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Vecchio 15-02-2007, 21.27.01   #1
Shanti
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Predefinito Che gaffe!

A chi non è mai capitato di fare una figuraccia? Inciampare e cadere davanti a decine di persone, dire a qualcuno che si ha l’influenza e poi farsi beccare dallo stesso in un ristorante, fare un commento su una persona senza accorgersi di averlo dietro le spalle, rovesciare addosso a qualcuno un bicchiere pieno, domandare a un conoscente notizie di un suo parente e scoprire che è morto da mesi…. In quei momenti c’è chi riesce, bontà sua, a fare spallucce e riderci sopra, ma anche chi più sensibile diventa viola per l’imbarazzo, chi vorrebbe sparire e chi ci mette dei giorni a riprendersi. Nel peggiore dei casi nel ricordo dell’imbarazzo vissuto e per il dolore emotivo provato qualcuno si sente inadeguato e timoroso di sbagliare e si chiude, si autolimita sfuggendo anche le situazioni sociali per evitare ulteriori gaffes.
Certo a volte può capitare anche solo per stanchezza e poca attenzione, ma è quando è una cosa continua che diventa un problema.
Nel caso in cui si è goffi e impacciati sembra che il corpo tradisca, faccia lo sgambetto e mentre si è lì che si cerca di fare bella figura, ricorda la segreta ed errata convinzione di non valere granchè.
In altri casi la paura del giudizio degli altri sembra attirare a ripetizione proprio quegli incidenti che si è cercato di evitare.

Parecchi anni fa, appena assunta in una ditta, il mio capo mi chiese di portare il caffè a lui e a un paio di persone che erano nel suo ufficio: sbadatamente rovesciai il caffè sopra i documenti che stavano consultando. La mortificazione unita alla paura di perdere il posto furono un vero e proprio trauma mai dimenticato. Curioso che a distanza di tanto tempo sia finita a fare proprio un’attività di quel genere
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Vecchio 15-02-2007, 22.58.33   #2
griselda
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A chi non è mai capitato di fare una figuraccia? Inciampare e cadere davanti a decine di persone, dire a qualcuno che si ha l’influenza e poi farsi beccare dallo stesso in un ristorante, fare un commento su una persona senza accorgersi di averlo dietro le spalle, rovesciare addosso a qualcuno un bicchiere pieno, domandare a un conoscente notizie di un suo parente e scoprire che è morto da mesi…. In quei momenti c’è chi riesce, bontà sua, a fare spallucce e riderci sopra, ma anche chi più sensibile diventa viola per l’imbarazzo, chi vorrebbe sparire e chi ci mette dei giorni a riprendersi. Nel peggiore dei casi nel ricordo dell’imbarazzo vissuto e per il dolore emotivo provato qualcuno si sente inadeguato e timoroso di sbagliare e si chiude, si autolimita sfuggendo anche le situazioni sociali per evitare ulteriori gaffes.
Certo a volte può capitare anche solo per stanchezza e poca attenzione, ma è quando è una cosa continua che diventa un problema.
Nel caso in cui si è goffi e impacciati sembra che il corpo tradisca, faccia lo sgambetto e mentre si è lì che si cerca di fare bella figura, ricorda la segreta ed errata convinzione di non valere granchè.
In altri casi la paura del giudizio degli altri sembra attirare a ripetizione proprio quegli incidenti che si è cercato di evitare.

Parecchi anni fa, appena assunta in una ditta, il mio capo mi chiese di portare il caffè a lui e a un paio di persone che erano nel suo ufficio: sbadatamente rovesciai il caffè sopra i documenti che stavano consultando. La mortificazione unita alla paura di perdere il posto furono un vero e proprio trauma mai dimenticato. Curioso che a distanza di tanto tempo sia finita a fare proprio un’attività di quel genere
La mia migliore amica è una gaffeur di professione è dirigente in una azienda e conosciuta ed apprezzata anche per le sue innumerevoli gaffe quando ritorna da qualche suo viaggio ci racconta le sue gaffe e... le risate sono assicurate oltre che rassicuranti. All'uscita da un'importante ristorante in compagnia di un gruppo di importanti clienti è scivolata in una pozzanghera, indossava un impermeabile bianco...in una nano secondo era già in piedi...facendo finta che nulla fosse successo (con un misto di rabbia e vergogna) poi nel cercare di rientrare in albergo per cambiarsi si è chiusa il braccio dentro la porta girevole bloccando l'entrata a tutti perchè dal dolore cadde e svenne.
Io quando faccio una gaffe oltre a rovinarmi la giornata mi rovino anche il tempo a venire ogni volta che il ricordo ritorna all'orizzonte. Mi domando come si può essere così diversi pur avendo lo stesso problema di gaffeur uno lo vive in un modo non limitante mentre l'altro al suo opposto.
Qualcuno lo sa spiegare?
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Vecchio 16-02-2007, 11.58.55   #3
RedWitch
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A chi non è mai capitato di fare una figuraccia? Inciampare e cadere davanti a decine di persone,
Ecco.. questa per me è stata una costante per anni. Cadevo ovunque, per strada, per le scale, un paio di volte mi sono fatta discretamente male ... in tutti quei casi, non cercavo di fare bella figura, semplicemente stavo camminando e zac.. era come se il mio corpo mi dicesse che dato che non me ne curavo affatto, quasi come non esistesse, si facesse sentire in quel modo.. abbiamo già visto in forum che una persona che cade provoca ilarità generale, quindi, oltre al dolore fisico, si univa un misto di rabbia (ma che ridi mi sono fatta male ), e vergogna nei confronti degli altri, e nei miei...

Pensavo anche al caso del parente morto da mesi... siamo noi che ci sentiamo in difetto o imbarazzo.. perchè se non so che il parente in questione è morto, e domando.. e la risposta mi fa sentire in imbarazzo.. quello che mi chiedo è: ma non potevo farmi gli affari miei?...
Forse perchè spesso, quando si chiede di altri, lo si fa più per curiosità che non per reale interesse nei confronti della persona.. non so.. che ne dite?

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Mi domando come si può essere così diversi pur avendo lo stesso problema di gaffeur uno lo vive in un modo non limitante mentre l'altro al suo opposto.
Qualcuno lo sa spiegare?
Penso che questo dipenda da come ci sentiamo con noi stessi.. più ci accettiamo e più sarà facile prendere con un sorriso quello che accade... senza badare troppo al giudizio esterno...

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Vecchio 16-02-2007, 13.18.35   #4
stella
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A me fa più male fare una gaffe del tipo "parente morto da mesi" o ancora peggio parlare di qualcuno "senza peli sulla lingua" senza sapere che questa persona è alle tue spalle e che ti ha sentito....
Queste sono gaffes veramente paralizzanti, a me è accaduto una volta che con un collega di lavoro criticavo allegramente il modo di fare del mio capufficio, quando nel bel mezzo di una frase è apparso all'improvviso davanti a me, come materializzato dal nulla...
Non vi sto a dire l'imbarazzo e il tentativo di cambiare discorso....
Lui da parte sua ha finto di non aver sentito niente, ma poi mi sono tormentata per settimane chiedendomi se aveva sentito e quanto aveva sentito...

Queste gaffes sono più difficili da gestire, perchè interferiscono sui rapporti interpersonali...

E' molto più facile sdrammatizzare una caduta o una cosa rovesciata incidentalmente...

La differenza sta che una cosa accade e basta (la caduta), l'altra la facciamo accadere noi...
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Vecchio 17-02-2007, 15.20.34   #5
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Queste gaffes sono più difficili da gestire, perchè interferiscono sui rapporti interpersonali...

E' molto più facile sdrammatizzare una caduta o una cosa rovesciata incidentalmente...
In effetti nel primo caso vengono coinvolte altre persone, con il rischio di offenderle appunto. Nel secondo caso se inciampo posso vivere un momento imbarazzante più che fare una gaffe, ma se cadendo faccio male a qualcuno o gli rovescio addosso qualcosa ecco che lo coinvolgo.
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La differenza sta che una cosa accade e basta
Accade ma mai per caso


Qualche anno fa avevo per cliente un anziano ex magistrato in pensione. Questo signore molto colto riusciva anche a essere interessante, peccato che avesse l’abitudine di lagnarsi sempre, dopo 10 minuti ad ascoltarlo riusciva a farti sentire come un sacco vuoto (un vero vampiro energetico). Un giorno, dopo un quarto d’ora che mi parlava di quanto fosse noiosa la sua vita gli dissi senza pensarci due volte (la maestrina?): La noia inizia dove finisce l’intelligenza. Mi accorsi di aver fatto una gaffe e di averlo offeso quando mi sentii rispondere prima di andarsene impettito: E si vede che io sono un coglione!!
Il giorno dopo davanti a una ventina di persone mi ha dato della bambinona, ho capito subito che si era vendicato e gli ho risposto sorridendo: Lo so.
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Vecchio 17-02-2007, 20.01.36   #6
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Bella figura e brutta figura o figuraccia....
Mi ricordano tanto quelle esibizioni di nuoto sincronizzato, le frecce tricolore (la pattuglia acrobatica con gli aerei) le figure in ginnastica etc etc.....
Si dice ho fatto una bella o brutta figura... non si dice sono una bella o brutta figura...

Sarebbe istruttivo "ragionare" (Intendo non nel senso più basso... ma nel senso di meditazione/riflessione) sul termine figura, comprendere come ogni nostra azione che sia parola, movimento, comportamento etc crei una figura e non solo in senso metaforico... alcune figure potrebbero essere semplici ma altre molto complesse.
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Vecchio 17-02-2007, 23.42.26   #7
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Bella figura e brutta figura o figuraccia....
Mi ricordano tanto quelle esibizioni di nuoto sincronizzato, le frecce tricolore (la pattuglia acrobatica con gli aerei) le figure in ginnastica etc etc.....
Si dice ho fatto una bella o brutta figura... non si dice sono una bella o brutta figura...

Sarebbe istruttivo "ragionare" (Intendo non nel senso più basso... ma nel senso di meditazione/riflessione) sul termine figura, comprendere come ogni nostra azione che sia parola, movimento, comportamento etc crei una figura e non solo in senso metaforico... alcune figure potrebbero essere semplici ma altre molto complesse.
La figura potrebbe essere il risultato del " figurare ".
In questo senso quindi figurante o attore.
Se sono nella figura, e quindi posso immedesimarmi con la figura stessa, posso dire di essere la figura; al contario se la " faccio ", la costruisco, non sono nella figura ma la provoco dando una forma a ciò che accade all'esterno, prodotto di quello che avviene all'interno...
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 18-02-2007, 15.17.13   #8
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La figura potrebbe essere il risultato del " figurare ".
In questo senso quindi figurante o attore.
Se sono nella figura, e quindi posso immedesimarmi con la figura stessa, posso dire di essere la figura; al contario se la " faccio ", la costruisco, non sono nella figura ma la provoco dando una forma a ciò che accade all'esterno, prodotto di quello che avviene all'interno...
Non era questo il senso che volevo dare a questa espansione del discorso.... anche se i figuranti sono una... figura (dai sforzatevi che apre molte porte) che sta bene qui.
Ok do uno spunto... è connesso a forma (ed altro)... anche l'etimologia lo dice... quindi se la figura quando dico "tizio indossa bene tutti gli abiti, ha una bella figura" indica la sua forma fisica, oltre ad esserci un'altra figura meno materiale nel singolo... c'è anche la forma che questo crea nel movimento, nelle azioni... ok basta, se nessuno si sforza vi faccio pure gli esempi... ma poi non c'è gusto (per voi)
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Vecchio 18-02-2007, 16.41.38   #9
griselda
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Beh quando faccio una brutta figura è perché sono convinta di esserne un’altra di figura. In poche parole non mi vedo se mi vedessi non farei quella figura ma sarei quella figura. Di conseguenza non mi sentirei a disagio o no?
La figura è una maschera che indossiamo per apparire e quando questa ci cade inaspettatamente ci sentiamo a disagio ovvero nudi abbiamo perso ciò che ci maschera davanti agli altri la stessa sensazione che se ci vedessero nudi mentre usciamo dalla vasca da bagno dalla finestra del bagno.
“Faccio” quindi “non sono” almeno credo di non essere in quel momento ciò che invece sono e appaio all’altra persona.
Ma se faccio una gaffe vuol dire che io sono anche quella parte che fa la gaffe che è anche lei dentro di me ma la tengo nascosta per non essere giudicata (male)? Insomma è possibile che siamo molto più quello che appare nelle gaffe di quello che siamo quando facciamo di tutto per fare una bella figura?
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Vecchio 18-02-2007, 17.36.21   #10
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Non era questo il senso che volevo dare a questa espansione del discorso.... anche se i figuranti sono una... figura (dai sforzatevi che apre molte porte) che sta bene qui.
Ok do uno spunto... è connesso a forma (ed altro)... anche l'etimologia lo dice... quindi se la figura quando dico "tizio indossa bene tutti gli abiti, ha una bella figura" indica la sua forma fisica, oltre ad esserci un'altra figura meno materiale nel singolo... c'è anche la forma che questo crea nel movimento, nelle azioni... ok basta, se nessuno si sforza vi faccio pure gli esempi... ma poi non c'è gusto (per voi)
Nell'etimologia della parola "forma" ho trovato una cosa che mi sembra connesso al tuo spunto:

Forma= figura esteriore della materia , disposizione di parti, modo di disporre le parti nei lavori umani, maniera in cui una cosa è disposta e quindi costituita. Modello per dare alla materia una figura stabilita.

Tutto questo a me fa pensare che in ogni cosa che facciamo, in ogni movimento ci sia la costituzione di una figura, di una forma che noi diamo in ogni gesto che compiamo, semplicemente muovendoci.
Si dice "ho fatto" una brutta/bella figura etc.. sono io che do forma (che faccio) alla figura, ma quella figura non sono io..
Le figure allora, potrebbero essere il modo in cui io posso materialmente interfacciarmi nel mondo (così come attraverso le personalità, posso interfacciarmi in un modo piuttosto che in un altro)?
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Vecchio 18-02-2007, 18.37.02   #11
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Non era questo il senso che volevo dare a questa espansione del discorso.... anche se i figuranti sono una... figura (dai sforzatevi che apre molte porte) che sta bene qui.
Ok do uno spunto... è connesso a forma (ed altro)... anche l'etimologia lo dice... quindi se la figura quando dico "tizio indossa bene tutti gli abiti, ha una bella figura" indica la sua forma fisica, oltre ad esserci un'altra figura meno materiale nel singolo... c'è anche la forma che questo crea nel movimento, nelle azioni... ok basta, se nessuno si sforza vi faccio pure gli esempi... ma poi non c'è gusto (per voi)
Mi viene in mente un modello che si cerca di imitare, ma può essere anche imitato se si reputa perfetto
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Vecchio 18-02-2007, 20.35.51   #12
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... quindi se la figura quando dico
"tizio indossa bene tutti gli abiti, ha una bella figura" indica la sua forma fisica, oltre ad esserci un'altra figura meno materiale nel singolo... c'è anche la forma che questo crea nel movimento, nelle azioni... ok basta, se nessuno si sforza vi faccio pure gli esempi... ma poi non c'è gusto (per voi)
In questo senso.. il " tizio indossa bene tutti gli abiti,ha un bella figura " potrebbe rappresentare il riempimento, come dice Red, della forma, cioè la sua costituzione.
La si costituisce a seconda, cercando di seguire l'esempio dell'abito, che si indossi un abito elegante o sportivo.
Tutto ciò che, in quanto movimento/comportamento, deriva da questo " indossare" questo o quell'abito costituisce, appunto, la forma esteriore.
La forma esteriore, qualora le parti che compongono la forma stessa, sono disposte in maniera differente, potrebbe risultare diversa.
Allo stesso modo la " costituzione " della forma da parte di Tizio varia, all'esterno, da un lato in conseguenza da ciò che indossa e dall'altro dal comportamento che assume o dalle azioni che opera, conseguenza di quel costituire.
Ad esempio se sono un diplomatico costituirò il mio comportamento, quindi la forma, in un modo, al contrario se sono un salumiere avrò un'altro modo di costituire una forma. In entrambi i casi avrò costituito una forma diversa non soltanto in relazione al lavoro che faccio o all'abito che indosso ma anche nelle azioni che da quel lavoro possono derivare.
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Vecchio 18-02-2007, 22.18.59   #13
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Uff... sono così tanto fuori? RedW ha capito cosa intendevo
Intendevo qualcosa che per certi versi si avvicina ai fondamenti della geometria
sacra.
Per esempio se io vado verso un'altra persona in modo fisico la figura sarà una retta, questa è la figura più semplice immaginabile (ovviamente escludendo il punto nello stare fermi).
Ho detto in senso fisico, ma ci sono azioni e comportamenti che possono non essere fisici (so che qualcuno noterà come sempre tutti i thread si collegano e intersecano in un dato periodo, cosa che purtroppo è apprezzabile solo da chi partecipa o almeno legge in tempo reale e costante), e le forme, le figure che componiamo (più o meno consciamente) possono assumere anche colori o odori per esempio etc etc.
Sotto ho messo un'immagine di alcuni modelli matematici... osservate quanto interessante è che su due forze perpendicolari a croce (spazio tempo) che spingono verso lo stessa parte, con un punto centrale focale fisso esce...? (la prima della serie)
Icone allegate
Clicca sull'immagine per ingrandirla

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Ultima modifica di Uno : 18-02-2007 alle ore 22.21.21. Motivo: ho corretto la definizione del modello matematico
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Vecchio 18-02-2007, 23.53.11   #14
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Vecchio 19-02-2007, 00.05.32   #15
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Uff... sono così tanto fuori? RedW ha capito cosa intendevo
Intendevo qualcosa che per certi versi si avvicina ai fondamenti della geometria
sacra.
Non mi pareva di aver Compreso questo " concetto" ( o al massimo non mi sono impegnato abbastanza mi sa...).
Oltretutto....ho difficoltà anche con la geometria...
insomma..posso avere delucidazioni?
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Vecchio 19-02-2007, 10.50.33   #16
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Le figure postate da Uno sono risultanti di forze che interagiscono in un dato ambito, le figure che facciamo anche.

Non solo i movimenti che compiamo, ma i pensieri, le intenzioni, le paure, gli stati psicologici in genere, nonchè emozioni, insicurezze e chi più ne ha più ne metta sono forze che concorrono a formare la "figura" che stiamo componendo.

Quelle postate da Uno sono se vogliamo tutte belle figure. Sono armoniche, regolari ecc... il risultato di forze diciamo controllate. Immaginiamo però una di quelle funzioni matematiche in cui un parametro impazzisca di colpo e vada a scombinare tutto... altro che bel disegno geometrico regolare... uno scarabocchio ben che vada...
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Vecchio 19-02-2007, 12.41.10   #17
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Sembra la spirale aurea di Fibonacci
Una figura di un ballo ad esempio è composta da un certo numero di mosse sempre uguali e precise.
Quindi la gaffe in un balletto è uscire dallo schema è una figura con un errore quindi una brutta figura.
Nella sequenza di fibonacci i numeri si susseguono attraverso la somma dei primi due ovvero 1-1-2-3-5-8 questi vanno a formare una spirale… questo mi fa pensare che per salire le mosse vanno cambiate affinché la figura stessa si modifichi. Come il cerchio è la ripetizione sempre uguale la spirale invece è una modificazione delle azioni che portano ad una salita o una discesa il cerchio si rompe e crea la spirale.
Come ad esempio si diceva in forme pensiero gli stessi medesimi pensieri creano poi una forma e questa forma col tempo forma la materia quindi una figura.
Ok mi metto in posizione e porgo il
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Vecchio 19-02-2007, 18.08.57   #18
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Non solo i movimenti che compiamo, ma i pensieri, le intenzioni, le paure, gli stati psicologici in genere, nonchè emozioni, insicurezze e chi più ne ha più ne metta sono forze che concorrono a formare la "figura" che stiamo componendo.

Quelle postate da Uno sono se vogliamo tutte belle figure. Sono armoniche, regolari ecc... il risultato di forze diciamo controllate. Immaginiamo però una di quelle funzioni matematiche in cui un parametro impazzisca di colpo e vada a scombinare tutto... altro che bel disegno geometrico regolare... uno scarabocchio ben che vada...
Dunque le figure che componiamo noi, risulteranno scarabocchi fintanto che non ci conosceremo perfettamente, fintanto che tutte le forze che concorrono a comporle, non saranno la risultante di forze che possiamo controllare volontariamente..
E per esempio, finchè sarà la stessa forza a "saltare", la figura che stiamo componendo sarà la stessa, come diceva Gris?
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Vecchio 19-02-2007, 18.38.05   #19
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Si dice di essere in forma fisica, quando ci si sente nel giusto equilibrio psico-fisico,
e si dice fare bella figura come in un bel disegno armonico... perchè ci muoviamo con equilibrio ed armonia.
Le figuracce, le gaffes, sono una mancanza di equilibrio nostro, (cadere) creando un comportamento disarmonico che ci mette in imbarazzo.
Ma l'imbarazzo viene perchè qualcuno ci guarda o ci ascolta, se nessuno ci vedesse o ascoltasse non ci sarebbe la figuraccia, a meno che non siamo noi a ridere di noi stessi....
Perciò noi siamo la forma da cui creiamo la figura....
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Vecchio 19-02-2007, 23.08.35   #20
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C'è da dire che molto spesso le gaffes derivano soltanto da una errata scelta del momento, e non dall'azione in sè... Che so, una particolare domanda posta al momento sbagliato può apparire ridicola ed esilarante, o viceversa sembrare acuta e mirata in altro momento...

In molte arti marziali una figura è un insieme di "mosse" prestabilite (in karate chiamata Kata) e come detto sopra non ci muoviamo solo con il corpo fisico ma lo facciamo anche con la mente e con le emozioni... Quindi una determinata sequenza di "mosse mentali" faranno (daranno) una figura, che potrà essere comica, altezzosa o che altro a seconda delle mosse e del momento in cui verranno eseguite.
Il punto è che spesso ci identifichiamo con tali mosse, coi nostri movimenti, con le immagini che lasciamo dietro di sè...

Un samurai che con la spada fendesse più volte l'aria, disegnando un ideogramma immaginario, saprebbe che quella è solo una delle innumerevoli espressione che la sua spada può manifestare...
La spada è di solido acciaio, mentre l'ideogramma disegnato è "aria"...
Ugualmente, nelle gaffes fa ridere ciò che si manifesta, non ciò che si è...
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Vecchio 20-02-2007, 01.11.47   #21
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la figuraccia è una forma mal riuscita che cmq genera vergogna e questa vergogna è presente perchè c'è l'altro che osserva e metre sono osservato, sposto il modo di vedermi di vedere il PER SE e da soggetto divengo l'oggetto,
questo ultimo era il pensiero di Sartre.
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Vecchio 20-02-2007, 10.50.50   #22
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Si dice di essere in forma fisica, quando ci si sente nel giusto equilibrio psico-fisico,
e si dice fare bella figura come in un bel disegno armonico... perchè ci muoviamo con equilibrio ed armonia.
Le figuracce, le gaffes, sono una mancanza di equilibrio nostro, (cadere) creando un comportamento disarmonico che ci mette in imbarazzo.
Ma l'imbarazzo viene perchè qualcuno ci guarda o ci ascolta, se nessuno ci vedesse o ascoltasse non ci sarebbe la figuraccia, a meno che non siamo noi a ridere di noi stessi....
Perciò noi siamo la forma da cui creiamo la figura....
Essere in forma, significa proprio non strabordare ne in fuori ne in dentro da quelli che sarebbero i fisiologici confini della nostra costituzione psicofisica... qualcuno un pò più magretto, qualcuno un pò più in carne ma mai scheletrici o obesi...

Io non limiterei la figuraccia solo ad altri o noi stessi che ridiamo, il punto focale è la vergogna (come dice Ayn) che proveremo nel momento che avremo fatto qualcosa di sbagliato... a meno che non siamo talmente bravi (o stupidi dipende dai punti di vista) da nasconderci il tutto alla coscienza.... cioè cercando di addormentare, offuscare la coscienza...
Sebbene siamo in psicologia trovo che sarebbe carino rileggere la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso, e la loro vergogna nel essere nudi, sotto altri interessanti (per me almeno) punti di vista. Erano nell'eden nella condizione di perfezione, ma con l'atto della mela (che adesso è fuori tema) escono dalla figura perfetta per sperimentare (loro e attraverso la loro discendenza) tutte le altre figure... belle o brutte (come detto sopra da Ray) possibili...

Le figure mediamente complesse che possono uscire da più variabili sono un groviglio che potrebbe assomigliare ad un gomitolo "lavorato" da un gatto
La complessità potrebbe rendere armonica, per compensazione, una figura che semplificata non lo sarebbe.... questo non so se è chiaro.... ma provate a prendere un foglio ed iniziate a scarabocchiare una certa area fermandovi dopo 10 secondi.... può essere uno scarabocchio più o meno gradevole... ma se continuate per 1 ora sempre nella stessa area alla fine ne verrà fuori.... un caos che però ha una sua armonia.... una mente fantasiosa potrebbe perdersi nell'osservarlo..... come nell'osservare il nostro Universo.
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Vecchio 21-02-2007, 08.57.24   #23
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Ma ci si influenza tra forme diverse? La manifestazione di una forma altrui può rendere disarmoniosa la mia se sto interagendo con l'altro (chiaramente in maniera el tutto inconsapevole)?
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Vecchio 21-02-2007, 23.15.43   #24
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Sebbene siamo in psicologia trovo che sarebbe carino rileggere la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso, e la loro vergogna nel essere nudi, sotto altri interessanti (per me almeno) punti di vista. Erano nell'eden nella condizione di perfezione, ma con l'atto della mela (che adesso è fuori tema) escono dalla figura perfetta per sperimentare (loro e attraverso la loro discendenza) tutte le altre figure... belle o brutte (come detto sopra da Ray) possibili...
Adamo ed Eva si vergognarono di essere nudi quando si aprirono i loro occhi e si videro, si vergognarono al punto che si nascosero... per non essere visti...
Non è che prima erano ciechi ma non erano proprio consapevoli di come erano e nemmeno gli importava di saperlo... perchè non si sentivano in colpa e non avevano nessun problema ad essere visti e a guardarsi....
Qui torna il discorso del vedere, guardare, osservare...
Che presuppone che bisogna essere almeno in due, uno che è... anzi che fa la figura e l'altro che la vede...
Ci si può anche osservare in se stessi ma questo è un discorso diverso, però capita anche che uno si vergogni di se stesso ma dentro di noi sappiamo perdornarci sempre e trovare sempre una giustificazione... davanti a un'altra persona non sempre è possibile....

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Le figure mediamente complesse che possono uscire da più variabili sono un groviglio che potrebbe assomigliare ad un gomitolo "lavorato" da un gatto
La complessità potrebbe rendere armonica, per compensazione, una figura che semplificata non lo sarebbe.... questo non so se è chiaro.... ma provate a prendere un foglio ed iniziate a scarabocchiare una certa area fermandovi dopo 10 secondi.... può essere uno scarabocchio più o meno gradevole... ma se continuate per 1 ora sempre nella stessa area alla fine ne verrà fuori.... un caos che però ha una sua armonia.... una mente fantasiosa potrebbe perdersi nell'osservarlo..... come nell'osservare il nostro Universo.
In effetti prendendo solo un pezzetto di universo sembrerebbe di vedere un caos ma se si osserva tutto il "disegno" nel suo insieme si vede che in quell'apparente disordine c'è armonia...
Come se tante linee casuali non siano affatto casuali, e abbiano una loro ragion di essere...

Quindi, per analogia, anche tante figuraccie alla fine hanno una loro armonia, basta vedere il disegno nell'insieme...
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