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Vecchio 21-12-2008, 20.12.54   #1
Uno
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Predefinito Preveggenza, implicazioni di etica spirituale

Se uno possiede o acquisisce il dono di conoscere il futuro si trova che per ogni più piccolo frangente in cui conoscendo come vanno le cose potrebbe cercare o riuscire a cambiare il corso degli eventi.
Questo però implicherebbe che cambiando delle variabili potrebbe cambiare il destino altrui oltre che il proprio ammesso che anche solo cambiare quest'ultimo sia giusto.
Eppure un minimo vantaggio si potrebbe ottenere anche senza cambiare la sostanza di nulla. Se io cambiando qualche piccolezza non cambio dove devo andare a finire io e neanche altri, ma magari velocizzo o rallento alcune cose potrei trarre (per me o per altri) beneficio da questo dono senza creare problemi.
D'altro canto (Edipo docet) se tentassi di cambiare tutto a mio comodo, in un modo o nell'altro tornerei sempre allo stesso punto... ma proviamo a pensare se tutti fossero in grado di conoscere il futuro... immaginate che razza di gabbia di matti (più di quello che è già) diventerebbe il mondo....
E' per questo che questo (come altri) dono è concesso solo a chi non cerca di approfittarne ma al limite usarlo, è per questo che i profeti non fanno mai profezie comprensibili prima che siano già accadute.....
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Vecchio 21-12-2008, 21.29.21   #2
stella
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E' per questo che questo (come altri) dono è concesso solo a chi non cerca di approfittarne ma al limite usarlo, è per questo che i profeti non fanno mai profezie comprensibili prima che siano già accadute.....
I profeti però davano la possibilità alle persone che si ravvedessero, o in qualche modo si preparassero a ciò che doveva avvenire.
Ma quasi sempre non venivano creduti, oppure proprio perchè venivano creduti venivano uccisi per essere messi a tacere, ossia per far tacere la coscienza.
Se esistono i profeti e le profezie vuol dire che in qualche modo possono servire, se la gente avesse ascoltato i profeti forse qualcosa sarebbe cambiato ???
Conoscere il futuro mentre gli altri non lo conoscono serve solo a mettere sull'avviso che qualsiasi cosa accada quello deve succedere, ma forse chi ne viene avvisato può predisporsi per affrontare quel che deve succedere un po' meglio che come se gli piovesse sulla testa all'improvviso...
Anche se sono convinta che se le cose non accadassero come erano state previste dal profeta, non si tratta di vera profezia...
Il profeta è semplicemente più avanti, ma non può fare nulla per cambiare le cose.
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Vecchio 22-12-2008, 01.21.28   #3
Ray
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Il profeta è semplicemente più avanti, ma non può fare nulla per cambiare le cose.
Non credo sia così. A che servirebbe il dono? Eppoi non sarebbe un dono, ma una maledizione.
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Vecchio 22-12-2008, 01.25.13   #4
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Eppure un minimo vantaggio si potrebbe ottenere anche senza cambiare la sostanza di nulla. Se io cambiando qualche piccolezza non cambio dove devo andare a finire io e neanche altri, ma magari velocizzo o rallento alcune cose potrei trarre (per me o per altri) beneficio da questo dono senza creare problemi.
Ma questo dono fa vedere anche i futuri possibili che si innescano a seconda dei cambiamenti? In tutte le diramazioni? Come è possibile essere certi di non aver cambiato la sostanza?

Poi mi viene una riflessione: se questo dono si presenta, chi ce l'ha si trova sia con la responsabilità di usarlo, sia con quella di non farlo. Credo che si trovi presto costretto a cercare il modo migliore di usarlo, o il modo meno peggio...
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Vecchio 22-12-2008, 15.19.18   #5
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Non credo sia così. A che servirebbe il dono? Eppoi non sarebbe un dono, ma una maledizione.

Sono venuta a questa conclusione perchè preveggenza significa vedere avanti e profezia dire avanti...
Ora io penso che essendo Dio Onnisciente, a chi dà questo dono è come se fosse trasportato avanti nel tempo, quindi vede e dice le cose che noialtri faremo o sceglieremo in tutta libertà.
Che vantaggio porta allora sentire una profezia, se non si può cambiare nulla ?
Io penso che il vantaggio sia nella riflessione che una singola persona può fare, e, come dice Uno, le profezie non sono mai del tutto comprensibili sino a quando non si sono avverate, ma quando questo accade, di fronte a una profezia che deve ancora verificarsi, il sapere che come quelle passate si verificherà puntualmente anche se non si sa bene il quando, spinge una persona a riflettere sul proprio modo di agire e, accettandola, eseguire quello che la profezia raccomanda, di solito tutte le profezie di carattere biblico vertono sul pentimento e sul convertirsi, dal punto di vista personale.
Come dice il proverbio, uomo avvisato mezzo salvato.
Ora, allargando il discorso, bisogna anche guardarsi dai falsi profeti quindi ci vuole un buon discernimento.
In definitiva io penso che le profezie che vertono su tutto il mondo in generale, possono cambiare una persona singola dal di dentro, è come se si avesse la possibilità di vedere il futuro e sapere di arrivarci comunque, ma seguendo il consiglio che porta con sè la profezia, scegliere la strada che si pensa più consona a se stessi.
Le profezie che portano solo a fatti futuri senza alcun consiglio comportamentale, vanno meditate per trarne comunque un insegnamento.

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Ma questo dono fa vedere anche i futuri possibili che si innescano a seconda dei cambiamenti? In tutte le diramazioni? Come è possibile essere certi di non aver cambiato la sostanza?
Non fa vedere tutti i futuri possibili ma quello che accadrà al verificarsi della profezia, nel caso di Gesù il profeta Isaia aveva già visto il fatto che avrebbero giocato a dadi le sue vesti, profezia che senz'altro i soldati romani non conoscevano non essendo ebrei...

Dal punto di vista di chi ha la preveggenza, penso che ci sia una forza dentro di lui che lo spinga a parlare o a scrivere, anche a costo della sua stessa vita.
Chi invece cerca il futuro guardando le stelle può trarre anche delle previsioni, ma secondo me questa è una cosa diversa dalla profezia, essendo la previsione più certa della profezia che è più nebulosa e a cui non si arriva con il semplice calcolo...
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Vecchio 22-12-2008, 19.03.10   #6
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.......... Se io cambiando qualche piccolezza non cambio dove devo andare a finire io e neanche altri, ma magari velocizzo o rallento alcune cose potrei trarre (per me o per altri) beneficio da questo dono senza creare problemi.
A me sfugge completamente il modo in cui si potrebbe cambiare qualche piccolezza ed essere certi di non creare nessun problema e poi questo sarebbe l'unico modo di usare questo dono per chi lo possiede o lo acquisisce?
Inoltre, come farei a sapere che quel che vedo a velocizzare/rallentare puo' portarmi (o portare ad altri) dei benefici, senza modificare il "risultato finale"? Credo che fosse anche solo per queste due cose, il portatore di un dono del genere sicuramente non potrebbe essere un dormiente, ma qualcuno con una Coscienza bella sveglia, in grado di valutare oggettivamente ogni singolo passo che potrebbe compiere per andare a modificare anche solo delle piccolezze..

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D'altro canto (Edipo docet) se tentassi di cambiare tutto a mio comodo, in un modo o nell'altro tornerei sempre allo stesso punto... ma proviamo a pensare se tutti fossero in grado di conoscere il futuro... immaginate che razza di gabbia di matti (più di quello che è già) diventerebbe il mondo....
E' per questo che questo (come altri) dono è concesso solo a chi non cerca di approfittarne ma al limite usarlo, è per questo che i profeti non fanno mai profezie comprensibili prima che siano già accadute.....
Ho provato ad immaginare uno scenario in cui ognuno fosse in grado di modificare in base alla visione del proprio futuro.. se questo fosse possibile, l'uomo proverebbe continuamente a cambiare cose della sua vita, fino al completo disastro Tempo fa avevo visto un film in cui un tizio poteva modificare con un telecomando certe cose della sua vita, alla fine ne perdeva ovviamente del tutto il controllo e il finale sarebbe stato un disastro se non fosse intervenuto qualcuno in grado di aiutarlo ... ecco io credo che un mondo dove ciascuno fosse in grado di cambiare le cose che non gli garbano del proprio futuro sarebbe un macello, la distruzione dell'essere umano, che cercherebbe di cambiare a suo vantaggio tante, troppe cose , senza alcun tipo di coscienza o controllo. Inimmaginabile.
Mi sono fatta l'idea che proprio per questo, le persone con un dono così grande siano poche e soprattutto che debbano essere in grado di gestirlo o di imparare il più in fretta possibile a farlo, mi piacerebbe capire come sarebbe possibile avere la certezza, pur andando a "toccare" qualcosa per velocizzare o rallentare certi processi, che il risultato finale non cambi...
O ancora, se questo dono viene concesso, un motivo ci deve essere, ma altrettanto credo che per l'uomo sia veramente troppo andare a modificare quello che dovrebbe essere il proprio o altrui futuro, un dono del genere implica una responsabilità grandissima verso sè stessi e verso gli altri, ma appunto , come diceva sopra Ray se di dono si tratta, e non di una maledizione, un modo per poterlo usare senza fare danni deve esserci..
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Vecchio 22-12-2008, 23.14.38   #7
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Se per assurdo avessi in dono la possibilità di conoscere il mio futuro perderei la possibilità di imparare dai miei errori.

Conoscere il proprio futuro implica che non arriverei mai a compiere quel futuro che oggi reputo una conclusione errata. Come una sorta di cortocircuito non avanzerei verso l'errore futuro e non avrei quindi la possibilità di esperire.

Se vedessi nel mio futuro un'evento bello compirei degli atti condizionati dalla conoscenza dei fatti prima che questi accadono.
Sarebbe difficile non lasciarsi condizionare, ad esempio se conoscessi in anticipo un'evento nefasto (un'incidente) farei di tutto per evitare che nel futuro quell'evento non avvenga.
Però il margine si assottiglia quando gli eventi futuri visti diventano opportunità da cogliere con la coscienza di oggi. Conoscere il futuro potrebbe portare alla corruzione dell'anima.

Se avessi il dono di vedere nel futuro e di non essere creduto (Mito di Cassandra) vivrei in uno stato di malessere continuo per il fatto che vedrei inesorabilmente compiersi eventi che già conosco senza poterli modificare.

Non vorrei questo dono, non sarei in grado di sopportarlo.
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Vecchio 25-12-2008, 22.56.49   #8
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Se uno possiede o acquisisce il dono di conoscere il futuro si trova che per ogni più piccolo frangente in cui conoscendo come vanno le cose potrebbe cercare o riuscire a cambiare il corso degli eventi.
Questo però implicherebbe che cambiando delle variabili potrebbe cambiare il destino altrui oltre che il proprio ammesso che anche solo cambiare quest'ultimo sia giusto.
Eppure un minimo vantaggio si potrebbe ottenere anche senza cambiare la sostanza di nulla. Se io cambiando qualche piccolezza non cambio dove devo andare a finire io e neanche altri, ma magari velocizzo o rallento alcune cose potrei trarre (per me o per altri) beneficio da questo dono senza creare problemi.
D'altro canto (Edipo docet) se tentassi di cambiare tutto a mio comodo, in un modo o nell'altro tornerei sempre allo stesso punto... ma proviamo a pensare se tutti fossero in grado di conoscere il futuro... immaginate che razza di gabbia di matti (più di quello che è già) diventerebbe il mondo....
E' per questo che questo (come altri) dono è concesso solo a chi non cerca di approfittarne ma al limite usarlo, è per questo che i profeti non fanno mai profezie comprensibili prima che siano già accadute.....
Io penso che gli uomini sono già predisposti a fare del male senza motivo figuriamoci se sapessero vedere nel futuro....
In ogni caso credo che questo dono venga concesso appunto quando si è in grado di mettere se stessi sempre da parte a favore di cosa è giusto fare. Se non vi è Saggezza non vi può essere dono e menomale.

Non capisco cosa intendi per sostanza l'esperienza che deve fare lo spirito in questa vita? A parte che non pensavo si potesse modificare, quindi non saprei proprio che dire.
Se si parla di spirito allora velocizzare o rallentare... ci penso.
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Vecchio 27-12-2008, 20.12.16   #9
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il dono della predizione o della profezia, cioè il predire il futuro, a parte non so se sia un dono..., secondo me non consiste nel modificare il futuro, troppe sono le variabili cui si andrebbe incontro e si andrebbe a collidere con il principio del libero arbitrio, la vita è la risultanza di tanti piccoli, infinitesimali eventi che continuamente modificano il percorso di ogni persona. il profeta predice il futuro con lo scopo di ammonire e avvertire, forse, per non farci trovare nel male, ma se prevede che ucciderò e non può fare niente per mutare gli eventi, a che serve predire?
io credo che chi abbia la capacità di vedere il futuro riesce a vedere il continuo presente dell'universo, sempre uguale a se stesso, immutabile ed eterno
ed ha forse raggiunto un grado di spiritualità più rarefatta, più alta rispetto a quella comune...siamo degli esseri imperfetti e limitati, vediamo solo le ombre riflesse nella caverna, l'immagine è imprecisa e la verità irraggiungibile.
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Vecchio 27-12-2008, 21.22.53   #10
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Prevedere o prevenire il futuro?
Non so se sia la stessa cosa.

Mi capita spesso di riflettere su questo "dono", mi capita a volte (ma solo in momenti di profondia neutralità, di quiete oserei dire) di immaginare una cosa o pensare a un fatto e accorgermi poi che questo si è verificato.
Ma capita spesso a tutti di pensare a qualcuno che un attimo dopo ci telefona no?...
Ecco, immagino che capo Uno si riferisca ad altro ma se come uomini siamo legati e vincolati e "gestiti" dalle nostre azioni meccaniche , se quello che facciamo lo facciamo solo perchè effetto o conseguenza di un certo altro meccanismo non è che sia poi così sconvolgente prevedere il futuro.

Mi spiego ( se ci riesco mi ubriaco) io ho iniziato a credere che queste fugaci previsioni del futuro non siano altro che molto probabili conseguenze di quanto fin'ora si è snodato nel nostro passato.
Insomma è come se per esperienza di vita la preveggenza sia una sorta di saggezza interiore che ci indica quale, più probabilmente, sarà l'azione successiva.
Il vero veggente è forse colui che vede lontano nel tempo ma temo che neanche questo lontano nel tempo sia qualcosa di profondamente mistico e inspiegabile.
Certo, non da tutti riconoscere un segno di un possibile futuro (altrimenti saremmo tutti un bel pò avanti) ma ho tolto un pò di polverina magica anche a questo mistero, ecco.

Si può provare a cambiare il fututo? E perchè no? Se ci sembra possibile..
Ho letto anni fà non sò più dove questo "vediamo solo il futiuro che ci è permesso di cambiare" che poi sia corretto o meno...non so.
Direi però che siamo comunque tutti inevitabilmente connessi, conoscenza del futuro o meno e che dipenda molto dalla propria sensibilità interiore (proprio quella che secondo me ci permette di sbirciare lontano)stabilire come muoversi o meno.
Cosa che io credo facciamo comunque, seppur in modo inconsapevole.

Di certo c'è che maggiormente si è consapevoli di quali scelte possiamo operare, maggiormente ne siamo responsabili...sempre lì si torna...responsabilità
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Vecchio 27-12-2008, 21.37.18   #11
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Ma questo dono fa vedere anche i futuri possibili che si innescano a seconda dei cambiamenti? In tutte le diramazioni? Come è possibile essere certi di non aver cambiato la sostanza?

Fa vedere le cose come stanno e come sono predisposte, la profezia non è infallibile al 100% anche se la meccanicità dell'uomo la rende praticamente infallibile.
Per cambiare la sostanza bisognerebbe che qualcuno che non è in grado di vedere il proprio futuro oltre i 5 minuti (magari pure meno in certi frangenti ) venga "aiutato" con una previsione certa... e che questo poi inneschi altri cambiamenti in altri etc...
Non è poi una cosa così facile... ma se tutti fossero in gradi di vedere il proprio futuro senza nessun limite la cosa potrebbe complicarsi.
Se ci pensate, su noi stessi e su quelli che conosciamo meglio abbiamo tutti un certo grado di preveggenza, anche se limitato soprattutto su cose su cui non siamo oggettivi.
Quote:

Poi mi viene una riflessione: se questo dono si presenta, chi ce l'ha si trova sia con la responsabilità di usarlo, sia con quella di non farlo. Credo che si trovi presto costretto a cercare il modo migliore di usarlo, o il modo meno peggio...
Sopra ho parlato di dono, ma dipende dai punti di vista come definirlo, è un dono perchè comunque ai massimi livelli occorre una connessione con il Tutto che è un dono oltre che il nostro Lavoro, d'altro canto in un certo senso è un stato d'essere, tanto più ci si conosce e di conseguenza si conosce l'altro, tanto più si vedono particolari che per tutti sono irrilevanti, portato all'estremo (società, natura etc...) la preveggenza diventa sostanziosa... anche se poi questi particolari non sono sempre razionalizzabili.
Quindi come stato d'essere sarebbe impossibile non usarlo completamente, è come dire (esempio laterale) ho gli occhi per vedere, ma vado via con gli occhi chiusi perchè in questo momento vivo dentro un istituto per ciechi, sarebbe innaturale.
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Vecchio 27-12-2008, 21.39.53   #12
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Prevedere o prevenire il futuro?
Non so se sia la stessa cosa.
prevedere equivale a vedere in anticipo fatti appartenenti al futuro
prevenire equivale a preavvertire un fatto, quasi te lo sentissi dentro, ma questo preavvertimento è cosa più reale, legata a sensazioni già provate, a sentimenti legati gli uni agli altri...

"prevedere" il futuro è una capacità che pochissimi hanno e spesso non sono creduti perchè è una capacità non riconosciuta scientificamente

diverso è dire :"-prevedo che domani piove"- sono nel campo delle ipotesi, non parlo di preveggenza, che è appunto la capacità di vedere accadimenti futuri, come accadranno realmente e che non possono essere cambiati altrimenti che preveggenza sarebbe?
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Vecchio 28-12-2008, 11.07.26   #13
nikelise
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Sopra ho parlato di dono, ma dipende dai punti di vista come definirlo, è un dono perchè comunque ai massimi livelli occorre una connessione con il Tutto che è un dono oltre che il nostro Lavoro, d'altro canto in un certo senso è un stato d'essere, tanto più ci si conosce e di conseguenza si conosce l'altro, tanto più si vedono particolari che per tutti sono irrilevanti, portato all'estremo (società, natura etc...) la preveggenza diventa sostanziosa... anche se poi questi particolari non sono sempre razionalizzabili.
Quindi come stato d'essere sarebbe impossibile non usarlo completamente, è come dire (esempio laterale) ho gli occhi per vedere, ma vado via con gli occhi chiusi perchè in questo momento vivo dentro un istituto per ciechi, sarebbe innaturale.
Messa cosi' perde il suo carattere misterioso e diventa una funzione accessibile a tutti ciascuno a suo modo .
Bisogna capire quando questo stato e' meno '' lucido '' cioe' si e' meno obbiettivi e capito questo o astenersi dal fare (per il momento) o farsi aiutare .
Ecco il significato del detto : nemo est profeta in patria .
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Vecchio 28-12-2008, 17.33.51   #14
Ray
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Sopra ho parlato di dono, ma dipende dai punti di vista come definirlo, è un dono perchè comunque ai massimi livelli occorre una connessione con il Tutto che è un dono oltre che il nostro Lavoro, d'altro canto in un certo senso è un stato d'essere, tanto più ci si conosce e di conseguenza si conosce l'altro, tanto più si vedono particolari che per tutti sono irrilevanti, portato all'estremo (società, natura etc...) la preveggenza diventa sostanziosa... anche se poi questi particolari non sono sempre razionalizzabili.
Quindi come stato d'essere sarebbe impossibile non usarlo completamente, è come dire (esempio laterale) ho gli occhi per vedere, ma vado via con gli occhi chiusi perchè in questo momento vivo dentro un istituto per ciechi, sarebbe innaturale.
Adesso è molto più chiaro, grazie. Comunque per uso non intendevo un decidere se percepire o meno, se sapere o meno, ma cosa farne di questo sapere.
Chi ha gli occhi in un mondo di ciechi ha lo stesso problema. Vede. Gli altri no. Può dire, può non dire, può dire in parte (si dice sempre in parte). Ma di volta in volta nessuna di queste può essere il miglior uso. Il titolo parla di etica della preveggenza.. effettivamente, riportando il discoso ad un livello più basso e da me gestibile, è come quando vedo il bimbo che allunga la mano verso il fuoco. Io vedo che si farà male e soffrirà. Lui non vede. Chiaramente quel che vedo è solo molto probabile e non certo, potrebecascare un meteorite in quel momento e nulla accadrebbe, ma le cose si sono messe in modo tale che quel che vedo quasi certamente si verificherà.
Intervengo o no? Che livello di intervento modificherebbe la sostanza delle cose? Metto sull'avviso solo se richiesto? Oppure avviso comunque e lascio poi che il bimbo (ognuno) faccia quel ce crede con l'avviso.
Oppure, come dici all'inizio, accelero un certo processo conoscitivo del bimbo, magari proteggendolo da conseguenze troppo gravi e, per esempio, gli dico che scotta, gli prendo la manina, gli facio toccare il fuoco quel tanto che basta a fargli provare la sensazione ma che non riporti danni gravi e poi gli dico "visto?"

Intendevi qualcosa del genere su altri livelli?
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Vecchio 28-12-2008, 17.46.41   #15
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Penso che come con i figli se sai che stà per capitare una certa cosa, specie se brutta, il primo istinto è intervenire ma alle volte i genitori non lo fanno pur sapendo che quella cosa finirà non nel modo migliore.
Credo che ci sia una sorta di vibrazione iinteriore che guida il genitore attento in certi momenti, escludo che dipenda solo ed esclusivamente dall'esperienza.
Se vedo cosa stà per accadere, se so cosa stà per succedere posso provare la sensazione che sia così (il maktub di Coelho) che dev'essere o la scossa che mi dice che non va bene...

Ma è solo una mia sensazione
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Vecchio 28-12-2008, 19.09.21   #16
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Intervengo o no? Che livello di intervento modificherebbe la sostanza delle cose? Metto sull'avviso solo se richiesto? Oppure avviso comunque e lascio poi che il bimbo (ognuno) faccia quel ce crede con l'avviso.
ammesso che la preveggenza sia un fatto reale mi spiegate, se potete, come si potrebbe influire sul divenire delle cose?
come si può parlare di preveggenza e in contemporanea porsi la domanda di cambiare o meno gli eventi?
il mito di cassandra è giusto e reale, nessuno, anche se sa che accadrà l'evento, può in alcun modo fermarlo, altrimenti saremmo capaci di modificare le vite di tutti, saremmo ai livelli della divinità?
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Vecchio 28-12-2008, 19.27.32   #17
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ammesso che la preveggenza sia un fatto reale mi spiegate, se potete, come si potrebbe influire sul divenire delle cose?
come si può parlare di preveggenza e in contemporanea porsi la domanda di cambiare o meno gli eventi?
il mito di cassandra è giusto e reale, nessuno, anche se sa che accadrà l'evento, può in alcun modo fermarlo, altrimenti saremmo capaci di modificare le vite di tutti, saremmo ai livelli della divinità?
UNO:
''Fa vedere le cose come stanno e come sono predisposte, la profezia non è infallibile al 100% anche se la meccanicità dell'uomo la rende praticamente infallibile''.
Non s'e' detto che si possono cambiare ma anticipare o rallentare .
Oppure si puo'mettere cosi': se prevedi che tizio per propria debolezza non sa tacere a quanto gli si chiede , tu puoi decidere di non raccontargli i fatti tuoi .
Questo e' prevedere e prevenire un evento futuro :cioe' che altri sappiano i fatti tuoi .
Prova ad immaginare se questa capacita' di prevedere e prevenire fosse estremamente sviluppata cosa si potrebbe fare .
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Vecchio 28-12-2008, 19.31.09   #18
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Sopra ho parlato di dono, ma dipende dai punti di vista come definirlo, è un dono perchè comunque ai massimi livelli occorre una connessione con il Tutto che è un dono oltre che il nostro Lavoro, d'altro canto in un certo senso è un stato d'essere, tanto più ci si conosce e di conseguenza si conosce l'altro, tanto più si vedono particolari che per tutti sono irrilevanti, portato all'estremo (società, natura etc...) la preveggenza diventa sostanziosa... anche se poi questi particolari non sono sempre razionalizzabili.
Quindi come stato d'essere sarebbe impossibile non usarlo completamente, è come dire (esempio laterale) ho gli occhi per vedere, ma vado via con gli occhi chiusi perchè in questo momento vivo dentro un istituto per ciechi, sarebbe innaturale.
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Adesso è molto più chiaro, grazie. Comunque per uso non intendevo un decidere se percepire o meno, se sapere o meno, ma cosa farne di questo sapere.
Chi ha gli occhi in un mondo di ciechi ha lo stesso problema. Vede. Gli altri no. Può dire, può non dire, può dire in parte (si dice sempre in parte). Ma di volta in volta nessuna di queste può essere il miglior uso. Il titolo parla di etica della preveggenza.. effettivamente, riportando il discoso ad un livello più basso e da me gestibile, è come quando vedo il bimbo che allunga la mano verso il fuoco. Io vedo che si farà male e soffrirà. Lui non vede. Chiaramente quel che vedo è solo molto probabile e non certo, potrebecascare un meteorite in quel momento e nulla accadrebbe, ma le cose si sono messe in modo tale che quel che vedo quasi certamente si verificherà.
Intervengo o no? Che livello di intervento modificherebbe la sostanza delle cose? Metto sull'avviso solo se richiesto? Oppure avviso comunque e lascio poi che il bimbo (ognuno) faccia quel ce crede con l'avviso.
Oppure, come dici all'inizio, accelero un certo processo conoscitivo del bimbo, magari proteggendolo da conseguenze troppo gravi e, per esempio, gli dico che scotta, gli prendo la manina, gli facio toccare il fuoco quel tanto che basta a fargli provare la sensazione ma che non riporti danni gravi e poi gli dico "visto?"

Intendevi qualcosa del genere su altri livelli?
Cerco di vedere se ho capito, casomai collegandomi anche alle domande che pone Ray.

Il fatto di essere connessi, ai massimi livelli, al Tutto, gia pone una sorta di Etica.
Questa c'è, esiste, in misura proporzionale al livello nel quale ci si trova. Per questo, forse, per gli uomini sarebbe un danno più che un dono riuscire a muoversi per cambiare il proprio futuro. Non lo farebbero in funzione di un cambiamento ( oserie dire reale ) ma soltanto in funzione, e nella presenza limitata, di quel che hanno visto per il proprio cammino, per il proprio futuro.
Insomma uno stato d'essere contrapposto a quello nel quale si versa " nel " Tutto.
Dunque, da ciò, più ci si conosce, più si conosce l'altro e per questo tutte le dinamiche che ne possono derivare su altri aspetti e livelli come la società ad esempio.
In questo stato d'essere quindi non è evitabile che si usi tale stato di connessione ma è evitabile che si utiizzi " tutto". Meglio, è possibile centellinare in funzione di quel che si vede - e per questo i comportamenti, le azioni, le parole, i consigli etc - e di cosa è " giusto " per chi ascolta e per questo dare piccoli indirizzi o indizi, se li vogliamo chiamare così, entro i quali il ricevente del messaggio, da parte di chi Vede, possa muoversi, lasciandogli però la facoltà di essere libero e totalmente non soggetto alla previsione.

Nel film " L'uomo Ragno", una frase di Ben Parker al nipote Peter : " Da un grande potere, derivano grandi responsabilità".
Sta ad indicare quindi che se c'è un potere bisogna sapere e riuscire a gestirlo e questo " sapere " e " riuscire" non fanno parte del potere ma vanno acquisiti, conquistati.
Insomma si deve essere conoscitori degli strumenti per gestire il fuoco poichè possedere il fuoco senza di essi è un danno.
Da ciò, a chi non possiede tali strumenti non potrà - il veggente in questo caso ma pure per altri soggetti su altri livelli - che fornirli implicitamente se non richiesti, poichè credo che esista anche un dovere dell'utilizzo, ed esplicitamente se richiesti ma soltanto - e non è poco - dovrà dosare il materiale in funzione di ciò che a lui - il ricevente - serve.
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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Vecchio 28-12-2008, 21.26.32   #19
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Comunque per uso non intendevo un decidere se percepire o meno, se sapere o meno, ma cosa farne di questo sapere.

Riprendendo l'esempio dell'essere l'unico a vedere in un istituto per ciechi, nel momento in cui vedo sarà una cosa naturale non andare a sbattere sui muri.
Quindi per me/verso di me, tutto ciò che viene naturale e non a svantaggio altrui è cosa buona, diverso sarebbe se giocassi a carte con dei ciechi e ne vedessi le loro carte approfittando del mio vantaggio
Quote:

Chi ha gli occhi in un mondo di ciechi ha lo stesso problema. Vede. Gli altri no. Può dire, può non dire, può dire in parte (si dice sempre in parte). Ma di volta in volta nessuna di queste può essere il miglior uso. Il titolo parla di etica della preveggenza.. effettivamente, riportando il discoso ad un livello più basso e da me gestibile, è come quando vedo il bimbo che allunga la mano verso il fuoco. Io vedo che si farà male e soffrirà. Lui non vede. Chiaramente quel che vedo è solo molto probabile e non certo, potrebecascare un meteorite in quel momento e nulla accadrebbe, ma le cose si sono messe in modo tale che quel che vedo quasi certamente si verificherà.
Intervengo o no? Che livello di intervento modificherebbe la sostanza delle cose? Metto sull'avviso solo se richiesto? Oppure avviso comunque e lascio poi che il bimbo (ognuno) faccia quel ce crede con l'avviso.
Oppure, come dici all'inizio, accelero un certo processo conoscitivo del bimbo, magari proteggendolo da conseguenze troppo gravi e, per esempio, gli dico che scotta, gli prendo la manina, gli facio toccare il fuoco quel tanto che basta a fargli provare la sensazione ma che non riporti danni gravi e poi gli dico "visto?"

Intendevi qualcosa del genere su altri livelli?
In alcuni casi prendere la mano di qualcuno e metterla su una piastra che si scalda gradulamente, in modo che questi possa toglierla prima di scottarsi è una buona cosa, in altri termini si chiama: scuola, istruzione etc... dipende dai livelli
Dalla parte del bambino si chiamano ap-prendimento.

invece di fronte a ciò che il destino mette di fronte la regola cavalleresca del male minore è sempre la migliore.
Inoltre sarebbe da distinguere se uno (come un figlio) sia sotto una nostra qualche forma di responsabilità oppure no, in entrambi i casi non si può con la forza impedire a tutti i costi un errore, ma nel primo caso si dovrebbe essere più costretti a seguire le evoluzioni di eventuali errori scaturiti da scelte sbagliate.
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Vecchio 29-12-2008, 00.40.15   #20
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ammesso che la preveggenza sia un fatto reale mi spiegate, se potete, come si potrebbe influire sul divenire delle cose?
come si può parlare di preveggenza e in contemporanea porsi la domanda di cambiare o meno gli eventi?
il mito di cassandra è giusto e reale, nessuno, anche se sa che accadrà l'evento, può in alcun modo fermarlo, altrimenti saremmo capaci di modificare le vite di tutti, saremmo ai livelli della divinità?
Ne abbiamo parlato in punti diversi del forum, non è un concetto troppo immediato per cui la domanda è più che pertinente.
Intanto ti consiglio di dare una letta a sincronicità, lo trovi come illuminazione di celestino, puoi trovare degli spunti.
Una profezia segue una sola linea delle infinite possibilità che si presentano agli uomini, segue quella che maggiormente si sta sviluppando, il problema è che l'uomo non decide e sceglie mai davvero per cui alla fine quella profezia si avvera per l'incapacità dell'essere umano di essere padrone di se stesso. Quando sentiamo parlare delle apparazioni (le nomino per fare un esempio) Maria dice: se non vi ravvedete, se non cambiate, accadrà questo e quello.... vuol dire che la possibilità che non accada c'è, dipende da come l'uomo sa scegliere.
Il futuro in pratica non è scritto, ma man mano che il tempo previsto dalla profezia si avvicina e nessuno fa nulla per cambiare qualcosa o gli eventi o la sola vita di un singolo la profezia diventa sempre più reale fino ad arrivare ad un punto in cui nessuno può più far nulla e la profezia è come se fosse legge, anche se io voglio credere che ci sia spazio di revoca anceh in quel caso.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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Vecchio 29-12-2008, 01.34.10   #21
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Una profezia segue una sola linea delle infinite possibilità che si presentano agli uomini, segue quella che maggiormente si sta sviluppando, il problema è che l'uomo non decide e sceglie mai davvero per cui alla fine quella profezia si avvera per l'incapacità dell'essere umano di essere padrone di se stesso. Quando sentiamo parlare delle apparazioni (le nomino per fare un esempio) Maria dice: se non vi ravvedete, se non cambiate, accadrà questo e quello.... vuol dire che la possibilità che non accada c'è, dipende da come l'uomo sa scegliere.
la prima parte del tuo ragionamento mi è chiara e mi piace, l'ho segnata in neretto, in quanto coincide con l'idea che ho delle infinite possibilità che le persone hanno di vivere, concatenate alle infinite possibilità di incroci con altri percorsi di vite...

dal contesto tuttavia si evince che la profezia non è preveggenza, è un ammonimento per non commettere errori, se farai come ti dico io profeta non avrai male...le apparizioni di maria sono avvertimenti non preveggenze, dunque, maria esorta gli esseri umani a comportarsi bene altrimenti incorreranno in disavventure gravi.
mi pareva di aver capito che si parlasse di preveggenza intesa nel senso di conoscere il futuro, tanto che il titolo suggerisce le implicazioni etiche sui comportamenti da tenere per il veggente: è giusto o no rivelare la verità?
perchè l'uomo non dovrebbe scegliere mai la strada giusta? perchè non è mai padrone di se stesso?
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Vecchio 29-12-2008, 12.27.27   #22
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In alcuni casi prendere la mano di qualcuno e metterla su una piastra che si scalda gradulamente, in modo che questi possa toglierla prima di scottarsi è una buona cosa, in altri termini si chiama: scuola, istruzione etc... dipende dai livelli
Dalla parte del bambino si chiamano ap-prendimento.
Io penso che in questo modo, con l'apprendimento, si può imparare senza scottarsi troppo, ma penso anche che fino a che non si fa l'esperienza personale che il fuoco brucia, cioè il provare sulla propria pelle senza un controllo che ci dice fino a che punto possiamo osare senza pericolo, l'apprendimento rimane solo teoria e non penetra nel nostro profondo trasformandoci....

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invece di fronte a ciò che il destino mette di fronte la regola cavalleresca del male minore è sempre la migliore.
Inoltre sarebbe da distinguere se uno (come un figlio) sia sotto una nostra qualche forma di responsabilità oppure no, in entrambi i casi non si può con la forza impedire a tutti i costi un errore, ma nel primo caso si dovrebbe essere più costretti a seguire le evoluzioni di eventuali errori scaturiti da scelte sbagliate.
Nel caso della profezia il profeta non è direttamente responsabile degli errori degli uomini, lo sarebbe se pur vedendo quello che accadrà tacesse, allora il verificarsi della profezia sarebbe in gran parte responsabilità sua....
Essendo che il profeta vede in un mondo di ciechi, è come se dicesse che continuando dritti su un certo percorso inevitabilmente si cadrà in un burrone. Se i ciechi cambiano percorso pur non vedendo, eviteranno il burrone, se poi la profezia riguarda cose positive e non solo negative, seguendo gli avvertimenti del profeta forse compiranno il percorso sani e salvi, in questo caso penso sia molto importante anche la fiducia o la fede, si dice anche in certi casi che la fede è cieca, e questo significa che se non si vede dove si sta andando è meglio fidarsi di chi ci vede, anche se meglio sarebbe fidarsi a ragion veduta, ma questo implicherebbe che non si sia del tutto ciechi....

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Una profezia segue una sola linea delle infinite possibilità che si presentano agli uomini, segue quella che maggiormente si sta sviluppando, il problema è che l'uomo non decide e sceglie mai davvero per cui alla fine quella profezia si avvera per l'incapacità dell'essere umano di essere padrone di se stesso. Quando sentiamo parlare delle apparazioni (le nomino per fare un esempio) Maria dice: se non vi ravvedete, se non cambiate, accadrà questo e quello.... vuol dire che la possibilità che non accada c'è, dipende da come l'uomo sa scegliere.
Nel caso delle apparizioni non è che i bambini vedono direttamente il futuro, vedono Maria che dà loro delle raccomandazioni, come fa una mamma coi propri figli... queste non sono profezie ma avvertimenti, non è un caso che Maria sia apparsa in luoghi diversi ma sempre prima che si scatenasse una guerra...
Se tutti avessero ascoltato il messaggio e si fossero messi a fare penitenza, a pregare e a perdonarsi, non ci sarebbe stato spazio per sentimenti ostili, ma avendo l'uomo il libero arbitrio va avanti per la sua strada quindi il vero responsabile dell'avverarsi di quello che era stato predetto è l'uomo, non il profeta o chi dà degli avvertimenti...
In questo caso sia Maria che i profeti vedono più in là del proprio naso, sanno già cosa contiene il cuore umano e sono stati mandati proprio per avvertire delle conseguenze senza togliere la libertà a nessuno.
Ma proprio perchè vedono dove noi possiamo solo immaginare o intuire, per gran parte le profezie si avverano perchè pochi sono disposti a modificare il proprio modo di vivere e di pensare, in primis quelli che hanno in mano i destini di tante persone...

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mi pareva di aver capito che si parlasse di preveggenza intesa nel senso di conoscere il futuro, tanto che il titolo suggerisce le implicazioni etiche sui comportamenti da tenere per il veggente: è giusto o no rivelare la verità?
perchè l'uomo non dovrebbe scegliere mai la strada giusta? perchè non è mai padrone di se stesso?
Io penso che è giusto rivelare la verità, altrimenti il profeta non effettuerebbe la sua missione, sulle altre domande me lo sto chiedendo anch'io, non so se l'uomo non sceglie mai la strada giusta perchè non è padrone di se stesso, oppure proprio perchè vuole essere l'unico padrone di se stesso vuole agire di testa sua, allontandandosi dalla volontà di Dio, con le consenguenze che sono continuamente sotto i nostri occhi, basta leggere qualsiasi libro di storia....
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Vecchio 29-12-2008, 13.11.24   #23
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Io penso che in questo modo, con l'apprendimento, si può imparare senza scottarsi troppo, ma penso anche che fino a che non si fa l'esperienza personale che il fuoco brucia, cioè il provare sulla propria pelle senza un controllo che ci dice fino a che punto possiamo osare senza pericolo, l'apprendimento rimane solo teoria e non penetra nel nostro profondo trasformandoci....


Teoria? Scusa se ti faccio sentire che la piastra si scalda fino a che arrivi al punto in cui non riesci più a tenerci la mano sopra è esperienza sulla propria pelle, l'unica cosa che cambia è che se appoggi la mano su una piastra già incandescente ti rovini la pelle in maniera tale che rimarrà ustionata e non più guaribile.
Comunque purtroppo non tutto può essere appreso così.
Quote:

Nel caso della profezia il profeta non è direttamente responsabile degli errori degli uomini, lo sarebbe se pur vedendo quello che accadrà tacesse, allora il verificarsi della profezia sarebbe in gran parte responsabilità sua....
Essendo che il profeta vede in un mondo di ciechi, è come se dicesse che continuando dritti su un certo percorso inevitabilmente si cadrà in un burrone. Se i ciechi cambiano percorso pur non vedendo, eviteranno il burrone, se poi la profezia riguarda cose positive e non solo negative, seguendo gli avvertimenti del profeta forse compiranno il percorso sani e salvi, in questo caso penso sia molto importante anche la fiducia o la fede, si dice anche in certi casi che la fede è cieca, e questo significa che se non si vede dove si sta andando è meglio fidarsi di chi ci vede, anche se meglio sarebbe fidarsi a ragion veduta, ma questo implicherebbe che non si sia del tutto ciechi....


Ne parlai in un vecchio 3D, non so se ricordi, la chiave è il bisogno, non se ne esce. Se sono cieco, se so di essere cieco, se so che posso trovare un burrone ad ogni passo e so che potrei caderci dentro, devo trovare qualcuno di cui fidarmi.
Oppure posso anche andare avanti a tentoni se ne ho il tempo.

Quote:


Nel caso delle apparizioni non è che i bambini vedono direttamente il futuro, vedono Maria che dà loro delle raccomandazioni, come fa una mamma coi propri figli... queste non sono profezie ma avvertimenti, non è un caso che Maria sia apparsa in luoghi diversi ma sempre prima che si scatenasse una guerra...
Se tutti avessero ascoltato il messaggio e si fossero messi a fare penitenza, a pregare e a perdonarsi, non ci sarebbe stato spazio per sentimenti ostili, ma avendo l'uomo il libero arbitrio va avanti per la sua strada quindi il vero responsabile dell'avverarsi di quello che era stato predetto è l'uomo, non il profeta o chi dà degli avvertimenti...
In questo caso sia Maria che i profeti vedono più in là del proprio naso, sanno già cosa contiene il cuore umano e sono stati mandati proprio per avvertire delle conseguenze senza togliere la libertà a nessuno.
Ma proprio perchè vedono dove noi possiamo solo immaginare o intuire, per gran parte le profezie si avverano perchè pochi sono disposti a modificare il proprio modo di vivere e di pensare, in primis quelli che hanno in mano i destini di tante persone...

Ma Maria (se ci si crede, se si ritiene il fenomeno valido etc...) fa delle profezie, dice che aspettano tempi duri, sofferenze etc....
Poi dice che si cambia noi le cose possono cambiare.

Ma provate a pensarci, cosa cambierebbe? Mica cambia tutto ciò che deve essere fatto, cambia il modo, magari se è necessaria un tot di sofferenza per una rinascita, se invece che una guerra, questa sofferenza viene messa a disposizione della società attraverso la penitenza etc... è la stessa cosa.

Questo per fare un esempio di come si può cambiare ciò che in realtà non può essere cambiato, è un esempio generico, infatti io non amo questo tipo di profezie, per quanto mi rendo conto che sono necessari per cercar di scuotere alcuni tipi di anime.

Esempi simili possono essere applicati anche per eventi positivi, potremmo avere un pranzo enorme a disposizione ed essere predisposti ad abbuffarci oppure mangiarlo con più calma nei giorni, gustandolo meglio (esempio banale, ma tanto per capirci)

Quote:

Io penso che è giusto rivelare la verità, altrimenti il profeta non effettuerebbe la sua missione, sulle altre domande me lo sto chiedendo anch'io, non so se l'uomo non sceglie mai la strada giusta perchè non è padrone di se stesso, oppure proprio perchè vuole essere l'unico padrone di se stesso vuole agire di testa sua, allontandandosi dalla volontà di Dio, con le consenguenze che sono continuamente sotto i nostri occhi, basta leggere qualsiasi libro di storia....
L'uomo a volte sceglie la strada giusta, non sempre, se no sarebbe perfetto invece è perfettibile
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Vecchio 29-12-2008, 15.16.58   #24
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Teoria? Scusa se ti faccio sentire che la piastra si scalda fino a che arrivi al punto in cui non riesci più a tenerci la mano sopra è esperienza sulla propria pelle, l'unica cosa che cambia è che se appoggi la mano su una piastra già incandescente ti rovini la pelle in maniera tale che rimarrà ustionata e non più guaribile.
Comunque purtroppo non tutto può essere appreso così.
L'insegnamento e l'apprendimento servono appunto ad evitare guai irreparabili, purtroppo ci sono molte persone che nonostante gli insegnamenti ricevuti vogliono fare esperienze dirette, per esempio ricordo bene che mio padre mi diceva sempre di non cominciare a fumare nemmeno per gioco, perchè poi è molto difficile uscirne, in questo caso non mi ha certo fatto fare delle prove graduali, (come avrebbe potuto ???), io però ho cominciato lo stesso, nonostante l'esempio e l'insegnamento ricevuto...provando su di me quanto aveva avuto ragione di avvisarmi.
Certo, questo è un esempio diverso, resta il fatto che una cosa appresa rimane dentro di noi e molto di più se viene accompagnata da una serie di esperienze fatte sotto controllo, questa è più di semplice teoria e se ce ne allontaniamo è a nostro rischio e pericolo....

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Ma Maria (se ci si crede, se si ritiene il fenomeno valido etc...) fa delle profezie, dice che aspettano tempi duri, sofferenze etc....
Poi dice che si cambia noi le cose possono cambiare.
Ma provate a pensarci, cosa cambierebbe? Mica cambia tutto ciò che deve essere fatto, cambia il modo, magari se è necessaria un tot di sofferenza per una rinascita, se invece che una guerra, questa sofferenza viene messa a disposizione della società attraverso la penitenza etc... è la stessa cosa.
Io penso che se è necessaria della sofferenza per una rinascita, e quasi sempre è così, cambia il modo nel senso che in una guerra si soffre perchè si viene coinvolti tutti volenti o nolenti, la penitenza invece è individuale e comporta un riesame interiore e una rinuncia a tutto ciò che porta a un certo stato di cose... porta a un digiuno che toglie da sè tante tossine e aiuta a vedere le cose essenziali.
Comunque sono convinta che le profezie e le predizioni vanno a toccare l'individualità di ciascuna persona che le ascolta, a partire dal fatto che ci creda o meno...


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L'uomo a volte sceglie la strada giusta, non sempre, se no sarebbe perfetto invece è perfettibile
Anche questo è vero, l'uomo per sua natura tende alla perfezione, fra tante strade che ha davanti può scegliere quella giusta, il guaio è che tante volte sceglie quella che sembra la più comoda e la più facile, che non sempre coincide con quella giusta.
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Vecchio 29-12-2008, 20.45.50   #25
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...............................
Ma provate a pensarci, cosa cambierebbe? Mica cambia tutto ciò che deve essere fatto, cambia il modo, magari se è necessaria un tot di sofferenza per una rinascita, se invece che una guerra, questa sofferenza viene messa a disposizione della società attraverso la penitenza etc... è la stessa cosa

Questo per fare un esempio di come si può cambiare ciò che in realtà non può essere cambiato, è un esempio generico, infatti io non amo questo tipo di profezie, per quanto mi rendo conto che sono necessari per cercar di scuotere alcuni tipi di anime.

Esempi simili possono essere applicati anche per eventi positivi, potremmo avere un pranzo enorme a disposizione ed essere predisposti ad abbuffarci oppure mangiarlo con più calma nei giorni, gustandolo meglio (esempio banale, ma tanto per capirci)
Questi due esempi rendono quel che intendevi qualche post sopra con "senza cambiare la sostanza di nulla"?
In linea di massima se trovo qualcuno di cui mi fido, tenendo presente che io sono cieca e questo qualcuno non lo è, posso affidarmi e tentare di cambiare me stessa anche per mezzo cose che in quel momento non vedo ma l'altro si...

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Originalmente inviato da Stella
................
Anche questo è vero, l'uomo per sua natura tende alla perfezione, fra tante strade che ha davanti può scegliere quella giusta, il guaio è che tante volte sceglie quella che sembra la più comoda e la più facile, che non sempre coincide con quella giusta.
Io non vedo sinceramente che l'uomo tenda per natura alla perfezione, anzi se mai per potersi migliorare deve fare un bel lavoro su sè stesso, lavoro che credo proprio non sia esauribile in una vita.. voler passare per perfetti non è esserlo, e credo che se lo fossimo non saremmo vivi...
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