La virtù è come la cimice.....

[dafne]

Mi capita raramente di leggere gli aforismi in home perchè clicco subito sul forum. Stasera invece mi sono soffermata quel paio di secondi in più che mi sono bastati per leggere questo

"La virtù è come la cimice. Perchè esali il suo odore bisogna schiacciarla" di Carlo Dossi.
Non è bellissimo? E' molto poco casuale forse a giudicare dai discorsi che si stanno facendo in questo periodo..ma sarà vero? Bisogna schiacciare una virtù, negarla, magari anche rinnegarla (un giorno mi devo studiare la differenza tra questi due verbi..magari anche in relazione con l'annegare..bueno, è OT adesso)
Io comincio a pensare di si, ma non ne sono sicura. Schiacciare una virtù è forse vivere il suo opposto? Così per la sincerità arriverò a dire un sacco di bugie, più o meno inconsapevioli? Un famoso scrittore diceva che per accettare una verità bisogna averla negata fin nel profondo. E' lo stesso concetto?

[Ray]

Schiacciare io lo vedo come un mettere sotto pressione. Una virtù dimostra la sua forza quando è in pressione... è li che si vede la sua vera essenza, la sua qualità... sennò è solo li senza far nulla.

[jezebelius]

Originalmente inviato da Ray

Schiacciare io lo vedo come un mettere sotto pressione. Una virtù dimostra la sua forza quando è in pressione... è li che si vede la sua vera essenza, la sua qualità... sennò è solo li senza far nulla.

Trovo interessante questo punto di vista.
Del resto schiacciare vale sia per " rompere " un corpo che, appunto, fargli pressione.
Pensavo quindi alla cimice che possiede un guscio, una protezione e dunque va da se che l'esalazione, che da questo punto di vista è la virtù stessa, può venire su solo una volta schiacciato il guscio.
Segno questo, forse, che la virtù non solo sta li senza far nulla se non si opera una pressione, come hai detto, ma forse anche presenta una resistenza che è per l'appunto il guscio da rompere. Forse una ulteriore pressione finalizzata alla rottura di qualcosa.
Con questo voglio dire che vale probabilmente si la pressione ma il fine è quello di rompere il guscio, per far venire fuori, definitivamente, la virtù. Un ulteriore passaggio allora.
Esalare dunque facendo venir fuori qualcosa che è dentro.