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Vecchio 22-12-2007, 01.41.52   #1
Ray
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Predefinito Massima resa minimo sforzo

al giorno d'oggi questo modo di dire è uno dei più fraintesi. Mi riferisco soprattutto all'atteggiamento generale degli umani... tutti li a cercare di ottenere il massimo (?!?) dando il minimo, possibilmente niente. E tutti li a credere che cercare in questa direzione sia cosa positiva.

Il significato migliore invece, a mio avviso, si riferisce ad imparare ad incanalare bene i propri sforzi, in modo da non disperdere...

La differenza sostanziale tra i due significati, che poi è la differenza sostanziale tra gli umani che resteranno umani e gli umani che hanno una possibilità di diventare Uomini, consiste nell'essere disponibili (anzi desiderosi) a fare sforzi.
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Vecchio 22-12-2007, 02.42.06   #2
Aria
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Ai tempi del liceo la mia prof di psicologia è andata su tutte le furie perchè, secondo lei, avevo scoperto il modo per avere la massima resa col minimo sforzo. Si è arrabbiata al punto da convocare i miei genitori che, palesemente sconvolti, non sapevano cosa risponderle.
Concordo in pieno con la tua spiegazione, non è colpa di nessuno se c'è chi ha bisogno di sforzarsi meno per raggiungere un obiettivo! L'importante è sforzarsi fino al raggiungimento. Non è un modo di bluffare o prendere in giro, ma un modo diverso di gestire le proprie energie...
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L'aspetto delle cose varia secondo le nostre emozioni, e così noi vediamo magia e bellezza in loro... ma in realtà, magia e bellezza sono in noi.
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Vecchio 22-12-2007, 12.23.18   #3
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La massima resa la si ottiene quando il rapporto lavoro(forza impiegata) e risultato(movimento*) è pari a uno.
Desiderosi a fare sforzi lo si diventa nel momento in cui si comincia a rendersi conto di quanto poco ci si muove. Solo in alcuni casi le persone si fermano un momento per vedere che tutto questo "fare" non è altro che indotto, come un automa che reagisce a stimoli esterni oppure un inconsapevole tentativo di nascondere quello che non và nella loro vita. La maggior parte delle persone impegnano(sprecano) il loro tempo e le loro energie per rimandare quel momento di osservazione. Con termine (movimento*) intendo un muoversi all'interno di se stessi per comprendere che è possibile col lavoro (e con lo sforzo) divenire un Uomo. Gli umani hanno nel loro essere la potenzialità di divenire Uomini ovvero individui coscienti e non automi dormienti. La maggior parte delle persone oggi ha una resa prossima allo zero, minimo risultato(lavoro per divenire individuo) con massimo sforzo(energie sprecate). Per invertire la tendenza (e portare la resa prossima a uno) serve indirizzare le energie verso il lavoro su se stessi perchè solo così l'uomo può manifestare le potenzialità che sono in esso per divenire Uomo.
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Vecchio 22-12-2007, 12.52.07   #4
Astral
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Non so a me su alcune cose è capitato sempre il contrario massimo sforzo, per la minima resa , sopratutto quando lavori.

Credo che si possa ottenere la massima resa col minimo sforzo seguendo le proprie predisposizioni naturali e quelle cose che ci vengono spontanee e la loro applicazione ci da entusiasmo continuo.

Quando riesci a capire qual'è non puoi sbagliarti.

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Vecchio 22-12-2007, 13.54.45   #5
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Scegliere la strada migliore, questo secondo me significa il modo di dire. Che non vuol dire cercare di annullare lo sforzo, solo cercare quello che disperde di meno.
Ad esempio se dovessi scalfire una roccia potrei mettermi lì con scalpello e martello, mettendoci un sacco di energie, oppure comprarmi una piccola carica di esplosivo e poi farla saltare. In questo caso il minimo sforzo sarebbe quello di procurarmi l'esplosivo e "pagarlo", per cui devo anche metterci in conto gli sforzi che ho fatto per procurarmi il denaro necessario.

Comunque differenzieri un attimo il modo di dire con fare invece sforzi volontari per progredire in un cammino interiore, dato che in quest'ultimo caso gli sforzi combaciano con la "resa". Ossia "fare sforzi coscienti" rappresenta il fine e non il mezzo. Se il mio fine è solo abbattere un muro, cercherò indubbiamente il modo per farlo sprecando meno energie possibili, ma se il mio fine invece è accrescere la mia massa muscolare, devo assolutamente sforzarmi altrimenti me la sto raccontando... quindi ben vengano le ore passate a "picconare"...

E se poi andiamo a vedere ben bene a fondo nella cosa, si scopre che fare sforzi coscienti per diventare Uomini rappresenta proprio quell'ottenere la massima resa col minimo sforzo, altrimenti hai voglia con vite su vite girando continuamente in tondo.... quello si che rappresenta il vero spreco....
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Vecchio 22-12-2007, 15.05.07   #6
Uno
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Ai tempi del liceo la mia prof di psicologia è andata su tutte le furie perchè, secondo lei, avevo scoperto il modo per avere la massima resa col minimo sforzo. Si è arrabbiata al punto da convocare i miei genitori
Sei sicura che questa non sia una versione un pò modificata dei fatti?
Che cosa ha detto (non dico testualmente, ma almeno un pò fedelmente) ai tuoi genitori?
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Vecchio 22-12-2007, 15.09.01   #7
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La massima resa la si ottiene quando il rapporto lavoro(forza impiegata) e risultato(movimento*) è pari a uno.
Perchè se fosse 2, 3, 1000000000000 etc sarebbe peggio?
Difficile se non praticamente impossibile senz'altro...
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Vecchio 22-12-2007, 15.59.20   #8
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Su questa cosa un pò tanto me la racconto,nel senso che molte volte anche se so cosa dover fare per ottenere un risultato, cerco la strada più breve,ma comunque non ottengo nulla in quanto se non ti applichi al massimo,lo scopo non si realizza come dovrebbe e quindi come dice Kael ti ritrovi a girar in tondo consumando energie inutilmente...tanto nelle cose di tutti i giorni che a livello interiore.Questo modo di dire mi fa pensare anche che se facessimo le cose con coscienza,probabilmente otterremo la massima resa non disperdendo,con il minimo sforzo appunto...ma poi mica è facile restare vigili ed alla fine si spreca tanta roba buona, soprattutto perchè non ci si impegna abbastanza.
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Vecchio 22-12-2007, 16.11.23   #9
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Non so se a voi è capitato di "sentire" i risultati, quando si lavora in maniera giusta, secondo me non c'è nulla da fare: si vede, si sente, si riscontra, anche poco poco...

E' quando invece come dice Cassandra che sembra di girare intorno che stiamo lavorando male, oppure facciamo il massimo sforzo nella maniera sbagliata e quindi otteniamo il minimo risultato.

Mi ricordo ad esempio alle scuole medie quando mi ci impegnai di tutto per completare un designo dove occorreva attaccare dei pezzi di carta cresta su cartonico. Ci misi quattro ore, una fatica, alla fine riusci, eppure una mia compagna mi fece vedere come lo fece in 20 minuti.

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Vecchio 22-12-2007, 22.04.16   #10
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Il minimo sforzo e la massima resa avviene secondo me quando noi non ci opponiamo in nessun modo a quello che dobbiamo fare, quando nessuna parte di noi vuole risparmiarsi.
Quando amiamo ciò che facciamo non troviamo attrito e lo sforzo diventa minore o quasi nullo perchè subentra la sua forza che ci coinvolge anima corpo e mente e ci muoviamo all'unisono con ciò che vogliamo fare, mentre se una sola parte di noi si oppone ecco l'attrito e lo sforzo e la fatica e la minima o nulla resa.
Quindi direi che si ci arrendiamo quindi "massima resa" davanti a ciò che dobbiamo/vogliamo/abbiamo deciso di fare ecco che lo sforzo sarà minimo.
Altrimenti il risultato sarà sempre quello di fare un compitino, un lavorino, un progettino etc perchè ci siamo risparmiati.
O no?
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Vecchio 23-12-2007, 00.23.47   #11
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Minimo sforzo non vuol dire zero fatica. Lo sforzo dipende dalla resa... per una determinata resa ci vorrà, come minimo, un determinato sforzo corrispondente. Questo sforzo sarà minimo, in relazione alla resa che consideriamo, se non sprechiamo energie, nei vari modi in cui le sprechiamo, in primis come dice Griselda, opponendoci a noi stessi.

Bello quello che dice sulla "resa".
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Vecchio 23-12-2007, 02.27.26   #12
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Sei sicura che questa non sia una versione un pò modificata dei fatti?
Che cosa ha detto (non dico testualmente, ma almeno un pò fedelmente) ai tuoi genitori?
Gli ha detto che era impossibile che io riuscissi a mantenere una media di voti così alta senza passare giornate intere sui libri, anzi uscendo, scherzando etc... Diceva che avevo scoperto "il metodo" per fare il minimo e rendere il massimo. Per punirmi ha deciso di darmi 8 come voto (e non 9 o 10 come avrebbe voluto fare).
Mia mamma si chiede ancora perchè la prof si è arrabbiata invece di esserne contenta e, a dire il vero, me lo chiedo anch'io...
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Vecchio 23-12-2007, 03.16.58   #13
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Non nego che tutto sia possibile e che tu possa aver trovato l'insegnante pazza, ce ne sono.... però non vedo per esempio come lei potesse sapere che tu non studiavi pur essendo brava.... era tua zia?
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Vecchio 23-12-2007, 11.06.02   #14
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Minimo sforzo non vuol dire zero fatica. Lo sforzo dipende dalla resa... per una determinata resa ci vorrà, come minimo, un determinato sforzo corrispondente. Questo sforzo sarà minimo, in relazione alla resa che consideriamo, se non sprechiamo energie, nei vari modi in cui le sprechiamo, in primis come dice Griselda, opponendoci a noi stessi.

Bello quello che dice sulla "resa".
Quando ho letto questo topic, mi è venuto l'esempio di chi ha una grande sala da pranzo con lampadari che si illuminano tutti premendo il semplice bottone.

Il fatto di premere il bottone è il minimo sforzo, e l'illuminazione è la massima resa, ma se come dice Ray non faccio nessuno sforzo ( ovvero non premo il bottone) non succederà proprio nulla.

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Vecchio 23-12-2007, 12.52.48   #15
Faltea
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Sul lavoro tendo a portarmi sempre di più verso la massima resa-minimo sforzo.
Non lavorando meno s'intende , ma utilizzando sempre meno tempo nel fare determinate cose, escogitando metodi più veloci, utilizzando fogli di calcolo, rendendo sempre più veloce il programma gestionale, organizzandomi di modo da rendere di più in minor tempo possibile.
Ma... in ambito personale-costruttivo succede esattamente l'opposto. Parto da A per raggiungere il punto X e mi trovo a ciondolare tra mille D,F,G,K..etc, ed è tanto se arrivo a X...
Esempio:
Volevo approfondire la mia conoscenza sulla fisica, addentrarmi nella fisica quantistica, con uno scopo ben preciso che renderebbe il post troppo lungo...
Sono partita con questa idea ed ora mi trovo a leggere un libro sui numeri primi

nel mezzo sono passata per la chimica alla matematica applicata... etc.
Mentre leggo un libro... non capisco qualcosa ed allora vado ad approfondirlo e via così fino a perdermi nei numeri primi... cosa che sicuramente mi porterà ancora più lontano in quanto le mie nozioni di matematica sono abbastanza scarse ed avrò bisogno di altri libri
La meta è sempre più lontana............
Ma è cibo buono buono.
Per sintetizzare: ciò che è manuale/azione/lavoro lo esemplifico e ne traggo il massimo con poco.
Cio che è intelletto, conoscenza, crescita... mi ci perdo, approfondisco e mi ci perdo..

O ci sguazzo?
dovrei aprire un post sulle dipendenze
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Vecchio 23-12-2007, 14.34.20   #16
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Originalmente inviato da Faltea Visualizza messaggio
Sul lavoro tendo a portarmi sempre di più verso la massima resa-minimo sforzo.
Non lavorando meno s'intende , ma utilizzando sempre meno tempo nel fare determinate cose, escogitando metodi più veloci, utilizzando fogli di calcolo, rendendo sempre più veloce il programma gestionale, organizzandomi di modo da rendere di più in minor tempo possibile.
Ma... in ambito personale-costruttivo succede esattamente l'opposto. Parto da A per raggiungere il punto X e mi trovo a ciondolare tra mille D,F,G,K..etc, ed è tanto se arrivo a X...
Esempio:
Volevo approfondire la mia conoscenza sulla fisica, addentrarmi nella fisica quantistica, con uno scopo ben preciso che renderebbe il post troppo lungo...
Sono partita con questa idea ed ora mi trovo a leggere un libro sui numeri primi

nel mezzo sono passata per la chimica alla matematica applicata... etc.
Mentre leggo un libro... non capisco qualcosa ed allora vado ad approfondirlo e via così fino a perdermi nei numeri primi... cosa che sicuramente mi porterà ancora più lontano in quanto le mie nozioni di matematica sono abbastanza scarse ed avrò bisogno di altri libri
La meta è sempre più lontana............
Ma è cibo buono buono.
Per sintetizzare: ciò che è manuale/azione/lavoro lo esemplifico e ne traggo il massimo con poco.
Cio che è intelletto, conoscenza, crescita... mi ci perdo, approfondisco e mi ci perdo..

O ci sguazzo?
dovrei aprire un post sulle dipendenze
OT: è mia opinione personale che se vuoi saperne di meccanica quantistica non puoi esimerti dal sapere di numeri primi. Fine OT.

A volte (per non dire spesso o quasi sempre) per arrivare ad un risultato dobbiamo necessariamente passare per punti intermedi e questi punti intermedi non necessariamente stanno sulla linea retta o meglio, su quella che noi pensavamo essere la linea retta. Possono essere dei passaggi obbligati.

Se sono passaggi obbligati fanno parte del minimo sforzo. Invece si può applicare la questione del minimo sforzo nelle operazioni che sono necessarie al passaggio per questi punti intermedi... qualunque sia l'ambito specifico che sto considerando (pezzi di strada) esiste una massima resa con minimo sforzo.
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Vecchio 23-12-2007, 16.02.49   #17
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Il minimo sforzo e la massima resa avviene secondo me quando noi non ci opponiamo in nessun modo a quello che dobbiamo fare, quando nessuna parte di noi vuole risparmiarsi.
Quando amiamo ciò che facciamo non troviamo attrito e lo sforzo diventa minore o quasi nullo perchè subentra la sua forza che ci coinvolge anima corpo e mente e ci muoviamo all'unisono con ciò che vogliamo fare, mentre se una sola parte di noi si oppone ecco l'attrito e lo sforzo e la fatica e la minima o nulla resa.
Quindi direi che si ci arrendiamo quindi "massima resa" davanti a ciò che dobbiamo/vogliamo/abbiamo deciso di fare ecco che lo sforzo sarà minimo.
Altrimenti il risultato sarà sempre quello di fare un compitino, un lavorino, un progettino etc perchè ci siamo risparmiati.
O no?
Sono d'accordo con tutto quello che hai detto, in particolare, a me viene in mente che più tentiamo di risparmiarci (e ci opponiamo a noi stessi), più facciamo fatica, la fatica doppia di cercare di risparmiare e di fare una qualunque cosa mettendoci ben poco di noi, magari pretendendo anche un buon risultato. E' già da un po' che ci penso.. sarebbe bello vedere in un thread a parte specifico in cosa maggiormente disperdiamo..

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Vecchio 23-12-2007, 16.20.21   #18
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Il minimo sforzo e la massima resa avviene secondo me quando noi non ci opponiamo in nessun modo a quello che dobbiamo fare, quando nessuna parte di noi vuole risparmiarsi.
Concordo e questo apre anche un'altra considerazione: fatica e sforzo sono due cose differenti.
Della serie, se io amo camminare in montagna posso decidere di farmi una cima che necessita di molte ore di marcia: la fatica sarà enorme ma lo sforzo bassissimo, perchè lo farò volentieri (nel senso che ci sarà volontà da parte mia..)
Viceversa se devo fare una cosa controvoglia, per quanto piccola essa sia, fatica e sforzo saranno enormi. In realtà la fatica dovrebbe essere pochissima per compiere quella piccola cosa, ma sarà la mia resistenza in tal senso ad aumentarla all'inverosimile, tanto che il vero senso della cosa è che devo lottare contro me stesso ed è questa la vera fatica. Lo sforzo sarà il voler continuare questa lotta, invece di cedervi e lasciar perdere.

Spesso, per non dire semrpe, dobbiamo sforzarci tantissimo per fare alcune cose perchè solo una parte di noi le vuole davvero, mentre un infinità di nostre altre parti le combatte con ogni mezzo. Il problema è che queste altre parti sono di provenienza inconscia, quindi non passano sotto il nsotro controllo e non sappiamo di averle finchè non ne prendiamo coscienza... (con sforzi coscienti)

Praticamente tutte queste parti inconscie agiscono meccanicamente, da qui il vero sforzo: rendere volontario ciò che agisce meccanicamente.
Per fare un'esempio prendiamo un automobilista che deve andare da Cortina a Bolzano, prenderà la strada più diretta che unisce le due città, che rappresenta in quell'ambito la massima resa col minimo sforzo. Ma questa strada non è la migliore in assoluto, dovrà perdere molto tempo per procedere fra i tornanti e i sali scendi delle montagne... Ecco che potendo, potrebbe costruire una super strada che unisce in linea d'aria le due città, costuendo gallerie o ponti per aria dove necessario. Questo sarà lo "sforzo cosciente" che gli permetterà in seguito di ottenere davvero la massima resa col minimo sforzo, in realtà questo non avviene quasi mai perchè nessuno è disposto a ristrutturare la sua rete stradale "personale", meglio procedere senza sforzo su quelle che esistono già...

E sono proprio le parti meccaniche che non hanno nessun interesse a perdere la loro meccanicità, sono loro le principali oppositrici ad un nostro volere libero.
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Vecchio 24-12-2007, 02.36.36   #19
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Non nego che tutto sia possibile e che tu possa aver trovato l'insegnante pazza, ce ne sono.... però non vedo per esempio come lei potesse sapere che tu non studiavi pur essendo brava.... era tua zia?
Era pazza si, ma qlli sono problemi suoi!!! Non ha mai detto che non studiavo (perchè l'avrei appesa all'attaccapanni), ma che "non mi ammazzavo più di tanto"... Qllo che volevo farle capire io era che se studiando 3h al giorno riuscivo ad avere la media dell'otto, perchè avrei dovuto studiare 5 o 6 ore??? Per avere 10??? Che me ne frega a me di avere 10 se per studiare non posso uscire, stare con gli amici etc???

Ok, siamo OT...
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Vecchio 24-12-2007, 02.43.38   #20
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Era pazza si, ma qlli sono problemi suoi!!! Non ha mai detto che non studiavo (perchè l'avrei appesa all'attaccapanni), ma che "non mi ammazzavo più di tanto"... Qllo che volevo farle capire io era che se studiando 3h al giorno riuscivo ad avere la media dell'otto, perchè avrei dovuto studiare 5 o 6 ore??? Per avere 10??? Che me ne frega a me di avere 10 se per studiare non posso uscire, stare con gli amici etc???

Ok, siamo OT...
Ecco dove volevo arrivare, non può avere detto a tua mamma che tu avevi i voti alti senza studiare (a meno che non sia uscita dal manicomio con la legge Basaglia), perchè lei non poteva sapere se studiavi o meno, è facile che abbia detto a tua mamma una cosa tipo che potevi fare di più ma non ti applicavi oltre un certo limite...
In questo caso si che siamo O.T.
(ti prendo in giro ma con affetto, ormai lo sai)
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Vecchio 26-12-2007, 01.51.28   #21
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No Uno, le sue parole esatte sono state "tu hai scoperto il modo per studiare il minimo e rendere il massimo"... Il resto è qllo che ho aggiunto dopo. Troppi danni sta legge basaglia...
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Vecchio 26-12-2007, 12.23.35   #22
Ray
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Troppi danni sta legge basaglia...
Scusa Aria, ma vedi, quando si parla senza sapere si rischia di dire un sacco di castronerie.
Prima della legge Basaglia, chie era affetto da turbe psichiche perdeva ogni diritto civile, veniva rinchiuso nei manicomi a tempo indeterminato, non poteva più disporre in alcun modo di se stesso e veniva sottoposto a qualsiasi trattamento venisse ritenuto, a torto o ragione, opportuno.
La legge Basaglia, tra le altre cose, ha restituito i diritti civili a queste persone.
Sulla qualità, sui pregi e difetti e sugli eventuali danni di questa legge (non esistono le leggi perfette e neanche questa lo è) possiamo parlare approfonditamente nella sezione appropriata se a qualcuno interessa.

Poi, che esistano dei nevrotici che occupano posti di lavoro di notevole importanza sociale e che in queste posizioni possano fare dei bei danni è un altro paio di maniche. La cosa è parecchio diffusa... che l'insegnamento ospiti una buona percentuale di nevrotici è esperienza credo di chiunque... d'altra parte la nevrosi è più diffusa della carie a quanto mi sembra.
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Vecchio 26-12-2007, 17.59.40   #23
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Sai Ray, credevo si capisse la differenza tra una cosa detta seriamente e una battuta. Mi sembrava evidente che era un "modo di dire" e che non ci fossero persone malate in discussione, ma "pazzi" metaforici. Non vorrei essere pesante nè offensiva, ma anche qndo si crede di sapere tutto si finisce per dire un sacco di castronerie...
Ho lavorato in una comunità per inabili psichici e, dalla mia esperienza, ti posso dire che la differenza tra i vecchi manicomi e le attuali comunità sta solo nel nome. Le leggi spesso restano sulla carta... Ma non è qsto il luogo per parlarne.
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Vecchio 26-12-2007, 19.18.35   #24
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No Uno, le sue parole esatte sono state "tu hai scoperto il modo per studiare il minimo e rendere il massimo"... Il resto è qllo che ho aggiunto dopo. Troppi danni sta legge basaglia...
A parte la battuta sulla legge (che ho iniziato io per primo in tal senso) comunque se le cose stanno così (e non vedo perchè dovrei dubitarne visto che lo confermi) allora la tua professoressa ha usato un modo di dire impropriamente, se tu avessi ottenuto il 10 senza studiare o studiando pochissimo era giusto, ma visto che ti sei fermata all'8 non si può dire "massimo risultato"... e il minimo sforzo neanche poteva affermarlo dato che non sapeva quanto tu studiavi....

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Vecchio 26-12-2007, 19.26.53   #25
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Ammetto che non avevo intenzione di farne una discussione su di me qndo ho citato la prof, ma nel leggere il titolo mi è subito tornata alla mente qlla sua reazione che non ho mai capito. Quasi come se "ottimizzare" i tempi e il lavoro fosse qlcsa di sbagliato. Io lo trovo utile, penso che non riuscirei in niente se non avessi qsta capacità.
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