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Vecchio 19-12-2007, 12.16.47   #1
griselda
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Predefinito Piangere

Scrivo qui anche se no so bene dove scrivere quello che voglio dire.
Non sono sicura ma credo che piangere, sia uno sfogo che viene dell'anima dalla sensibilità a volte anche distorta tipo il compiangersi.

Quello che avrei bisogno di comprendere è se il pianto ha un'inflenza positiva sul corpo, ma anche sulla psiche.

A volte piangere è una liberazione aiuta a lasciar andare delle tensioni accumulate, il viso dopo è disteso e anche il colore della pelle è diverso. Come l'acqua di un temporale che rende morbido il terreno.

Ora arriviamo al punto:
nonostante mi imponga di non piangere
( me lo impone l'educazione ricevuta credo)mi emoziono per tutto e più vado avanti negli anni e più sento la commozione crescere dentro di me.

E' normale commuoversi per tutto?
Ho provato a guardare il tg disinteressatamente cioè cercando di non identificarmi in quello che viene raccontato ma se sento una notizia drammatica ecco che rimango con il fiato sospeso se poi si tratta della sofferenza di qualcuno divento un fiume in piena.

Ho anche cercato di capire perchè mi commuovo, mi capita anche davanti ad un gesto eroico, oppure ad animale abbandonato, ma non capisco.

Questa cosa va bene o è qualcosa da combattere?

Mi rendo conto che ho scritto molto ma non sono sicura di aver spiegato bene cosa voglio dire.
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Vecchio 19-12-2007, 16.07.05   #2
jezebelius
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Credo di capire forse ma va a finire anche no.
Si tratta di quella particolare sensazione per cui, anzicchè piangere o dare " libero sfogo " al pianto, si attiva un meccanismo, diciamo parallelo ma va a finire che è sempre lo stesso, per cui entra in gioco la commozione?
Cioè come se quel qualcosa fosse rinchiuso forzatamente e ne uscisse solo un po, appunto, attraverso la commozione?
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“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 19-12-2007, 16.30.53   #3
Astral
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La maggior parte degli infarti colpisce la popolazione maschile, perchè in genere ( oltre che per motivi alimentari ed ereditari) gli uomini piangono molto meno delle donne.

Forse sembra stupido, ma non lo è, perchè quando si piange, ci si lascia andare ( qualcuno disse che le lacrime avvengono perchè il ghiaccio dell'anima si sciolgie, vabbè).

Tuttavia, credo che il pianto facile può indicare anche un sistema nervoso un po' scosso, un animo sensibile anche per carità, ma a volte il pianto dipende anche da piccoli squilibri emotivi.

Io ci sono periodi ad esempio che non riuscivo a piangere nemmeno davanti alla morte di qualcuno, o di un animale caro, mi sembrava addirituttura che non fosse mai esistito. Altri periodi mi commuovevo pure quando guardavo Fantaghirò quindi...

Comunque brava Griselda, che hai aperto un topic, che se scaviamo secondo me a tanto da dirci.
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Vecchio 19-12-2007, 17.02.30   #4
dafne
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Cara Gri se ti può consolare io sono riuscita a commuovermi facendo i lacrimotti anche davanti a un bellissimo palazzo illuminato sul fiume a Budapest tanti anni fà, mi commuovo alle volte persino sulle pagine di un bel libro. Che dire, sicuramente c'è uno scompenso come dice Astral, c'è da lavorarci su perchè più che sensibilità io la trovo emotività (c'era in giro un bellissimo 3D sulla differenza tra emotività ed emozionalità)
Non credo che vada bloccato, credo piuttosto vada assecondata anche perchè,almeno per me, se cerco di bloccare il pianto ecco che due volte su tre esplode in modo ancora più prorompente...Oggi riesco ad ascoltare il tg con meno ansia ma se c'è un servizio come quello del bimbo abbandonato o su una violenza fisica devo cambiare stanza....alle volte vorrei non essere così emotivamente fragile ma meglio che insensibili. Anche se in entrambi i casi appunto si tratta di scompensi.
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Vecchio 19-12-2007, 17.28.12   #5
griselda
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Cara Gri se ti può consolare io sono riuscita a commuovermi facendo i lacrimotti anche davanti a un bellissimo palazzo illuminato sul fiume a Budapest tanti anni fà, mi commuovo alle volte persino sulle pagine di un bel libro. Che dire, sicuramente c'è uno scompenso come dice Astral, c'è da lavorarci su perchè più che sensibilità io la trovo emotività (c'era in giro un bellissimo 3D sulla differenza tra emotività ed emozionalità)
Non credo che vada bloccato, credo piuttosto vada assecondata anche perchè,almeno per me, se cerco di bloccare il pianto ecco che due volte su tre esplode in modo ancora più prorompente...Oggi riesco ad ascoltare il tg con meno ansia ma se c'è un servizio come quello del bimbo abbandonato o su una violenza fisica devo cambiare stanza....alle volte vorrei non essere così emotivamente fragile ma meglio che insensibili. Anche se in entrambi i casi appunto si tratta di scompensi.
Si scusate non sono stata molto chiara perchè sto cercando di vedere cosa non va e cosa fare quindi ho aperto un thread specifico perchè è qualcosa che non riesco a gestire nel modo giusto.

Ad esempio leggendo le tue parole nerettate ho sentito un movimento all'altezza del cuore ora.
Poi di solito se si continuasse a parlarne salirebbe alla gola e siccome per default non lo faccio uscire rimane un groppo in gola e divento tesa e credo di accumulare tensione anche se non me ne rendo conto.

Da bambina ricordo ancora la mia famiglia aveva preso in giro talmente tanto mio fratello perchè piangeva per nulla tanto da affibbiargli un nomigliolo orribile. Alla luce di questi fatti io molto più piccina di lui ho vissuto il piangere come qualcosa da non fare assolutamente da evitare non andava bene lasciarsi andare.

Ecco che ancora oggi quando qualcosa mi muove il pianto io la reprimo, ed essendo come hai detto tu molto emotiva, mi rendo conto di mettermi sulla graticola.

Per moltissimi anni non ho mai pianto davanti ad anima viva. Non che non provassi emozioni, ma se le provavo o mi allontanavo per dagli sfogo nascondendomi o se ero in mezzo alla gente evitavo tanto da strozzarmci quasi, la sensazione era quella. Perchè era una cosa da deboli e non si doveva manifestare.

Ecco che poi come ho scritto altrove, mi succedeva e succede di piangere per cose anche assurde.

Da quando sono qui in città ho cambiato atteggiamento o almeno sto cercando osservandomi di non reprimere le lacrime e mi rendo conto che faccio fatica.
Ma quando invece lascio uscire le lacrime, dopo mi sento davvero bene, il mio viso si trasforma è più rilassato e anche gli occhi splendono.

Il punto è che ancora non riesco a gestire la cosa nel senso che non so proprio come fare, se lasciare uscire tutto oppure valutare e scegliere per cosa piangere e cosa no, ( mi da l'idea di robot) lo sembra assurdo, ma non ho imparato ad essere spontanea ed ora non so gestire qualcosa in apparenza molto semplice.

Si ho letto la discussione sulla differenza tra emozionalità ed emotività ma non ha sortito effetto
Oltre al cercapersone per il cervello dovrei anche trovarne l'unico neurone che ha perso la strada ahahahah
A volte caplsco l'incomprensibile ( si fa per dire eh?) e poi davanti alle cose più semplici mi perdo
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Vecchio 19-12-2007, 18.37.29   #6
cassandra
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Mica è tanto semplice Gri ...pensa che nel mio caso non riuscivo neanche a fermarle,magari dentro mi sforzavo ma le lacrime scendevano lo stesso...a casa mi odiano per sta cosa,sono emotiva,sensibile...di tutto un pò e trovare i collegamenti con ciò che mi ha resa così è difficile,anche se qualche idea ce l'ho...dando anche per scontato di avere poco controllo sul sistema nervoso, so solo che osservandomi ogni tanto riesco ad evitare cose che prima erano automatiche sempre....ultimamente meno,ma la strada è lunga ed in salita...Comunque credo che piangere sia meglio che trattenere,almeno si sfoga,ho letto spesso qui che reprimere è sbagliato...però l'obiettivo reale più che quello di aprire la valvola di sfogo, deve essere quello di riuscire a controllare,alzare la resistenza riuscendo a distaccarsi da quel che sta capitando,almeno il tempo necessario per non soccombere all'automatismo,quando si tratta di questo...ma non so se dico bene quindi mi accodo nella richiesta di ulteriori spiegazioni...toc toc c'è qualcuno?
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Vecchio 19-12-2007, 19.07.52   #7
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Scrivo qui anche se no so bene dove scrivere quello che voglio dire.
Non sono sicura ma credo che piangere, sia uno sfogo che viene dell'anima dalla sensibilità a volte anche distorta tipo il compiangersi.

Quello che avrei bisogno di comprendere è se il pianto ha un'inflenza positiva sul corpo, ma anche sulla psiche.

A volte piangere è una liberazione aiuta a lasciar andare delle tensioni accumulate, il viso dopo è disteso e anche il colore della pelle è diverso. Come l'acqua di un temporale che rende morbido il terreno.

Ora arriviamo al punto:
nonostante mi imponga di non piangere
( me lo impone l'educazione ricevuta credo)mi emoziono per tutto e più vado avanti negli anni e più sento la commozione crescere dentro di me.

E' normale commuoversi per tutto?
Ho provato a guardare il tg disinteressatamente cioè cercando di non identificarmi in quello che viene raccontato ma se sento una notizia drammatica ecco che rimango con il fiato sospeso se poi si tratta della sofferenza di qualcuno divento un fiume in piena.

Ho anche cercato di capire perchè mi commuovo, mi capita anche davanti ad un gesto eroico, oppure ad animale abbandonato, ma non capisco.

Questa cosa va bene o è qualcosa da combattere?

Mi rendo conto che ho scritto molto ma non sono sicura di aver spiegato bene cosa voglio dire.
Gris mi credi che io invece vorrei essere come te?
io ho il problema inverso non riesco a piangere a meno che non abbia esaurito le batterie o abbia le mie cose mensili...trovo una grande difficoltà a lasciarmi davvero andare...anche di fronte a ciò che mi emoziona..non me lo consento..ma è una cosa che mi porto dietro da quando ero piccola eppure sono molto emotiva e altrettanto sensibili solo che non concedendomi di piangere sfogo nel corpo...somatizzo molto
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Vecchio 19-12-2007, 21.12.14   #8
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La commozione è provocata dall'empatia che è un sentire con l’altro, si differenzia dalla simpatia che si riferisce invece al sentire per l’altro.
E' mettere in comune un'emozione, centrandosi sull'evento che provoca la commozione, o sulla persona protagonista dell'evento.
Il pianto è la forma più intensa di emozione, che sfocia nelle lacrime... è come rompere gli argini, e penso che certe volte si pianga o si provi commozione per eventi lontani da noi stessi, perchè in un certo modo "giustificano" il nostro pianto, ci danno la possibilità di sfogarci.
Ma penso che per capire perchè si piange e perchè si prova commozione, bisognerebbe vedere come si comportano i bambini, che non hanno tutte quelle barriere che ci costruiamo noi, condizionandoci, dicendoci che piangendo si dimostra debolezza e via dicendo....
I bambini piangono per una bua, per una sgridata, quando vogliono qualcosa, quando perdono qualcosa o quando qualcosa si rompe, per un evento comunque direttamente collegato a loro stessi e alle loro emozioni, e dopo sfogato il pianto si calmano... solo più avanti si commuovono per un evento capitato ad un altro bambino, e imparano a trattenersi di piangere per ogni nonnulla, perchè così fanno i "grandi"...

Anch'io pensandoci bene piango poco, mi capita spesso di commuovermi, ma ho visto che quelle volte che ho dato sfogo al pianto poi mi sono sentita meglio...
Perciò penso che quando viene da piangere non si debba ricacciare indietro le lacrime, meglio lasciarle scendere, segno che l'emozione viene a galla, e anche la commozione per un'altra persona...
Poi a poco a poco ci si equilibria, capita di piangere e di commuoversi per le cose che suscitano emozione ed empatia, ma essendo la nostra emotività più controllata perchè non repressa, penso che tutto torni nella giusta misura.

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Vecchio 19-12-2007, 21.55.54   #9
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Le lacrime, il pianto, li vedo come una specie di valvola, quando non si riesce a trattenere un'emozione .. la cosa interessante è che le lacrime funzionano sia con emozioni negative, che positive, si puo' piangere di rabbia, di dolore, di gioia, di commozione etc.. e che normalmente non ci sono e poi le produciamo quando c'è un eccesso..

Fino a dove reggo non arrivano le lacrime, oltre ecco che mi "vengono in aiuto", poi come diceva Gris si possono trattenere anche le lacrime.. e reprimere, oppure lasciare che escano.

Gris pero' parlava più che altro di commozione, ecco Gris come te mi commuoveva tutto (Bambi compreso, cartoni animati etc), non riuscivo a distaccarmi da qualsiasi cosa vedessi, anche solo in tv.. e più che di commozione in certi casi secondo me si tratta proprio di identificazione con ciò che vedo/sento , che mi impressiona, e rimango scossa .. per me stessa pero'.. ora va molto meglio, pero' non credo che esistano ricette magiche per questo, ma solo rinforzandosi (e rinforzando i nervi) pian piano, le cose cambiano.

Altra esperienza che posso portare.. c'è stato un periodo in cui ricordando cose del passato, lavorandoci sopra piangevo a dirotto, e questo l'ho associato al fatto che avendo sempre represso, quando ho lasciato uscire certe cose , l'ho fatto come un fiume in piena.. lacrime comprese. In quei casi mi è stato utile, è stato come lavare via insieme alle lacrime molto altro. Poi man mano la cosa si è esaurita da sè..

Poi se vedo un tramonto splendido, o sento qualcosa che mi commuove particolarmente, e scende la lacrimuccia.. lascio che sia .. non so se sia giusto o meno ma tutto sommato al momento non ci vedo nulla di male

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Vecchio 19-12-2007, 22.23.04   #10
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avete fatto caso che la commozione (tenerona..tramonto...cuccioli) in qualche modo riempie il cuore? si piange ma non si sta male...
il pianto "disperato" per così dire...invece sfinisce...ci si sente stanchi dopo....si disperdono energie (un pò come succede con la rabbia)...

trattenendo in qualche modo si pagano ancora i condizionamenti : trattengo perchè non mi era consentito da piccola piangere....

comunque...si piange per dolore...per gioia...per rabbia...anche per "debolezza"....a volte fa anche molto bene!


parola di piagnona

qualche volta a impedirci di piangere è l' orgoglio!

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Vecchio 19-12-2007, 22.43.11   #11
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La commozione [......]
l'avevi messo nel post "buona volontà" ma credo che tu abbia sbagliato l'invio e che sia questo il 3d destinatario.
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Vecchio 19-12-2007, 22.53.55   #12
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Dando per scontato che ci sono pianti e pianti mi ero indirizzata direttamente su quello inopportuno,ingiustificato, o comunque legato alla perdita di controllo,all'immedesimazione,quello che a volte sostituisce una reazione diversa, che trova sfogo nel versare lacrime. Quindi anche alla luce di quanto aggiunto mi pare di capire che in generale dipende dal motivo per cui si pange... fermo restando che a mio vedere alcuni andrebbero controllati,altri invece sono manifestazioni fisiologiche dei nostri sentimenti,emozioni...come dire che il pianto emozionale ci può stare.

Ultima modifica di cassandra : 19-12-2007 alle ore 22.56.26. Motivo: nessuna modifica,non avevo letto Stella.
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Vecchio 19-12-2007, 23.12.03   #13
Astral
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avete fatto caso che la commozione (tenerona..tramonto...cuccioli) in qualche modo riempie il cuore? si piange ma non si sta male...
il pianto "disperato" per così dire...invece sfinisce...ci si sente stanchi dopo....si disperdono energie (un pò come succede con la rabbia)...

trattenendo in qualche modo si pagano ancora i condizionamenti : trattengo perchè non mi era consentito da piccola piangere....

comunque...si piange per dolore...per gioia...per rabbia...anche per "debolezza"....a volte fa anche molto bene!


parola di piagnona

qualche volta a impedirci di piangere è l' orgoglio!

Riprendo da qui, sto discorso che sembra quasi tutto al femminile .

Sono daccordo con Era, quando ci si commuove, a volte si sente quasi un sollievo spirituale, come se la parte più bella di noi uscisse fuori, ci si sente un po' più di essere un animale o un uomo.

A me la commozione riempie. Certo poi ci sono le lacrime di dolore, però purtroppo come ripeto non vedo positivo il fatto che uno è bloccato e non piange molto.

Ma siamo sicuri che è soltanto il "non devo piangere" che blocca il pianto?

Se ci fossero altri problemi, altre energie? Ad esempio chi indurisce sempre più il cuore, o è arido?

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Vecchio 20-12-2007, 01.09.43   #14
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Le lacrime, il pianto, li vedo come una specie di valvola, quando non si riesce a trattenere un'emozione .. la cosa interessante è che le lacrime funzionano sia con emozioni negative, che positive, si puo' piangere di rabbia, di dolore, di gioia, di commozione etc.. e che normalmente non ci sono e poi le produciamo quando c'è un eccesso..

Fino a dove reggo non arrivano le lacrime, oltre ecco che mi "vengono in aiuto", poi come diceva Gris si possono trattenere anche le lacrime.. e reprimere, oppure lasciare che escano.

Gris pero' parlava più che altro di commozione, ecco Gris come te mi commuoveva tutto (Bambi compreso, cartoni animati etc), non riuscivo a distaccarmi da qualsiasi cosa vedessi, anche solo in tv.. e più che di commozione in certi casi secondo me si tratta proprio di identificazione con ciò che vedo/sento , che mi impressiona, e rimango scossa .. per me stessa pero'.. ora va molto meglio, pero' non credo che esistano ricette magiche per questo, ma solo rinforzandosi (e rinforzando i nervi) pian piano, le cose cambiano.

Altra esperienza che posso portare.. c'è stato un periodo in cui ricordando cose del passato, lavorandoci sopra piangevo a dirotto, e questo l'ho associato al fatto che avendo sempre represso, quando ho lasciato uscire certe cose , l'ho fatto come un fiume in piena.. lacrime comprese. In quei casi mi è stato utile, è stato come lavare via insieme alle lacrime molto altro. Poi man mano la cosa si è esaurita da sè..

Poi se vedo un tramonto splendido, o sento qualcosa che mi commuove particolarmente, e scende la lacrimuccia.. lascio che sia .. non so se sia giusto o meno ma tutto sommato al momento non ci vedo nulla di male

Sono molto d'accordo e mi piacerebbe espandere. Si dice "sciogliersi in lacrime"... ma cosa si scoglie? Ci vuole qualcosa che prima era solido... non l'emozione quindi.

Una cosa che emerge da tutti è che dopo il pianto ci si sente "bene", ma osserviamo meglio questo "bene". Astral dice che la commozione riempie, io aggiungerei che il pianto vuota. Come dice Red è uno sfogo... c'è una tensione che si è creata, per l'emozione, che sia dovuta ad identificazione o meno, e quando non reggiamo più la tensione dobbiamo sfogarne un po', almeno quel tanto che basta a riportarci sotto il livello di tolleranza... un raffreddamento che abbassa la temperatura, il fuoco, fino ad un livello di non dolore. Insomma è un esperimere, uno scaricare.

Però è fisico, la valvola è il corpo. Inoltre è un modo diciamo naturale e non lesivo... non è somatizzazione tipo mi viene l'orticaria (attacco ad un organo non preposto) ma un liberare attraverso con-dotti fatti apposta.

Perchè le lacrime, perchè l'acqua? Cosa si scoglie? Se qualcosa riempie il serbatoio e anche pieno continua a riempirsi aumenta la pressione interna. Quindi si condensa. SI forma, da qualcosa di più sottile, una parte più grossolana, più pesante, che eliminiamo come scoria verso il basso (interessante alchemicamente che le lacrime sono salate) e il resto può continuare a salire.

Un altro spunto sparso (poi sarebbe bello riuscire a mettere tutto insieme) lo da Cassandra in "risocrasi di se" quando racconta di come, aumetando la coscienza in un momento di commozione le lacrime si sono fermate (bon li si è accorta che non era lei a commuoversi ma forse in sta cosa conta poco). Come se l'osservazione avesse allargato quel serbatoio alleggrendo la pressione (e quindi permettendo la commozione senza sfogo) oppure, forse meglio, ha scaricato l'eccesso in altro modo, magari sublimando invece di consendare...
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Vecchio 20-12-2007, 02.19.27   #15
cassandra
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Ho notato che la commozione che prende durante un film ad esempio,spesso come dice Red accade per identificazione,ma anche se non è per questo effettivamente avere un pochino più coscienza aumenta la resistenza al pianto e non solo.Quei microissimi risvegli ti danno un imput per non cadere nelle solite reazioni,il ricordarsi anche che si sta guardando la tv e non è realtà, serve in quel caso a non perdersi nella mente che mente...La cosa del solido che si scioglie in lacrime invece mi fa pensare ad un blocco,un nodo che si scioglie,che può essere di varie grandezze...Ancora ho pensato da quanto letto,che il possibile pianto può essere non solo intercettato con l'osservazione, ma anche trasformato (seppur in alcuni casi inconsapevolmente ),invece che subito, represso o sfogato, soprattutto quando non ha senso ed è solo uno sfogo di altra roba personale che cova sotto...Tutto comunque si collega al prendere coscienza di sè.Invece riguardo al fatto che il pianto è salato, non trovo risposte per adesso...leggo voi

dubbio OT Ray non so se ho allargato il serbatoio,o ho sublimato,certo è che non avevo mai gestito la cosa così prima e questo è qualcosa no?...prima pensavo mammamia come so sensibile! fine dubbio OT
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Vecchio 20-12-2007, 03.02.06   #16
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Gris, secondo me fai benissimo a lasciarti andare, io ci ho messo anni per riuscirci...
Ricordo che da piccola mio padre mi sgridava spesso perchè ero molto vivace, io piangevo e lui mi diceva sempre che se piangevo mi avrebbe sgridata ancora di più, allora io trattenevo le lacrime, ma gli vomitavo addosso (immaginate che tragedia). Così sono cresciuta pensando che bisogna avere il controllo delle emozioni, pianto compreso, e ci sono riuscita fino a 20anni circa, ma adesso non ho più il pieno controllo di me. Se trattengo le lacrime mi gonfia il naso, mi viene il mal di testa, comincio a somatizzare (c'entrerà qualcosa la sinusite? non so) e sto male.
Penso che più di va avanti con gli anni e più si diventa "sensibili", io personalmente è da un pò che ho la sensazione di essere come un nervo scoperto... Piango più spesso, sia per il nervosismo che per la gioia, ma sempre da sola. Ieri però ho fatto un'eccezione, sono riuscita a piangere di gioia davanti a 44 persone per il risultato di un'esame...
Mi sa che la mia corazza si è consumata.
__________________
L'aspetto delle cose varia secondo le nostre emozioni, e così noi vediamo magia e bellezza in loro... ma in realtà, magia e bellezza sono in noi.
Kahlil Gibran
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Vecchio 20-12-2007, 19.04.10   #17
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l'avevi messo nel post "buona volontà" ma credo che tu abbia sbagliato l'invio e che sia questo il 3d destinatario.
Grazie
non so cosa sia successo, ma era proprio qui che che volevo metterlo.

Penso che essere troppo emotivi non sia da combattere, perchè si diventa più sensibili a certe cose avendo fatto più esperienze ci si commuove di più e si piange più spesso.
Curioso però il fatto che si dia libero sfogo alle lacrime di più quando si è soli, davanti agli altri viene una specie di pudore, come se facessimo vedere un lato segreto di noi... quando si piange davanti agli altri, sembra che facciano a gara a consolarci per far smettere le lacrime, perchè vedere una persona che piange mette sempre un po' di disagio, mentre da soli dopo un pò il pianto si calma da solo...
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Vecchio 20-12-2007, 19.20.49   #18
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Sono molto d'accordo e mi piacerebbe espandere. Si dice "sciogliersi in lacrime"... ma cosa si scoglie? Ci vuole qualcosa che prima era solido... non l'emozione quindi.
Anche io come Cass direi che sono dei blocchi a sciogliersi, per fare un esempio quando sentiamo un nodo alla gola stiamo per piangere.. o lo "ingoiamo" o scendono le lacrime (lasciamo uscire) .. forse se riuscissimo a trattenere un momento in più le lacrime, potremmo avere il tempo di osservare e trasformare.. il famoso lasciare salire invece che reprimere o buttare fuori tutto..

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Una cosa che emerge da tutti è che dopo il pianto ci si sente "bene", ma osserviamo meglio questo "bene". Astral dice che la commozione riempie, io aggiungerei che il pianto vuota. Come dice Red è uno sfogo... c'è una tensione che si è creata, per l'emozione, che sia dovuta ad identificazione o meno, e quando non reggiamo più la tensione dobbiamo sfogarne un po', almeno quel tanto che basta a riportarci sotto il livello di tolleranza... un raffreddamento che abbassa la temperatura, il fuoco, fino ad un livello di non dolore. Insomma è un esperimere, uno scaricare.
Sì ci si sente meglio perchè si è scaricata la tensione , ma buttandola fuori ci si sente anche stanchi.. spossati (mi vengono in mente i bimbi che piangono a lungo e poi si addormentano) .. e sempre in tema di bimbi, finchè non sanno esprimersi in altra maniera, lo fanno con il pianto, quando hanno una necessità, richiamano l'attenzione con il pianto..


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Però è fisico, la valvola è il corpo. Inoltre è un modo diciamo naturale e non lesivo... non è somatizzazione tipo mi viene l'orticaria (attacco ad un organo non preposto) ma un liberare attraverso con-dotti fatti apposta.
Perchè le lacrime, perchè l'acqua? Cosa si scoglie? Se qualcosa riempie il serbatoio e anche pieno continua a riempirsi aumenta la pressione interna. Quindi si condensa. SI forma, da qualcosa di più sottile, una parte più grossolana, più pesante, che eliminiamo come scoria verso il basso (interessante alchemicamente che le lacrime sono salate) e il resto può continuare a salire
.

Dici una parte più grossolana.. mi fa pensare alla materia, qualcosa che non puo' passare e continuare a salire, .. come se ci fosse un filtro, il serbatoio (un po' come quando si fa il tè , qualcosa resta nel filtro ma qualcosa è passato all'acqua) e con le lacrime riuscissimo ad espellere queste scorie (come se togliessimo la bustina del tè dall'acqua).. se il sale è associabile al corpo, quello che espelliamo con le lacrime dovrebbe essere materia di tipo grezzo..che appunto non puo' "salire"..
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Vecchio 20-12-2007, 19.58.22   #19
Astral
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Grazie
non so cosa sia successo, ma era proprio qui che che volevo metterlo.

Penso che essere troppo emotivi non sia da combattere, perchè si diventa più sensibili a certe cose avendo fatto più esperienze ci si commuove di più e si piange più spesso.
Curioso però il fatto che si dia libero sfogo alle lacrime di più quando si è soli, davanti agli altri viene una specie di pudore, come se facessimo vedere un lato segreto di noi... quando si piange davanti agli altri, sembra che facciano a gara a consolarci per far smettere le lacrime, perchè vedere una persona che piange mette sempre un po' di disagio, mentre da soli dopo un pò il pianto si calma da solo...
Non sono daccordo che essere troppo emotivi sia positivo, a volte occorre coraggio, e se ci impressiona per ogni cosa, mi da l'impressione di debolezza caratteriale.

Se si tratta di sensibilità posso capire che occorre incanalarla, e sopratutto quando si tratta di percepire i dolori altrui, è necessario oltre la sensibilità, anche un eccezionale distacco interiore, o si può venir trascinati e risucchiati dai dispiaceri altrui, senza che nemmeno te ne accorgi.

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Vecchio 20-12-2007, 22.22.57   #20
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Non sono daccordo che essere troppo emotivi sia positivo, a volte occorre coraggio, e se ci impressiona per ogni cosa, mi da l'impressione di debolezza caratteriale.

Se si tratta di sensibilità posso capire che occorre incanalarla, e sopratutto quando si tratta di percepire i dolori altrui, è necessario oltre la sensibilità, anche un eccezionale distacco interiore, o si può venir trascinati e risucchiati dai dispiaceri altrui, senza che nemmeno te ne accorgi.

Ho avuto un periodo nella mia vita in cui non riuscivo più nè a piangere nè a ridere, ero bloccata nelle emozioni, anche se avevo una gran voglia di sfogarmi, non ci riuscivo proprio...
Poi ad un tratto qualcosa si è sciolto dentro, ho avuto un pianto liberatorio e da quella volta sono riuscita nuovamente a dar sfogo alle emozioni.
Ora non è che piango spesso, ma quando ho un groppo dentro le lacrime escono, e mi commuovo quando sento certe notizie, qualcosa vibra dentro di me e mi immedesimo in quegli eventi.
Forse nel mio post precedente dovevo parlare solo di emotività, non di "troppa" emotività, ma se l'ho scritto è perchè, per esperienza personale, so che col tempo si può diventare più sensibili, ma questo non significa farsi risucchiare dai dispiaceri altrui o diventare impressionabili, ma significa che qualcosa richiama un dispiacere che si è provato e magari la ferita non si è ancora rimarginata dentro di noi, o qualche evento che si pensa che se toccherebbe a noi non riusciremmo a sopportarlo...
La troppa emotività è la stessa cosa di non averla per niente, non va bene nè un estremo nè l'altro, ci vuole un equilibrio in tutto, che poi è soggettivo, dipende dal vissuto e da ciò che una persona sente.
Sono d'accordo che comunque bisogna avere anche un buon distacco interiore, ma se qualcosa scatta in noi vuol dire che tocca qualche corda che c'è nel nostro profondo, forse sarebbe da indagare su questo....
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Vecchio 20-12-2007, 22.32.05   #21
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Gris, secondo me fai benissimo a lasciarti andare, io ci ho messo anni per riuscirci...
Ricordo che da piccola mio padre mi sgridava spesso perchè ero molto vivace, io piangevo e lui mi diceva sempre che se piangevo mi avrebbe sgridata ancora di più, allora io trattenevo le lacrime, ma gli vomitavo addosso (immaginate che tragedia). Così sono cresciuta pensando che bisogna avere il controllo delle emozioni, pianto compreso, e ci sono riuscita fino a 20anni circa, ma adesso non ho più il pieno controllo di me. Se trattengo le lacrime mi gonfia il naso, mi viene il mal di testa, comincio a somatizzare (c'entrerà qualcosa la sinusite? non so) e sto male.
Penso che più di va avanti con gli anni e più si diventa "sensibili", io personalmente è da un pò che ho la sensazione di essere come un nervo scoperto... Piango più spesso, sia per il nervosismo che per la gioia, ma sempre da sola. Ieri però ho fatto un'eccezione, sono riuscita a piangere di gioia davanti a 44 persone per il risultato di un'esame...
Mi sa che la mia corazza si è consumata.
Quello non era controllo, era repressione. Quindi imparare a passare all'opposto ti ha fatto bene certamente, d'altra parte il corpo ti ci ha un po' obbligato, ma non è l'optimum... quello sarebbe il controllo vero che passa per l'equilibrio.
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Vecchio 20-12-2007, 22.43.40   #22
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Dici una parte più grossolana.. mi fa pensare alla materia, qualcosa che non puo' passare e continuare a salire, .. come se ci fosse un filtro, il serbatoio (un po' come quando si fa il tè , qualcosa resta nel filtro ma qualcosa è passato all'acqua) e con le lacrime riuscissimo ad espellere queste scorie (come se togliessimo la bustina del tè dall'acqua).. se il sale è associabile al corpo, quello che espelliamo con le lacrime dovrebbe essere materia di tipo grezzo..che appunto non puo' "salire"..
Si, penso anch'io una cosa del genere. Ci colmiamo di una certa materia, ad un certo grado di raffinatezza. Per salire deve raffinarsi ulteriormente quindi si condensa ed espelle la parte più grossolana attraverso i condotti sotto forma di acqua salata. Il resto sale.

Se riuscissimo ad essere più consapevoli gestiremmo certamente meglio, sia nel senso che ci colmiamo con più roba (allargamento) sia nel senso che utilizziamo meglio la materia più raffinata che sale.

Quindi piangere non è male anzi, in qualche modo il corpo è predisposto a certi tipi di trasformazione in qualche modo "previsti". Alcuni Ricercatori raccontano di un determinato passaggio durante il quale c'è fuoriuscita di lacrime (anche se di composizione un po' diversa salle solite) senza le normali condizini emotive che accompagnano il pianto... perchè piangere non è solo emettere lacrime, c'è anche un moto convulsivo...
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Vecchio 20-12-2007, 23.14.08   #23
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Alcuni Ricercatori raccontano di un determinato passaggio durante il quale c'è fuoriuscita di lacrime (anche se di composizione un po' diversa salle solite) senza le normali condizini emotive che accompagnano il pianto... perchè piangere non è solo emettere lacrime, c'è anche un moto convulsivo...
Non so se ho capito a cosa ti riferisci però mi hai fatto pensare ad una situazione particolare,una persona molto cara era andata in coma ,il giorno del suo compleanno lacrimava e chiaramente questa cosa è rimasta dubbia,nel senso che purtroppo nessuno si è saputo spiegare se lui sentiva e quindi piangeva,oppure era una cosa diversa....
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Vecchio 05-01-2008, 21.13.06   #24
hava
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Predefinito il pianto

Penso che il pianto sia uno sfogo liberatore che ci aiuta a trovare sollievo.
Il problema e' che il pianto viene generalmente considerato segno di debolezza, caratteristico delle donne [vedi stereotipo della debolezza femminile], e che non si addice ai maschi.
Per questa ragione molti di noi si trattengono dal piangere. Io sono del parere che le persone pronte ad esprimere sentimenti anche piangendo, diano prova di forza anziche' di debolezza.
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Vecchio 06-01-2008, 00.00.12   #25
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In genere potrei essere daccordo con te Hava, però c'ho un appunto da fare.

Dipende che tipo di pianto è:

a volte è giusto sfogarsi, a volte è giusto avere il controllo di Sè.

Piangere all'esame di maturità ad esempio per la troppa emotività, non è che sia cosi grande prova di forza, anzi forse ci dimostra quanto non riusciamo ad avere il controllo delle emozioni ( quindi il contrario di forza è debolezza).

Comunque come dice Ray, per soggetti che si reprimono altamente, è meglio poi sfogarsi, andando al polo opposto, per riassestarsi ed imparare meglio a gestire le emozioni.

Vedo la forza del pianto, più quando si tratta di commozione, di sensibilità, o riuscire a piangere per gioia.

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