Il sacerdote sta nel tempio che è sacro quindi non in quanto tale ma perchè vi si svolge la funzione sacra. Infatti i tempi, anche cristiani, vengono consacrati.
In origine il templum era il luogo in cui il sacerdote osservava il cielo, il punto sulla terra in cui meglio si poteva svolgere questa osservazione.
Il tempio sorgeva quindi in posizioni particolari nelle quali era più agevole “portare in terra ciò che sta in cielo”, coglierne l'essenza e i messaggi. Che poi è quello che il sacerdote primariamente fa: osserva, contempla il divino in se e ne trae partecipazione ai Principi. Il tempio tradizionale è quindi una copia in terra del cielo, della sua struttura, la costruzione è eseguita secondo regole “auree” che sono le stesse con cui, ad altri livelli, è stato costruito il cosmo. Quindi il tempio simboleggia il creato. Da qui tutta l'arte (o Scienza) sacra di costruire, di orientare (le chiese sono poste ad oriente, ma orientare vale anche come insegnare, introdurre a qualcosa, mettere sulla retta via, iniziare). Anche tutto il resto della società, dalla città alle funzioni varie dei suo abitanti ai mestieri e quant'altro dovrebbero essere immagini di questo, derivare dai principi e quindi riprodurre, nello specifico e in quella specifica forma, ciò che sta in cielo.
Se il tempio è il luogo più attrezzato per osservare il cielo, il sacerdote che vi abita è il più attrezzato a svolgere questa funzione. Infatti nelle società antiche il sacerdote non usciva mai o quasi dal tempio ed erano gli altri, re compreso, che vi entravano a chiedere qualcosa.
Nel tempio inoltre si svolgevano i riti, almeno quelli più importanti o non necessariamente legati ad altri luoghi. Quindi dire abitare è dire poco... il sacerdote in qualche modo era tutt'uno col tempio. Entrambi simboleggiavano la stessa cosa, il divino, e svolgevano la stessa funzione di riferimento per tutti gli altri: il luogo in terra di accesso al divino, che sia la pietra del tempio o la carne del sacerdote è solo forma diversa, l'essenza è la stessa.