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Secondo me è più difficile superare la vergogna di ammettere di avere un problema psicologico risolvibile affrontando una terapia psicologica, mentre risulta più facile prendere la pillolina che fa stare subito meglio, se poi ne prendiamo due vuol dire che ne abbiamo più bisogno. E' il problema della dipendenza di qualunque natura da non sottovalutare. Tanti prendono poi il caffè per annullare l'effetto rimbambimento. Il punto è capire cosa ci sta dietro il disagio dell'ansia o dell'insonnia. Un problema legato ad una patologia specifica va curato con i farmaci, ma un problema di ordine psicologico che può essere trattato con la terapia analitica è meglio affrontarla con il giusto professionista prima di rassegnarsi al farmaco. |
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nel caso in cui ci sia una patologia specifica che ha anche risvolti psicologici (es. depressione) che si fa? |
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Quì poi si sta parlando di curare malesseri che non sconfinano nelle malattie mentali dove i parenti sono i primi a chiedere i farmaci. Quando ebbi attacchi di nevrosi grave forse avrei potuto star subito meglio, ma per quanto mi riguarda non sono mai stati disturbi che distinguevo da disagi sia esistenziali che morali, che affettivi, ma allora scelsi di non venire sedata, avevo paura di affezionarmi a qualcosa di artificiale, forse ho avuto una paura eccessiva, e non era ignoranza, ma la conquista fu molto gratificante, anche dopo ogni ricaduta. Leggo ora gli ultimi post |
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webetina, a me sembra un approccio consapevole, un rifiuto consapevole, il tuo.
sai che potrebbe essere illogico, ma pensi sia la cosa giusta per te, e lo fai (e infatti non hai un'idiosincrasia specifica, lo applichi anche agli analgesici). il mio discorso va a chi non li prende perche' si sente superiore, perche' non ama la via facile, perche' lo vive non come una terapia ma come una scappatoia, una scorciatoia un po' vigliacca (forzo il concetto per chiarezza). chi invece dice "potrebbe essere una buona cosa ma per me ritengo di fare diversamente, perche' sento che per me è meglio cosi'" applica semplicemente un libero arbitrio personale, ci mancherebbe. è la risposta a #43 |
Ragazzi trasferitevi qui: http://ermopoli.it/portale/showthread.php?t=1218 o aprite un altro thread.
Grazie |
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Io penso che per quanto possa funzionare la terapia farmacologica anche sedando leggermente, poi è sempre meglio tentare lo svezzamento dal farmaco, per non creare dipendenze da cui è sempre difficile uscirne. Anche a me da ragazza il dottore mi ha consigliato la valeriana, e non facendomi effetto qualcosa di più forte, ed ho capito da sola che non andava bene così, con il farmaco, dovevo trovare altre soluzioni. |
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Forse le donne hanno più l'abitudine al rimugino, probabilmeente molto per un fattore culturale. Forse, sempre in linea generale, esterniamo tendenzialmente un disagio a parole mentre il maschile lo fà con l'azione (una volta la palestra era un'abitudine molto più machile ad esempio). Per tornare in tema credo che analisi e ricapitolazione siano differenti sostanzialmente per la posizione in cui ci si mette verso l'emozione da guardare. Ricapitolare comunque non è facile ma nemmeno analizzarsi. Forse la ricapitolazione se fatta bene ha in sè anche una sorta di soluzione mentre l'analisi se non viene poi seguita da un momento di sintesi reale difficilmente risolve. Infine, sicuramente un esperto aiuta nell'analisi meglio di mio zio ma se mio zio vede in quel che vivo delle cose che io non vedo, quindi le analizza più accuratamente magari perchè non ne è direttamente coinvolto...non ha forse anche quello un suo valore benefico? Se poi passa il tempo ad analizzarmi ogni capello..posso tranquillamente dirgli che non è l'unica cosa che stà spaccando...icon_mrgr: |
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Per tutte le sfumature sull'uso e l'abuso andiamo altrove :) |
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Mi diceva che la gran parte dei danni che provengono dagli psicologi sono causati dal far emergere le cause del malessere psichico quando ancora la struttura psico fisiologica non e' forte non e' in grado di sopportare lo stress dell'evocare e sanare le ferite dell'inconscio personale . Io su questo concordo e dico che un certo lavoro va fatto solo quando il paziente e' pronto . E lo psicofarmaco svolge proprio questa funzione di far passare la fase acuta . Le conseguenze dell'errore sulla tempistica possono essere drammatiche . Ps non ho letto il post di sole sul 3d psicofarmaci |
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Per quanto riguarda il continuare ho avuto le risposte che volevo, ho capito il punto, la mia curiosità e' soddisfatta e per me l'argomento è chiuso. Continuo nella lettura. [nota: è la quarta volta che provo a inserire questo post, temo che il motore di vBullettin stia facendo una pennica. se quando si sveglia ne spara 4 semiuguali, me ne scuso in anticipo] |
Nel frattempo siete andati molto avanticol discorso, ma volevo riprendere un po' di punti.
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ps: Grazie per la testimonianza sull'ansia Citazione:
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Forse, in alcuni casi con patologie molto gravi possono essere un coadiuvante alla terapia, ma non la soluzione... |
In alcuni casi l'auto analisi è abbastanza inevitabile, per esempio in soggetti introversi alquanto sarebbe assurdo pensare di eliminarla.
Poi è ovvio ci possono essere analisi più serie e profonde e analisi più superficiali, chiacchiericci mentali. Inoltre l'analisi (parlo sempre di auto analisi) ha spesso il merito di tenerti ancorato a certe problematiche, di evitare di andare così alla spera in Dio, totalmente inconsapevole si ciò che sei, dove vai, dove dovresti andare. E' ovvio che anche nei casi più profondi non è che ti realizzi solo con questo, al massimo potresti arrivare a vivacchiare un pò meglio di come avresti fatto senza, poi sta a te scegliere se accontentarti o meno. Se però la vita ti morde troppo non puoi rimanere lì e basta qualcosa devi pur fare, è logico che per cambiare le cose in modo deciso non basta, ma d'altra parte non è che si può avere la fortuna di avere Maestri esoterici sotto casa o di vivere in ambienti/contesti che ti permettano di entrare subito in contatto con certe conoscenze. Per esempio la Ricapitolazione non è che te la insegnano a scuola, io fino a un paio di anni fa non sapevo proprio cosa fosse e probabilmente non l'avrei mai saputo senza ili percorso fatto anche grazie all'autoanalisi. Magari me ne starei a cavoleggiare su facebook o , nel mio caso ,più probabilmente, a tirare capocciate al muro dentro qualche istituto icon_mrgr:. Preferisco stare qui....:H |
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Nessuno credo dica che per incontrare un maestro debba prima fare un lavoro psicologico, può succedere però, che se un sintomo grave come l'ansia, giusto per restare nel concreto, ci attanaglia, non si sia nella condizione di cercare/trovare un maestro, pechè l'ansia di per se può ostacolare la capacità di valutazione e discelta. Potrebbe darsi anche che sia il maestro a catturarci, ma che fortuna rara sarebbe in quel caso... Per me è chiaro e sottinteso sempre che una persona che sta mediamente bene, certo che non ha bisogno della tarapia, così come, chi non ha dismetabolismi vari, per perdere dei chili in più non ha bisogno dell'alimentarista. Poi mi sembra che non si sia parlato del fatto che una terapia ha un costo elevato in denaro, tempo, fiducia. Nella struttura priavata elimini il costo, ma hai problemi di privacy, per me importante, di attese, di qualità, con le dovute eccezioni per carità. Della terapia psicologica quindi è più facile parlarne che usufruirne. Quelle tre cose non è facile metterle insieme. La fiducia, il gradimento poi sono ancora più difficili. Ho avuto bisogno di diversi cicli di terapia, sia con tecnici uomini che donne. Mi è capitato di dire che non sceglievo di fare la terapia se la persona in quella prima ora non chiamava il mio tipo di essere. Io ho avuto enormi benefici e a volte niente. Se ci fosse altro per andare avanti in quella ricerca che mi ha fatto stare sempre meglio tra le persone io lo farei mio. Ho già dato una prima lettura al thread che Sole ha indicato sulla ricapitolazione. Per ora non faccio domande, ancora mi sfuggono tante cose, e per ora non mi resta che attuare il "basta farlo" . |
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E'naturale che questa può servire a delimitare a grandi linee il campo di gioco, a dare una prima sgrezzata , poi è ovvio che più di quello non può fare, più in profondità di tanto non ci si va...magari diciamo le stesse cose, anche giuste, per anni ma stiamo sempre ai margini di un problema perchè l'analisi non ti permette di andare a fondo a livelli che vadano oltre lo psicologico. E'come se hai una foresta aggrovigliata, con l'analisi grossomodo ti fai un'idea di come la vorresti cambiare, dei sentieri che vorresti costruire, magari dai una pulita ai rami che sono per terra, però non hai in mano gli strumenti tipo forbici, seghe, o macchinari più avanzati per realizzare concretamente il tutto. Una volta che qualcosa di più ti viene in aiuto, es.la ricapitolazione pur parziale, allora già il discorso può cambiare, l'energie che prima impegnavi quasi esclusivamente in quello puoi impiegarle in altro modo, inizi magari ad essere un minimo più sveglio, attivo, ad andare incontro a ciò che ti viene senza dover prima metterlo in quarantena nel cervello, a dover sondare il tutto solo col razionale psicologico, puoi avere visioni più ampie o meglio hai la sensazione di non essere solo la sonda che mandi in esplorazione, ma anche qualcosa che resta più indietro. Poi anche qui si parte in modo confuso, non avendo ancora strumenti ed energia per capire bene cosa c'è dietro, hai vaghi scuarci, vaghe sensazioni, ma ancora niente di più... |
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Perdonate la mia domanda ignorante ma la ricapitolazione è processo che si può fare anche parzialmente? per gradi? cioè si può ricapitolare a poco a poco? |
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A mio avviso è inevitabile dover fare più tentativi, ricapitolare diversi eventi legati da un certo filo, poi altri legati da un altro filo, poi ritornarci sopra altre volte, non è che ricapitoli tutto in una volta sola in poche settimane..... Ovviamente, come dicevamo anche sopra, da soli è probabile non riuscire ad arrivare in fondo a tutto, magari a volte arrivano risultati altre volte no. |
Non sarebbe più corretto dire allora "tento di ricapitolare più volte finchè non ricapitolo?". Da quel che ho capito, forse poco e male, la ricapitolazione è un processo che o lo fai o non lo fai, i vari tentativi ritornando sul tema da ricapitolare sono forse quelli che qui si sono chiamati autoanalisi, da cui la confusione tra analisi e ricapitolazione. Voglio dire che finchè si ha il dubbio o la certezza di aver ricapitolato solo in parte forse si è solo fatto autoanalisi ma non si ha ancora ricapitolato.
Come con il TA, finchè il calore e la pensantezza non è in tutto il corpo stiamo tentanto di fare il TA. Una cosa ricapitolata è ricapitolata, non credo richieda necessità di tornarci altre volte. Il mio è puro ragionamento logico, può darsi che mi sbaglio. |
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Scusa, non vuol essere un disappunto, cerco solo di capire a quale lavoro e a quali strumenti ti riferisci. Volevo farti anche una domanda, se quando fai le tue riflessioni e pure quando ricapitoli lo fai in determinato ambiente, o in qualche modalità, non so, solo o con altri. La ricapitolazione di sicuro comincio a farla in assenza di disturbi esterni , poi immagino che si possa essere più bravi. Vorrei fare un esempio di meccanismo psicologico che si può imparare aindividuare. Mi capita di avere abbassamenti repentini di umore che prima subivo e basta. Ho imparato che è un pensiero passato nella mia mente in una frazione di un secondo che ha intorbidito lo stato rilassato che avevo. A volte riesco a bloccare quella serie di reazioni fisiche emotive che immediatamente cambiano la chimica del mio corpo. Posso sentire anche paura, aggressività, lascio scorrere se non posso fare altro, ma di sicuro so che un pensiero una scritta, il tono di una voce, o aprire FB e vedere cose cattive che altri oubblicano (che alla prima depenno)con la scusa di metterli alla gogna. Posso avere anche tremore se ho piena visione di ciò che mi turba e lì mi è chiaro perchè sto male, ma prima parlavo dei segnali subliminari, quelli che io non sapevo mi procurassero inconsapevoli reazioni. Scusate se ho scritto tanto, ma se parliamo solo di teoria io non capisco. Spero di non essere fuori dallo scopo del thread, e se è il caso qualcuno mi ricordi come si resta nell'ambito esoterico se è necessario, ho la solita difficoltà ad attenermici per mancanza di formazione. |
Cioè praticamente ho scoperto che ho sempre ricapitolato, pur non sapendo che si chiamasse ricapitolazione...
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Se poi esista una sorta di segnale inequivocabile di "fine ricapitolazione, " di copia realizzata, non lo so .... Sulla possibilità di confondere autoanalisi e ricapitolazione non credo sia possibilie, non hai molto da parlare quando ricapitoli, anzi cerchi di scoprire quello che, pur in presenza di contemporanea autoanalisi, all'epoca ti era sfuggito perchè non avevi la "presenza" e/o la capacità di cogliere al momento. Rivivi le cose, in modo non solo razionale o ricordando, ma in modo più pieno, fisicamente più coinvolgente, tra le altre cose. |
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Non so in cosa possa consistere la "ricapitolazione assistita", presumo potrebbe essere qualcosa di più che stare con uno di fianco che ci ascolta intervenendo ogni tanto, magari una cosa più ad hoc, con una persona mooolto più avanti di noi, che intuisce o vede in qualche modo svariate cose e cerca di condurci in modo utile a riprenderle. A volte ho letto che esistono anche tecniche di agevolazione tipo un respiro particolare, o esercizi fisici particolari , ne abbiamo già parlato nel 3d apposito, possono forse essere un aiuto in più se fatte con cognizione, ma sempre partendo da un processo efficace. |
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Personalmente lo escluderei, poi non si può mai dire.... |
Non ho ancora finito di leggere bene tutto.
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Se un nodo non si scioglie, non si scioglie... è necessario usare altri metodi e non incaponirsi su quello. In quel caso l'analisi non è più una autoconoscenza di se stessi.. ma una dimostrazione di forza, ma contro chi? Perchè il male lo si fa a se stessi.. si rischia di perdere tempo ed energie. In quel caso per me è più analizzare ma incapunirsi. Il rischio poi di girare a vuoto su idee che sono fuori anni luce dal punto è altissimo. L'autoanalisi per me è autoconoscenza di se, osservazione, scoperta. Questo comporta che se ci troviamo ad insistere su un particolare senza risultato c'è qualcosa di noi che non conosciamo abbastanza e stiamo pretendendo di costruire un palazzo senza fondamenta.... o forse, a volte basta solo far sedimentare. Volevo dire questo. Quote:
Ma mi spiego... se anche si chiede aiuto esterno, se il lavoro, di qualsiasi tipo esso sia, non lo si fa da soli, seppur guidati, seppur seguiti è come non aver fatto nulla. Quindi avere un aiuto esterno,non vuol dire che il lavoro non lo fai solo ed esclusivamente tu. Ma ancora più importante, nessuno a parte te sa se stai facendo bene o no. Chi può davvero guardare dentro il tuo animo e valutare? Sai quanti esperti ho visto spararne certe da scandalizzare i polli? Per cui i rischi prima o poi bisogna prenderseli e le esperienze, per quanto spiacevoli... io me ne sarei evitate alcune, ma non sarei dove sono, sono necessarie. La necessarietà di certe esperienze è l'unica risposta che riesco a dare/darmi a questo. Come si fa a capire...bisogna sperimentare, sbaglaire, sperimentare, sbagliare, trovare il come.. Finisco di leggere il resto |
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Se è così arriviamo finalmente a capire come usarle e quando... Sempre se è così.. per me è molto più semplice dall'autoanalisi passare alla ricapitolazione che dal semplice ricordo passato per "caso" per la mente. |
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Poi magari dipende anche dai singoli individui, per alcuni la strada è quella per altri può essere diverso, a me viene più "naturale" farmi un quadro della situazione e della direzione che voglio prendere e degli ostacoli che potrei incontrare o che ho incontrato in passato e dopo, successivamente, andare a rimuoverli quasi "materialmente" per come posso con la ricapitolazione. Poi oltretutto fino ad ora le poche tornate che ho fatto si sono concentrate su 2-3 cose massimo,(le più impellenti) le altre non le ho toccate, eventualmente lo farò in futuro, dopo altre autoanalisi e , si spera scusa.gif scusa.gif scusa.gif , dopo una fase più concreta e pratica di vita vissuta un minimo più sciolto e libero da legami col passato,magari escono in tal modo altre cose che ora non mi sovvengono. |
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Questo che ho detto può anche dare l'idea di cosa accade quando si è finito di ricapitolare. |
Aggiungo al post precedente, che ricapitolare tutto in una volta sola credo che comporti una tale dosa di energia che per quanto mi riguarda non credo di poter impiegare.
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Ma in definitiva in cosa consiste la ricapitolazione ?
Cosa si fa quando si ricapitola cioe' si rivive un'esperienza , ogni esperienza vissuta ? Diceva Uno si producono nella nostra mente delle copie dell'esperienza ma queste copie se ripetono il fatto in realta' anche ne differiscono , non sono uguali al fatto perche' ne sono in parte un'astrazione . In parte , perche' da un verso fanno riferimento all'esperienza vissuta e dall'altro sono smaterializzate e sublimate cioe' arricchite di un significato che vale per tutti e quindi trascendente l'esperienza concreta . Le copie dei fatti sono dunque arricchite di un senso comune cioe' che vale per tutti ma personale nello stesso tempo e queste copie cosa sono se non simboli ? Dunque se questo e' vero l'analisi differisce dalla ricapitolazione per il fatto che la prima e' solo un sezionare , rivedere nei particolari l'esperienza vissuta come prima fase di un processo mentre ricapitolare e' arricchire l'esperienza di un senso attraverso il valore simbolico che quell'esperienza ha , assume per noi . Questo arricchimento di senso e significato fa la differenza e' il risultato del lavoro e' un vedere quello che sta nascosto dietro al fatto vissuto . |
C'e' una frase molto'' ad effetto'' in alchimia :
IN STERCORE INVENITUR '' NELLO STERCO SI TROVA !!!! |
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Quando una cosa è ricapitolata si capisce dal fatto che se si rievoca il ricordo esso fluisce ma non provoca emozioni. Pur permanendo il ricordo delle stesse. Se invece un ricordo mi provoca emozioni qui adesso non è ricapitolato. Fine, tutto qui. La ricapitolazione non prevede "parole", ossia un pensiero dialettico. E' evidente che può provocare delle riflessioni, dato che grazie ad essa emergono altre cose, tra cui le connessioni degli eventi della nostra vita. Diventano chiari. Capiamo che un episodio era stato innescato da un altro e cose così. Questo può portare ovviemente a dei ragionamenti, a dei pensieri, che possiamo anche chiamare analisi se vi va, ma io la vedo più sintesi. E' però certamente un arricchimento ed un ampliamento della visione della propria vita... qui forse c'è un acquisizione di senso che non so se è ciò che intendeva Nike o no. Ma soprattutto c'è un recupero energetico. E' questo un aspetto del suo scopo. Certamente costa fatica, sopratuttto all'inizio, anche se poi scorre. Ma si recuperano le energie che abbiamo lasciato indietro, negli episodi non vissuti o vissuti parzialmente, roba che forma complessi che poi vivono di vita propria. Quindi la ricapitolazione, tra l'altro, scioglie i nodi, i complessi, e restituisce libertà. |
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Comunque, ricapitolare è "semplicemente" rivivere coscientemente il ricordo senza caricarlo di niente altro che il rivisitare ogni momento dell'emozione e del ricordo. Si visualizza l'evento e niente altro. Chi osserva siamo noi, chi vive siamo entrambi, noi di ora e noi di allora. Non si arricchisce del simbolo, se ho capito cosa intendi, ma si arricchisce della realtà dell'accaduto. Si sente, senti con ogni parte di te dove e come e cosa ha agito quell'evento. Come dice Luke, avverti anche dove quella cosa è nel corpo. Ma è solo una conseguenza. Ciò non permette nessun tipo di analisi, nessun tipo di parole , proprio non è possibile perchè nel momento stesso in cui si "commenta" si perde il contattto con il profondo (nello spazio e nel tempo) in cui è il ricordo. Questo è un indizio su sui capire se si sta facendo una o l'altra, le parole. Se si cerca di analizzare viene a mancare immediatamente la connessione, il cervello si sente che comincia a lavorare con un'altra parte di se, con le parole. Io credo che l'energia che ci vuole per fare questo non è solo relativa alla concetrazione necessaria, molta, ma alla stessa dispersione che c'è in quel canale che andiamo ad esplorare aperto nel tempo. Tutto di noi in quel momento verte li.. e tutta l'energia viene immessa in quel canale che ci porta a viaggiare nel tempo. Non è solo teoria questa.. è realmente ciò che accade.. si può cambiare il futuro. Le due cose differiscono perchè sono due cose diverse. L'una osserva e tira somma, l'altra vive ciò che nel passato non era stato vissuto con presenza e coscienza, praticamente tutto. |
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Ho ricapitolato nella mia vita, più volte, non sapevo si chiamasse ricapitolazione ma il risultato è quello. Meglio di me chi lo può sapere che l'ho fatto e pure bene. Ad esempio io conosco bene il mio nodo da sciogliere, se non l'ho ricapitolato è perchè ancora è troppo caldo. Non sono certo una che si incaponisce senza capire quel che sta facendo. Ma qui non si sta parlando di me in tutta sincertà e onestà vero? Si sono d'accordo con te, c'è molta gente che parla senza vera cognizione di quel che dice, compreso anche qualche esperto non ben preparato nel suo campo, ma io so scegliere le persone a cui affidarmi e dare credito sulla parola, anche fosse su un forum, altrimenti qui staremmo facendo solo intellettualismo da salotto. |
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Il forum è lo specchio della vita e va da se che può succedere anche qui. Ora mi dici che sai scegliere bene le persone. Io ti rispondo che son contenta per te, ma cosa c'entra? Io rispondevo al fatto che ritenevi servisse un esperto perchè da soli non si può sempre. Non ho affatto detto che non sai scegliere, anzi ho detto tutto altro e cioè che anche davanti al massimo esperto si deve far da soli. Quindi non è saper scegleire, ma è dover far da soli anche con l'altro. Ho avuto l'impressione che avessi un certo timore che ti portava a voler capire prima ancora di compiere l'esperienza, di andare sul sicuro con l'esperto, cosa che dal mio punto di vista non è sempre la miglior situazione. A me dispiace che ti senti tirata in causa perchè si perde un pò la fluidità delle possibilità che ci sono con te e si frena il discorso in generale. Spero che adesso sia chiaro che si sta parlando di autoanalisi, di ricapitolazione, dove come e quando. Non di qualcuno in particolare, ma di tutti in generale. ________________________ Mi piacerebbe tornare in tema adesso ed abbiamo forse trovato una risposta importante ai fini del discorso. Hai detto di aver praticato la ricapitolazione, allora adesso riesci a vedere la differenza e come si può facilmente capire cosa si sta facendo delle due cose? Era uno dei dubbi che ti ponevi ed è una cosa che definisce i due momenti. |
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Ma a volte le nostre convinzioni si sposano con determinate parole e sensazioni e se altri ne inseriscono altre di diverse sembra che il discorso non fili piu' . Eppure nessun discorso si completa definitivamente . Se fai l'amore con un uomo quella realta' vissuta e rivissuta e ricordata come dici e quindi ricapitolata , acquista un significato che trascende quell'uomo e quell'esperienza in una oggettivazione che da' il senso di quello che si e' fatto a prescindere da con chi l'hai fatto e da quello che sentivi . In questo senso la ricapitolazione del fatto ed il suo ricordo aggiunge un quid alla realta' vissuta che e' il senso , il significato di quell'atto per te . Questa non e' analisi che e' invece solo il primo passo del ricordo ma e' un rivivere l'atto con tutta te stessa anche quella te stessa che in quel momento era assorbita dalle emozioni . Quell'atto d'amore diventa altro , puo' diventare completezza che prescinde dall'atto concreto e questa completezza e' il vero lascito , la vera ricchezza di quell'esperienza . Allora l'atto ricordato ed oggettivato diventa simbolo di qualcosa di piu' , di piu' completo che puo' essere conservato e rievocato . E' un ampliamento della coscienza . Credo con parole diverse di aver detto cose non tanto lontane dalle tue oppure di aver detto quella stessa cosa con parole mie espressione delle mie esperienze ricapitolate . Credo che Ray abbia capito quello che intendevo dire , combacia con gli effetti che descrive lui della ricapitolazione. |
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Eppure se io non facessi così non otterrei i benefici che mi arrivano dopo. Non ho ricapitolato il nodo in questione ma ho sciolto altri nodi che vi si erano formati intorno. Lasciarlo sedimentare non dipende dalla mia volontà, perchè per mia volontà io reprimo tutto, ricaccio nell'inconscio anestetizzandomi. I sogni sono la spinta, il fuoco sotto il sedere che mi porta a correre per raffreddarlo, corro fino a quando non risolvo qualcosa, che non è quello ma è un contorno importante della stessa minestra. In questa fase l'analisi ci sta, ma siccome io non credo all'autoanalisi, perchè quella per me è roba per tipi come Jung, Freud, loro hanno fatto autoanalisi pubblicando a scopo di studio, io non sono capace, conosco i pericoli della mente, proprio perchè provengo da un percorso di psicoanalisi, quindi posto le mie riflessioni qui per i motivi già noti. Se io fossi sicura della mia autoanalisi non posterei nulla. Io seguo la tensione, i pensieri intorno, poi arriva un colpo che va a giusto segno e mi aiuta a sbloccare il meccanismo in cui rimango avviluppata, e vado avanti, ho raffreddato un altro pò di minestra, il piatto si alleggerisce ma ancora non sono pronta per vuotarlo. Citazione:
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Io non metto in dubbio che lui in certi frangenti possa vedere dentro di me meglio di me stessa. Non sei d'accordo? Citazione:
Ciò non toglie che si può aver bisogno semplicemente di qualcuno che ti insegna, o ti sta vicino o di assistenza se il parto è difficile, rischioso. Dipende dal tipo di problematica che si vuole affrontare, questo non va dimenticato, anche senza scomodare casi patologici, da psichiatria. Citazione:
Per rispondere quindi alla tua ultima domanda, io non ho dubbi sul fatto che non sono in grado di fare autoanalisi, ma riflessioni si, analisi assistita si, questo il motivo per cui scandaglio me stessa in forum, altrimenti lo farei nella mia testa. Non ho dubbi nemmeno sul fatto che per ora non ci provo nemmeno a ricapitolare, non mi sento pronta. Mi conosco sufficientemente da sapere fin dove posso spingermi. Tutto accade quando è il tempo di accadere, ma nel frattempo non sto certo con le mani in mano, c'è tanto su cui lavorare attorno a un nodo difficile. |
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