L’età quindi non conta. Non è sufficiente e comunque non basta.
Le impostazioni date in questi ultimi anni dalla magistratura, ossia di assicurare
comunque ai figli un contributo in danaro finchè non raggiungono l’autonomia economica "purchè ciò non dipenda da un atteggiamento di inerzia o ingiustificato rifiuto del lavoro2 hanno portato molti addetti ai lavori a definire
"prova diabolica" quella posta a carico del genitore che vuole porre fine al mantenimento.
Infatti, eccettuati i casi di un pessimo rendimento scolastico e quindi di un evidente inadeguato o nullo impegno profuso negli studi, casi di studenti "fuori corso" che frequentano l’Università a fatica, con poca voglia e pochissimi esami sul libretto, risulta senz’altro difficile se non impossibile per un genitore acquisire prove in tutti gli altri casi in cui un figlio "ci marcia" … quando ad esempio questi abbia rifiutato un’offerta di lavoro perché ritenuta non economicamente adeguata ( posto che difficilmente resta traccia di colloqui aziendali o delle relative proposte economiche ) o magari quando lo stesso riferisce di essere stato scartato dall’impresa senza altro motivo se non il suo mancato rientro nei profili aziendali…
Certo, come già detto, i giudici intervengono dove c'è disaccordo ed è innegabile che alla base delle esperienze affrontate ci sono storie di famiglie spesso in frantumi, con alle spalle separazioni e divorzi, battaglie legali combattute talvolta senza pudore alcuno sino all’ultimo centesimo in cui scopo finale è il denaro del genitore in un quadro di rapporti con i propri genitori che cambiano per paura che il tenore di vita scenda o che non sia più garantito.
Molte volte la separazione o il divorzio dei genitori diventa una scusa per avere di più, e così laurea, corsi di specializzazione, stage …non bastano perché molti sognano il vitalizio, una sorta di indennizzo per anni di litigi tra i genitori. Si sentono anche liberi di rifiutare lavori poco redditizi perché l’assegno rappresenta per loro l’ancora di salvezza , un sicuro riparo da scelte lavorative ritenute troppo spesso non all’altezza del loro curriculum.
In molti altri casi la richiesta di un figlio è un atto di giustizia nei confronti di padri che al primo impiego, spesso saltuario e mal pagato, pretendono l’immediata liberazione dagli impegni con il figlio maggiorenne, anche in presenza di lavoro in nero perché, dicono questi padri che si sentono tartassati, l’importante non è il lavoro, ma il guadagno e ciò sul presupposto che i tempi del lavoro fisso e garantito sono finiti …..
Distogliendo per un attimo i riflettori dalle famiglie di genitori separati o divorziati , qualcosa nella nostra società sembra effettivamente finito… certamente sono lontani i tempi in cui i giovani si sposavano presto e, volenti o nolenti, cercavano di realizzare la loro indipendenza economica assumendosi la loro responsabilità.
Oggi , di regola , le cose non stanno più così e l’ingresso del giovane nei ruoli adulti è molto dilazionato , si riscontra molto spesso una sorta di patologico prolungamento dello stato adolescenziale con un progressivo allungamento dei tempi in cui il figlio lascia la propria casa , magari ha già un lavoro , un legame affettivo ….ma resta in casa.
E di questa situazione di figli adulti ,talvolta ultratrentenni , ancora dipendenti dalle figure genitoriali, i maggiori responsabili sono padri e madri che hanno difficoltà a comprendere, come acutamente osservato da uno psicanalista, che è necessario spingere il figlio ad uscire di casa,
a cimentarsi con i lavori che si trovano e non con quelli che ( figli e genitori ) sognano, che per crescere ed acquistare la necessaria sicurezza in se stessi i giovani debbono imparare ad accudirsi, a gestirsi e a darsi un ordine, esperienze insostituibili in un processo di formazione della personalità. Cominciare a confrontarsi con quello che si trova è comunque senz’altro più autentico e vitale di quelle sonnacchiose attese di un lavoro prestigioso adeguato e consono agli studi o alle inclinazioni, magari tra coccole e sospiri di comprensione di papà mamme e fidanzate.