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Vecchio 23-04-2009, 12.13.41   #1
nikelise
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Nota di Uno ho spostato alcuni messaggi in questa nuova discussione


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Non è facile tradurre in parole povere, però immaginate di accatastare delle belle maglie colorate in un armadio. Le piegate con cura e le riponete una sopra l'altra ben ordinate. Per effetto del materiale coincidono perfettamente e si appoggiano una su l'altra nascondendosi a vicenda.
Poi per motivi diversi la pila può crollare, anche se dobbiamo immaginare un crollo che dura un istante. In quell'istante vediamo sia il mucchio che la singola maglia.
A livello quantistico funziona grosso modo nella stessa maniera, e il momento in cui da una pila che si distrugge se ne crea un'altra è un momento di coscienza.
Cos'e' in parole povere la quantistica?
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Vecchio 23-04-2009, 16.24.17   #2
Ray
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Cos'e' in parole povere la quantistica?
La meccanica quantistica, in parole poverissime, è una teoria fisica degli inizi del XX secolo che spiega o tenta di spiegare la fisica particellare... dato che quest'ultima, si è scoperto, è fortemente inspeigabile con la meccanica classica (newtoniana).
Essa introduce alcuni concetti nuovi e parecchio inusitati per il comune modo di pensare umano. Ad esempio che esistono dei sistemi che hanno, come loro quallità intrinseca, un certo livelllo di indeterminatezza. Il che produce il noto "l'osservatore modifica l'evento"... dato che i sistemi sono considerati sovrapposizioni di stati diversi e che quindi lle misurazioni danno risultati probabilistici.

La parola "quantistica" deriva da "quanto" che è considerata la più piccola quantità di energia scambiabile. Il che porta l'approccio fisico verso una fisica "dell'energia" (quantistica) da una fisica degli oggetti (classica).

Se ne può parlare alll'infinito... se poi passa LB lo fa sicuro, magari apriamo un tread.
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Vecchio 23-04-2009, 17.35.31   #3
Sole
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Il grosso problema è che a quelle tre persone esperte di fisica (ingegneri diversi per lo più) a cui ho chiesto cosa è la quantistica, mi hanno risposto che non è poi così semplice definirla, che comunque non essendo un campo dove ci sono certezze non è possibile darne una definizione certa a parte cosa studia e come lo fa.
Uno di loro mi ha addirittura detto: potresti chiederlo a quelle 3 persone al mondo che ci capiscono qualcosa e non sarebbe una risposta certa.
Potremmo provare a leggere o rileggere "il Tao della fisica" che per quanto vecchiotto mi è stato detto che come contenuti è ottimo, io l'ho letto ma non sono in grado di farne una critica oggettiva visto che non sono un fisico. Ovviamente poi vanno fatte delle ricerche per approfondire le nuove, poche, scoperte dagli anni 70 ad oggi ma chi lo ha letto pratico della materia ha detto che è un buon libro semplice per avviarsi a capirci qualcosa.
E poi posso dire che secondo ha un il giusto approccio e cioè fisico e spirituale.... se le due cose si riescono a far convivere qualcosa si dipana...

EDIT: c'è una discussione in giro, molto vecchia, sul principio di indeterminazione e la meccanica quantistica

Il Tao della Fisica
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Vecchio 23-04-2009, 23.53.53   #4
ellebi111
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La meccanica quantistica, in parole poverissime, è una teoria fisica degli inizi del XX secolo che spiega o tenta di spiegare la fisica particellare... dato che quest'ultima, si è scoperto, è fortemente inspeigabile con la meccanica classica (newtoniana).

Eccomi!!!

Ray ha ben spiegato perchè è nata, vediamo se riusciamo a capire cosa dice. Iniziamo a dire che è nata per cercare di capire come si muovono gli elettroni attorno al nucleo. Tutti (spero) sappiamo più o meno come è fatto un atomo. Abbiamo i protoni ed i neutroni al centro (nel nucleo) e gli elettroni (piccolissimi) che girano attorno ad essi vorticosamente. A questo punto normalmente tutti immaginano il sole con i pianeti attorno che girano. SBAGLIATO!

Qui sotto la traiettoria (probabilistica) degli elettroni in una molecola di acqua. io cerchi od ellissi attorno al nucleo proprio NOn ne vedo!
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Vecchio 24-04-2009, 00.16.07   #5
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Eccomi!!!

Ray ha ben spiegato perchè è nata, vediamo se riusciamo a capire cosa dice. Iniziamo a dire che è nata per cercare di capire come si muovono gli elettroni attorno al nucleo. Tutti (spero) sappiamo più o meno come è fatto un atomo. Abbiamo i protoni ed i neutroni al centro (nel nucleo) e gli elettroni (piccolissimi) che girano attorno ad essi vorticosamente. A questo punto normalmente tutti immaginano il sole con i pianeti attorno che girano. SBAGLIATO!

Qui sotto la traiettoria (probabilistica) degli elettroni in una molecola di acqua. io cerchi od ellissi attorno al nucleo proprio NOn ne vedo!

Ma pensa..anche io pensavo che gli elettroni girassero in orbite...l'ho anche letto per la verità ma in chimica, quando han cercato di spiegare come si distribuiscono gli elettroni...continua continua
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Vecchio 24-04-2009, 00.39.19   #6
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Ma cosa ha fatto arrivare all'idea che la fisica newtoniana non funzionava a livello subatomico? Penso che sia giusto fare assieme ai nostri scienziati un pò di strada, capendo perchè si sono stupiti.

Già agli inizi dell' 800 si era notato che lo spettro della luce solare rifratto in prismi di vario materiale creava delle linee che erano caratteristiche per ogni materiale e solo sue. Non si capiva però perchè esistessero.

Attonro al 1900 Max Plank iniziò degli studi sulle radiazioni emesse da materiale riscaldato. Qualunque materiale se riscaldato sufficientemente emette radiazioni, ovvero restituisce parte dell'energia che ha ricevuto. Egli con prove empiriche arrivo a definire che un materiale riceve e restituisce energia non in maniera continua ma a "pacchetti" che lui chiamò "quanti". Fece molte misurazioni ed arrivo a determinare la quantità di energia contenuta nel pacchetto. La formula dice che l'energia contenuta nel quanto è uguale alla frequenza della radiazione moltiplicata per una costante.

(la formula esatta è E=f*h dove h è la costante di plank 6.63 * 10E-34 Js)

Questa insignificante scoperta però va in contrasto con la fisica del moto newtoniano in cui dare e ricevere energia è una cosa che è CONTINUA. nessuno di noi ha un'auto che va a 20 all'ora e poi di colpo a 100, poi a 250 senza velocità intermedie e se scende di velocità ripassa solo dai 100 e dai 20 all'ora eppure nell'atomo "qualcosa" si comporta così!

Qui sotto l'immagine spettrografica della emissione del bario. Come potete vedere non è un arcobaleno continuo ma ci sono delle linee precise.
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Vecchio 24-04-2009, 01.32.51   #7
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Il termine atomo è di origine greca (lascio a Ray la parte etimologica) e significa indivisibile. Nell'antichità i filosofi si erano convinti che tutte le cose al mondo erano composte da atomi, ovvero piccole parti di materia aventi le caratteristiche del composto più grande e che ad ogni materiale corrispondesse un "atomo" specifico, indivisibile.

Rutheford dimostrò invece che l'atomo era una "palla" quasi vuota con un nucleo ed un qualcosa che gli girava attorno. egli assieme ai suoi studenti fece un esperimento molto semplice. bombardò una fogliolina di oro con particelle alfa (diciamo che gli puntò sopra una luce con maggiore energia) ed osservò come le particelle attraversavano la stessa. Già il fatto che la attraversassero era interessante.. implicava ci fosse "spazio" per passare ma notò anche che alcune di queste particelle venivano deviate, e molto. Il "molto" fece prevedere la presenza di un nucleo fortemente polarizzato con gli elettroni che giravano attorno per permettere un equilibrio elettrico. gli elettroni si conoscevano già per merito di altri esperimenti fatti da altri che per semplificare evito di menzionare

Qui sotto un disegno che spiega come rutheford spiegò gli strani "rimbalzi" nel sottile strato di oro
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Ultima modifica di ellebi111 : 24-04-2009 alle ore 01.35.08.
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Vecchio 24-04-2009, 02.23.58   #8
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Niels Bohr studiando i risultati del lavoro di Rutheford riuscì a costruire una teoria che spiegava finalmente come si potessero avere questi salti di energia.
Il suo modello spiegò perfettamente le caratteristiche dell'atomo di idrogeno, il più semplice contenedo un protone, un neutrone ed un elettrone. Egli ipotizzò che ci fosse un nucleo composto da protoni e neutroni e che gli elettroni non potessero essere a qualunque distranza dal nucleo ma che le distanze fossero fisse. Questo modello (molto semplice) è ancora in uso in chimica.

Il protone è positivo e l'elettrone è negativo e questa attrazione fra i due permette all'elettrone di rimanere in un'orbita vincolata al nucleo. l'energia dell'elettrone però è fissa e quindi gli permette di stare solo in una orbita (distanza) definita. Dando energia all'elettrone egli ne prende la quantità necessaria per passare ad un'altra orbita (più lontana dal nucleo) saltando da una all'altra senza sostare fra le due. Questa situazione è però instabile e l'elettrone tende a ritornare all'orbita più vicina al nucleo restituendo lo stesso quanto di energia che aveva preso per allontanarsi. La distanza fra queste orbite (ben più di 2) è fissa per ogni tipo di atomo, quasi una impronta digitale. Ecco finalmente una teoria quantistica dell'atomo!

La teoria ed i disegni assomigliano proprio ad un sistema solare ed in effetti tutti provarono ad usare le conoscenze della fisica, così ben collaudate. Fino all'atomo di idrogeno funzionava pure ma poi con atomi più complessi iniziarono i guai....

(to be continued...)
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Ultima modifica di ellebi111 : 24-04-2009 alle ore 02.55.32.
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Vecchio 25-04-2009, 00.38.54   #9
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Come avrete notato tutti gli esperimenti descritti nei post precedenti sono sempre stati fatti non osservando gli atomi ma le reazioni degli stessi a qualche evento esterno. Perchè?
Quando noi guardiamo un oggetto in realtà vediamo la luce che esso riflette verso di noi. L'oggetto viene colpito da miliardi di fotoni che rimbalzando sulla superficie arrivano ai nostri occhi. Abbiamo un grande dettaglio perchè l'oggetto viene colpito da tanti fotoni.

Nel periodo l'ottica era una scienza esatta ed esistevano tutte le formule per definire il comportamento della luce considerando essa fondamentalmente una funzione ondulatoria ovvero energia pura. Arthur Compton fece un esperimento che fece vacillare quelle teorie. Inviando un fascio di fotoni ad energia medio alta (raggi x) su un bersaglio scoprì che i fotoni in uscita avevano una frequenza più bassa di quelli in ingresso. Un cambio di frequenza significa una diminuzione di energia e l'unico modo per "perderla" è che la nostra onda per qualche ragione in quella occasione si comporti come un oggetto fisico, un corpuscolo che andando a sbattere contro gli elettroni contenuti negli atomi perda un pò della sua energia.Il primo risultato di questo eperimento è definire che i fotoni (la luce) ha comportamenti ondulatori (energia pura) ma anche corpuscolari. Il secondo risultato è capire che i fotoni e gli elettroni interagiscono, quindi un fotone all'interno di un atomo lo modifica ovvero modifica posizione e traiettoria degli elettroni al suo interno. Heisemberg descrisse il secondo effetto nel famoso principio di indeterminazione che dice "non si possono conoscere contemporaneamente posizione e velocità di un corpo con la precisione che si desidera". Vi è un limite naturale invalicabile a questa precisione indicato dalla costante di Planck.

Il principio di indeterminazione di Heisemberg è stato successivamente riempito di significati filosofici, ma alla fine dice solo che è impossibile lanciare delle bocce per capire dal rumore quando abbiamo colpito il boccino e sperare che dopo il boccino non si sia spostato!
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Vecchio 25-04-2009, 16.53.54   #10
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Veramente interessante, ma quello che mi dà da pensare è che osservando questi processi li modifichiamo....
Ma mi chiedo, altrove nell'universo la luce esiste, quindi esistono i fotoni, senza che nessuno li osservi, da quanto ne sappiamo, e allora dovrebbero comportarsi allo stesso modo...
Oppure è la luce stessa che illuminado altri oggetti innesca questo processo...
Scusa ma è difficile e mi piacerebbe capire meglio, queste cose mi hanno sempre affascinata e un'infarinatura ce l'avevo già avendo letto qualcosa per conto mio, ma ci sono sempre tante altre domande a cui si vorrebbe la risposta.

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Vecchio 26-04-2009, 15.44.05   #11
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Veramente interessante, ma quello che mi dà da pensare è che osservando questi processi li modifichiamo....

Oppure è la luce stessa che illuminado altri oggetti innesca questo processo...
QUALUNQUE particella od onda ad alta energia venga in contatto con un atomo lo modifica in qualche modo e questo rende ancora più difficile studiarlo visto che per farlo bisognerebbe eliminare queste "interferenze esterne" che certo non aiutano. Ecco perchè quasi tutti i centri ricerca sulle particelle subatomiche sono dentro gallerie scavate nelle montagne. In italia il più grande è sotto il gran sasso e sfrutta come schermatura le tonnellate di roccia tutto attorno. Lo stesso vale per il cern, il cui nuovo cicltrone è interamente sotterrato.

Nel periodo di Planck si osservò che prendendo un metallo e illuminandolo (semplifico come sempre) in certe situazioni emetteva elettroni, come se la luce li "strappasse via" (effetto fotoeletrico) ma si notò anche che la luce doveva avere una certa energia, sennò la cosa non succedeva. Lasciare il metallo esposto per molto tempo ad una quantità anche di poco inferiore di energia non faceva "sradicare" gli elettroni. Perchè? Fu Einstein nel 1905 (e per questo ricevette il nobel) a legare questo fatto ai quanti. Semplicemente gli elettroni fuoriescono se l'energia del fotone (o del quanto di energia se preferite) è uguale o superiore al "quanto" che a quell'elettrone serve per saltare fuori. Un quanto inferiore anche se ripetuto semplicemente non ha effetto sull'elettrone che rimane in orbita.

Dovete sapere che Planck stesso era molto dubbioso delle sue scoperte proprio perchè sconvolgevano il modo di pensare dellla scienza di quel tempo. Einstein utilizzando il quanto per spiegare effetti misurabili lo aiutò a convincersi della bontà della sua teoria.
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Vecchio 26-04-2009, 22.08.32   #12
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La prima legge della meccanica quantistica (il principio di indeterminazione) lascia senza fiato. Tutti gli scienziati sono sempre stati abituati a "misurare" , a sparare il proiettile e guardare la traiettoria. Tutto questo (con i mezzi oggi a disposizione) non è possibile.
Come fare per proseguire ad esplorare l'interno dell'atomo? Siccome non si può affermare nulla circa il moto dei corpi quantistici, per misurarne le proprietà dinamiche (posizione, velocità, energia ecc.) li dobbiamo fare interagire con oggetti classici (dicasi fotoni od altro) che seguono la meccanica classica e di cui, quindi, sappiamo "tutto". Tramite le modificazione di questi oggetti classici (detti "strumenti di misura") siamo così in grado di avere informazioni sugli oggetti quantistici.
Insomma, come Rutheford, come Compton ecc la via maestra per l'analisi dell'atomo rimane il bombardamento!
Questo dice il secondo principio della meccanica quantistica detto "Principio di corrispondenza"
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Vecchio 26-04-2009, 23.02.54   #13
Ray
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La prima legge della meccanica quantistica (il principio di indeterminazione) lascia senza fiato. Tutti gli scienziati sono sempre stati abituati a "misurare" , a sparare il proiettile e guardare la traiettoria. Tutto questo (con i mezzi oggi a disposizione) non è possibile.
Come fare per proseguire ad esplorare l'interno dell'atomo? Siccome non si può affermare nulla circa il moto dei corpi quantistici, per misurarne le proprietà dinamiche (posizione, velocità, energia ecc.) li dobbiamo fare interagire con oggetti classici (dicasi fotoni od altro) che seguono la meccanica classica e di cui, quindi, sappiamo "tutto". Tramite le modificazione di questi oggetti classici (detti "strumenti di misura") siamo così in grado di avere informazioni sugli oggetti quantistici.
Insomma, come Rutheford, come Compton ecc la via maestra per l'analisi dell'atomo rimane il bombardamento!
Questo dice il secondo principio della meccanica quantistica detto "Principio di corrispondenza"
Aspetta un attimo... questa parte, almeno per me, necessita di ulteriore chiarimento.

La questione per la quale devo utilizzare corpi classici come bombe per poter misurare corpi quantici... vuol dire che per misurare un pallone da basket gli devo tirare contro una montagna e poi guardare dov'è il buco nel monte, oppure che per misurare l'acqua ci devo tirare un paio di migliaia di bombe atomiche e vedere come sono deviate le esplosioni, o che?
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Vecchio 26-04-2009, 23.41.47   #14
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QUALUNQUE particella od onda ad alta energia venga in contatto con un atomo lo modifica in qualche modo e questo rende ancora più difficile studiarlo visto che per farlo bisognerebbe eliminare queste "interferenze esterne" che certo non aiutano. Ecco perchè quasi tutti i centri ricerca sulle particelle subatomiche sono dentro gallerie scavate nelle montagne. In italia il più grande è sotto il gran sasso e sfrutta come schermatura le tonnellate di roccia tutto attorno. Lo stesso vale per il cern, il cui nuovo cicltrone è interamente sotterrato.

Nel periodo di Planck si osservò che prendendo un metallo e illuminandolo (semplifico come sempre) in certe situazioni emetteva elettroni, come se la luce li "strappasse via" (effetto fotoeletrico) ma si notò anche che la luce doveva avere una certa energia, sennò la cosa non succedeva. Lasciare il metallo esposto per molto tempo ad una quantità anche di poco inferiore di energia non faceva "sradicare" gli elettroni. Perchè? Fu Einstein nel 1905 (e per questo ricevette il nobel) a legare questo fatto ai quanti. Semplicemente gli elettroni fuoriescono se l'energia del fotone (o del quanto di energia se preferite) è uguale o superiore al "quanto" che a quell'elettrone serve per saltare fuori. Un quanto inferiore anche se ripetuto semplicemente non ha effetto sull'elettrone che rimane in orbita.

Dovete sapere che Planck stesso era molto dubbioso delle sue scoperte proprio perchè sconvolgevano il modo di pensare dellla scienza di quel tempo. Einstein utilizzando il quanto per spiegare effetti misurabili lo aiutò a convincersi della bontà della sua teoria.

Ciao Ellebi, volevo chiederti una cosa ma se è una stupidata fa finta che non l'ho scritta

Se ho capito qualcosina per "togliere" un elettone dalla sua orbita (che magari non sarà ellittica ma sempre orbita è ) è necessario che il fotone che lo colpisce abbia la stessa energia...la stessa forza (posso pensare al quanto come a un'unità di misura come il gr o il mm?)

In pratica se c'è bisogno di uno schiaffo non capita nulla se gli si fa una carezza..

Ecco, magari non c'entra un cips, ma è per quello che molte reazioni chimiche avvengono in presenza di una fonte di calore? Dove il calore mi rappresenta il fotone che strappa gli elettroni per permettere nuove combinazioni?

grazie
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Vecchio 27-04-2009, 00.28.04   #15
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Se ho capito qualcosina per "togliere" un elettone dalla sua orbita (che magari non sarà ellittica ma sempre orbita è ) è necessario che il fotone che lo colpisce abbia la stessa energia...la stessa forza (posso pensare al quanto come a un'unità di misura come il gr o il mm?)
Diamo un nome a questa energia, chiamiamola Joule (se notate la costante di plank ha alla fine un bel J di joule) oppure elettronvolt (che vale 1.6*10-19 joule, vista la piccolezza degli elettroni è pù consona all'uso!) Il joule è la misura base dell'energia, anche il Watt è da lui derivato (1 W= 3600 j/sec) quindi... usiamolo!

Ci sono varie orbite concentriche (al di la della forma per semplificare possiamo continuare a definirle circolari) e l'elettrone può saltare di una ma anche più di una. Facciamo l'esempio del solito idrogeno. L'atomo "neutro" ha l'elettrone nella prima orbita. Dandogli una certa energia salta nella seconda orbita, ma se l'energia è sufficiente passa alla terza, alla quarta. In questo caso si parla di atomo eccitato. Se l'energia fosse così elevata da portare via l'elettrone quell'atomo si chiamerebbe ione. Il processo di ionizzazione è quindi quello che si fa portando via gli elettroni all'atomo. I raggi X (ed anche i beta e gamma) hanno fotoni molto potenti che quando colpiscono gli atomi li privano dei loro elettroni mandandoli lontano da essi. ecco perchè si dicono "radiazioni ionizzanti"

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In pratica se c'è bisogno di uno schiaffo non capita nulla se gli si fa una carezza..
NON è una questione di forma ma di energia. Prova a dare uno schiaffo alla chiglia di una portaerei e vedi se si sposta di più che con la carezza!!

Citazione:
è per quello che molte reazioni chimiche avvengono in presenza di una fonte di calore? Dove il calore mi rappresenta il fotone che strappa gli elettroni per permettere nuove combinazioni? grazie
In alcuni casi si, in altri è la reazione stessa che ne genera. Per esempio nel trattamento del petrolio alcune reazioni (al di la della distillazione) vengono aiutate proprio dal calore che rende più instabile la molecola permettendo di spezzarla e riformarla in altri modi (semmai quelli "aiutati da un catalizzatore")
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La questione per la quale devo utilizzare corpi classici come bombe per poter misurare corpi quantici... vuol dire che per misurare un pallone da basket gli devo tirare contro una montagna e poi guardare dov'è il buco nel monte, oppure che per misurare l'acqua ci devo tirare un paio di migliaia di bombe atomiche e vedere come sono deviate le esplosioni, o che?
Consideriamo l'elettrone come un pallone da basket ed a questo punto il protone come un oggetto 2000 volte più grande (una piccola mongolfiera ma "tosta come massa") e ricordiamo che il nostro pallone "ruota" a 100 m dalla mongolfiera. l'oggetto più piccolo che abbiamo per misurare è il fotone che è grande come... un pallone da basket ma che a differenza dell'elettrone può contenere tanta o poca energia, quindi al di la delle dimensioni potrebbe essere leggerissimo o di granito. Se è troppo leggero non arriva neanche al nostro pallone da basket se è troppo pesante semplicemente lo travolge e non ci dà indicazioni precise. Il ricercatore dovrà trovare l'energia giusta per non sconvolgere troppo questo nostro strano posto. Le probabilità che con un solo fotone si colpisca l'elettrone sono proprio poche, quindi il ricercatore dovrà lanciare tanti fotoni in modo da coprire tutte le parti del campo e poi vedere se qualche suo pallone quando esce dal campo stesso lo fa deviato in qualche modo. ecco il perchè del termine "bombardamento". Nel caso dello studio di alcune particelle invece si agisce in una maniera diversa... si prendono due mongolfiere (i nuclei) e si accellerano alla velocità della luce (quasi) e poi si fanno sbattere l'una contro l'altra, guardando il comportamento dei detriti. Questo è il principio del LHC, l'accelleratore di adroni (i protoni ed i neutroni) appena entrato in funzione al cern di ginevra. Come vedete anche in questo caso si crea caos e si vede come si comportano i.. cocci. Una curiosità, alcuni dei "cocci" vengono (verranno) rilevati nel laboratorio del gran sasso... immaginate che botta fanno le due mongolfierine quando si scontrano!
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So che NON è il thread adatto a questo (lascio ad Uno il compito di scegliere il luogo adatto) , ma voglio segnalare a tutti che il professor Stefen W. Hawking è dal 20 di questo mese in ospedale in gravi condizioni. Abbiamo parlato di lui nel thread sulla velocità della luce superata dalle radiazioni uscenti dai buchi neri. Ha lavorato soprattutto in cosmologia, portando le sue conoscenze teoriche a pochi millisecondi dopo il big bang. Su una sedia a rotelle dall'età di 21 anni ha scritto alcune delle sue teorie con un sistema che leggeva la posizione degli occhi, una delle ultime parti del corpo che riusciva a muovere. Il mio augurio ad una persona che al di la delle scoperte scientifiche ha dimosrato una volontà ed una energia fuori della norma. Con la speranza che il suo lavoro possa proseguire ancora per anni. Il link del suo sito, comunque facilmente trovabile, lo darò a chi lo richiede in privato, rispettando da buon cittadino le regole di questa meravigliosa città.
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Vecchio 27-04-2009, 17.04.42   #18
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Nel momento in cui si arrivò a formulare l'idea del fotone (ed anche dell'elettrone) onda e particella iniziarono ricerche sia sperimentali che matematiche per riportare gli stessi ad una delle due caratteristica, eliminando l'altra. I due filoni più importanti furono quelli di Erwin Schrödinger e di Eisemberg.
Il primo scoprì una equazione che permise e permette tutt'oggi di descrivere compiutamente le proprietà ondulatorie della materia.
Il secondo spiegò il comportamento dell'elettrone come massa corpuscolare in maniera STATISTICA. Tutti gli esperimenti fatti per avvalorare una o l'altra teoria diedero risultati positivi!!
Il problema del dualismo sembra in realtà non sussitere, il dualismo apparente è un problema di interpretazione: quando i fisici domandano alla luce se essa sia un'onda, la luce risponde di si, quando le chiedono se essa sia una particella, la luce risponde di si. Una soluzione definitiva la potrebbe fornire un esperimento che interroghi la luce su entrambe le questioni contemporaneamente, a tutt'oggi nessuno è riuscito a pensare un esperimento di questo tipo!
Comunque, alla fine nella formulazione finale detta "interpretazione di Copenaghen" si decise di inserire entrambe le formulazioni per poter descrivere compiutamente lo stato dell'elettrone in una situazione o nell'altra. Il risultato è la terza (ed ultima) legge
detta "Principio di sovrapposizione"
Un corpo (od un sistema di corpi) si può trovare contemporaneamente in più stati. Un corpo può cioè, per esempio, avere diversi valori di energia. Solo attraverso il processo di misura si determina un valore ben preciso.

In realtà NON significa che il corpo abbia veramente due o più stati diversi in contemporanea ma che non è possibile a monte sapere in quale è. Se prendo in considerazione una caratteristica del corpo (per esempio l'energia) e dico che può avere energia 1,2, 3 nel calcolo devo mettere tutte e 3 le energie con associata la probabilità che io trovi questa energia nel corpo misurato. Per sapere quale è l'energia associata uso un sistema statistico: faccio 100 misurazioni e così scopro che i corpi in energia 1 sono 20, in energia 2 sono 65 ed in energia 3 sono 15.
Ecco che nella descrizione del corpo devo mettere sotto la voce energia 1 20%, 2 65%, 3 15%. e quando faccio il calcolo devo USARE tutti e 3 i valori come se il corpo fosse contemporaneamente nei 3 stati, come questi fossero "sovrapposti" fra di loro. Ora abbiamo fatto l'esempio dell'energia, ma negli stati c'è anche che possa essere onda o corpuscolo.

Nella meccanica classica dicevo che un punto partiva da "A" per andare a "B" con energia "e", ora devo dire che il corpo parte da "A" con le tre energie percentualmente sovrapposte. Come fa ad arrivare sempre a "B"?
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Vecchio 27-04-2009, 20.01.00   #19
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Nella meccanica classica dicevo che un punto partiva da "A" per andare a "B" con energia "e", ora devo dire che il corpo parte da "A" con le tre energie percentualmente sovrapposte. Come fa ad arrivare sempre a "B"?
Secondo me B ci mette lo zampino.
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Vecchio 28-04-2009, 19.27.24   #20
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Secondo me B ci mette lo zampino.
In realtà è una domanda trabocchetto. Un movimento da "A" a "B" in meccanica quantistica non è pensato in termini di traiettoria ma è come se l'elettrone sparisse da "A" e riapparisse in"B" senza tempi intermedi e senza utilizzo di energia. Ovviamente l'energia "e" è quella possibile per quella orbita (che tanto orbita non è più visto che l'elettrone non la percorre ed infatti viene chiamata orbitale)
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Vecchio 28-04-2009, 22.20.42   #21
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In realtà è una domanda trabocchetto. Un movimento da "A" a "B" in meccanica quantistica non è pensato in termini di traiettoria ma è come se l'elettrone sparisse da "A" e riapparisse in"B" senza tempi intermedi e senza utilizzo di energia. Ovviamente l'energia "e" è quella possibile per quella orbita (che tanto orbita non è più visto che l'elettrone non la percorre ed infatti viene chiamata orbitale)
Lo dicevo io che B ci mette lo zampino... dato che solo in B poteva andare.
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