Meritare
Il "meritum" latino era la ricompensa (materiale) per un lavoro o servigio svolto.
Poi col tempo si è passati ad usarlo anche per concetti più astratti (meritare la stima, il rispetto, etc..) In soldoni comunque, meritare qualcosa significa essere degni di un qualsiasi tipo di ricompensa (ri-compensare... uhm.. compensare due volte... e a questo può tornar utile il post di Uno qui, tratto dal thread Conscio-Inconscio) Volevo introdurre l'argomento ponendovi una domanda (che può sembrare banale, ma alla fine dei conti non lo è per niente): Cosa pensate di meritare? |
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In sostanza non penso " Oggi merito questo o quello " e più in generale neanche penso...ad un " merito" astratto. Forse filossofeggio ma sono entrato in un ottica seguendo la quale se cerco di fare ciò che faccio al massimo delle possibilità - posto che ci riesca - potrò avere qualcosa in cambio e se casomai non ci riesco è perchè o non mi sono impegnato abbastanza oppure è talmente ostica la situazione che non ho visto la cosa da tutti i punti di vista, ma sempre, però, in relazione all'impegno che ho messo nell'azione o nella situazione. Se vado a lavoro per 6 ore ad esempio ed ho diritto ad uno stipendio quello che farò in più dovrebbe essere retyribuito come surplus, a parte. Quindi più ho lavorato, dunque ho messo nel lavoro più impegno, e più ci potrebbe essere una ricompensa. Ma sarà strano...in questo periodo..non penso ad alcuna ricompensa..in pratica " se faccio..avrò...se non faccio..no" ma non ho nulla di definito. Sarò malato?...nonso.gif |
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Per farlo bisogna essere onesti e riconoscersi.. (conoscersi 2 volte). Dire cosa si merita è dare un voto al proprio operato... oppure semplicemente un esame di coscienza. Direi solo che merito ciò per cui ho investito onestamente il mio impegno. Niente di più niente di meno. Quindi in qualche modo merito ciò che desidero conquistare puntando l'arco e impegnando il mio lavoro per ottenerlo. Però si dice: ha ciò che si merita, questo perchè spesso non sono chiare a noi stessi le intenzioni che ci muovono, però muovono tutto intorno a noi e otteniamo il compenso delle nostre azioni. |
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E' uno dei migliori argomenti per giustificare se stessi, per indulgere in emozioni negative, per dormire. La parte razionale dice che merito quello che ho ottenuto finora, nel bene enel male. Il "cuore" dice che non merito nulla, non pensa in questi termini. In questo caso, mescolando in misure diverse sta roba, "io" penso qualcosa di molto simile al "cuore" su questo argomento (credo abbia l'approccio migliore). Cerco di non pensare in questi termini, ascolto quel che han da dire le vartie parti, ma cerco di non indulgere in giustificazioni strane... con risultati alterni ovvio. |
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Io penso che il merito sia il raccolto della nostra semina. Il merito è come un eco secondo me torna ciò che abbiamo inviato. Più si dorme e più non si è coscienti di cosa seminiamo in giro ecco che poi ci si stupisce. Per pensare di meritare "cose belle" dovrei essere orgogliosa di me. Aver creato un paramentro e pensare di averlo raggiunto abbondantemente. |
non penso di "meritare" nulla e nello stesso tempo penso di "meritare" tutto ciò che osservo nella realtà.
ciauzz |
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Leggendo la parola "meritare" a me è tornato in mente, quando da bambina, dopo la promozione a scuola, mi regalavano qualcosa, un premio per essere stata brava. In fondo era solo il mio dovere di allora, pero' il fatto che alla fine ci fosse il "premio" in più, mi spingeva a cercare di dare il massimo.. una corsa finale per arrivare all'apice.. e cercavo di meritarmi quel premio ambito..:H |
il "premio" a mio avviso rappresenta semplicemente "l'obiettivo"
ecco la vita è un pò così fissi un bersaglio (obiettivo) e tendi ad esso. |
Nel bene o nel male merito tutto quello che sono, che ho.
--------------------- Analizzare la parola fa riconsiderare anche la parola meretrice con cui l'assonanza è forte |
Meretrice significa prostituta,in latino metretrix che deriva da merere,meritare.
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A me invece è venuto in mente " meritare-maritare" perchè si suole dire si è scelta proprio il marito che si merita. Del tipo Dio li fa poi li accoppia. Oppure si meritano a vicenda.
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La donna peripatetica (passeggiatrice) offre il suo corpo per soddisfare le voglie dei clienti in cambio di denaro. In quello che faccio (nel bene o nel male) ho una ricompensa... merito per quello che ho dato. Pensare di non meritare... mi pare un non volere vedere che comunque ci "muoviamo" e in questo movimento abbiamo un ritorno... meritiamo quello che ritorna dal nostro muoverci. Faccio un esempio... quando scrivo un post ed espongo il mio parere... merito attenzione a chi legge e merito una risposta (oppure no) da parte di chi legge il post... non parlo di giudizio in merito al post... ma di quel ritorno che la mia azione merita (scrivere un il post). |
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Convivendo con entrambe. |
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Se in un progetto, un'idea o un concetto espresso, ci metto impegno, amore, attenzione, il mio desiderio è che venga compreso e ripagato magari. Quindi desiderando un ritorno, cedo all'aspettativa pensando di meritarmelo. Questo concetto espresso da Ray mi ha fatto molto pensare però. Forse (se non ho sbagliato a capire) si riferisce più a desideri materiali (ho lavorato di più, merito un maggiore compenso economico... ho sonno, merito di dormire senza essere disturbato).... ma fa molto pensare. Forse perchè a voler ben vedere è un pò egoistico a volte il nostro concetto di merito.... |
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Nell'etimologia della parola meretrice, ho trovato anche questo: Citazione:
La meretrice, se vogliamo, guadagna, pagando un prezzo piuttosto alto.. vendendo il suo corpo. |
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dipende dal valore che si da alle cose.... dipende dalle proprie scelte dipende da quanto equo è il prezzo... nonso.gif |
Esatto ci sono donne (non costrette altrimenti è un'altro paio di maniche) che fanno quella professione per guadagnare velocemente e con meno fatica (è soggettivo il discorso) di fare altro...
Comunque l'accostamento era che tutto va pagato, in un modo o in un'altro, prima, durante o dopo... e il prezzo è sempre giusto anche quando non ci sembra |
Anch'io penso di meritare tutto quello che sono e che ho.
In altre parole, "merito" di essere tutto ciò per cui ho lavorato... e in questo caso, il lavoro è pagamento per l'essere. Spesso, prima di dire "questo non me lo merito" quando qualcosa non va secondo i nostri piani, bisognerebbe fare mente locale su quelle che sono le nostre pecche/mancanze.. Si potrebbe riconoscere, con onestà, che non è tanto immeritato ciò che arriva... Ognuno merita il raccolto in base a ciò che ha seminato, come l'ha coltivato, quanto impegno ci ha messo, etc etc.. e come dice Uno, non importa se questo arriva subito, domani, o fra dieci anni... |
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Concordo anche con Jezfiori.gif riguardo al fatto che se penso di meritare un qualcosa me la aspetto e quindi l'unica soluzione è entrare nell'ottica di idee che non devi aspettarti nulla ...anche perchè l'attesa,l'aspettativa ti proietta nel futuro ed implica uno spreco di energia notevole,secondo me... :C: |
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In un certo senso..insomma...controprestazione che identifica qualsiasi modo di fare o dire. Ci vedo anche un'assuznione di responsabilità in maniera consapevole; molto difficile però essere onesti con se stessi! Il merito, per continuare, potrebbe anche essere identificato come " risultato" ovvero desiderio da soddisfare col minimo sforzo. Una pretesa quasi che contraddistingue, più o meno tutti. |
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Raccolgo sempre ciò che ho seminato io ? |
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Non vedo perchè quando si parla di merito io debba prendermelo casomai anche lodandomi di quanto sforzo, impegno ci ho messo in una cosa e quando poi, all'inverso, si parla di raccogliere ciò che penso non meritare allora la responsabilità è di qualcun altro. Partire secondo me da un presupposto consapevole, ora, vale a dire che, come dice Kael, il raccolto è sempre il risultato di ciò che ho seminato mi darebbe un vantaggio non indifferente su quella parte di me che, spesso, se ne esce attribuendo la responsabilità al di fuori, attribuendo al " caso o alla sfortuna", appunto, il merito di quel risultato. |
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Resta solo quell'antica massima, "dei padri ricadranno sui figli.." per la quale, in base all'eredità, può essere che ci arrivi un mucchio di soldi, ma anche delle cambiali non pagate... Ma questo non è del tutto immeritato, discendiamo da nostro padre, siamo sangue del suo sangue, quindi in potenza i suoi meriti e i suoi debiti sono anche i nostri per un discorso di memoria del sangue... quindi non è come ricevere dei debiti immeritatamente da un perfetto sconosciuto... Sottilmente, i suoi meriti e i suoi debiti sono anche i nostri... Ma questi, più che raccoglierli in vita, diciamo che li abbiamo in dotazione fin dalla nascita, nel senso che se sono nato come sono, è anche per merito (che può essere inteso anche in accezione negativa, quindi "colpa") di mio padre... Tu come la pensi? |
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Questo si ricollega un po' alla discussione "Buon sangue non mente". Però non possiamo addossare il merito oppure la colpa di quello che siamo e che riusciamo a meritarci soltanto ai nostri genitori o ai nostri maestri... loro seminano qualcosa che sta a noi mettere a frutto. Da loro riceviamo un retaggio, ma se non facciamo niente di buono nella vita non meritiamo nulla, insomma penso che dobbiamo investire quello che abbiamo ricevuto in eredità aggiungendo qualcosa di nostro. Anche per la frase biblica che le colpe dei padri ricadranno sui figli per sette generazioni, secondo me significa che non possiamo cancellare le nostre radici, perchè tutto si paga, ma possiamo fare in modo di non ripetere gli stessi errori fatti da loro nel passato. Perciò quello che riusciamo a realizzare è merito nostro, a prescindere da ciò che abbiamo ricevuto. |
Con molta sincerità ....non mi riesce di pensare esternare nulla al momento.
Momento..... è da prima di pranzo che ti leggo e rileggo leggo.gif ... una ventina di righe scritte tutte per benino parole chiare .. nessuna possibilità di fraintendere .... ho bisogno di tempo ... la testa lavora lo stamaco è contratto .... grazie soprattutto della chiarezzafiori.gif |
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