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Vecchio 27-03-2007, 11.57.38   #1
Uno
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Predefinito Peccato

Visto che c'è un periodo di tranquillità in forum, alziamo un vespaio.

Le interpretazioni sono molteplici sia nelle forme esteriori delle vaire religioni che all'interno di una stessa religione, basta vedere nel più vicino a noi Cristianesimo pre-varie-confessioni (anche sta "confessioni" merita un discorso... dopo...) la diatriba tra S.Agostino e Pelagio sulla possibilità o meno dell'uomo di salvarsi con le sue sole forze o meno.
Ma questo sarebbe già andare avanti nel discorso... vorrei partire dall'inizio.
Tutto iniza con il peccato orginale... ci possiamo girare intorno quanto vogliamo ma il senso è quello... un principio da cui poi si propaga attraverso l'ereditarietà una... diciamo caratteristica (non mi viene niente di meglio adesso) dell'uomo sulla terra.
Ho più volte scritto che peccato è una pecca, una mancanza, non è qualcosa che facciamo... ma che non facciamo... anche se paradossalmente questa può concretizzarsi nel fare qualcosa. Esempio stupido... rubo... ho fatto qualcosa ma la mancanza, il peccato è stato nel non essere onesto.
Sembra una distinzione stupida e inutile, ma cambia il senso... per esempio se come essere umano non amo qualcuno (non dico odio.. ) sono un peccatore... ed ecco il perchè del detto che siamo tutti peccatori, non ho bisogno di odiare, anche rimanere nell'ignavia via di mezzo in questo caso è sbagliato.
A qualcuno potrebbero dar fastidio parole come sbaglio, che però seguendo l'originale senso non sono altro che mancanza di visione nitida, sempre a mancanza torniamo.
Il paradosso dei paradossi è che per trovare una completezza ed integralità dovremmo poter anche comprendere queste mancanze, cioè nell'innocenza originaria prima del peccato originale queste mancanze erano nell'uomo... il quale non avendole più manca, pecca
Esempino insulso? Uhum... è più difficile di quello che pensavo..... il mare... quando c'è bassa marea nella zona che di solito esso (mare) occupa c'è un vuoto, una mancanza... quando il mare recupera quello spazio con l'alta marea è intero... non c'è più spazio vuoto e spazio con acqua, è tutto spazio acqua... ma c'è anche quella zona di bagnasciuga che nella bassa marea è acqua mancante...
Lo so non rende bene... ma è difficile trovare un esempio chiaro... comunque questo apre anche altri spunti che i più attenti noteranno seppur non collegati direttamente al thread.

Avrei ancora tantissime cose da dire... ma sono cosciente che più di 4 righe sono un muro ripido (e con i cocci di vetro in alto ) per l'attenzione comune...
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Vecchio 27-03-2007, 14.19.07   #2
griselda
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Visto che c'è un periodo di tranquillità in forum, alziamo un vespaio.

Le interpretazioni sono molteplici sia nelle forme esteriori delle vaire religioni che all'interno di una stessa religione, basta vedere nel più vicino a noi Cristianesimo pre-varie-confessioni (anche sta "confessioni" merita un discorso... dopo...) la diatriba tra S.Agostino e Pelagio sulla possibilità o meno dell'uomo di salvarsi con le sue sole forze o meno.
Ma questo sarebbe già andare avanti nel discorso... vorrei partire dall'inizio.
Tutto iniza con il peccato orginale... ci possiamo girare intorno quanto vogliamo ma il senso è quello... un principio da cui poi si propaga attraverso l'ereditarietà una... diciamo caratteristica (non mi viene niente di meglio adesso) dell'uomo sulla terra.
Si potrebbero chiamare anche predisposizioni che poi abbiamo ereditato? (distrorsioni)
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Ho più volte scritto che peccato è una pecca, una mancanza, non è qualcosa che facciamo... ma che non facciamo... anche se paradossalmente questa può concretizzarsi nel fare qualcosa. Esempio stupido... rubo... ho fatto qualcosa ma la mancanza, il peccato è stato nel non essere onesto.
In quel momento ho trattenuto l’onestà ed ho manifestato la disonestà visto che noi siamo tutto dentro abbiamo tutte e due le parti della medaglia?
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Sembra una distinzione stupida e inutile, ma cambia il senso... per esempio se come essere umano non amo qualcuno (non dico odio.. ) sono un peccatore... ed ecco il perchè del detto che siamo tutti peccatori, non ho bisogno di odiare, anche rimanere nell'ignavia via di mezzo in questo caso è sbagliato.
Se non amo qualcuno vuol dire che rifiuto qualcosa anche di me visto che siamo in origine tutti uguali giusto? Nel mezzo poi mi reprimo?

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A qualcuno potrebbero dar fastidio parole come sbaglio, che però seguendo l'originale senso non sono altro che mancanza di visione nitida, sempre a mancanza torniamo.
Il paradosso dei paradossi è che per trovare una completezza ed integralità dovremmo poter anche comprendere queste mancanze, cioè nell'innocenza originaria prima del peccato originale queste mancanze erano nell'uomo... il quale non avendole più manca, pecca
L’uomo in origine manifestava tutto? Ora trattenendo qualche parte pecca?
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Esempino insulso? Uhum... è più difficile di quello che pensavo..... il mare... quando c'è bassa marea nella zona che di solito esso (mare) occupa c'è un vuoto, una mancanza... quando il mare recupera quello spazio con l'alta marea è intero... non c'è più spazio vuoto e spazio con acqua, è tutto spazio acqua... ma c'è anche quella zona di bagnasciuga che nella bassa marea è acqua mancante...
Intendi che la integralità sta nel andare e venire delle onde? Che poi è quello che avviene automaticamente. E se io invece trattengo un’onda per troppo tempo poi avviene un’onda anomala che fa un disastro?
Se invece imparo a nuotare nel mare mosso con i cavalloni imparo a metter fuori la testa al tempo giusto coi ritmi giusti amerò il mare in tutte le sue stagioni ed in tutte le sue manifestazioni perché lui è il mare ed il mare è così com’è?


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Lo so non rende bene... ma è difficile trovare un esempio chiaro... comunque questo apre anche altri spunti che i più attenti noteranno seppur non collegati direttamente al thread.

Avrei ancora tantissime cose da dire... ma sono cosciente che più di 4 righe sono un muro ripido (e con i cocci di vetro in alto ) per l'attenzione comune...
rimandata?
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Vecchio 27-03-2007, 15.22.37   #3
Grey Owl
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Prima del peccato (mancanza) originale… l’uomo era integro (intero)… per analogia il mare intero… poi avviene la mancanza di una parte (peccato) che per analogia e’ la bassa marea…
Ma ce’ appunto la zona di bagnasciuga che a cicli alterni viene bagnata dal mare (colmo la mancanza)… e un ciclo in cui si ritira il mare (perdo interezza)…
Per ritrovare la completezza dovremmo colmare le mancanze… le perdute parti all’origine dalla cacciata del paradiso.
Il peccato originale e’ la bassa marea (che lascia scoperto un lembo di spiaggia)… la completezza l’alta marea (il mare intero)… il bagnasciuga coi suoi riflussi delle onde e’ l’uomo?

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Vecchio 27-03-2007, 18.45.41   #4
stella
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Il peccato originale consiste soprattutto nel voler mettersi al posto di Dio, ma l'uomo, non essendo Dio ma "creatura" con il peccato stravolge l'ordine naturale delle cose credendo un bene quello che in realtà è un male, e così si priva della grazia di Dio....
La grazia è essere in sintonia con la legge divina, che è anche la legge naturale delle cose....
Quindi il peccato è un privarsi della grazia divina, ma quello che è fondamentale è che il peccato deve essere un atto volontario, una libera decisione...
Questo vale per chi aderisce ad una confessione di fede, peccando viene meno a quello in cui crede e perciò si trova in uno stato di squilibrio.... come se fosse diviso in se stesso, e finchè non ritrova l'unità in se stesso e con Dio è come se mancasse di qualcosa, verso se stesso e verso gli altri.
Dopo il peccato originale l'uomo e la donna si nascosero ed ebbero paura di farsi vedere da Dio perchè erano nudi, e questa loro nudità indica anche che avevano perso quella fiducia (fede) verso Dio che pur li aveva fatti così e non ne avevano vergogna... è come se un velo fosse caduto dai loro occhi, che fa vedere un male quello che era stato giudicato molto buono e viceversa... e li fa dividere da Dio...
Per chi non ha una fede non esiste nemmeno il peccato, almeno non nel senso che diamo noi a questa parola, ma comunque fare qualcosa di malvagio od omettere di fare qualcosa di buono porta comunque uno squilibrio in tutto l'essere.... che determina il suo comportamento e il comportamento di quelli che gli stanno vicino, così il peccato si propaga come i cerchi concentrici di un sasso lanciato nell'acqua...
La grazia divina comunque viene anche e soprattutto dopo il peccato, è un atto d'amore e di misericordia verso l'uomo.... appunto perchè nessuno è perfetto e si alternano momenti di grazia e di dis-grazia....
Se l'uomo potresse salvarsi dal peccato con le sue proprie forze, non sarebbe stato necessario l'intervento diretto di Dio nella storia facendosi uomo come noi... per riaprire la via che sembrava irrimediabilmente chiusa...
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Vecchio 27-03-2007, 19.42.16   #5
'ayn soph
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Il peccato è un aspetto proprio di questa nostra dimensione.
La dimensione del paradiso terrestre perduta non è quella in cui oggi viviamo.
Abbiamo voluto fare questa esperienza, anche del peccato, per analizzarlo, incorporarlo e superarlo.
Ovviamente non tutti arrivano al superamento subito o nella stessa maniera, il mezzo non è mai il fine e quindi ciascuno percorre questo tratto di montagna con uno scarpone diverso, la meta finale è la cima, non lo scarpone.

Per ovvie ragione non ho potuto vedere prima il post di stella, inserito subito prima del mio (quando digitavo) ma cmq il discorso è lo stesso valido.

Ultima modifica di 'ayn soph : 27-03-2007 alle ore 19.45.05.
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Vecchio 28-03-2007, 00.16.34   #6
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Visto che c'è un periodo di tranquillità in forum, alziamo un vespaio.

Le interpretazioni sono molteplici sia nelle forme esteriori delle vaire religioni che all'interno di una stessa religione, basta vedere nel più vicino a noi Cristianesimo pre-varie-confessioni (anche sta "confessioni" merita un discorso... dopo...) la diatriba tra S.Agostino e Pelagio sulla possibilità o meno dell'uomo di salvarsi con le sue sole forze o meno.
Ma questo sarebbe già andare avanti nel discorso... vorrei partire dall'inizio.
Tutto iniza con il peccato orginale... ci possiamo girare intorno quanto vogliamo ma il senso è quello... un principio da cui poi si propaga attraverso l'ereditarietà una... diciamo caratteristica (non mi viene niente di meglio adesso) dell'uomo sulla terra.
Ho più volte scritto che peccato è una pecca, una mancanza, non è qualcosa che facciamo... ma che non facciamo... anche se paradossalmente questa può concretizzarsi nel fare qualcosa. Esempio stupido... rubo... ho fatto qualcosa ma la mancanza, il peccato è stato nel non essere onesto.
Sembra una distinzione stupida e inutile, ma cambia il senso... per esempio se come essere umano non amo qualcuno (non dico odio.. ) sono un peccatore... ed ecco il perchè del detto che siamo tutti peccatori, non ho bisogno di odiare, anche rimanere nell'ignavia via di mezzo in questo caso è sbagliato.
A qualcuno potrebbero dar fastidio parole come sbaglio, che però seguendo l'originale senso non sono altro che mancanza di visione nitida, sempre a mancanza torniamo.
Il paradosso dei paradossi è che per trovare una completezza ed integralità dovremmo poter anche comprendere queste mancanze, cioè nell'innocenza originaria prima del peccato originale queste mancanze erano nell'uomo... il quale non avendole più manca, pecca
Esempino insulso? Uhum... è più difficile di quello che pensavo..... il mare... quando c'è bassa marea nella zona che di solito esso (mare) occupa c'è un vuoto, una mancanza... quando il mare recupera quello spazio con l'alta marea è intero... non c'è più spazio vuoto e spazio con acqua, è tutto spazio acqua... ma c'è anche quella zona di bagnasciuga che nella bassa marea è acqua mancante...
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Avrei ancora tantissime cose da dire... ma sono cosciente che più di 4 righe sono un muro ripido (e con i cocci di vetro in alto ) per l'attenzione comune...
Vorrei partire un attimo da quello che ho posto in neretto.
Partiamo dal presupposto che io non sia onesto con me stesso, anche questo sicuramente potrebbe essere inserito nelle " mancanze" ossia quale peccato. Manco di qualcosa nei confronti di me stesso, appunto dell'onestà. Tecnicamente potrei dire di " aver rubato" qualcosa non manifestandola.
Continuando, lo sbaglio allora è una questione relativa all'uomo e dell'uomo in quanto tale.
"Sbagliare", ammettendo con onestà di trovarsi in questo stato, appunto per mancanza di una visione nitida( ma bisognerebbe dapprima essere consapevoli che si manca di una visione nitida), è gia un passo, da un lato, verso la conoscenza della mancanza stessa e dall'altro verso la consapevolezza di se in questa mancanza. Il fatto di essere tutti peccatori, ed ognuno per se, cambia il senso che generalmente viene attribuito, seguendo invece questo punto di vista.
E' ovvio che ad un'auto-conoscenza in questi termini, si perviene secondo me al di la di sentenze ecclesiali anche se in minima parte queste possono servire a dare un minimo stimolo.
Comunque, tornando al discorso, a maggior ragione tale mancanza è relativa alla percezione che l'uomo, il singolo nello specifico, ha di se stesso.
Voglio tornare all'esempino...insulso.....!
Il mare in questo caso nella sua " alta marea" e nella " bassa marea" svolge un ruolo, secondo me, particolare.
Intanto, analizzando, il fatto che prima, con la bassa marea, c'è un pezzo scoperto( nel senso non coperto dal mare) e poi, con l'alta marea, lo stesso viene ri-coperto mi fa pensare che, se il mare è l'autoconoscenza, questo " assorbe" la mancanza stessa non essendoci più spazio vuoto ma solo spazio coperto ma mi fa pensare anche al fatto che il mare, nuovamente con la bassa marea, potrebbe tornare a "lasciare" quello spazio scoperto in futuro.
Il bagnasciuga, per suo verso, è la parte di acqua mancante.
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 28-03-2007, 01.14.04   #7
griselda
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In noi esiste una lite continua, anche inconscia, tra ciò che è istintivo e ciò che invece fa parte dell'educazione ricevuta. Il male è ciò che ci hanno insegnato e il bene è ciò che sentivamo, provavamo desideravamo ed è andato perduto a forza di educazione. Il bambino nasce ed ha un istinto che lo guida poi i genitori lo guidano e lo indirizzano fanno in modo che neghi alcune sue parti di se perchè non accettate da loro. Lo plasmano cercando di reprimere in lui tutto ciò che reprimono di se stessi, odiano cose di quel bambino perchè le odiano in se stessi e allora via a modificare.
Aver represso e dimenticato qualcosa di se stessi questo io lo chiamo peccato. Questo peccato porta ad essere disonesti non nei confronti della società ma di se stessi.
Si devia in una via strana quella della compiacenza ci si vende, inconsapevolmente, per provare quella insana approvazione che poi ci porta a magari "rubare qualcosa di nascosto." A divenire disonesti.
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Vecchio 28-03-2007, 01.47.37   #8
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Se partiamo dal presupposto che Dio è perfetto, e nascere in questo mondo significa separarsi dall'unità divina, ne deriva il concetto del peccato originale... Ossia l'uomo pecca, manca, della perfezione assoluta...

Generalmente però si tende a rapportare il peccato al concetto di bene e male... e questo è forse anche vero, ma relativo... Più propriamente lo vedo riferito alla maggiore o minore lontananza dalla Realizzazione, dalla Perfezione.
Più si è "lontani" da Dio, più si pecca... La vita dovrebbe essere il cammino per il quale, più ci si perfeziona come Uomini, più ci si libera del peccato...

Che l'uomo nascesse (e nasca) nel peccato dunque è del tutto naturale.
Sta a lui poi "usare" la sua vita per trovare ciò che gli manca...
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Vecchio 28-03-2007, 15.03.03   #9
Ray
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Il paradosso dei paradossi è che per trovare una completezza ed integralità dovremmo poter anche comprendere queste mancanze, cioè nell'innocenza originaria prima del peccato originale queste mancanze erano nell'uomo... il quale non avendole più manca, pecca
Uhm... le mancanze erano nell'uomo, innocenza originaria. Poi le esterna e la manifestazione di quste mancanze è appunto peccato (la coseguenza della pecca, l'azione della pecca). Quindi per non peccare bisogna trattenere le mancanze, non liberarsene... mah
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Vecchio 28-03-2007, 16.08.58   #10
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E trattenere una cosa che manca è un bel paradosso
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Vecchio 28-03-2007, 18.02.47   #11
stella
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Nell'innocenza originaria all'uomo mancava soltanto una cosa, la conoscenza del male, male inteso come "mancanza di bene"...
Quindi conoscendo anche il male, il bene è venuto a mancare, appunto....

Innocente significa che non nuoce, e nuocere significa fare morire, e morire significa perdere o far perdere la vita....

Dunque si può riportare il peccare a perdere la vita e la sua pienezza.... cosa che era stata detta riguardo al frutto proibito...
"se ne mangerete di certo morirete"

Quindi per riavere la vita bisognerebbe tornare all'innocenza originaria, ossia mancanza di male....e non si nuocerebbe più a se stessi e agli altri....

p.s. Forse per questo, quando si rinnovano le promesse battesimali, si dice "Rinuncio" alle domande "Rinunciate al peccato, a Satana e alle sue seduzioni".

Si rinuncia a una cosa che in principio mancava, ma che toglie la pienezza della vita.
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Vecchio 28-03-2007, 18.37.07   #12
griselda
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Più si è "lontani" da Dio, più si pecca... La vita dovrebbe essere il cammino per il quale, più ci si perfeziona come Uomini, più ci si libera del peccato...
Ci si libera dal peccato intendi si riempie la mancanza?

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Che l'uomo nascesse (e nasca) nel peccato dunque è del tutto naturale.
Nasce nel peccato perchè lo eredita?

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Sta a lui poi "usare" la sua vita per trovare ciò che gli manca...
Come trova ciò che gli manca?
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Vecchio 28-03-2007, 18.38.45   #13
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E trattenere una cosa che manca è un bel paradosso
Se qualcosa manca come facciamo la dobbiamo sviluppare? la dobbiamo costruire? ce la dobbiamo creare?
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Vecchio 29-03-2007, 21.18.26   #14
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E trattenere una cosa che manca è un bel paradosso
Già. Di primo acchito verrebbe da dire che il peccato non esiste, ma non può essere perchè se non esistesse sarebbe una mancanza (e quindi un peccato e quindi esisterebbe e riecco il paradosso).

Viene allora da suppore che il peccato sia vuoto (oltre che un vuoto). Sono senza peccato se ho riempito tutti i vuoti... è un po' meglio, ma se riempio il peccato ho cmq un peccato... forse si tratta solo di im-perfezione.

Ma si finisce in ogni caso ad aver bisogno del peccato per perfezionarsi, il che non suona dato che è una mancanza. Mah, mi sa che per ora mi tengo il paradosso...
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Vecchio 30-03-2007, 01.45.22   #15
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Ho peccato di ingenuità per cui non sono stato il suo contrario quindi
scaltro.
Se avessi peccato di scaltrezza non sarei stato ingenuo.
In questi termini il peccato la pecca è la mancanza dell’altro lato della medaglia. L’uomo integro cosa avrebbe fatto? Analizzate entrambe le possibilità avrebbe scelto ma cercato una via di mezzo? O il motivo che lo muoveva verso la scaltrezza o l’ingenuità?
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Vecchio 30-03-2007, 12.36.13   #16
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Già. Di primo acchito verrebbe da dire che il peccato non esiste, ma non può essere perchè se non esistesse sarebbe una mancanza (e quindi un peccato e quindi esisterebbe e riecco il paradosso).

Viene allora da suppore che il peccato sia vuoto (oltre che un vuoto). Sono senza peccato se ho riempito tutti i vuoti... è un po' meglio, ma se riempio il peccato ho cmq un peccato... forse si tratta solo di im-perfezione.

Ma si finisce in ogni caso ad aver bisogno del peccato per perfezionarsi, il che non suona dato che è una mancanza. Mah, mi sa che per ora mi tengo il paradosso...
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Ho peccato di ingenuità per cui non sono stato il suo contrario quindi
scaltro.
Se avessi peccato di scaltrezza non sarei stato ingenuo.
In questi termini il peccato la pecca è la mancanza dell’altro lato della medaglia. L’uomo integro cosa avrebbe fatto? Analizzate entrambe le possibilità avrebbe scelto ma cercato una via di mezzo? O il motivo che lo muoveva verso la scaltrezza o l’ingenuità?
Però se partissi, io uomo, da quelle mancanze, poichè come diceva Uno bisogna comprenderle....!
Com-prendere, come ripetiamo anche in altre parti, vale a dire contenere in se. Sostanzialmente ognuno gia contiene queste mancanze( ma probabilmente non sa di averle) che secondo me possono avere una duplice valenza, seguendo ciò che Ray ha detto sulla Im-perfezione.
Se da un lato il peccato risulta essere funzione della im-perfezione, e quindi della divisione dalla Unità Divina, per contro perchè non utilizzarlo come propellente per fare in modo di ri-congiungersi a detta Unità?
Cioè...è naturale, diciamo cosi, essere nel peccato e chi vi continua a soggiornare è colui che per una serie di motivi ( o anche di scelte umane) vive nel peccato facendosi trasportare dalla " materia " solida ossia dalla divisione di cui è prigioniero. Ora la Comprensione di questo, e dunque delle mancanze, sconvolge un po, a mio avviso, la staticità costringendo l'uomo a prendere coscienza di dette mancanze ( e quindi comprenderle). Di conseguenza più ne prende coscienza e più si avvicina alla Unità dalla quale era diviso.
Alla fine la vedo come una Incapacità di Scelta dell'uomo, da un lato, di riuscire a fare questo lavoro, poichè intanto ci si può liberare( o meglio..contenere) il peccato in quanto lo si conosce mediante la consapevolezza; dalll'altro risulta essere il motore che mi aiuta ad uscire dalla parzialità delle mie scelte...mah!!
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Originalmente inviato da Astral Visualizza messaggio
Te l'ha scritto appena Grey, nasciamo col peccato nel senso mancanti, perchè non siamo completi, e perchè siamo identificati in un un corpo duale.
Me lo spiegate con altre parole? Perché ripetere le stesse cose mica serve a comprendere...
Lo sapete che fino a che non capisco sono di un testardo!!

Il peccato è un male ed essere mancanti non può essere considerato un male in quanto le mie mancanze le andrò a colmare nel proseguio della vita.
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Non ho bisogno di chi la pensa come me, ma di crescere aprendo la mente a diversi modi di vedere e di pensare.
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Vecchio 28-08-2011, 12.32.56   #18
Astral
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Il peccato è tutto ciò che ti rende imperfetto e ti allontana da Dio, non c'è molto da capire, e tutto da applicare invece.

Non si tratta di carenze sul piano professionale, esempio se non sei brava a cucinare non è un peccato, se giudichi è peccato, ma dipende molto dai contesti.
Chi si sente senza peccato scagli la prima pietrà, nel senso che da come si nasce è impossibile non peccare.
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Vecchio 28-08-2011, 13.07.28   #19
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Me lo spiegate con altre parole? Perché ripetere le stesse cose mica serve a comprendere...
Lo sapete che fino a che non capisco sono di un testardo!!

Il peccato è un male ed essere mancanti non può essere considerato un male in quanto le mie mancanze le andrò a colmare nel proseguio della vita.
Hai presente che quando si dice di uno che è onesto si dice anche che è "integro"?
Torniamo all'esempio di Uno sul rubare... siccome il peccato è una mancanza chi ruba pecca di onestà, manca di agire onestamente. Quindi non è integro...intero.
Nasciamo con un peccato originale in potenza, da manifestare. Infatti nasciamo integri ma poi ci frammentiamo. D'altronde per crescere un uno deve frammentarsi, comprendere altro e poi riunirsi. Il solve et coagula alchemico. Quindi dobbiamo manifestare quella potenzialità di peccato che è in noi per comprenderlo e ricostituirci... se lo facciamo il peccato ritorna potenziale. Ma finchè non siamo integri siamo peccatori. Chiaramente possiamo essere integri solo relativamente finchè siamo qui... ma bon, questo complica invece che semplificare.

Il peccato è un male... essere non integri è un male... si ma relativo. Non esiste il male assoluto, così come non esiste il bene assoluto. Ogni cosa è sia bene che male. Noi siamo frammentati e possiamo dirigerci verso l'unità o verso una maggiore frammentazione. Ogni nostra azione, pensiero, onissione va in una di queste due direzioni... quindi possiamo agire relativamente male o relativamente bene, ma ogni volta, dato il male e il bene insito nelle azioni possiamo invertire la rotta.

Tuttavia l'integrità totale è asintotica, come il bene o il male totali... ecco perchè S.Agostino diceva che non si può "salvarsi" solo con le proprie forze ma occorre anche un aiuto dall'alto, ma anche questo complica invece di semplificare.

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Vecchio 28-08-2011, 13.21.35   #20
Astral
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Occorre poi bene distinguere il peccato da come lo descrive la chiesa e lo stato. La chiesa ha stabilito ciò che è peccato ma non sempre questo coincide con il peccato vero e proprio, ma hanno deciso loro cosa lo è e cosa no, anche se poi nella maggiorparte dei casi c'è una verità di fondo.

Stessa cosa, sul fatto che se uno ha una maggiore consapevolezza e non rispetta alcune leggi di uno stato, non è detto che non sia onesta come persona (che è diverso da essere ligi).
Quindi allontanerei il concetto di peccato delle istituzione religiosi e civili, ed invece ne farei più un discorso interiore.
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Vecchio 29-08-2011, 12.31.41   #21
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Hai presente che quando si dice di uno che è onesto si dice anche che è "integro"?
Torniamo all'esempio di Uno sul rubare... siccome il peccato è una mancanza chi ruba pecca di onestà, manca di agire onestamente. Quindi non è integro...intero.
Nasciamo con un peccato originale in potenza, da manifestare. Infatti nasciamo integri ma poi ci frammentiamo. D'altronde per crescere un uno deve frammentarsi, comprendere altro e poi riunirsi. Il solve et coagula alchemico. Quindi dobbiamo manifestare quella potenzialità di peccato che è in noi per comprenderlo e ricostituirci... se lo facciamo il peccato ritorna potenziale. Ma finchè non siamo integri siamo peccatori. Chiaramente possiamo essere integri solo relativamente finchè siamo qui... ma bon, questo complica invece che semplificare.

Il peccato è un male... essere non integri è un male... si ma relativo. Non esiste il male assoluto, così come non esiste il bene assoluto. Ogni cosa è sia bene che male. Noi siamo frammentati e possiamo dirigerci verso l'unità o verso una maggiore frammentazione. Ogni nostra azione, pensiero, onissione va in una di queste due direzioni... quindi possiamo agire relativamente male o relativamente bene, ma ogni volta, dato il male e il bene insito nelle azioni possiamo invertire la rotta.

Tuttavia l'integrità totale è asintotica, come il bene o il male totali... ecco perchè S.Agostino diceva che non si può "salvarsi" solo con le proprie forze ma occorre anche un aiuto dall'alto, ma anche questo complica invece di semplificare.

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Ora si, decisamente tutta un'altra cosa.
Ci sono anche sul concetto di integrità parziale finché siamo qui.
Ho da elaborare meglio questa cosa, in quanto in me c'è troppo dogmismo cattolico che fa a botte con la logica.
Quest'ultima mi dice che il peccato non è minimamente da considerare in quanto ritenersi peccatori vuol dire ritenersi in difetto "negativo" e ciò comporta uno scusarsi su azioni commesse, un giustificarsi che non porta a crescere ma a stagnare.
Per capirci: vedere i propri errori (non peccati per cui) porta alla correzione, il peccato porta alla confessione.
__________________
Non ho bisogno di chi la pensa come me, ma di crescere aprendo la mente a diversi modi di vedere e di pensare.
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Vecchio 29-08-2011, 13.41.07   #22
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Ora si, decisamente tutta un'altra cosa.
Ci sono anche sul concetto di integrità parziale finché siamo qui.
Ho da elaborare meglio questa cosa, in quanto in me c'è troppo dogmismo cattolico che fa a botte con la logica.
Quest'ultima mi dice che il peccato non è minimamente da considerare in quanto ritenersi peccatori vuol dire ritenersi in difetto "negativo" e ciò comporta uno scusarsi su azioni commesse, un giustificarsi che non porta a crescere ma a stagnare.
Per capirci: vedere i propri errori (non peccati per cui) porta alla correzione, il peccato porta alla confessione.
Eh, ma il fatto è che al giorno d'oggi la dottrina cattolica è molto poco compresa... in realtà non fa per nulla a botte con quanto detto finora. Non è il caso forse qui spostare sui concetti cattolici, per altro mi ricordo che ci sono varie discussioni a riguardo, ma per fare un esempio la confessione non è dire si ho fatto questo punitemi, ma unn processo che ha lo scopo di comprendere la pecca, farla propria e dirigersi verso l'integrità. Per altro risolve il conflitto tra la parte di te che ha peccato e quella che dice che hai peccato, se questo conflitto c'è. Se non c'è, ovviamente, non si pone il problema. Vedrai da sola che conflitto uguale a frammentazione dato che ci sono almeno due faltee che dicono due cose diverse... quindi ben venga la confessione, che è un'istituzione derivata da antiche conoscenze e da un metodo (uno, non il) per lavorare su se.
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Vecchio 29-08-2011, 13.57.14   #23
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Eh, ma il fatto è che al giorno d'oggi la dottrina cattolica è molto poco compresa... in realtà non fa per nulla a botte con quanto detto finora. Non è il caso forse qui spostare sui concetti cattolici, per altro mi ricordo che ci sono varie discussioni a riguardo, ma per fare un esempio la confessione non è dire si ho fatto questo punitemi, ma unn processo che ha lo scopo di comprendere la pecca, farla propria e dirigersi verso l'integrità. Per altro risolve il conflitto tra la parte di te che ha peccato e quella che dice che hai peccato, se questo conflitto c'è. Se non c'è, ovviamente, non si pone il problema. Vedrai da sola che conflitto uguale a frammentazione dato che ci sono almeno due faltee che dicono due cose diverse... quindi ben venga la confessione, che è un'istituzione derivata da antiche conoscenze e da un metodo (uno, non il) per lavorare su se.
Condivido il fatto che la confessione non voglia dire "punitemi", ma ha una funzione diversa, resto dubbioso sulla sua reale efficacia nel portare ad una reale comprensione e risoluzione della pecca, almeno la confessione come l'ho sempre vista fare, 10 minuti scarsi con il prete che a mala pena ti ascolta.
Già qui sul forum si debbono fare a volte lunghe discussioni, per iniziare ad avere dei barlumi di come e perchè ci comportiamo in un certo modo, quindi il lavoro è abbastanza complesso, la stessa cosa avviene per esempio in ambito piscoterapeutico, dove servono, in molti casi, decine di sedute prima di inizare ad avere dei risultati.

Poi vabbè meglio che niente, evidentemente hanno messo la confessione così almeno ci inizi a riflettere sopra e non lasci passare tutto senza lavorarci per nulla.
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Vecchio 29-08-2011, 14.30.04   #24
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Condivido il fatto che la confessione non voglia dire "punitemi", ma ha una funzione diversa, resto dubbioso sulla sua reale efficacia nel portare ad una reale comprensione e risoluzione della pecca, almeno la confessione come l'ho sempre vista fare, 10 minuti scarsi con il prete che a mala pena ti ascolta.
Già qui sul forum si debbono fare a volte lunghe discussioni, per iniziare ad avere dei barlumi di come e perchè ci comportiamo in un certo modo, quindi il lavoro è abbastanza complesso, la stessa cosa avviene per esempio in ambito piscoterapeutico, dove servono, in molti casi, decine di sedute prima di inizare ad avere dei risultati.

Poi vabbè meglio che niente, evidentemente hanno messo la confessione così almeno ci inizi a riflettere sopra e non lasci passare tutto senza lavorarci per nulla.
Compito dell'istituzione (religiosa in questo caso) è fornire lo strumento, poi ognuno lo usa come può e vuole. Cerca o non cerca altro ecc.
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Vecchio 30-08-2011, 12.36.48   #25
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Eh, ma il fatto è che al giorno d'oggi la dottrina cattolica è molto poco compresa... in realtà non fa per nulla a botte con quanto detto finora. Non è il caso forse qui spostare sui concetti cattolici, per altro mi ricordo che ci sono varie discussioni a riguardo, ma per fare un esempio la confessione non è dire si ho fatto questo punitemi, ma unn processo che ha lo scopo di comprendere la pecca, farla propria e dirigersi verso l'integrità. Per altro risolve il conflitto tra la parte di te che ha peccato e quella che dice che hai peccato, se questo conflitto c'è. Se non c'è, ovviamente, non si pone il problema. Vedrai da sola che conflitto uguale a frammentazione dato che ci sono almeno due faltee che dicono due cose diverse... quindi ben venga la confessione, che è un'istituzione derivata da antiche conoscenze e da un metodo (uno, non il) per lavorare su se.
Il metodo c'è ma l'uso che ne fai è personale..
Posso arrivare a casa e pregare cercando di migliorarmi, oppure farlo tanto per poter dire mi sono confessata ed il prete mi ha dato 5 ave maria e 4 padre nostri ed ora sono a posto...

Il peccato come mancanza ora lo posso accettare visto sotto questa ottica, non sotto l'ottica del c'è punto.
Ed anche la confessione, come possibilità di raccoglimento e riflessione sul peccato commesso per lavorare su se stessi.
Almeno cominciare a sbirciare, in quanto concordo con Luke quando valuta quante discussioni e quante ore di terapia servono per sviscerare un problema.
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