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Vecchio 26-02-2006, 12.51.58   #1
BiblioTopo
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Predefinito Fola bibliotopica 01

Come ho già preannunciato i BiblioTopi raccontastorie raccontano storie bibliotopiche.

Ho visto esplorando gli scaffali di cotesto luogo mio nuovo lavorativo che anche voi, nel vostro piccolo, cercate di comprendere le verità profonde contenute nelle fole. Questo fatto accende qualche piccola speranza per voi umani... forse è vero che un giorno, seppur lontano, vi evolverete alle altezze di noi topi...

Certo è che ancora sbagliate tutto, mossi come siete da ingenuità interpretativa... le fole vanno prese alla lettera, esse dicono le cose così come stanno e nulla va compreso o cercato dietro... tutto davanti sta.

Noi bibliotopi sappiamo che capire non importa e spesso non conviene... raccogliamo e cataloghiamo... sappiamo e non capiamo... e siam contenti.

Vabbeh, poco importa. Mio compito collaterale è narrare fole, poi ognun farà con esse quel che crede... se vorrete cercare nelle dei significati esostrani fate pure... io mi limito a riportare.

Quella che segue è fola proveniente da quello che voi chiamereste "tradizione orale". Ovvero, a quanto risulta, mai è stata scritta, ma sovente raccontata. Raccolsi questa fola nei miei pellegrinaggi in zona friulo-italiana, in certa parte abitata da quercie, folletti e umani.
Pare sia molto antica, ma non lo si può dire con certezza. Certo è che è stata modificata assai ma, come spiega il folismo topico, il nucleo vien sempre mantenuto e la forma narrativa poco importa. Ovviamente io l'ho migliorata e ve la narro nella sua versione topoetica di mio rimaneggio...

buon ascolto
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Ultima modifica di BiblioTopo : 26-02-2006 alle ore 12.54.40.
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Vecchio 26-02-2006, 13.22.31   #2
BiblioTopo
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Predefinito Tunin & i Mazariolis

C'era una volta un giovane di buon cuore e buon animo di nome Tunin. Pur essendo gentile ed agnellinesco, tutti lo evitavano assai e sovente lo deridevano, perchè teneva sulla schiena una grossa gobba imbruttente e piegante il suo desiderio di drittura. Egli soffriva molto interiormente per codesto isolamento sociale ed esclusione ed intristiva di dì in dì.

Una sera, di ritorno dal mercato, la notte lo colse ancora nel bosco. Temendo di perdersi decise di pernottare protetto da una grossa quercia e, arrampicatosi e appollaiatosi su di un grosso ramo, si mise per dormire.

Fu proprio mentre stava per cadere al sonno che udì una melodia soave e dolce. Fece attenzione ed ascoltò... la musica era monotona e assai piacevole e accompagnava un canto strano che ripeteva le parole:
Sabato e Domenica
Sabato e Domenica

Siccome c'era pausa dopo ogni strofa egli ne attese una e al tempo giusto cantò con bella voce:
e Lunedì.

A quel dire dalla quercia uscirono i Mazariolis di Bosco che ivi abitavano. I Mazariolis sono degli ometti alti come un topo e tutti di rosso vestiti. Vivono nella quercie e quella che Tunin aveva sentito era la loro canzone. D'un lampo Tunin si ritrovò nel loro mondo, dentro la quercia e fu accolto festosamente dal popolo tutto dei Mazariolis e delle Lis Aganis (ninfe di bosco... n.d.BT). Dopo un po' tutti i piccoli abitanti della quercia si misero a girotondare Tunin e cantarono:
Tunin Tunin
tu sei bello poverin
quella gobba, quel gonfiore
non ti darà più dolore
guarda in basso poverin
è caduta, Tunin

Tunin vide che la gobba era davvero caduta e voleva rigraziare tutti i suoi piccoli amici, ma fu preso da sonno potente e dormì. Si svegliò a mattina sul ramo e la gobba era davvero sparita.
Allora corse felice e giocondo al paese e raccontò a tutti quel che gli era successo e tutti lo accolsero amorevolmente e lo accettarono.

La storia di Tunin fece il giro dei paesi vicini e un giorno giunse all'orecchio di un altro gobbo, che si chiamava Meni. Quando sentì di Tunin pensò che quanto aveva otenuto lui poteva ottenere anch'egli, così si recò da Tunin per chiedergli come aveva fatto. Tunin era di buon cuore e gli raccontò tutto e quella sera stessa Meni si recò alla quercia indicata da Tunin.

Appena sorse la Luna anche Meni sentì la dolce melodia, il cui testo era però cambiato inglobando le parole di Tunin:
Sabato e Domanica e Lunedì
Sabato e Domanica e Lunedì

Meni non ci pensò due volte e aggiunse:
e Martedì.

Dopo un attimo di silenzio Meni udì che i folletti cercavano di cantare la canzone con la sua aggiunta, ma il suono che usciva era stridente e brutto. Apparvero i Mazariolis tutti adirati e portarono Meni nel loro mondo dentro la quercia.
"chi ha sciupato la nostra canzone?" urlavano e strepitavano.
Poi presero a girotondare anche a Meni:
Meni matto Meno matto
che gran guaio che ci hai fatto
quella musica nostro diletto
hai cantato come un rospetto
per la cattiveria che hai fatto
ecco due gobbe per Meni il matto

Così i folletti presero la gobba che era caduta a Tunin a la attaccarono al petto di Meni e poi lo cacciarono dal loro mondo. Quando Meni si svegliò ai piedi della quercia era quasi morto e aveva due gobbe, una davanti e una dietro.
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Vecchio 26-02-2006, 15.24.45   #3
Uno
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Grazie BiblioTopo, bella metafora... quando dal primo che scopre una nuova via, questo cerca di passarla ad un altro già questa cambia, la tua fola esaspera il concetto... ma se il tramandarsi della Conoscenza non rispetta certe regole con poche generazioni va tutto perso o addirittura fatto danno..
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Vecchio 26-02-2006, 15.36.22   #4
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Raccontare a tutti indistantamente, seppur per bontà d'animo puo' provocare danni, anche perchè ognuno ci mette la propria soggettività in quel che capisce... senza aver compreso, e chi troppo vuole nulla stringe. (o nel caso, di Meni si ritrova con il fardello raddoppiato..).
Ci vedo questo Biblio
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Vecchio 26-02-2006, 15.47.21   #5
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già, interessante sta favoletta. Ci sono vari spunti che si potrebbero approfondire... tipo la faccenda della gobba, che è metafora fino ad un certo punto.

In molte tradizioni avere una gobba è uno dei possibili impedimenti fisici all'Iniziazione, segno di un retaggio (diciamo così) che fa passare la vita piegati a portare un peso ed un dolore da scontare. La gobba impedisce anche l'allineamento della spina dorsale, elemento indispensabile per un certo fluire energetico. Ed è decisamente interessante che per poter stare dritti si debba togliere qualcosa, invece di aggiungere.

Poi c'è la faccenda dei folletti vestiti di rosso... colore che ricorre quasi sempre nelle leggende sul Piccolo Popolo... ma ce ne sono molti altri di spunti.

Effettivamente mi tocca ammettere, con un certo fastidio, che ci hai dato molti argomenti di discussione Messer Topo... pur senza capirci tu un granchè... evidentemente rappresenti uno dei tanti mezzi inconsapevoli utilizzati dalla Tradizione... ti udiremo dunque, ti udiremo bene.
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Vecchio 28-05-2006, 22.33.45   #6
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Originalmente inviato da Ray

In molte tradizioni avere una gobba è uno dei possibili impedimenti fisici all'Iniziazione, segno di un retaggio (diciamo così) che fa passare la vita piegati a portare un peso ed un dolore da scontare. La gobba impedisce anche l'allineamento della spina dorsale, elemento indispensabile per un certo fluire energetico. Ed è decisamente interessante che per poter stare dritti si debba togliere qualcosa, invece di aggiungere.
Potrebbe dunque essere qualcosa di cui possiamo liberarci?

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Originalmente inviato da Ray
Poi c'è la faccenda dei folletti vestiti di rosso... colore che ricorre quasi sempre nelle leggende sul Piccolo Popolo... ma ce ne sono molti altri di spunti.
questo lo approfondiresti? mi sfugge sta cosa

A proposito ma il nostro Bibliosorcio che fine ha fatto?
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Vecchio 29-05-2006, 15.44.53   #7
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Originalmente inviato da Shanty
Il rosso è il colore dell’attività ci ricorda il fuoco, il sangue, il calore. Se immaginiamo il sangue che viene versato dal corpo ci fa pensare alla violenza e alla morte e le daremo una valenza negativa, ma il sangue all’interno del corpo rappresenta la vita.
beh, è espandibile, ma più o meno...

Sulle gobbe... la favola ci dice proprio che si può togliere, come aggiungere... i tempi possono essere più o meno lunghi... minuti, anni, millenni...
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Vecchio 02-06-2006, 00.19.17   #8
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Sabato,Domenica e Lunedì...
Potrebbero essere gli ingredienti?

Mi viene in mente anche il passo biblico di Genesi, in cui Dio dice: "non è buono che l'uomo stia solo: le farò un aiuto, un complemento..."

Quello che già è perfetto non si può migliorare ulteriormente aggiungendo qualcosa, solo peggiorare.

...certo però che questo BiblioTopo è veramente simpatico...

ciao

Ultima modifica di Enoch : 02-06-2006 alle ore 00.21.47.
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Vecchio 04-06-2006, 17.14.50   #9
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Finalmente qualchedun che se n'intende... si simpatie ovviamente, perchè di fole e consequienti interpretanze esostrane... nevvero? eh? vabbeh...

però però non se deve disperare. Come arguisco dalla tua immaginetta caro Enoch, sei sulla buona strada. Anzi, colto da improvviso attacco di generosezza rivelerotti secreto arcanissimo, a me trasmessomi dal cugino parigino TransalTopo.

Pare che nella versione originale della immaginetta che usi per identificazione forumesca, sia nascosta alquanta verità occulta... in tra la quale, addirittura, la formula per la preparazione del famoso FormaggioAureo... vabbeh più non posso dire, orsù, non chiedete.


PS: per chi si fosse chiesto il cotal motivo della mia cotanta assenza, sappia ordunque che, nella ricerca intrapresa per la preparazione della Fola Bibliotopica nr 2, cadetti retro a pila enorme di enormi libri e li ristetti incapace di librarmi (liberarmi dei libri). Non volendo rovinar la preziosa carta, scavai con blbiodenti roditopi intel legno, fino a galleriarmi la libertà. Faccio notare con gentilezza che un intervento umano qualsiasi avrebbe potuto librarmi in dueeduequattro... non sentitevi in colpa... sentitevi peggio!
In ogni caso nessun disperi. La seconda fola è praticapronta e vedrà la luce appena possibile. Certo è che potevate munirmi di tastiera da pc di topiche dimensioni... saltare da un tasto all'altro è sfiancante... mah, umani!...
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Vecchio 10-06-2006, 04.07.46   #10
Enoch
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Bene, bibliotopo che racconti favole bibliotopiche, cercherò di procurarmi una foto hi-res della Monna Lisa e di capire se vedrò qualcosa...
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