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Vecchio 07-12-2006, 17.28.08   #1
Kael
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Predefinito Oriente Occidente

Credo mancasse un thread del genere, visto che molto spesso in altre discussioni si andava OT per discuterne...
Vedo soprattutto che si cercano sempre le differenze, quando invece, per quella che è stata la mia esperienza finora, io ne ho visto sempre più le analogie.
Ho iniziato con un forte richiamo per l'Oriente, a 6 anni ero già affascinato dalle arti marziali... ma ad interessarmi veramente era la filosofia di queste nobili Arti, più che la pratica fisica... ossia la Ricerca di quella forza e di quella energia insite nelle parti più profonde dell'uomo. Anche se ero occidentale mi sentivo orientale "dentro".
Da quando poi, anni dopo, mi sono affacciato anche al mondo Occidentale, la prima analogia che ho trovato è stata proprio con l'Alchimia. La Ricerca della Pietra, per essere completa, doveva passare anche attraverso il fisico, ma come qualunque praticante di arti marziali sa, la vera Arte è Interiore e non si basa tutto su un mero esercizio fisico...
Le arti marziali hanno perso molto da quando sono diventate pratiche sportive, così come l'alchimia ha perso molto da quando si spera di usarla per ottenerne dell'oro commerciale...
Ma sia ad Oriente che ad Occidente, c'è ancora qualcuno che ne conserva gelosamente i segreti... accumunati dal medesimo scopo, la Ricerca Interiore di se stessi.
Ancora oggi mi sorprendo, quando leggendo testi occidentali mi balena un'idea in testa e capisco all'improvviso una frase orientale che avevo letto anni prima... Analogamente, molte letture orientali del passato mi aiutano a capire cose occidentali oggi...
Quello che voglio dire, è che per quanto distanti/opposti, questi due mondi sono complementari... e più passa il tempo, più mi sembra di riuscire a metterli insieme, pezzo dopo pezzo...
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Vecchio 12-12-2006, 10.10.34   #2
Smashan
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Ritengo che le tecniche occidentali, per varii motivi, siano state snobbate dagli occidentali stessi, che si sono rivolti (i più, non tutti) ad Oriente più per una questione di lacuna personale che per vero spirito di ricerca.
Nella storia del misticismo occidentale non c'è niente da invidiare all'India, o alla Cina, è anzi un linguaggio più vicino alla nostra cultura e alla nostra possibilità di comprensione; credo vada solo riscoperto.
E' bello che tu sia dovuto andare in Oriente per scoprire che avevi già tutto a 'casa' tua
Grazie per averlo condiviso
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Vecchio 12-12-2006, 10.28.10   #3
griselda
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Mi domando se non ci si è avvicinati all’Oriente perché l’Occidente aveva perso quell’anima pura che hanno i bambini e che invece l’Oriente ha mantenuto.
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Vecchio 12-12-2006, 10.32.31   #4
Sole
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Anche io ho iniziato scoprendo prima la cultura Orientale per poi riscoprire quella Occidentale. E' stato un pò come un viaggio geografico vero e proprio. Partire da molto lontano per scoprire che la culla di entrambe le culture risiede nel mezzo della "cartina geografica".

La nascita della meravigliosa e fiorente cultura vedica la dobbiamo ricercare negli antichisssimi popoli di occidente, quando Rama, grande Sacerdote e Iniziato vedendo che il su popolo non lo seguiva più come avrebbe dovuto decise dio spostarsi verso il levante conquistare terre e civiltà andando sempre più avanti e finalmente istaurare una Legge (egli fù il Legislatore) che potesse governare e mantenere. Nascevano i Veda e la cultura della mistica India.
Ma realmente la sua nascita è da ricercare nell'Uomo, nell'Iniziato.

Rama si ritirò poi su un monte e i successori prenderanno il suo nome e così si crederà che Egli sia immortale.

Dall'India antica poi di nuovo la corrente scese incontrò altri Uomini che fecero altre rivelazioni sempre più sottili e sempre meno velate dal mito perchè l'uomo razionale di occidente potesse accoglierle.

Così Ermete, Pitagora. Ma in tutti loro l'intento è comune e non esisteva divisione di vedute solo modi diversi di dirlo.

Tornando ad oggi, io credo che non ci sia altro modo di capire che non esiste separazione, se non cercando di approfondire prima una e poi l'altra cultura. nei testi Sacri di una è facile comprendere i testi Sacri di un'altra (cultura).

L'ho detto già da qualche parte, e lo dice Kael in apertura, quando iniziai a sbirciare la Cabala... molti passaggi li vidi solo attraverso la Baghavad Gita e mi sorpresi, scoprendo così che l'occidente ha bisogno di un approccio maggiormente scientifico, matematico forse, l'oriente più mistico ed astratto ma che entrambe portano allo stesso Intento.
Ma soprattutto descrivono gli stessi fatti.

Riunirle in un unico metodo riuscirono i Maestri del passato, sia in Occidente che in Oriente. Siamo noi che facciamo resistenze e riusciamo a vedere solo quello che la nostra conformazine mentale e culturale ci ermette di vedere.
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Vecchio 12-12-2006, 10.37.35   #5
Sole
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Mi domando se non ci si è avvicinati all’Oriente perché l’Occidente aveva perso quell’anima pura che hanno i bambini e che invece l’Oriente ha mantenuto.

Magari in Oriente dicono lo stesso

Io credo che il problema fondamentale sia che si considera l'Occidente solo nel Cattolicesimo (nemmeno Cristianesimo... magari) e l'Oriente solo nei Veda.
Ci si dimentica delle Origini e della Tradizione perchè in Occidente è forse più difficile trovarla, in Oriente è riamsta simile a se stessa anche se, ad esempio, le caste non nascevano come oggi si utilizzano.


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Vecchio 12-12-2006, 11.13.21   #6
Smashan
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Mi domando se non ci si è avvicinati all’Oriente perché l’Occidente aveva perso quell’anima pura che hanno i bambini e che invece l’Oriente ha mantenuto.

Penso personalmente che non sia tanto nella purezza, quanto nella differenza di evoluzione sociale.
Non necessariamente sbagliata, solo possiamo dire 'adeguata' ad un certo karma.
Del resto noi la chiamiamo era dell'acquario, gli indiani Kali Yuga.
Eppure c'è una grande differenza tra i concetti che le sono stati attribuiti...e stride un po' che sia stata proprio la New Age.
L'era dell'acquario, che non è veramente l'era dell'Acquario, starebbe ad indicare il progresso, poichè il Genio dell'Acquario è Prometeo, Lucifero tanto per intenderci. Quindi ritorna tra gli Uomini il Fuoco/Luce....e un po' si sta vedendo questa cosa nell'abbandono dei principi cristiani, o allargando la fascia allontanamento dai monoteismi.
Il Kali Yuga, per gli indiani, definisce invece l'epoca della dispersione, e anche questo abbraccia perfettamente il vissuto che trascorre ora.
Se provo a mettermi nei panni di un uomo del passato (un passato neanche troppo lontano) riesco a vedere quanto il tempo stia allungando i passi, saltando a piè pari sempre più metri, kilometri e così via.. (essì...non ci sono più le mezze stagioni ghgh )
Siamo letteralmente frantumati dal mondo esterno...riceviamo input sempre più rapidi, la nostra mente è distratta in continuazione da colori,suoni,lettere,volti,telefoni,tv eccetera...e la soglia di attenzione è sempre più bassa...per questo quando poi parliamo di '5 anni di Yoga' pensiamo che siano tanti...quando in realtà non sono niente. Ma siamo abituati, e parlo per esperienza personale, a mollare così tante cose quando non sono ancora finite per poi cominciarne altre che sappiamo non finiremo mai.....che ci sbricioliamo letteralmente, dedicando ogni frammento ad uno sconclusionamento dietro l'altro.....Kali Yuga.....che Formula!!

La mistica è l'hobby dei nuovi filosofi, perchè anche la filosofia ormai non ha più ragion d'essere, perchè è arrivata ai confini dell'abisso e si è resa conto che può stare, dirsi servita, perchè non ci si può portare il cervello al di là dell'abisso.
Lo può notare chiunque...ho letto Shelling e ho pensato: 'Cavolo, ha risolto tutte le equazioni, ha lasciato la natura spiegare se stessa...nessuno lo aveva fatto prima, abbattendo una barriera'....ma poi leggi Heidegger e Nietzche..e Shelling cade come una pera cotta.
Il Nulla è l'unica chiave che può portarci al di là della dispersione e raccoglierci per l'atto finale (sarà mai l'atto finale??)
E quindi torniamo a quell'India che passi da gigante non ne ha fatti dai tempi di KRSNA, se non con i PC e con Bollywood.
L'India ha sempre parlato di Nulla....ed è rimasta lì, con i suoi testi sacri importati (I Veda), senza troppo pretendere, pur speculando a dismisura frantumando la conoscenza in Divinità con 100 nomi e forme ciascuna.
L'ha fatto solo in maniera diversa.....ma il risultato è analogo...anche l'India è nel suo Kali Yuga...noi siamo abituati a pensare all'India dei Santoni realizzati, dei bambini che muoiono di fame pur sorridendo......ma gli indiani??
L'indiano che prega Ganesha tutta la vita e pensa che Dio sia solo quella testa di Elefante? è dispersione anche lui...anche lui non si azzarda ad adorare troppe divinità, o a cercare di oltrepassarle tutte, e preferisce passare la vita al suono di un solo mantra, perchè rischierebbe giustamente di perdersi completamente, di non poter tornare più indietro.
Loro hanno troppe divinità, noi non ne abbiamo più una...loro mantengono il loro misticismo politetico, noi abbiamo il nostro nuovo misticismo Ateo....senza Dio, il nulla da adorare sperando che l'annichilimento non si chiami 'eroina', ma si chiami....non si chiami proprio....
.....scusate, sono andato al galoppo........
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Vecchio 12-12-2006, 11.13.59   #7
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La mente umana si è vista capace di due tipi di conoscenza: una razionale, tenuta in grande considerazione dall'Occidente scientifico intellettuale, e l'altra intuitiva, che più si confà al modo di pensare orientale, "mistico" se vogliamo...
Per poter usare appieno le potenzialità mentali si dovrebbero possedere entrambe le polarità, il chè è estremamente difficile, se non impossibile, senza un "lavoro" alle spalle. Così abbiamo chi nasce particolarmente razionale e prima o poi un giretto in Oriente dovrà farlo, e chi invece nasce particolarmente mistico e dovrà fare lo stesso a ponente... Per poi scoprire che, come nel simbolo del Tao, le due realtà non sono nettamente divise e separate, ma si fondono una nell'altra, ognuna contiene in sé il "puntino" dell'altra... e alle volte è proprio lo yin che aiuta a capire lo yang, e lo yang che aiuta a capire lo yin...
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Vecchio 12-12-2006, 12.03.23   #8
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La mente umana si è vista capace di due tipi di conoscenza: una razionale, tenuta in grande considerazione dall'Occidente scientifico intellettuale, e l'altra intuitiva, che più si confà al modo di pensare orientale, "mistico" se vogliamo...
Per poter usare appieno le potenzialità mentali si dovrebbero possedere entrambe le polarità, il chè è estremamente difficile, se non impossibile, senza un "lavoro" alle spalle. Così abbiamo chi nasce particolarmente razionale e prima o poi un giretto in Oriente dovrà farlo, e chi invece nasce particolarmente mistico e dovrà fare lo stesso a ponente... Per poi scoprire che, come nel simbolo del Tao, le due realtà non sono nettamente divise e separate, ma si fondono una nell'altra, ognuna contiene in sé il "puntino" dell'altra... e alle volte è proprio lo yin che aiuta a capire lo yang, e lo yang che aiuta a capire lo yin...
Kael è proprio quello che sentivo ma non sarei mai stata in grado di descriverlo grazie
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Vecchio 13-02-2010, 18.07.21   #9
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...
Del resto noi la chiamiamo era dell'acquario, gli indiani Kali Yuga.
...
Il Kali Yuga, per gli indiani, definisce invece l'epoca della dispersione, e anche questo abbraccia perfettamente il vissuto che trascorre ora.
Sri Yukteswar, che consiglio di leggere nel testo che linko sotto, chiarisce e definisce molto bene questo periodo in cui secondo i suoi calcoli, che dimostra per benino, siamo nella prima fase di ritorno verso il Centro e non nella decadenza. Per dirla come la dice lui: siamo nell'epoca dell'elettricità e ci avviamo verso quella del magnetismo che ancora non possiamo comprendere perchè non arrivano abbastanza dati per tutti. Questa epoca vale sia in Oriente che in Occidente.

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Vecchio 13-02-2010, 18.42.11   #10
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Riprendo questo post dal thread sull'ospitalità.

Citazione:
Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
L'oriente è maschile nell'essenza e sta cercando ormai da millenni si può dire il lato femminile, l'occidente al contrario...
Però nelle fluttuazioni e contaminazioni tra i due ecco che oggi anche ad oriente si rispostano sul maschile quando ancora non hanno trovato a pieno il femminile, e noi occidentali cerchiamo il femminile che tutto sommato abbiamo già basta non perderlo (nelle moderne psicologie e filosofie alla moda) quando ancora ci manca un maschile reale.
Questo è l'inganno della visione ridotta.
"Andiamo" in oriente perchè alla moda ci pare di cercare il femminile dell'introspezione, della riflessione, della contemplazione... ma noi dentro lo avremmo già, in realtà non siamo capaci di concentrarci, cosa che invece gli orientali hanno ma non sono capaci realmente di espandersi. (ovviamente lasciamo fuori i Maestri, parliamo della massa).
Approfondendo un pò la Via dello Yoga ho trovato conferme a quanto Uno espone sopra.
Sto leggendo l'insegnamento Yoga di uno dei più grandi Maestri esistiti che è Aurobindo. Non sto parlando di hata yoga o pranayama sto parlando dello Yoga, della sua Via.
Nelle lettere ai suoi allievi Egli non fa altro che ripetere di affidarsi alla Madre, di lasciarsi confortare da questa, di concentrare tutta la loro attenzione per aprirsi alla Madre. E' un ritornello continuo.
La Via orientale in questo senso è di abbandono dei meccanismi e dei pensieri automatici, ma se si legge in maniera più approfondita non è così banale e semplice come vogliono farla passare certi personaggi nostrani... infatti si parla di sforzo e di affidarsi alla Forza della Madre.
In pratica quello che vogliono far passare per un semplice giochino di "lasciar andare" è in realtà un'enorme sforzo di controllo della mente istintiva. Loro sono in grado di farlo vista la capacità di concentrare l'attenzione in un punto che a noi manca, probabilmente possono bloccare l'attimo in cui la mente istintiva parte. Per noi sarebbe reprimere e raccontarcela. Questo all'inizio, poi anche noi dovremmo tendere al controllo e all'osservazione costante.

Detto tutto ciò, se una volta pensavo che le due strade percorrono la stessa via in fin dei conti, successivamente pensai senza troppo approfondire che una partisse dall'alto a discesa e l'altra dal basso in salita. Oggi alla luce di queste cose mi accorgo che non capiamo proprio la via orientale perchè già se interpretiamo un lasciare andare come un "vivi e lascia vivere" invece che lo sforzo del controllo della mente istintiva, vuol dire che non possiamo entrare nel loro metodo se non comprendiamo dove sono le nostre mancanza.

Se ci fate caso, se avete avuto occasione di frequentare come me persone che seguono strettamente una via orientale, hanno tutti un aspetto effeminato, delicato, stralunato e sognante. Questo, a mio avviso, proprio perchè si ricerca il femminile. Per noi è semplice avere bellissime esperienze in quella che chiamano meditazione perchè tanto non ci concentriamo.
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