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Vecchio 22-08-2007, 16.46.44   #1
RedWitch
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Messaggi: 3,537
Predefinito La competizione

Qualche tempo fa, ho visto un film "The Prestige" è il titolo (è un film che ho trovato molto particolare e lo consiglio), racconta la storia di due giovani illusionisti, molto amici, che sognano la gloria nel loro lavoro. Lavorano insieme, e sono istruiti da un ex illusionista, che racconta loro i segreti del mestiere, e la fidanzata di uno dei due si presta per i loro trucchi. Un giorno pero' durante un numero in una vasca d'acqua, qualcosa va storto, e la donna muore. I due amici da quel momento si separano e diventeranno acerrimi nemici (uno incolpa l'altro per la morte della donna), e a colpi di "illusioni" sempre più pericolose e sempre più difficili, si fanno una guerra spietata.
Negli anni, combattono per dimostrare che uno è migliore dell'altro, ma la guerra che si fanno li porta inevitabilmente verso un baratro sempre più profondo e con conseguenze che alla fine li porteranno a volere uno la morte dell'altro.
Non vi racconto come va a finire, ma c'è un particolare che mi ha colpito molto, al di là dell'ossessione a cui arrivano per dimostrare che uno è meglio dell'altro, e che la competizione a certi livelli diventa deleteria, consuma nel vero senso della parola... ma c'è un passaggio in cui si viene a scoprire che uno dei due illusionisti, in realtà non è uno, ma sono due... gemelli, che vivono una sola vita, uno all'ombra dell'altro.
Ok.. è un film, ed è inverosimile che due persone possano fare davvero una cosa del genere, ma la brama di successo, la voglia di dimostrare di essere migliori, puo' portare l'uomo ad un livello di incoscienza talmente alto da arrivare a fare qualunque cosa...

Secondo voi, fino a quando una competizione è sana, e quando diventa pericolosa?
RedWitch non è connesso  
Vecchio 22-08-2007, 19.00.58   #2
Sole
Conosce ogni vicolo
 
Data registrazione: 31-08-2005
Messaggi: 5,653
Predefinito

Secondo me è sana fin quando stimola a migliorarsi. Se sento rancore o invidia per il successo altrui diventa una gara a dimostrare esternamente cosa valgo. Ma se il successo altrui mi serve per muovermi allora resta sana.

Mi viene da pensare che il tutto nasca dallo stesso stimolo (la buona e la cattiva competizione) ma forse no, forse nascono alla radice con intenzioni diverse.

Con "com-petizione" (sembra voglia dire "stessa causa/causa comune) mi viene sempre un'immagine che spero di riuscire a descrivere. Due persone che corrono ma una è sempre avanti all'altra alternativamente. Appena la prima non ce la fa più, la seconda la prende per mano e la trascina per poi lanciarla in avanti. Appena la seconda non ce la fa più la prima fa lo stesso.
Non può continuare nessuno dei due infatti se uno perde il passo. Chiaramente è figurativo e il lancio sarebbe lo stimolo dell'altro che è avanti.
Sole non è connesso  
 


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