Stare sulle spine
Stare sulle spine è un modo di dire che generalmente significa essere in tensione, non essere completamente a proprio agio in un luogo o situazione, sentirsi in pericolo in un certo senso.
Eppure chi ha un controllo perfetto del proprio corpo (mi vengono in mente i fachiri che stanno su un letto di spine) riesce addirittura a stare sdraiato sulle "spine". Quando mi sento sulle spine, la tentazione sarebbe quella di fuggire da quel luogo o situazione,ma se supero il momento di disagio , ma se resisto, vado contro quello che il corpo mi suggerisce, supero il disagio. Anche qui pero' è un discorso istintivo.. qualcosa che viene dal corpo, supportato dalla mente che mi avverte di un "pericolo".. esistente o meno.. quindi anche resistere davanti ad una situazione di disagio momentaneo, rafforza il sistema nervoso e aumenta un certo tipo di resistenza.. |
Io interpreto lo stare sulle spine non solo come una sensazione di disagio,ma anche come un qualcosa capace di mantenere desta l'attenzione...stimolante insomma...ad esempio una lettura,un film avvincente, puo'riuscire a farti stare in tensione fino alla fine...:C:
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Sono d'accordo con te Cassandra non avevo pensato a questo lato della medaglia :H... per non parlare di quando una persona è capace (consapevolmente) di tenerci sulle spine.. questo fa in modo che l'attenzione resti accesa.. quella che si puo' chiamare tensione sana..
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Allora ci sono tensioni piacevoli e spiacevoli tipo la tensione per un esame o per l'esito di qualcosa, la tensione di affrontare qualcosa di nuovo, qualcosa di pauroso o qualcosa di molto piacevole. Tutte queste cose ci tengono sulle spine e allertati abbiamo tutti i sensi che sono all'opera quasi a dirigere tutti insieme la situzione ed a non perdere nulla di essa. Che cos'è un istinto che si mette in allarme? Questa sensazione può diventare se mal indirizzata come una droga perchè si scarica adrenalina in quei momenti. Ciò che trasforma la tensione da tensione utile e da una subita è la coscienza ovvero se è lei ad usare me o io ad usare lei?
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Tensione piacevole è quando la possiamo reggere abbastaza facilmente. Uno dei motivi può essere la mente che la diminuisce sentendosi al sicuro come nel caso del film o prevedendo comunque un buon esito o un nulla di fatto.
Tensione spiacevole è quando è abbastanza forte da non farcela reggere con relativa facilità o quando non la reggiamo proprio, magari quandi la mente fa il contrario ovvero la aumenta perchè la situazione è ignota e l'esito incerto o addirittura prevedibilmente infausto. L'usare/farsi usare dipende dalla presenza. L'intensità della tensione influisce, nel senso che più è intensa più è difficile (e proficuo) essere presenti. Ma non dipende dalla particolare tensione in se. |
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In questo caso dovremmo prestare ancora più attenzione, rimanendo presenti o cercando di esserlo, ma mi rendo conto quando mi capita di essere " di più sulle spine", ad esempio una situazione come diceva Ray..dall'esito incerto che la mente se ne va per fatti suoi. Me ne rendo conto dopo...quando appunto sono sgonfiato..manata.gif |
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Perchè se so che otterrò da questa tensione ciò che desidero e voglio la sopporterò anzi ne potrò anche godere. Ma se invece non so come andrà a finire o anche temo che andrà a finire male vivrò male questa tensione che diventerà fastidiosa insopportabile. Quindi a questo punto è solo la gestione che ne fa la mente a cambiare il percepire della tensione? E cmq in ogni caso cioè per entrambe vi è un limite sopra il quale la tensione deve essere allentata. Ci sono o non ci sono? nonso.gif |
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In questo senso sono d'accordo con Red. La mente in genere è neutra il resto di noi stessi ci condiziona. C'è questo post che interpreto in questa maniera. |
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