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Vecchio 13-10-2010, 22.41.37   #1
Enoch
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Nota di Uno: ho portato qui questo post per non mandare fuori tema http://ermopoli.it/portale/showthread.php?p=90902

Citazione:
Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Nella metafora non mi soddisfa il sistema con cui da un mondo inferiore la coscienza riesce ad accedere ad un mondo superiore, troppo casuale e senza impegno, se fosse così nella realtà non sarebbe equo.
Sotto molti aspetti la realtà non mi appare affatto equa nel senso che la par condicio non esiste affatto.
E l'essere del mondo superiore che nasce già così cosa ha fatto per meritarsi quella posizione paragonato ad un essere umano?
Quindi non ci vedo nulla di scandaloso se una coscienza possa accedere ad un livello superiore casualmente o senza meriti particolari.
Chiaramente stò parlando di qualcosa che non conosco affatto, ma la conclusione a cui sono arrivato è quella di cui sopra e che purtroppo bisogna accettare la posizione che il caso ci ha riservato.
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Vecchio 18-10-2010, 17.22.59   #2
Uno
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Il fulcro della questione è nella parola "nasce".
Se consideriamo un qualcosa che nasce avulso da qualsiasi precedente e/o causa allora si il tuo ragionamento fila.
Io sono nato così praticamente per caso, tu idem e uguale chi sta meglio e peggio di noi.
Se invece consideriamo <mai nato - mai morto> e <nascita - morte>
due facce della stessa medaglia con una rappresentazione diversa, allora esiste comunque un continuo anche se ogni capitolo è a se stante.
Non sto parlando, prima che qualcuno faccia l'accostamento, di quello che gira oggi con reincarnazione.

Però è inevitabile pensare all'universo come un'infinita scacchiera in cui ogni pezzo assume alla nascita la sola ed unica posizione che in quel momento può avere. Se la cosa fosse casuale io potrei essere al tuo posto e viceversa, eppure quando si analizza una vita abbastanza in profondità si vede che perchè quella vita sia così com'è necessita di una specifica e non sostituibile persona (intesa qui sia come maschera che come individuo) e non solo... necessita pure di tutto l'insostituibile contorno di altre persone.

Ora potremmo disquisire su quale delle due è la conseguenza e quale la causa.
Potremmo, per esempio pensare che quell'ambiente forma quella persona, il che è anche vero, ma non è tutta la verità visto che quell'ambiente è formato da altre persone e se tutte sono formate dall'ambiente ed esse non formano l'ambiente allora chi forma l'ambiente?
Potremmo considerare un Dio burattinaio, ma se così fosse, tornando alla questione iniziale, perchè ci dovrebbe lasciar liberi di passare di piano a volontà (intendo facilmente, casualmente etc..) se in realtà ci crea tutto l'ambiente?

Ho volutamente non sintetizzato, altrimenti con due parole avrei potuto scrivere la stessa cosa.
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Vecchio 19-10-2010, 09.24.05   #3
Enoch
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Citazione:
Il fulcro della questione è nella parola "nasce".
Se consideriamo un qualcosa che nasce avulso da qualsiasi precedente e/o causa allora si il tuo ragionamento fila.
Io sono nato così praticamente per caso, tu idem e uguale chi sta meglio e peggio di noi.
Se invece consideriamo <mai nato - mai morto> e <nascita - morte>
due facce della stessa medaglia con una rappresentazione diversa, allora esiste comunque un continuo anche se ogni capitolo è a se stante.
Non sto parlando, prima che qualcuno faccia l'accostamento, di quello che gira oggi con reincarnazione.
Non essendo in grado di capire o di percepire coscientemente questo continuum di cui tu parli, per il mio limitato essere questo è l'unico ragionamento possibile.
La tua per ora rimane solo come una ipotesi non verificata che secondo me andrebbe spiegata maggiormente.
Proverò a vedere se c'è un thread che sviscera l'argomento.

Anche la parola "caso" è il centro della questione.
Una cosa casuale per me significa qualcosa che è al di fuori del mio controllo cosciente (e di cui chiaramente non conosco le leggi che ne regolano l'evoluzione).
Ti faccio un'esempio:
Questa mattina mentre mi recavo a lavoro una macchina mi ha tagliato la strada, costringendomi ad una frenata improvvisa.
Sono stato io il regista di questa azione?
Se sono in una casa che crolla e muoio perchè c'è un terremoto sono io stesso che l'ho causato?
Se fossi nato handicappato la causa prima dove sarebbe da ricercarsi ?

Quindi è chiaro, almeno dal mio punto di vista, che non siamo in grado di controllare dove, quando e come saremo.
In pratica partiamo tutti su diversi gradini di partenza e con capitali diversi (anche se non escludo che con l'impegno uno possa cambiare la sua condizione).
Citando uno dei pochi versi che conosco:
"Chi vuol essere lieto sia,
del domani non c'è certezza"
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Vecchio 20-10-2010, 11.16.45   #4
Uno
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Originalmente inviato da Enoch Visualizza messaggio
Non essendo in grado di capire o di percepire coscientemente questo continuum di cui tu parli, per il mio limitato essere questo è l'unico ragionamento possibile.
La tua per ora rimane solo come una ipotesi non verificata che secondo me andrebbe spiegata maggiormente.
Spiegata maggiormente può essere (o elaborata autonomamente) ma non verificata no.

Ok, cerchiamo di lavorarci insieme prendendo, almeno per ora, dati di fatto concreti e almeno razionalmente verificabili.


Punto primo, stabiliamo che livelli evolutivi a diverse altezze pur potendosi distinguere hanno comunque un certo gradi di permeabilità, altrimenti noi non potremmo avere nessuna coscienza neanche di livelli contigui al nostro.

Punto secondo senza prendere in considerazione aspetti più o meno astratti, senza parlare di Spirito ed Anima etc... valutiamo i processi vitali di qualsiasi forma di vita, anche quelle che non consideriamo propriamente vita.

Io Uno che in questo momento vivo ed esisto, sto producendo delle cose, dalle più materiali alle più rarefatte che per rimanere nel razionale limitiamo al pensiero.
Possiamo dire che comunque, nel bene e nel male alla mia morte quello che io ho fatto influenzerà, in una catena di cause ed effetti, altro che verrà, altro che magari oggi ancora non esiste in una certa forma.
Questa influenza può essere più o meno forte, più o meno duratura, più o meno incisiva e preponderante rispetto ad altre influenze, ma alla fin fine anche la sua eventuale assenza e le sue lacune determineranno delle cose nel futuro.

Quindi comprenderai che pur senza toccare discorsi strani (tipo il concetto che gira oggi di reincarnazione) possiamo vedere che esiste un continuo tra le vite. Questo approccio che a qualcuno potrebbe sembrare troppo razionale, in realtà illustra meglio il vero concetto di reincarnazione, o meglio con la traduzione corretta di rinascita.

Pur non parlando di un IO che si reincarna, possiamo valutare anche razionalmente e dai dati di fatto che comunque l'essenza di una vita si trasforma e da vita a nuove forme, in una semplice catena di cause ed effetti.

Se mettiamo in relazione i due punti (la parziale permeabilità degli strati evolutivi e l'essenza qui descritta) possiamo pensare senza tanti voli pindarici che in un continuo di vita un individuo nasce in un determinato gradino, con determinate caratteristiche, perchè quello è il suo posto, e non per casualità.


So di non aver toccato molti punti, ma ritengo che come punto di partenza dovrebbe essere sufficiente per approfondire discutendone.
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