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Vecchio 15-07-2008, 20.13.31   #1
Astral
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Predefinito Freddezza, cinismo, indifferenza?

Non riesco a capirmi.

Sono stato sempre molto emotivo, e sensibile ( che sono a mio parere due cose differenti), e impulsivo. La mia parte che si identificava in questo mi rendeva sempre geloso, passionale, irascibile, quando c'era da soffrire soffrivo. Ovviamente mi ha causato molti problemi in passato, ma per quanto riguarda l'arte sebbene scarseggiavo di tecnica ero spontaneo e con grande espressività.

Dopo il mio approccio col sentiero spirituale sono cambiato, troppo:

Davanti ad una sofferenza, sembra che non provo nulla, non piango più, ho il controllo di certe emozioni, altre invece proprio non riesco più a sentirle.
Cose che farebbero arrabbiare gli altri, a me non mi toccano, cose troppo allegre a me non divertono.

Fino a che si tratta di emozioni negativo, tutto di guadagnato, ma oggi durante le lezioni di canto, ho constatato una cosa.
Manca l'interpretazione, non esprimo nessuna emozione, come se ci fossi li soltanto con la testa. Il problema non so se è la repressione delle emozioni, il problema è la freddezza, cioè mi sembra di non sentire nulla, e a livello artistico questo comincia a diventare un grosso problema.

Ma è possibile avere un cambiamento cosi radicale?
Non so forse ho pensato che più mi avvicino a non avere più nessuna reazione, e più divento indifferente a tutto?
Prima mi identificavo troppo con l'emozione, adesso non mi ci identifico proprio?

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Vecchio 15-07-2008, 21.53.32   #2
stella
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Dopo il mio approccio col sentiero spirituale sono cambiato, troppo:

Davanti ad una sofferenza, sembra che non provo nulla, non piango più, ho il controllo di certe emozioni, altre invece proprio non riesco più a sentirle.
Cose che farebbero arrabbiare gli altri, a me non mi toccano, cose troppo allegre a me non divertono.
Questo forse succede perchè si pensa che avendo il controllo delle emozioni non si soffre più, si diventa padroni di se stessi...
Ma la spiritualità non consiste nello superare le passioni umane ma convivere con esse perchè siamo umani, quindi soggetti a ridere, piangere, arrabbiarsi...
Persino il Maestro, Gesù, non si è vergognato di piangere per la morte del suo amico, o di partecipare a un banchetto di nozze dove si festeggiava e si stava allegri, o di avere uno scatto di rabbia con i mercanti del tempio...
Osservare e dar vita alle proprie emozioni è indice di grande equilibrio interiore che non teme di farsi vedere diversi da quello che si è.

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Ma è possibile avere un cambiamento cosi radicale?
Non so forse ho pensato che più mi avvicino a non avere più nessuna reazione, e più divento indifferente a tutto?
Prima mi identificavo troppo con l'emozione, adesso non mi ci identifico proprio?
Se hai fatto tutto un percorso per non identificarti con l'emozione perchè questo ti faceva soffrire, penso che sia possibile, perchè di fatto è ciò che stai sperimentando.
E' molto difficile darti una risposta, ma forse questo percorso ti porta a capire che si soffre se si è troppo sensibili ed emotivi ma anche per la mancanza di questo.
L'unica cosa sarebbe non arrivare ad avere nessuna reazione, ma lasciare fluire ciò che arriva, dentro di noi le emozioni ci sono sempre ma come cristallizzate, congelate.
Se questa freddezza che senti dentro non ti piace, questa è già un'emozione a cui dare sfogo, il rendersi conto che non è questo che vuoi può dare un'altra reazione.
Anche a me qualche volta capita di aver superato certe emozioni, è molto difficile che mi lascio andare alle risate o alle lacrime, ma quanto sento rabbia la sento e quando cerco di reprimerla soffro, quando invece in qualche modo la sfogo lasciandola fluire, dopo mi sento meglio, più leggera e più me stessa.
Spero che riesci a trovare quell'equilibrio che non sta nè a un estremo nè all'altro, ma che fa essere se stessi...

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Vecchio 15-07-2008, 22.27.35   #3
Sole
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Forse inizi solo a riconoscere le vere emozioni.
__________________
Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 15-07-2008, 22.46.28   #4
Astral
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Capisco.
Si Stella, non mi piace, perchè ad esempio per le attività artistiche che svolgo, è importante il sentimento, il che significa anche rappresentare una sofferenza che non è propria. Oggi ad esempio la mia maestra di canto mi ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere: " Canti una canzone d'amore, ma sembra che non te ne freghi nulla se ti ha lasciato".

In effetti questo è solo un riflesso di quello che a volte mi sembra che mi succede, ovvero vedo troppo dall'alto, però questo è anche positivo, perchè molte volte mi dona un po' di obbiettività.

Non dico che non soffro mai, o che non piango mai, infatti proprio tempo fa scrivevo di quella crisi di pianto, però il problema è il tempo, sembra che quando mi serve di dover esprimere in quel momento giusto l'emozione, non la sento, o la sento molto prima o molto dopo.
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Vecchio 15-07-2008, 22.51.47   #5
Kael
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Il problema non so se è la repressione delle emozioni, il problema è la freddezza, cioè mi sembra di non sentire nulla
Mi sembra sia la stessa cosa, se reprimo mi impedisco di sentire.

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Non so forse ho pensato che più mi avvicino a non avere più nessuna reazione, e più divento indifferente a tutto?
Prima mi identificavo troppo con l'emozione, adesso non mi ci identifico proprio?
Chiunque segue un serio cammino interiore si trova a dover fare i conti con situazioni del genere, si trova ad essere "sballottato" da una parte e poi dall'altra. Chi è troppo emotivo poi si trova a vivere un certo distacco, chi è troppo chiuso poi si lascia andare a vuotare sempre il sacco con tutti, etc..
Ci si impara a bilanciarsi insomma, si iniziano a conoscere i due lati della medaglia, ricordandosi però che noi siamo la medaglia intera.

Se prima quindi eri troppo emotivo, troppo "dentro" le cose, e ti trovavi costretto a vivere esageratamente certe situazioni, adesso stai sperimentando l'altro opposto, un eccessivo distacco. Essere costretti ad essere troppo emotivi non è preferibile che essere costretti ad essere troppo freddi, sempre costretti si è.
Ora ti basta dunque mettere insieme le due cose (perchè ora sei cambiato ma sei pur sempre anche quello che eri prima) e sarai libero di scegliere personalmente in quali situazioni metterci più "cuore" e in quali invece non val la pena di sprecarci troppo tempo.
Più difficile a farsi che a dirsi ovviamente, ad ogni modo anche se adesso ti senti "costretto" ad essere solo freddo e distaccato (cosi come prima non potevi fare a meno di essere troppo emotivo) quando integrerai le due cose scoprirai di avere assai più possibilità di prima.

Ultima modifica di Kael : 15-07-2008 alle ore 22.53.51.
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Vecchio 15-07-2008, 23.44.32   #6
Ray
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Concordo con Kael. Provo però a guardare la cosa partendo da un altro punto.

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Capisco.
Si Stella, non mi piace, perchè ad esempio per le attività artistiche che svolgo, è importante il sentimento, il che significa anche rappresentare una sofferenza che non è propria. Oggi ad esempio la mia maestra di canto mi ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere: " Canti una canzone d'amore, ma sembra che non te ne freghi nulla se ti ha lasciato".
La meastra di canto ti ha detto questo perchè tu sai già cantare la canzone. Ma mettiamo che tu debba appena impararla, che tu sia qualche passo prima di questo momento. Cosa ti direbbe la maestra? Non si occuperebbe tanto dell'espressione del sentimento, ma si preoccuperebbe della tecnica. Correggerebbe i tuoi errori, ti darebbe consigli su come affrontare questo o quel passaggio in cui nota delle tue difficoltà, ti spiegherebbe come fare. Solo dopo, ottenuta una capacità sufficiente a fare, ti direbbe (come ti ha detto) di metterci i sentimenti.
Se fosse un disegno, ti direbbe prima di fare i contorni e poi di colorare (colore=sentimento)... ma prima di dirti che i tuoi colori sono smorti, si preoccuperebbe del bianco e nero.

Per il cammino spirituale è lo stesso. Un iniziale periodo di parziale chiusura aiuta e, anche se questo punto della mia opinione a molti non piacerà, è buon segno. Perchè permette di farsi diciamo un'idea di alcuni obiettivi da raggiungere, permette un buon bianco e nero prima di iniziare a colorare... che altrimenti rischi di fare casino coi colori, per non dire che, a volte, ti possono impedire un bel disegno o mettere in evidenza dei suoi difetti rendendoli impossibili poi, o molto difficili, da correggere.
Il rischio è di scambiare il bianco e nero per il disegno finito... di dimenticarsi che ci sono i colori... ma tanto, quando è il momento, ci inciampi sopra un barattolo e si versa...

Chiaramente non per tutti vale questa cosa, però a mio avviso per molti, molti di più di quanto alla maggioranza che si occupa di spiritualità piace pensare.

Molti, all'inizio del cammino, appena hanno qualche barlume ma non sono ancora strutturati, credono bene di "aprire" tutto... ne deriva spesso una confusione generale, nella migliore delle ipotesi. Invece un periodo di chiuso, che poi è sempre parziale, è diciamo un'attenuazione, permette un utilizzo migliore delle energie (ancora poche) disponibili e una strutturazione, seppure in piccolo, di una capacità che poi dovrà misurarsi con ben altro... insomma a volte per fare i piloti, qualche giro sul simulatore (che poi simulatore non è, si tratta solo di qualche sicurezza in più) non fa male.
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Vecchio 16-07-2008, 09.41.32   #7
Astral
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Si è come dici tu, la tecnica è perfetta o quasi, infatti si riferiva all'interpretrazione. Io ho fatto un esempio ma questo avviene per qualsiasi cosa artistica tipo il pianoforte oppure un disegno su photoshop. E ovviamente anche nella vita: Tutto organizzato, per uscire orario prenotato e luogo già scelto, senza il senso dell'avventura e dell'esplorazione magari.

Per quanto riguarda ciò che dice Kael, non sentire le emozioni è reprimere? Eppure non mi pare che quando dentro di me ci sono dei moti emotivi, cerco di respingerli facendo finta che non ci sono, a volte sembra proprio che non mi scompongo, non so se sono costretto o meno, rimane il fatto che mi meraviglio ( so che è un emozione pure questa).

In ogni caso un'altra considerazione è che mi manca il quando esprimerle, e uno dovrebbe cercare di portarle nel qui e nell'ora.
Prendiamo la rabbia, prima al primo sgarro mi sfogavo sempre, oggi farlo lo ritengo una debolezza e mi autocontrollo un po', però temo che questa energia magari potrebbe essere trasformata in determinazione e non farla sparire cosi.
In ogni caso avendo provato i due opposti, dovrei avere il vantaggio di ricondurli.




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Vecchio 17-07-2008, 00.39.29   #8
RedWitch
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Non so se possa servirti Astral, ma posso dirti che a me è successo qualcosa di molto simile , proprio nella stessa modalità che dici tu. Da "emotiva e sensibile" che viveva tutto attraverso le "emozioni" (scrivo tra virgolette perchè quello che ho scoperto dopo è stata una sorpresa... ) ad un certo punto mi sono ritrovata come... di ghiaccio. Ed era una sensazione che non sentivo mia, come se non mi appartenesse, ma non potevo farci niente. Era come se improvvisamente tutte quelle emozioni in cui mi identificavo pienamente (mi ritenevo molto sensibile), non ci fossero più. E al loro posto una specie di deserto interiore, e più cercavo e più non trovavo niente di simile a ciò che credevo di essere... e quella sensazione di freddezza non mi piaceva affatto, rivolevo i miei "picchi emotivi", rivolevo quella me stessa a cui ero abituata, non mi riconoscevo.

Poi ad un certo punto si è sciolto qualcosa, e in me è di nuovo cambiato tutto..

Le parole credo riducano molto queste "fasi" che si passano, si io credo che siano fasi in cui tutti bene o male passiamo se decidiamo di conoscere noi stessi.. fasi che sono necessarie ma che poi riservano delle sorprese , perchè le emozioni che si trovano dopo sono diverse da quelle a cui siamo abituati ... e ti auguro di trovarle presto

RedWitch non è connesso  
Vecchio 17-07-2008, 20.19.37   #9
Astral
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Grazie, spero che sia così, di riuscire a gestire al meglio le emozioni esprimendole al momento opportuno e dimorando nel distacco quando serve e nella lucidità che può dare una mente serena.

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Vecchio 18-07-2008, 11.56.31   #10
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Molti, all'inizio del cammino, appena hanno qualche barlume ma non sono ancora strutturati, credono bene di "aprire" tutto... ne deriva spesso una confusione generale, nella migliore delle ipotesi. Invece un periodo di chiuso, che poi è sempre parziale, è diciamo un'attenuazione, permette un utilizzo migliore delle energie (ancora poche) disponibili e una strutturazione, seppure in piccolo, di una capacità che poi dovrà misurarsi con ben altro... insomma a volte per fare i piloti, qualche giro sul simulatore (che poi simulatore non è, si tratta solo di qualche sicurezza in più) non fa male.

all'inizio ho detto..nooooo
ma poi quel "parziale" ha lavorato sotto.
E' vero, non so bene come gestirla in me questa cosa ma sento che anche questo è da fare.
Io alle volte ho desiderato di non provare nulla, mi è capitato solo una volta quando è morto il mio cagnolino, ne avevo 13 credo..per un lungo momento mi sono sentita fredda, asettica, vuota. Non riuscivo nemmeno a piangere.
Non è stato un bel momento ma onestamente non sò se sia meglio il gelo o il fuoco che brucia tutto o il fiume in piena delle lacrime...credo che quando potrò mi farò un giro nella discussione delle emozioni negative
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