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Vecchio 24-06-2008, 12.36.58   #1
Astral
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Riflettevo su questo argomento da un pezzo, e mi sono ricordato ora di metterlo sul forum.

Ma l'azione è proporziale al pensiero? Cioè mi spiego: piu penso meno faccio, piu faccio meno vi viene da pensare.

Ho notato una cosa che molto spesso, sopratutto nei periodi in cui non lavoro, la mente vaga, vaga, pensa a quello e quell'altro, e mi trovo un po' svuotato nel vedere che nonostante le attività che faccio, ho utilizzato parecchio il pensiero.

Quando invece mi capita di lavorare tutto il giorno, mi sembra di dover fare, fare, fare, agire ( sopratutto poi se sono lavori pratici) e a fine giornata non c'è spazio per pensare un po' anche a se stessi.

Quindi chi agisce troppo è impulsivo, ma chi pensa troppo che è?
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Vecchio 24-06-2008, 12.46.18   #2
turaz
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per me disequilibrato come il primo.
ma tra i due forse meglio il primo
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Vecchio 24-06-2008, 13.55.51   #3
Astral
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per me disequilibrato come il primo.
ma tra i due forse meglio il primo
Non c'ho capito na mazza scusa, aspetto gli altri...

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Vecchio 24-06-2008, 14.09.47   #4
turaz
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l'uomo non è fatto di solo corpo a mio avviso.
ci sono pensieri-parole-azioni (spirito-anima-mente-corpo)
il pensiero e la parola non nascono dal corpo
se una persona vive esclusivamente a livello di corpo ma non integra con il resto è a mio parere disequilibrata così come chi pensa troppo e poco fa.
ma a mio avviso è un pelo meglio colui che è disequilibrato nell'azione piuttosto che nella mente (anche se come consapevolezza può essere zero)

l'optimum sta nell'integrazione "istantanea" tra i 3.
nel dialogo diretto tra quei 3 elementi "espanso"

Ultima modifica di turaz : 24-06-2008 alle ore 14.19.28. Motivo: precisazione
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Vecchio 24-06-2008, 17.28.56   #5
Il Folle
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Forse, potremmo dire che il pensare è l'azione del non fare.

Se sto fermo immobile senza fare niente, almeno per chi ci vede dall'esterno, non sto facendo niente, eppure dentro di noi il pensiero è sempre in moto.

....
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Vecchio 24-06-2008, 18.36.33   #6
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Riflettevo su questo argomento da un pezzo, e mi sono ricordato ora di metterlo sul forum.

Ma l'azione è proporziale al pensiero? Cioè mi spiego: piu penso meno faccio, piu faccio meno vi viene da pensare.

Ho notato una cosa che molto spesso, sopratutto nei periodi in cui non lavoro, la mente vaga, vaga, pensa a quello e quell'altro, e mi trovo un po' svuotato nel vedere che nonostante le attività che faccio, ho utilizzato parecchio il pensiero.

Quando invece mi capita di lavorare tutto il giorno, mi sembra di dover fare, fare, fare, agire ( sopratutto poi se sono lavori pratici) e a fine giornata non c'è spazio per pensare un po' anche a se stessi.

Quindi chi agisce troppo è impulsivo, ma chi pensa troppo che è?
Se per pensiero intendi parole o immagini che attraversano la tua mente si, è proporzionale, la mente ha il terrore di sparire, chiamiamolo istinto di sopravvivenza che non è limitato al corpo, quindi se non lavora in azioni esteriori aumenta il lavoro interiore e lo fa come può, comunemente "pensando" nel senso che dicevo sopra.
Al contrario il vero pensare non è disgiunto dall'agire anche se non sempre l'azione è già manifesta. Se tu pensi a come devi migliorare la ricetta per i bignè, si può dire che stai già facendo i nuovi bignè con la ricetta modificata, senza questo reale modo di pensare (che nell'esempio può avere parole come ingredienti etc... nella realtà tanto più potente e meno differita è l'azione tanto più le parole scompaiono) non agisci mai.
Quindi l'ultima domanda dipende da quale tipo di pensiero intendi, nel comune modo di vedere, chi pensa troppo è un sognatore e fantasticatore... (e reagisce agli stimoli ) nel senso reale di pensare chi pensa molto è un Uomo di azione.
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Vecchio 24-06-2008, 18.38.17   #7
Astral
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Ecco, io volevo incentrare il topic su questa ambivelenza, non mi interessano gli equilibri vari di cui si parla, lo so benissimo che ci vuole equilibrio in ogni cosa ( cosa soggettiva, tra l'altro).

Il problema che mi pongo è se alla fine c'abbiamo un tot di energia da distribuire tra azione e pensiero. Se poi aggiungiamo anche la parola a questo, potrebbe allungarsi la discussione.
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Vecchio 24-06-2008, 18.41.08   #8
turaz
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hai mai avuto l'esperienza di "concepire" qualcosa che qualche momento prima non ti sembrava (razionalmente parlando) possibile fare e l'hai attuata?
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Vecchio 24-06-2008, 18.51.02   #9
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Ecco, io volevo incentrare il topic su questa ambivelenza, non mi interessano gli equilibri vari di cui si parla, lo so benissimo che ci vuole equilibrio in ogni cosa ( cosa soggettiva, tra l'altro).

Il problema che mi pongo è se alla fine c'abbiamo un tot di energia da distribuire tra azione e pensiero. Se poi aggiungiamo anche la parola a questo, potrebbe allungarsi la discussione.
Si, quello che comunemente è chiamato pensiero, il cui unico risultato è far aprire la bocca a caso consuma molta energia e quindi impedisce di agire veramente rimaniamo come elastici o molle, come ci spingono o tirano (non solo le persone, anche il meteo per esempio, o piccole cose del quotidiano) ci muoviamo.
Se pensiamo ed agiamo realmente non è che siamo illimitati, però abbiamo molte più risorse, se concepiamo realmente qualcosa e siamo convinti che riesca sarà difficile che qualcosa ci fermi... abbiamo innescato la Volontà. Questo non è positivo senza conoscenza, perchè tutto ha un costo, quindi molti personaggi che imparano questo agire in modo fortuito (o se preferisci lo ricevono in dote senza sapere) spesso muoiono giovani o hanno una serie di problemi di altro tipo, ti basta vedere le storie di famiglie importanti.
In quei casi la cosa è evidente perchè ci sono grandi imprese in gioco e grandi guai come conseguenza, in una vita comune si fa fatica a cogliere ma il meccanismo è identico.
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Vecchio 24-06-2008, 20.27.27   #10
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Si, quello che comunemente è chiamato pensiero, il cui unico risultato è far aprire la bocca a caso consuma molta energia e quindi impedisce di agire veramente rimaniamo come elastici o molle, come ci spingono o tirano (non solo le persone, anche il meteo per esempio, o piccole cose del quotidiano) ci muoviamo.
Se pensiamo ed agiamo realmente non è che siamo illimitati, però abbiamo molte più risorse, se concepiamo realmente qualcosa e siamo convinti che riesca sarà difficile che qualcosa ci fermi... abbiamo innescato la Volontà. Questo non è positivo senza conoscenza, perchè tutto ha un costo, quindi molti personaggi che imparano questo agire in modo fortuito (o se preferisci lo ricevono in dote senza sapere) spesso muoiono giovani o hanno una serie di problemi di altro tipo, ti basta vedere le storie di famiglie importanti.
In quei casi la cosa è evidente perchè ci sono grandi imprese in gioco e grandi guai come conseguenza, in una vita comune si fa fatica a cogliere ma il meccanismo è identico.
Si può dire che l'azione, è un Potere?
L'azione, come manifestazione della Volontà insomma. Naturalmente facendo le dovute distinzioni, come hai detto tu tra pensiero ed azione, reale e non reale o supposta, dunque credere di fare mentre invece si è invischiati in altro.
L'azione, quella reale, allora potrebbe essere la manifestazione della Volontà. Per questo, ancora, si presenta come raccordo tra il volere una situazione e la sua Potenzialità. Un raccordo tra piani non necessariamente di livello differente.
Per contro il pensiero, quello reale, allora potrebbe essere la percezione ( o anche Essere ) quella volontà.
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 24-06-2008, 20.31.32   #11
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Questo non è positivo senza conoscenza, perchè tutto ha un costo, quindi molti personaggi che imparano questo agire in modo fortuito (o se preferisci lo ricevono in dote senza sapere) spesso muoiono giovani o hanno una serie di problemi di altro tipo, ti basta vedere le storie di famiglie importanti.
In quei casi la cosa è evidente perchè ci sono grandi imprese in gioco e grandi guai come conseguenza, in una vita comune si fa fatica a cogliere ma il meccanismo è identico.
Non ho ben capito se intendi persone che sono in grado di ottenere quello che vogliono con la determinazione e volontà, e usano questo non con saggezza e si attirano quindi anche il male di questo.
Mi viene in mente chi diventa un personaggio famoso e poi dopo gli succede di tutto.
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Vecchio 24-06-2008, 21.31.40   #12
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Se pensiamo ed agiamo realmente non è che siamo illimitati, però abbiamo molte più risorse, se concepiamo realmente qualcosa e siamo convinti che riesca sarà difficile che qualcosa ci fermi... abbiamo innescato la Volontà.
Quindi la Volontà nasce dal concepire un pensiero che siamo sicuri che si concretizzerà, questo determina il potere.
Infatti anche nel piccolo, se io penso di fare una data cosa e so che ho il potere di farlo, quel pensiero si è concretizzato in un'azione, al contrario di altri pensieri che tolgono energia e distolgono dal fare.

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Questo non è positivo senza conoscenza, perchè tutto ha un costo, quindi molti personaggi che imparano questo agire in modo fortuito (o se preferisci lo ricevono in dote senza sapere) spesso muoiono giovani o hanno una serie di problemi di altro tipo, ti basta vedere le storie di famiglie importanti.
In quei casi la cosa è evidente perchè ci sono grandi imprese in gioco e grandi guai come conseguenza, in una vita comune si fa fatica a cogliere ma il meccanismo è identico.
Certamente più in alto è la persona nella scala sociale, più il suo pensiero diventa volere-potere,
più non lo indirizza bene, più danni può provocare a sè e agli altri, non avendo la conoscenza e il discernimento che dovrebbe accompagnare il pensiero di agire

Un piccolo esempio per vedere se ho capito:
un bambino che impara a camminare ben presto capirà che se lo vuole si può spingere sempre più in là, basta che pensi di voler arrivare là..... senza immaginare che quella è una zona pericolosa in cui si potrebbe fare del male, se non riceve altre conoscenze che lo istruiscono sui pericoli, penserà quasi di essere diventato onnipotente e che niente può fermarlo....
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Vecchio 24-06-2008, 21.38.15   #13
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Ora è più chiaro, chi va sano va lontano.

Io invece penso di aver il problema opposto Stella, sono nato quasi al decimo mese, e ho camminato quasi ad un anno, forse già dall'inizio pensavo molto ( sempre se i bambini a quell'età pensano), in ogni caso preferisco cosi, finchè non so utilizzare il mio potenziale, preferisco sapere i miei limiti, sono stato sempre fin troppo prudente su certe cose, in alcuni casi però ho notato che questo mi porta avere un'attività mentale troppo sviluppata, ed una capacità d'azione più limitata.

Progetto molto, studio, ma poi quando devo fare le cose in pratica sembra che mi perdo un po', o non corrispondono al progetto che ho fatto.

Conosco invece certi miei amici che agiscono, fanno e magari sono più concreti di me, però magari non si sono mai chiesti del perchè della vita, e credo che troppa azione impulsiva un po' inibisce quel positivo che c'è nel dialogo a livello di pensiero con se stessi.

Infatti chi si alza, va, lavora, po torna, fa quello e quell'altro agisce molto, ma è anche un buon modo per non pensare e tenere lontano le preoccupazioni.

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Vecchio 24-06-2008, 22.11.03   #14
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Ora è più chiaro, chi va sano va lontano.

Io invece penso di aver il problema opposto Stella, sono nato quasi al decimo mese, e ho camminato quasi ad un anno, forse già dall'inizio pensavo molto ( sempre se i bambini a quell'età pensano), in ogni caso preferisco cosi, finchè non so utilizzare il mio potenziale, preferisco sapere i miei limiti, sono stato sempre fin troppo prudente su certe cose, in alcuni casi però ho notato che questo mi porta avere un'attività mentale troppo sviluppata, ed una capacità d'azione più limitata.

Progetto molto, studio, ma poi quando devo fare le cose in pratica sembra che mi perdo un po', o non corrispondono al progetto che ho fatto.

Conosco invece certi miei amici che agiscono, fanno e magari sono più concreti di me, però magari non si sono mai chiesti del perchè della vita, e credo che troppa azione impulsiva un po' inibisce quel positivo che c'è nel dialogo a livello di pensiero con se stessi.

Infatti chi si alza, va, lavora, po torna, fa quello e quell'altro agisce molto, ma è anche un buon modo per non pensare e tenere lontano le preoccupazioni.

La prudenza è una cosa buona, però non dovrebbe bloccare ma solo aiutare a non fare il passo più lungo della gamba.
Effettivamente esistono persone concrete che non si perdono a pensare per esempio qual'è lo scopo della vita, la vivono e basta, e altre più riflessive...
Ma sono convinta che per ciascun individuo è una cosa soggettiva, conosco persone che sono grandi lavoratrici e dedicano molte ore alle loro attività concrete, ma che quando serve tirano fuori di quei ragionamenti sulla filosofia di vita che non immaginavo....
In quanto a non concretizzare i pensieri come si vorrebbe, capita anche a me di progettare una cosa e poi non riuscire per vari motivi a metterla in pratica, forse perchè non ero abbastanza convinta ed era più piacevole il pensiero di poter fare che il fare in se stesso.
Ci sono certe giornate che passo il tempo a pensare e filosofeggiare senza concludere nulla, ma alla sera mi sento stanca come se avessi fatto una giornata di lavoro, e in più non ho quel senso di soddisfazione alla fine della giornata, quella stanchezza che mi dice che ho faticato ma ho concluso qualcosa...
Le nostre energie non sono illimitate, quindi dovremmo cercare di indirizzarle nella maniera giusta, senza nulla togliere nè all'una nè all'altra cosa, per non rimpiangere poi quello che si sarebbe potuto fare e non si è fatto...
Ripeto però che è un discorso soggettivo, che varia da persona a persona.

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Vecchio 24-06-2008, 23.56.53   #15
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Quindi la Volontà nasce dal concepire un pensiero che siamo sicuri che si concretizzerà, questo determina il potere.
Infatti anche nel piccolo, se io penso di fare una data cosa e so che ho il potere di farlo, quel pensiero si è concretizzato in un'azione, al contrario di altri pensieri che tolgono energia e distolgono dal fare.

Detto molto semplicemente è così, poi come al solito tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, ma come hai visto nel quotidiano anche qualsiasi altra impresa sarebbe uguale
Quote:



Certamente più in alto è la persona nella scala sociale, più il suo pensiero diventa volere-potere,
più non lo indirizza bene, più danni può provocare a sè e agli altri, non avendo la conoscenza e il discernimento che dovrebbe accompagnare il pensiero di agire

Non solo chi è in alto nella scala sociale, potrebbe anche essere in alto nella scala spirituale.
In questo caso sono due le possibilità, ha un determinato compito da svolgere quindi non va a risparmio, si consuma velocemente ma fa quello che deve fare, vedi la vita di molti santi per esempio e lo stesso Gesù. L'altra possibilità è un lavoro di tipo diverso, quindi una certa preparazione permette di diluire più nel tempo centellinando il potere ed usandolo solo dove e quando serve
Quote:


Un piccolo esempio per vedere se ho capito:
un bambino che impara a camminare ben presto capirà che se lo vuole si può spingere sempre più in là, basta che pensi di voler arrivare là..... senza immaginare che quella è una zona pericolosa in cui si potrebbe fare del male, se non riceve altre conoscenze che lo istruiscono sui pericoli, penserà quasi di essere diventato onnipotente e che niente può fermarlo....
Esatto... inoltre la strada stessa ti consuma, più ne fai e più devi pagare in qualche modo... e ci sono bambini anche di 60 e più anni...
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