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Vecchio 30-09-2010, 14.40.41   #1
Edera
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Nota di Uno: ho messo qui questo post fuori tema nell'altra discussione http://ermopoli.it/portale/showthread.php?p=90389

Citazione:
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Sarà che io vorrei mettere in riga tutti i figli viziati..
Il problema si estende... I figli possono mettere in riga i genitori???? Esempio... Se il padre è negligente e con la scusa di avere troppe cose da fare non bada alle multe stradali sopra il tavolo, è giusto che la figlia si preoccupi di regolare la questione(non a livello economico ma a livello pratico quindi telefonare, andare a pagarla ecc)? Fino a che punto è giusto sentirsi la responsabilità dei propri genitori?
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Vecchio 30-09-2010, 16.37.20   #2
Edera
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D' accordo grazie Uno.
E' un argomento al quale ho iniziato a pensare spesso, per esperienza diretta e per osservazione di fatti che ho avuto modo di vedere in giro.
Si parla spesso di come educare i figli, molto meno dei casi in cui quelli a dover essere educati sono i genitori e non di rado chi ci prova sono proprio i figli (quando sono in età)
Ma è sensato? O bisognerebbe lasciare, vista l'età che sia la vita coi suoi metodi ad occuparsene? Questo aprirebbe anche tutta una questione sulla reale capacità di un figlio di lasciare che il genitore sbagli e abbia le sue esperienze. Ci sono diversi fattori secondo me, uno è che in genere nella mente del figlio, il padre e la madre devono essere perfetti o comunque essendo coloro che lo ammonivano mentre era piccolo, devono in qualche modo rimanere coerenti all'immagine di coloro che correggono e in quest'immagine non sono contemplati sbagli. In questo caso probabilmente l'errore anche se visto viene messo sotto il tappeto.
Il secondo e mi riguarda da vicino, è proprio un atteggiamento prottettivo che vuole impedire al genitore di esperire dei problemi, della sofferenza o dei fastidi anche se sarebbero la leggittima conseguenza del loro comportamento... Un pò quello che si tende a fare coi bimbi piccoli..
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Vecchio 30-09-2010, 22.17.00   #3
gibbi
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A mio avviso il figlio non educa il genitore , come hai ben detto , lo protegge da fastidi e/o problemi , lo preserva dalle conseguenze delle sue malefatte , per l'educazione non c'è più spazio .
Credo però serva una precisazione strettamente connessa alle condizioni del genitore in età ...aiuto e/o sostituzione solo se i pasticci sono determinati dalla sua incapacità di provvedere causa la perdita di presenza ( anche parziale). In questo caso sono purtroppo come bambini e credo giusto proteggerli e sostenerli .
Diverso se la causa è solo distrazione o poca voglia di fare , pigrizia , abitudine a che altri ( figli in primis) comunque provvedano .....qui riterrei giusto lasciarli sbagliare anche se condivido la tua osservazione sul fatto che prendere atto della loro imperfezione per taluni figli può risultare doloroso .

Ultima modifica di gibbi : 30-09-2010 alle ore 22.23.41.
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Vecchio 01-10-2010, 09.42.05   #4
Edera
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Credo però serva una precisazione strettamente connessa alle condizioni del genitore in età ...aiuto e/o sostituzione solo se i pasticci sono determinati dalla sua incapacità di provvedere causa la perdita di presenza ( anche parziale). In questo caso sono purtroppo come bambini e credo giusto proteggerli e sostenerli .
.
Giusta precisazione. Credo sia un obbligo morale per qualsiasi uomo aiutare il genitore quando è incapace di provvedere a se stesso a causa di qualche malattia.
In questo caso però mi riferivo proprio ai vizi, alla pigrizia e agli stessi che guardacaso avevo trovato in me senza capire bene da dove venissero, gli stessi che ho lavorato e che sto lavorando.
Lasciando stare la sfera mia personale porto l'esempio della vicina di ombrellone di quest'anno. L'ho sentita raccontare allegramente a un'amica di aver telefonato al figlio appena diciottenne per farsi venire a prendere alle quattro del mattino davanti a una nota discoteca del luogo. Era uscita assieme al compagno e si erano srbonzati di brutto quindi non ce la facevano guidare.
Lo raccontava tutta allegra fra un gossip televisivo e l'altro. MA dai... Ok giudicare è pericoloso ma come si fa..
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Vecchio 01-10-2010, 12.41.27   #5
griselda
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Penso che se c'è predisposizione, ovvero un voler imparare dall'altra parte, non è mai troppo tardi anche se più in là si va con gli anni e più le cristallizzazioni sono quasi inamovibili, però...ma dare per scontato niente o per finito
Però come non ci si deve sostituire nel fare dei figli e invece dare loro gli strumenti così si deve fare anche con i genitori
Una trasmissione televisiva recitava: non è mai troppo tardi quindi si può provare senza dover per forza autodistruggersi o volere per forza (che poi è per noi che lo vogliamo e sarebbe interessante comprenderne i motivi ) che cambino insistendo dove non è aria


p.s. per il giudizio non credo che sia un giudizio vuoto eddai come si fa ? E il buon gusto il buon senso l'esempio??????
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Vecchio 01-10-2010, 13.36.01   #6
Grey Owl
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Proprio in questo periodo stò vivendo un momento triste che è collegato a questo 3d. In questo ultimo anno ho cercato di "mettere in riga" mia madre sul fatto che fuma troppo e che dovrebbe cercare di smettere.
E' un vizio che per più di 20 anni ho avuto pure io e so che non è facile smettere se non si è profondamente motivati. La triste notizia è che ora ha un focolaio serio e forse qualcosa di più, il dottore ha parlato di polmoni molto brutti.
Mia madre ha 76 anni e so già che non smetterà, la conosco bene e questo mi dispiace perchè fare la cosa giusta non è prerogativa di età anagrafica. I giochi sono fatti per quanto riguarda i suoi polmoni, quello che poteva essere evitato non è più evitabile, spreo solo che non sia troppo grave e che quella frase del dottore fosse un modo per convincere mia madre a smettere definitivamente.
Quello che noto è l'impossibilità di essere convincenti agli occhi dei nostri genitori.
Mia madre vedrà in me sempre suo figlio anche se oggi ho 44 anni e non sono più un ragazzino; lei mi vedrà con gli occhi di una madre che educa il proprio figlio e non come un'adulto da ascoltare.

Le bugie per fumare di nascosto, la tosse cronica e la forte sensazione di impotenza nel farla ravvedere. Mettere in riga mia madre mi pare un'impresa impossibile. Le sono vicino, questo lo posso fare, farla sentire bene quando sono con lei ed accettare che lei è una persona con tutti i suoi pregi ed i suoi limiti.



.

Ultima modifica di Grey Owl : 01-10-2010 alle ore 13.39.19.
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Vecchio 01-10-2010, 15.43.50   #7
Edera
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Citazione:
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Quello che noto è l'impossibilità di essere convincenti agli occhi dei nostri genitori.
Mia madre vedrà in me sempre suo figlio anche se oggi ho 44 anni e non sono più un ragazzino; lei mi vedrà con gli occhi di una madre che educa il proprio figlio e non come un'adulto da ascoltare.

Mettere in riga mia madre mi pare un'impresa impossibile. Le sono vicino, questo lo posso fare, farla sentire bene quando sono con lei ed accettare che lei è una persona con tutti i suoi pregi ed i suoi limiti.
Mi spiace per la mamma Grey.
Ho citato questo pezzo perchè mi sembra importante. Cioè l'incapacità dei genitori di imparare dai figli, il cristalizzarsi nella loro mente di quest'immagine ragazzina anche quando chi si ha davanti è adulto da un bel pò.
L'unica cosa che possiamo fare è appunto star loro vicini cercando di non giudicare anche se a volte è davvero difficile.
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Vecchio 01-10-2010, 15.47.46   #8
Edera
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[quote]che poi è per noi che lo vogliamo e sarebbe interessante comprenderne i motivi [ /quote]

Ho pensato a questo. Perchè si vorrebbe che i propri genitori fossero in grado di vedere i propri errori?
Certamente c'è una componente affettiva importante che vorrebbe semplicemente evitare loro delle rogne o del dolore.
E poi immagino sia anche la difficoltà di accettare questa loro immagine fallata, debole che cozza con quella di cui avremmo ancora bisogno e che forse non c'è mai stata.
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Vecchio 01-10-2010, 16.05.58   #9
Sole
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E poi immagino sia anche la difficoltà di accettare questa loro immagine fallata, debole che cozza con quella di cui avremmo ancora bisogno e che forse non c'è mai stata.
Fatta eccezione per i casi che riportava Gibbi, io non son d'accordo che i figli si adoperino per educare i genitori fino ad arrivare a fargli le cose o ad insistere perchè facciano o non facciano una cosa, soprattutto se ne conoscono le conseguenze, anche le più temibili (so che sto dicendo una cosa impopolare). Parlare, dire la propria, ragionare insieme si certo, ma arrivare a fargli le cose non lo trovo sano se non nessun genitore chiede il favore di farlo. Chiaramente sempre se parliamo di mala gestione di se stessi. Se si arriva a cosa gravi va valutato il caso.

Dietro ci potrebbero essere tante e tante meccaniche che non si può proprio generalizzare. Le prime più banali ed immediate che mi vengono in mente sono di non volersi distaccare dai genitori, altra quella di soddisfare il bisogno di sentirsi migliori o più adulti del genitore che magari abbiamo dovuto subire, altra quella di non soffrire noi stessi e quindi proteggerlo.

In ogni caso sono d'accordo con quello che ho quotato e che impedisce di distaccarci dai genitori.
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Vecchio 01-10-2010, 16.25.22   #10
diamantea
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Non c'è peggior sordo di che non vuol sentire, dice un proverbio.

Certo è che non ci si può sostituire alla consapevolezza dei nostri genitori. Grey se tua madre non vuol fare nulla per se stessa se non continuare a distruggersi come sta facendo non puoi fare molto.
E' triste vedere consumarsi giorno dopo giorno i nostri cari, possiamo insistere, cercare di convincere ma a volte è inutile, e di questo non bisogna farsene una colpa.

Sai, quando mio padre cominciò ad avere strani sintomi nel suo intestino, mio fratello cercò di convincerlo in tutti i modi a farsi ricoverare e fare accertamenti specifici. Ma mio padre era testa dura, presuntuoso, gli disse che lui che era medico doveva curarlo e fare la diagnosi. Ma mio fratello era solo un cardiologo, molto bravo ma senza il dono dei raggi X negli occhi.
Quando i dolori diventarono lancinanti si convinse ad essere portato in ospedale e farsi operare. Era già tardi, le metastasi lo avevo attaccato in due punti vitali, un anno e mezzo fu il suo tempo massimo.
Mio padre appena fu cosciente dopo l'intervento accusò mio fratello di ignoranza clinica. Gli disse che se fosse dipeso da lui lo avrebbe fatto morire. Doveva la sua vita esclusivamente al chirurgo capace di fare la giusta diagnosi.
Parole molto pesanti da sopportare per un figlio, che amava tanto suo padre, oltre che per un medico.
Mio fratello è un uomo introverso che non reagisce alle offese e lascia correre tutto ciò che proveniva da suo padre allora e ora da sua madre.
Però mio padre un seme corrosivo gli avrà instillato dentro, lo accusava ingiustamente di ignoranza clinica, di incuria, dovette ferirsi molto, sentirsi in colpa, perchè da quel giorno ha iniziato a studiare da ecografista.
Lui è già un ottimo ecocardiografista, è un medico ospedialiero, ma ad ogni eco dà alla fine uno "sguardo" agli organi più importanti, comprese carotidi e safene. Non gli importa di prendere un altro titolo di specializzazione, è già oberato di lavoro, ma vuole tentare la diagnosi precoce, e spesso è riuscito nel suo intento, allarmando il paziente su sospetti che seguiti da altri accertamenti gli davano conferma.
Credo che in ogni paziente veda suo padre che forse gli avrebbe potuto individuare segnali ecografici che potevano salvarlo se ne fosse stato capace allora come ora.
Quell'ultimo giorno di vita ha tentato l'impossibile per salvarlo, contro il parere dei colleghi, alla fine ho dovuto toglierglielo io il respiratore di mano, mio padre era già morto ma non si rassegnava, voleva resuscitarlo a tutti i costi, i suoi colleghi non avevano il coraggio di fermarlo.
Poi si mise da solo in un angolo con espressione di silenziosa sconfitta ed io gli offrì il mio abbraccio dove si sciolse in un lungo pianto.

Ti ringrazio Grey per avermi stimolato questa riflessione, non ero mai riuscita a compenetrarmi così tanto dentro il cuore di mio fratello che avrà sofferto molto in silenzio in questi anni.
Io gliene facevo una colpa per averlo tolto dal suo letto moribondo e farlo operare inutilmente. Ma lui credo non voleva essere accusato due volte di incuria, di lasciarlo morire senza aver lottato. Ed oggi più di prima lotta per tutte le persone che incontra. Ci sono persone che lo chiamano "Salvatore", ma lui nella sua eterna modestia dice sempre "ho fatto solo il mio dovere".
Sto provando molta commozione per lui, sciogliendo quel nodo di ostile rammarico che ho mantenuto per tutti questi anni nei suoi confronti per essersi accanito sul corpo morente di mio padre, non ho capito che voleva togliersi quell'accusa da dentro che lo sa solo lui quanto lo ha ferito, forse voleva riscattarsi moralmente davanti a mio padre nel fare di tutto per salvarlo anche se di colpa lui non ne ha mai avuta, ed oggi questo riscatto lo offre a tutti i pazienti che capitano con lui.
Un forte abbraccio a mio fratello, di vero cuore
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Ultima modifica di diamantea : 01-10-2010 alle ore 17.24.41.
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Vecchio 01-10-2010, 16.30.19   #11
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ma arrivare a fargli le cose non lo trovo sano se non nessun genitore chiede il favore di farlo. Chiaramente sempre se parliamo di mala gestione di se stessi.
Nel mio caso c'è una richiesta esplicita. Non è che mi sento più adulta di loro, lo sono e non solo io anche mia sorella minore lo è.
Non è sano nemmeno nel caso ci sia una richiesta esplicita, dovrebbero imparare a gestire se stessi in modo migliore, cosa che non posso insegnargli io.
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Vecchio 01-10-2010, 18.18.47   #12
RedWitch
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Mi trovo d'accordo con Gibbi e Sole, se non c'è reale bisogno, sostituirsi non fa bene a nessuno... credo che se un figlio vede qualcosa che il genitore non vede, il figlio puo' dirgli come fare (anche se sembra un controsenso), o come farebbe lui, ma oltre no. POi dipende anche se la cosa succede una volta sola e si decide per qualsiasi ragione di accontentare il genitore o se è sistematica...

Certo che finchè si vive in casa coi genitori è anche più difficile dire no davanti ad una richiesta esplicita, perchè in qualche modo la cosa coinvolge la famiglia intera..
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Vecchio 03-10-2010, 19.02.20   #13
Kael
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Si parla spesso di come educare i figli, molto meno dei casi in cui quelli a dover essere educati sono i genitori e non di rado chi ci prova sono proprio i figli (quando sono in età)
Molto spesso quando ormai il compito di educare un figlio è finito, il genitore continua suo malgrado a volergli far vedere il mondo come lo vede lui, imporgli le sue idee, spiegargli cosa è bene e cosa è male, etc.. senza ricordarsi che suo figlio è (o dovrebbe essere) una persona indipendente, con la sua testa, le sue idee, etc..
A mio avviso l'educazione finisce prima dei 18 anni, da qui in poi il figlio dovrà farsi le sue esperienze, belle o brutte, che nessun genitore potrebbe sostituire con delle parole o delle teorie.

Per questo anche al contrario sono delle stessa opinione. Se un figlio ormai cresciuto ha degli strumenti che il genitore non possiede è giusto e bello che li metta a sua disposizione, in fondo è il concetto stesso di famiglia quello dello scambio e aiuto reciproco...
Ma nel caso specifico delle multe non credo che un padre non sappia come si pagano, dove bisogna recarsi etc.., quindi pagarle al suo posto non vuol dire educarlo. Gli strumenti li ha già, solo che non li usa. In qualche modo, anche qui, non si accetta il modo di fare del padre, la sua visione della vita, e si cerca di renderla più consona alla nostra.

A volte è doloroso, e spesso in famiglia è più difficile rispettare la libertà degli altri che accettarne le responsabilità... Libertà che a mio avviso segna proprio il punto oltre il quale non è giusto spingersi.
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Vecchio 04-10-2010, 15.34.44   #14
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In qualche modo, anche qui, non si accetta il modo di fare del padre, la sua visione della vita, e si cerca di renderla più consona alla nostra.

.
Mi è difficile accettarla perchè mi è molto facile prevederne le conseguenze, conseguenze che spesso in vari pesi e misure ricadono su tutta la famiglia. Non riesco a stare immobile ma cerco di attivarmi per evitarle e qui sbaglio dovrei lasciare che le cose facciano il loro corso. Gioca molto anche il fatto che sono la più grande di quattro fratelli, l'unica dei quattro che lavora all'interno dell'attività familiare e che controlla tutta la parte 'amministrativa' della famiglia, mentre mio padre segue solo la parte produttiva.
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Vecchio 05-10-2010, 15.13.35   #15
griselda
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Mi è difficile accettarla perchè mi è molto facile prevederne le conseguenze, conseguenze che spesso in vari pesi e misure ricadono su tutta la famiglia. Non riesco a stare immobile ma cerco di attivarmi per evitarle e qui sbaglio dovrei lasciare che le cose facciano il loro corso. Gioca molto anche il fatto che sono la più grande di quattro fratelli, l'unica dei quattro che lavora all'interno dell'attività familiare e che controlla tutta la parte 'amministrativa' della famiglia, mentre mio padre segue solo la parte produttiva.
Non ho capito bene se avete deciso che tu ti dedichi alla parte amministrativa insieme o la cosa è caduta su di te per altri motivi tipo che te la sei presa o che ti ci sei trovata?
Perchè penso che la cosa cambia aspetto almeno secondo me.
Se tu ti sei presa l'incombenza o se te la affibbiano o se te la ritrovi e non sai neppure perchè.
Vivendo ancora in famiglia per il bene comune credo che si possa assumersi l'onere della parte amministrativa se si è i migliori a gestirla.
Penso che la cosa cambi se la si guarda sul soggettivo o sull'insieme. Non so
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Vecchio 05-10-2010, 16.08.06   #16
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Non ho capito bene se avete deciso che tu ti dedichi alla parte amministrativa insieme o la cosa è caduta su di te per altri motivi tipo che te la sei presa o che ti ci sei trovata?
Mi occupo della parte amministrativa perchè sono l'unica che lavora assieme al papà nell'azienda familiare. Quindi io gestisco banche, contabilità e lui invece segue la produzione. Ho scritto poco chiaro nel post precedente, rileggendolo mi sono accorta che sembra sia io a decidere come si spendono i soldi. Non è così, è mio padre che ha potere decisionale però diciamo che dietro ci sono io per la parte 'tecnica' e questo esserci fa in modo che mi senta a carico tutta la questione anche se si tratta di multe e non di lavoro. Come mi ci sono ritrovata è una storia abbastanza breve, appena finito il liceo ho lavorato un po' qua e un po' là, poi ho visto che nel 2002 mio padre si ostinava a mandare avanti un'azienda con più di qualche dipendente senza un ufficio, tenendo l'amministrazione dalle 8 alle 10 di sera un paio di volte la settimana assieme a un amico che lo aiutava (papà non sa cosa sia un pc). L'ufficio all'epoca consisteva in un fax per terra e miliardi di fogli sparsi in giro sul pavimento. Al che ho iniziato non senza resistenze da parte sua a mettere il compensato sul soffitto.. Nel frattempo con gli anni siamo riusciti a cambiare pure stabile e ora sono qui che tento di cavarmela
Ho imparato a lavorare chiedendo qua e là, tentando di immagazzinare le informazioni dal commercialista, dall'associazione artigiani al quale siamo iscritti insomma dagli enti con i quali devo avere a che fare. Credo sia questo il problema, fondamentalmente mi sono arrangiata come potevo e quindi ora come imprinting davanti a un'incombenza da sbrigare l'impulso è quello di sbrigarlo il più in fretta possibile senza badare a chi dovrebbe farlo.
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Vecchio 05-10-2010, 17.06.13   #17
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Edera, in quanlche modo hai tirato fuori capacità che forse non credevi di possedere. E tuo padre ti ha permesso di farlo. Mia madre non ha mai permesso a noi figli di occuparsi della sua attività commerciale chiudendola appena andò in pensione...
Tuttavia le incombenze burocratiche, come commercialista, bollette, versamenti ecc erano quasi tutte a carico di noi figli a turno. Anche oggi mia madre non sa nemmeno dove abita il commercialista, eppure amministra lei i suoi soldi.

A questo punto mi sembra di capire che ora le incombenze burocratiche sono diventate tante e vorresti una sistematicità più snellente del dover correre qua e là di continuo.
Tuo padre sarà vecchio stampo in cui i conti si facevo carta e penna e c'erano meno carte da sbrigare, forse non vuole adeguarsi ai tempi.
Probabilmente tuo padre non ha più la voglia o la capacità di stare appresso alle scadenze, file agli sportelli bancari o postali, vuoi per l'età, vuoi per la stanchezza, vuoi perchè tu sei più giovane, veloce e brava di lui.
Però il problema è tuo, ma in effetti cosa vorresti? Un aiuto perchè non ce la fai o per il principio che pure lui che farà meno sforzi di te ti sembra logico e automatico debba occuparsene lui?

Ad esempio dopo che è morto mio padre con mia madre, mai stata capace anche per pigrizia, ormai mi sono fatta io carico di tutti i pagamenti, versamenti e pratiche burocratiche di varia natura, mentre Tina si occupa essenzialmente del commercialista.
All'inizio mi pesava dover pensare anche alle sue cose, ma ora mi sono organizzata bene con le scadenze, faccio le mie cose e pure le sue.
Dei genitori, specie di una certa età, in qualche modo bisogna occuparsene se per varie ragioni non sono in grado di provvedere da soli.
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Vecchio 05-10-2010, 17.43.30   #18
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A questo punto mi sembra di capire che ora le incombenze burocratiche sono diventate tante e vorresti una sistematicità più snellente del dover correre qua e là di continuo.
Tuo padre sarà vecchio stampo in cui i conti si facevo carta e penna e c'erano meno carte da sbrigare, forse non vuole adeguarsi ai tempi.
.
Sì mio padre è vecchio stampo nemmeno volendo potrebbe occuparsi dell'on banking ad esempio. Non è questo il problema, ho scelto di mettermi in questa posizione anni fa e la porto avanti al meglio delle mie capacità. Il problema sta quando si passa il confine e lui lascia una multa da pagare sul tavolo fregandosene della scadenza, nonostante i miei ripetuti richiami. La multa scade, arriva la mora, mio padre si arrabbia , impreca e alla fine scarica su di me chiedendo di chiamare i carabinieri per vedere se si riesce a fare in altro modo. E' questo atteggiamento che vorrei cambiare (e non posso), estendibile anche ad altro, è questo che mi pesa anche solo per il fatto che poi le conseguenze emotive (vedi lui che si arrabbia e impreca in ufficio per una cosa di cui ha piena colpa)ricadono su di me. Quindi che fare? Anche se è sbagliato la sbrigo io, faccio prima e non arrivano nè more nè imprecazioni.
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Vecchio 05-10-2010, 19.08.40   #19
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Sai mio padre negli ultimi anni non pagava più nulla, buttava multe, altri pagamenti tipo spazzatura, bollo auto, inps ed altro di quelli che poi arrivano con le more.
Aveva un brutto carattere, ma credo che nemmeno ci stava più con la testa e noi non ci rendevamo conto dei pagamenti non effettuati perchè non vedevamo bollette.
Eppure i soldi li prendeva, ma poi li spendeva soprattutto per stampare poesie da distribuire in giro, ne abbiamo trovato a montagne. Era in pensione e non avendo altro da fare si è convinto di essere un poeta. Da un lato mi fa tenerezza ma dall'altro rabbia, ha fatto un bel danno economico.

Subito dopo la sua morte arrivarono con una cadenza periodica arretrati da pagare, con le more che per fortuna quelle intestate a lui non pagavamo ma quelle intestate a mia madre si. Per 5 anni ho pagato di tutto per svariate centinaia di euro, oltre i danni in casa alle tubature e all'impianto elettrico tenute all'accomodo con un minimo di manutenzione che sapeva fare solo lui in quel modo e che saltò tutto neanche un mese dopo la sua morte.
Io avevo la fobia ogni volta che il postino mi suonava e diceva raccomandata sig. mio padre... era soldoni da pagare!

Io ti suggerirei di non lottare ma di organizzarti e fare finta che sono conti dell'azienda, non credo che tuo padre possa modificare il suo comportamento facilmente. Quanto meno ti risparmi il fegato, le sue improperie e le more, tanto poi lo fai lo stesso.

Lottare con certi caratteri è solo per rimetterci la salute.
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Vecchio 05-10-2010, 21.45.13   #20
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all'impianto elettrico tenute all'accomodo con un minimo di manutenzione che sapeva fare solo lui in quel modo
Come ti capisco
Credo seguirò il tuo consiglio, grazie delle parole, alla fine credo proprio seguirò il tuo consiglio, è inutile intestardirsi coi muri.
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Vecchio 06-10-2010, 00.26.11   #21
Kael
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Mi occupo della parte amministrativa perchè sono l'unica che lavora assieme al papà nell'azienda familiare. Quindi io gestisco banche, contabilità e lui invece segue la produzione. Ho scritto poco chiaro nel post precedente, rileggendolo mi sono accorta che sembra sia io a decidere come si spendono i soldi. Non è così, è mio padre che ha potere decisionale però diciamo che dietro ci sono io per la parte 'tecnica' e questo esserci fa in modo che mi senta a carico tutta la questione anche se si tratta di multe e non di lavoro.
Ah ecco, non avevo capito infatti. Tuo padre per lavoro ti lascia la parte amministrativa e ne "approfitta" per sbolognarti anche le multe (che immagino non derivino dai vostri mezzi aziendali e quindi non centrino nulla col lavoro...)
Beh, penso sia una cosa abbastanza frequente, ci sono segretarie che devono fare km per portare al capo "distratto" documenti che hanno dimenticato prima di partire...
Comunque non farebbe parte del tuo lavoro, da un datore di lavoro normale potresti anche rifiutarti, ma qui è inevitabile che prima o poi possano ricadere anche su di te, quindi sono anch'io del parare di diamantea. A meno che... hai mai provato a scindere casa e lavoro e la sera portargli a casa le multe dicendo qualcosa tipo "queste papà sono tue, me le hai date in ufficio ma non fanno parte dell'azienda"?
Magari a quel punto potrebbe anche uscirsene con un "per favore" e allora il contesto cambierebbe notevolmente. Senza contare che gli faresti comunque il favore in orario di lavoro, quindi pagata
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Vecchio 06-10-2010, 00.32.20   #22
Ray
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Ci sono vari aspetti per i quali la famiglia assomiglia ad un'azienda. Uno di questi è che funziona male se c'è confusione di ruolo.
Vorresti mettere in riga tuo padre o il responsabile della produzione? Tu che ruolo rivesti ufficialmente... ossia che ti è riconosciuto in modo esplicito? Solo quello di figlia o anche quello di amministrativa? Lavori per l'azienda di famiglia ok, ma intendi che sei assunta e ti pagano? O che dai una mano? Quale è il rapporto tra l'azienda e la famiglia? Ecc.ecc.

Senza risponderti a queste e altre domande sarà dura discernere.

Te ne faccio ancora qualcuna forse un po' più cattivella. Se nell'azienda ci lavori e ti pagano questo ti permette la prospettiva di andare ad abitare altrove? In futuro cosa pensi di fare, continuare a lavorare nell'azienda o cerchi altro?
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Vecchio 06-10-2010, 09.19.11   #23
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Tu che ruolo rivesti ufficialmente... ossia che ti è riconosciuto in modo esplicito? Solo quello di figlia o anche quello di amministrativa? Lavori per l'azienda di famiglia ok, ma intendi che sei assunta e ti pagano? O che dai una mano? Quale è il rapporto tra l'azienda e la famiglia? Ecc.ecc.

Senza risponderti a queste e altre domande sarà dura discernere.

Te ne faccio ancora qualcuna forse un po' più cattivella. Se nell'azienda ci lavori e ti pagano questo ti permette la prospettiva di andare ad abitare altrove? In futuro cosa pensi di fare, continuare a lavorare nell'azienda o cerchi altro?
Sono una dipendente con regolare busta paga sindacale. Mi permette di mantenermi gli studi, di comprarmi da vestire, la vacanza, benzina nell'auto insomma di sostenere le mie esigenze. In futuro se fossi così brava da farmi assumere come curatrice d'arte e venire pagata probabilmente mollerei questo posto, ma è una prospettiva abbastanza remota (anche se non impossibile) quindi magari continuerò a lavorare in azienda. Io non credo di poter cambiare mio padre, lo vorrei certo, ma la soluzione più pratica è quella di continuare come ho sempre fatto cioè risolvendo anche le incombenze non strettamente legate a lavoro, ne guadagnamo tutti, magari pensando come ha suggerito Kael di inquadrare il tutto come se facese parte della normale bruocrazia (anche se così non è), visto che sono pagata.

Ultima modifica di Edera : 06-10-2010 alle ore 10.10.45.
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Vecchio 06-10-2010, 09.33.50   #24
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A meno che... hai mai provato a scindere casa e lavoro e la sera portargli a casa le multe dicendo qualcosa tipo "queste papà sono tue, me le hai date in ufficio ma non fanno parte dell'azienda"?
Magari a quel punto potrebbe anche uscirsene con un "per favore" e allora il contesto cambierebbe notevolmente. Senza contare che gli faresti comunque il favore in orario di lavoro, quindi pagata
Sì ho provato prima di scrivere qui ad Ermopoli.
E' andata così: è arrivata la multa, tutte le volte in cui gli ricordavo di doverla pagare mi ha sempre risposto picche o ha fatto finta di non sentire quindi quando l'ha pagata i tempi erano andati oltre i termini. E' arrivata la mora bella grossa e io l'ho portata a casa dicendo che era da pagare e non sapevo cosa farci. Sia mia madre che mio padre mi hanno detto di chiamare i carabinieri per sentire se si poteva evitare di pagarla in qualche modo (tra le altre cose raccontando a loro stessi che erano i carabinieri ad aver sbagliato e che a loro sembrava di aver rispettato la scadenza). Io mi sono un pò alterata (molto poco) e gli ho detto che una telefonata la potevano fare anche loro, visto che la multa non era mia e l'ho lasciata in cucina per vedere se facevano qualcosa almeno per informarsi.
Risultato: mia madre al pomeriggio me l'ha riportata in ufficio dicendo:' l'hai lasciata a casa, c'è scritto il numero da chiamare. ..'
Quindi ho chiamato, come già sapevo mi hanno detto che è da pagare e ora l'ho messa qui sopra la scrivania (la scadenza è 21/09/10) e una volta la settimana circa darò l'allarme all'orecchio di mio padre sperando che stavolta mi dia i soldi per andare a pagarla entro la scadenza.
Ma questo come si sarà già capito è solo un aneddoto..
P.s. Kael parlava dei 'per favore' ma in bocca di mio padre non esistono.
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Vecchio 06-10-2010, 11.07.20   #25
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Ciao Edera io concordo sia con Tea che con Kael.
Tuo padre se ci pensi al di là che sei stata utile a lui e all'azienda ti ha permesso dopo la scuola di avere subito un lavoro e di fare gavetta cosa non da poco.

L'atteggiamento di tuo padre non lo scopri ora credo, mi da l'idea di quegli uomini che non ti fanno mancare niente di materiale ma che si perdono davanti al dover dire per favore ...sono fatti così, non credo cambierà mai.

A questo punto tu dovresti mettere tutti i pro e i contro per vedere se sei in pari o no.

Alle volte penso che le cose perfette non esistano e che per ogni cosa bella ci sia un neo o qualcosa da pagare non se mi spiego.

Checchè ne dicano quando lavori come si diceva una volta "sotto padrone" devi sottostare anche a tante cose che non vanno e che non sono ti tuo gradimento o che non rientrano nei tuoi compiti, ma che pur di poterti tenere un lavoro accetti di fare. (non dico che sia giusto eh ma dico che è così che spesso e di più accade) Una cosa che però ho imparato me la disse una sera un grande Amico mi disse:" ma tu glielo hai mai detto?" E un altro mi disse quando vuoi incidere qualcosa devi usare la parte maschile quindi a voce bassa e calma di quello che devi dire. Ecco non pretenderei con la forza il risultato ma nemmeno tacere è giusto, quindi potresti dire a tuo padre ciò che senti dirlo con la tua parte maschile e poi lasciare che sedimenti se è cosa quacosa accadrà altrimenti amen fattene una ragione.

In questo caso nel momento che accetti lo devi dare come assodato e digerito altrimenti devi fare altro anche prendere in considerazione di non lavorare più per quella persona e cercare un altro lavoro.

In caso negativo mi cercherei un compromesso qualcosa che mi permettesse di digerire meglio il fatto di dovergli pagare anche le multe ci penserei almeno
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