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Vecchio 11-08-2007, 00.15.37   #1
Grey Owl
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Predefinito Ignoranza e semplicità

E' da un pò che non metto per iscritto quello che mi passa per la testa... un pò per non alimentare la mia importanza personale... e un pò per quella orribile tendenza ad allinearmi ad un pseudo modo di vivere il forum... si perchè mi capita di scorprirmi pensieroso... non mi vedo subito... ma dopo poco mi accorgo di essermi fatto uno schema (falso) di come si dovrebbe vivere in città (Ermopoli)... come dice il proverbio "a camminare con lo zoppo si comincia a zoppicare"... ma in verità non cammino con i cittadini... penso e vedo in un sogno quello che voglio vedere... ed allora censuro il mio modo di essere... giudico non idoneo per la città... non scrivo quello che penso... questo a mio modo di vedere è mentire per primo a me stesso... poi ai cittadini.
Bene... capita di sentirmi ignorante in molti argomenti trattati in città... ad esempio non ho mai letto la Bibbia e i Vangeli... a stento riesco a ricordare i nomi degli apostoli... e per dirla tutta non ne sento il "bisogno" perchè trovo più interessanti altre cose...

Questo sentirmi inadeguato mi ha condizionato per molto tempo... direi che pure nella vita di tutti i giorni mi capitava di sentirmi ignorante per molte cose...

Poi la svolta... non una presa di coscienza a livello mentale... ma più in generale ho cominciato ad accettare questa inevitabile "mancanza"... non si nasce imparati... e se qualcosa non conosco posso sforzarmi di imparare... quindi quella inadeguatezza la posso sanare con l'impegno... studiando e leggendo no?...

La semplicità fà parte di me... non mi ritengo una persona "complicata"... anzi... a volte sono ingenuo... ma semplicità non è sinonimo di ignoranza... come credevo che fosse... semplicità è uno stato dell'essere che non usa molto la mente ma semmai il cuore ed il corpo... ma non per questo non è in grado di capire... di comunicare.

Questo mio scritto è più una lettera aperta... una "confessione"... per anni ho nascosto a me stesso questo "malessere"... il sentirmi ignorante rispetto a cose che non conoscevo.

L'inadeguatezza nasceva dal voler essere quello che non sono... o meglio a non accettare quello che sono... una persona semplice.
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Vecchio 11-08-2007, 12.22.03   #2
jezebelius
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Credo che alla fine questo modo di sentirsi colpisca un po tutti o meglio...interessi un po tutti, solo che c'è chi nè è cosciente e chi no.
Anche a me, spesso, è capitato di sentirmi " ignorante".
Ma mi pare che, in generale, si dia un significato differente alla parola in quanto si percepisce un senso di inadeguatezza. Ignorante, nella maggior parte delle volte, viene utilizzato come sinonimo di stupido. Invece si dovrebbe anche analizzare ciò che si dice e le parole che si utilizzano, ad esempio in un discorso insomma essere attenti, scoprendo, come detto più volte che Ignorare equivale a " non conoscere ".
Saltando di palo in frasca, molto spesso, in effetti mi pare è quel che hai fatto notare, ci si identifica con l'ignoranza ( e con lei la nostra IP , questa malandrina ) e ci si sente inadeguati a quella situazione o a quella circostanza. Bisognerebbe anche essere coscienti del fatto che non si può sapere tutto e che, come hai detto, con un po di impegno si può colmare un vuoto ma non connotabile in accezione negativa.
Però..mi rendo conto che è molto semplice a dirsi che a farsi visto che vorremmo " dare " la nostra immagine in pasto a chi ci sta di fronte; in pratica regalargli il nostro poster, ed anche qui ci vorrebbe impegno ed attenzione.
Beh..per quanto mi riguarda anche io non ho letto la Bibbia ed i Vangeli come non ho letto molte altre cose o come non conosco vari autori. Il fatto è che quando si viene a contatto con realtà o situazioni per le quali ci si sente, in maniera illusoria quindi a questo punto, inadeguati, bisognerebbe ricordarsi che in quel momento si è a " lezione " e che, come a scuola, quella conversazione o quell'articolo ad esempio, forniscono un indirizzo ovvero un " input ". Poi sta ad ognuno dare seguito a quella che reputa una mancanza.
Questo però alla fine non ha nulla a che vedere con la semplicità.
Ma in fondo però ho difficoltà a capire questa semplicità. Cosa è in definitiva?
__________________
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 11-08-2007, 12.55.01   #3
RedWitch
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Sono d'accordo con Jez, sicuramente il significato che diamo erroneamente alla parola ignoranza, fa sì che "sentirsi ignoranti" abbia un'accezione negativa... bisognerebbe sempre pensare verso chi o cosa ci sentiamo ignoranti.. dal mio punto di vista non è quasi mai una situazione, ma dalle persone che "compongono" la situazione (no so se si capisce..)
Anche a me capita di sentirmi inadeguata, nemmeno io ho letto i Vangeli o la Bibbia per intero, pero'... chi lo ha fatto (anche qui tra di noi), ci ha messo del suo, l'impegno e la volontà per farlo... dunque perchè mi sento inadeguata? E' una forma di invidia rispetto ad altri?.. alla fin fine, se davvero mi interessa colmare delle lacune (o quelle che ritengo tali), non devo fare altro che prendere in mano quei Testi e impegnarmi, ma sicuramente non dovrebbe essere perchè altri li hanno letti, ma perchè mi interessa davvero leggerli..
Sentirsi inadeguati è un giochetto della mente che fa sentire al sicuro ... se tutti sono meglio di me.. nessuno potrà rimproverarmi, starò sempre al margine, per non mettermi in gioco.. tantoiosonopiccolaenera...


ps. Grey grazie per questa apertura..
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Vecchio 11-08-2007, 13.05.58   #4
Sole
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L'inadeguatezza nasceva dal voler essere quello che non sono... o meglio a non accettare quello che sono... una persona semplice.
Credo che questo che ci regali sia un pò ciò che viviamo tutti.
Purtroppo l'mmagine che vorremmo portare in giro di noi, quello che vorremmo che le persone dicessero di noi, ci domina fino al punto che ci vergognamo poi di essere ciò che semplicemente siamo.

Tutti siamo semplice nell'essere, non penso ci sia un Essere complicato interiormente. A volte percepiamo questo semplice modo di essere veri, a volte ne avvertiamo le sovrastrutture e diciamo: complicato. Altre volte siamo talmente coperti di questa complicatezza che la vediamo negli altri per poterla vedere in noi, li accusiamo di non farsi capire, ci urta, non la comprendiamo.. ma ci appartiene.
Parlo al prurale perchè colpisce anche me questa cosa.
L'immagine che ci facciamo di noi stessi, qull'icona che vorremmo raggiungere, essere, afferrare alla fine è una condanna, è la prigione che ci ferma.

Non è facile accettarsi per quello che si è.. sopratutto perchè sapere chi siamo non è che uno smantellamento di sovrastrutture.

Accettare ciò che si sente di essere nell'intimo è un pò come andare in giro nudi e a testa alta. Fieri della proprio nudità .. l'Eva senza foglia di fico.
La vergogna ci domina.. e per coprirla facciamo un gran caos...

Grazie Grey
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Vecchio 11-08-2007, 13.13.45   #5
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Sentirsi inadeguati è un giochetto della mente che fa sentire al sicuro ... se tutti sono meglio di me.. nessuno potrà rimproverarmi, starò sempre al margine, per non mettermi in gioco.. tantoiosonopiccolaenera...

... uffffff
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Vecchio 11-08-2007, 15.29.12   #6
Ray
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il sentirmi ignorante rispetto a cose che non conoscevo.
Un po' è emerso dalle risposte precedenti... scusa Grey ma in questa frase che hai scritto io ci vedo un po' di confusione.

Il sentimento di inadeguatezza viene dal confronto che facciamo tra noi stessi e gli altri, non dalle cose che effettivamente ignoriamo. L'ignoranza è una cosa obiettiva. Se non so una cosa la ignoro. Se so che esiste e che la ignoro può darsi che mi sorga l'impulso di conoscerla e può darsi di no. Questo impulso può anche sorgere in me dalla constatazione che qualcun altro la conosce e dall'impressone che costui ne tragga qualcosa di utile. Ecco che magari anch'io desidero conoscerla.

Tutt'altra cosa è il raffronto che io faccio tra costui e me stesso. Direi anzi tra l'opinione immaginaria che ho di lui e quella che ho di me stesso, ma sta cosa c'entra solo marginalmente.

La vergogna di non sapere non sorge dal raffronto nei confronti della cosa che non so, ma dal raffronto nei confronti di chi eventualmente la sa e dall'idea immaginaria che questo sapere sia effettivo valore che, se costui possiede e io no, va a mio discapito.
In realtà va a discapito dell'idea che ho di me stesso... me stesso che "deve" essere perfetto così com'è senza sforzo di miglioramento... e quindi ogni constatazione che minaccia questa falsa certezza, minaccia lo status quo e la relativa "calma piatta"... si corre il rischio di mettere in discussione qualcosa... di li il fastidio.

Ben vengano sti fastidi...
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Vecchio 11-08-2007, 16.37.14   #7
Kael
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per anni ho nascosto a me stesso questo "malessere"... il sentirmi ignorante rispetto a cose che non conoscevo.
Concordo con quanto detto da Ray, e quoto questa frase per aggiungere una mia considerazione... Non ci dovrebbe essere correlazione fra sentirsi ignoranti=star male... Così come tu dicevi che non deve nemmeno esserci correlazione fra semplicità=ignoranza.

Insomma, una persona veramente semplice non sta male perchè si sente ignorante... Quindi riconsidererei il tuo sentirti una persona "semplice"... non dico che non lo sei, ma forse non così tanto... Se la cosa ti faceva star male evidentemente c'era qualche sovrastruttura che agiva in te...
Credo che non lo siamo nessuno, persone semplici, dando a questo termine la definizione più profonda possibile... Più sovrastrutture ci creiamo/diamo, più ci allontaniamo dalla vera semplicità...

Grazie comunque per questo tuo post, penso che può far riflettere parecchio..

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Vecchio 11-08-2007, 19.50.12   #8
cassandra
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Forse lo stare male nasce dalla consapevolezza di aver potuto fare e non aver fatto...quando capisci che sei ignorante e sai che non ti mancano le capacita'per ridurre i vuoti ma non trovi il modo per salire di gradino in gradino...
Troppo spesso ci perdiamo in un bicchiere d'acqua...io per prima...e capisco perfettamente il punto di vista di Grey...le tue sensazioni ed idee sono anche mie con tutto che ho letto la Bibbia ed i Vangeli...
Siamo semplici e complicati ...a volte piccoli ed altre grandi...tu gufetto sei fantastico nelle tue esternazioni...sbagliando si impara...credo sia giusto dire cio'che si pensa,accettarsi è il primo passo e tu a mio sentire (come direbbe Turi... )lo stai facendo condividendo i tuoi pensieri che magari fino a ieri erano nascosti in te... parlare è servito a smuovere qualcosa,hai fatto bene secondo me...
Grazie 1000 ora mi sento piu'vicina a te...
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Vecchio 11-08-2007, 20.10.21   #9
onurB
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E' da un pò che non metto per iscritto quello che mi passa per la testa... un pò per non alimentare la mia importanza personale... e un pò per quella orribile tendenza ad allinearmi ad un pseudo modo di vivere il forum... si perchè mi capita di scorprirmi pensieroso... non mi vedo subito... ma dopo poco mi accorgo di essermi fatto uno schema (falso) di come si dovrebbe vivere in città (Ermopoli)... come dice il proverbio "a camminare con lo zoppo si comincia a zoppicare"... ma in verità non cammino con i cittadini... penso e vedo in un sogno quello che voglio vedere... ed allora censuro il mio modo di essere... giudico non idoneo per la città... non scrivo quello che penso... questo a mio modo di vedere è mentire per primo a me stesso... poi ai cittadini.
Bene... capita di sentirmi ignorante in molti argomenti trattati in città... ad esempio non ho mai letto la Bibbia e i Vangeli... a stento riesco a ricordare i nomi degli apostoli... e per dirla tutta non ne sento il "bisogno" perchè trovo più interessanti altre cose...

Questo sentirmi inadeguato mi ha condizionato per molto tempo... direi che pure nella vita di tutti i giorni mi capitava di sentirmi ignorante per molte cose...

Poi la svolta... non una presa di coscienza a livello mentale... ma più in generale ho cominciato ad accettare questa inevitabile "mancanza"... non si nasce imparati... e se qualcosa non conosco posso sforzarmi di imparare... quindi quella inadeguatezza la posso sanare con l'impegno... studiando e leggendo no?...

La semplicità fà parte di me... non mi ritengo una persona "complicata"... anzi... a volte sono ingenuo... ma semplicità non è sinonimo di ignoranza... come credevo che fosse... semplicità è uno stato dell'essere che non usa molto la mente ma semmai il cuore ed il corpo... ma non per questo non è in grado di capire... di comunicare.

Questo mio scritto è più una lettera aperta... una "confessione"... per anni ho nascosto a me stesso questo "malessere"... il sentirmi ignorante rispetto a cose che non conoscevo.

L'inadeguatezza nasceva dal voler essere quello che non sono... o meglio a non accettare quello che sono... una persona semplice.
Se fossi vendicativo adesso dovrei farmi una grassa risata, invece sono permaloso e molte altre cose ma non vendicativo e quindi partecipo volienteri al tuo dilemma. Io credo, per esperienza, che una persona semplice vede nelle altre persone la stessa semplicità, se non conosce l'essere complicato non può vederlo nell'altro.
Ho conosciuto persone culturalmente molto interessanti che non avrebbero mai tentato di farmi sentire a disagio, altre invece povere di cultura come di umanità il cui scopo primario nella vita sembra cercar di far lucente quello che realmente non hanno.
Non sono d'accordo che per essere semplici non bisogna usare la mente, non bisogna lasciarla dominarci semmai, anche usando solo il cuore o il corpo ci si può complicare molto la vita, forse anche più.
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Le cose sono quasi sempre il contrario di quello che si pensa
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Vecchio 12-08-2007, 21.11.42   #10
Shanti
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Il sentimento di inadeguatezza viene dal confronto che facciamo tra noi stessi e gli altri, non dalle cose che effettivamente ignoriamo. L'ignoranza è una cosa obiettiva. Se non so una cosa la ignoro. Se so che esiste e che la ignoro può darsi che mi sorga l'impulso di conoscerla e può darsi di no.
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Ho conosciuto persone culturalmente molto interessanti che non avrebbero mai tentato di farmi sentire a disagio, altre invece povere di cultura come di umanità il cui scopo primario nella vita sembra cercar di far lucente quello che realmente non hanno.
Facciamo il confronto tra noi stessi e gli altri e credo che alla fine il senso di inadeguatezza dipenda da come l’altro io lo percepisco. Se per esempio due persone mi parlano di uno stesso argomento che io ignoro, una può stuzzicare in me il senso di inadeguatezza e perfino farmi passare la voglia di conoscere, l’altra può rendere l’argomento così affascinante anche solo per la passione che ci mette, o per la sua voglia di trasmetterlo, da spingermi ad approfondire.

Il forum mi fa venire in mente un grande banchetto, dove ognuno mette sul tavolo quello che ha preparato (vabbeh ogni tanto scappano i 4 salti in padella ): si può assaggiare di tutto, oppure qualcosa non ci va e allora possiamo aspettare o passare ad altro, caso mai chiedere la ricetta se qualcosa ci stuzzica particolarmente. Ma qualcosa si mangia sempre, non si resta a digiuno, non si è ignoranti nel senso negativo che purtroppo viene dato comunemente a questa parola.
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Vecchio 12-08-2007, 22.12.58   #11
RedWitch
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Il forum mi fa venire in mente un grande banchetto, dove ognuno mette sul tavolo quello che ha preparato (vabbeh ogni tanto scappano i 4 salti in padella ): si può assaggiare di tutto, oppure qualcosa non ci va e allora possiamo aspettare o passare ad altro, caso mai chiedere la ricetta se qualcosa ci stuzzica particolarmente. Ma qualcosa si mangia sempre, non si resta a digiuno, non si è ignoranti nel senso negativo che purtroppo viene dato comunemente a questa parola.
Questa immagine Sha è splendida grazie
Per molto tempo, ho lasciato che fossero gli altri a mettere i loro piatti, mi sembrava di non aver nulla da dire... poi, ho capito che a volte anche i "quattro salti in padella" possono essere utili a qualcuno.. ed è bello partecipare al banchetto.. quando si capisce che tutti possono partecipare.. indipendentemente dalle conoscenze, si impara sempre qualcosa...
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Vecchio 12-08-2007, 22.36.06   #12
griselda
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Oggi guardavo il baratro della mia ignoranza e mi chiedevo perchè lo faccio. Per compatirmi? Se mi interessava quel qualcosa lo avrei senz'altro approfondito. Poi dipende da cosa mi spinge ad approndire se è per invidia dopo poco scema in nulla manca il substrato ovvero quel quid che mi spinge. Se invece mi interessa davvero ma voglio tutto e subito ovvero non voglio fare troppa fatica ecco che mi fermo di nuovo. Ci deve essere un forte fuoco all'interno che mi spinga altrimenti non concludo e mi dimentico presto del mio desiderio iniziale. Ci sono le ottave le difficoltà e i difetti che lavorano contro ma se il fuoco brucia più di tutto non ci fermiamo anche se davanti pare sempre esserci un muro da scavalcare ad ogni passo.
Da qualche giorno dentro di me si è formato una specie di blocco qualcosa dentro di me non vuole scrivere perchè è convinto di non sapere niente, di sbagliare, di non sapere perchè lo faccio, per chi e come. Sto cercando di forzarmi ed espormi mentre vorrei stare li tranquilla al caldo perchè ho scoperto che non solo sono ignorante ma che se anche conoscessi tutto lo scibile umano non conoscerei nulla perchè non mi conosco non so quasi nulla di me e quello che penso di sapere sono fantasie della mia mente.
Non so neppure cosa sia la semplicità perchè è come se fosse nel profondo di me stessa nascosta da qualche parte.
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Vecchio 12-08-2007, 23.01.54   #13
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Facciamo il confronto tra noi stessi e gli altri e credo che alla fine il senso di inadeguatezza dipenda da come l’altro io lo percepisco.
Si, però il modo in cui percepisco l'altro dipende dal modo in cui percepisco me stesso... o dall'idea che ho di me stesso, dato che lo stesso concetto "altro" nasce dal concetto "me".

Quindi alla fin fine si "riduce" sempre tutto all'idea immaginaria che abbiamo di noi stessi o di come dovremmo essere...
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