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Vecchio 07-01-2008, 01.27.26   #1
Ray
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Io sullo zen non so proprio nulla.
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Vecchio 07-01-2008, 01.38.19   #2
Grey Owl
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Lo Zen è una disciplina che nacque tanto tempo fà all'interno del buddismo giapponese, volta alla comprensione dell'Essere mediante esercizi di attenzione, concentrazione ed espansione.
Lessi tempo fà le 101 storie Zen e mi piacquero per la sintesi espositiva.

Come Ray affermo che sullo zen non so proprio nulla.
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Vecchio 07-01-2008, 02.28.01   #3
Ray
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Anche io ho letto quelle storie e mi sono piaciute. Per fortuna non ci ho capito nulla.
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Vecchio 07-01-2008, 15.02.48   #4
Era
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Anche io ho letto quelle storie e mi sono piaciute. Per fortuna non ci ho capito nulla.
Ma come per fortuna?
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Vecchio 07-01-2008, 15.47.46   #5
Astral
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Non ho capito quale è la funzione del topic, si parla dello Zen, oppure della nostra ignoranza sullo Zen?

Se è la seconda, allora sono dei vostri!

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Vecchio 07-01-2008, 15.55.56   #6
griselda
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Un giorno chiesi ad un amico cosa era lo zen e mi rispose: devi
sederti davanti a quel muro bianco e guardalo fino a quando ritorno.
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Vecchio 07-01-2008, 17.40.28   #7
dafne
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Lo Zen, oltre che una moda degli ultimi anni , è una dottrina,una filosofia di vita, una scuola, ho trovato in giro che zen è la traduzione nipponica di Chan un termine che venne utilizzato per rendere la parola sanscrita Dhyana che nell'insegnamento del Budda indicava i graduali stati di coscienza caratterizzati da profonda comprensione che scaturiscono dall'esercizio del Samadhi, la concentrazione meditativa. Solo su questa frase si dovrebbe parlare a lungo
Ho letto poi una cosa curiosa che stride un pò con l'idea che si ha dello zen (siediti e guarda il muro appunto) lo Zen predilige l'atto puro, l'azione diretta, e il concetto che colpisce maggiormente è il concetto di vuoto,per gli occidentali esso rappresenta la morte, mancanza, privazione, mentre per lo zen è qualcosa di estremamente dinamico,condizione per ogni cosa, contenitore del tutto e generatore di ogni cosa. Lo Zen ha ispirato la poesia, la cerimonia del the,l'arte di disporre i fiori (ikebana),l'arte della calligrafia,la pittura il teatro, l'arte culinaria ed è alla base delle arti marziali (aikido, karate, judo...), l'arte della spada (kendo) e il tiro con l'arco. L'obiettivo dello Zen è di raggiungere il Satori,l'illuminazione che porta a un più alto livello di coscienza. Satori e vuoto sono due concetti complementari che si sostengono e proprio grazie alla concezione Zen del vuoto è possibile comprendere la differenza tra Nirvana e il Satori, se la prima infatti si presenta come rinuncia al mondo e distacco da questo il Satori si propone una partecipazione attiva e consapevole al mondo appunto.
Lo Zen predilige l'attività alla speculazione intellettuale e si distingue dalle altre scuole buddiste per aver reso centrale la pratica del Satori, tra le varie pratiche si distingue lo zazen, la meditazione seduti per portare la mente in un vuoto produttivo, e il Kin-hin che significa meditare camminando (forte questa, l'ho scoperta oggi)
Se ho letto bene ci sono due filoni principali, due scuole principali, Soto e Rinzai,per la prima la ricerca del satori è incentrata unicamente sulla pratica,equvale all'abbandono del normale concepire le azioni umane secondo scopi da conseguire,senza prefiggersi alcuno scopo appunto e si affida solo alla postura con l'atteggiamento unificato di mente corpo e spirito,viene chiamato "risveglio silenzioso". Lo Rinzai invece è definito "lo zen della contemplazione della parola" perchè allo za-zen e al kin-hin aggiunge il koan, problemi irrisolvibili razionalmente che il Maestro pone al discepolo per condurlo al Satori attraverso un opprimente senso del dubbio,il koan è una sorta di paradosso logico che trascende la coscienza e il senso comune creando uno stato di vuoto mentale adatto alla meditazione.
Cerco qualcos'altro e poi lo posto
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Vecchio 07-01-2008, 20.44.09   #8
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Un giorno chiesi ad un amico cosa era lo zen e mi rispose: devi
sederti davanti a quel muro bianco e guardalo fino a quando ritorno.
Quindi è tornato troppo presto.
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Vecchio 08-01-2008, 02.15.32   #9
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Lo zen... ognuno ha il suo. Nessuno ne ha uno suo.
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Vecchio 08-01-2008, 02.16.20   #10
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La mente non può comprendere lo zen... ma lo zen comprende lei.
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Vecchio 08-01-2008, 02.20.31   #11
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Come lo sguardo fisso... lo Zen è fissità.
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Vecchio 08-01-2008, 02.23.46   #12
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E' tornato e non è tornato.
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Vecchio 08-01-2008, 10.56.35   #13
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Lo Zen in un certo senso si collega alla discussione
sensazioni corporee
, fare Zen (si "fare", anche se è un fare diverso da ciò che siamo abituati a concepire con tale parola) è voler vedere la realtà delle cose.
Il muro bianco è ciò che affascina la mente occidentale, ciò che chi vuole atteggiarsi a grande conoscitore tira sempre fuori.... ma le poche volte che mi è capitato di parlare con queste persone a domande poste con cognizione di causa non ho ricevuto che risposte che evidenziavano l'ignoranza... è brutto da dire, ma non è addolcendo che cambia qualcosa.
Mettersi di fronte ad un muro bianco (ma anche di fronte ad un Koan o altri strumenti del metodo Zen) è mettersi di fronte a qualcosa che la nostra mente non sa afferrare, ma non, come spesso viene detto, perchè la mente debba cessare, deve smettere una modalità della mente, deve fare spazio ad un'altra modalità operativa, potendo e sapendo poi integrare le due....
Le due modalità (a questo livello) sono quella semplice in cui operiamo con ragione ed intuito e la modalità sinergica in cui destra e sinistra lavorando insieme. Questa seconda modalità apparentemente più ricca, la modalità che fa scaturire l'intuito, senza la modalità orientata (ragione o emozione) non potrebbe fare nulla... un'automobile senza sterzo potrebbe stare solo ferma perchè al primo muro si schianterebbe.
D'altro canto un'automobile senza la capacità di vedere dritto, senza dei fari sarebbe costretta a girare in tondo, se non trova ostacoli sul cammino.
Mettersi di fronte al muro bianco (e anche il resto, Koan etc) significa non poter girare a destra o a sinistra.... significa dover per forza osservare, costringersi ad osservare senza che ci sia nulla da osservare.
Non avendo nulla di esteriore da osservare, se anche ci rimangono i pensieri incessanti, basta protrarre abbastanza a lungo da arrivare ad un momento naturale di sospensione della mente e un piccolo Satori è possibile. Non significa nulla se non lo si coltiva, se dopo 2 secondi si viene riassorbiti dalla vita.
Ci sono molte cose su cui discutere, per esempio che se mi siedo di fronte ad un muro dopo una giornata in cui ho esaurito o mi hanno esaurito tutta l'energia sarà difficile (non impossibile per un motivo che poi dirò) che io abbia qualche sorta di esperienza.
Non impossibile perchè se riuscissi (in pratica come un metodo delle Vie della mano sinistra) ad arrivare a svuotarmi e prosciugarmi completamente di ogni energia diventerei tipo una di quelle pompette (per esempio un clistere di gomma che serve a far pulizia ) che per depressione poi si gonfia..... in pratica è molto difficile perchè è più facile addormentarsi (intendo lo stato in cui di solito si sta a letto) prima.

Sullo Zen (come in tutto) c'è molto da dire... ma sarebbe bello evitare le frasi fatte o di copiare
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Vecchio 09-01-2008, 02.10.53   #14
Grey Owl
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Tempo fà "scimmiottavo" quello che viene chiamato zazen o che io intendevo potesse essere lo zazen dopo aver letto qualche libretto in merito (fà parte degli strumenti del metodo Zen). Mi mettevo comodo con le gambe incrociate e le mani raccolte una nell'altra coi pollici che si toccavano (come a rappresentare un'arco) ed osservavo la fiamma di una candela. In un ambiente caldo e con luce soffusa, ad ore tarde della notte per non essere disturbato dai rumori. L'osservazione della fiamma poneva la mente in una condizione di quiete, dopo un pò iniziava a fuggire con fantasie e pensieri, con l'intento di osservare la fiamma riprendevo l'osservazione con la mente silente. Questo esercizio mi rilassava e spesso mi addormentavo ma in alcune occasioni ho avvertito uno stato dell'essere differente dal quotidiano, come una sospensione del tempo. Col tempo smissi di farlo perchè iniziai a fare altri esercizi poco edificanti tipo la medianità, ovvero come raccontarsela pensando di parlare con entità superiori.
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Vecchio 09-01-2008, 15.55.10   #15
cassandra
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Lessi tempo addietro qualcosa in merito,ma quel che maggiormente mi colpì ed infatti mi è rimasto impresso era ed è il parlare Zen,vale a dire,non dire nulla di completo in modo che gli altri nel tempo arrivino a comprendere per conto proprio...infatti non dicendo tutto subito si da all'ascoltatore,lettore,l'occasione per completare da solo,quello che si è detto.Come dire che il maestro indica una direzione da seguire e poi sta a noi raggiungere il limite della sua indicazione, per sapere ciò che resta da scoprire e comprendere...in pratica mi par di aver capito che lo Zen più che la risposta ad una domanda,è un'indicazione della realtà stessa che se colta ed approfondita porta alla verità delle cose.
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Vecchio 09-01-2008, 18.41.56   #16
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Lo Zen secondo me è una pratica viva, ovvero un qualcosa che va oltre l'idea di filosofia,stile di vita, religione, ecc.
Personalmente mi affascina tantissimo ed ho avuto il piacere di leggere "Mente Zen - Mente da principiante" dove sono raccolti una serie di appunti di uno dei primi maestri che ha portato lo Zen in occidente.
Se dovrei dare una definizione di Zen la definirei una Via...
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Vecchio 10-01-2008, 01.57.52   #17
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Lo Zen da sempre mi ha attirato molto, ma non l'ho mai praticato perchè leggendone un pò ho creduto che esso fosse la pratica di ogni giorno.
C'è una storiella zen che mi piace molto e che rende bene una parte di esso, la parte dell' azione di cui parlava Daf che secondo me oltre che corporea è di tutto l'essere insieme.

Recita più o meno così:
L'allievo va a trovare il Maestro, e lascia il suo bastone fuori dalla porta. Parlando al Maestro gli chiede - Maestro, come posso migliorare la mia pratica?- Il Maestro lo osserva e poi gli chiede: dov'è ora il tuo bastone? L'allievo non sapendo rispondere va via avendo compreso.

Ecco, second me l'azione dello Zen inizia nell'attenzione quotidiana. Ho sempre visto lo Zen come un canale comunicante tra occidente e oriente, dove entrambi possono ritrovarsi. Probabilmente perchè lo conosco poco. Ma le sue basi le getta nella concetrazione e da quella arriva a poter non cercare risposte.
Si potrebbe dire cosa sia lo Zen solo vivendolo e nemmeno sarebbe facile. Ma in fondo per tutto è così.
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Vecchio 10-01-2008, 21.01.49   #18
Astral
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Attenzione e Consapevolezza ogni giorno, e non è per niente facile.

Significa lavarsi i denti e pensare a lavarsi i denti, non a comprare la spesa, o a preoccuparci se passeremo quel dato esame o meno.

Essere nel presente è molto difficile, ci siamo col corpo, ma la consapevolezza è frammentata da tante cose inutili, forse è questo lo Zen.

Se non lo è sarebbe utile saperlo come applicarlo, altrimenti rimangono soltanto le solite belle filosofie teoriche, dal gradevole parlare ma finisce li.

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Vecchio 11-01-2008, 01.10.04   #19
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Mettersi di fronte al muro bianco (e anche il resto, Koan etc) significa non poter girare a destra o a sinistra.... significa dover per forza osservare, costringersi ad osservare senza che ci sia nulla da osservare.
Non avendo nulla di esteriore da osservare, se anche ci rimangono i pensieri incessanti, basta protrarre abbastanza a lungo da arrivare ad un momento naturale di sospensione della mente e un piccolo Satori è possibile.
Leggendoti ho avuto una specie di visione... Su quel muro bianco pian pianino cominciavano a formarsi e comparire delle piccole lettere, lentamente, poi altre sempre più veloce, trasformandosi il tutto in una specie di grande cruciverba "dinamico", un po' come le stringhe e i codici che "colano" sugli schermi di Matrix.
Ecco a quel punto che la razionalità può girare a destra e a sinistra fra tutte quelle parole, sterzare su una lettera e poi saltare su un'altra... comporre, scomporre, inventare, etc..

Hanno scelto benissimo il modo di rappresentare Matrix! Un fluire incessante di nozioni e informazioni dove la razionalità ci può sguazzare alla grande e che sembra portare a chissà quale verità... invece in fin dei conti non porta a niente di concreto, resta illusione... Lettere che appaiono e scompaiono così come sono apparse...
E questa è la realtà per la maggiorparte delle persone...

Mi piace lo Zen... voglio provare col muro!

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Vecchio 11-01-2008, 01.47.00   #20
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Essere nel presente è molto difficile, ci siamo col corpo, ma la consapevolezza è frammentata da tante cose inutili, forse è questo lo Zen.


E' questione di sforzo, di esercizio, di faticare (e io son pigra). Una volta una mia amica mi preparava il caffè mentre io le parlavo, quando mi sono resa conto che non mi rispondeva le ho chiesto il motivo, mi ha risposto: sto preparando il caffè.
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