Ermopoli
L'antica città della conoscenza
  
    
Torna indietro   Ermopoli > Forum > Giardino Filosofico > Esperienze

 
 
Strumenti discussione Cerca in questa discussione
Vecchio 01-10-2008, 12.06.31   #1
jezebelius
Organizza eventi
 
L'avatar di jezebelius
 
Data registrazione: 27-02-2005
Messaggi: 1,865
Predefinito Egoismo ed insensibilità

Approfitto per raccontare una cosa che ho visto o meglio che mi hanno fatto vedere più o meno totalmente.

Mi sono accorto insomma che quando c'è qualcosa che si mette sulla mia strada o anche solo un'azione fatta da altri od una situazione che cozza con quello che ho progettato/pensato in quel momento, mostro una parte cattiva di me.
Divento un egoista della miseria ed in questo egoismo ci sta pure l'insensibilità nei confronti di chi mi ( si ) " mette " davanti la sua necessità o urgenza o che altro.
Mi è capitato di vederla spesse volte sta cosa, questo comportamento ma non ci avevo mai posto la dovuta attenzione.
Ieri, per l'ennesima volta mi si è messa davanti una situazione per cui da quel che avevo pensato di fare ( per me ) è arrivata una richiesta di aiuto, non grave per intenderci ( ma anche qua ho usato il mio parametro in quanto una cosa grave per l'altro, per me, in quel caso, non lo era ).
Insomma, uno scombussolamento dei miei piani, anche fosse stato prendere un gelato.
Ora, anche se fisicamente non potevo dare, fornire aiuto, potevo fare ben poco, la richiesta c'è stata e probabilmente con la mia presenza avrei potuto dare sollievo. Non l'ho fatto!
Anche se sono andato mi sono comportato una chiavica ed il mio atteggiamento ( del tipo sta cosa da risolvere è semplice, quindi non hai bisogno del mio aiuto ) non era, e non è stato, per nulla costruttivo e di aiuto.

Mi fa pensare tutto ciò, perchè gia, in fondo, faccio una differenza tra " cose semplici " e " cose difficili" ( come se per tutti fosse obbligatorio fare questa differenza, senza pensare che ognuno ha il suo metro di valutazione; ad esempio una gomma a terra per uno che la sa cambiare e sa cosa fare quando accade potrebbe essere facile rispetto a chi non ha mai avuto questo tipo di incoveniente ).
Altra cosa che ho visto è che divento un carro armato, una specie di corazza ambulante della serie: " devo fare questo che ho pensato, nessuno può mettersi davanti, se lo fa lo travolgo e non è colpa mia: è lui che mi si è messo davanti!". Insensibilità appunto.

Ma la forte esperienza, sta nel fatto che nel mentre analizzavo questa cosa con chi me l'ha fatta notare, anche se non in questi termini, è stata la sensazione e la " visione" che ne è scaturita.
Ero al buio, parlavo al telefono, e d'un tratto è stato come gettare acqua sul fuoco. Non so come far passare questa cosa ma si avvicina, a chi ha visto l'esorcista, alla scena in cui si getta l'acqua sulla bambina che sbraita sul letto: inizia dimenarsi ed a sputare, si contorce.
Insomma una cosa non bella ( nel film ), ed io, addirittura, invece l'ho " sentita".
Ho sentito la parte " nera" che cercava di prendere il sopravvento, quella stessa parte che aveva condotto, e che conduce, le mia azioni quando " sono " un carro armato. Quella stessa parte che mi incitava a prendere in mano la situazione anziché stare li ad ascoltare, anche se costruttivamente forse, impassibile. Ancora adesso, comunque, calcia, sbaita, vuole uscire fuori...!

Probabilmente una volta vista, questa dinamica e tutto quello che ne è conseguenza, e dire dopo: " mi dispiace", non serve ( o serve? Secondo me si ).
Fatto è che mi rendo conto che probabilmente in quei momenti, c'è stato un'altro alla guida o forse io sono così e ancora non lo so.
Fatto è, ancora, che come è accaduto ho messo per l'ennesima volta me stesso davanti.

In questa situazione, ancora, ci vedo anche innanzitutto una foma di egoismo, si, ma pure una difficoltà ad indirizzarlo nel senso che approdo in una condizione estrema in cui l'essere determinato - cosa per cui non ho facoltà, in questo periodo ancora, a rendere palese ma in equilibrio senza essere in definitiva " drastico" - diviene una necessità.
Il farmi muovere dal pensare " Oggi ho pensato per me questa cosa e devo farla", non ha nulla a che vedere con l'essere determinato mi sa, anzi si evidenzia come una enorme difficoltà ad esserlo.
Un forzare insomma quello per cui dovrebbe venire spontaneo fare. Un egoismo male indirizzato che non è costruttivo ma distruttivo...
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
jezebelius non è connesso  
Vecchio 01-10-2008, 12.32.13   #2
Astral
Cittadino/a Emerito/a
 
L'avatar di Astral
 
Data registrazione: 01-08-2006
Residenza: Roma
Messaggi: 3,424
Predefinito

E' successo anche a me, sopratutto quando "devo" dare aiuto contro la mia volontà, ho passato un periodo in cui ho dovuto aiutare mio padre, ed uno in cui sto aiutando mia madre, mandando all'aria molti dei miei progetti e mi sono accorto che questa parte oscura, tanto per cambiare è una parte repressa che vuole uscire fuori, ed essendo messa nell'ombra(male) esce in modo cattivo, perchè non riusciamo a riconoscerla in modo buono.

Un 'po forse diamo troppa importanza personale ai nostri progetti, ed un altro po' aiutiamo senza contare che dobbiamo salvaguardare la nostra indipendenza e i nostri spazi,e sopratutto quando si convive con qualcuno questo resta molto difficile.

Quello che definisci tu, forse più che determinazione è rigidità.

In ogni caso ricollegandosi al topic del Dare per pretendere qualcosa ( come si chiamava?) a volte ci si sente egoisti, ma evidentemente in certi momenti uno non può proprio dare nulla, ed è meglio magari rendersi conto di questo.

A me succede quando per qualche motivo sono scarico e qualcuno mi chiede aiuto per poi rinfacciarmi: ah grazie, quando avevi bisogno tu, io ti ho aiutato.
Ma mi rendo conto che a volte prima uno ha bisogno di ricaricarsi nei propri spazi, e poi eventualmente è pronto a dare una mano.

Per ora comprendo questo, magari mi sfugge ancora qualche particolare di quello che hai scritto, se riesco poi a carpirlo ,aggiungerò qualcosa...

Astral non è connesso  
Vecchio 01-10-2008, 16.01.45   #3
RedWitch
Cittadino/a Emerito/a
 
L'avatar di RedWitch
 
Data registrazione: 20-12-2004
Messaggi: 3,537
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da jezebelius Visualizza messaggio
..............
Anche se sono andato mi sono comportato una chiavica ed il mio atteggiamento ( del tipo sta cosa da risolvere è semplice, quindi non hai bisogno del mio aiuto ) non era, e non è stato, per nulla costruttivo e di aiuto.
Di questa esperienza Jez a me è saltata agli occhi la frase che ho nerettato... "Anche se sono andato". Perchè ci sei andato se per te non era una cosa "importante"?
A volte, è meglio dire un no e poi sopportarne il peso (e la delusione dell'altro e tutto quel che ne consegue) piuttosto che dire un falso si, andare e farlo controvoglia, anche se quel "no" inizialmente fa sentire più egoisti, tutto sommato è più onesto per tutti.. Capisco che ci siano situazioni in cui dire no è difficile, ma se si dice sempre si e poi si cova.. la parte nera poi esige la sua razione e da lì non si scappa.. è come se reprimendo tutti i "no" non detti diventassero qualcosa di enorme e incontrollabile e da li musi lunghi e modi di fare non proprio simpatici..

Insomma, per quel che sto cercando di imparare sulla mia di pelle Jez, meglio un solo si e 5 no, ma che quell'unico si sia SI davvero, piuttosto che 6 "si" e nemmeno uno sincero fino in fondo.

RedWitch non è connesso  
Vecchio 01-10-2008, 22.15.27   #4
griselda
E' praticamente nato/a qui
 
L'avatar di griselda
 
Data registrazione: 07-01-2006
Messaggi: 8,029
Predefinito

Quando faccio qualcosa che non ho voglia di fare mentre la sto per fare o la sto facendo o anche dopo un po', mi sale un nervoso agli arti, un calore e una tensione tale che mi sembra di trasformarmi in Hulk che si strappa tutti i vestiti e poi fa quell'urlo. Immegine di me davvero orribile. Inoltre divento scostante e cattiva, in poche parole una vipera velenosa al che spesso mi sono chiesta se ne valeva la pena di dire di si e poi far del male peggio che se avessi detto di no.
Nonostante questo sono recidiva mi sento cattiva a dire di no poi però cattiva ci divento davvero quando mi trasformo nell'omone verde.
__________________
------------------------

ORDINE RITMO ARMONIA

Ultima modifica di griselda : 01-10-2008 alle ore 22.18.52. Motivo: ho corretto trasfomo con trasformo
griselda non è connesso  
Vecchio 18-10-2008, 00.20.33   #5
jezebelius
Organizza eventi
 
L'avatar di jezebelius
 
Data registrazione: 27-02-2005
Messaggi: 1,865
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da jezebelius Visualizza messaggio

Mi sono accorto insomma che quando c'è qualcosa che si mette sulla mia strada o anche solo un'azione fatta da altri od una situazione che cozza con quello che ho progettato/pensato in quel momento, mostro una parte cattiva di me.
Divento un egoista della miseria ed in questo egoismo ci sta pure l'insensibilità nei confronti di chi mi ( si ) " mette " davanti la sua necessità o urgenza o che altro.
Mi è capitato di vederla spesse volte sta cosa, questo comportamento ma non ci avevo mai posto la dovuta attenzione.
Ieri, per l'ennesima volta mi si è messa davanti una situazione per cui da quel che avevo pensato di fare ( per me ) è arrivata una richiesta di aiuto, non grave per intenderci ( ma anche qua ho usato il mio parametro in quanto una cosa grave per l'altro, per me, in quel caso, non lo era ).
Insomma, uno scombussolamento dei miei piani, anche fosse stato prendere un gelato.
Ora, anche se fisicamente non potevo dare, fornire aiuto, potevo fare ben poco, la richiesta c'è stata e probabilmente con la mia presenza avrei potuto dare sollievo. Non l'ho fatto!
Anche se sono andato mi sono comportato una chiavica ed il mio atteggiamento ( del tipo sta cosa da risolvere è semplice, quindi non hai bisogno del mio aiuto ) non era, e non è stato, per nulla costruttivo e di aiuto.

Mi fa pensare tutto ciò, perchè gia, in fondo, faccio una differenza tra " cose semplici " e " cose difficili" ( come se per tutti fosse obbligatorio fare questa differenza, senza pensare che ognuno ha il suo metro di valutazione; ad esempio una gomma a terra per uno che la sa cambiare e sa cosa fare quando accade potrebbe essere facile rispetto a chi non ha mai avuto questo tipo di incoveniente ).
Altra cosa che ho visto è che divento un carro armato, una specie di corazza ambulante della serie: " devo fare questo che ho pensato, nessuno può mettersi davanti, se lo fa lo travolgo e non è colpa mia: è lui che mi si è messo davanti!". Insensibilità appunto.
Forse posso riassumere in quel nerettato e sottolineato una buona parte di quel che ho portato come esperienza.
Insomma è la "richiesta" - da parte di altri - ed il chiedere o richiedere - da parte mia - che mi provoca, o almeno è una della cause, quell'atteggiamento.
Mettere su una corazza, ora l'ho ben presente il momento, all'atto della richiesta lo posso tradurre in un non dare effettivo.
La circostanza per cui, nell'occasione di cui sopra, avevo progettato di fare per me è solo un aspetto che probabilmente voleva comunicarmi altro. Ed in proposito mi sono accorto proprio in questi giorni come l'angoscia mi assale ogni volta che ho da chiedere qualcosa. Quella stessa angoscia che è partita nel momento in cui mi è stata fatta la richiesta.
E' molto probabile che la dinamica se pure al momento non l'ho ben chiara, porta con se qualcosa di altro, di più profondo. Cercando di analizzarla mi rendo conto, allora, che mi sono comportato allo stesso modo di come i miei genitori o anche qualcun altro col quale son venuto in contatto ha manifestato al momento di una probabile richiesta da parte mia.
Quelle facce, quelle sensazioni, quel modo di porsi hanno probabilmente influito ed inciso su di me e per questo si sono manifestate in quel momento; come sicuramente si son manifestate allo stesso modo ma in altre occasioni.

Sono certo che c'è ancora altro, come per esempio la convinzione di essere nel giusto al momento del rifiuto - anche se come detto ci sono andato, è come se mi fossi rifiutato di andare - e di stare facendo qualcosa per chi di me aveva bisogno: metterlo davanti alle sue responsabilità.
Ma ora mi rendo conto che non è stato quello un modo "sano" per incentivare un comportamento responsabile!
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
jezebelius non è connesso  
 


Strumenti discussione Cerca in questa discussione
Cerca in questa discussione:

Ricerca avanzata

Regole di scrittura
Tu non puoi inserire nuovi messaggi
Tu non puoi rispondere ai messaggi
Tu non puoi inviare files
Tu non puoi modificare i tuoi messaggi

Il codice vB è Attivato
Le faccine sono Attivato
Il codice [IMG] è Attivato
Il codice HTML è Disattivato
Vai al forum


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 18.33.49.




Powered by vBulletin Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Questo sito non è, nè può ritenersi assimilabile ad una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità, esclusivamente sulla base della disponibilità del materiale. Pertanto, non è un prodotto editoriale sottoposto alla disciplina della l. n. 62 del 2001. Il materiale pubblicato è sotto la responsabilità dei rispettivi autori, tutti i diritti sono di Ermopoli.it che incoraggia la diffusione dei contenuti, purchè siano rispettati i seguenti principi: sia citata la fonte, non sia alterato il contenuto e non siano usati a scopo di lucro. P.iva 02268700271