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turaz 25-10-2007 15.20.18

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 41730)
Muble muble...non mi è chiarissimo ..che sia perchè non ho capito cosa voglio chiedere? mah..proviamo a sintetizzare..dry.gif
Il papà rappresenta la forza maschile, decisa, autoritaria, ferma, razionale.
La mamma la forza femminile, accogliente, comprensiva, emozionale.
Si?
Abbiamo anche detto però che può essere che la mamma punisca e il papà si metta a raccontare le fiabe per far addormentare..ma la contrapposizione dei ruoli è importante, per cui papà dovrebbe fustigare e mammina proteggere...ufff dov'è il limite tra i due?
Forse che generalmente la mamma accudisce e coccola ma può capitare a volte che sia un cane da guardia e il papà generalmente si occupa del mantenere in riga i figli ma può, anzi deve, saper essere morbido? :U
Ma poi, che cos'è l'autorità e perchè la mancanza genera rabbia?
Credevo che la troppa autorità generasse rabbia come reazione ad essa, non il contrario...
Forse perchè confondo l'autorità con la prepotenza? nonso.gif


la rabbia nasce a mio avviso come valvola di sfogo per via di una re-azione a una determinata situazione che in te ha causato uno "shock".
da li come dici nasce la tua identificazione autorità=prepotenza sempre e cmq.

(ho cercato di spiegarlo nella risposta a Uno)

almeno secondo me

soren 25-10-2007 15.24.49

dafne,io l'autorita' la intendo come darsi delle regole,e le regole fanno diventare auto-nomi(dal greco appunto capaci di darsi delle regole)quindi diventare indipendenti,ed e' questo che bisognerebbe imparare/insegnare.(Penso soprattutto a noi stessi prima che ai nostri (eventuali ed ipotetici per me)figli.
Perche' essere autonomi vuole anche dire essere liberi.Quindi la mancanza di autorita' e di regole,cosi' intesa',paradossalmente genera schiavitu' :)
La liberta' e' una forma di disciplina,cantavano i CSI ;)

turaz 25-10-2007 15.27.53

diciamo che le due cose vanno di "pari passo".
è che come sempre la "via di mezzo" a mio avviso (equilibrio) rappresenta la "via maestra":))))
nel senso che anche dire "non mi do regole" in realtà è una "regola"
più che darsele sta nel seguirle sapendole adattare ai contesti la capacità principale a mio avviso

Elle 25-10-2007 15.28.57

A napoli si dice "mazz e panell fann e figli bell"..ora diciamo che secondo me ciò non deve essere una giustificazione a confondere l'autorità con l'alzata di mani.
Il problema è che fino a due generazioni fa le cose erano mischiate e fuse. Dalle conseguenze di questo atteggiamento ne è nata una libertà diseducativa, un territorio troppo aperto dove tutto è il contrario di tutti. I manuali di psicopedagogia si buttano nel senso che ce ne sono una valanga.
I genitori dovrebbero avere la coscienza e il buon senso (che paroloni) di trovare insieme un metodo educativo che non sia la riproduzione o l'antitesi di ciò che hanno subito o vissuto ma sia una giusta metabolizzazione di tutto ciò in virtù di un bambino che è diverso da loro.
Io credo che anche se minimi ci devono essere dei ruoli in famiglia, altrimenti il bambino si sente o smarrito o se ne approfitta a dismisura. Ora ruolo non vuol dire mamma cucina, pulisce, fa le coccole e sgrida, da le medicine, papà paga, lavora e gioca anche se di fatto può accadere anche questo.Una reale conoscenza di sè stessi e dei proprio limiti però aiuterebbe a costruire il proprio ruolo nell'ambito familiare. Il mio compagno ed io ad esempio stiamo ancora cercando un reale equilibrio. Entrambi per le cose pratiche riusciamo ad essere intercambiabili (ma che lavoraccio abbiamo fatto) e ciascuno rispetto a nostro figlio riesce a vedere le proprie inclinazioni. Solo che non è tutto qui...non si esaurisce tutto così ma tutto si modifica con la crescita del proprio bambino e della relazione con lui.

turaz 25-10-2007 15.31.27

esattamente elle

Uno 25-10-2007 15.32.36

Ah grazie, perchè sto giro neanche la palla di vetro mi avrebbe salvato, perchè da:

Citazione:

a mio avviso diciamo che ci sono state parecchie "distorsioni interpretative" legate a reazioni sul discorso dei "ruoli".
molte donne ad esempio "stufe" di una storia identificata con " gli uomini comandano a bacchetta le donne" (luogo comune) in nome di chissà quale anticonformismo (iniziato con le femministe di turno) hanno travalicato il punto di "equilibrio" prendendo diciamo così come riferimento quello che non dovevano prendere e ritrovandosi alla fine con un pugno di mosche tra le mani.
arrivare a

Citazione:

re-azioni sul discorso ruoli
esempio:
il papà è ingiusto nei suoi giudizi e non è capace di dialogare con me (esperienza personale di chi afferma questo)
re-azione= tutti i papà (e ancora più in generale) tutti gli uomini sono così quindi il "ruolo" di papà è un ruolo errato.

è re-azione perchè non va al fulcro di ciò che manca e non allarga l'osservazione agli "altri" papà senza pre-giudizio e apertura
.
Per le mie limitate capacità era impossibile icon_mrgr:


invece su questo
Citazione:

servirebbe si ma non è "contrapposizione" quanto come spesso hai detto anche tu "integrazione" dei ruoli
devo dire che io si ho parlato di integrazione dei lati opposti 8in altri discorsi), ma nell'individuo, non nella coppia, una mamma che lavora su di se deve integrare il suo lato maschile (o femminile se parte da una mascolinità accentuata e viceversa un padre/uomo... ma non ha nessun senso oggi e in questa società anzi è controproducente che si invertano i ruoli... è passabile che uno dei due genitori cerchi di sopperire la mancanza dell'altro, ma una madre non potrà mai essere a pieno un padre e viceversa.

Detto questo sia chiaro che molte persone con un solo genitore sono venute su meglio di altre con entrambi... è evidente che quell'unico genitore, assente o mancante ha almeno dal suo lato dato tutto ciò che poteva... perchè si parla di questo, non di supergenitori/supereroi.


Edit: Sto parlando con Turi, purtroppo le citazioni funzionano bene, ma o faccio lo schiavo e vado dietro a chi ha molta fretta di dire la sua o dico qualcosa pure io

Elle 25-10-2007 15.34.31

Per quanto riguarda le regole, ritengo siano necessarie, il problema è capire come darle in che modo.
Prima si davano le regole e basta, oggi non si danno proprio, bisognerebbe imparare a darle e spiegarle dicono i manualoni......pare facilediavolo.g:
Mia madre dava delle regole ad esempio ma spesso erano solo regole.....non so se mi sono spiegata.
Mio padre era più malleabile...perchè suo padre era stato fin troppo autoritario....ma anche questo era circoscritto alle sue vicessitudini.
Al momento sto leggendo i no che aiutano a crescere di Asha Phillips e mio figlio ha poco meno di un anno e mezzo....pare strano ma ha già bisogno di essere contenuto per certi versi....il problema mio è trovare un modo che non sia un domani una comunicazione di frustrazione causa di un divieto e di una regola non compresa.
Però poi il tutto si deve inserire all'interno di una coppia...e poi all'interno della famiglia...e non è una cosa semplice........:sornione:

Uno 25-10-2007 15.37.13

E' per me troppo facile dire di fare una distinzione tra autorità e autorevolezza...

Con la prima si reprime, con la seconda si educa, la prima si può inventare, la seconda no, costa fatica ed impegno etc etc

Elle 25-10-2007 15.39.27

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 41739)
E' per me troppo facile dire di fare una distinzione tra autorità e autorevolezza...

Con la prima si reprime, con la seconda si educa, la prima si può inventare, la seconda no, costa fatica ed impegno etc etc

Ottima sintesi..perchè a te vengono i termini giusti e a me nobooh.gif icon_mrgr:
(mi perdo troppo .....lo so($) )

turaz 25-10-2007 15.43.24

beh amico uno diciamo che da un discorso individuale sono partito (integrazione) per parlare dell'integrazione a livello di coppia fatta (a mio parere) anche e soprattutto della conoscenza dei "punti forti" e "punti deboli" per aver chiaro il punto di partenza al fine di una crescita migliorativa per entrambi.

turaz 25-10-2007 15.45.33

per uno:
gli esempi delle donne stufe e del figlio sono identiche in un punto che sta nella re-azione "chiusa" legata spesso a non conoscenza (questo a mio parere)

Uno 25-10-2007 16.04.05

Beh amico Turi a mio parere sono partito dall'integrazione razziale per vedere se reagendo potevo risolvere le distorsioni che si vivono quando non si è nell'aion. Tu stesso dici sempre che bisogna fare il dentro come il fuori, mi insegni che quando la coppia scoppia è perchè non è diventata un tutt'uno, e lasciamelo dire: siamo tutti uno/tutt'uno. Questo a mio modo di vedere, ma tu sai che le cose stanno così.
Per turi: l'esempio delle donne caminetto sono uguali ai padri divano, sono legate alla re-azione inconsapevole legata spesso a non conoscenza ma qualche volta.
Quindi per concludere, facciamo una proposta di legge: che si sposino solo i gemelli omozigotici. Viva Aion abbasso quelli diversi, un paese libero per la libera fotocopiatura.
Questo è solo un mio parere.
















prima che qualcuno mi prenda sul serio, sto scherzando

turaz 25-10-2007 16.12.13

:)))) divertente :))))
ma non hai considerato che Antani con la sbidiguda solitamente saltella sul dente ambivalente :)))

gibbi 25-10-2007 16.12.15

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 41745)
Beh amico Turi a mio parere sono partito dall'integrazione razziale per vedere se reagendo potevo risolvere le distorsioni che si vivono quando non si è nell'aion. Tu stesso dici sempre che bisogna fare il dentro come il fuori, mi insegni che quando la coppia scoppia è perchè non è diventata un tutt'uno, e lasciamelo dire: siamo tutti uno/tutt'uno. Questo a mio modo di vedere, ma tu sai che le cose stanno così.
Per turi: l'esempio delle donne caminetto sono uguali ai padri divano, sono legate alla re-azione inconsapevole legata spesso a non conoscenza ma qualche volta.
Quindi per concludere, facciamo una proposta di legge: che si sposino solo i gemelli omozigotici. Viva Aion abbasso quelli diversi, un paese libero per la libera fotocopiatura.
Questo è solo un mio parere.
















prima che qualcuno mi prenda sul serio, sto scherzando

magari la prossima volta non lasciarci tanto spazio...............prima di rassicurarci con ..."sto scherzando"!!!! Il mio cursore navigava a metà pagina , non c'era arrivato e strabuzza: strabuzza: strabuzza: per oltre 3 minuti , alla mia età è troppo rischioso!fiori.gif

gibbi 25-10-2007 16.57.22

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 41739)
E' per me troppo facile dire di fare una distinzione tra autorità e autorevolezza...

Con la prima si reprime, con la seconda si educa, la prima si può inventare, la seconda no, costa fatica ed impegno etc etc

Come hai ben detto, l'autorevolezza non si inventa ma si acquista con fatica ed impegno e quindi con tanto lavoro.
Fin che i figli non ci sono , per molte coppie restano concetti astratti sui quali magari disquisire chiaccherando con altre coppie che i figli già li hanno, o parlando delle proprie esperienze come figli in relazione ai rispettivi genitori , ma è quando scendi in campo che ti si pone davanti e a caratteri cubitali questa AUTOREVOLEZZA.
Posto che non si inventa e che per quanto ci si possa impegnare questa non si materializza all'occorrenza , per quella che è stata e che purtroppo ancora è la mia esperienza , occorrerebbe forse puntualizzare che non è propriamente qualcosa sulla quale si può tranquillamente cominciare a lavorare quando ti si presenta la necessità > diventare genitori.....

dafne 25-10-2007 17.14.51

Citazione:

Originalmente inviato da soren (Messaggio 41733)
dafne,io l'autorita' la intendo come darsi delle regole,e le regole fanno diventare auto-nomi(dal greco appunto capaci di darsi delle regole)quindi diventare indipendenti,ed e' questo che bisognerebbe imparare/insegnare.(Penso soprattutto a noi stessi prima che ai nostri (eventuali ed ipotetici per me)figli.
Perche' essere autonomi vuole anche dire essere liberi.Quindi la mancanza di autorita' e di regole,cosi' intesa',paradossalmente genera schiavitu' :)
La liberta' e' una forma di disciplina,cantavano i CSI ;)

Darsi delle regole...quindi se non so darmi delle regole è perchè non c'è stata autorità in casa tale da insegnarmela? oppure perchè tale autorità è stata discontinua e/o contraddittoria? voglio dire, se sono mamma sola devo punire se serve ma vorrei anche coccolare per cui posso punirti e poi, agire dispiaciuta di quello che ho fatto...non so se mi sto buttando in OT totale ma mi hanno spiegato che esiste in ognuno di noi un tipo di attaccamento dipeso dalle figure parentali, esiste un tipo di attaccamento, quello ambivalente, che si genera quando ti dò un messaggio ma intendo tutt'altro. Esempio, vai pure fuori con gli amici, mangerò tutta sola..ti dico di uscire ma ti faccio capire che vorrei tu restassi. Ti punisco ma ti faccio capire che non vorrei..cavolo non so spiegarmi meglio...
e la rabbia nasce forse di fronte a una persona che rappresenta l'autorità perchè segnati di quella confusione, di quel dover continuamente cercare di capire come comportarsi viene più facile prender posizione di contrasto, con altri invece che col genitore...
si capisce qualcosa oltre che sono confusa?manata.gif

soren 25-10-2007 17.28.13

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 41752)
Darsi delle regole...quindi se non so darmi delle regole è perchè non c'è stata autorità in casa tale da insegnarmela? oppure perchè tale autorità è stata discontinua e/o contraddittoria?

Questo non lo so e non voglio metterci bocca :)So che ogni genitore fa del suo meglio e che non si nasce "imparati".
Il mio era cmq un discorso generico con spunti dal mio percorso,effettivamente non so se per tutti sia cosi'.

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 41752)
voglio dire, se sono mamma sola devo punire se serve ma vorrei anche coccolare per cui posso punirti e poi, agire dispiaciuta di quello che ho fatto...non so se mi sto buttando in OT totale ma mi hanno spiegato che esiste in ognuno di noi un tipo di attaccamento dipeso dalle figure parentali, esiste un tipo di attaccamento, quello ambivalente, che si genera quando ti dò un messaggio ma intendo tutt'altro.

Bhe' se parliamo di attaccamento e' una delle cose che possono dipendere dalle figure parentali.In generale penso che prendiamo moltissimo sia a livello biologico sia livello culturale dai nostri genitori.Penso che la "sfida" sia capire il piu' possibile quali e quanti sono gli atteggiamenti appresi,quali e quanti i nostri e lavorare su entrambi per cambiarli e portarli al meglio o eliminarli,in ogni caso importante e' guardarli ed esserne consapevoli

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 41752)
Esempio, vai pure fuori con gli amici, mangerò tutta sola..ti dico di uscire ma ti faccio capire che vorrei tu restassi. Ti punisco ma ti faccio capire che non vorrei..cavolo non so spiegarmi meglio...

piu' che punizione mi sembra un ricatto/far venire un senso di colpa.

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 41752)
e la rabbia nasce forse di fronte a una persona che rappresenta l'autorità perchè segnati di quella confusione, di quel dover continuamente cercare di capire come comportarsi viene più facile prender posizione di contrasto, con altri invece che col genitore...si capisce qualcosa oltre che sono confusa?manata.gif

In generale la rabbia ha come base la sofferenza,come un po' tutto.Magari invece di rabbiaa si potrebbe parlare di ribellione,sarebbe da capire il perche'?A cosa si ribella?
Pero' cosi' il discorso si fa personale ed io non mi sento in grado..
ciao

turaz 25-10-2007 17.34.39

Citazione:

Originalmente inviato da gibbi (Messaggio 41750)
Come hai ben detto, l'autorevolezza non si inventa ma si acquista con fatica ed impegno e quindi con tanto lavoro.

Fin che i figli non ci sono , per molte coppie restano concetti astratti sui quali magari disquisire chiaccherando con altre coppie che i figli già li hanno, o parlando delle proprie esperienze come figli in relazione ai rispettivi genitori , ma è quando scendi in campo che ti si pone davanti e a caratteri cubitali questa AUTOREVOLEZZA.
Posto che non si inventa e che per quanto ci si possa impegnare questa non si materializza all'occorrenza , per quella che è stata e che purtroppo ancora è la mia esperienza , occorrerebbe forse puntualizzare che non è propriamente qualcosa sulla quale si può tranquillamente cominciare a lavorare quando ti si presenta la necessità > diventare genitori.....


dovresti lavorarci tutti i giorni mica solo quando gli "eventi" ti "capitano":))))
ma sicuramente non è così facile a farsi.

Uno 25-10-2007 17.45.32

Citazione:

Originalmente inviato da gibbi (Messaggio 41750)
Come hai ben detto, l'autorevolezza non si inventa ma si acquista con fatica ed impegno e quindi con tanto lavoro.
Fin che i figli non ci sono , per molte coppie restano concetti astratti sui quali magari disquisire chiaccherando con altre coppie che i figli già li hanno, o parlando delle proprie esperienze come figli in relazione ai rispettivi genitori , ma è quando scendi in campo che ti si pone davanti e a caratteri cubitali questa AUTOREVOLEZZA.
Posto che non si inventa e che per quanto ci si possa impegnare questa non si materializza all'occorrenza , per quella che è stata e che purtroppo ancora è la mia esperienza , occorrerebbe forse puntualizzare che non è propriamente qualcosa sulla quale si può tranquillamente cominciare a lavorare quando ti si presenta la necessità > diventare genitori.....

Da qualche parte l'ho scritto, forse lo hai anche letto, sostengo che bisognerebbe prepararsi per bene prima di fare figli e non dopo, il rischio è che poi non ne fai più e non solo per una questione di età. Chiaro che a volte fattori concorrono per cui tanti diventano genitori quando avrebbero ancor molto da lavorare su loro stessi, fa parte pure questo del gioco della vita.

griselda 25-10-2007 19.12.56

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 41755)
Da qualche parte l'ho scritto, forse lo hai anche letto, sostengo che bisognerebbe prepararsi per bene prima di fare figli e non dopo, il rischio è che poi non ne fai più e non solo per una questione di età. Chiaro che a volte fattori concorrono per cui tanti diventano genitori quando avrebbero ancor molto da lavorare su loro stessi, fa parte pure questo del gioco della vita.

Condivido in pieno.
Ma siccome ormai sono in ballo cercherò di ballare meglio che posso e non mi sto difendendo, so che ho da lavorare cercando di fare il meglio che posso per me per lui e per noi come famiglia. Direi che una ricerca costante di equilibrio. Perchè come si è detto prima se ad esempio si hanno le regole ma poi si è troppo drastici nell'applicarle ci si ritrova cmq sbilanciati ed è in questo caso che secondo me può intervenire il partner( o chi per esso) a controbilanciare la situazione. Io la vedo come un movimento a due che va ad incidere sul terzo.nonso.gif
fiori.gif

Ray 25-10-2007 22.09.07

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 41752)
Darsi delle regole...quindi se non so darmi delle regole è perchè non c'è stata autorità in casa tale da insegnarmela? oppure perchè tale autorità è stata discontinua e/o contraddittoria? voglio dire, se sono mamma sola devo punire se serve ma vorrei anche coccolare per cui posso punirti e poi, agire dispiaciuta di quello che ho fatto...non so se mi sto buttando in OT totale ma mi hanno spiegato che esiste in ognuno di noi un tipo di attaccamento dipeso dalle figure parentali, esiste un tipo di attaccamento, quello ambivalente, che si genera quando ti dò un messaggio ma intendo tutt'altro. Esempio, vai pure fuori con gli amici, mangerò tutta sola..ti dico di uscire ma ti faccio capire che vorrei tu restassi. Ti punisco ma ti faccio capire che non vorrei..cavolo non so spiegarmi meglio...
e la rabbia nasce forse di fronte a una persona che rappresenta l'autorità perchè segnati di quella confusione, di quel dover continuamente cercare di capire come comportarsi viene più facile prender posizione di contrasto, con altri invece che col genitore...
si capisce qualcosa oltre che sono confusa?manata.gif

Premetto che concordo con Soren, comunque volendo ampliare un po' inizierei col distinguere i messaggi ambivalenti (di cui abbiamo parlato in tread riguardanti la pubblicità... vederla anche da un altro lato può essere utile) dal volere fare due cose diverse.

Se devo (e quindi poi mi decido anche a volere) punire e voglio anche coccolare posso benissimo anche senza incasinare del tutto le percezioni del figlio. Mi basta fare una cosa alla volta. Magari stando bene attento che vengano anche percepite come cose distinte e che non si escludono a vicenda. Come dire che se ti punisco mica che poi non ti coccolo... anzi ottimo così capisci gli ambienti e i motivi diversi.
Certo è che se voglio coccolare perchè ho punito... come dire che altrimenti nn mi veniva la voglia di coccolarti... beh ci farei attenzione a sti meccanismi che, se percepiti, possono generare quegli scambi un po' morbosetti, tipo mi facio punire perchè così poi ho le coccole.
Punire non deve essere una cosa piacevole, anzi non deve non essere spiacevole. E va pure bene che si percepisca che preferirei non farlo. Lo faccio perchè è necessario per te, anche se adesso non lo vedi... anche questo è amore. Ma me ne devo assumere la responsabilità, anche del mio dispiacere, senza scaricare sul figlio la colpa del fatto che mi tocca punirlo... la sua unica pecca (non colpa) è il motivo della punizione, non il mio disagio. Come dire che posso anche fargli capire che preferirei non punirlo, ma trattengo le mie emozioni negative per sta cosa e non glielo sparo addosso. Se si ha da punire con rabbia meglio non punire... come diceva Uno è reprimere e non educare.

Gli atteggiamenti ambivalenti invece sono, come ben descrivi, quei messaggi il cui significato implicito è tutt'altro di quello esplicito (a volte lo nega proprio) e diventa manipolatorio quando il solo scopo di quello esplicito è nascondere l'altro.
L'esempio che fai è perfetto... ti dico vai pure ma te la faccio pagare dicendoti implicitamente che vorrei che restassi con me... ma la realtà è che vorrei tu restassi non per il tuo bene ma per il mio tornaconto.
La cosa può essere fatta apposta... e allora siamo nella maramalderia descritta da Uno nel tread sulla pnl (per andarci giù piano) o in maniera inconsapevole, quando siamo mossi da conflitti interiori che ci dominano. La fase intermedia è quando li vediamo ma continuano ad agire in certa misura... è il primo passo per uscire dalla seconda situazione.

dafne 06-11-2007 18.31.36

Citazione:

Originalmente inviato da soren (Messaggio 41753)
In generale la rabbia ha come base la sofferenza,come un po' tutto.Magari invece di rabbiaa si potrebbe parlare di ribellione,sarebbe da capire il perche'?A cosa si ribella?

ribellarsi ai genitori pare che sia un passo che si deve fare per conquistare la propria indipendenza, in modo più o meno drastico, se ho un buon rapporto esco di casa e basta se il rapporto è conflittuale invece facile che ne esco litigando...oppure esco di casa mi ribello ma non sono comunque indipendente perchè non ho superato...cosa? la dipendenza da loro?
in ogni caso nella ribellione io ci trovo la rabbia, come fai a ribellarti se non sei arrabbiata? o questo è un altro dei concetti che ho assorbito senza capirci nulla?
quale che sia il rapporto con mamma e papà, il loro equilibrio in casa, che cosa mi stacca da loro in maniera definitiva? cosa mi fa diventare adulta? e se non c'è equilibrio tra le due figure il distacco diventa più difficile perchè una parte di me non è egualmente equilibrata?
nonso.gif

turaz 06-11-2007 18.59.02

a mio avviso si ribella al fatto che viene "costretta" in spazi angusti.
ossia la ribellione nasce quando da espanso viene costretta a concentrarsi in un punto che diciamo così non è quello che si aspetta...

dafne 19-06-2009 23.49.51

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 41767)
Premetto che concordo con Soren, comunque volendo ampliare un po' inizierei col distinguere i messaggi ambivalenti (di cui abbiamo parlato in tread riguardanti la pubblicità... vederla anche da un altro lato può essere utile) dal volere fare due cose diverse.

Se devo (e quindi poi mi decido anche a volere) punire e voglio anche coccolare posso benissimo anche senza incasinare del tutto le percezioni del figlio. Mi basta fare una cosa alla volta. Magari stando bene attento che vengano anche percepite come cose distinte e che non si escludono a vicenda. Come dire che se ti punisco mica che poi non ti coccolo... anzi ottimo così capisci gli ambienti e i motivi diversi.
Certo è che se voglio coccolare perchè ho punito... come dire che altrimenti nn mi veniva la voglia di coccolarti... beh ci farei attenzione a sti meccanismi che, se percepiti, possono generare quegli scambi un po' morbosetti, tipo mi facio punire perchè così poi ho le coccole.
Punire non deve essere una cosa piacevole, anzi non deve non essere spiacevole. E va pure bene che si percepisca che preferirei non farlo. Lo faccio perchè è necessario per te, anche se adesso non lo vedi... anche questo è amore. Ma me ne devo assumere la responsabilità, anche del mio dispiacere, senza scaricare sul figlio la colpa del fatto che mi tocca punirlo... la sua unica pecca (non colpa) è il motivo della punizione, non il mio disagio. Come dire che posso anche fargli capire che preferirei non punirlo, ma trattengo le mie emozioni negative per sta cosa e non glielo sparo addosso. Se si ha da punire con rabbia meglio non punire... come diceva Uno è reprimere e non educare.

Gli atteggiamenti ambivalenti invece sono, come ben descrivi, quei messaggi il cui significato implicito è tutt'altro di quello esplicito (a volte lo nega proprio) e diventa manipolatorio quando il solo scopo di quello esplicito è nascondere l'altro.
L'esempio che fai è perfetto... ti dico vai pure ma te la faccio pagare dicendoti implicitamente che vorrei che restassi con me... ma la realtà è che vorrei tu restassi non per il tuo bene ma per il mio tornaconto.
La cosa può essere fatta apposta... e allora siamo nella maramalderia descritta da Uno nel tread sulla pnl (per andarci giù piano) o in maniera inconsapevole, quando siamo mossi da conflitti interiori che ci dominano. La fase intermedia è quando li vediamo ma continuano ad agire in certa misura... è il primo passo per uscire dalla seconda situazione.


Comincio a capire solo ora che cosa cercavi di farmi vedere, purtroppo inizio solo ma piuttosto di niente...la cosa curiosa è che quando mi trovo nella posizione di punire mi sento proprio fuori luogo (parte femminile che coccola, la chioccia giusto?) e invece di cambiare postazione (icon_mrgr: icon_mrgr: ) mi forzo e divento irascibile e rabbiosa.
Bon, credo che sia il lato maschile punitivo che ho assorbito.

Posso pensare che invece di riscoprire e conoscere il mio lato maschile vado a caccia di quello che ho assorbito scegliendo l'automatismo che mi pare più funzionale in quel momento?
(se grido, urlo, punisco facciamo in fretta, punizione e poi dopo coccola e a posto...nonono.gif )

leggo.gif

Carlotta 20-06-2009 12.16.20

Com'è possibile punire e contemporaneamente , o subito dopo, coccolare? Non ne sono mai stata capace. Quando mi infurio,ovviamente per dei motivi che ritengo importanti, vengo dominata dalla rabbia,perdo la razionalità, arrivo a pronunciare delle frasi delle quali poi mi pento,e, fintanto che non mi è passata, non mi sognerei mai di fare le coccole.:o :o


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