisognose e quindi...
I miei genitori e il mio compagno sono dell'idea che debbano parlare i fatti e... sono daccordo ma perchè non esporsi suggellando con le parole i propri sentimenti...?
Si può parlare anche in questo caso di mancanza di coraggio di esporsi o piuttosto sono proprie modalità diverse che in quanto tali vanno conosciute?
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Vecchio 28-04-2006, 14.50.53   #8
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Mah Giudi... tu dici che ti manca il coraggio di esprimere sentimenti solo con compagno e genitori... mica sempre. O perlomeno pare ci sia una sostanziale differenza di difficoltà... tipo facilmente superabile nel caso di amici ecc. e a volte insormontabile negli altri casi.

Dà come l'impressione che, nel caso di genitori e compagno, assieme ai sentimenti da esprimere, viaggi qualcos'altro che fa da freno...
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Vecchio 28-04-2006, 15.56.03   #9
Giudi
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"Penso che sia difficile dare evidenza dei miei affetti perchè questi scoperchiano le parti più vulnerabili e bisognose ..."
paura del rifiuto? cccerto!!! vedi altro?
Mi piacerebbe sapere se altri hanno questa difficoltà e da cosa dipenda il fatto che... soprattutto gli uomini credo... non espongo facilmente i propri sentimenti...
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Vecchio 28-04-2006, 16.16.28   #10
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Spesso dico cose che poi mi pento di avere detto... mia madre diceva sempre di contare fino a 10 prima di parlare... purtroppo non arrivavo a 1 che la mia opinione la dicevo... anche se non richiesta... in fatto di sentimenti ho sempre detto quello che sentivo di dire... non riesco a rimanere muto difronte a un sentimento... per contro ho sempre avvertito l'incomprensione... il non essere capito (nel mio sentire) dagli altri... non sempre e' chiaro... ma in fatto di sentimenti... e' capitato e capita... chiusura?... poca apertura?... Sono una persona "tattile"... amo il contatto fisico... se mi trovo a distanza di un braccio con chi amo... stai sicuro che io sono li'... a volte le parole non servono...
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Vecchio 28-04-2006, 16.35.49   #11
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"Penso che sia difficile dare evidenza dei miei affetti perchè questi scoperchiano le parti più vulnerabili e bisognose ..."
paura del rifiuto? cccerto!!! vedi altro?
Mi piacerebbe sapere se altri hanno questa difficoltà e da cosa dipenda il fatto che... soprattutto gli uomini credo... non espongo facilmente i propri sentimenti...
bon dai, quello che vedo io è irrilevante. Mi sono limitato a notare una cosa... noto avanti:
ma se sta cosa che viaggia assieme al sentimento blocca la sua espressione, forse semplicemente non vuoi che questa cosa arrivi... anche a costo di non far arrivare neanche i sentimenti.
Non so se è paura del rifiuto o che... certo è che sembra tu non ne abbia una grande opinione di sta cosa...
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Vecchio 28-04-2006, 17.08.27   #12
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non ci trovo vanità, in questo forum ci sono davvero argomenti complessi, non si può leggere come gli altri, bisogna pensare e pensare...
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niente é per sempre
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Vecchio 03-09-2006, 22.45.56   #13
jezebelius
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Vanità è concedere eccessiva importanza alle questioni che non ne hanno... .......... Come preoccuparsi di apparire invece che essere, apparenza opposta a sostanza.

..........La vanità è una difesa dall'insicurezza, indipendentemente che essa prenda la strada passiva del nascondersi o attiva del troppo esporsi.

E' quindi sicuramente un aspetto del problema, ma non il problema. Alla fin fine si ricade sempre, per la vanità come per il resto, nell'importanza personale e in tutti quei possibili modi in cui l'ego la percepisce minacciata.

Credo che - risulterò antipatico - sia la tendenza a non partecipare per timore di fare brutta figura (con se stessi) sia la difficoltà di semplificare per timore di rinunciare a certe sicurezze vengano vinte dall'interesse. Se l'interesse riesce ad abbattere le difese e spingere il timoroso, da una parte o dall'altra, a modificare la propria tendenza... o semplicemente ad opporvisi.

Poi però c'è un limite. Abbattuta la tendenza egoica dovrebbe rimanere un certo discernimento più o meno oggettivo che suggerisce, in termini di opportunità, fino a quanto sia il caso effettivamente di semplificare e quando sia il caso effettivamente di tacere...
Mi rendo conto che mi trovo in sintonia con quello che dici.
In questo periodo suppongo sia cambiato qualcosa ( forse neanche troppo ), per quanto mi riguarda.
La mancanza di coraggio di esporsi, secondo me, non è soltanto la " difesa " che si mette in atto, a volte inconsapevolmente, per difendere quelle parti di noi che ormai diamo per certe perchè sono integrate nel nostro modo di apparire agli altri, ma anche il non volere abbandonare queste che crediamo certezze.
L'attrito interno che si crea penso che sia abbastanza forte e quando ci viene fatto vedere o ci si incavola con chi ci ha buttato in faccia questo modo " meccanico " di apparire ( per quello che non si è ) o si ride, scherzandoci sopra.
In ogni caso si prende atto, nella speranza che sia un prendere atto costruttivo, di un piccolo velo( rispetto ad altri ben più grandi e spessi ), che copre e che " controlla " il nostro modo di comportarci.
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Dr. Marc Haven
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