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Padre Sergio
 Padre Sergio
 - LEONE TOLSTOJ -

  Inviato da nikelise
  14-03-2009
Predefinito Padre Sergio

Ho riletto un grandissimo breve (60 pag circa) racconto del piu' grande psicologo della narrativa di sempre.
A mio parere , ma e' proprio una mia idea , Hesse nello scrivere Siddharta ha copiato alla grande da Leone Tolstoj. ma T. e' proprio grande!!!!!
Interessante la figura del monaco russo lo ''STAREC''.
Inizia cosi' :
'' Negli anni 40 a Pietroburgo accadde un fatto che stupi' tutti: un bellissimo Principe , comandante di uno squadrone di corazzieri del reggimento imperiale, destinato secondo l'opinione universale alla carica di aiutante di campo dell'imperatore e a una brillante carriera alla corte di Nicola 1 , un mese prima delle nozze con un'affascinante dama di corte , che godeva della particolare benevolenza dell'imperatrice diede le dimissioni , sciolse il suo legame con la fidanzata, cedette la sua piccola proprieta' alla sorella e parti' per un convento col proposito di farsi monaco.......

A chi e' interessato alla trasformazione al viaggio spirituale ecc. questo racconto poco conosciuto piacera' moltissimo .

Lo si trova in molte edizioni , la mia e' Garzanti , unito ad altri 2 racconti di grande valore: ''La sonata a Kreutzer '' e ''il diavolo ''.
Il primo un crudissimo spaccato del matrimonio ed il secondo una visione demoniaca dell'arte seduttiva della donna .
-----------------------

Compra su Webster Padre Sergio



  #1  
By griselda on 18-03-2009, 14.38.45
Predefinito

Da questo racconto i fratelli Taviani hanno liberamente tratto un film:
"Il sole anche di notte"
Rispondi citando
  #2  
By nikelise on 21-03-2009, 15.20.11
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Citazione:
Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Da questo racconto i fratelli Taviani hanno liberamente tratto un film:
"Il sole anche di notte"
Non conoscevo questo film grazie Gri.
Ho visto che il film e' ambientato nel Regno delle due Sicilie .
Una bella differenza credo .
La descrizione della bella , ricca e stramba nobile russa Makovkina che vuole sedurre Padre Sergio per scommessa e si fa abbandonare dagli amici di notte tutta impellicciata nell'inverno russo davanti alla casa d'eremita dello starec Sergio in mezzo al bosco ecc.
come l'avranno resa in provincia di Napoli?
Rispondi citando
  #3  
By griselda on 22-03-2009, 01.42.27
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Citazione:
Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Non conoscevo questo film grazie Gri.
Ho visto che il film e' ambientato nel Regno delle due Sicilie .
Una bella differenza credo .
La descrizione della bella , ricca e stramba nobile russa Makovkina che vuole sedurre Padre Sergio per scommessa e si fa abbandonare dagli amici di notte tutta impellicciata nell'inverno russo davanti alla casa d'eremita dello starec Sergio in mezzo al bosco ecc.
come l'avranno resa in provincia di Napoli?
Beh non so se sei d'accordo ma già è difficile trasporre un libro in film ed essere fedele all'autore, perchè ognuno vive soggettivamente ciò che legge. Di solito se ho letto il libro non vedo il film e se lo vedo difficilmente mi piace. Inoltre i fratelli Taviani o si amano o si detestano. Comunque il giudizio sul film della critica è stato favorevole magari però non avevano letto il libro.
Comunque al di là di tutte le battute credo che sia da vedere e poi soggettivamente ognuno può trarre le proprie conclusioni.
Rispondi citando
  #4  
By nikelise on 23-03-2009, 19.17.05
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Citazione:
Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Beh non so se sei d'accordo ma già è difficile trasporre un libro in film ed essere fedele all'autore, perchè ognuno vive soggettivamente ciò che legge. Di solito se ho letto il libro non vedo il film e se lo vedo difficilmente mi piace. Inoltre i fratelli Taviani o si amano o si detestano. Comunque il giudizio sul film della critica è stato favorevole magari però non avevano letto il libro.
Comunque al di là di tutte le battute credo che sia da vedere e poi soggettivamente ognuno può trarre le proprie conclusioni.

Hai letto il libro ? Ti e' piaciuto?
Rispondi citando
  #5  
By griselda on 23-03-2009, 20.33.20
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Citazione:
Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Hai letto il libro ? Ti e' piaciuto?
No purtroppo no, ho solo fatto una ricerca in rete come faccio sempre quando non conosco qualcosa. Ma appena posso, lo compro e lo leggo. Anzi ...ti devo un favore.
Rispondi citando
  #6  
By nikelise on 24-03-2009, 18.07.06
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Citazione:
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No purtroppo no, ho solo fatto una ricerca in rete come faccio sempre quando non conosco qualcosa. Ma appena posso, lo compro e lo leggo. Anzi ...ti devo un favore.
PSS. Gri un segreto :il libro raggiunge una tale intensita' che anche se era una rilettura mi sono commosso 3 volte! Non pianto ehh! solo commosso .
Ma non dirlo a nessuno!!
Rispondi citando
  #7  
By griselda on 25-03-2009, 20.23.42
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Citazione:
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PSS. Gri un segreto :il libro raggiunge una tale intensita' che anche se era una rilettura mi sono commosso 3 volte! Non pianto ehh! solo commosso .
Ma non dirlo a nessuno!!
Tranquillo rimane tra noi e il web
L'ho letto e devo dire che è molto bello. Ci sono vari spunti, sarebbe bello se anche qualun altro lo leggesse poi poterne parlare in forum aprendo un 3D.
Rispondi citando
  #8  
By nikelise on 26-03-2009, 23.25.53
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Vorrei provare a chiedervi se sono io che vedo analogie impressionanti tra Tolstoj e Hesse tra padre Sergio e Siddharta ;
vi copio la trama di Siddharta : la Makovkina o la figlia del mercante come Kamala , Vasudeva come Praskov'ia stessi ruoli ,stessa funzione nel racconto , (Padre Sergio pero' dovete leggerlo) :

Citazione:
Hermann Hesse pubblicò Siddharta nel 1922, ma il successo arrivò vent’anni dopo sulla scia del Premio Nobel conferito allo scrittore tedesco nel 1946.
Narra la vita del giovane indiano Siddharta, figlio di un ricco bramino, alla ricerca della sua strada nei modi più disparati. Siddharta aveva sin dall’infanzia seguito gli insegnamenti del padre; era studioso e rappresentava l’orgoglio dei suoi genitori; suscitava l’ammirazione di tutti e in particolare del suo inseparabile amico Govinda. Ma non trovava la sua felicità, non si sentiva soddisfatto di sé. Per queste ragioni decise di abbandonare la casa dei genitori e di andare a vivere, insieme a Govinda, con un gruppo di pensatori che viveva di molto poco, i Samana. Da loro imparò ogni cosa della loro dottrina. Dopo questa esperienza i due amici andarono a vedere il Buddha Gotama e a questa setta Govinda decise di aggregarsi. Siddharta, rimasto solo, continuava a non essere soddisfatto, pensò alla sua vita, a come l’aveva fino a quel momento vissuta giungendo a credere che quello che aveva cercato era sempre stato alla sua portata, ma forse non era stato in grado di coglierlo. Forse tutto ciò che era necessario era conoscere se stesso, imparare dal proprio io, dal proprio credo. Con questa sua nuova consapevolezza partì per la città dove conobbe la bella cortigiana Kamala. Decise di apprendere da lei l’amore e in quel contesto imparò a lavorare, ad arricchirsi e a spendere. Hesse, pur non utilizzando mai un aggettivo negativo per descrivere Kamala, ha lasciato però intuire il tipo di “mestiere” che questa svolgeva. Dopo diversi anni trascorsi con Kamala, Siddharta, avendo capito che stava conducendo una vita che non avrebbe voluto, scappò via. Ma Kamala aspettava un bambino che avrebbe chiamato come il padre Siddharta. Questi era ormai prigioniero dei rimorsi per lo stile di vita degli ultimi anni al punto da meditare il suicidio. Ma il caso o il destino fece si che Siddharta incontrasse il vecchio amico Govinda il quale inizialmente non lo riconobbe e credette di aiutare uno sconosciuto. Un incontro davvero significativo. Siddharta, avendo riacquistato nuova fiducia, cercò ancora una nuova strada da percorrere. Si fermò così sulle sponde del fiume presso il vecchio barcaiolo Vasudeva da cui imparò moltissimo, proprio là dove avrebbe voluto porre termine alla sua vita. Qui incontrò anche Kamala in viaggio alla ricerca del Buddha, accompagnata dal figlio. A causa del morso di un serpente Kamala morì lasciando il piccolo Siddharta alle cure del padre. Ma il giovane era ribelle, non aveva voglia di lavorare e di apprendere: era l’opposto del padre. Dopo alcuni anni suo figlio decise di andare via e a Siddharta non restò che lasciarlo andare. Comprese perciò anche la sofferenza che aveva inflitto ai suoi, quando da giovane aveva preso la medesima decisione. E si giunge alla conclusione del libro con il nuovo incontro tra Siddharta e Govinda ormai anziani e saggi che si raccontano le loro esperienze, le loro conoscenze e le loro filosofie.
E’ un libro adatto a chi si pone tante domande, a chi cerca risposte, a chi è alla ricerca di se stesso. Fondamentale per chi cerca il proprio stimolo a vivere pienamente, per chi vuole trovare la propria essenza e i propri valori.
Una grande lezione di vita.

Che ne dici Gri?
Accusiamo Hesse di Plagio?
Che ne pensi'
Rispondi citando
  #9  
By griselda on 27-03-2009, 10.34.21
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Citazione:
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Che ne dici Gri?
Accusiamo Hesse di Plagio?
Che ne pensi'
Si si si assolutamente: Plagio!.

E se invece entrambi e chissà chi altro, avessero attinto ad un "racconto" più antico? Addirittura tramandato dal tempo dei tempi?
Rispondi citando
  #10  
By nikelise on 27-03-2009, 13.15.44
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Citazione:
Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Si si si assolutamente: Plagio!.

E se invece entrambi e chissà chi altro, avessero attinto ad un "racconto" più antico? Addirittura tramandato dal tempo dei tempi?
Questo e' possibile secondo quello che mi piace dire spesso e cioe' che tutto e' stato gia' detto e scritto.
Quello che cambia e' come si scrivono le cose .
Il racconto deve aver richiamato ''ingombranti'' archetipi se mi ha commosso in piu' punti .
La figura di Praskov'ia e' proprio bella per come e' descritta .
Rispondi citando
  #11  
By griselda on 27-03-2009, 18.18.18
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Citazione:
Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Questo e' possibile secondo quello che mi piace dire spesso e cioe' che tutto e' stato gia' detto e scritto.
Quello che cambia e' come si scrivono le cose .
Il racconto deve aver richiamato ''ingombranti'' archetipi se mi ha commosso in piu' punti .
La figura di Praskov'ia e' proprio bella per come e' descritta .
Beh a seguito di quanto da te asserito quando parlavamo di archetipi penso che sia positivo aver visto quella commozione no?
La figura della Praskov'ia una donna che ha imparato dai propri errori, a me è piaciuta molto, dopo aver scoperto cosa non era andato nella sua vita e nel suo rapporto con il marito stava cercando di fare di tutto perchè questo non succedesse anche alla figlia e per questo cercava di fare da equilibrio in una coppia che da sola non avrebbe retto un momento. Con quel che sapeva fare: la musica, dare lezioni di piano per raccimolare i soldi con cui mantenere una intera famiglia. Il tutto fatto e vissuto con grande slancio.
Molto bello anche il pezzo in cui si osserva mentre sta cercando di lesinare su una elemosina, perchè avendo nel borsellino un unico pezzo grosso, in un attimo si riprende e da ciò che possiede, come ad arrendersi al destino.
Una grande umiltà di chi la sofferenza la ha vissuta profondamente e da cui ha saputo trarne il meglio per se e per gli altri, mi viene da dire sintetizzando che quando sparisce l'io nasce il noi.

Rispondi citando
  #12  
By nikelise on 27-03-2009, 19.01.53
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Citazione:
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Si si si assolutamente: Plagio!.

E se invece entrambi e chissà chi altro, avessero attinto ad un "racconto" più antico? Addirittura tramandato dal tempo dei tempi?

Pero' a pensar male ci si azzecca: Tolstoy precede di poco Hesse ed e' facile che abbia preso spunto da quel racconto che e' minore rispetto le altre grandi opere dello scrittore russo .
Insomma potevano non accorgersene pero' ci sono troppe cose simili .
Siddharta poi e' diventato la bandiera del 68' ...ma questo e' un altro discorso .
Rispondi citando
  #13  
By nikelise on 28-03-2009, 07.51.47
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Citazione:
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Beh a seguito di quanto da te asserito quando parlavamo di archetipi penso che sia positivo aver visto quella commozione no?
La figura della Praskov'ia una donna che ha imparato dai propri errori, a me è piaciuta molto, dopo aver scoperto cosa non era andato nella sua vita e nel suo rapporto con il marito stava cercando di fare di tutto perchè questo non succedesse anche alla figlia e per questo cercava di fare da equilibrio in una coppia che da sola non avrebbe retto un momento. Con quel che sapeva fare: la musica, dare lezioni di piano per raccimolare i soldi con cui mantenere una intera famiglia. Il tutto fatto e vissuto con grande slancio.
Molto bello anche il pezzo in cui si osserva mentre sta cercando di lesinare su una elemosina, perchè avendo nel borsellino un unico pezzo grosso, in un attimo si riprende e da ciò che possiede, come ad arrendersi al destino.
Una grande umiltà di chi la sofferenza la ha vissuta profondamente e da cui ha saputo trarne il meglio per se e per gli altri, mi viene da dire sintetizzando che quando sparisce l'io nasce il noi.

Si, i personaggi di vasudeva e praskov'ia insegnano la stessa cosa :
la verita' che sta nell'umilta' , nelle cose semplici , nell'annullamento di se',
in una vita dedicata a Dio attraverso quello che si fa per gli altri .
Al contrario Padre Sergio si era consumato in una vita dedicata al suo io pur se con opere dedicate agli altri ...da qui la sua crisi.
Questo capisce quando incontra la cugina Praskov'ia , questo dice Padre Sergio di se' .
Tutto in circa 60 pagine!!!!
Rispondi citando
  #14  
By griselda on 28-03-2009, 19.11.00
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Citazione:
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Si, i personaggi di vasudeva e praskov'ia insegnano la stessa cosa :
la verita' che sta nell'umilta' , nelle cose semplici , nell'annullamento di se',
in una vita dedicata a Dio attraverso quello che si fa per gli altri .
Al contrario Padre Sergio si era consumato in una vita dedicata al suo io pur se con opere dedicate agli altri ...da qui la sua crisi.
Questo capisce quando incontra la cugina Praskov'ia , questo dice Padre Sergio di se' .
Tutto in circa 60 pagine!!!!
A me di Padre Sergio impressiona il fatto che abbia cercato di resistere in tutti i modi alla sua ombra, il dubbio e la bramosia erano il suo tormento, per scacciare da se queste sue parti arriva persino a staccarsi un dito con l'accetta, pur di resistere alla tentazione, altro che cilicio.....alla fine esausto non riesce più a contenere l'ombra ed è lei che prende il soppravvento e mi dico menomale che quando prende l'ascia in mano, incontra qualcuno, altrimenti poteva andare anche peggio.
A quel punto sente che ha perso tutto ha perso le redini della sua vita si sente distrutto vorrebbe suicidarsi...ma non ce la fa...entra nella sua mente nei suoi ricordi sino a quando un angelo in sogno gli dice come risolvere il tutto.
Il bello è che è stato il peccato a renderlo umile mentre il suo essere perfetto lo rendeva superbo.
Si poche pagine in cui vi è molto più di quanto è scritto.
Rispondi citando
  #15  
By filoumenanike on 29-03-2009, 00.19.50
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Pero' a pensar male ci si azzecca: Tolstoy precede di poco Hesse ed e' facile che abbia preso spunto da quel racconto che e' minore rispetto le altre grandi opere dello scrittore russo .
Insomma potevano non accorgersene pero' ci sono troppe cose simili .
Siddharta poi e' diventato la bandiera del 68' ...ma questo e' un altro discorso .
Mi hai davvero incuriosita, lunedì cercherò di leggere Padre Sergio, a me Tolstoy piace molto ma non conoscevo questo scritto di 6o pagine

Finchè non lo leggerò non potrò dire se Hesse abbia copiato o meno lo scrittore russo, però azzardo che la trama doveva essere un mito-leggenda abbastanza noto ai tempi, bisognerebbe vedere chi ha espresso con maggiore efficacia il senso di ricerca, di spinta verso tutte le esperienze possibili per approdare poi alla pace della contemplazione!

Anche il libro di Hesse era poco conosciuto, solo grazie al 68 è diventato così famoso, non credo che hesse, comunque, abbia avuto l'intenzione di plagiare o meglio copiare l'autore russo, sperando che nessuno se ne accorgesse...forse non aveva bisogno di tali artifizi per essere famoso
Rispondi citando
  #16  
By nikelise on 29-03-2009, 07.23.55
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Citazione:
Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
A me di Padre Sergio impressiona il fatto che abbia cercato di resistere in tutti i modi alla sua ombra, il dubbio e la bramosia erano il suo tormento, per scacciare da se queste sue parti arriva persino a staccarsi un dito con l'accetta, pur di resistere alla tentazione, altro che cilicio.....alla fine esausto non riesce più a contenere l'ombra ed è lei che prende il soppravvento e mi dico menomale che quando prende l'ascia in mano, incontra qualcuno, altrimenti poteva andare anche peggio.
A quel punto sente che ha perso tutto ha perso le redini della sua vita si sente distrutto vorrebbe suicidarsi...ma non ce la fa...entra nella sua mente nei suoi ricordi sino a quando un angelo in sogno gli dice come risolvere il tutto.
Il bello è che è stato il peccato a renderlo umile mentre il suo essere perfetto lo rendeva superbo.
Si poche pagine in cui vi è molto più di quanto è scritto.
Posso correggerti? poche pagine scritte che rescono a contenere proprio tutto.
Infatti quello che e' impressionante di Tolstoy e' la scrittura diretta semplice immediata efficace sena fronzoli.
La capacita' di descrivere gli aspetti psicologici con chiarezza mai piu' riscontrata.
Io , dopo Tolstoy non sono piu' riuscito a leggere nulla per lungo tempo , tutti sembravano prolissi e poco interessanti al suo confronto .
Direi ancora meglio : inutilmente complicati .
Rispondi citando
  #17  
By griselda on 29-03-2009, 14.13.27
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Citazione:
Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Posso correggerti? poche pagine scritte che rescono a contenere proprio tutto.
Infatti quello che e' impressionante di Tolstoy e' la scrittura diretta semplice immediata efficace sena fronzoli.
La capacita' di descrivere gli aspetti psicologici con chiarezza mai piu' riscontrata.
Io , dopo Tolstoy non sono piu' riuscito a leggere nulla per lungo tempo , tutti sembravano prolissi e poco interessanti al suo confronto .
Direi ancora meglio : inutilmente complicati .
Non sono sicurissima ma credo che diciamo la stessa cosa, io addirittura gli autori prolissi non li leggo. ( non li reggo)
Ma al di là di questo penso che ci sia l'essenziale, perchè proviene dal di dentro dall'Essenza, non so come dire, ma è come se mancasse ( perchè non c'era non veniva usato) l'ego, come se non fosse stato scritto con quello e per quello.
Rispondi citando
  #18  
By nikelise on 29-03-2009, 16.20.48
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Non sono sicurissima ma credo che diciamo la stessa cosa, io addirittura gli autori prolissi non li leggo. ( non li reggo)
Ma al di là di questo penso che ci sia l'essenziale, perchè proviene dal di dentro dall'Essenza, non so come dire, ma è come se mancasse ( perchè non c'era non veniva usato) l'ego, come se non fosse stato scritto con quello e per quello.
HAI RAGIONE .
Non c'e' autocompiacimento , non c'e' altro che l'intenzione di descrivere un'esperienza interiore profondissima , la propria , perche' T. e' quasi sempre autobiografico .
Tutti gli scrittori lo sono un po' ma lui e' un grande e parla sempre delle sue cose grandi .
Bisogna leggere la sua vita all'inizio del volumetto Garzanti.
Ad esempio una tappa importante e' dopo la pubblicazione di Guerra e Pace ed il successo , l'esperienza chiamata '' l'orrore di Arzamas ''.
Un luogo, Arzamas , in cui si trovava di passaggio ma quella notte ebbe una morte spirituale , fu preso da un'angoscia spirituale senza limiti ( quella di Padre Sergio? )che lo porto' a respingere la vita sin li' condotta e da li' in poi la sua vita fu diversa , li' nacquero i germi della futuro tolstoysmo , la dottrina della ''non resistenza''( non resisterai al male con il male!!) che sara' fatta propria da Gandhi .
Ma anche il personaggio Levin di Anna karenina non e' altro che T. :un proprietario terriero illuminato che vuol fare le riforme agrarie , oppure Pierre in Guerra e Pace e' sempre T.

Interessante poi l'incoerenza o il doppio della personalita' di T. amante della famiglia ( ebbe decine di figli :14 ) ma libertino incontrollato ( si legga ''il Diavolo '' cioe' la donna cui non si resiste).
Poi ancora e' particolare il fatto che T. non eccelleva negli studi!
Basta cosi' non voglio annoiarvi e forse sono O.T.
Rispondi citando
  #19  
By nikelise on 29-03-2009, 17.50.22
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da filoumenanike Visualizza messaggio
Mi hai davvero incuriosita, lunedì cercherò di leggere Padre Sergio, a me Tolstoy piace molto ma non conoscevo questo scritto di 6o pagine

Finchè non lo leggerò non potrò dire se Hesse abbia copiato o meno lo scrittore russo, però azzardo che la trama doveva essere un mito-leggenda abbastanza noto ai tempi, bisognerebbe vedere chi ha espresso con maggiore efficacia il senso di ricerca, di spinta verso tutte le esperienze possibili per approdare poi alla pace della contemplazione!

Anche il libro di Hesse era poco conosciuto, solo grazie al 68 è diventato così famoso, non credo che hesse, comunque, abbia avuto l'intenzione di plagiare o meglio copiare l'autore russo, sperando che nessuno se ne accorgesse...forse non aveva bisogno di tali artifizi per essere famoso
Bene Filo attendo le tue impressioni!!
Rispondi citando
  #20  
By griselda on 01-04-2009, 22.12.40
Predefinito

Un po' di anni fa andai a vedere una bellissima mostra di opere d'arte a Palazzo Te a Mantova, ma non è di questo che volevo parlare, ma di un qualcosa che mi è tornato alla mente e che può esserci, forse, utile, per comprendere che non si tratta di plagio ma di viaggio o trasmissione di "Pensieri".
Durante la mostra avevo una bravissima guida che oltre ad illustrarmi i quadri spiegarmi tutto quello che sapeva mi disse una cosa che è quella che mi è tornata in mente ora:
A quei tempi, gli Artisti, fossero poeti, musici, o altro erano solito ritrovarsi proprio li dove "copiavano" il tal dipinto. (Difatti di molti dipinti sembra ci siano diverse versioni di autori diversi)
Non era plagio era l'unico modo, secondo me, di veicolare un messaggio che doveva rimanere per pochi e soprattutto durare nel tempo.
Rispondi citando
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