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la rabbia nasce a mio avviso come valvola di sfogo per via di una re-azione a una determinata situazione che in te ha causato uno "shock". da li come dici nasce la tua identificazione autorità=prepotenza sempre e cmq. (ho cercato di spiegarlo nella risposta a Uno) almeno secondo me |
dafne,io l'autorita' la intendo come darsi delle regole,e le regole fanno diventare auto-nomi(dal greco appunto capaci di darsi delle regole)quindi diventare indipendenti,ed e' questo che bisognerebbe imparare/insegnare.(Penso soprattutto a noi stessi prima che ai nostri (eventuali ed ipotetici per me)figli.
Perche' essere autonomi vuole anche dire essere liberi.Quindi la mancanza di autorita' e di regole,cosi' intesa',paradossalmente genera schiavitu' :) La liberta' e' una forma di disciplina,cantavano i CSI ;) |
diciamo che le due cose vanno di "pari passo".
è che come sempre la "via di mezzo" a mio avviso (equilibrio) rappresenta la "via maestra":)))) nel senso che anche dire "non mi do regole" in realtà è una "regola" più che darsele sta nel seguirle sapendole adattare ai contesti la capacità principale a mio avviso |
A napoli si dice "mazz e panell fann e figli bell"..ora diciamo che secondo me ciò non deve essere una giustificazione a confondere l'autorità con l'alzata di mani.
Il problema è che fino a due generazioni fa le cose erano mischiate e fuse. Dalle conseguenze di questo atteggiamento ne è nata una libertà diseducativa, un territorio troppo aperto dove tutto è il contrario di tutti. I manuali di psicopedagogia si buttano nel senso che ce ne sono una valanga. I genitori dovrebbero avere la coscienza e il buon senso (che paroloni) di trovare insieme un metodo educativo che non sia la riproduzione o l'antitesi di ciò che hanno subito o vissuto ma sia una giusta metabolizzazione di tutto ciò in virtù di un bambino che è diverso da loro. Io credo che anche se minimi ci devono essere dei ruoli in famiglia, altrimenti il bambino si sente o smarrito o se ne approfitta a dismisura. Ora ruolo non vuol dire mamma cucina, pulisce, fa le coccole e sgrida, da le medicine, papà paga, lavora e gioca anche se di fatto può accadere anche questo.Una reale conoscenza di sè stessi e dei proprio limiti però aiuterebbe a costruire il proprio ruolo nell'ambito familiare. Il mio compagno ed io ad esempio stiamo ancora cercando un reale equilibrio. Entrambi per le cose pratiche riusciamo ad essere intercambiabili (ma che lavoraccio abbiamo fatto) e ciascuno rispetto a nostro figlio riesce a vedere le proprie inclinazioni. Solo che non è tutto qui...non si esaurisce tutto così ma tutto si modifica con la crescita del proprio bambino e della relazione con lui. |
esattamente elle
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Ah grazie, perchè sto giro neanche la palla di vetro mi avrebbe salvato, perchè da:
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invece su questo Citazione:
Detto questo sia chiaro che molte persone con un solo genitore sono venute su meglio di altre con entrambi... è evidente che quell'unico genitore, assente o mancante ha almeno dal suo lato dato tutto ciò che poteva... perchè si parla di questo, non di supergenitori/supereroi. Edit: Sto parlando con Turi, purtroppo le citazioni funzionano bene, ma o faccio lo schiavo e vado dietro a chi ha molta fretta di dire la sua o dico qualcosa pure io |
Per quanto riguarda le regole, ritengo siano necessarie, il problema è capire come darle in che modo.
Prima si davano le regole e basta, oggi non si danno proprio, bisognerebbe imparare a darle e spiegarle dicono i manualoni......pare facilediavolo.g: Mia madre dava delle regole ad esempio ma spesso erano solo regole.....non so se mi sono spiegata. Mio padre era più malleabile...perchè suo padre era stato fin troppo autoritario....ma anche questo era circoscritto alle sue vicessitudini. Al momento sto leggendo i no che aiutano a crescere di Asha Phillips e mio figlio ha poco meno di un anno e mezzo....pare strano ma ha già bisogno di essere contenuto per certi versi....il problema mio è trovare un modo che non sia un domani una comunicazione di frustrazione causa di un divieto e di una regola non compresa. Però poi il tutto si deve inserire all'interno di una coppia...e poi all'interno della famiglia...e non è una cosa semplice........:sornione: |
E' per me troppo facile dire di fare una distinzione tra autorità e autorevolezza...
Con la prima si reprime, con la seconda si educa, la prima si può inventare, la seconda no, costa fatica ed impegno etc etc |
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(mi perdo troppo .....lo so($) ) |
beh amico uno diciamo che da un discorso individuale sono partito (integrazione) per parlare dell'integrazione a livello di coppia fatta (a mio parere) anche e soprattutto della conoscenza dei "punti forti" e "punti deboli" per aver chiaro il punto di partenza al fine di una crescita migliorativa per entrambi.
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per uno:
gli esempi delle donne stufe e del figlio sono identiche in un punto che sta nella re-azione "chiusa" legata spesso a non conoscenza (questo a mio parere) |
Beh amico Turi a mio parere sono partito dall'integrazione razziale per vedere se reagendo potevo risolvere le distorsioni che si vivono quando non si è nell'aion. Tu stesso dici sempre che bisogna fare il dentro come il fuori, mi insegni che quando la coppia scoppia è perchè non è diventata un tutt'uno, e lasciamelo dire: siamo tutti uno/tutt'uno. Questo a mio modo di vedere, ma tu sai che le cose stanno così.
Per turi: l'esempio delle donne caminetto sono uguali ai padri divano, sono legate alla re-azione inconsapevole legata spesso a non conoscenza ma qualche volta. Quindi per concludere, facciamo una proposta di legge: che si sposino solo i gemelli omozigotici. Viva Aion abbasso quelli diversi, un paese libero per la libera fotocopiatura. Questo è solo un mio parere. prima che qualcuno mi prenda sul serio, sto scherzando |
:)))) divertente :))))
ma non hai considerato che Antani con la sbidiguda solitamente saltella sul dente ambivalente :))) |
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Come hai ben detto, l'autorevolezza non si inventa ma si acquista con fatica ed impegno e quindi con tanto lavoro. Posto che non si inventa e che per quanto ci si possa impegnare questa non si materializza all'occorrenza , per quella che è stata e che purtroppo ancora è la mia esperienza , occorrerebbe forse puntualizzare che non è propriamente qualcosa sulla quale si può tranquillamente cominciare a lavorare quando ti si presenta la necessità > diventare genitori.....Fin che i figli non ci sono , per molte coppie restano concetti astratti sui quali magari disquisire chiaccherando con altre coppie che i figli già li hanno, o parlando delle proprie esperienze come figli in relazione ai rispettivi genitori , ma è quando scendi in campo che ti si pone davanti e a caratteri cubitali questa AUTOREVOLEZZA. |
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e la rabbia nasce forse di fronte a una persona che rappresenta l'autorità perchè segnati di quella confusione, di quel dover continuamente cercare di capire come comportarsi viene più facile prender posizione di contrasto, con altri invece che col genitore... si capisce qualcosa oltre che sono confusa?manata.gif |
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Il mio era cmq un discorso generico con spunti dal mio percorso,effettivamente non so se per tutti sia cosi'. Citazione:
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Pero' cosi' il discorso si fa personale ed io non mi sento in grado.. ciao |
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dovresti lavorarci tutti i giorni mica solo quando gli "eventi" ti "capitano":)))) ma sicuramente non è così facile a farsi. |
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Ma siccome ormai sono in ballo cercherò di ballare meglio che posso e non mi sto difendendo, so che ho da lavorare cercando di fare il meglio che posso per me per lui e per noi come famiglia. Direi che una ricerca costante di equilibrio. Perchè come si è detto prima se ad esempio si hanno le regole ma poi si è troppo drastici nell'applicarle ci si ritrova cmq sbilanciati ed è in questo caso che secondo me può intervenire il partner( o chi per esso) a controbilanciare la situazione. Io la vedo come un movimento a due che va ad incidere sul terzo.nonso.gif fiori.gif |
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Se devo (e quindi poi mi decido anche a volere) punire e voglio anche coccolare posso benissimo anche senza incasinare del tutto le percezioni del figlio. Mi basta fare una cosa alla volta. Magari stando bene attento che vengano anche percepite come cose distinte e che non si escludono a vicenda. Come dire che se ti punisco mica che poi non ti coccolo... anzi ottimo così capisci gli ambienti e i motivi diversi. Certo è che se voglio coccolare perchè ho punito... come dire che altrimenti nn mi veniva la voglia di coccolarti... beh ci farei attenzione a sti meccanismi che, se percepiti, possono generare quegli scambi un po' morbosetti, tipo mi facio punire perchè così poi ho le coccole. Punire non deve essere una cosa piacevole, anzi non deve non essere spiacevole. E va pure bene che si percepisca che preferirei non farlo. Lo faccio perchè è necessario per te, anche se adesso non lo vedi... anche questo è amore. Ma me ne devo assumere la responsabilità, anche del mio dispiacere, senza scaricare sul figlio la colpa del fatto che mi tocca punirlo... la sua unica pecca (non colpa) è il motivo della punizione, non il mio disagio. Come dire che posso anche fargli capire che preferirei non punirlo, ma trattengo le mie emozioni negative per sta cosa e non glielo sparo addosso. Se si ha da punire con rabbia meglio non punire... come diceva Uno è reprimere e non educare. Gli atteggiamenti ambivalenti invece sono, come ben descrivi, quei messaggi il cui significato implicito è tutt'altro di quello esplicito (a volte lo nega proprio) e diventa manipolatorio quando il solo scopo di quello esplicito è nascondere l'altro. L'esempio che fai è perfetto... ti dico vai pure ma te la faccio pagare dicendoti implicitamente che vorrei che restassi con me... ma la realtà è che vorrei tu restassi non per il tuo bene ma per il mio tornaconto. La cosa può essere fatta apposta... e allora siamo nella maramalderia descritta da Uno nel tread sulla pnl (per andarci giù piano) o in maniera inconsapevole, quando siamo mossi da conflitti interiori che ci dominano. La fase intermedia è quando li vediamo ma continuano ad agire in certa misura... è il primo passo per uscire dalla seconda situazione. |
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in ogni caso nella ribellione io ci trovo la rabbia, come fai a ribellarti se non sei arrabbiata? o questo è un altro dei concetti che ho assorbito senza capirci nulla? quale che sia il rapporto con mamma e papà, il loro equilibrio in casa, che cosa mi stacca da loro in maniera definitiva? cosa mi fa diventare adulta? e se non c'è equilibrio tra le due figure il distacco diventa più difficile perchè una parte di me non è egualmente equilibrata? nonso.gif |
a mio avviso si ribella al fatto che viene "costretta" in spazi angusti.
ossia la ribellione nasce quando da espanso viene costretta a concentrarsi in un punto che diciamo così non è quello che si aspetta... |
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Comincio a capire solo ora che cosa cercavi di farmi vedere, purtroppo inizio solo ma piuttosto di niente...la cosa curiosa è che quando mi trovo nella posizione di punire mi sento proprio fuori luogo (parte femminile che coccola, la chioccia giusto?) e invece di cambiare postazione (icon_mrgr: icon_mrgr: ) mi forzo e divento irascibile e rabbiosa. Bon, credo che sia il lato maschile punitivo che ho assorbito. Posso pensare che invece di riscoprire e conoscere il mio lato maschile vado a caccia di quello che ho assorbito scegliendo l'automatismo che mi pare più funzionale in quel momento? (se grido, urlo, punisco facciamo in fretta, punizione e poi dopo coccola e a posto...nonono.gif ) leggo.gif |
Com'è possibile punire e contemporaneamente , o subito dopo, coccolare? Non ne sono mai stata capace. Quando mi infurio,ovviamente per dei motivi che ritengo importanti, vengo dominata dalla rabbia,perdo la razionalità, arrivo a pronunciare delle frasi delle quali poi mi pento,e, fintanto che non mi è passata, non mi sognerei mai di fare le coccole.:o :o
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