casetta mia

[dafne]

Da ieri sono tornata "padrona" della mia casa. Era venuto il mio papà in visita, dovevano essere un paio di giorni per risolvere alcuni problemi legati alla pubblicazione del suo sito ma per vari motivi la permanenza si è prolungata per due settimane.
Due settimane lunghissime...
mi sono fermata a riflettere ieri su diverse cose, sulla mia casetta, su quanto rappresenta di me,su quanto ci manca una cosa dopo che non l'abbiamo più, sul perchè mi sia stato così diffiile stavolta sopportare papà.
Ieri sera lavando, pulendo, spostando mi sono resa conto che ormai da un pò di tempo c'è un maggior ordine in casa, il salotto non sembra più un accampamento profughi e l'arredamento pur essenziale e messo a dura prova dai birbanti spiritelli che girano per casa è accogliente. (beh, più che ordinato userei un'espressione mediatrice..vissuto )
Mi sono fermata in mezzo alla casa e mi sono resa conto che le cose han cominciato a prendere "il loro posto" ma non solo nella mia vita ma anche negli armadi (di solito stracolmi e incasinati) e nello stesso momento mi sono accorta che piano piano ho buttato ciò che non sentivo più mio. Ho avuto in questi giorni la sensazione di non sentire ancora l'ambiente come "mio" dove per mio intendo un ambiente che mi accoglie, che mi somiglia che mi fà stare bene. Persino il mio consulente mi ha guardato di traverso quando gli ho confessato che "ci sono sempre a metà" (ufff com'è faticoso farsi capire da chi non parla l'ermopolitanese...) e che quindi sia in casa che per le strade della mia città mi tocca proprio dirmelo, questa è casa mia, io vivo qui, questo è il mio paese. Ma, come spiegarlo, non è un mio di possesso, ma un mio per dire "ci sono" sono qui, proprio qui e questo è ciò che voglio.
Papà ha bonariamente invaso i miei spazi, in più ha peggiorato il tutto fumando come un turco, forse è anche un periodo in cui sono più stanca, più preoccupata ma c'è stata una sera in cui in camera con i pargoli sulla brandina mi sono sentita totalmente fuori posto, abbandonata, trascurata, persa. Sisi esagerato senza dubbio ma questo mi ha fatto pensare (ogni tanto mi sbaglio ) e oggi ho tirato un filo tra il bisogno di esserci,di sentirmi dire "ci sei, vai bene qui, così", di approvazione, il mio dramma ad orientarmi, la mancanza di coordinate che mi porta a cercare sempre un appoggio, un sostegno...e poi quando c'è bam dramma, lo rifiuto, lo contesto, lo allontano mi fà fastidio...
Ci sono sotttili cambiamenti in corso, è curioso, non solo in casa ma anche fuori, i centri commerciali che prima adoravo adesso cominciano a darmi fastidio, mi mettono in confusione, le scaffalature ricche di almeno 5 tipi dello stesso prodotto non mi attirano più, e non perchè adesso mi sia venuta la "mania" del cibo sano, ma semplicemente non ne subisco più il fascino, E mi ritrovo a chiedermi, osservando, che cos'era che aveva tanto ascendente su di me al punto che il giro all'iper era quasi una vacanza? Papà se n'è tornato a casa sua lasciandomi un grande regalo, la sensazione che ho inseguito per anni, il desiderio inespresso che ha sempre mosso i miei passi, il "voglio tornare a casa" si stà trasformando piano piano in "sono a casa" dove casa non è solo un ambiente, un gruppo di persone, un'idea ma uno stato dell'anima.
ok che mi divento poetica e non va bene..ma lo volevo tanto scrivere, ho ancora da osservare, guardare, vedere e poi tenere o buttare, riordinare.
Casetta mia, sono io, che bbbbello