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Vecchio 28-05-2008, 14.18.08   #1
griselda
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Questa frase mi viene spesso ripetuta: "non mi credi mai." La mia risposta meccanica è :"non è vero"
Invece si che è vero, mi basta avere un indizio, quello che di solito non fa una vera prova, per arrivare già ad una conclusione e guai a Dio a chi me la può togliere.
Non credo a nessuno, non lo faccio perchè io sono fichissima e so tuttissimo, perchè non è così che mi sento, ma perchè non mi fido di credere agli altri di lasciarmi andare e credere.
Forse non so bene se è anche questa una forma di controllo. Ciò che non conosco e non so mi fa paura e quindi mi devo dare una spiegazione la mia, l'unica persona di cui mi fido. Ma poi mi fido veramente di me? No. E quindi?
A volte mi dicono che se venisse Dio in persona a dirmi che le cose stanno in certo modo, quando ho la convinzione che non stiano così, non crederei neppure a lui. Ok è testardaggine ma perchè?
Davanti anche alle giustificazioni e chiarimenti di altri faccio fatica a credere, mi rimane il tarlo del dubbio se non mi hanno davvero convinta.
Questa cosa mi fa vivere male e immagino anche chi mi circonda, devo apparire poco normale ed effettivamente dietro chissà cosa c'è?
San Tommaso....che non ci crede se non ci mette il naso a me fa... un risotto.

A grandi linee ci vedo l'ingenuità del bambino tradito e la difesa, la protezione continua di quella parte ferita e mai rimarginata che però è in questo caso portata all'esasperazione.
Se mi fido mi mostrerò ingenua e gli ingenui sono fessi e ci rimettono sempre gli altri si approfittano della loro ingenuità per mentire e fare loro del male.
Invece l'ingenuità è qualcosa di bello da proteggere e da conservare è la porta aperta al nuovo per poter crescere e fare esperienza.
La furbizia è la porta chiusa a protezione da cui non entra più nulla. La malizia è lo specchio dei nostri difetti che vediamo negli altri e dai cui cerchiamo di proteggerci anticipando gli altri.
Cosa mi può succedere se mi fido? Se ripongo male la mia fiducia? Che vengo tradita, vengo ferita nei miei sentimenti, ma che io mi fidi o no posso essere tradita ugualmente. Quindi alla fine è la mia mente che pensa di poter controllare tutto mentre non controllo nulla del fuori ma posso controllare il dentro smettendola di non fidarmi degli altri, Cercando di dare fiducia a tutti quelli almeno che ritendo amici a cui voglio bene, se ho già dato a loro il mio cuore non capisco perchè non posso dare loro anche al fiducia e lasciare da parte la mia ip e la mia testardaggine e ascoltarli. Non ho nulla da perdere perchè non possiedo nulla.
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Ultima modifica di griselda : 28-05-2008 alle ore 14.30.07. Motivo: Tolta parola doppia, lasciato errore
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Vecchio 28-05-2008, 14.39.20   #2
Sole
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Provo a dire qualcosa poi vedi tu

A volte ammettere che gli altri hanno ragione è in un certo senso ammettere con noi stessi che non siamo indispensabili e che non siamo autosufficienti, che abbiamo bisogno degli altri e che non siamo pilastri di noi stessi. Perdere i punti di riferimento per spostarli e metterli più in là.. significa solvere l'idea e riformularla.
Ci sta anche il fatto che dell'errore ci vergognamo soprattutto se sbagliamo davanti a chi vorremmo essere perfettissimi.

E poi si, credo ci stia bene anche il controllo, più gli altri dipendono da noi più li controlliamo e dominiamo... perdere l'immagine è perdere riferimenti ..

Se mi viene altro aggiorno, intanto possiamo controllare e verificare questo
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 28-05-2008, 15.42.36   #3
griselda
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Provo a dire qualcosa poi vedi tu

A volte ammettere che gli altri hanno ragione è in un certo senso ammettere con noi stessi che non siamo indispensabili e che non siamo autosufficienti, che abbiamo bisogno degli altri e che non siamo pilastri di noi stessi. Perdere i punti di riferimento per spostarli e metterli più in là.. significa solvere l'idea e riformularla.
Specie pilastri di noi stessi si si e che non ho potere che invece vorrei avere. In me ci vedo anche una forma di arroganza per non vedere le mie debolezze, un muro costruito per non accettare i miei limiti. Secondo te ci sta?

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Ci sta anche il fatto che dell'errore ci vergognamo soprattutto se sbagliamo davanti a chi vorremmo essere perfettissimi.
Si questo in me è palese, intendi che se credo a te quando mi dici che sto sbagliando ne risente la mia ip? ah si certo eccome, io superperfettissima sapiente e onniscente io che accetto che tu mi dica che sia così? Se non lo vedo io non può essere, Una bella dose di umiltà qui ci starebbe bene si si.

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E poi si, credo ci stia bene anche il controllo, più gli altri dipendono da noi più li controlliamo e dominiamo... perdere l'immagine è perdere riferimenti ..
Ecco altro punto forte in me, se vedi ciò che io ritengo in me una debolezza, mi abbandonerai,
allora lotto in continuazione per mantere quell'immagine controllando ogni cosa, che sfinimento.
E quindi se io credo a te devo mettere da parte la mia immagine di super super super .. ecco cosa sono quando faccio così.

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Se mi viene altro aggiorno, intanto possiamo controllare e verificare questo



C'è un pezzo scritto da Ray chissà se c'entra qualcosa, in cui dice, che quando un genitore autoritario scredita in continuazione il figlio egli si costruirà una supervalutazione, per poter sopperire a questa azione perpetrata su di lui.
Mi sa che c'entra con sta storia. Mi piacerebbe capirne di più.
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Vecchio 28-05-2008, 18.15.48   #4
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Questa frase mi viene spesso ripetuta: "non mi credi mai." La mia risposta meccanica è :"non è vero"
Invece si che è vero, mi basta avere un indizio, quello che di solito non fa una vera prova, per arrivare già ad una conclusione e guai a Dio a chi me la può togliere.
Non credo a nessuno, non lo faccio perchè io sono fichissima e so tuttissimo, perchè non è così che mi sento, ma perchè non mi fido di credere agli altri di lasciarmi andare e credere.
Forse non so bene se è anche questa una forma di controllo. Ciò che non conosco e non so mi fa paura e quindi mi devo dare una spiegazione la mia, l'unica persona di cui mi fido. Ma poi mi fido veramente di me? No. E quindi?
Penso anch'io che per andare su un terreno sicuro ci si fida solo di quello che si conosce o che si suppone di conoscere, a me è capitato di partire in quarta con una serie di ragionamenti volti a interpretare non correttamente quanto asserito da un'altra persona, sicuramente perchè non avevo tutti gli elementi a disposizione per una valutazione serena.
Soprattutto se una persona dimostra poca sicurezza chiedendo "non mi credi?" il primo pensiero che viene è che questa persona non è sicura di sè quindi come crederle???
Ma mi è capitato anche di aver dovuto ricredermi e chiedere scusa, partendo a spada tratta sul mio modo di ragionare davo per scontato che nelle sue argomentazioni c'era qualche falla, invece poi il riscontro dei fatti mi ha fatto capire quanto mi sbagliavo....

Io penso che se da bambini volevamo in qualche modo affermarci come persone degne di fiducia, dovevamo screditare prima di tutto chi non riponeva nessuna fiducia in noi...
Un padre dispotico che non ammette mai di avere torto anche quando è evidente che ce l'ha, è una spinta a fidarci solo di noi, perchè non c'è il confronto...

Ma da persone adulte, sappiamo che le persone che ci amano non avrebbero nessun interesse a tradirci e a usare furbizia o malizia con noi, a quale pro ?
Quindi cominciando a piccoli passi a fidarci e a credere nelle piccole cose che ci vengono dette o proposte, ci dovrebbe far rilassare un po', se poi quella cosa si dovrebbe rivelare errata sarà l'altro a fornire le spiegazioni del caso, e non sempre noi a darci da fare per dimostrare che avevamo ragione...

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Vecchio 29-05-2008, 00.00.37   #5
griselda
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Penso anch'io che per andare su un terreno sicuro ci si fida solo di quello che si conosce o che si suppone di conoscere, a me è capitato di partire in quarta con una serie di ragionamenti volti a interpretare non correttamente quanto asserito da un'altra persona, sicuramente perchè non avevo tutti gli elementi a disposizione per una valutazione serena.
Soprattutto se una persona dimostra poca sicurezza chiedendo "non mi credi?" il primo pensiero che viene è che questa persona non è sicura di sè quindi come crederle???
Ma mi è capitato anche di aver dovuto ricredermi e chiedere scusa, partendo a spada tratta sul mio modo di ragionare davo per scontato che nelle sue argomentazioni c'era qualche falla, invece poi il riscontro dei fatti mi ha fatto capire quanto mi sbagliavo....

Io penso che se da bambini volevamo in qualche modo affermarci come persone degne di fiducia, dovevamo screditare prima di tutto chi non riponeva nessuna fiducia in noi...
Un padre dispotico che non ammette mai di avere torto anche quando è evidente che ce l'ha, è una spinta a fidarci solo di noi, perchè non c'è il confronto...

Ma da persone adulte, sappiamo che le persone che ci amano non avrebbero nessun interesse a tradirci e a usare furbizia o malizia con noi, a quale pro ?
Quindi cominciando a piccoli passi a fidarci e a credere nelle piccole cose che ci vengono dette o proposte, ci dovrebbe far rilassare un po', se poi quella cosa si dovrebbe rivelare errata sarà l'altro a fornire le spiegazioni del caso, e non sempre noi a darci da fare per dimostrare che avevamo ragione...

Si Stella penso che sia così, iniziare a piccoli passi ad aprirsi, ascoltare e fidarsi.
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