Torno su questa discussione perchè non mi risulta così facile essere spontanea come vorrei.
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La spontaneità che corre nel fiume è quella che ci viene benissimo a tutti, apriamo il rubinetto e facciamo uscire, però senza renderci bene conto che in realtà siamo "costrettamente" spontanei, nel senso che seguiamo il letto del fiume già solcato dagli istinti. A questo flusso dobbiamo mediare con la ragione che non è elucubrazione ma controllo della nostra meccanicità. Verrebbe da dire che allora non c'è spontaneità se è controllata. Però riflettendoci la spontaneità è un flusso intuitivo che parte e che viene filtrato. Se il filtro sono gli istinti la scelta è obbligata e decido di seguirli insieme a tutti i meccanismi che mi porto dietro, ma se a filtrare costringo la ragione, non i pensieri, ma la ragione o il buon senso incanalo le parole o il gesto o qualunque cosa nella direzione che ho scelto o che ha scelto l'intuito. Spiego meglio, se riesco. Posso far strabordare l'istinto con il flusso spontaneo oppure posso farlo muovere nella direzione che mi dice l'intuito. Ma tra istinto ed intuito deve esserci un passaggio che sarà quel decidere di incanalare oppure lasciare che sia come viene. Continua a sfuggirmi qualcosa, come se la spontaneità nasce e arriva pura ma trascina con se quello che trova, allora sarebbe un veicolo. Boh, |
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La spontaneità è qualcosa di difficile. Ad esempio se mi fai arrabbiare a me verrebbe di dirtene spontaneamente quattro, ma poi in realtà è il mio istinto che mi condiziona in base ai ricordi e alla fine sto agendo in automatico. Se invece mi dico calmo, devo rispondere bene, devo fare questo, devo fare quest'altro, non sono naturale e sto praticamente nella testa. Credo che l'intuizione sia quella via di mezzo che mi fa appunto incanalare tutto questo insieme e mi fa agire non sono con naturalezza, ma anche nel modo più opportuno. |
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Sono perfettamente d'accordo su tutto, ma come si fa l'ultima parte? E' quel passaggi di cui parlavo sopra, come se fosse necessario comunque passare per un controllo razionale prima di imprimere il canale della spontaneità, che ne pensi? |
non è che magari è proprio tutta questa suddivisione (e il continuare a rimuginarci sopra) che non permette alla fine di essere spontanei?
(lo chiedo a voi ma a volte me lo domando anch'io) se si continua a suddividere mentalmente e a pensare "questo si questo no questo forse" a mio avviso si è nei primi due casi e si toglie spazio alla spontaneità. ecco non so penso sia una questione di "pesi". più si da "peso" a un certo tipo di cosa più si leva spazio ad altro forse l'equilibrio è la cosa migliore. ossia dare il "giusto" peso a certe dinamiche non per questo dimenticandosi della spontaneità. Se anche c'è un retaggio legato a strutture determinate essendo spontanei e autoosservandosi possono emergere altrimenti ciccia (a mio parere) |
tornando all'inizio del 3d credo che il lavoro da fare (conosci te stesso) porti a un'espansione di coscienza che faccia "collegare" alla "sorgente" (dell'informazione ma non solo)
A quel punto la spontaneità permette a quella sorgente di Sgorgare e Incanalarsi nelle varie attività che svolgiamo oppure (per chi impara a farlo)essere incanalata artificiosamente (quindi direzionata consapevolmente) Se invece si continua a rimanere "fermi" e non collegati a questa sorgente è come metterla nei cassoni e lasciarla li sino a che perde le sue proprietà e non "rinnova" nulla anzi. Secondo me tutto ciò in un certo senso si ricollega a determinati Simbolismi come quello del battesimo |
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In pratica la voce dell'intuizione è un sentire immediato ma sereno e tranquillo, diversamente quello impulsivo è immediato ma frenetico e meccanico, quello mentale invece è soltanto pacato, ma è un susseguirsi di circoli e allora poi li sale il dubbio. Non hai chiesto poco Soleabbraccio: Se tutti riuscissimo a seguire intuitivamente i nostri percorsi, le nostre azioni, praticamente non avremmo piu nessun problema, staseremo sempre al posto giusto, al momento giusto, e sarebbe sempre la scelta giusta. Credo comunque che le chiavi siano l'attenzione ( è impossibile essere intuitivi mentre uno è distratto) L'analisi ( per capire dove ci vuole spingere l'istinto). Direi che occorre anche ascoltarsi ma non giustificarsi. Credo ( so magari è troppo pretenzioso) che occorre lavorare sulla pace mentale e sul benessere emozionale, finchè una situazione ci prende troppo emotivamente, o ci pensiamo troppo sopra in continuazione difficilmente sentiremo l'intuizione. Nel primo caso siamo troppo arrabbiati, impauriti, troppo dentro. Nel seconco caso invece valutiamo talmente tante strade che cominciano a venirci i dubbi, oppure ci condizioniamo: non devo arrabbiarmi, devo stare tranquillo etc. etc. Credo che ciò che manca a noi in questo è un po' di esercizio spirituale, proprio come se fosse un esercizio fisico. Più utilizzi l'intuizione e la spontaneità più sarà facile farla fluire. Allora forse si potrebbe cominciare cosi: Cosa mi rende artefatto? Sono sincero sempre? Nascondo qualcosa di me? c'è qualcosa che evidenzio troppo ( anche questo significa essere poco autentici), individuando quei punti che sono diversi per ognuno di noi, ci possiamo dare delle risposte. Io mi sono sempre definito sincero e spontaneo ma analizzando, ho visto che in certe situazioni sono tutt'altro che cosi, e parto proprio da quei punti. Spero di esserti stato un po' utile in qualche modo. :C: |
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Il correre del fiume è spontaneo e il correre di una goccia di acqua in quel fiume? |
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Siamo fiume e anche goccia Sole.
Ma il discorso si complica se non studiamo bene il fiume. Il fiume nella sua spontaneità travolge e crea solchi (il letto del fiume, dove poi ci dorme :D) ma segue la via naturale che è subordinata da gravità e dal minore impedimento. Il fiume non prende una strada più difficile perchè un altro fiume fa qualcos'altro (tanto per fare un esempio). Spesso sento che qualcuno associa spontaneità a fare come si vuole, il problema è che la spontaneità non è legata alla volontà minuscola, ma alla Volontà maiuscola. Ma ancora non rispondo a come si fa però eh? Un pò ho risposto invece.... |
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La goccia secondo me non sa di non essere il fiume è immersa in esso e scompare nell'insieme è trascinata dal fiume in cui si immersa e diviene un tutt'uno con esso senza rendersene conto. Ma nemmeno può decidere di non farne parte perchè non si osserva come goccia. Però non riesco ad arrivare per analogia alla spontaneità quindi mi manca qualcosa. Se prendo ad esempio il forum per essere spontanea cosa dovrei fare? Se dico quello che immediatamente mi sale alla mente sono istintiva e quindi automatica. Se ci ragiono sopra per adeguarmi alla corrente ma non lo penso è un peccato perchè non imparo nel confronto razionalizzo troppo e mi perdo. Per essere spontanea cosa dovrei fare dire ciò che penso con la forma adatta? Elloso già da me che non ho capito, ma se non chiedo... e mi vergogno perchè non ho capito quando imparo? Gli esempi che faccio sul personale servono a me per comprendere altrimenti non mi entra. martello.: |
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E' l'emozione che consente ai centri di collaborare e di creare una spontaneita' voluta. In una frazione di secondo avviene tutto :sia la scelta che la consapevolezza che sia la cosa giusta da fare quella che bisogna volere e che si vuole; e' tutto contestuale. |
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Voglio provare a vedere se ci ho capito qualcosa.
Siamo goccia e siamo fiume, riesco a vedere questa cosa perchè un fiume è fatto, appunto di tante gocce e se associo (visto che si parla di ragione e decisione) ad ogni mio pensiero/informazione una goccia ci può anche stare Ora, se riuscissi a far scorrere i pensieri (non so se anche emozioni e informazioni possono considerarsi gocce ma credo di si) in modo fluido sarebbe già buono, il fiume segue la strada naturale meno difficoltosa perchè è "costretto" da precise leggi fisiche. Se cerco di imbriglire il fiume invece, rallentandolo (in un'altra discussione si parlava di dighe in riferimento alle strozzature di energia, ai traumi ecc) ecco che divento uno "zuccone", una persona che non riesce più ad essere fluida, che rallenta, si blocca (mi imbottiglio da sola icon_mrgr:) Teoricamente l'intuito è un fiume che và, seguendo le strade meno difficoltose ma riuscendo in qualche modo a direzionarsi? Mentre l'istinto scorre ma magari finisce in anse e secche? Vabbè leggo.gif ci ho provato |
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Quello che serve è seguire la Volontà, ma in che modo? Come dice Uno, studiando bene il fiume in modo da comprendere che nella sua spontaneità segue una via naturale e subordinata dal minor impedimento a procedere. Spontaneo vuol dire istantaneo senza istinto, quello che normalmente interviene nelle reazioni emotive. Si reagisce perchè non ci si conosce, per conoscersi serve osservarsi e questo richiede mente e lentezza. Una volta che ci si conosce allora l'istinto è domanto e l'emozione è pura e rapida. Un'emozione pura è spontanea ed è legata alla Volontà maiuscola. |
Il fiume nel suo intero segue la via più breve con il meno possibile degli impedimenti, che lo porta dal monte al mare. Lui nel suo intero è spontaneo, è egli stesso una forza della natura, è nella metafora la Volontà.
Il fiume, cioè Volontà, conosce il proprio posto nel mondo e quello che deve fare, il fiume nel suo intero è sia sul monte alla sorgente che in mare, è un tutt'uno dopo che è nato. Ha dei punti di riferimento rispetto al suo universo, cioè il monte, il crinale, il bosco, la valle etc... La goccia invece è immersa dentro altre gocce, segue la corrente, non sa da dove viene, non sa dove va, gli unici suoi riferimenti sono le altre gocce, forse le gocce che stanno all'esterno hanno delle fugaci visioni dell'ambiente circostante, ma il loro unico riferimento è la corrente, cioè altre gocce che sono nella sua stessa situazione essere trascinate a valle, senza neanche sapere qual'è questa valle. Se una goccia decide di voler essere spontanea (credere di esserlo) facendo quello che le passa per la testa, cercando di spostarsi dalla corrente al massimo andrà a sbattere contro le altre (conflitti). ------------------ Forse l'esempio che più rende è l'amore spontaneo, se amiamo qualcuno spontaneamente non abbiamo nessun intralcio di volontà grezza, ovviamente parlando di amore vero, non possesso etc... La spontaneità dell'amore è fare la cosa giusta per l'altro e anche per noi stessi (nell'amore vero è così anche quando sembra che ci si rimetta) |
Ma allora la spontaneità è una empatia con l'altro, una non distanza dall'altro o da qualunque cosa che si sta facendo. Se noi siamo sia fiume che goccia, c'è una grande volontà che sa dove dobbiamo andare e da dove veniamo ma poi dentro ci sono miliardi di piccoli impedimenti che vanno in conflitto.
Non sto facendo il discorso del "volemose bene" "luce a amore". Il come fare... è cercare di andare verso l'altro trascurando il conflitto, i conflitti, lasciandosi guidare da una visione più generale. Forse c'entra mettersi nei panni degli altri? |
mi viene in mente questa frase
"abbandonarsi (per la mente) alla corrente (della vita)" direi che rappresenta a mio avviso bene cosa si intende per un certo tipo di mente (quella che "vuol fare quello che vuole"). in sostanza attraverso il controllo su quella mente... può emergere altro (occorre fare spazio) |
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