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Vecchio 10-04-2008, 12.38.23   #1
griselda
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Predefinito La primavera dietro le nuvole

Mi alzo e guardo fuori dalla finestra per vedere che tempo fa.
E nuvolo anche oggi. In un attimo anche io mi rabbuio.
Ma caspita perchè se il cielo non è azzurro e non c'è il sole io mi devo sentire così? Scendo faccio la doccia e penso che ci deve essere un motivo. Appena finito apro la finestra per far uscire i vapori e nello scambio insieme all'aria fresca entra nel bagno un fragoroso cinquettio che mi illumina il cuore. Come fai ad essere rabbuiata mi dico! Senti come cantano? Se loro cantano puoi cantare anche tu, loro la sentono e la vivono la primavera, tu invece hai bisogno di stereotipi per apprezzarla, loro invece vivono in armonia con essa.
Chi è che ti frega e ti vuole fregare?
In attimo sono stata balzata nel passato. L'estate i giochi la libertà la gioia di stare insieme all'aperto. Poi la pioggia il cielo grigio e tutti chiusi dentro nelle aule. La maestra che mi metteva terrore che aveva una mente stonata e faceva stonare anche me. Il ricordo del buio, di quelle mattine quando mi alzavo controvoglia e il mio muovermi a mo di bradipo che irritava mia madre e solleticava le sue mani...
Sveglia Grii sono passati tanti anni, non sei più una bambina, non hai più paura della maestra, e non troverai la mamma al tavolo con il prurito alla mani.
Alzati è primavera anche se sta giocando a nascondino è già arrivata e vuole solo che tu la scopra in giardino attraverso i suoi fiori i suoi odori e i suoi rumori esci e goditela questa primavera sentila in tutte le sue manifestazioni lei è qui e tu è ora che te ne accorga.
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Vecchio 11-04-2008, 12.23.32   #2
griselda
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Lo metto qui tanto è sempre legato a ciò che è stato e che ancora troppo spesso è.
Questo è quanto mi è venuto a seguito di ciò che mi ha detto Sole
Quando ero bambina facevo i compiti con il pennino, si a quei tempi c'era ancora l'inchiostro nel calamaio e il pennino. Io mi mettevo li a fare i compiti e mia madre era dietro di me in piedi, che nel frattempo cucinava. Mia madre aveva frequentato solo fino alla quinta elementare. Quando dovevo fare matematica e sbagliavo mia madre mi urlava dietro perchè sbagliavo, poi io piangevo e mi cadevano le lacrime sul foglio, le lacrime a contatto con l'inchiostro diventavano delle macchie, a quel punto mia madre mi picchiava e io piangevo ancora di più. Allora lei urlava come una pazza mi strappava il foglio e io dovevo ricominciare daccapo e se andava bene avevo finito se no tutta la tiritera ricominciava daccapo, questa era la minaccia che aumentava la mia tensione: se non la smetti di piangere e continui a sbagliare le prendi e poi ti strappo ancora il foglio. Fare matematica per me con lei dietro era un'ossessione, avevo il terrore di sbagliare perchè sapevo cosa mi aspettava.
Ma cavolo mamma, avrei dovuto saputo dirle, piantala di picchiarmi, ti odio quando mi picchi e mi metti talmente ansia che vorrei scappare pur di non subire ogni volta le tue urla e che mi dici che non capisco niente e che poi mi picchi perchè pensi che con le botte io starò attenta, io invece odio te e la matematica vi odio tutte e due e volevo fare a meno di entrambe perchè mi facevano soffrire.
Io mi chiudevo a riccio come dovevo fare matematica, mi chiudevo a riccio perchè avevo paura di mia mamma e odiavo la matematica che mi mostrava questa parte di lei che vedevo cattiva, avrei voluto cancellare la matematica dalla mia vita così non l' avrei dovuta più vedere così violenta e trasformata in mostro capace di sbranarmi.
Probabilmente mia mamma odiava la matematica pure lei ma sapeva che poi nella vita mi sarebbe servita e quindi sforzava come sapeva fare come le era stato insegnato. Ma io a quei tempi non potevo capirlo.
Oggi quando vedo mio marito che tenta di avere lo stesso approccio con mio figlio mi viene una rabbia che lo picchierei io. E mi limito a dirgli: va che gli farai odiare la matematica perchè l'assocerà alle tue grida ed ai tuoi rimproveri e odierà entrambi, per fargliela amare lui deve vivere in armonia deve avere un'ambente che lo sappia stimolare non un ambiente avverso.


Mi viene un po' da ridere perchè io è come se avessi voluto cancellare mia madre e i suo modi da me e poi li sono andata a ricercare perchè mio marito le somiglia molto nei suoi. Però a questo punto mi fa arrabbiare vederli in lui perchè mi ricordano lei, mi ricordano i suoi sbagli, perchè non si insengna con la violenza anche solo verbale, ma si deve far innamorare l'altro di ciò che deve imparare, ma se questo amore dentro non lo abbiamo? come non lo aveva mia madre?
Bisogna perdonarci questo? Devo perdonare a mia madre la sua incapacità, i suoi limiti comprendere che il suo intento era buono, anche se i mezzi erano sbagliati.
E poi? non farlo a mia volta con me stessa? Perchè con gli altri non lo faccio ma mi arrabbio ugualmente se non si applicano questo si, ma non grido non urlo e non picchio cerco di trovare un modo che vada bene poi però se non lo trovo mi arrabbio con me stessa, perchè ho ancora odio per mia madre? Perchè non l'ho perdonata sino in fondo per non aver trovato un altro modo? perchè lascio agire lei dentro di me? Io spesso mi arrendo della mia incapacità di insegnare di trovare il modo adeguato per far comprendere quanto sia importante quella cosa, che sia la matematica o altro, il punto è che così facendo lo faccio anche con me stessa.
Ma cosa devo dirmi? E bon se impari impari e se no amen? Accettare le mie limitazioni senza rodermi il fegato e questo posso farlo. Ma come faccio a farlo quando sento che è importante, specie se lo è per mio figlio. Per me posso impegnarmi al massimo e poi non curarmi del risultato, a mio figlio posso solo insegnare questo impegnati dai il massimo come sto cercando di fare, quello che ne viene viene se ti sei impegnato e tu lo sai se lo hai fatto o no, il solo giudice è la tua coscienza il resto è nelle mani di Dio.


Una frase di un libro di Bach recita: non esiste nulla che non sia un problema senza un dono per te nella mani tu cerchi problemi perchè hai bisogno di doni.
Che sia sua o che abbia preso spunto da altri il fatto è che se sapessi vedere attraverso le mie sofferenze scoprirei quanto ho imparato.
Grazie Sole, grazie a tutti voi.
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Vecchio 11-04-2008, 13.43.46   #3
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Ma come faccio a farlo quando sento che è importante, specie se lo è per mio figlio. Per me posso impegnarmi al massimo e poi non curarmi del risultato, a mio figlio posso solo insegnare questo impegnati dai il massimo come sto cercando di fare, quello che ne viene viene se ti sei impegnato e tu lo sai se lo hai fatto o no, il solo giudice è la tua coscienza il resto è nelle mani di Dio.
Tutti vorrebbero per i figli quello che non hanno potuto avere loro da piccoli, ma anche tuo figlio farà le sue esperienze e quando avrà ricapitolato capirà come hai capito tu....

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Vecchio 11-04-2008, 14.53.13   #4
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Tutti vorrebbero per i figli quello che non hanno potuto avere loro da piccoli, ma anche tuo figlio farà le sue esperienze e quando avrà ricapitolato capirà come hai capito tu....

Riconosco del vero nelle tue parole Stella, io sento dentro di me una forte responsabilità. ( che quando non sto attenta sfocia in mania di perfezionismo) di fare il meglio che posso impegnadomi al massimo verso di lui che ho deciso di far venire in questo mondo. Poi però devo adattarmi anche ai miei limiti questo sì se non vedo oltre non posso mettermi in croce. Però sento la responsabilità di fare il meno male possibile, di dare il massimo, poi ok sbagilerò ma l'avrò fatto in buona fede e dovrò perdonarmi in qualche modo.
Ma ricordo una frase di mia madre che diceva: eh come sono cresciuta io cresceranno anche i miei figli io ora sono qui e mi impegnerò al massimo, poi ripeto sarà quello che sarà ma voglio fare attenzione e gli eventuali sbagli che farò dovrò imaparare ad accettarli e a perdonarmi.
(sempre che imparo bene a farlo )
Per quanto riguarda la ricapitolazione auguro a tutti di poter incontrare Uno.
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Vecchio 11-04-2008, 17.39.00   #5
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Eh già.... saper ricapitolare le proprie esperienze secondo me è riviverle nel loro contesto e in un certo modo superarle e farle proprie, di modo che agiscano in noi positivamente per affrontare il presente, senza gravarlo di eccessiva responsabilità quasi a voler riparare ad errori non tuoi...

Volevo solo aggiungere che le tue esperienze sono solo tue, cioè sono nel tuo vissuto mentre quelle dei tuoi figli saranno necessariamente diverse...


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Vecchio 23-04-2008, 19.59.57   #6
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