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Vecchio 11-02-2007, 21.26.39   #1
Haamiah
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Quando parliamo di percorsi, di ricerca spirituale, di fede, religione, etc. ci troviamo spesso di fronte a questa parola...'disciplina', da cui 'discepolo'

Sappiamo che disciplina significa seguire un ordine, una regola, rimanere fedeli e costanti in ciò che si fa per giungere ad un certo risultato, impegnarsi senza sosta, senza badare a sacrifici, ostacoli, e tutto ciò che si può frapporre tra noi e la meta.

So che non tutti concordano sul fatto che seguire una disciplina in modo troppo rigoroso sia necessariamente garanzia di un risultato, anzi so che per alcuni può addirittura essere visto come un ulteriore imbroglio dell'ego, che porta a volere qualcosa in modo troppo mentale, forzato, e affatto legato ad un sincero sentire del cuore.....

In tutti i percorsi di crescita tuttavia è richiesta una disciplina, sarebbe interessante capire quando una disciplina è sana, fino a che punto un praticante dovrebbe applicarsi, intendo qualora si esegua un certo compito controvoglia ha comunque valore, o in tal caso sarebbe meglio lasciar perdere e praticare solo quando si è veramente centrati, o comunque ben disposti?

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate


ps. mi sa che ho sbagliato sezione, mi sembrava che stavo in esoterismo....sorry

Ultima modifica di Haamiah : 11-02-2007 alle ore 21.32.37.
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Vecchio 12-02-2007, 18.01.30   #2
Uno
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manca un pezzo, io lo aggiungerei, così qualcUno ti risponde, non servirà a te, ma va bene...
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Vecchio 12-02-2007, 22.38.17   #3
stella
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Originalmente inviato da Haamiah Visualizza messaggio
Quando parliamo di percorsi, di ricerca spirituale, di fede, religione, etc. ci troviamo spesso di fronte a questa parola...'disciplina', da cui 'discepolo'

Sappiamo che disciplina significa seguire un ordine, una regola, rimanere fedeli e costanti in ciò che si fa per giungere ad un certo risultato, impegnarsi senza sosta, senza badare a sacrifici, ostacoli, e tutto ciò che si può frapporre tra noi e la meta.

So che non tutti concordano sul fatto che seguire una disciplina in modo troppo rigoroso sia necessariamente garanzia di un risultato, anzi so che per alcuni può addirittura essere visto come un ulteriore imbroglio dell'ego, che porta a volere qualcosa in modo troppo mentale, forzato, e affatto legato ad un sincero sentire del cuore.....

In tutti i percorsi di crescita tuttavia è richiesta una disciplina, sarebbe interessante capire quando una disciplina è sana, fino a che punto un praticante dovrebbe applicarsi, intendo qualora si esegua un certo compito controvoglia ha comunque valore, o in tal caso sarebbe meglio lasciar perdere e praticare solo quando si è veramente centrati, o comunque ben disposti?

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate

ps. mi sa che ho sbagliato sezione, mi sembrava che stavo in esoterismo....sorry
La disciplina serve moltissimo ed anche le regole... ma penso che più importante sia il maestro che la impone...
Se il maestro è affidabile la disciplina è sana.... e anche eseguire un compito controvoglia è una disciplina per il corpo e per lo spirito... aiuta a crescere e a maturare....
Però penso anche che sia un discorso individuale, perchè sottomettersi ad una disciplina potrebbe voler dire forzare se stessi per potersi dimostrare quanto si è bravi...
Penso comunque che tutto debba partire da un desiderio del cuore....
Ma come si fa a distinguere una sana disciplina da una "insana" ????? Dovrebbe essere in equilibrio tra il corpo e la mente, uno non dovrebbe sopraffare l'altro....
E come si fa a distinguere un vero maestro da un falso maestro???? Questo è più difficile ma anche qui cuore e cervello dovrebbero essere di comune accordo...
E poi c'entra anche il fatto di dove si vuole arrivare seguendo una disciplina.... quale è appunto la meta e quanto si è disposti a dare per raggiungerla e quanto è importante per noi...
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Vecchio 12-02-2007, 23.32.21   #4
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Più starò nella disciplina, più rispetterò le sue regole, più cose mi porterò via, più imparerò, più mi servirà.

Più disciplina imporrò a me stesso più crescerò, acquisirò controllo su me stesso.

Più me ne sbatterò altamente della disciplina a favore delle mie preferenze personali meno questa disciplina mi servirà a qualcosa.

Ma sono io che devo forzare me stesso... unica vera disciplina possibile.
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Vecchio 13-02-2007, 01.23.54   #5
Haamiah
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
manca un pezzo, io lo aggiungerei, così qualcUno ti risponde, non servirà a te, ma va bene...
Ho cercato di capire cosa mancasse, e l'unica cosa che mi è venuta all'istante è che ho omesso che io non sono affatto disciplinata.....rispettare un impegno con terzi mi 'costringe' a disciplinarmi....

ho scritto il post probabilmente perchè mi rendo conto che dovrei cercare di disciplinarmi un pò di più,
però avendo visto che pure in materia spirituale non tutti i maestri si travano concordi sull'utilità di seguire in modo troppo pressante una disciplina, e poichè so che vi sono praticanti che si
co-stringono a fare quotidinamente degli esercizi, mi chiedevo per l'appunto se in questo caso, costringersi sia utile o dannoso.

Io su di me ho sperimentato che praticare quando sono veramente centrata, mi da senz'altro molto più che se mi costringessi.....



Citazione:
Però penso anche che sia un discorso individuale, perchè sottomettersi ad una disciplina potrebbe voler dire forzare se stessi per potersi dimostrare quanto si è bravi...
Penso comunque che tutto debba partire da un desiderio del cuore....
Concordo quasi del tutto con quanto dice Stella, soprattutto nell'ultima frase, che la forzatura sia un modo per mostrare la propria bravura non saprei dire, visto che non sono esperta in materia, e comunque se vi è forzatura, vien meno la spontaneità, lo si fa per dovere...


ps. grazie a Ray e a Stella per avermi offerto il loro punto di vista
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Vecchio 13-02-2007, 10.52.13   #6
Uno
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Originalmente inviato da stella Visualizza messaggio
Ma come si fa a distinguere una sana disciplina da una "insana" ????? Dovrebbe essere in equilibrio tra il corpo e la mente, uno non dovrebbe sopraffare l'altro.....
Questo è un trucco della mente, ho bisogno di una disciplina per farli lavorare insieme (mente, cuore e corpo) perchè non sono capace ma pretendo di essere in grado di stabilire se la disciplina è giusta per farli lavorare in sinergia.
Eppure ci è stato detto da qualcuno che di solito tutti riconoscono come autorevole: Gesù.
La pianta si conosce dai suoi frutti..... quindi si può vedere chi segue una disciplina a quali "risultati" sia giunto, è quello che cerchiamo? Si? Allora non abbiamo altre scuse. Non è quello che cerchiamo? Allora cerchiamo altro.... perdere tempo a criticare quello che non ci interessa è un'altro trucco della mente.
Lo stesso è quando pretendiamo di sintetizzare il pensiero di più Maestri che apparentemente dicono cose diverse, ma nella sostanza (se sono veri Maestri) dicono la stessa cosa, se non siamo in grado di sintetizzare noi stessi e le nostre parti come potremmo comprendere qualcosa di più grande?
E' un'altro trucco della mente... ma direi pure della pigrizia, grande alleata della mente... se consumo energie per fare qualcosa realmente la mente ne avrà meno per sognare e intortarsi... allora questa grande filibustiera mette un freno e si inventa la pigrizia... "ehi tu corpo... sta fermo.. non consumare energie.... è tutta roba mia, mi servono perchè io così "volo"..."
Quasi non so se è meglio così o quelli che usano stupefacenti... siamo li come risultati.... solo che si utilizzano endopsicogeni.... (che con l'impegno sarebbero dirottati chimicamente altrove) altrimenti salvo che poi i primi guardano i secondi con un sorrisetto che potrebbero proprio evitare, si forse preferisco quasi i secondi... almeno lo sanno che stanno usando sostanze.
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Vecchio 13-02-2007, 12.38.52   #7
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H

Io su di me ho sperimentato che praticare quando sono veramente centrata, mi da senz'altro molto più che se mi costringessi.....
Ma se non c'è uno sforzo di volontà, che disciplina sarebbe? E soprattutto.. a cosa serve?
Se faccio quel che mi piace e quando mi va a voglia...
Uno ha ben spiegato che ogni scusa che troviamo per non fare è un trucco della mente... (anche il non riuscire è una scusa... se non riesco insisto.. e se ancora non riesco insisto ancora, presto o tardi, se mi impegno qualcosa cambia).
Che mi piaccia o meno, se so che ho bisogno di regole ben venga se c'è qualcuno che me le suggerisce..poi dipenderà comunque da me.. non farmi fregare dalla mente, o pigrizia..
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Vecchio 13-02-2007, 13.58.00   #8
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Sappiamo che disciplina significa seguire un ordine, una regola, rimanere fedeli e costanti in ciò che si fa per giungere ad un certo risultato, impegnarsi senza sosta, senza badare a sacrifici, ostacoli, e tutto ciò che si può frapporre tra noi e la meta.
Credo che il fatto stesso di seguirla, una disciplina, abbia in se la volontà stessa dello scopo per raggiungere una tappa o obiettivo che dir si voglia.
Insomma come Ci ha detto Uno è molto semplice piangere sul latte versato, che in altri termini denota una sorta di autocommiserazione quando non si riesce a fare qualcosa, ma bisognerebbe comunque insistere altrimenti non si potrebbe parlare di ( auto ) disciplina, anche se l'input viene fornito da un Maestro/Istruttore o altro, e non si potrebbe parlare, al tempo stesso, di reale perseguimento di quelle tappe.
Sono certo che tutti si possa fare, ma fino a dove dipende dal singolo e da quanto mette, appunto, nella disciplina.
Mi rendo conto che è difficile, ma non impossibile.
Per quanto riguarda ciò che dice Stella:
Citazione:
Però penso anche che sia un discorso individuale, perchè sottomettersi ad una disciplina potrebbe voler dire forzare se stessi per potersi dimostrare quanto si è bravi...
Si ma anche no...nel senso Non si tratta di dimostrare a se stessi quanto si è bravi secondo me, anzi chi " forza se stesso", in maniera disciplinata, perchè appunto " segue" chi ha gia percorso quella strada lo fa per arrivare a qualcosa vale a dire forzare gli schemi che lo seguono e che a volte, fingendo, si presentano come parte della " struttura" , dunque impassibili al cambiamento: altro trucco della mente.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 13-02-2007, 14.24.06   #9
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altro enorme trucco della mente è il fanatismo....
cioè "vivere" la disciplina come alibi....
ok mi hai dato una disciplina? ebbene la seguo.....
altro non chiedermi...azz...
e il resto? dove finisce la disciplina che do a me stessa?
ah gia...è anche vero che il fanatico non sa...o non
vuol sapere di esserlo...come in ogni cosa da la responsabilità....
ad altri...al maestro...al guru...all' insegnante di yoga..
e via discorrendo....

per seguire una Disciplina...devo disciplinare me stesso...
senza tanti giri di parole.....

ah si ...non è facilissimo...è più facile farsi disciplinare..
__________________
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la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare
il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
di distinguere tra le une e le altre
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Vecchio 13-02-2007, 14.38.57   #10
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per seguire una Disciplina...devo disciplinare me stesso...
senza tanti giri di parole.....
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Ma sono io che devo forzare me stesso... unica vera disciplina possibile.
Mi sa che siamo daccordo.
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Vecchio 14-02-2007, 03.36.51   #11
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altro enorme trucco della mente è il fanatismo....

per seguire una Disciplina...devo disciplinare me stesso...
senza tanti giri di parole.....

ah si ...non è facilissimo...è più facile farsi disciplinare..
si parla di disciplina da seguire quindi anche e soprattutto come sforzo di volontà, se non ci si disciplina nulla si può fare....
quindi impegno e sforzo costante, non costrizione.

il fanatismo di cui parli mi par di capire sia quando si fa un qualcosa non per amore o passione, ma l'esatto contrario quando lo si fa obbligandosi magari controvoglia, per soddisfare il proprio ego...
se intendevi questo era proprio quello che dicevo nel post introduttivo

Citazione:
seguire una disciplina so che per alcuni può addirittura essere visto come un ulteriore imbroglio dell'ego, che porta a volere qualcosa in modo troppo mentale, forzato, e affatto legato ad un sincero sentire del cuore.....
I Maestri come le religioni insegnano tutti una disciplina, l'obiettivo è lo stesso, ma è il metodo che cambia.
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Vecchio 14-02-2007, 03.47.07   #12
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Ma se non c'è uno sforzo di volontà, che disciplina sarebbe? E soprattutto.. a cosa serve?
Se faccio quel che mi piace e quando mi va a voglia...
Uno ha ben spiegato che ogni scusa che troviamo per non fare è un trucco della mente... (anche il non riuscire è una scusa... se non riesco insisto.. e se ancora non riesco insisto ancora, presto o tardi, se mi impegno qualcosa cambia).
Che mi piaccia o meno, se so che ho bisogno di regole ben venga se c'è qualcuno che me le suggerisce..poi dipenderà comunque da me.. non farmi fregare dalla mente, o pigrizia..
Si Red in sostanza è quello che sto dicendo pure io, lo sforzo di volontà ci sarà sempre e comunque, come già detto più su, se non ci si impegna nulla si può ottenere, e se qualche risultato lo abbiamo avuto, in qualunque campo ci si sia cimentati, evidentemente ci avremmo messo dell'impegno...mettendoci corpo, anima, spirito....è quella parola costrizione, legata a fanatismo che non mi piace.
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Vecchio 14-02-2007, 04.02.07   #13
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....è quella parola costrizione, legata a fanatismo che non mi piace.
Credo, buttadola li,che se si tratta di costrizione allora non è veramente quello che si vuole, in quanto ci si limita per favorire altro.
In pratica la forzatura, che si usa, altro non è che costrizione fine a se stessa, senza risultato.
Al contrario se c'è l'intento di " arrivare"( in poche parole seguire) ad una disciplina, attraverso la disciplina stessa, questo elimina sia il fanatismo e sia la costrizione.
Costrizione è, per l'appunto, costringersi a fare qualcosa, azione limitante.
Fanatismo, invece, è l'esasperazione del "fare" che oltrepassa l'azione, pertanto l'obiettivo stesso.
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Vecchio 14-02-2007, 14.01.15   #14
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"il fanatismo di cui parli mi par di capire sia quando si fa un qualcosa non per amore o passione, ma l'esatto contrario quando lo si fa obbligandosi magari controvoglia, per soddisfare il proprio ego...
se intendevi questo era proprio quello che dicevo nel post introduttivo"


in effetti qui l' argomento è la disciplina e non il fanatismo....però ci sta....
sai cosa penso? che sono sorella e fratello.....
due facce della stessa medaglia....
prova a dire ad un fanatico che lo é.....
lui è convintissimo di essere nel giusto...e non lo
fa mai controvoglia....il fanatismo esalta....certo che
non è giusto....perchè nessuno è schiavo come chi
lo vive/subisce....pensa a certi "militari" o "preti" .....

in effetti non indendevo propro cio che hai detto tu
ma che se non ti disciplini....è facile confondere
questi due elementi....il fanatico....appaga in parte
il proprio ego....perchè non si obbliga ad esserlo...
anzi...di rado lo è per una cosa che gli appartiene...
ma "sposa" l' idea di chi suppone sia più importante
di se...per semplificare...visto che il complicare è contagioso .....
presente quelle sette americane?...quelle decine e decine
di persone che alla sera vanno a nanna...e al mattino li scoprono
tutti cadaveri? ecco un estremo caso di fanatismo....
amavano tantissimo il guretto di turno...ecc...ecc...

vabbuò ho incasinato un po di più......

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Vecchio 14-02-2007, 15.09.32   #15
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secondo me ci stiamo perdendo in un bicchier d'acqua...se si trattasse solo di volontà, se non ci dovesse essere costrizione, a che dovrebbe servire una disciplina?
Se voglio fare una cosa la faccio e punto, se non voglio non la faccio.

Solo che non è così. La disciplina ci serve eccome, dato che non siamo capaci di portare in fondo le cose, dato che in noi non alberga una sola volontà.

Se inizio poniamo una Via è percè lo voglio fare. Che me ne faccio di una disciplina? Ebbeh, dato che alla prima difficoltà la mia volontà cambia, non voglio più fare, mi serve eccome.

Il punto è che in noi c'è la volotà di fare ma c'è anche il freno. E a volte il freno è forte, tanto forte da annichilire la volontà di fare. E allora o mi costringo (nel senso di mi obbligo ad andare contro il freno, che viene sentito come volontà anche se non lo è realmente) oppure finisce che non faccio nulla.

Lo scopo delle discipline, in qualsiasi campo, è esclusivamente quello di venire in aiuto quando la volontà vacilla. Mi costringo e vado avanti lo stesso. Poi quando in me ci sarà solo UNA volontà, allora ecco che la disciplina non mi servirà più, mi limiterò alla Via.

Ma se aspetto di fare solo quando "il cuore me lo dice" o quando ho voglia e non mi costringo mai, ovvero se non mi va lascio perdere, mi fermo, aspetto, soggiaccio alle mie voglie, impulsi, istinti, vizi ecc. farò ben poca strada... quella poca che mi permette la scrsa volontà di cui sono capace, quindi non cresco di un millimetro (dato che crescere presupponeanche un aumento della forza di volontà).

La questione del temere le costrizioni è una bufala, una balla con cui mi paro il c..o per scusarmi nel non fare. D'altra parte la cosa è palese... se sono io che mi costringo, se sono io che impongo costrizioni a me stesso, dove è il problema?
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Vecchio 15-02-2007, 17.57.24   #16
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secondo me ci stiamo perdendo in un bicchier d'acqua...se si trattasse solo di volontà, se non ci dovesse essere costrizione, a che dovrebbe servire una disciplina?
Se voglio fare una cosa la faccio e punto, se non voglio non la faccio.

Solo che non è così. La disciplina ci serve eccome, dato che non siamo capaci di portare in fondo le cose, dato che in noi non alberga una sola volontà.

Se inizio poniamo una Via è percè lo voglio fare. Che me ne faccio di una disciplina? Ebbeh, dato che alla prima difficoltà la mia volontà cambia, non voglio più fare, mi serve eccome.

Il punto è che in noi c'è la volontà di fare ma c'è anche il freno. E a volte il freno è forte, tanto forte da annichilire la volontà di fare. E allora o mi costringo (nel senso di mi obbligo ad andare contro il freno, che viene sentito come volontà anche se non lo è realmente) oppure finisce che non faccio nulla.

Lo scopo delle discipline, in qualsiasi campo, è esclusivamente quello di venire in aiuto quando la volontà vacilla. Mi costringo e vado avanti lo stesso. Poi quando in me ci sarà solo UNA volontà, allora ecco che la disciplina non mi servirà più, mi limiterò alla Via.

Ma se aspetto di fare solo quando "il cuore me lo dice" o quando ho voglia e non mi costringo mai, ovvero se non mi va lascio perdere, mi fermo, aspetto, soggiaccio alle mie voglie, impulsi, istinti, vizi ecc. farò ben poca strada... quella poca che mi permette la scarsa volontà di cui sono capace, quindi non cresco di un millimetro (dato che crescere presupponeanche un aumento della forza di volontà).

La questione del temere le costrizioni è una bufala, una balla con cui mi paro il c..o per scusarmi nel non fare. D'altra parte la cosa è palese... se sono io che mi costringo, se sono io che impongo costrizioni a me stesso, dove è il problema?
Hai ragione Ray.
Nel mio solito incasinare mi accorgo che non ho spiegato a fondo ciò che voglio dire.
Si può parlare di " disciplinare la volontà"?
Citazione:
Al contrario se c'è l'intento di " arrivare"( in poche parole seguire) ad una disciplina, attraverso la disciplina stessa, questo elimina sia il fanatismo e sia la costrizione
A questo volevo rifermi con" l'intento di arrivare", appunto, per arrivare, costringendo/forzando se stessi e dunque andare contro a quegli istinti e pulsioni o la mancanza di voglia in quel momento, quali ostacoli che al tempo stesso mi offrono la scusa a non azionarmi.

In pratica solo attraverso la disciplina potrò unificare quella volontà che ora, a causa della sua frammentaria presenza, da sola non è in grado di fare.
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Si può parlare di " disciplinare la volontà"?

In pratica solo attraverso la disciplina potrò unificare quella volontà che ora, a causa della sua frammentaria presenza, da sola non è in grado di fare.
Unificare quelle (prurale) volontà diverse. C'è quello che ha voglia di fare, poi arriva quello che è pigro, poi c'è quello che ha voglia di uscire con gli amici, e poi c'è quello tremendo che dice sempre che fa dopo che tanto c'è tempo.
Nel momento in cui affiorano tutte queste piccole volontà, lo sforzo sta nel seguire l'iniziale impulso di fare una cosa disciplinatamente. Tornando anche al discorso di cui si parla qui in ricordarsi di se.
Perciò in un certo senso si può pure parlare di disciplinare la volontà.. ma forse è meglio dire farla nascere per poi rafforzarla e mettere le tante piccole volontà sotto il suo "controllo". Così questo esercizio costante di costringersi in una cosa diventa il magnete per tutte le altre piccole volontà che si unificano.

Mi ricordo di un poeta che per studiare si fece legare ad una sedia dicendo: Volli, sempre volli, fortissimamente volli - Alfieri
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