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Vecchio 28-01-2008, 23.01.23   #1
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Post I molti mondi di Hugh Everett

Cinquant'anni or sono Hugh Everett III ideò la sua «interpretazione dei molti mondi» della meccanica quantistica, secondo la quale in ogni istante gli effetti quantistici generano innumerevoli ramificazioni dell'universo, ognuna caratterizzata da un diverso svolgimento degli eventi. La teoria è piuttosto stravagante, ma fu dedotta da Everett direttamente dai fondamenti matematici della meccanica quantistica. L'ipotesi fu respinta dalla maggior parte dei fisici dell'epoca, ed egli abbreviò la sua tesi di dottorato sull'argomento per farla sembrare meno controversa. Scoraggiato, Everett abbandonò la fisica per dedicarsi alla matematica e al calcolo ...

leggi il resto...


(n.d.r. a dire il vero non c'è molta altro da leggere nell'articolo, questa è buona solo come introduzione)
__________________
Salve sono al vostro servizio per cercare in giro nel web notizie che possano interessarvi
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Vecchio 09-05-2008, 10.07.13   #2
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in sostanza la teoria si fonda sull'estensione (o se preferiamo successive interpretazione ed elaborazioni) dei principi fondamentali della Fisica Quantistica.
In particolare parliamo del Principio di sovrapposizione cioè lo Spazio di Hilbert.
Potremmo anche tentare di sviluppare per bene questo postulato (e lo faremo, se c'è qualche volontario meglio) ma per inquadrare ciò di cui stiamo parlando possiamo dire alcune cose sintetiche al massimo.
la definizione "ufficiale" è
"Ad ogni sistema fisico si associa uno spazio di Hilbert separabile e a infinite dimensioni. In questo spazio a ciascuno stato del sistema è associata una direzione (ovvero un vettore con una costante moltiplicativa arbitraria)."

Non vi ricorda quello di cui parlavamo in "Le illuminazioni di Celestino: la Sincronicità" (http://www.ermopoli.it/portale/showthread.php?t=4077) in particolare in questo disegno?



Questo determina che a seconda da dove si guarda nello stesso spazio possono esserci due cose, oggetti, sistemi, entità etc....
Per capirlo in maniera pratica basta guardare un qualsiasi oggetto, per esempio un albero e porci la mano davanti,

Clicca sull'immagine per ingrandirla

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noi sappiamo che la mano è in un'altra posizione rispetto all'albero sulla traiettoria del nostro sguardo, ma se la situazione fosse tale per cui non potessimo avere coscienza di questa distanza? O meglio se questa distanza fosse praticamente nulla secondo i nostri termini di paragone?
I due oggetti sarebbero nello stesso spazio.
Di più, l'oggetto (entità, sistema etc) che è davanti a noi nel nostro punto di vista copre l'oggetto che si trova sul piano dietro.

Mi fermo...
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Vecchio 09-05-2008, 16.40.53   #3
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Questo determina che a seconda da dove si guarda nello stesso spazio possono esserci due cose, oggetti, sistemi, entità etc....
Per capirlo in maniera pratica basta guardare un qualsiasi oggetto, per esempio un albero e porci la mano davanti, noi sappiamo che la mano è in un'altra posizione rispetto all'albero sulla traiettoria del nostro sguardo, ma se la situazione fosse tale per cui non potessimo avere coscienza di questa distanza? O meglio se questa distanza fosse praticamente nulla secondo i nostri termini di paragone?
I due oggetti sarebbero nello stesso spazio.
Di più, l'oggetto (entità, sistema etc) che è davanti a noi nel nostro punto di vista copre l'oggetto che si trova sul piano dietro.

Mi fermo...
Effettivamente se metto la mia mano davanti a un oggetto più piccolo (si fa per dire più piccolo solo perchè "so" che è più lontano, un albero in lontananza, la mia mano lo copre tutto, perchè essendo sulla stessa traiettoria della mia mano, questa si sovrappone all'albero...
Ma se questo oggetto è più grande della mia mano, ad esempio una casa, vedrò tutte e due ma di dimensioni diverse e non corrispondenti alla realtà, per cui la mia mano risulta grande quasi quanto la casa che sta dietro e che la copre quasi tutta...
Se io non avessi coscienza della distanza che separa me che osservo dalla mia mano e dalla casa, la mia mano riempie quasi tutto il mio spazio visivo e la casa dietro solo per i contorni che strabordano dalla sagoma della mia mano; in questo caso però non si tiene conto della prospettiva, delle dimensioni e della distanza ma solo del punto di vista lineare di chi osserva....e dall'immagine davanti ai nostri occhi.

Ultima modifica di stella : 09-05-2008 alle ore 16.46.53.
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Vecchio 09-05-2008, 17.34.03   #4
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Ma se questo oggetto è più grande della mia mano, ad esempio una casa, vedrò tutte e due ma di dimensioni diverse e non corrispondenti alla realtà, per cui la mia mano risulta grande quasi quanto la casa che sta dietro e che la copre quasi tutta...
Esatto, il mio voleva solo essere un esempio pratico per cercare di capire quello che se lo mettiamo in formule occorre una laurea in fisica minimo.
Nella realtà il contorno vuoto intorno alla mano (quello in cui vedresti sporgere la casa più grande, mi "segui"?) non è trasparente perchè negli universi non esiste il vuoto.
Quindi dal nostro punto di vista vediamo un solo universo, nella realtà se gli universi fossero trasparenti ne vedremmo di più e dato che li vedremmo lineari lungo una retta, dal nostro punto di vista sarebbero tutti nello stesso spazio.
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Vecchio 09-05-2008, 20.24.08   #5
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Nella realtà il contorno vuoto intorno alla mano (quello in cui vedresti sporgere la casa più grande, mi "segui"?) non è trasparente perchè negli universi non esiste il vuoto.
Quindi dal nostro punto di vista vediamo un solo universo, nella realtà se gli universi fossero trasparenti ne vedremmo di più e dato che li vedremmo lineari lungo una retta, dal nostro punto di vista sarebbero tutti nello stesso spazio.
Dato che negli universi non esiste il vuoto, e la materia non è trasparente ma occupa uno spazio fisico, se avessimo un paio di occhiali a raggi x o qualcosa del genere, vedremmo contemporaneamente tutto quello che c'è lungo la linea retta nello stesso spazio, quasi all'infinito...
Quindi tanti universi sovrapposti e contemporanei, se così si può dire....
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Vecchio 12-05-2008, 11.29.42   #6
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"Ad ogni sistema fisico si associa uno spazio di Hilbert separabile e a infinite dimensioni. In questo spazio a ciascuno stato del sistema è associata una direzione (ovvero un vettore con una costante moltiplicativa arbitraria)."
Se ho capito bene, questo spazio di Hilbert è una "rappresentazione" fisica/spaziale del tempo (non è corretta come definizione ma al momento non me ne vengono di migliori), cioè in un dato sistema/universo lo spazio di Hilbert è quel quid che fa da "legante" con il tempo, e che permette dunque agli eventi di scorrere, altrimenti avremo un sistema/universo statico e immutabile (come una fotografia, o una scultura...)

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Nella realtà il contorno vuoto intorno alla mano (quello in cui vedresti sporgere la casa più grande, mi "segui"?) non è trasparente perchè negli universi non esiste il vuoto.
Quindi dal nostro punto di vista vediamo un solo universo, nella realtà se gli universi fossero trasparenti ne vedremmo di più e dato che li vedremmo lineari lungo una retta, dal nostro punto di vista sarebbero tutti nello stesso spazio.
Questi universi lineari che vedremmo a seconda del nostro punto di vista sarebbero quindi come una serie di fotogrammi di film, come ad esempio sfogliando velocemente quei libricini per bambini che danno l'animazione, cioè l'illusione di movimento... (interessante però la parola, anima-zione..)

Non essendo però trasparenti gli universi non possiamo vederli, non stando fermi almeno... l'unico modo per vederli è vivere (muoversi nel tempo)...
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Vecchio 12-05-2008, 13.08.23   #7
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Si potrebbe dire allora che la nostra capacità percettiva è limitata per cui non ci permette di vedere questi spazi paralleli che si creerebbero con la teoria di Everett?

Di conseguenza si potrebbe afferemare, anche se non dimostrare, che c'è la reale possibilità di un flusso che si dirama ad ogni nostra scelta creando i tanto acclamati (nei libri di fantascienza, nei film, etc) mondi paralleli....

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Vecchio 13-05-2008, 09.36.02   #8
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Se ho capito bene, questo spazio di Hilbert è una "rappresentazione" fisica/spaziale del tempo (non è corretta come definizione ma al momento non me ne vengono di migliori), cioè in un dato sistema/universo lo spazio di Hilbert è quel quid che fa da "legante" con il tempo, e che permette dunque agli eventi di scorrere, altrimenti avremo un sistema/universo statico e immutabile (come una fotografia, o una scultura...)

Questi universi lineari che vedremmo a seconda del nostro punto di vista sarebbero quindi come una serie di fotogrammi di film, come ad esempio sfogliando velocemente quei libricini per bambini che danno l'animazione, cioè l'illusione di movimento... (interessante però la parola, anima-zione..)

Non essendo però trasparenti gli universi non possiamo vederli, non stando fermi almeno... l'unico modo per vederli è vivere (muoversi nel tempo)...
Lineari per agevolare la nostra comprensione, perchè ci riesce difficile immaginare multidimensioni, o meglio dimensioni superiori alla terza. Quindi prendendo una retta per volta è un pò più semplice.
Lo spazio di Hilbert è quello che tentavo di mostrare anche a livello dell'uomo (uomo, universo, qualsiasi entità ha lo stesso principio) con l'immagine dell'uomo vitruviano e le rette. Quindi se consideriamo il tempo come lo conosciamo passato>futuro è uno stato del sistema a cui è associata una direzione, con una costante moltiplicativa arbitraria, cosa che conosciamo con la teoria della relatività, per quanto questa non sia perfetta o meglio non sia applicabile a tutti i livelli nello stesso modo.

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Si potrebbe dire allora che la nostra capacità percettiva è limitata per cui non ci permette di vedere questi spazi paralleli che si creerebbero con la teoria di Everett?
Di conseguenza si potrebbe afferemare, anche se non dimostrare, che c'è la reale possibilità di un flusso che si dirama ad ogni nostra scelta creando i tanto acclamati (nei libri di fantascienza, nei film, etc) mondi paralleli....
Già, di questo stiamo parlando, ma la cosa è ben più anticamente conosciuta dei nostri film di fantascienza, la stessa teoria della sincronicità (per non andare troppo indietro e non uscire dalla scienza moderna) di Jung troverebbe nuova linfa e "spiegazione" a molti eventi se considerasse, riconoscendo gli universi paralleli, la possibilità che un evento nel nostro qui e ora possa essere legato ad un evento in un altro qui e ora.... a dire il vero anche nel solo nostro universo questo accade, ma manca il punto di passaggio, lo stesso punto di passaggio che manca per la teoria (che per me non è teoria neanche questa) dell'universo olografico. Punti di passaggio che invece sono evidenti e incasellano tutto per bene se consideriamo infiniti universi paralleli.
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Vecchio 13-05-2008, 13.17.52   #9
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Già, di questo stiamo parlando, ma la cosa è ben più anticamente conosciuta dei nostri film di fantascienza, la stessa teoria della sincronicità (per non andare troppo indietro e non uscire dalla scienza moderna) di Jung troverebbe nuova linfa e "spiegazione" a molti eventi se considerasse, riconoscendo gli universi paralleli, la possibilità che un evento nel nostro qui e ora possa essere legato ad un evento in un altro qui e ora.... a dire il vero anche nel solo nostro universo questo accade, ma manca il punto di passaggio, lo stesso punto di passaggio che manca per la teoria (che per me non è teoria neanche questa) dell'universo olografico. Punti di passaggio che invece sono evidenti e incasellano tutto per bene se consideriamo infiniti universi paralleli.
Pertanto ritieni che sia possibile che questi universi paralleli possano essere in qualche misura collegati?
Ho difficoltà a comprendere come possa succedere il contrario, cioè che sia un'altro universo a collegarsi con il mio, ad entrare in contatto posso capirlo, ma diventare mio... diventare il mio universo... non capisco come..


Mi spieghi meglio il concetto che esprimi sulla sincronicità?
Come potrei spiegare il fatto della casualità (ipotetica) di un'evento con la teoria degli universi paralleli?
Parli di un'altro qui e ora... ma allora mi sovviene che noi partiamo già con una "scia" di universi paralleli affiancati al nostro, già "predestinati" e che i bivii che ci si presentano non sono "creati" da noi ma bensì ci sono già da prima...? E che la sincronicità non è altro che un collegamento "telepatico?" con il "noi" di un'universo parallelo avanti di qualche minuto/secondo?
Secondo questa teoria, sarebbe facile spiegare anche i sogni premonitori, la capacità di vedere il futuro...
Queste persone hanno trovato il "collegamento" a questi universi che a livello spazio-temporale sono più avanti del nostro....
Carte, tarocchi, rune e tutto ciò che si basa sul divinatorio, sarebbero allora un possibile collegamento...


Mi fermo..
anche perché chiedo e poi devo cancellare le domande perché mi trovo le risposte scrivendo....

panza mia fatti capanna
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Vecchio 13-05-2008, 17.23.42   #10
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Già, di questo stiamo parlando, ma la cosa è ben più anticamente conosciuta dei nostri film di fantascienza, la stessa teoria della sincronicità (per non andare troppo indietro e non uscire dalla scienza moderna) di Jung troverebbe nuova linfa e "spiegazione" a molti eventi se considerasse, riconoscendo gli universi paralleli, la possibilità che un evento nel nostro qui e ora possa essere legato ad un evento in un altro qui e ora.... a dire il vero anche nel solo nostro universo questo accade, ma manca il punto di passaggio, lo stesso punto di passaggio che manca per la teoria (che per me non è teoria neanche questa) dell'universo olografico. Punti di passaggio che invece sono evidenti e incasellano tutto per bene se consideriamo infiniti universi paralleli.
E se invece dei mondi lineari immaginassimo dei mondi uno dentro l'altro che io posso vedere solo in linea retta partendo naturalmente da quello fisico che ho davanti...
Un evento che si verificasse dentro uno di questi mondi avrebbe un effetto anche nel mio....
Il punto di passaggio potrebbe essere togliere la mano (fisicità) da davanti gli occhi per vedere per intero la casa che c'è dietro (inconscio), e di cui vedo solo i margini che strabordano.....
E se quella casa avesse una finestra aperta in linea con un'altra finestra aperta potrei vedere anche quello che sta oltre la finestra...
Ma finchè non tolgo la mano non posso nemmeno sapere se le finestre sono aperte o chiuse, e quell'evento per me è come dire, neutro, ininfluente, finchè non lo vedo non può influire su di me, o invece sì ?
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Vecchio 14-05-2008, 00.01.31   #11
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Quindi se consideriamo il tempo come lo conosciamo passato>futuro è uno stato del sistema a cui è associata una direzione, con una costante moltiplicativa arbitraria, cosa che conosciamo con la teoria della relatività, per quanto questa non sia perfetta o meglio non sia applicabile a tutti i livelli nello stesso modo.
Quindi in un sistema generale che comprende infiniti universi paralleli la nostra vita ordinaria non è altro che un "saltellare" da un universo all'altro, ma a causa della nostra visione lineare ci sembra di essere sempre nello stesso universo (potendo vederne uno solo per volta).
Un saltellare quindi che anche al minimo passo diverso avrebbe comportato tutta una vita diversa, con anche scelte future diverse...

Questo allora significherebbe che esistono infiniti Kael in infiniti universi, tutti che compiono infinite azioni diverse, e quella che io credo la "mia" vita non è altro che un identificarmi di volta in volta con un Kael già "programmato" che mi dà l'illusione di muoversi (in realtà l'unico vero movimento è quello di passare da un Kael all'altro..) Un po' come se io fossi un animatore di cartoni animati, e avessi sul tavolo infiniti disegni di Kael tutti che lo ritraggono in infinite azioni diverse... il mio unico lavoro sarebbe quindi quello di scegliere la sequenza in cui disporre i disegni per poi riprenderli velocemente, fotogramma per fotogramma, dando così l'illusione che il Kael nei disegni sia "vivo"...
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Vecchio 14-05-2008, 02.39.42   #12
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Concordo con Kael quando parla di universi infiniti, infatti in matematica lo spazio di Hilbert è uno spazio vettoriale (come si vede nel disegno postato da Uno). Se associamo lo spazio vettoriale alla nostra dimensione si può quindi dire che se in "questo momento" compio un'azione, esiste un'altra dimensione in cui nel medesimo momento compio un'altra azione differente, anzi infinite azioni quante sono le dimensioni infinite. Sono tutte azioni "reali" nelle loro dimensioni, se si potessero percepire tutte assieme vi sarebbe una sovrapposizione fatta di infinite azioni in infinite dimensioni (universi).

Quindi Grey si trova su un vettore (universo) che corrisponde al punto di convergenza di infiniti vettori (universi). Ogni azione di Grey sposta il punto di convergenza di infiniti vettori che corrispondono a possibili universi passato<>futuro. Quel saltellare (descritto da Kael) è costante ma non viene percepito da Grey in quanto è fatto di piccolissimi salti di universi pressochè simili. Se Grey avesse la possibilità di muoversi lungo i vettori a suo piacimento potrebbe avere la visione olografica di tutti gli universi passati<>futuri.
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Vecchio 14-05-2008, 10.10.48   #13
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E se invece dei mondi lineari immaginassimo dei mondi uno dentro l'altro che io posso vedere solo in linea retta partendo naturalmente da quello fisico che ho davanti...
Si può fare anche così anche se è un pò più complicato rappresentarselo come forma.
Si può partire dal nostro mondo, in cui le tre dimensioni spaziali "partono" o di si diramano in tre direzioni il più possibile distanti una dalle altre, il tempo è la quarta dimensione, quella che muove queste 3, la 5° diventa ancora più difficile da rappresentarsi figuralmente etc....


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E se quella casa avesse una finestra aperta in linea con un'altra finestra aperta potrei vedere anche quello che sta oltre la finestra...
Ma finchè non tolgo la mano non posso nemmeno sapere se le finestre sono aperte o chiuse, e quell'evento per me è come dire, neutro, ininfluente, finchè non lo vedo non può influire su di me, o invece sì ?
Eh si che influisce, magari non te ne accorgi ma in qualche modo lo senti, come quando il sole fuori scalda il vetro della tua finestra, tu sei dentro impegnata a fare qualcosa e non vedi il sole, ma senti il calore.

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Originalmente inviato da Faltea
Mi spieghi meglio il concetto che esprimi sulla sincronicità?
Con la Sincronicità (ma anche con altre cose) osserviamo che due fatti che possono essere nello stesso tempo (Il nostro tempo) oppure no, sono collegate pur non essendo legate da nessuna catena di causa ed effetto (Jung si rivolterà nella tomba forse per questa mia semplificazione ).
Se partiamo dal principio (adesso sempre più verficato anche dalla scienza moderna) che il vuoto non esiste, quello che noi percepiamo come vuoto è comunque uno spazio per un'altro tipo di percezione, se noi a questo punto vedessimo il nostro Universo come un tessuto e gli eventi come un filo che si infila entrando ed uscendo dalla parte emersa di questo tessuto che definiamo esistenza alla parte non emersa che definiamo non esistenza possiamo ipotizzare (solo perchè siamo in questa sezione , visto che non ho scritto anche scienza antica) che gli eventi che apparentemente non hanno casualità in realtà hanno il flusso che va e viene da quello che percepiamo come nostro Universo da e verso altri Universi.
Alcuni modi di dire continuano a tramandare Verità anche se non si sa più che volevano dire, per esempio quando si parla di "trama dell'Universo", la trama è l'insieme dei fili che, intrecciati perpendicolarmente con l'ordito, formano il tessuto.
Vista in quest'ottica ciò che ha scritto Kael ci da una visione di cosa poteva essere definita reincarnazione, di come questa non sia la stessa persona ma lo stesso "burattinaio" e molte altre cose.
Un bell'esempio nella nostra tridimensionalità dell'intrecciarsi delle trame e dei movimenti d queste è il famoso (per chi se lo ricorda) cubo di Rubrik.
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Vecchio 14-05-2008, 15.43.31   #14
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Con la Sincronicità (ma anche con altre cose) osserviamo che due fatti che possono essere nello stesso tempo (Il nostro tempo) oppure no, sono collegate pur non essendo legate da nessuna catena di causa ed effetto (Jung si rivolterà nella tomba forse per questa mia semplificazione ).
Se partiamo dal principio (adesso sempre più verficato anche dalla scienza moderna) che il vuoto non esiste, quello che noi percepiamo come vuoto è comunque uno spazio per un'altro tipo di percezione, se noi a questo punto vedessimo il nostro Universo come un tessuto e gli eventi come un filo che si infila entrando ed uscendo dalla parte emersa di questo tessuto che definiamo esistenza alla parte non emersa che definiamo non esistenza possiamo ipotizzare (solo perchè siamo in questa sezione , visto che non ho scritto anche scienza antica) che gli eventi che apparentemente non hanno casualità in realtà hanno il flusso che va e viene da quello che percepiamo come nostro Universo da e verso altri Universi.
Alcuni modi di dire continuano a tramandare Verità anche se non si sa più che volevano dire, per esempio quando si parla di "trama dell'Universo", la trama è l'insieme dei fili che, intrecciati perpendicolarmente con l'ordito, formano il tessuto.
Vista in quest'ottica ciò che ha scritto Kael ci da una visione di cosa poteva essere definita reincarnazione, di come questa non sia la stessa persona ma lo stesso "burattinaio" e molte altre cose.
Un bell'esempio nella nostra tridimensionalità dell'intrecciarsi delle trame e dei movimenti d queste è il famoso (per chi se lo ricorda) cubo di Rubrik.
Immagino volessi scrivere causalità e non casualità. Lo dico perchè, se ho immaginato giusto, quello che può essere un banale errore di digitazone può anche causare notevoli misunderstanding.

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Quindi in un sistema generale che comprende infiniti universi paralleli la nostra vita ordinaria non è altro che un "saltellare" da un universo all'altro, ma a causa della nostra visione lineare ci sembra di essere sempre nello stesso universo (potendo vederne uno solo per volta).
Un saltellare quindi che anche al minimo passo diverso avrebbe comportato tutta una vita diversa, con anche scelte future diverse...

Questo allora significherebbe che esistono infiniti Kael in infiniti universi, tutti che compiono infinite azioni diverse, e quella che io credo la "mia" vita non è altro che un identificarmi di volta in volta con un Kael già "programmato" che mi dà l'illusione di muoversi (in realtà l'unico vero movimento è quello di passare da un Kael all'altro..) Un po' come se io fossi un animatore di cartoni animati, e avessi sul tavolo infiniti disegni di Kael tutti che lo ritraggono in infinite azioni diverse... il mio unico lavoro sarebbe quindi quello di scegliere la sequenza in cui disporre i disegni per poi riprenderli velocemente, fotogramma per fotogramma, dando così l'illusione che il Kael nei disegni sia "vivo"...
Questo discorso è connesso a quello che facevamo sulla sincronicità qui , una delle immagini era quella del foglio millimetrato sul quale ci sono tutti i possibili potenziali noi e la nostra vita, intesa come sequenza di scelte o bivi, è il tragitto attraverso questi punti, la particolare strada che esploriamo invece delle altre.
E' anche connesso in qualche modo credo con la cosa della mente a righe, quadretti e il foglio bianco, ma soprattutto al discorso sulle possiblità che stiamo facendo nell'altra sezione, dove tentiamo di esplorare le nostre modalità di interazione con i ventagli a disposizione.
Se vogliamo, anche le chiacchiere che facevo sulla parola tempo intesa come divisione e sempre come continuità c'entrano... continuità e interruzioni sulla trama di questo tessuto.

Se quindi noi, nel muoverci all'interno di questa infinita serie di possibilità o di universi, stabiliamo la trama, ecco che lo facciamo all'interno di una serie di Leggi che sono parte integrante del tessuto (piano di manifestazione) e che rendono possibili certi movimenti e impossibili altri. Serie di Leggi che possono essere viste come l'ordito... la trama la decido io ma solo in base all'ordito e quindi potrò variare determinate cose in determinati ambiti e modi ma entro i limiti stabiliti da queste leggi/ordito... stabiliti dall'altra parte del tessuto, l'altro piano di manifestazione.
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Vecchio 14-05-2008, 16.11.48   #15
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L’universo di Gris è fatto di tanti quadretti dentro ad essi vi è sempre una Gris diversa con una possibile scelta diversa, che segue un suo sentiero, percorso di vita.
Se Gris ha davanti agli occhi degli impedimenti (la mano che mi ostruisce la visuale potrebbe essere ad esempio anche la paura?) non vedrà mai tutte le altre possibili scelte o comunque la scelta migliore che potrebbe fare in quel momento per seguire il sentiero che la porterebbe fuori dai continui percorsi. Chi ci distoglie dal giusto cammino sono le interferenze che abbiamo davanti agli occhi e che ci impediscono di vedere e realizzare il sentiero dove dovremmo camminare, se vedo solo una parte di ciò che ho davanti è chiaro che avrò una visione limitata.
Le coincidenze le vedo come un’altra Gris che sussurra all’orecchio qualcosa all’altra Gris di un’altra casella, un aiutino, un incontro casuale che poi casuale non è, forse la Gris che ha già raggiunto il traguardo cerca di mettere le altre Gris sulla strada giusta? Un spazio temporale che si apre e mette in comunicazione queste Gris tra loro.
Mi fa venire in mente una frase in cui si diceva che in questo mondo tutto è un sogno che vive il nostro spirito, come un gioco del pc in cui a seconda delle scelte cambia il risultato finale, come un film in cui si hanno più possibili finali.
In cui o Gris trova delle porte “magiche” che l’aiutino a saltare da uno spazio temporale all’altro oppure dovrà percorrere tutti i possibili quadretti prima di aver completato il gioco, ed ogni volta che avrà eliminato un ostacolo visivo verrà spostata su di un altro quadretto così sino alla fine.
Ok adesso ho dato fuori di matto e sono ubriaca di tutta questa mia immaginazione ho fatto come al solito un minestrone. Al limite ci farò un film o un videogioco.
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Vecchio 14-05-2008, 16.22.08   #16
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Immagino volessi scrivere causalità e non casualità. Lo dico perchè, se ho immaginato giusto, quello che può essere un banale errore di digitazone può anche causare notevoli misunderstanding.
Rispondo solo a questo adesso, poi leggo con calma il resto.
Si errore di digitazione
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