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Vecchio 03-12-2007, 12.48.07   #1
dafne
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Predefinito non pensavo..pensavo che non...

(Forse non va bene in psicologia ma..capo Uno vede e provvede )
Allora, questa è una cosa che mi hanno fatto notare anni fà,oggi mi trovo a ripensarci e avolerne parlare con voi
Avevo l'abitudine di esprimermi con il "non pensavo che", non pensavo che cadesse il piatto, non pensavo che avessi bisogno, non pensavo che mi avresti chiamato...ecc ecc..un giorno quello che era mio marito si scalda e mi dice di smetterla di dire così, che era ora che cominciassi a pensare e non a non pensare mi ha colpito molto allora e ci sto ripensando da qualche giorno.
Che differenza c'è?

Non pensavo di doverti avvisare
Pensavo che non c'era bisogno di avvisarti

Non pensavo che messo in quel punto sarebbe caduto.
Pensavo che non sarebbe caduto messi li

La differenza oggi mi sembra ovvia, "pensavo che non" sarebbe successo vuol dire che avevo pensato a delle possibilità, "non pensavo" che sarebbe successo invece significa proprio che alla cosa non avevo dato peso.
E poi...ma parlo per me...quel non pensavo messo sempre dappertutto non era uno scusarmi? Una giustificazione?
Prendiamo le prime due frasi, non pensavo di doverti avvisare..non ci ho pensato, scusa, punto.
Pensavo che non c'era bisogno di avvisarti, scusa, ma era perchè...
che ne dite?
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Vecchio 03-12-2007, 16.39.22   #2
Ray
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Beh, come hai detto, il "non pensavo" implica una mancata valutazione, una superficialità... mentre il "pensavo che non" implica una valutazione fatta ma errata. Quindi due gradi diversi di consapevolezza se vogliamo.

Poi, quanto è una questione di linguaggio? E' vero che il nostro modo di parlare dice molto del nostro atteggiamento mentale, conscio o meno che sia, ma è anche vero che non basta cambiare il modo di parlare per modificare il tutto... anche se è un buon innesco se fatto con intenzione.

Buttiamo via del tutto il "non pensavo..."? Ovvero ci mettiamo in testa di valutare ogni possibile conseguenza? Beh, sarebbe bello... posto di riuscire poi anche ad agirein una qualsiasi maniera...
Buttiamo via il "pensavo che non..."? come dire smettiamo di giustficarci e diciamo semplicemente "ho sbagliato valutazione"?

Mah...
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Vecchio 03-12-2007, 16.58.43   #3
Uno
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nel caso specifico, cioè un'azione che coinvolge un'altro e che questo vede diversamente c'è differenza enorme tra i due anche se poi il risultato per quella vicenda è lo stesso.

Se dico "non pensavo che" non mi pongo neanche il problema di come la mia azione influirà nell'altro, anche quando mi verrà fatto notare non è detto che prenda in carico la cosa... anzi praticamente al 99% non sarà
Se invece dico "pensavo che non" ho valutato prima cosa era meglio, poi come spesso accade l'altro la pensa diversamente e quindi non ho fatto la scelta migliore (parlo in generale poi è da vedere caso per caso) ma quando me lo fa notare proprio perchè prima ci avevo messo l'intenzione sarà sicuramente più attento a quello che mi fa notare... poi se mi credo Dio in terra non ci sono Santi (da esplorare questo detto ) se invece valuto senza credermi infallibile troverò il compromesso che è variabile da molti fattori, tra cui chi ho di fonte e molto altro, ma molto più facilmente (non per forza, ma più facilmente) il tutto diventerà esperienza spesso applicabile anche ad altro, nel primo caso sarà uno dei tanti "perseverare"
Ovviamente usare solo una o l'altra forma verbale non cambia nulla, ora che ne parliamo qualcuno potrebbe costringersi ad usare quella meglio ma comportarsi come se usasse l'altra (non dura molto però, poi ci ricasca), quello che conta è l'atteggiamento.
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Vecchio 04-12-2007, 02.49.42   #4
Grey Owl
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Che differenza c'è?

Non pensavo di doverti avvisare
Pensavo che non c'era bisogno di avvisarti

Non pensavo che messo in quel punto sarebbe caduto.
Pensavo che non sarebbe caduto messi li
Sicuramente OT però leggendoti facevo l'associazione al mio modo di giustificarmi per un ritardo o per un'oggetto rotto.
Io avrei detto "non credevo di doverti avvisare" oppure "non credevo sarebbe caduto messo lì".
A questo punto il senso cambia... perchè è un credere senza manco pensare... inoltre avrei usato la prima forma negativa del tipo "non credevo"... non ci avevo mai pensato... anzi non avrei mai creduto che un giorno avrei scritto come mi giustifico... maròòòò

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Vecchio 30-12-2010, 21.21.42   #5
dafne
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Ritiro sù questa discussione perchè credo che ci sia dentro, almeno per me, qualcosa di molto importante.

Non penso
Non sò
Non voglio

Quando ci si esprime con una negazione costante credo che la non-intenzione diventa palese.
Ho notato, ma non ne sono certa, ho un campionario ristretto di osservazione, che i "non" tendono a crescere nelle persone timide o insicure e che spessissimo aumentano se vengono interrogati in modo diretto.

Quella del non pensavo o non volevo può essere una scusa, un raccontarsela.

Anni fà mia sorella all'ennesimo "ma tu che cosa vuoi fare della tua vita?" e all'ennesimo mio empasse mi ha detto " inizia a dire cosa non vuoi, vedrai che per esclusione arriverai a ciò che vuoi".

Ora, se la limitiamo alla questine lavoro, che carriera vuoi intraprendere, potrebbe anche funzionare...ma anche neanche, per il resto poi è una vera trappola per topi

Perchè in questo momento, ad esempio, io sò che non voglio mangiare, non voglio fumare, non voglio gardare la tv, non voglio grattarmi il naso ... potrei andare avanti a trovare un miliardo di cose che non voglio fare prima di trovare che voglio scrivere un post su Ermo...e potrei anche rischiare di non scoprirlo mai.
Senza contare poi che quello che voglio adesso magari non lo vorrò tra dieci minuti (se è un desiderio del momento) o non lo vorrò tra un anno...ecco, una bella trappola non credete?
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Vecchio 31-12-2010, 01.04.07   #6
Ray
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Senza contare poi che quello che voglio adesso magari non lo vorrò tra dieci minuti (se è un desiderio del momento) o non lo vorrò tra un anno...ecco, una bella trappola non credete?
Se è un desiderio del momento non puoi dire "voglio". E' difficile dire voglio. Non voglio invece è facilissimo, come hai visto, perchè non implica nulla, è puro chiacchericcio mentale.
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Vecchio 31-12-2010, 01.19.46   #7
dafne
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Si bon anche dire voglio delle volte...voglio andare al cinema adesso ma sono solo fantasie.
Il giochetto è un pò diverso se si affronta la questione fare, soprattutto sul fare su di sè.

La questione fare mi pare importante, finchè si tratta di teorizzare anche i voglio escono ma sul fare, la mia tendenza è fortemente negativa, verso la negazione quindi, infatti a rimozione sono diventata bravissima

Non accolgo, non accetto, non ascolto, non non non...
In questo senso, in quest'ottica capisco le accuse che mi muove la mia famiglia e cioè che quando voglio non mi ferma nessuno.

Infatti avevo già visto che nei riguadi della dipendenza io non voglio rinunciare, anche se maschero la cosa con un non voglio continuare a cascarci.

Bon forse mi stò intorcolando ma è come se i non voglio della mia vita invece di condurmi a cosa voglio stessero facendo da paravento di plausibilità ai non voglio che mi stanno pilotando.

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Vecchio 31-12-2010, 01.23.25   #8
Ray
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La questione fare mi pare importante, finchè si tratta di teorizzare anche i voglio escono ma sul fare, la mia tendenza è fortemente negativa,
Ma questo non è "voglio", è chiacchericcio mentale. Voglio implica il fare (in un certo modo è già fatto quando hai il voglio).
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Vecchio 31-12-2010, 01.41.34   #9
griselda
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Mi piace guardare i miei "non voglio" sono tutti seduti e/o al massimo rotolano.
Sono come i sassi nella risacca del mare sulla spiaggia.

I miei voglio mi vedono in piedi attiva. Un po' recalcitrante perchè mi è mooolti più comodo farmi trascinare, farmi portare, farmi spingere. (tranne poi per non accettarlo e recriminare su tutto)

Nel primo non ho responsabilità di sorta o comunque le scanso, mi passano affianco assieme a tutti quelli che si muovono in continuazione.
Non sbaglio, perchè per sbagliare bisogna anche qui muoversi se sto ferma immobile forse lo sbaglio non si accorge neppure di me e mi passa accanto.
Non solo può darsi anche che se mi alzo in piedi riesco a fare quel che non ho ancora preso in considerazione di fare magari riuscendoci pure, ma porta tutte quelle controindicazioni scritte sopra.

Però quando voglio sono calda come il sole
Quando non voglio sono fredda e arida come la luna... divento solo il riflesso del sole, ma senza di lui non sono niente e manco mi si vede.
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Vecchio 31-12-2010, 01.43.31   #10
dafne
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Chiacchiericcio per mascherare che cosa?
Questo mi chiedo.
Perchè di solito quando ci chiacchieriamo sopra è per non sentirci, ergo c'è qualcosa che con questi continui "non voglio" stò cercando di coprire.
Allo stesso tempo percepisco fortissimo questo enorme "non voglio!!!" che mi sbraita dentro, un pò come quel "non è giusto!" su cui ho aperto un'altra discussione.
E' una cosa simile?

Dovrei smettere di vestire questo non volere con degli abiti acettabili (tipo non voglio essere cativa, antipatica, grassa ..ahahah ...su quest'ultima mi vien proprio da ridere perchè meno voglio essere grassa e più mi arrotondo...muble muble) e vederlo per quel che è? Inutile?
dafne non è connesso  
 


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