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RedWitch 05-07-2007 17.50.26

Stare sulle spine
 
Stare sulle spine è un modo di dire che generalmente significa essere in tensione, non essere completamente a proprio agio in un luogo o situazione, sentirsi in pericolo in un certo senso.

Eppure chi ha un controllo perfetto del proprio corpo (mi vengono in mente i fachiri che stanno su un letto di spine) riesce addirittura a stare sdraiato sulle "spine".

Quando mi sento sulle spine, la tentazione sarebbe quella di fuggire da quel luogo o situazione,ma se supero il momento di disagio , ma se resisto, vado contro quello che il corpo mi suggerisce, supero il disagio.

Anche qui pero' è un discorso istintivo.. qualcosa che viene dal corpo, supportato dalla mente che mi avverte di un "pericolo".. esistente o meno.. quindi anche resistere davanti ad una situazione di disagio momentaneo, rafforza il sistema nervoso e aumenta un certo tipo di resistenza..

cassandra 05-07-2007 18.03.47

Io interpreto lo stare sulle spine non solo come una sensazione di disagio,ma anche come un qualcosa capace di mantenere desta l'attenzione...stimolante insomma...ad esempio una lettura,un film avvincente, puo'riuscire a farti stare in tensione fino alla fine...:C:

RedWitch 05-07-2007 18.11.14

Sono d'accordo con te Cassandra non avevo pensato a questo lato della medaglia :H... per non parlare di quando una persona è capace (consapevolmente) di tenerci sulle spine.. questo fa in modo che l'attenzione resti accesa.. quella che si puo' chiamare tensione sana..

fiori.gif

griselda 05-07-2007 18.46.24

Allora ci sono tensioni piacevoli e spiacevoli tipo la tensione per un esame o per l'esito di qualcosa, la tensione di affrontare qualcosa di nuovo, qualcosa di pauroso o qualcosa di molto piacevole. Tutte queste cose ci tengono sulle spine e allertati abbiamo tutti i sensi che sono all'opera quasi a dirigere tutti insieme la situzione ed a non perdere nulla di essa. Che cos'è un istinto che si mette in allarme? Questa sensazione può diventare se mal indirizzata come una droga perchè si scarica adrenalina in quei momenti. Ciò che trasforma la tensione da tensione utile e da una subita è la coscienza ovvero se è lei ad usare me o io ad usare lei?

Shanti 05-07-2007 23.38.57

Citazione:

Originalmente inviato da cassandra (Messaggio 35765)
Io interpreto lo stare sulle spine non solo come una sensazione di disagio,ma anche come un qualcosa capace di mantenere desta l'attenzione...stimolante insomma...ad esempio una lettura,un film avvincente, puo'riuscire a farti stare in tensione fino alla fine...:C:

L'attenzione si desta e si concentra su ciò che in quel momento ci crea tensione, ma chissà se riusciamo a mantenerla anche sul corpo o se involontariamente lo lasciamo muovere come se stesse appunto sulle spine (a meno che appunto non siamo "fachiri"...)?

Ray 06-07-2007 00.10.09

Tensione piacevole è quando la possiamo reggere abbastaza facilmente. Uno dei motivi può essere la mente che la diminuisce sentendosi al sicuro come nel caso del film o prevedendo comunque un buon esito o un nulla di fatto.
Tensione spiacevole è quando è abbastanza forte da non farcela reggere con relativa facilità o quando non la reggiamo proprio, magari quandi la mente fa il contrario ovvero la aumenta perchè la situazione è ignota e l'esito incerto o addirittura prevedibilmente infausto.

L'usare/farsi usare dipende dalla presenza. L'intensità della tensione influisce, nel senso che più è intensa più è difficile (e proficuo) essere presenti. Ma non dipende dalla particolare tensione in se.

RedWitch 06-07-2007 10.58.11

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 35794)
L'usare/farsi usare dipende dalla presenza. L'intensità della tensione influisce, nel senso che più è intensa più è difficile (e proficuo) essere presenti. Ma non dipende dalla particolare tensione in se.

Si potrebbe allora dire, che non esiste di per sè una tensione "positiva" e una "negativa", dipende da come la viviamo e in che misura la reggiamo.. Se la tensione aumenta, e riusciamo a rimanere presenti, ci serve, diversamente ci sommerge e ci "sgonfia"..

Citazione:

Originalmente inviato da Shanti
ma chissà se riusciamo a mantenerla anche sul corpo o se involontariamente lo lasciamo muovere come se stesse appunto sulle spine (a meno che appunto non siamo "fachiri"...)?

A mio avviso, è molto difficile controllare sul corpo la tensione.. perchè anche questa secondo me ci porta a delle reazioni istintive... pero' se si riesce a rimanere presenti, si percepisce anche al livello del corpo una diminuzione di intensità..

jezebelius 06-07-2007 23.46.49

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 35810)
Si potrebbe allora dire, che non esiste di per sè una tensione "positiva" e una "negativa", dipende da come la viviamo e in che misura la reggiamo.. Se la tensione aumenta, e riusciamo a rimanere presenti, ci serve, diversamente ci sommerge e ci "sgonfia"..



A mio avviso, è molto difficile controllare sul corpo la tensione.. perchè anche questa secondo me ci porta a delle reazioni istintive... pero' se si riesce a rimanere presenti, si percepisce anche al livello del corpo una diminuzione di intensità..

E' vero anche io penso che sia così.
In questo caso dovremmo prestare ancora più attenzione, rimanendo presenti o cercando di esserlo, ma mi rendo conto quando mi capita di essere " di più sulle spine", ad esempio una situazione come diceva Ray..dall'esito incerto che la mente se ne va per fatti suoi. Me ne rendo conto dopo...quando appunto sono sgonfiato..manata.gif

griselda 07-07-2007 00.10.27

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 35794)
Tensione piacevole è quando la possiamo reggere abbastaza facilmente. Uno dei motivi può essere la mente che la diminuisce sentendosi al sicuro come nel caso del film o prevedendo comunque un buon esito o un nulla di fatto.
Tensione spiacevole è quando è abbastanza forte da non farcela reggere con relativa facilità o quando non la reggiamo proprio, magari quandi la mente fa il contrario ovvero la aumenta perchè la situazione è ignota e l'esito incerto o addirittura prevedibilmente infausto.

L'usare/farsi usare dipende dalla presenza. L'intensità della tensione influisce, nel senso che più è intensa più è difficile (e proficuo) essere presenti. Ma non dipende dalla particolare tensione in se.

Cerco di immedesimarmi non è la tensione in se il problema ma cosa ne fa la mente di questa tensione.
Perchè se so che otterrò da questa tensione ciò che desidero e voglio la sopporterò anzi ne potrò anche godere. Ma se invece non so come andrà a finire o anche temo che andrà a finire male vivrò male questa tensione che diventerà fastidiosa insopportabile.
Quindi a questo punto è solo la gestione che ne fa la mente a cambiare il percepire della tensione? E cmq in ogni caso cioè per entrambe vi è un limite sopra il quale la tensione deve essere allentata.
Ci sono o non ci sono? nonso.gif

Sole 10-07-2007 11.32.56

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 35810)
A mio avviso, è molto difficile controllare sul corpo la tensione.. perchè anche questa secondo me ci porta a delle reazioni istintive... pero' se si riesce a rimanere presenti, si percepisce anche al livello del corpo una diminuzione di intensità..

Se sono attenta mi accorgo che il corpo ha una volontà sua, che ha dei bisogni e la tensione lo fà stare contratto e vuole sciogliersi. Se mi accorgo di questo, posso soddisfarlo oppure no. Se non lo soddisfo e ritengo che la tensione mi è utile, sfrutto l'occasione per rafforzare i nervi del corpo che imparano a sopportare maggiore tensione e sempre di più. In questo ogni parte di noi deve collaborare.
In questo senso sono d'accordo con Red. La mente in genere è neutra il resto di noi stessi ci condiziona.
C'è questo post che interpreto in questa maniera.


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