O voi ch'avete li 'ntelletti sani,
mirate la dottrina che s'asconde
sotto il velame de li versi strani.
(Inf, IX, 61-63)
Questi versi sono citati praticamente da tutti gli autori che si sono occupati dell'esoterismo dantesco a controprova di quanto affermano. In effetti suonano in modo molto chiaro. Dante fa riferimento alla presenza di una dottrina nascosta e invita a prestarvi attenzione. Su chi siano specificatamente gli “intelletti sani” è dedicato un intero capitolo di un bel libro recente di Carlo Signore, che citerò alla fine. Non mi dilungherò qui sulla questione, rimandando al forum un eventuale momento di approfondimento e mi limito a dire che, per quanto riguarda gli scopi di questo articoletto, Dante si riferisce ai Ricercatori. Sarebbe interessante anche soffermarsi sulla parola “mirate”, che può esser letta sia come ammirare che come prender la mira, ma riflessioni sull'uso che Dante fa delle parole possono essere foriere di interessanti intuizioni praticamente con qualsiasi verso. Quel che qui conta guardare un po' meglio è la dottrina.
Come si sa Dante era cristiano e in seno al cristianesimo scriveva. Tutta la Commedia è intrisa della dottrina cristiana, esposta e meditata ai massimi livelli filosofici e teologici. Tuttavia essa non è certo nascosta, e quindi non è specificatamente alla dottrina cristiana essoterica che Dante fa riferimento in questi versi.
Va anche detto che Dante è stato spesso accusato di paganesimo, per via di una tutta particolare mescolanza di elementi cristiani ed elementi provenienti da altre dottrine sacre, prevalentemente quella greca, presente in tutto il poema. Sono anche state accertate delle somiglianze non da poco con elementi della cultura araba e dell'esoterismo islamico in genere.
Questo però non deve far credere che Dante abbia preso a prestito elementi vari di culture sparse per produrre un qualche sincretismo o perlomeno una simbologia narrativamente efficace. Tutt'altro: egli semplicemente riporta la Dottrina Perenne, che veste della forma che gli è necessaria al suo scopo. Le somiglianze di espressioni e concetti con le altre culture mostrano solo l'unità dei principi di tutte le Tradizioni ortodosse, indipendentemente quale forma abbiano assunto per adattarsi a tempi e luoghi.
E' quindi questa Dottrina Universale che Dante invita a “mirare” e che conduce, attraverso i Mondi, alla sommità del Cielo.