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Vecchio 22-05-2007, 10.38.40   #1
RedWitch
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Predefinito Talento

Visto che questa parola gira parecchio in forum in questo periodo, proviamo a vederne il significato?

Per talento si intende una particolare predisposizione in qualche cosa, arte o lavoro.. si dice ha talento per la musica, la poesia etc..
Essere portati verso, tendere direi.

Questo talento pero' è potenziale, va quindi sviluppato anche se vi una naturale predisposizione, se non ci si lavora su rimane potenziale.. mi è tornato in mente l' "aguzzare l'ingegno" di cui parlava Uno..

Mi chiedevo se tutti in potenza abbiamo qualche talento.. a scuola si diceva è portato per la matematica, piuttosto che per l'italiano etc.. ad ognuno il proprio insomma.. per svilupparlo pero' bisognerebbe seguire le proprie inclinazioni..

Talento era anche una unità di misura usata in Grecia ; moneta convenzionale per indicare il peso o il valore di monete reali.. in origine pero' talento significava bilancia e pesare

Ho trovato anche un altro significato, che darebbe l'origine di talento come sopportare.. sopportare un peso.. che il talento qualche volta possa diventare un peso?
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Vecchio 22-05-2007, 12.13.06   #2
Grey Owl
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Ho cercato la parola sul web... ed ho trovato questo...

ta|len|tó|so
aggettivo... che dimostra talento e ingegno... desideroso, voglioso

Per ingegno s'intende la naturale potenza d'intendere, d'inventare, di disporre, di operare, dello Spirito umano.
Pure nel senso di ordigno, macchina.

Desiderio... movimento della volonta' verso cosa che ci manca... pure appetito.

In sintesi direi... che il talento e' una potenzialita'/volonta' dello Spirito di andare verso una mancanza.
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Vecchio 22-05-2007, 14.36.13   #3
griselda
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Ho trovato anche un altro significato, che darebbe l'origine di talento come sopportare.. sopportare un peso.. che il talento qualche volta possa diventare un peso?
Mi incuriosisce questa frase in effetti ci sono talenti che non sopportano il loro peso. Tipo personaggi che arrivando al successo perdono la testa... e cadono nella droga, alcolismo e altro....
Ho letto che un talento era qualcosa che andava pesato aveva quindi una contropartita.
Da qui l'impiego dei propri talenti dei propri pesi peso come valore da reimpiegare e non sotterrare ovvero non tenere per se come nei Vangeli.
Talento unità di misura per lo scambio tanto peso tanto devo dare. Più il mio talento pesa più dovrà pesare la contropartita.
Mamma mia mi sono persa
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Vecchio 22-05-2007, 17.54.58   #4
griselda
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Ho guardato sul dizionario per vedere se trovavo qualcosa in più...ho trovato una parola che non avevo mai sentito: maltalento che significa: rancore malanimo.
Poi ho proseguito ho cercando il contrario di rancore: comprensione perdono indulgenza.

Ultima modifica di griselda : 22-05-2007 alle ore 17.59.08.
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Vecchio 22-05-2007, 20.11.01   #5
Era
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vorrei vederla da un punto di vista diverso....
talento applicato alle arti mi sta bene.....
ma anche come compito/scopo/motivo di vita....
in floriterapia...si dice che alcuni disagi nascono
dall' insoddisfazione....
ci sono persone che si barcamenano in un sacco
di attività....sempre alla ricerca della soddisfazione....
in mancanza di questa...subentra (ma non solo) il disagio.....
un esempio dei miei? ( e lo so che gioite )
un avvocato prevede per il suo figlioletto...un brillante
futuro nel foro...degno successore del padre e magari
anche del nonno.....
il pargolo però....adora la terra....i fiori...e i semini.....
un perfetto...innato....giardiniere provetto.....
crescendo seguirà le orme paterne....e non la sua
innata passione (talento?) per il giardinaggio....
sarà un avvocato felice? forse si....ma sarà insoddisfatto...?

il discorso sui talenti apre infiniti modi di vedere e sentire...

p.s. però! sto discorso dei genitori...si ficca proprio ovunque
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Vecchio 22-05-2007, 21.14.29   #6
Ray
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Si tende a vedere i talenti come delle propensioni, delle tendenze in una certa direzione e non in una'altra. Credo sia limitativo.

I talenti della parabola sono delle cose in più... qualcosa da spendere per guadagnare, qualcosa da investire. Non viene detto come... solo di farlo...
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Vecchio 22-05-2007, 21.22.05   #7
Shanti
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vorrei vederla da un punto di vista diverso....
talento applicato alle arti mi sta bene.....
ma anche come compito/scopo/motivo di vita....
Sono d'accordo con te, anche se prendendo come esempio l'avvocato con il talento o la passione per il giardino, se trova in questo il modo di esprimere la propria creatività, e io la vedo come un'arte comunque. Immagina un giardino ben curato e pieno di fiori colorati: non lo ammiriamo come se fosse un'opera d'arte? Lo stesso vale per esempio per una persona che ha la passione per il lavoro con il legno, un falegname, che magari non farà una scultura, ma si esprimerà dando forma a una splendida credenza.
Poi il fatto di guadagnarsi da vivere facendo un lavoro diverso dipende da tante cose, sono scelte ma credo che l'avvocato anche se soddisfatto per il suo lavoro, se tutto ad un tratto decidesse di sfruttare il talento che ha per dedicarsi completamente a fare il giardiniere realizzarebbe veramente se stesso.
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Vecchio 22-05-2007, 22.26.33   #8
Kael
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Ho trovato anche un altro significato, che darebbe l'origine di talento come sopportare.. sopportare un peso.. che il talento qualche volta possa diventare un peso?
A chi non è mai capitato a scuola di sentirsi dire "con le sue capacità potrebbe fare di più"...?
Indubbiamente ad ogni talento corrisponde un onere, un dovere... una responsabilità verso se stessi in primo luogo. A chi non ha capacità viene perdonato quello che manca, viene aiutato... ma a chi ha già talento non viene concesso altro, anzi, viene richiesto di più degli altri... E come potrebbe essere diversamente? Chi ha più capitale non può fruttare come gli altri, sarebbe segno di scarsa capacità economica e investimenti sbagliati...
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Vecchio 22-05-2007, 22.37.52   #9
griselda
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Si tende a vedere i talenti come delle propensioni, delle tendenze in una certa direzione e non in una'altra. Credo sia limitativo.

I talenti della parabola sono delle cose in più... qualcosa da spendere per guadagnare, qualcosa da investire. Non viene detto come... solo di farlo...
Oggi facevo una considerazione tra me è me ma non l'ho scritta perchè mi sembrava assurda ma però si faceva strada con sempre più forza e se i talenti del Vangelo fossero i difetti? (vizi capitali) più investo ( lavoro) su questi più guadagno.
Lo so sono contorta
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Vecchio 23-05-2007, 14.58.08   #10
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La parabola dei talenti punisce quello che aveva sotterrato il suo. Non aveva investito, non aveva speso, non aveva rischiato di perdere.

Investire per guadagnare implica rischio di perdita. Ma per guadagnare qualcosa, devo pagare. Se non pago non otterrò nulla. Inoltre negli investimenti si paga prima, senza sapere se si guadagnerà o meno e senza sapere quanto.
Se non si è disposti ad investire non ci si muove di un millimetro.
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Vecchio 24-05-2007, 23.52.31   #11
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Investire per guadagnare implica rischio di perdita. Ma per guadagnare qualcosa, devo pagare. Se non pago non otterrò nulla. Inoltre negli investimenti si paga prima, senza sapere se si guadagnerà o meno e senza sapere quanto.
Se non si è disposti ad investire non ci si muove di un millimetro.
Son d'accordo sul concetto ma non sul pagare in se.
Quando pago ottengo immediatamento un risultato, ad esempio un servizio, un oggetto, una prestazione, ecc ecc.
Quando investo non ho proprio niente in cambio, ma come dici sono in attesa di vederne i frutti ma non mi aspetto ne positivo ne negativo, semmai spero..
Possiamo trasportare lo stesso concetto nel dare senza aspettative. Chi mette a frutto il suo talento non lo fa per ottenere un risultato, ma da se stesso.
Chi si esercita senza talento aspetta un risultato.
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Vecchio 25-05-2007, 00.46.38   #12
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Se non si è disposti ad investire(rischiare) non ci si muove di un millimetro.
(ho aggiunto tra parentesi la parola... rischiare)

Tutti hanno un talento... ognuno di noi ha la possibilità di rischiare... ma non tutti rischiano per la paura di perdere quel poco che si ha (false certezze).... ma non si vive di rendita...
Chi ha un talento e rischia può ottenere di più ma non vi è garanzia.
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Vecchio 27-05-2007, 12.03.18   #13
reflex
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E' possibile che eventi ed esperienze della vita ci facciano scoprire e intraprendere, vie talentuose diverse.
Al volo mi viene in mente la figura di Giorgio Faletti,
partito come cabarettista,trasformatosi in attore e attualmente valido scrittore.
Quello che mi chiedo è, i talenti sono già tutti esistenti in noi? Possono svilupparsi durante il cammino?
Cosa impedisce di riconoscerlo, costringendoci a girare in tondo alla continua ricerca di qualcosa, che finisce con il distruggerci, senza portarci alla vera comprensione?
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Vecchio 27-05-2007, 18.21.26   #14
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Chi ha un talento e rischia può ottenere di più ma non vi è garanzia.
certo che non vi sono garanzie.....
ma chi non rischia avrà un' insoddisfazione di fondo
continua..... o no?
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Vecchio 27-05-2007, 21.11.39   #15
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A chi non è mai capitato a scuola di sentirsi dire "con le sue capacità potrebbe fare di più"...?
Indubbiamente ad ogni talento corrisponde un onere, un dovere... una responsabilità verso se stessi in primo luogo. A chi non ha capacità viene perdonato quello che manca, viene aiutato... ma a chi ha già talento non viene concesso altro, anzi, viene richiesto di più degli altri... E come potrebbe essere diversamente? Chi ha più capitale non può fruttare come gli altri, sarebbe segno di scarsa capacità economica e investimenti sbagliati...
Torno un attimo qui, perchè per combinazione mi è "capitato" in questi giorni di leggere in un testo delle parole che mi sembra si "incastrino" bene .. le riporto:

Citazione:
<<Sai benissimo che se uno ha un innato talento musicale, artistico o altro , non per questo egli è un artista; anzi: deve sviluppare il suo talento e deve farlo attraverso il lavoro. Lavorare, lavorare ancora!Il talento senza assiduità non è arte, così come non è arte l'assiduità senza talento. Se combini il talento con la tenacia, allora, ottieni l'arte vera. Possiedi talenti ai quali permetti di poltrire : la facoltà di manifestrare lo spirito. Lavora, metti in pratica, esercitati... e diventerai un'artista in quest'arte regale che oltrepassa tutte le altre: l'arte senz'arte>>
Tralasciando un attimo l'ultima parte, è proprio vero che, per quanto si possano avere talenti innati, se non vengono sviluppati, è tale e quale a non averli. Qualche volta pero' si stenta anche solo a riconoscerli..

Citazione:
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Quello che mi chiedo è, i talenti sono già tutti esistenti in noi? Possono svilupparsi durante il cammino?
Cosa impedisce di riconoscerlo, costringendoci a girare in tondo alla continua ricerca di qualcosa, che finisce con il distruggerci, senza portarci alla vera comprensione?
Se siano tutti già esistenti in noi non saprei dirtelo Reflex, ma mi sono fatta l'idea, che ognuno possa sviluppando quel per cui è più portato convergere poi verso altro.. smettendo di girare in tondo..

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Vecchio 27-05-2007, 22.14.44   #16
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per quanto si possano avere talenti innati, se non vengono sviluppati, è tale e quale a non averli.
E' peggio. Perchè chi non ha niente non perde niente. Chi ha poco, anche se poco lo perde...

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Vecchio 27-05-2007, 22.41.47   #17
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E' peggio. Perchè chi non ha niente non perde niente. Chi ha poco, anche se poco lo perde...

Secondo te esiste qualcuno che non ha niente? Intendo in partenza... non che abbia già perso quando si pone il problema.
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Vecchio 28-05-2007, 08.43.37   #18
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In una classe di "artisti" una persona con "poco" talento si puo' sentire da meno... ma pur sempre con un talento.

Il talento e' un centro magnetico che attira risorse verso un lavoro... tutti hanno dei talenti... nessuno escluso.

Se ho un talento per la pittura ogni giorno avro' occasione per lavorare sulla pittura... un fiore nel campo, un cartellone pubblicitario, un libro di pittura, un dialogo con amici, tutto converge verso questo centro magnetico... a meno che' non faccio barriera a questa "naturale" attrazione.

Il talento e' predisposizione... il talento e' una via verso il Lavoro... perche' in ogni lavoro si trovano elementi per il Lavoro.
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Vecchio 28-05-2007, 12.10.19   #19
griselda
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Un giorno venne a casa mia un piastrellista, parlando mi disse che lui non aveva studiato, perchè detestava la scuola non era bravo in niente per cui non terminò neppure le scuole dell'obbligo.
Lo osservai nel suo lavoro, per me era un artista, l'amore e la cura con cui assemblava colori e misure era davvero eccezionale, vedeva il lavoro nella sua mente prima di realizzarlo. Mi raccontò inoltre che a lui piaceva il modellismo e creava da se pezzi frutto della sua fantasia.
Ora mi domando questa persona ha messo a frutto pienamente il suo talento oppure avrebbe dovuto cmq studiare forzandosi di applicarlo in altri campi? Divenendo che ne so architetto o altro? Lui però era felice del suo lavoro non avrebbe fatto cambio.
Non so se si capisce?
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Vecchio 28-05-2007, 12.32.59   #20
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Perchè avrebbe dovuto laurearsi soffocando un arte innata piuttosto che usarla come meglio sentiva?
La scuola era un suo punto debole, semmai doveva comprendere cosa lo frenava, ma la sua arte si è manifestata in ogni caso.
Ad esempio prendo mio padre che avendo la 5° elementare ha comunque portato avanti la sua passione per certi studi. Allo stesso tempo ha messo tutto se stesso nel manifestare il suo talento prendendo dall'esperienza la sua università e il suo talento è diventato il suo lavoro quotidiano. Se avesse studiato avrebbe fatto il medico invece che l'artigiano e non sarebbe stato felice... Ho l'impressione che se un talento vuole essere chiuso in regole applicative è come soffocarlo e uccidere un Essere...
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Vecchio 28-05-2007, 12.41.58   #21
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Grazie Sole sempre molto chirificatrice. Allora si potrebbe dire che il talento è qualcosa che ti realizza a prescindere, qualcosa che ti rende felice che ti appaga.
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Vecchio 28-05-2007, 20.00.38   #22
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Noto da quello che dite che si continua a vadere i talenti come qualcosa di mirato a... delle predisposizioni. Uno ha talento in una cosa, un altro in un altra. Poi si ammette che una persona può averne in più o in meno di un'altra, ma si resta ancorati al modo in cui si manifesta... come dire che si ritiene il talento per dipingere diverso da quello per fare il falegname, due talenti diversi, due "cose" diverse.

Eppure ci sono molti esempi di persone "di talento" che prima fanno una cosa, poi dirigono il loro talento altrove e fanno l'altra cosa altrettanto bene se non meglio.

Nella parabola poi non si fa distinzioni di qualità. L'unica differenza è in quantità. Questo per quanto riguarda la dotazione personale.

Io credo che il talento sia una quantità spendibile che va distinta dal come la si spende. La propensione personale verso un'attività piuttosto che un'altra credo dipenda da altri fattori, altre influenze. Sono fattori che indicano in che direzione una persona tenderà ad investire meglio il suo talento... a volte può anche essere la direzione dalla quale può trarre il maggior guadagno, ma credo che questo sia un'eccezione piuttosto che la regola.

Il fatto che la maggior parte delle persone riesca ad esprimere il suo talento in un numero limitato di settori credo dipenda dal fatto che non sa come fare... ed è qui che a mio avviso meriterebbe ricercare...
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Vecchio 28-05-2007, 21.01.10   #23
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Il fatto che la maggior parte delle persone riesca ad esprimere il suo talento in un numero limitato di settori credo dipenda dal fatto che non sa come fare... ed è qui che a mio avviso meriterebbe ricercare...
credo anch'io che il talento non è autolimitante....
ma limitato da chi lo possiede....
se si lasciasse esprimere si estenderebbe ad altro...
se faccio del talento una forma di orgoglio:
dipingo..."ma che brava che sono! azz lo vedi che
comperano anche i miei quadri?" e giu a dipingere
e a mettere tutte le energie lì....
se...diversamente...lascio libera la mente? la creatività?
l' istinto creativo?....non so cosa ma non pongo limiti...
il talento mi fa scoprire altre attitudini......

cavolo sto diventando contorta
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Vecchio 28-05-2007, 23.51.40   #24
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Citazione:
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se faccio del talento una forma di orgoglio:
Si ecco. Penso che sia così che imbrigliamo il talento. Con l'orgoglio e con la paura. La paura di non riuscire subito ad ottenere risultati/guadagno esplorando altre strade. La paura generata dall'orgoglio.

UNa cosa è il talento, un'altra è imparare a fare qualcosa. Per la seconda ci vuole impegno e un pizzichino di umiltà, almeno all'inizio. E la pazienza di aspettare che il talento trovi un modo di fluire in questa nuova cosa e dare i guadagni desiderati.

Poi questi guadagni/risultati possono essere inferiori di livello rispetto agli ambiti in cui si è predisposti se li si valuta con gli occhi degli altri o comunque con occhi profani, che valutano in base a possibile fama, ricchezza, successo ecc.... il modo in cui ci insegnano che il talento va sfruttato...
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Vecchio 28-05-2007, 23.59.02   #25
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Ecco il ravviveur di discussioni sono come la diavolina (diavolino) dei caminetti e barbecue

Invece di pensare a come si possono esprimere i talenti (che come detto da Ray non sono talenti= un talento di pittura, un talento di sportività etc... ma talenti in senso di quantità spendibile in attitudini... quest'ultime generalmente confondiamo con la parola talento) proviamo a pensare come li soffochiamo... come facciamo a non farli rendere?
Dico questo perchè dato che pochi li mettono a frutto, tutti gli altri li sprecano, quindi questo meccanismo è più facilmente conosciuto... quindi si può tentare (anche se non è così matematico per via di alcune variabili) l'opposto per arrivare a farli rendere....

Ultima modifica di Uno : 29-05-2007 alle ore 00.21.51. Motivo: ho scritto insieme a Ray ma non me ne frega niente :D
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