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dafne 08-05-2008 20.41.28

piango.gif piango.gif ma che belle cose scrivete, bellissimi comcetti ma..mi sono persa a metà del primo intervento di Kael
chiedo venia
ho riprovato a fare l'esercizio del braccio, sisi, nel primo caso ho contratto i muscoli, non ho quasi neanche pensato, nel secondo ho sentito il braccio, ho sentito la pressione e tutto ha rallentato di molto..ehm..non si può muoversi così...anche se mi ha ricordato un pò il TA, quando riuscivo a scaldare i piedi e percepivo il corpo in modo diverso..bon, anche il concetto di brama assomiglia alla pompa che si alza come un serpente, è altrettanto sfuggevole icon_mrgr: ma se per brama intediamo un fare perchè bisogna quindi non sostenuto da una reale volontà forse lo scopo di questa brama è mantenere il movimento si, ma se dici che è questo, come la curiosità il suo scopo ma c'è dell'altro...forse che la brama sia il mezzo per cui ci mettiamo nelle situazioni più favorevoli per svegliarci?
icon_mrgr: dai,è da un pò che non faccio minestroni...:@@

Uno 08-05-2008 23.56.29

Mi avrete letto parecchie volte scrivere che ci accorgiamo di avere un braccio quando ci fa male... è una cosa simile in questo discorso, se non avessimo avuto la brama non avremmo potuto distinguere quello che siamo dal tutto, cioè diventare individui (seppur con la lettera minuscola ed embrionali).
Se facciamo il giochino del braccio ora ci accorgiamo che c'è qualcosa di diverso perchè normalmente siamo abituati a muoverci con la forza bruta, ma se fossimo nati con quello che potremmo definire movimento fluido, non avremmo mai potuto prendere coscienza dell'io. Il tutto è legato alla conoscenza e caduta (il serpente, la mela etc...)
Facendo invece il passaggio completo, riuscendo a terminarlo si scende e ci si identifica per prendere coscienza prima e consapevolezza poi in modo da poter essere individui ma anche ritornare ad usare la Volontà.
Senza un io anche avendo la Volontà come la usiamo? D'altro canto se rimaniamo identificati con l'io non usiamo lo stesso la Volontà.
In sintesi la brama (o il controllo di essa) ci divide permettendoci così di vivere (simile a ciò che ha scritto Ray, ma una piccola differenza c'è), lo sforzo che facciamo (o che dovremmo fare) per riunirci ci permette di essere Individui con la i maiuscola.

Sono cosciente che non ho tanto semplificato, qualcosa non sarà chiaro, magari proviamo insieme a renderlo più chiaro.

Ray 09-05-2008 00.30.23

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 53075)
Si, anch'io credo che ci permetta di vivere nonostante il fatto che siamo divisi.

Siamo divisi e scollegati dal resto, questo ci da l'iniziale percezione di noi, ma la forza vitale restrebbe non incanalata. Invece ci muoviamo verso l'altro-da-noi, l'identificazione produce la brama, e il movimento che compèiamo crea il risucchio che fa muovere la forza vitale.

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 53102)
In sintesi la brama (o il controllo di essa) ci divide permettendoci così di vivere (simile a ciò che ha scritto Ray, ma una piccola differenza c'è), lo sforzo che facciamo (o che dovremmo fare) per riunirci ci permette di essere Individui con la i maiuscola.

Sono cosciente che non ho tanto semplificato, qualcosa non sarà chiaro, magari proviamo insieme a renderlo più chiaro.

Scusa, non ho capito. Tu dici che la differenza è minima, a me pare enorme.
Io vedevo che siamo divisi (per la caduta) e che la percezione che ne deriva ci identifichiamo in ciò verso cui il desiderio si incanala producendo la brama.
Invece tu dici che è la brama che ci divide, quindi prima della brama non c'era divisione. Ma se non c'è divisione come può esserci brama?
D'altra parte anche il mio modo di vedere la cosa non sta in piedi... come possiamo dividerci senza brama?

Però temo che così mi perdo nella questione dell'uovo e della gallina e invece forse non sono così connessi, divisione e brama. Forse è necessario distinguere tra divisione al nostro interno e tra noi e il resto... per come la vedevo io prima percepiamo la divisione tra noi e il resto (altro-da-noi) che da un certo punto di vista è illusoria, e poi nasce la brama che aiuta a dividerci al nostro interno (classificazione di parti di me nell'insieme altro-da-me). Certo è che se sono staccato dal resto (esterno) ma non ancora diviso si tratta di un attimo (fuggente) prima che mi divido al mio interno... così come quando mi riunisco all'interno è un attimo al sentire il collegamento col Mondo (in quell'attimo la Solitudine)... attimo che sfugge.
Se poi consideriamo la non sostanziale differenza tra esterno e interno allora si che mi perdo del tutto... forse la chiave sta in quel che hai messo tra parentesi (il controllo della brama) ma si, mi hai incasinato... nonso.gif

Kael 09-05-2008 09.32.33

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 53105)
Scusa, non ho capito. Tu dici che la differenza è minima, a me pare enorme.
Io vedevo che siamo divisi (per la caduta) e che la percezione che ne deriva ci identifichiamo in ciò verso cui il desiderio si incanala producendo la brama.
Invece tu dici che è la brama che ci divide, quindi prima della brama non c'era divisione. Ma se non c'è divisione come può esserci brama?
D'altra parte anche il mio modo di vedere la cosa non sta in piedi... come possiamo dividerci senza brama?

Anch'io mi sono fatto la tua stessa domanda, poi riflettendoci mi sono reso conto che originariamente solo nella materia c'è divisione (e sempre ci sarà), quindi è la brama che nasce da questa materia a dividerci poi anche all'interno... La "caduta" simboleggia proprio questa divisione una volta entrati nella materia. Infatti ripetendo ancora l'esercizio del braccio la sensazione è proprio quella che il braccio non sia il mio.... lo osservo, si muove, ma non è "mio".

Quindi siccome la materia è divisa ma lo Spirito no, inizialmente chiunque deve passare per la brama. Chiunque cerca infatti di possedere il resto perchè non riesce a capacitarsi di trovarsi in questa "divisione", e così facendo non fa altro che alimentare tale divisione prendendo piano piano coscienza dell'io. E' la brama che ci divide, brama però che scaturisce da una divisione preesistente (e immutabile) nella materia...

stella 09-05-2008 17.05.57

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 53106)
La "caduta" simboleggia proprio questa divisione una volta entrati nella materia. Infatti ripetendo ancora l'esercizio del braccio la sensazione è proprio quella che il braccio non sia il mio.... lo osservo, si muove, ma non è "mio".

Questo l'ho notato anch'io, ma non sono mai riuscita a spiegarmelo, è come se fosse una dissociazione, so che sono io a muovere il braccio anche se il braccio mi sembra altro diverso da me...
Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 53106)
Quindi siccome la materia è divisa ma lo Spirito no, inizialmente chiunque deve passare per la brama. Chiunque cerca infatti di possedere il resto perchè non riesce a capacitarsi di trovarsi in questa "divisione", e così facendo non fa altro che alimentare tale divisione prendendo piano piano coscienza dell'io. E' la brama che ci divide, brama però che scaturisce da una divisione preesistente (e immutabile) nella materia...

Se io non avessi quella brama, sarei solo "spirito" ma se non mi muovo verso l'esterno da me, non sarei viva nel senso di respirare muovermi ecc. e non potrei fare nessuna esperienza nel mondo materiale....

Uno 10-05-2008 10.44.53

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 53105)
Ma se non c'è divisione come può esserci brama?

Mi sembrava che vi fosse chiaro da quello che avete scritto sopra a parte l'inversione dei termini tra la tua e la mia definizione.
E' corretto quello che ha scritto Kael, in origine c'è solo lo Spirito e materia informe (potremmo dire che non c'è una reale distinzione ma un lungo sfumarsi, ma ora non ci interessa) quanto più lo Spirito riesce ad incarnarsi tanto più deve usare la brama per dividersi, come ho detto sopra, proprio per vivere.
L'illusione della divisione (illusione perchè non ci sono confini netti tra noi e gli altri, ma allo stesso tempo è una realtà, un paradosso in sostanza) ci permette di sperimentare.
Provo a sviscerare meglio la cosa della brama per dividersi:
facciamo un esempio/esperimento, chiudi la mano a pugno stretto, molto stretto (e fermo). Non riuscirai a distinguere un dito dall'altro, intendo anche sensorialmente... ma pure visivamente vedrai la mano, dovresti proprio fare uno sforzo mentale per distinguere le dita, sforzo basato sul ricordo. Nel momento in cui vuoi prendere un oggetto, vuoi toccare un oggetto, sei costretto ad aprire la mano, nel tastare un oggetto la via più spontanea è passare i polpastrelli sulla superficie di questo. Se ogni dito ha la stessa percezione perchè passiamo la mano aperta con tutte le dita sulla superficie? Potremmo passare solo l'indice per esempio. No usiamo tutte (o più possibile a seconda dei casi) le dita perchè questo ci da il senso delle proporzioni. Il voler esperire, saggiare, tastare la vita, (e ciò che va dall'alto verso il basso è brama) la vita costringe lo Spirito in tutti i suoi piani, compreso il nostro, a dividersi.

Per carità, sono discorsi apparentemente semplici, solo apparentemente, quindi non lo ritengo concluso, ma spero che si riesca a capire un pò meglio.

Ray 10-05-2008 15.18.00

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 53132)
Mi sembrava che vi fosse chiaro da quello che avete scritto sopra a parte l'inversione dei termini tra la tua e la mia definizione.
E' corretto quello che ha scritto Kael, in origine c'è solo lo Spirito e materia informe (potremmo dire che non c'è una reale distinzione ma un lungo sfumarsi, ma ora non ci interessa) quanto più lo Spirito riesce ad incarnarsi tanto più deve usare la brama per dividersi, come ho detto sopra, proprio per vivere.
L'illusione della divisione (illusione perchè non ci sono confini netti tra noi e gli altri, ma allo stesso tempo è una realtà, un paradosso in sostanza) ci permette di sperimentare.
Provo a sviscerare meglio la cosa della brama per dividersi:
facciamo un esempio/esperimento, chiudi la mano a pugno stretto, molto stretto (e fermo). Non riuscirai a distinguere un dito dall'altro, intendo anche sensorialmente... ma pure visivamente vedrai la mano, dovresti proprio fare uno sforzo mentale per distinguere le dita, sforzo basato sul ricordo. Nel momento in cui vuoi prendere un oggetto, vuoi toccare un oggetto, sei costretto ad aprire la mano, nel tastare un oggetto la via più spontanea è passare i polpastrelli sulla superficie di questo. Se ogni dito ha la stessa percezione perchè passiamo la mano aperta con tutte le dita sulla superficie? Potremmo passare solo l'indice per esempio. No usiamo tutte (o più possibile a seconda dei casi) le dita perchè questo ci da il senso delle proporzioni. Il voler esperire, saggiare, tastare la vita, (e ciò che va dall'alto verso il basso è brama) la vita costringe lo Spirito in tutti i suoi piani, compreso il nostro, a dividersi.

Per carità, sono discorsi apparentemente semplici, solo apparentemente, quindi non lo ritengo concluso, ma spero che si riesca a capire un pò meglio.

Ah ok, si ho capito credo... era circa come avevo detto all'inizio. Alla fin fine divisione e brama sono intrinsecamente legati, forse diversi aspetti della stessa cosa, mi ero perso con i termini al contrario perchè comunque no ho ancora "in mano" la questione.

Kael 10-05-2008 23.22.19

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 53132)
Il voler esperire, saggiare, tastare la vita, (e ciò che va dall'alto verso il basso è brama) la vita costringe lo Spirito in tutti i suoi piani, compreso il nostro, a dividersi.

Quindi non è negativa in sè, bisogna però avere coscienza di quello che si sta facendo...
Se da una parte però la brama divide, dall'altra continua anche a mantenere divisi. Quindi se qualcuno volesse intraprendere il cammino inverso (posto che abbia trovato quell'identità che la brama dovrebbe sviluppare, prendere cioè coscienza dell'io) dovrebbe iniziare a "riunificarsi"... Nell'esercizio del braccio ad esempio, se la condizione normale è quella in cui lo muoviamo solamente opponendoci alla forza di gravità (quindi divisi dal resto), senza metterci brama sperimentiamo invece uno stato di unione con la "Forza", e tale unione fa sì che il braccio non sembri nemmeno il nostro. Ma come dicevi tu, dopo essere passati per la brama e quindi per la divisione, con uno "sfrorzo basato sul ricordo" abbiamo sempre la possibilità di ricordare che il braccio è il nostro...

Ray 14-05-2008 23.54.54

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 52836)
Quando la brama cala, o si annulla, cosa resta? Resta l'inerzia. Resta il vuoto, il non movimento... e ci si rende conto che facevamo qualsiasi cosa per brama, anche respirare.

Dopo la brama, se si vuole fare qualcosa, serve volontà. Qualsiasi cosa, anche respirare. Bisogna ricordarsene e fare o sforzo corrispondente. Capita di rendersi conto che determinate azioni, come andare a lavorare o anche altro di meno complesso, siano necessarie, che vadano fatte, ma di non avere alcuna spinta a farle... o le facciamo davvero, le facciamo Noi, o non vengono più fatte... come prima, che si facevano da sole.

Riprendo da questo pezzo per dire una cosa su cui ragionavo e che da un po' mi assilla. Volevo ritirare su "il senso della vita" ma è connesso forse maggiormanete a questo discorso, quindi continuo qua.

La mia esperienza in merito al calo della brama si è accompagnata ad una perdita di senso... o meglio, ad una sensazone che le cose non avessero senso. Le cose che facevo prima per brama, che la brama faceva per me.
Da qui l'inerzia o perlomeno il permanere e lo stratificarsi di essa.

Poco nulla ha senso e quindi poco o nulla mi vien di fare e per mettere volontà, sempre con una paura esagerata che riappaia labrama maggiore di prima, serve uno sforzo enorme... sospetto molto maggiore di quel che è in realtà... da cui un calo spaventoso di energie, una dissipazione, una dispersione.

Il trucco della mente che ho pizzicato a furia di lambiccarmici (sprecando), per quanto banale e già noto (ma solo dalla mente, mai vissuto prima davvero) è il seguente: la mente vuole il senso PRIMA di fare, sennò cerca di non fare, ma la realtà è che il senso si scopre DOPO aver fatto quel che "la vita" (o inconscio, o Io o quel che volete) ci ha messo innanzi a fare.

In realtà non ho capito sta cosa lambiccandomi, ma condividendo la questione con chi come me Cerca... da cui la metto qui per esplorarla con tutti voi, se volete.

Quando facciamo per brama abbiamo sempre una meta, per quanto banale possa essare, come il divertirsi, ma spesso è "importantissimissima" come il raggiungere il successo, o guadagnare o quel che è.
Quando cala la brama queste mete perdono di importanza e ci sembra che le azioni corrispondenti perdano di senso.

Non è così... meta e senso son due cose diverse... le mete sono esterne, il senso intrinseco... le mete ci sono prima il fare, il senso si produce facendo.
Quindi "fare per fare" prima di sapere, produrrà il senso che sapremo dopo... e che forse, dall'altra parte, dalla parte di chi ci mette li le cose da fare (Io) esiste già, anzi esiste "sempre".

Ma per "fare per fare", con il senso ancora da scoprire, occorre fidarsi... magari in quella provvidenza di cui parlavamo in altro tread, ma occorre fidarsi... aver fede in Noi, smettendo di dubitare come facciamo sempre noi.

Grey Owl 15-05-2008 16.21.44

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 53132)
E' corretto quello che ha scritto Kael, in origine c'è solo lo Spirito e materia informe (potremmo dire che non c'è una reale distinzione ma un lungo sfumarsi, ma ora non ci interessa) quanto più lo Spirito riesce ad incarnarsi tanto più deve usare la brama per dividersi, come ho detto sopra, proprio per vivere.
L'illusione della divisione (illusione perchè non ci sono confini netti tra noi e gli altri, ma allo stesso tempo è una realtà, un paradosso in sostanza) ci permette di sperimentare.

La frase nerettata mi ha chiarito il rapporto tra brama e volonta', come si diceva piu' su', se non avessimo la brama non sapremmo distinguere quello che siamo dal tutto.
Quote:

Il voler esperire, saggiare, tastare la vita, (e ciò che va dall'alto verso il basso è brama) la vita costringe lo Spirito in tutti i suoi piani, compreso il nostro, a dividersi.
Attraverso la brama prendo coscienza dell'io e mediante un Lavoro a ritroso unifico quello che e' diviso per divenire un Individuo.

dafne 16-05-2008 00.13.40

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 53302)
.

Il trucco della mente che ho pizzicato a furia di lambiccarmici (sprecando), per quanto banale e già noto (ma solo dalla mente, mai vissuto prima davvero) è il seguente: la mente vuole il senso PRIMA di fare, sennò cerca di non fare, ma la realtà è che il senso si scopre DOPO aver fatto quel che "la vita" (o inconscio, o Io o quel che volete) ci ha messo innanzi a fare.



Quando facciamo per brama abbiamo sempre una meta, per quanto banale possa essare, come il divertirsi, ma spesso è "importantissimissima" come il raggiungere il successo, o guadagnare o quel che è.
Quando cala la brama queste mete perdono di importanza e ci sembra che le azioni corrispondenti perdano di senso.

Non è così... meta e senso son due cose diverse... le mete sono esterne, il senso intrinseco... le mete ci sono prima il fare, il senso si produce facendo.
Quindi "fare per fare" prima di sapere, produrrà il senso che sapremo dopo... e che forse, dall'altra parte, dalla parte di chi ci mette li le cose da fare (Io) esiste già, anzi esiste "sempre".

Ma per "fare per fare", con il senso ancora da scoprire, occorre fidarsi... magari in quella provvidenza di cui parlavamo in altro tread, ma occorre fidarsi... aver fede in Noi, smettendo di dubitare come facciamo sempre noi.


piango.gif la mente ha bisogno di sapere il senso prima di fare, mi ha ipnotizzato per qualche secondo questa frase...è proprio così, si, devo capire, comprendere per valutare e decidere.
Tranne nei periodi in cui sono davvero felice dove serenamente faccio e ancora più serenamente aspoetto che le cose accadano.
Momenti troppo rari, veri momenti appartenenza a un mondo che non è al di fuori ma dentro.
Devo rileggere con calma tutto il resto (anche perchè, curiosamente, lo sguardo scivola via veloce sulle righe come se non volesse leggerle diavolo.g: ) ma mi viene in mente il tuo giochino dei perchè, quell'ascensore e la targhetta da leggere, la necessità di occupare la mente, di non annoiarsi, di tenere la mente ben salda e sicura, padrona della situazione e del film che proietta...
Rileggo rileggo ma non posso fare a meno di pensare, adesso, che la mente è tutto ciò che, in un certo senso, per rapportarmi con l'esterno, è il mio interagire con quanto ho attorno, ad un certo punto è possibile che tale strumento diventi talmente importante da non essere più guidato ma guidare? E non posso dubitare della mente perchè metterei in dubbio con essa l'esistenza stessa che vivo e quindi rischierei, in un certo senso, di morire....La mente è me e quindi di me mi posso fidare, possiamo anche dire che come le leggi di causa effetto che normalmente vivo è razionale e logica mentre credere in una Provvidenza esterna e sconosciuta e, agli occhi della mente,(perchè comunque li vado a cercare le informazioni) totalmente irrazionale è follia.
Si mi stò incartando ma dovevo scrivere, seppur in modo caotico queste cose per dormirci su e rivederle con calma (prima che la mente le cataloghi come spazzatura e le getti diavolo.g: )
Ancora, se poco ha senso e poco è "utile" e se io non consumassi quantitativi esagerati di energia nel costringermi a volere qualcosa pur di muovermi, di non cadere nell'apatia, dove dovrei mettere l'energia? O meglio ancora, realizzo che poche cose hanno senso e mi cala l'energia, la reazione, giustamente di Ray è stata di forza obbligandosi in un certo senso a fare.
Ma cosa? Se seguissimo un ipotetico filo già steso la giusta canalizzazione della nostra attenzione dovrebbe farci camminare in torrenti di energia..
mah, l'ora è troppo tarda e già troppe cose sono venute a galla stasera, vado a dormire augurandomi che la notte mi sia, come spesso accade, saggia compagna.
Grazie per aver condiviso questo passaggio Rey abbraccio:


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