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Vecchio 18-07-2007, 17.16.25   #1
RedWitch
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Stavo aprendo questa discussione in psicologia, ma dato che parlo di me forse è meglio qui..
Non ho trovato una discussione specifica sull'argomento, anche se ne abbiamo parlato diverse volte in forum mi piacerebbe chiarirmi alcune cose.

Ho notato, che indosso costantemente una maschera, anche quando non mi rendo conto di farlo. A volte me ne accorgo da sola, ma spesso ho bisogno che qualcuno me lo faccia notare per accorgermene...
Si parla spesso dell'essere sè stessi, di come si è in un determinato momento, visto che cambiamo in continuazione, almeno per adesso, ma cosa significa essere sè stessi?
Per maschera intendo quei "cuscinetti" di salvataggio che uso quando maschero uno stato d'animo, che mi sta rivelando qualcosa di me che non mi garba... E allora via, mettiamo su la mascherina, di quella allegra, di quella sempre con il sorriso sulle labbra anche se dentro sto piangendo. Oppure mi chiedono "come va?" e rispondo sempre "bene" così non mi rompono le scatole. La maschera è un modo per nascondere a sè stessi, che c'è qualcosa che non va, ma che si manifesta all'esterno. Apparenza.
Come riconoscere il confine della difesa dalla naturalezza?
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Vecchio 18-07-2007, 23.50.47   #2
jezebelius
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Stavo aprendo questa discussione in psicologia, ma dato che parlo di me forse è meglio qui..
Non ho trovato una discussione specifica sull'argomento, anche se ne abbiamo parlato diverse volte in forum mi piacerebbe chiarirmi alcune cose.

Ho notato, che indosso costantemente una maschera, anche quando non mi rendo conto di farlo.
A volte me ne accorgo da sola, ma spesso ho bisogno che qualcuno me lo faccia notare per accorgermene...

Si parla spesso dell'essere sè stessi, di come si è in un determinato momento, visto che cambiamo in continuazione, almeno per adesso, ma cosa significa essere sè stessi?

Per maschera intendo quei "cuscinetti" di salvataggio che uso quando maschero uno stato d'animo, che mi sta rivelando qualcosa di me che non mi garba... E allora via, mettiamo su la mascherina, di quella allegra, di quella sempre con il sorriso sulle labbra anche se dentro sto piangendo.
Oppure mi chiedono "come va?" e rispondo sempre "bene" così non mi rompono le scatole. La maschera è un modo per nascondere a sè stessi, che c'è qualcosa che non va, ma che si manifesta all'esterno. Apparenza.
Come riconoscere il confine della difesa dalla naturalezza?
Scusami, l'hai notato a posteriori? Cioè solo dopo che hai indossato la maschera e l'hai levata ti sei accorta che la stavi indossando?

Secondo me il confine sta proprio nella possibile attenzione che si mette per controllare il tipo di maschera che si indossa ossia un rendersi conto che si sta, appunto, indossando una maschera precisa: siamo persone...dalle infinite maschere...
Credo poi in sostanza ( spero di non cantarmela e suonarmela da solo ) che nel momento in cui da soli ci si rende conto che qualcosa non va e se ne prende atto e che quindi c'è un " cuscinetto ", alla fine quello che dall'esterno ci fan notare è relativo; nel senso serve semplicemente ad evidenziare che avevamo visto giusto.
Questo in poche parole avendo il fine dell'osservazione.
Diverso, poi, è invece quando si indossa una maschera e non ci si accorge di farlo. E' a quel punto che allora la maschera diviene un vero e proprio cuscinetto ( in sostanza mi convinco che va bene, e cerco di dare questa " impressione " anche all'esterno) anzi si può dire che c'è una vera e propria identificazione con essa.
Non saprei dire cosa significa essere se stessi. Probabilmente, riferito al momento, mostrare come si sente di essere e cosa si sente di esternare.
Ad esempio se sento di non essere nel pieno dell'allegria gia il solo fatto di indagare le ragioni, anche se tengo il muso, mi consente di capirne, lontanamente vederne, le dinamiche.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 19-07-2007, 09.50.36   #3
turaz
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Stavo aprendo questa discussione in psicologia, ma dato che parlo di me forse è meglio qui..
Non ho trovato una discussione specifica sull'argomento, anche se ne abbiamo parlato diverse volte in forum mi piacerebbe chiarirmi alcune cose.

Ho notato, che indosso costantemente una maschera, anche quando non mi rendo conto di farlo. A volte me ne accorgo da sola, ma spesso ho bisogno che qualcuno me lo faccia notare per accorgermene...
Si parla spesso dell'essere sè stessi, di come si è in un determinato momento, visto che cambiamo in continuazione, almeno per adesso, ma cosa significa essere sè stessi?
Per maschera intendo quei "cuscinetti" di salvataggio che uso quando maschero uno stato d'animo, che mi sta rivelando qualcosa di me che non mi garba... E allora via, mettiamo su la mascherina, di quella allegra, di quella sempre con il sorriso sulle labbra anche se dentro sto piangendo. Oppure mi chiedono "come va?" e rispondo sempre "bene" così non mi rompono le scatole. La maschera è un modo per nascondere a sè stessi, che c'è qualcosa che non va, ma che si manifesta all'esterno. Apparenza.
Come riconoscere il confine della difesa dalla naturalezza?

sembrerà "impossibile" ma "fare luce" su se stessi significa anche a mio avviso essere "totalmente trasparenti" e "naturali" eliminando le "paure".
ciò che fa indossare le "maschere" sono condizionamenti e re-azioni legati al "passato".
è come se il cervello fosse sempre posizionato sulla modalità "difesa" .
ecco perchè qualcuno dice "vivere il presente" e non stare costantemente o quasi nel passato o nel futuro.
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Vecchio 19-07-2007, 11.45.35   #4
RedWitch
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Scusami, l'hai notato a posteriori? Cioè solo dopo che hai indossato la maschera e l'hai levata ti sei accorta che la stavi indossando?
No Jeze, me ne accorgo mentre l'ho su se riesco ad osservarmi ad un certo punto .. o se mentre l'ho su qualcuno me lo fa notare.
Non sono d'accordo sul fatto che se ce lo fanno notare dall'esterno sia relativo (a volte anche se si intravede una cosa sembra più comodo non cambiarla, ma se me la fanno notare sono costretta a guardarla perchè me la trovo di fronte)... funziona da piccolo shock che risveglia per un momento se la cosa che ci viene detta ci colpisce .. poi si puo' decidere se girarsi dall'altra parte e continuare a dormire o modificare una volta vista la maschera...è la "botta" che sveglia e se non siamo capaci di procurarcela è necessario l'esterno..

La risposta che cercavo, l'ho trovata nell'articolo Essere sè stessi

Citazione:
Originalmente inviato da Uno
..............................
Certo sarebbe naturale essere così presenti, ma visto che basta guardarsi in giro anche solo sonnecchiando con mezzo occhio aperto per vedere file di zombie sui marciapiedi delle città, vuol dire che non è poi così naturale, non secondo i parametri di questo mondo.
Può esserlo solo se si fanno piccoli passi e poi ci si ferma per abituarsi alla tensione, in quei momenti sembra naturale, sembra una cosa che sta in piedi da sola... quello è il momento in cui se si continua a pensare queste cose ci si riaddormenta sognando di essersi svegliati.
Quando non mi accorgo di avere una maschera.. è semplicemente perchè mi sono riaddormentata alla grande, continuo a girare in tondo perchè mi sono abituata ad un certo tipo di tensione mi ci accomodo dentro, convinta di essere presente e di stare lavorando.


Citazione:
Originalmente inviato da Turaz
sembrerà "impossibile" ma "fare luce" su se stessi significa anche a mio avviso essere "totalmente trasparenti" e "naturali" eliminando le "paure".
Sì Turaz, il fatto è che per controllare le paure bisogna lavorarci costantemente, nel momento in cui non sei presente tornano tutte , magari pure moltiplicate . Eliminarle è un po' come dire eliminare una parte di me (uccidere l'ego se preferisci.. ) e dal mio punto di vista non è possibile..
Le difese scattano se non si riesce a rimanere presenti..
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Vecchio 19-07-2007, 13.22.56   #5
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sicuramente.
infatti ciò che ti consente di eliminare è la "pienezza"
poi più che eliminare è superare trascendendo
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Vecchio 19-07-2007, 15.18.28   #6
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Credo poi in sostanza ( spero di non cantarmela e suonarmela da solo ) che nel momento in cui da soli ci si rende conto che qualcosa non va e se ne prende atto e che quindi c'è un " cuscinetto ", alla fine quello che dall'esterno ci fan notare è relativo; nel senso serve semplicemente ad evidenziare che avevamo visto giusto.

Questo in poche parole avendo il fine dell'osservazione.
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Non sono d'accordo sul fatto che se ce lo fanno notare dall'esterno sia relativo (a volte anche se si intravede una cosa sembra più comodo non cambiarla, ma se me la fanno notare sono costretta a guardarla perchè me la trovo di fronte)... funziona da piccolo shock che risveglia per un momento se la cosa che ci viene detta ci colpisce .. poi si puo' decidere se girarsi dall'altra parte e continuare a dormire o modificare una volta vista la maschera...

è la "botta" che sveglia e se non siamo capaci di procurarcela è necessario l'esterno..


Quando non mi accorgo di avere una maschera.. è semplicemente perchè mi sono riaddormentata alla grande, continuo a girare in tondo perchè mi sono abituata ad un certo tipo di tensione mi ci accomodo dentro, convinta di essere presente e di stare lavorando.
Hai ragione Red ma probabilmente mi son spiegato male. Non ero attento...dormivo...( o al solito come in questo periodo specialmente, dormo..).
Fatto è che intendevo differentemente la relatività.
La " botta ", lo shock, di cui parli è condivisibile però mi riferivo al fatto che è possibile che ci si renda conto, in un dato momento, di quale maschera si sta indossando anche da soli non necessariamente con l'aiuto di altri.
Voglio dire in soldoni che il fatto stesso che me ne sono accorto gia mi porta, appunto, alla presa d'atto che non sono me stesso in quel momento - ovvero sono altro - e chi me lo fa notare , dall'esterno, ha una valenza relativa in merito alla presa d'atto.
Non so come spiegare.
In questo caso,alla fine, la " botta " ,mi pare, sia minore, quando ce ne rendiamo conto da soli, rispetto a quando Tizio ci fa notare una data cosa e per nulla ce ne eravamo accorti.
Relativo nel senso che ci da un aiuto ma la presa d'atto c'è gia stata.
Diverso invece quando ci si gira dall'altro lato, anche quando da noi si vede la maschera che si indossa ed arriva Tizio e ci " obbliga " a vedere: quello è uno shock, e siamo d'accordo.

Ho preso questo passo dell'articolo di Uno:
Citazione:
Perchè si usa dire "essere se stessi"? Vuol dire che capita di essere altri da se stessi, altimenti non avrebbe avuto senso specificarlo. "Stesso" è una parola che si usa anche per dire "uguale", "è lo stesso...", "è uguale"
Quindi rapportando il tutto alla frase, "essere uguale a te", c'è un me che non è me, ma che può diventare uguale a me... lo so qui ho perso il 50% dei lettori.
Ebbene mi pare che qui si parli della indentificazione ossia una maschera che assume, attraverso 'identificazione inconsapevole, le caratteristiche di quel " me ".
In pratica lo copre, poichè non sono attento, e si rinvigorisce, trae sostentamento, col fatto stesso di essere identico al " me ".
Mi viene in mente un vecchio film del quale hanno poi fatto un remake: "baccelli"...o per non andare troppo lontano nel tempo " Invasion".
La storia più o meno è la stessa e cioè alieni ( ) che arrivano sulla terra ed assumono le sembianze degli uomini che hanno per cosi dire "catturato ed assorbito ".
Di li in poi avranno una " vita propria" e nuova. Nel frattempo la vera essenza ormai è stata incamerata e coperta. Uomini nuovi ma dalla sembianze precedenti. L'intenzione, in entrambi i film, è quella di prendere il sopravvento su coloro che non hanno subito questo "trattamento " e di creare una colonia di "nuove sembianze " da quel momento in poi.
Beh..mica per vedere sta cosa...bisogna aspettare gli alieni mi sa....lo facciamo gia noi, ognuno per se esclusi i più svegli, tutti i giorni..
.
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Vecchio 19-07-2007, 15.59.26   #7
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La " botta ", lo shock, di cui parli è condivisibile però mi riferivo al fatto che è possibile che ci si renda conto, in un dato momento, di quale maschera si sta indossando anche da soli non necessariamente con l'aiuto di altri.
Voglio dire in soldoni che il fatto stesso che me ne sono accorto gia mi porta, appunto, alla presa d'atto che non sono me stesso in quel momento - ovvero sono altro - e chi me lo fa notare , dall'esterno, ha una valenza relativa in merito alla presa d'atto.
Certo se uno da fuori te lo fa notare, se tu dai ascolto a questa persona perchè la reputi importante per te (importante può essere sia per affetto che per stima, rispetto etc ed eventuali mix quelli più micidiali) il "colpo" arriva diretto... non deve fare giri o ri-flessioni nella tua mente, però spesso anche cose non dette delle stesse persone (importanti che dicevamo sopra) ci possono far scattare una molla, il massimo del "profitto" lo otteniamo quando riusciamo a prendere in considerazione chiunque, ovviamente discernendo se cercano di instillarci dubbi a loro profitto o se gli scappano considerazioni spontanee.
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Vecchio 19-07-2007, 23.15.07   #8
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Secondo me il confine sta proprio nella possibile attenzione che si mette per controllare il tipo di maschera che si indossa ossia un rendersi conto che si sta, appunto, indossando una maschera precisa: siamo persone...dalle infinite maschere...
Già, le indossiamo per mostrarci agli altri e allo stesso tempo per nasconderci.
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Vecchio 20-07-2007, 18.33.28   #9
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Lessi, da qualche parte, che esistono anche maschere iniziatiche però non ho capito a che servono.
Qualcuno sa qualcosa in più? Se è o.t. prego i moderatori di spostare, grazie
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Vecchio 20-07-2007, 19.44.09   #10
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Ho notato, che indosso costantemente una maschera, anche quando non mi rendo conto di farlo. A volte me ne accorgo da sola, ma spesso ho bisogno che qualcuno me lo faccia notare per accorgermene...

Per maschera intendo quei "cuscinetti" di salvataggio che uso quando maschero uno stato d'animo, che mi sta rivelando qualcosa di me che non mi garba... E allora via, mettiamo su la mascherina, di quella allegra, di quella sempre con il sorriso sulle labbra anche se dentro sto piangendo. Oppure mi chiedono "come va?" e rispondo sempre "bene" così non mi rompono le scatole. La maschera è un modo per nascondere a sè stessi, che c'è qualcosa che non va, ma che si manifesta all'esterno. Apparenza.
Come riconoscere il confine della difesa dalla naturalezza?
gia...ci si abitua ad indossarle....a furia di sentirsi dire:
"ma che musona!!!!" ci si maschera con un sorrisone...
e così si evitano un sacco di grane...
hai detto bene...cuscinetti di salvataggio....che salvano
solo le apparenze....ma dentro si continua ad essere
tristi...delusi...ecc ecc....

eppure le maschere sono anche utili...protettive...
e fanno risparmiare un sacco di tempo
la cosa fondamentale è non immedesimarsi nella
maschera.....non farsi comandare dall' abitudine...
ma sapere che in quel preciso momento...con quella
specifica persona...posso/devo indossare la maschera...
per mille motivi (attaccabottoni...pettegola....
scassa cose ) per poi disfarmene.....
certo non è che si debba avere un baule pieno di sta
roba....ma di tanto in tanto e per qualcuno...servono...

__________________
Dio mi conceda
la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare
il coraggio di cambiare
quelle che posso cambiare
e la saggezza
di distinguere tra le une e le altre
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Vecchio 20-07-2007, 22.48.18   #11
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Originalmente inviato da Era Visualizza messaggio
ma sapere che in quel preciso momento...con quella
specifica persona...posso/devo indossare la maschera...
per mille motivi (attaccabottoni...pettegola....
scassa cose ) per poi disfarmene.....
certo non è che si debba avere un baule pieno di sta
roba....ma di tanto in tanto e per qualcuno...servono...

Credo che per stare al mondo, dovremo sempre utilizzare delle maschere .. ma se sono consapevoli, sicuramente è diverso che se sono inconsapevoli (le usi invece che esserne usata..) un po' come un attore che recita in diversi ruoli, ma senza immedesimarsi in nessuno... non perdersi mai di vista ...
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Vecchio 21-07-2007, 01.06.38   #12
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Originalmente inviato da Baba Visualizza messaggio
Lessi, da qualche parte, che esistono anche maschere iniziatiche però non ho capito a che servono.
Qualcuno sa qualcosa in più? Se è o.t. prego i moderatori di spostare, grazie
Anche le comuni maschere di carnevale che conosciamo (pulcinella, arlecchino etc ) sono maschere iniziatiche, ma ce ne sono in ogni cultura, dalle giapponesi/cinesi a quelle africane, per arrivare a quelle egizie etc etc...

La funzione principale è quella di sintonizzare chi la indossa su un certo tipo di frequenza, indossarle solo non ha senso, spesso erano usate dagli attori che recitando si calavano nella parte la cui maschera rappresentava.
Le africane sono di guerra o degli Sciamani, quelle di guerra hanno un pò la funzione delle nostre moderne uniformi, depersonalizzare i combattenti che altrimenti se riescono a vedersi, riconoscersi.. in ciò che fanno diserterebbero subito e non per paura. Quelle degli Sciamani hanno diverse funzioni, far capire immediatamente quando sono nell'esercizio delle funzioni (un pò come i paramenti dei nosti sacerdoti), per sintonizzarsi e ancora depersonalizzarsi in quel momento.


provate a pensare alla sensazioni che si hanno nell'indossare una maschera reale, fisica... il nostro sguardo e il punto di osservazione del mondo si spostano più indietro, la superficie del corpo, della testa che è la parte con cui più ci indentifichiamo, viene spostata artificialmente verso l'esterno. Diventiamo seppur automaticamente degli osservatori più interni, la stessa sensazione senza ausili è più difficile da spiegare e/o sperimentare, invece se uno sa già cosa sta facendo, cosa vuole ottenere/sperimentare basta mettere una maschera per arrivare all'input di questo tipo di osservazione abbastanza facilmente... ecco il perchè di "maschere iniziatiche"

ok mi pare che il post è già lungo, comunque da alcuni spunti volendo.

Domanda riflessiva:
immaginate degli strati
maschere fisiche (quelle appena dette) >> maschere psicologiche >> essenza

Se le maschere reali depersonalizzano (e forse su questo concetto sarà da approfondire) mettendole, cosa fanno le masche psicologiche togliendole?
cioè riprendendo il "grafico"

depersonalizzati >> persone >> ??
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Vecchio 21-07-2007, 20.04.26   #13
Kael
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Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
ma cosa significa essere sè stessi?
Bella domanda. Usando le parole, "essere sè stessi" è sinonimo di "essere uguali a sè".
Qual è dunque questo nostro sè?

Il sè è la parte più intima e nascosta continuamente dalle maschere di cui giustamente parli. Spesso, per non dire sempre, anche se togliamo le maschere più "materiali", ci identifichiamo con quelle psicologiche, più "nascoste"... E a quel punto ci fermiamo, non siamo capaci di andare oltre, ecco che diciamo "io sono così o colà" solo attenendoci a queste maschere, che poi altro non sono che convinzioni profonde, talmente radicate da sembrare il nostro sè.

Se ad esempio una persona ha sempre manifestato la sua cattiveria, da tutti è considerata cattiva, ed ella stessa dice "se sono me stesso sono cattivo". In realtà, anche quella è una maschera. Perchè nulla vieta a quella persona, volendo, di poter anche buona.
Il "me stesso" che conosco non è altro che abitudini, cristallizzazioni di comportamenti (maschere psicologiche) che sono talmente abituato ad usare da considerare quel "me stesso" che stiamo cercando di definire. In realtà, potrei essere qualunque cosa. Almeno potenzialmente. Chi prima non ha fatto un serio lavoro per liberarsi da queste maschere, che come abbiamo visto poi col tempo iniziano a vivere di vita propria, ne sarà sempre vincolato.
Il lavoro è certamente ostico e difficile, pieno di rinunce se vogliamo, ma nel profondo l'uomo si può liberare da queste maschere e tornare ad essere semplicemente quel se stesso di cui stiamo parlando.
Perchè essere se stessi (uguali al sè), significa "Poter" essere qualsiasi cosa... che è diverso da essere qualsiasi cosa..... La capacità sta nell'azione.

Nel linguaggio comune si dice che per essere se stessi bisogna essere più o meno i soliti, cioè sempre uguali a come ci si è comportati finora (identificandosi con le maschere psicologiche...)
Io invece dico l'esatto contrario: sono me stesso ogni volta che riesco ad essere diverso da come sono stato finora, ogni volta in cui quel "Poter" vale, allora ho possibilità di scelta... sono libero... sono uguale al sè. E decido, secondo volontà, cosa e come devo essere.
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Vecchio 03-08-2007, 14.21.47   #14
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Nel linguaggio comune si dice che per essere se stessi bisogna essere più o meno i soliti, cioè sempre uguali a come ci si è comportati finora (identificandosi con le maschere psicologiche...)
Io invece dico l'esatto contrario: sono me stesso ogni volta che riesco ad essere diverso da come sono stato finora, ogni volta in cui quel "Poter" vale, allora ho possibilità di scelta... sono libero... sono uguale al sè. E decido, secondo volontà, cosa e come devo essere.
Limitandomi a questa parte direi che sono me stesso quando non sono come altro, uguale o diverso da ciò che appaio sempre è indifferente
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Le cose sono quasi sempre il contrario di quello che si pensa
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Vecchio 03-08-2007, 14.27.15   #15
turaz
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e quando sei uscito e vedi tutte le maschere magari ti rendi conto che un'altra maschera è quella che ti dice che sono tutte maschere.
paradosso?
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