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Vecchio 06-07-2006, 11.24.12   #1
Uno
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Predefinito Dipende

Non ho intenzione di parlarne come dipendenza tra individui ma come condizione tra situazioni.
Se dico: " Forse taglierò l'erba in giardino, dipende se c'è il sole" mi sembra corretto, ci sono due variabili: pioggia, sole (escludiamo neve, sole pallido, grandine etc ) la mia azione, per adesso solo frase è subordinata al verificarsi di questo evento.
Questo si può trasportare in territori più ampi ed anche su concetti astratti, apertura mentale è sapere dove ci sono altre possibilità, non essere limitati su preconcetti ma applicare la cosa migliore al momento giusto, però se questo cade nell'immobilismo del non decidere, del cercare sempre un'altra soluzione per paura di sentirsi limitati (o altro) alla fina ci si limita sul serio, si teorizza a vuoto ma senza effetti pratici.
Ci sono casi in cui il dipende o non c'è neanche a cercarlo con la candeletta, o è talmente remoto e lontano che lo stesso non ha senso (o è anche dannoso) cercarlo.

Facciamo il solito esempio?
Ho una casa da ordinare, quelle che si vedono nelle pubblicità dove sembra che non ci entri essere umano da anni ma che ci vivano strani animali, un letamaio in pratica. Posso per ordine partire dalla prima stanza, pulirla ed andare avanti o posso fermarmi sulla porta ed inizare ad elucubrare, magari chiamo un amico: "conviene prima spazzare e poi lavare", l'altro "dipende, se ci sono oggetti in terra bisogna toglierli" e gli oggetti realmente non c'erano, ed intanto la casa rimane sporca, la nostra mente si espande ma non sa focalizzare un obiettivo, cerca di contenere il tutto ma non riesce a contenere il piccolo.

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Vecchio 06-07-2006, 13.08.23   #2
Ray
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Facciamo il solito esempio?
Ho una casa da ordinare, quelle che si vedono nelle pubblicità dove sembra che non ci entri essere umano da anni ma che ci vivano strani animali, un letamaio in pratica. Posso per ordine partire dalla prima stanza, pulirla ed andare avanti o posso fermarmi sulla porta ed inizare ad elucubrare, magari chiamo un amico: "conviene prima spazzare e poi lavare", l'altro "dipende, se ci sono oggetti in terra bisogna toglierli" e gli oggetti realmente non c'erano, ed intanto la casa rimane sporca, la nostra mente si espande ma non sa focalizzare un obiettivo, cerca di contenere il tutto ma non riesce a contenere il piccolo.
beh ma quel fermarsi sulla porta ad elucubrare, che poi sfocia nel cercarsi un "dipende", non è un tornare sulla decisione iniziale di pulire?

Ovvero, quando mi trovo nel momento di passare alla pratica, interviene un non consapevole "ma voglio davvero pulire?" che mi fa cercare il "dipende".
... il me che voleva pulire adesso è contrapposto ad un altro me che non ne ha davvero voglia (anzi, che ha voglia di non farlo).

La differenza tra i due esempi è che nel primo il "dipende" interviene al momento stesso della decisione (taglio l'erba se c'è il sole) e quindi ci sta, mentre nel secondo interfviene dopo, a mo di freno.

In soldoni c'è "dipende" e "dipende"... dipende dal tipo di "dipende"...
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Vecchio 06-07-2006, 13.35.00   #3
griselda
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Non ho intenzione di parlarne come dipendenza tra individui ma come condizione tra situazioni.
Se dico: " Forse taglierò l'erba in giardino, dipende se c'è il sole" mi sembra corretto, ci sono due variabili: pioggia, sole (escludiamo neve, sole pallido, grandine etc ) la mia azione, per adesso solo frase è subordinata al verificarsi di questo evento.
Questo si può trasportare in territori più ampi ed anche su concetti astratti, apertura mentale è sapere dove ci sono altre possibilità, non essere limitati su preconcetti ma applicare la cosa migliore al momento giusto, però se questo cade nell'immobilismo del non decidere, del cercare sempre un'altra soluzione per paura di sentirsi limitati (o altro) alla fina ci si limita sul serio, si teorizza a vuoto ma senza effetti pratici.
Ci sono casi in cui il dipende o non c'è neanche a cercarlo con la candeletta, o è talmente remoto e lontano che lo stesso non ha senso (o è anche dannoso) cercarlo.

Facciamo il solito esempio?
Ho una casa da ordinare, quelle che si vedono nelle pubblicità dove sembra che non ci entri essere umano da anni ma che ci vivano strani animali, un letamaio in pratica. Posso per ordine partire dalla prima stanza, pulirla ed andare avanti o posso fermarmi sulla porta ed inizare ad elucubrare, magari chiamo un amico: "conviene prima spazzare e poi lavare", l'altro "dipende, se ci sono oggetti in terra bisogna toglierli" e gli oggetti realmente non c'erano, ed intanto la casa rimane sporca, la nostra mente si espande ma non sa focalizzare un obiettivo, cerca di contenere il tutto ma non riesce a contenere il piccolo.

Scusate ma mi viene in mente il gatto con i guanti.
Voglio fare il gatto ma mi metto i guanti così mi limito e non faccio il gatto.
Dipende, assomiglia ad una limitazione auto limitazione, che poi si ripercuote ovunque ed in ogni cosa.
Il gatto fa il gatto non si sogna di limitarsi nel graffiare quando serve non aggiunge nulla di più di quello che gli serve in quel momento lo fa e basta.
Il dipende deriva forse da mancanza di chiara visione, di volontà su cosa è utile e necessario fare.
Non so mi viene in mente la frase voglio, posso, comando.
Non è pigrizia ma un non saper bene cosa si vuole, quale le priorità, e l’obiettivo. Cosa è importante e cosa non lo è.
Quando qualcosa è così importante per noi per la nostra sopravvivenza il dipende non esiste più.
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Vecchio 06-07-2006, 13.59.57   #4
Sole
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Si, un pò è Fare, Agire senza disperdersi in inutili giri che portano solo a perdere tempo ed energia utile per attivarsi e portarsi avanti con il lavoro. Poi mentre si lavora il progetto automaticamente si delinea.
Ritorno all'esempio di pulire una casa, pensare ad organizzare di pulire fà perdere maggior tempo perchè se poi salta l'organizzazione si deve ricominicare a riorganizzare.
Fare invece tenendo chiaro il proseguire, avendo l'obiettivo davanti lasciando che il resto sia un dettaglio nel processo di fare è meno dispersivo in tempo e forze.
Sembra un paradosso in effetti, ma nella pratica è proprio così.

Però anche il chiedersi se mi vada o meno di fare qualcosa potrebbe essere una perdita di energie.
Il disciplinarsi nel fare potrebbe essere una via per allenarsi ad Agire e allenare la Volontà. Dall'altra parte potrebbe essere un modo per costringersi a fare qualcosa aumentando un senso del dovere pesante... dipende da come affrontiamo la questione: con semplicità o complicatezza.

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Vecchio 06-07-2006, 15.58.03   #5
Kael
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Un "dipende" che spesso ha un sapore di "non lo so", o ancora peggio di "comunque non è colpa mia", scaricando su altro quindi la responsabilità del proprio agire. Ma non riesco comunque a vederlo solo in negativo, nel senso che alle volte è davvero necessario (se piove non posso tagliare l'erba, mi sembra evidente) e altre ancora significa apertura mentale, come il saper riconoscere un bivio davanti a se, non procedere col paraocchi, ma saper intuire di avere, potenzialmente, una possibilità di scelta.

Se poi, questo diventa una scusa per non agire, per non mettersi in viaggio davvero ma restare a fantasticare col dito puntato sulla cartina e interrogarsi sui possibili percorsi, allora sì che sono guai.

Arriverò? Dipende.
Da cosa dipende? La mente è ben poco umile, vola in grandi e magnifici progetti, ma disdegna il piccolo passo, senza il quale niente può avere inizio.... E' la capacità di "riportarla a terra" che può iniziare a farci muovere davvero...
Da questo dipende.
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Vecchio 06-07-2006, 15.58.27   #6
jezebelius
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Primo punto.
Secondo me la semplicità e la complicatezza sono relativi al modo di essere ossia si pongono in relazione ad un " momento "; per un verso si potrebbe anche dire che la cosa " semplice " o " complicata " è diretta funzione di come sono io in quell'istante.
A sto punto bisognerebbe chiedersi: " chi è " in quell'istante!?
Come ha detto Ray c'un me che " vuole pulire" ed un altro che " non vuole pulire "

Secondo punto
Riporto una frase di Griselda:
Citazione:
volontà su cosa è utile e necessario fare
Ecco mi pare abbastanza chiaro che si tratta di volontà ma secondo me, ad una prima visione, la Volontà di fare ha come base un forte Intento e al contempo entrambi gli elementi risultano direttamente proporzionali l'un con l'altra.
Mi spiego meglio.
Se ho ( Veramente) Intenzione di pulire casa, ho una base grazie alla quale trascendo tutto ciò che può risultare una limitazione( ad esempio alzare o non alzare dal pavimento gli ostacoli e via discorrendo ) per proseguire il compito; la Volontà si rafforza in conseguenza di questo modo di pormi ovvero, con l'Intento forte focalizzo la priorità.
Al contrario, la Volontà sarà inficiata da una moltitudine di problemi che risulteranno ostacolo autolimitandomi ulteriormente.
Nel primo caso con l' Intento, rafforzo la Volontà e di conseguenza, essendo direttamente proporzionali, si nutrono a vicenda.
Nel secondo caso " credo " di avere una Volontà " credendo " in sintesi, di possedere un Intento; per questo come dice Sole l' "Agire " concentra in se stesso, almeno in un primo momento, lo sforzo al fine di costringersi a Fare.
Di qui in conclusione forse ecco spiegato ciò che Uno ha detto ossia, la Voglia di racchiudere tutto nella mente ma non sapere focalizzare un obiettivo, dunque difficoltà a contenere anche il piccolo.
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 06-07-2006, 17.07.17   #7
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Io penso che se una cosa si vuole veramente, non c'è ostacolo o ma o se che tenga.
Subordinare una cosa al fatto che si verifichi o meno un'altra cosa è togliersi la responsabilità diretta di fare quella cosa.... se la voglio veramente.
Poi dipende di cosa si sta parlando: per riordinare una casa basta mettersi d'impegno, a volte mi capita di avere la casa talmente in disordine da non sapere da che parte incominciare, e allora o lascio perdere o comincio da una cosa, la prima che mi viene davanti, e man mano che procedo ci vedo più chiaro e ci prendo gusto così che dimentico la stanchezza e vado avanti... e poi il risultato ottenuto mi dà soddisfazione.
Certo che bisogna mettersi in un certo ordine d'idee e non sprecare le energie, è inutile lavare i vetri al buio o quando piove, ma questo non mi impedisce di ripulire quello che si può ripulire e riordinare.
Quando si parte con un'idea, ci possono essere degli ostacoli imprevisti che si pongono davanti, ma se comincio a pensare: oddio, e se succede questo o quest'altro, significa che non sono veramente sicura di quello che voglio fare.
Il "dipende" denota che io mi giustifico con me stessa o con gli altri dicendo: se non arrivo a fare una certa cosa, non dipende da me ma da cause estranee alla mia volontà e questo può succedere, ma se c'entro solo io e la cosa che voglio fare, il dipende è solo una scusa per giustificarmi con me stessa e con gli altri, è un compromesso per rimandare quello che andrebbe fatto, ma che qualsiasi pretesto è buono per rimandare...
Adesso che ci penso, è da tanto che dovrei riordinare la cantina...

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Vecchio 06-07-2006, 17.29.19   #8
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Per ottenere qualcosa serve indubbiamente la volontà.
Ma non è sufficiente. Servono anche gli strumenti giusti.
Se la mia mente continua a distogliermi dall' obiettivo con i suoi "dipende", i suoi se e i suoi ma, difficilmente riuscirò nell'impresa.

Il primo atto di volontà dovrebbe essere quello di ottenerli questi strumenti giusti...
Il secondo, di usarli.

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Vecchio 06-07-2006, 17.32.25   #9
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Secondo me tentare di ottenerli equivale a strutturare qualcosa. Forse però fissando l'obiettivo aiuta a muoversi in una certa direzione e scoprire gli strumenti che trovi per strada.

Sembra un video gioco...

Ultima modifica di Sole : 06-07-2006 alle ore 17.35.43.
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Vecchio 06-07-2006, 17.46.21   #10
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Le due cose sono certamente collegate... perchè dovrei ottenere degli strumenti se poi non ho intenzione di usarli?

La mente mi sembra un giocatore capace di fare un gol spettacolare in rovesciata al 90imo, ma poi non sa/non vuole/riufiuta di fare le cosce semplici, come ad esempio un passaggio alla difesa quando si trova in difficoltà... così preferisce tentare di dribblare tutti da sola e, spesso, in quel caso perde la palla e si subisce gol in contropiede...

Gol che ovviamente, essendo l'umile corpo il portiere della squadra, a lui ne viene attribuita la colpa...

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Vecchio 05-02-2007, 19.03.16   #11
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Vorrei provare a vedere come spunto l'ultima frase di questo post che ho quotato.
Cercare di contenere il tutto anche in una questione semplice come pulire una casa, ci porta non combinare niente alla fine.. in questo caso posso decidere di iniziare a pulire una stanza piuttosto che un'altra , ma nel momento in cui ho deciso quale pulirò il mio obiettivo deve essere quello, e solo dopo, penserò al resto. Quindi "spezzare" l'obiettivo grande, focalizzandone uno alla volta, fare invece che continuare a rimandare con i dipende..
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Vecchio 05-02-2007, 19.33.42   #12
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Una persona mi disse un giorno:" Applica la tecnica dell'elefante" che consiste nel caso della casa da pulire, di iniziare da una stanza, e nella stanza iniziare ad esempio dalla cucina e nella cucina iniziare da uno stipetto. Insomma credo velesse dire che se l'insieme delle cose ci spaventa, iniziando dalle piccole si arriva a fare le grandi senza accorgersi.
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Vecchio 05-02-2007, 23.16.15   #13
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Un altro modo di vedere la frase di Uno sottolineata da RedW è la tendenza della mente ad espandersi e ragionare sui massimi sistemi anche e soprattutto quando è fuori luogo.

Nell'esempio la mente prende in considerazione la possibile presenza di oggetti in terra che non ci sono, nel tentativo di rimandare ulteriormente l'inizio lavori generalizzando un sistema per pulire qualsiasi stanza, non solo quella li. E' abbastanza tipico come meccanismo... quasi che la mente cechi in tutti i modi di appropriarsi dell'energia che si intende mettere a disposizione per pulire e usarla per restare in primo piano (pseudo-pensare, lambiccarsi, cincischiare ecc.)... dando così subdolamente spazio a quella parte di noi che non ha voglia di pulire... parte (quella delle "voglie") a cui siamo molto più soggetti di quanto ci fa piacere credere.

Il punto è che il momento di "pianificazione" prima dell'inizio lavori è quasi sempre necessario... purtroppo ci facciamo fregare allargandolo assai di più di quel che occorre...
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Vecchio 05-02-2007, 23.35.29   #14
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Non vorrei dire una cavolata, quindi correggetemi se sbaglio, ma secondo me dipende anche da che tipo siamo se siamo ordinati di natura avremo ordine anche mentalmente...se siamo disordinati un'altro tipo di approccio...condivido che la mente, io guardo in me, mi gioca brutti tiri: presente il diavoletto che istiga? Ecco.
Quindi per me iniziare dal piccolo per arrivare al grande è un ottimo espediente, certo concentrandomi poi appieno su quello che sto facendo quindi non dando spazio al resto...mi trovo che l'appetito vien mangiando e senza dare più ascolto al sopracitato arrivo a pulire tutta la stanza e non sono neppure stanca.
E di solito ci metto meno tempo di quello che la mente avrebbe voluto farmi credere.
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Vecchio 06-02-2007, 01.00.28   #15
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Non vorrei uscire dal seminato ma rileggendo la discussione mi è venuto in mente il detto: "Chi ben comincia è a metà dell'opera".
Cosa c'entra?
Beh...mi pare, ma aspetto smentite, che il fatto stesso di avere una " meta" ben precisa oltrepassando l'autolimitazione del " dipende", in altri termini concentrarsi su ciò che è l'obiettivo, mi pare si possa inserire in questa chiave di lettura.
Quello che Red ha riporato e sottolineato suppongo sia la chiave, appunto la mancanza di concentrazione su di un oggetto o su di un'azione.
Per questo verso la mancanza della mente a focalizzare ossia concentrasi su quell'oggetto o su quell'azione è figlia della mancanza anteriore cioè di quella disciplina mentale che in questo senso deve essere considerata, secondo me, come base al fine di agevolare ulteriori pensieri o che quanto meno permetta a questi di rimanere " focalizzati" su di una tappa, come ad esempio pulire la stanza.
Non so... è come se nel cercare di risolvere un problema lo si voglia risolvere in tutte le sue sfaccettature anzicchè svolgere una selezione analitica di ciò che interessa in quell'istante.
Paradossalmente nenache la pioggia, come dell'esempio, dovrebbe essere un problema, poichè " ho deciso" di tagliare l'erba e il "dipende", in questa situazione, perde la sua funzione di ostacolo.
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Dr. Marc Haven
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