Ermopoli

Ermopoli (https://ermopoli.it/portale/index.php)
-   Psicologia moderna e antica (https://ermopoli.it/portale/forumdisplay.php?f=20)
-   -   Aspettative (https://ermopoli.it/portale/showthread.php?t=956)

Era 31-08-2005 13.18.15

Aspettative
 
ne abbiamo già parlato?
forse in termini diversi non ricordo......

mi sa tanto che più si nutrono aspettative
più si resta delusi......
l' aspettativa fa si che si arzigogoli su una situazione
accentuando i lati che più ci aggradano...
fantasticando...progettando...desiderando...
con questi presupposti ...non si sarà mai soddisfatti....

c'è poi l' altra aspettativa......
qualcosa non va...mi chiudo nel mio fare scontroso
e mi aspetto che l' altro/a comprenda cosa succede....
e ancora una... la peggiore secondo me.....
tutto o quasi va storto....non so come venirne fuori...
è mi aspetto (magari inconsciamente) che qualcuno
raddrizzi la mia vita....

azz ste aspettative che rovina che sono manata.gif
che ne pensate?

Ray 31-08-2005 14.22.17

Concordo pienamente. L'aspettativa, in genere, la possiamo definire come la pretesa-richiesta (implicita o meno) che la realtà o gli altri siano come noi li vorremmo e non come realmente sono. Questo implica un certo rifiuto della stessa realtà che deriva dalla mancata capacità-voglia di reggerla. E' evidente che il problema sta tutto in chi si costruisce aspettative e niente in chi, consapevolmente o meno, non le soddisfa. Ovvero se mi capita di sentirmi "deluso" significa che prima devo per forza essermi "illuso", suo esatto contrario.

Si può approfondire:
accettare la realtà esterna implica una preventiva accettazione di quella interna, cioè io posso "reggere" le diversità altrui se mi conosco e mi accetto come sono (unica condizione dalla quale posso operare veri cambiamenti). Infatti si tende a non tollerare negli altri proprio ciò che non ci piace o temiamo di noi stessi, questo quando gli altri in qualche modo ce lo mostrano (ad es. i gelosi temono il loro desiderio di tradimento e non quello del partner, che magari non sussiste neanche).
Se così non fosse la constatazione dell'altrui caratteristica non provocherebbe un vissuto emotivo negativo persistente, ma al massimo una non condivisione.

Bell'argomento Era... fiori.gif fiori.gif
utile anche...

pluto 31-08-2005 20.09.27

è veramente un bell'argomento Era.....condivido ciò che dici e condivido anche ciò che dice Ray :C: sì è proprio un bell'argomento.....non bisogna avere aspettative sugli altri e se si hanno problemi bisogna abituarsi a decidere, anche cose drastiche, ma decidere noi stessi...questo implica necessariamente avere una buon armonia con noi stessi con il nostro io....l'illusione che gli altri ci capiscano al volo.....o meglio indovinino i nostri pensieri...non esiste...... :C:

Kael 01-09-2005 10.58.56

Già la parola stessa denota la passività dell'azione: aspettare.
Aspettare cosa?
Aspettare che gli altri facciano come noi vogliamo?

Non conosco l'etimologia della parola, ma credo rimandi all'idea di "aspettare ad avere un certo tipo di vissuto interiore/sentimento" che potrà essere buono se le cose vanno come vogliamo noi, e cattivo se non vanno come vogliamo noi. Fintanto che non succede nulla, si aspetta.

L'esatto contrario di un atteggiamento che dovrebbe invece porci al di sopra delle cose, liberandocene in una certa misura, e diventando indipendenti. Ma se i miei stati emotivi interni dipendono dagli avvenimenti esterni, come faccio a dire di essere davvero libero?
E' il 'fuori' che deve condizionare il 'dentro', o dovrebbe casomai essere il contrario?

Come dice Ray, se sono in grado di accettare la realtà per quello che è, non ho bisogno di aspettare un ipotetico cambiamento, poichè la mia condizione è già un sentimento di accettazione incondizionata verso tutti/o.

Ray 01-09-2005 12.42.35

l'etimologia di aspettare viene da "ad-spicio" da cui anche auspicio, che contiene nel significato qualcosa legato alla "speranza". Quindi aspettare è propriamente attendere che si verifichi ciò che abbiamo previsto-sperato-preteso. Quindi è un attendere collegato ad un sentimento verso ciò che si attende, a differenza della semplice attesa che è volta a "scoprire" ciò che verrà.
A conferma di ciò che dice Kael

jezebelius 01-09-2005 15.24.19

bacini.gif Scusatemi, credo di non comprendere a pieno....!
blink.gif Dite che la semplice " aspettativa " denota una passività - che si estrinseca in una inattività - mentre l'" attesa " rivela una attività che si muove verso la scoperta, quindi in questo caso si puo parlare di Attività non passiva? manata.gif
martello.: martello.: martello.: martello.:

seleparina 01-09-2005 20.19.50

Ecco, meno male che hai chiesto tu Jez :sornione:

Ray 02-09-2005 11.29.03

Non mi sono espresso bene e ho causato una serie di dubbi. Sorry.

Mi riferivo solo all'etimologia della parola, in risposta a Kael, cercando di specificare meglio il concetto di aspettativa. Ho dovuto usare "attesa" per non ripetermi, anche se c'è una differenza reale di significato. Il tutto però ci ha portato fuori strada. Credo che Era volesse parlare delle aspettative nel senso psicologico del termine e, soprattutto dei loro deleteri effetti sull' equilibrio psichico.

Più che attivo-passivo e più che una faccenda temporale, la differenza che possiamo considerare tra "attesa" e "aspettativa" riguarda l'atteggiamento interiore che le denotano. Quando attendo non mi aspetto nulla, quindi non richiedo in alcun modo che gli altri o la realtà siano in un determinato modo (a me favorevole) ma "lascio" che siano come vogliono. L'attegiamento contrario, cioè la pretesa-richiesta che il mondo e le persone si adeguino alle mie aspettative (bisogni nel senso di dipendenze) deriva dalla incapacità/difficoltà di gestire il vissuto interiore relativo al fatto che, per esempio, gli altri non siano adatti/disponibili a fare da "supporto" alle mie inadeguatezze.

Quindi nel "stare a vedere" cosa succede continuo a prefigurarmi/augurarmi che le cose vadano in un certo modo, pre-costruendo e soprattutto pre-vivendo una realtà solo mia alla quale poi confronterò quella esterna, giudicandola in base a quanto assomiglia alla prima.

Va da se che un simile atteggiamento scarica sulla realtà e sugli altri la responsabilità delle mie inadeguatezze, che invece è solo mia. La realtà, lungi dal decidere di volta in volta se accontentarmi o no, si limita ad essere.

Aggiungo che la realtà si limita ad essere come noi l'abbiamo prodotta, nel senso di indirizzata. Quindi si può dire che, alla fin fine, i "delusi" provocano loro stessi, più o meno consciamente, la delusione delle loro aspettative. Questo fatto però, che a loro quasi sempre pare negativo perchè foriero di sofferenza, è l'esatto opposto e cioò il momento in cui possono essere maggiormente coscienti delle loro difficoltà e muovere per migliorarsi.

jezebelius 02-09-2005 16.07.53

Non avresti saputo spiegarlo con parole migliori...Ray..... fiori.gif
Grazie :C:

Era 02-09-2005 17.39.13

troppi malintesi e delusioni....

in effetti bisognerebbe chiedersi...perchè?
perchè metto la mia vita nelle mani altrui?
perchè cio che l' altro fa mi deve limitare?
perchè sono triste...deluso...infelice se
l' altro non mi da ciò che mi serve?
qui sta il punto....guardare l' altro come responsabile
di ciò che mi accade....

non posso e non devo pretendere che da "fuori"
arrivi la mia serenità.....
l' unica aspettativa è nei miei confronti...
prendendo le mie responsabilità...i patemi....eccecc.
e modificare il mio essere "dipendente"...
e diventare un essere libero.....
si l' aspettativa/dipendenza è schiavitù....

Uno 06-09-2005 12.15.51

Retta o Cerchio?
 
Paradosso..... aspettare un risultato provocato... o aspettare un risultato "casuale"?
Nel senso che utilizzando la stessa parola possiamo dare due valenze al discorso... e raffigurarla come retta o cerchio.... se aspettiamo un risultato che dipende solo da altri è una retta anzi un punto su una retta, se aspettiamo ciò che contribuiamo (non dobbiamo mai dimenticare di non essere soli e dover giocare sugli equilibri) a creare è un cerchio... aspettiamo ma allo stesso tempo ci muoviamo, agiamo per cui siamo l'inzio dell'aspettativa ma anche la sua fine...
So di non essermi espresso in maniera chiara (magari è uno spunto per qualcuno per espandere) ma adesso non arrivo ad altro.

Ray 06-09-2005 12.34.41

Riferimento: Retta o Cerchio?
 
domanda-riflessione:
è possibile che un evento-risultato, una cosa qualsiasi, dipenda SOLO dagli altri? Ovvero, se io non centro per nulla con la produzione dell'evento significa che sono totalmente separato da esso, che non mi ci collego in nessun modo (due universi separati). E allora, come può questo evento anche solo riguardarmi? Figuriamoci poi coinvolgermi?
Possono due universi essere DEL TUTTO separati in un certo tempo e POI collegarsi?
Esistono due manifestazioni completamente separate le une dalle altre? E se ci sono, come faccio a saperlo?

...non so se è chiaro... a quest'ora sproloquio sempre...

Era 06-09-2005 13.09.43

Riferimento: Aspettative
 
non credo...se in qualche modo mi coinvolge...o mi tocca....
riguarda pure me....
in che modo non lo so...strani giochi?manata.gif

a quest'ora sproloqui? azz damigiana di caffè per Ray:p

jezebelius 19-09-2005 00.01.08

Riferimento: Aspettative
 
icon_mrgr: credo anche io, come Era, che in qualche modo la manifestazione riguardi anche me, pure se la stessa non è provocata da un mia azione ( diretta ).
Un incontro, in un certo momento,( anche se non al medesimo collegati ) puo servire per un fine....( nulla appartieme al caso ) solo che da un certo punto di vista si ha più difficoltà ( o meglio ci si trova nella ) ad attingere alle informazioni che riguardano il " Perchè " di quel
" breve "contatto.
La mia visione - ed è probabile che mi sbagli - si avvicina, quindi, ad una serie di cerchi concentrici in continuo movimento i quali, intersecandosi, creano un insieme all'interno del quale si puo possedere o meno la consapevolezza di quello che sta accadendo......martello.:
Che ho detto?booh.gif

Uno 20-09-2005 10.40.40

Due che diventa Uno
 
Citazione:

Originalmente inviato da Ray
Possono due universi essere DEL TUTTO separati in un certo tempo e POI collegarsi?
Esistono due manifestazioni completamente separate le une dalle altre? E se ci sono, come faccio a saperlo?

Tu stai parlando di universo interno ed universo esterno vero?
Esistono anche se il confine è labile e mutabile... il mondo interno è quello del sogno (che sia mentre il corpo riposa o meno) e il mondo esterno è quello che normalmente è di relazione con gli altri (idem come sopra... mentre si è attivi fisicamente o meno) anche se è possibile interagire anche in un mondo individuale altrui.
Si capisce?

Ray 20-09-2005 11.27.45

Riferimento: Due che diventa Uno
 
Citazione:

Originalmente inviato da Uno
Tu stai parlando di universo interno ed universo esterno vero?
Esistono anche se il confine è labile e mutabile... il mondo interno è quello del sogno (che sia mentre il corpo riposa o meno) e il mondo esterno è quello che normalmente è di relazione con gli altri (idem come sopra... mentre si è attivi fisicamente o meno) anche se è possibile interagire anche in un mondo individuale altrui.
Si capisce?

Si capisce benissimo... comunque no, non mi riferivo ad interno-esterno.
Visto che si parlava di aspettative, magagne psichiche che denotano una certa passività nei confronti della realtà, e visto che il livello della discussione era piuttosto elevato, ho cercato di riflettere-far riflettere sul fatto che non può esistere ALCUN evento di qualsiasi tipo che sia veramente scollegato un altro... perchè implicherebbe che questi eventi non avvengano nello stesso universo... quindi almeno uno, posto che esista, non mi riguarda.
Se tutto è collegato non ci si può permettere di demandare alcuna responsabilità per quello che ci accade... non si può prendersela con gli altri o la realtà per la manacata soddisfazione delle nostre aspettative.
Siccome eravamop già arrivati a questa posizione il ragionamento, nei miei macchiavellici intenti martello.: , doveva portare alla conclusione che la miglior cosa da fare con le aspettative di qualsiasi tipo è rinunciarvi e che detta rinuncia comporta la possibilità di agire veramente, smettendo di lasciarsi agire...

Vabbè ora ho detto... il tuo discorso si pone un po' più avanti di dove mi pareva fossimo in questa discussione. La questione onirica ed il suo "risveglio" IMPLICA la rinuncia alle aspettative e percorsi simili di "salute psichica". Almeno credo....nonso.gif

Ray 24-12-2006 02.14.01

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 8781)
Aggiungo che la realtà si limita ad essere come noi l'abbiamo prodotta, nel senso di indirizzata. Quindi si può dire che, alla fin fine, i "delusi" provocano loro stessi, più o meno consciamente, la delusione delle loro aspettative. Questo fatto però, che a loro quasi sempre pare negativo perchè foriero di sofferenza, è l'esatto opposto e cioò il momento in cui possono essere maggiormente coscienti delle loro difficoltà e muovere per migliorarsi.

Tiro su questa perchè penso ci siano ancora un sacco di cose da dire sull'argomento.

Se ribaltiamo il punto di vista fin qui tenuto (elloso, vi tocca rileggerla tutta) possiamo provare a sostenere l'opposto... e cioè che le aspettative si verificano SEMPRE.

Intendo dire che, al momento in cui mi faccio un'aspettativa in realtà ne faccio due. O non me ne faccio nessuna e attendo la realtà e magari mi muovo pure per modificare come posso le cose ed ottenere ciò che mi sono prefissato ma senza aspettative, oppure se me ne faccio, me ne faccio due opposte... una è quella che mi racconto, l'altra quella che voglio davvero. A volte, forse, possono pure coincidere, ma di solito mi dico di desiderare ciò che mi fa comodo però, caso strano, mi comporto esattamente nel peggiore dei modi per ottenerlo... (esempio la ragazza è stufa di me, la mia aspettativa irragionevole è che non sia stufa (?!?) e quindi la tampino così si stufa sempre di più)...

Ma quale è la aspettativa vera?

Amy 25-12-2006 23.08.42

Mentiamo a noi stessi?

Ray 25-12-2006 23.19.18

Citazione:

Originalmente inviato da Amy (Messaggio 27191)
Mentiamo a noi stessi?

O facciamo di tutto per rifiutare di ascoltare e ascoltarCi... creando e alimentando la divisione che è in noi...

Amy 25-12-2006 23.37.28

Si...concordo pienamente con te!
Siamo imperfetti...e nella nostra imperfezione navighiamo sicuri! La risposta la conosciamo benissimo ...ma è molto meglio fingere che non sia così.

RedWitch 26-12-2006 11.18.56

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 27149)
Intendo dire che, al momento in cui mi faccio un'aspettativa in realtà ne faccio due. O non me ne faccio nessuna e attendo la realtà e magari mi muovo pure per modificare come posso le cose ed ottenere ciò che mi sono prefissato ma senza aspettative, oppure se me ne faccio, me ne faccio due opposte... una è quella che mi racconto, l'altra quella che voglio davvero. A volte, forse, possono pure coincidere, ma di solito mi dico di desiderare ciò che mi fa comodo però, caso strano, mi comporto esattamente nel peggiore dei modi per ottenerlo... (esempio la ragazza è stufa di me, la mia aspettativa irragionevole è che non sia stufa (?!?) e quindi la tampino così si stufa sempre di più)...

Ma quale è la aspettativa vera?

Significa che facciamo in modo di realizzare la nostra paura/aspettativa?
Ho paura che la mia ragazza mi lasci (perchè in fondo vedo il fatto che sia stufa), e mi comporto in modo che questo prenda corpo? Faccio sì che lei si stufi del tutto e mi lasci? Cerco l'esperienza dunque..

"Non voglio" ma "voglio", e faccio in modo di ottenere ... siamo in balia delle nostre divisioni in questo modo..

griselda 26-12-2006 15.53.35

Quando mi aspetto che qualcuno faccia qualcosa per me e non la fa rimango delusa. La delusione scatena in me una serie di pensieri e la seconda è rabbia e la terza perdo energia in pensieri inutili che rafforzano la delusione e la rabbia.
Se mi fermo ad analizzare perché mi sento delusa mi accorgo che non sono autosufficiente non mi basto ho bisogno di qualcuno di esterno che mi faccia sentire bene.
Analizzo perché ho bisogno che mi faccia sentire bene e mi accorgo che questo suo darmi attenzione va a colmare un mio vuoto. A questo punto devo scoprire che tipo di vuoto è da dove è derivato e cercare di riempirlo io e non demandare questo dovere agli altri.
Faccio un esempio mi aspetto che mio marito mi telefoni tutti i giorni dal lavoro se non lo fa mi sento delusa, da li scattano altri vari meccanismi e se sto attenta scopro molte cose di me, quante porte si aprono ai miei pensieri, e da li potrei anche vedere tante cose che non avevo mai preso in considerazione. Da una piccola cosa insignificante arrivano a me un sacco di informazioni sui miei moti interni. Posso vedere che come in un domino vanno a cadere in concatenazione un sacco di pedine. Ed io mi ritrovo a non essere più me stessa ma una serie di io che dicono la loro. Salta su l’io geloso e dice la sua, poi quello iroso che dice la sua, poi quello pigro che dice la sua, poi,poi, poi c’è ne è una serie infinita che urlano e fanno una confusione pazzesca e addio razionalità eccoci nel caos.
Se reagisco quindi do spazio a quanto detto sopra. Se non osservo bene e poi accetto, dalla delusione derivante mi ritrovo ad essere gettata nel caos sarò agita da tutti quegli io urlanti che insieme mi faranno fare qualcosa di molto istintivo, poco ragionato e senza cuore e tutto per una aspettativa delusa.
Questo è l’agire di chi non ha ben sviluppato un centro che possa dirigere quel caos di voci interne che si alternano nella nostra mente.
Perché mi aspetto da mio marito che mi telefoni? Cosa devo riempire con quella telefonata? La mia insicurezza? La mia paura? La mia gelosia? La mia arroganza? La mia importanza personale? Perché riverso su di lui ciò su cui invece dovrei Lavorare io? Più semplice dare la colpa all’altro di aver deluso le aspettative perché brutto e cattivo e vi vuole male. Mentre siamo noi che se non sappiamo amarci completamente cerchiamo negli altri quello che ci manca.
Inoltre se diamo spazio a quanto detto sopra ci troveremo ad avere il gatto che si morde la coda arriveremo a dirci che avevamo ragione e rafforzeremo in nostri problemi. Se faccio il contrario ovvero invece di lavorare su me cerco conferme del mio sentire le troverò tutte perché è quello che voglio trovare e rafforzerò in me tutte queste parti, ed invece che togliere loro potere le potenzierò.

:C:

Sole 26-12-2006 20.19.25

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 27199)
Significa che facciamo in modo di realizzare la nostra paura/aspettativa?
Ho paura che la mia ragazza mi lasci (perchè in fondo vedo il fatto che sia stufa), e mi comporto in modo che questo prenda corpo? Faccio sì che lei si stufi del tutto e mi lasci? Cerco l'esperienza dunque..

"Non voglio" ma "voglio", e faccio in modo di ottenere ... siamo in balia delle nostre divisioni in questo modo..

Dentro di noi sappiamo benissimo come e cosa agisce. Così facciamo in modo di crearci la condizione esatta che può portarci ad osservare qualcosa che ci è utile in quel momento.
In questo senso IO genero l'aspettativa7condizione7situazione che può portarmi a realizzare ciò che davvero Voglio.

griselda 08-02-2007 12.19.24

Io creo l’aspettativa così se la deludi ho il lasciappassare ai miei sensi di colpa per poter fare ciò che in realtà voglio ma non accetto di fare.
Ma poi siccome non accetto comunque, la risultante di quello che farò, sarà negativa affinché io possa prenderne atto?

RedWitch 08-02-2007 12.31.12

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 29662)
Io creo l’aspettativa così se la deludi ho il lasciappassare ai miei sensi di colpa per poter fare ciò che in realtà voglio ma non accetto di fare.

Non riesco a capire bene questa cosa Gri... io creo l'aspettativa nei confronti di un'altra persona, se questa mi delude, io soffro, mi arrabbio o altro, ma non riesco a vedere cosa c'entrino i sensi di colpa..

griselda 08-02-2007 12.43.26

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 29663)
Non riesco a capire bene questa cosa Gri... io credo l'aspettativa nei confronti di un'altra persona, se questa mi delude, io soffro, mi arrabbio o altro, ma non riesco a vedere cosa c'entrino i sensi di colpa..

Ci provo eh? icon_mrgr: so intorcolata mica male oggi icon_mrgr:
Intendo che ci sono dei meccanismi strani ed inconsapevoli che pare vogliano farci scoprire per essere scoperti. Marò mi sa che sto complicando, spetta che ci riprovo.
Prendiamo una coppia...lui sente il desiderio di tradire, ma non accettando questo desiderio, non comprendendo da dove proviene e perchè....fa in modo inconsciamente di creare una aspettativa in se che proietta sulla partner, come lui si costringe così pretenderà dall'altra e se questa aspetttativa verrà delusa, e lui troverà mille modi per vederla delusa, avrà il lasciapassare per agire....
Non so se si capisce ma voglio dire che a volte le aspettative sono delle scuse che creiamo affinchè vengano disattese...la rabbia e la sofferenza in quel caso saranno la molla e la scusa per agire e fare ciò che non mi permetto di fare. In questo caso se mi osservo mi scopro.

Grey Owl 08-02-2007 12.54.08

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 29662)
Io creo l’aspettativa così se la deludi ho il lasciappassare ai miei sensi di colpa per poter fare ciò che in realtà voglio ma non accetto di fare.
Ma poi siccome non accetto comunque, la risultante di quello che farò, sarà negativa affinché io possa prenderne atto?

Intendi dire che "induci" una falsa aspettativa nell'altro... ovvero gli fai credere determinate cose di te che non sono tue?
Del tipo che... immagini che l'altro abbia "piacere" che tu sia in un certo modo e assecondi questo modo di essere anche se non fa' parte di te?

Poi se deludi l'altro disattendendo le "sue" aspettative nei tuoi confronti ti senti "autorizzata" ad avere sensi di colpa?
Del tipo che... ad un certo punto non reggi piu' la parte che ti sei imposta di "recitare" per compiacere all'altro ed arrivi ad un punto di rottura col personaggio inventato... in questo modo deludi le aspettative dell'altro ed hai l'autorizzarione ad avere dei sensi di colpa?

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 29662)
Ma poi siccome non accetto comunque, la risultante di quello che farò, sarà negativa affinché io possa prenderne atto?

Questo passaggio non l'ho capito.. ma ci provo lo stesso a capire...
"Ma poi siccome non accetto comunque"... indica chiusura ad osservarsi... hai gia' emesso un verdetto su di te...
Tutto quello che fai ha come risultato un qualcosa che giudichi negativo a prescindere?... come fai a dirlo prima che accada?.... comunque vada sara' una "risultante negativa"?... e chi lo dice?... tu?... con che giudizio?... certo e' che hai un'aspettativa negativa del tuo fare...heheheh
Di cosa vuoi prendere atto?... del fatto che hai gia' deciso che la risultante (incognita) di quello che farai... sara' negativa?

fiori.gif

griselda 08-02-2007 13.11.50

Citazione:

Originalmente inviato da Grey Owl (Messaggio 29665)
Intendi dire che "induci" una falsa aspettativa nell'altro... ovvero gli fai credere determinate cose di te che non sono tue?
Del tipo che... immagini che l'altro abbia "piacere" che tu sia in un certo modo e assecondi questo modo di essere anche se non fa' parte di te?

Poi se deludi l'altro disattendendo le "sue" aspettative nei tuoi confronti ti senti "autorizzata" ad avere sensi di colpa?
Del tipo che... ad un certo punto non reggi piu' la parte che ti sei imposta di "recitare" per compiacere all'altro ed arrivi ad un punto di rottura col personaggio inventato... in questo modo deludi le aspettative dell'altro ed hai l'autorizzarione ad avere dei sensi di colpa?


Questo passaggio non l'ho capito.. ma ci provo lo stesso a capire...
"Ma poi siccome non accetto comunque"... indica chiusura ad osservarsi... hai gia' emesso un verdetto su di te...
Tutto quello che fai ha come risultato un qualcosa che giudichi negativo a prescindere?... come fai a dirlo prima che accada?.... comunque vada sara' una "risultante negativa"?... e chi lo dice?... tu?... con che giudizio?... certo e' che hai un'aspettativa negativa del tuo fare...heheheh
Di cosa vuoi prendere atto?... del fatto che hai gia' deciso che la risultante (incognita) di quello che farai... sara' negativa?

fiori.gif

Quello che volevo dire è magari cercando stavolta di semplificare che spesso ci sono dei meccanismi interni che non riconosciamo, che non vediamo e che ci portano ad agire al contrario di ciò che appare ad una visione superficiale. Se non ti osservi ma punti lo sguardo sugli altri non trovarai mai i tuoi perchè.
Le nostre aspettative sono solo un mezzo che creiamo e che possono se osservate in profondità darci delle risposte chiare, ma su di noi mai sugli altri.

Era 08-02-2007 21.18.32

scusa Gri....ma le aspettative....se le nutro...sono le mie..
sono in pratica ciò che vorrei avvenisse.....giusto o sbagliato che sia....

mi aggiungo a chi non ha capito questo concetto espresso da te....

fiori.gif

griselda 08-02-2007 21.47.51

Citazione:

Originalmente inviato da Era (Messaggio 29687)
scusa Gri....ma le aspettative....se le nutro...sono le mie..
sono in pratica ciò che vorrei avvenisse.....giusto o sbagliato che sia....

mi aggiungo a chi non ha capito questo concetto espresso da te....

fiori.gif

Mi sa che dovrai aspettare perchè in fila mi ci sono messa anche io icon_mrgr:fiori.gif

jezebelius 09-02-2007 01.04.09

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 29664)
Prendiamo una coppia...lui sente il desiderio di tradire, ma non accettando questo desiderio, non comprendendo da dove proviene e perchè....fa in modo inconsciamente di creare una aspettativa in se che proietta sulla partner, come lui si costringe così pretenderà dall'altra e se questa aspetttativa verrà delusa, e lui troverà mille modi per vederla delusa, avrà il lasciapassare per agire....
Non so se si capisce ma voglio dire che a volte le aspettative sono delle scuse che creiamo affinchè vengano disattese...la rabbia e la sofferenza in quel caso saranno la molla e la scusa per agire e fare ciò che non mi permetto di fare. In questo caso se mi osservo mi scopro.

Provo a vedere se ho capito cosa intendi.
Tizio vuole tradire, o meglio ne sente il desiderio.
Non sapendo come fare, perchè gli sembra, consciamente, un'azione riprovevole, per andare con Caio, crea un'aspettativa, trasferendola sulla partner, Sempronio, che se non rispetterà questo parametro inconscio di Tizio, quest'ultimo farà in modo di assumere quell'aspettativa come scusante per tradire la sua prtner Sempronio, perchè adesso può visto che ne ha quasi il diritto, giustamente se l'è creato.
Nella sua mente insomma, Tizio, aveva dato una chance, a Sempronio, di essere come Tizio stesso, nella sua pretesa/aspettativa l'aveva pensata?
Per questo verso quindi Tizio "crea" l'aspettativa, che ha nei confronti della sua partner, soltanto per avere la possibilità di seguire il suo desiderio il quale, in un secondo momento, potrà essere giustificato al tribunale della sua coscienza.
In altri termini l'aspettativa come "mezzo" di giustificazione.
Nel senso" Io ho fatto di tutto per te Sempronio. Visto che ora non sei più come ti avevo dato la possibilità di essere, ti tradisco...ma la colpa non è mia".

Era 09-02-2007 02.33.27

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 29689)
Mi sa che dovrai aspettare perchè in fila mi ci sono messa anche io icon_mrgr:fiori.gif

abbraccio: fiori.gif

Kael 08-04-2008 13.10.22

A proposito di aspettative... bene, ieri leggendo un articoletto sul giornale che parlava della prima infanzia, mi sono reso conto di come queste associazioni meccaniche fra causa ed effetto iniziano già intorno ai 2-3 mesi di vita. Avete presente il classico giochetto del "bubussettete" che si fanno ai neonati? La mamma o il papà si coprono il viso con le mani, e al pronunciare la "formula magica" spostano le mani e fanno comparire dal nulla il loro viso. Il bimbo gioisce alla vista dei volti che riconosce appartenere alle persone che lo amano e si prendono cura di lui, e ciò lo fa scoppiare in fragorose risate.
Già dopo un paio di volte però che gli si fa questo giochetto, il bimbo assimila il meccanismo e ora quando la mamma o il papà si mettono le mani davanti al viso, in lui si crea l'aspettativa ed inizia ad emettere piccoli urletti per vedere il loro volto. E questo a 2-3 mesi di vita...

Si può dire quindi che le aspettative derivano sempre da associazioni mentali, per cui anche eventi diversi che però all'apparenza sono simili possono produrre in noi aspettative del tutto ingiustificate, o viceversa non producono aspettative dove invece potrebbero starci.
E' sempre la parte istintiva del cervello che crea le associazioni, da cui poi la parte emotiva produce le aspettative... Tenere a bada la parte associativa/istintiva del cervello, facendola lavorare solo laddove sia giustificata, è un impresa enorme e mi sono accorto a tal proposito di quanto sia utile l'esercizio sulle Nuvole...

griselda 08-04-2008 13.50.50

Credo che si Kael, in effetti, non so in che età viene registrata questa cosa, ma già solo il pianto del bambino e la coccola o il latte da parte della mamma nel neonato, crea secondo me un bel circolo vizioso, tanto più la mamma è ansiosa martello.: più si appresterà ad accudire il bambino anche quando non ne avrà necessità effettive creando aspettative che potrebbero essere così evitate e risolte da se stesso. Ricordo che alla prima vaccinazione a cui sottoposi mio figlio piango.gif l'infermiera tentò di fermarmi dal calmare mio figlio che davanti ad un estarneo che lo "manovrava" piangeva come un forsennato, icon_mrgr: insomma mi spiegò ( con poco successo martello.:) che il bambino ci sonda e che appena scopre che piangendo ottiene ecco che lui piange e piange creandosi un'aspettativa di risolvimento del problema da parte di altri.
Non so è chiaro ma il problema ho visto che poi con l'età non cambia se non si interviene a modificare e si porta con se per sempre.

P.S. battutaccia in aggiunta: sarà per questo che sul muro io ci vedo i cartoni animati? Mi aspetto la tv?diavolo.g:

RedWitch 23-11-2011 19.45.48

Aspettative
 
Non ho trovato una discussione specifica sull'argomento, anche se parliamo spesso e volentieri delle aspettative, e credo che tutti le abbiano sperimentate sulla propria pelle.

Da cosa nasce l'aspettativa che si riversa sull'altro?

Una cosa che mi è saltata all'occhio è l'abitudine, se sono abituata a ricevere qualcosa in un certo modo, la volta che questo qualcosa viene a mancare, mi spiazza e ci rimango anche un po' male.

L'aspettativa quindi, puo' essere alimentata dall'altro, anche se sono io che me la creo..

Poi credo c'entri il "bisogno di..." se ad esempio ho (o sento) bisogno di essere coccolata , se questo non avviene l'aspettativa non viene soddisfatta..

Poi? voi cosa avete osservato sulle vostre aspettative?

E quando ci si accorge che sono nate come si puo' invertite la rotta e smettere di aspettarsi qualcosa dagli altri?
Posto che la soluzione sarebbe fare le cose senza aspettarsi nulla alcune di queste aspettative si vedono solo nel momento in cui già esistono.. e quindi come fare? voi come fate?

:C:

Ray 23-11-2011 19.54.55

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 106390)

Da cosa nasce l'aspettativa che si riversa sull'altro?

Dall'anticipazione?

griselda 23-11-2011 20.07.45

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 106390)
Non ho trovato una discussione specifica sull'argomento,
:C:

C'è Red te la metto qui perchè Uno aveva detto delle cose interessanti:
http://ermopoli.it/portale/showthrea...ht=aspettative
Hai fatto bene a tirar fuori di nuovo l'argomento perchè viviamo di aspettative...io ad esempio non riesco a smettere di aspettarmi cose che non arrivano mai...so' de coccio :D

RedWitch 24-11-2011 02.36.39

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 106391)
Dall'anticipazione?

L'anticipazione ha a che fare con il fatto che non si vive quasi mai nel presente ma in questo caso spostati nel futuro? Grazie è un ottimo spunto

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 106392)
C'è Red te la metto qui perchè Uno aveva detto delle cose interessanti:
http://ermopoli.it/portale/showthrea...ht=aspettative
Hai fatto bene a tirar fuori di nuovo l'argomento perchè viviamo di aspettative...io ad esempio non riesco a smettere di aspettarmi cose che non arrivano mai...so' de coccio :D

Grazie Grii, se Uno ha tempo e voglia possiamo anche unire le discussioni , scusate non la ricordavo proprio.

griselda 24-11-2011 03.14.32

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 8781)


Quindi si può dire che, alla fin fine, i "delusi" provocano loro stessi, più o meno consciamente, la delusione delle loro aspettative. Questo fatto però, che a loro quasi sempre pare negativo perchè foriero di sofferenza, è l'esatto opposto e cioò il momento in cui possono essere maggiormente coscienti delle loro difficoltà e muovere per migliorarsi.

Ecco terrei in evidenza questo ogni volta che ho aspettative deluse sono io che cerco fuori, come dice bene Kael, quel che invece dovrei trovare dentro per cui la cosa migliore è rinforzarsi smettendo di aspettarci cose da fuori, perchè fino a che ce le daranno gli altri saremmo dipendenti da loro :)

griselda 24-11-2011 03.33.50

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 9015)
Paradosso..... aspettare un risultato provocato... o aspettare un risultato "casuale"?
Nel senso che utilizzando la stessa parola possiamo dare due valenze al discorso... e raffigurarla come retta o cerchio.... se aspettiamo un risultato che dipende solo da altri è una retta anzi un punto su una retta, se aspettiamo ciò che contribuiamo (non dobbiamo mai dimenticare di non essere soli e dover giocare sugli equilibri) a creare è un cerchio... aspettiamo ma allo stesso tempo ci muoviamo, agiamo per cui siamo l'inzio dell'aspettativa ma anche la sua fine...
So di non essermi espresso in maniera chiara (magari è uno spunto per qualcuno per espandere) ma adesso non arrivo ad altro.

Vediamo se ho capito:
L'aspettativa punto in una retta è casuale
Mentre il cerchio è un'aspettativa che se vogliamo che funzioni dobbiamo essere nel mondo quello che vogliamo, quindi parte da una parte e arriva dall'altra.
Del tipo se io continuo a riempire le aspettative altrui starò male per le mie disattese, se invece farò quel che è giusto fare arriverà solo quel che deve e che parte perchè deve arrivare perchè è il momento di ricevere ma che nel complesso è impossibile da stabilre da noi.
Per ora arrivo a questo :)


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 19.33.10.

Powered by vBulletin Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Questo sito non è, nè può ritenersi assimilabile ad una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità, esclusivamente sulla base della disponibilità del materiale. Pertanto, non è un prodotto editoriale sottoposto alla disciplina della l. n. 62 del 2001. Il materiale pubblicato è sotto la responsabilità dei rispettivi autori, tutti i diritti sono di Ermopoli.it che incoraggia la diffusione dei contenuti, purchè siano rispettati i seguenti principi: sia citata la fonte, non sia alterato il contenuto e non siano usati a scopo di lucro. P.iva 02268700271