Ermopoli

Ermopoli (https://ermopoli.it/portale/index.php)
-   Esoterismo (https://ermopoli.it/portale/forumdisplay.php?f=21)
-   -   Differenza tra Ricapitolazione ed Analisi - quale e quando applicare/le (https://ermopoli.it/portale/showthread.php?t=7707)

diamantea 23-03-2012 12.33.02

Citazione:

Originalmente inviato da Cubo (Messaggio 112233)
se è un errore l'eccesso, lo è anche l'ostracismo. sono farmaci come altri, da assumere alla bisogna, sotto guida competente. fanno stare meglio.

Purtroppo gli psicofarmaci danno assuefazione, sono dopanti e spesso si scivola nello ritenere la soluzione più facile e a portata di mano per superare il disagio.
Secondo me è più difficile superare la vergogna di ammettere di avere un problema psicologico risolvibile affrontando una terapia psicologica, mentre risulta più facile prendere la pillolina che fa stare subito meglio, se poi ne prendiamo due vuol dire che ne abbiamo più bisogno.
E' il problema della dipendenza di qualunque natura da non sottovalutare.
Tanti prendono poi il caffè per annullare l'effetto rimbambimento.
Il punto è capire cosa ci sta dietro il disagio dell'ansia o dell'insonnia. Un problema legato ad una patologia specifica va curato con i farmaci, ma un problema di ordine psicologico che può essere trattato con la terapia analitica è meglio affrontarla con il giusto professionista prima di rassegnarsi al farmaco.

Cubo 23-03-2012 12.39.42

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 112239)
Un problema legato ad una patologia specifica va curato con i farmaci, ma un problema di ordine psicologico che può essere trattato con la terapia analitica è meglio affrontarla con il giusto professionista prima di rassegnarsi al farmaco.

chi decide se il problema è di ordine psicologico o se è legato a una patologia specifica?

nel caso in cui ci sia una patologia specifica che ha anche risvolti psicologici (es. depressione) che si fa?

webetina 23-03-2012 12.46.42

Citazione:

Originalmente inviato da Cubo (Messaggio 112233)
incidentalmente, io sono a disagio con questa posizione perche' "culturalmente" mette le persone che soffrono in condizione di "vergognarsi" di prendere un antidepressivo. se è un errore l'eccesso, lo è anche l'ostracismo. sono farmaci come altri, da assumere alla bisogna, sotto guida competente. fanno stare meglio.

Esiste il problema, è vero, ma le cose stanno cambiando, perchè se è per questo, anche verso la terapia psicologica ci sono stati grossi pregiudizi, ma vedo che oggi la gente di apre, i miei clienti come niente mi dicono che la loro figlia ha avuto bisogno, ect...Io non ho mai nascosto di averne usufruito. Il farmaco però mi fa paura e non perchè mi sentirei matta, io non prendo nemmeno un banale analgesico, sopporto se posso. Non ho per esempio detto che il quelle settimane mi alzavo con leggero sapore amaro in bocca. Sono cose che io non tollero, certo se domani l'angoscia dovesse opprimermi non esiterei a ingoiare qualunque cosa, perchè vivrei con effetti di sicuro peggiori di quelli che darebbe il farmaco.

Quì poi si sta parlando di curare malesseri che non sconfinano nelle malattie mentali dove i parenti sono i primi a chiedere i farmaci.
Quando ebbi attacchi di nevrosi grave forse avrei potuto star subito meglio, ma per quanto mi riguarda non sono mai stati disturbi che distinguevo da disagi sia esistenziali che morali, che affettivi, ma allora scelsi di non venire sedata, avevo paura di affezionarmi a qualcosa di artificiale, forse ho avuto una paura eccessiva, e non era ignoranza, ma la conquista fu molto gratificante, anche dopo ogni ricaduta.

Leggo ora gli ultimi post

webetina 23-03-2012 12.53.14

Citazione:

Originalmente inviato da Cubo (Messaggio 112240)
chi decide se il problema è di ordine psicologico o se è legato a una patologia specifica?

La gente oggi si consulta con chi di dovere.

Citazione:

nel caso in cui ci sia una patologia specifica che ha anche risvolti psicologici (es. depressione) che si fa?
Io credo che il paziente sia libero di scegliere e di capire che sta male e che è depresso, e se sia il caso di accettare dei farmaci, che sicuramente i medici consigliano. La medicina allopatica usa ancora prescrivere i farmaci fino a prova contraria. Se poi siamo di fronte ad un disabile mentale, è chiaro che sceglie la struttura e stai tranquillo che lo sedano, ma ripeto anche i parenti sono propensi a farlo sedare.

Cubo 23-03-2012 12.55.24

webetina, a me sembra un approccio consapevole, un rifiuto consapevole, il tuo.
sai che potrebbe essere illogico, ma pensi sia la cosa giusta per te, e lo fai (e infatti non hai un'idiosincrasia specifica, lo applichi anche agli analgesici).

il mio discorso va a chi non li prende perche' si sente superiore, perche' non ama la via facile, perche' lo vive non come una terapia ma come una scappatoia, una scorciatoia un po' vigliacca (forzo il concetto per chiarezza).

chi invece dice "potrebbe essere una buona cosa ma per me ritengo di fare diversamente, perche' sento che per me è meglio cosi'" applica semplicemente un libero arbitrio personale, ci mancherebbe.

è la risposta a #43

Sole 23-03-2012 13.35.45

Ragazzi trasferitevi qui: http://ermopoli.it/portale/showthread.php?t=1218 o aprite un altro thread.
Grazie

diamantea 23-03-2012 13.36.56

Citazione:

Originalmente inviato da Cubo (Messaggio 112240)
nel caso in cui ci sia una patologia specifica che ha anche risvolti psicologici (es. depressione) che si fa?

In questo specifico caso sarebbe sempre meglio affiancare alla terapia farmacologica anche quella psicologica. Ritengo che in questi casi il supporto psicologico o psichiatrico in casi gravi sia fondamentale.

Io penso che per quanto possa funzionare la terapia farmacologica anche sedando leggermente, poi è sempre meglio tentare lo svezzamento dal farmaco, per non creare dipendenze da cui è sempre difficile uscirne.

Anche a me da ragazza il dottore mi ha consigliato la valeriana, e non facendomi effetto qualcosa di più forte, ed ho capito da sola che non andava bene così, con il farmaco, dovevo trovare altre soluzioni.

dafne 23-03-2012 13.46.15

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 112114)
No no, non ne voglio fare una questione di genere... molto più semplicemente le femmine hanno bisogno di esternare e i maschi mooooooolto di meno. Pertanto ne viene fuori anche un approccio al lavoro diverso..


Forse le donne hanno più l'abitudine al rimugino, probabilmeente molto per un fattore culturale.
Forse, sempre in linea generale, esterniamo tendenzialmente un disagio a parole mentre il maschile lo fà con l'azione (una volta la palestra era un'abitudine molto più machile ad esempio).

Per tornare in tema credo che analisi e ricapitolazione siano differenti sostanzialmente per la posizione in cui ci si mette verso l'emozione da guardare. Ricapitolare comunque non è facile ma nemmeno analizzarsi.

Forse la ricapitolazione se fatta bene ha in sè anche una sorta di soluzione mentre l'analisi se non viene poi seguita da un momento di sintesi reale difficilmente risolve.

Infine, sicuramente un esperto aiuta nell'analisi meglio di mio zio ma se mio zio vede in quel che vivo delle cose che io non vedo, quindi le analizza più accuratamente magari perchè non ne è direttamente coinvolto...non ha forse anche quello un suo valore benefico?

Se poi passa il tempo ad analizzarmi ogni capello..posso tranquillamente dirgli che non è l'unica cosa che stà spaccando...icon_mrgr:

Sole 23-03-2012 13.51.56

Citazione:

Originalmente inviato da Cubo (Messaggio 112113)
sto leggendo con attenzione, non riesco a seguire tutto e quindi attendo di farmi un'idea piu' strutturata prima di dire la mia.

ho solo due flash, che butto, per quello che possono servire (temo a poco, sono osservazioni collaterali)

1) se l'obiettivo è stare meglio, non capisco la diffidenza/condanna verso gli psicofarmaci che mi è sembrato di trovare in alcuni thread qui in città.

L'obiettivo a mio modo di vedere non è semplicemente stare meglio, ma è stare bene consapevolmente in tutta libertà. Lo psicofarmaco non ti da questa libertà, non ti da nessuna consapevolezza, alcuni anzi - necessariamente - addormentano la coscienza insieme al sentire. Il punto di distinzione è ampissimo.
Per tutte le sfumature sull'uso e l'abuso andiamo altrove :)

nikelise 23-03-2012 17.21.23

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 112247)
In questo specifico caso sarebbe sempre meglio affiancare alla terapia farmacologica anche quella psicologica. Ritengo che in questi casi il supporto psicologico o psichiatrico in casi gravi sia fondamentale.

.

Tempo fa parlavo con un bravo medico.
Mi diceva che la gran parte dei danni che provengono dagli psicologi sono causati dal far emergere le cause del malessere psichico quando ancora la struttura psico fisiologica non e' forte non e' in grado di sopportare lo stress dell'evocare e sanare le ferite dell'inconscio personale .
Io su questo concordo e dico che un certo lavoro va fatto solo quando il paziente e' pronto .
E lo psicofarmaco svolge proprio questa funzione di far passare la fase acuta .
Le conseguenze dell'errore sulla tempistica possono essere drammatiche .

Ps non ho letto il post di sole sul 3d psicofarmaci

Cubo 23-03-2012 17.24.30

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 112246)
Ragazzi trasferitevi qui: http://ermopoli.it/portale/showthread.php?t=1218 o aprite un altro thread.
Grazie

Grazie per il link, Sole, leggero' con attenzione.
Per quanto riguarda il continuare ho avuto le risposte che volevo, ho capito il punto, la mia curiosità e' soddisfatta e per me l'argomento è chiuso. Continuo nella lettura.

[nota: è la quarta volta che provo a inserire questo post, temo che il motore di vBullettin stia facendo una pennica. se quando si sveglia ne spara 4 semiuguali, me ne scuso in anticipo]

RedWitch 23-03-2012 19.46.39

Nel frattempo siete andati molto avanticol discorso, ma volevo riprendere un po' di punti.

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 112096)
........
Io credo molto in questo tipo di analisi, anche se bisogna andare oltre a un certo punto, come in tutte le cose, non bisogna ancorarsi, è un percorso secondo me che deve arrivare prima di quello esoterico. Tranne che incontri il Maestro, ma secondo me non si incontra il Maestro in certe condizioni psicologiche...

Io invece credo che possa succedere di incontrarlo nonostante le proprie condizioni psicologiche e che non necessariamente si passi per un lavoro psicologico questo perchè una delle condizioni essenziali per intraprendere un percorso, sia la Volontà vera di cambiare qualcosa di sè...anche se si crede che sia solo voler guarire, voler stare bene. A volte quello che noi crediamo essere condizioni disagevoli, possono invece favorire un certo tipo di lavoro secondo me :)

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 112096)
........
Io non mi sento di dire che ora analizzo da sola, lo faccio da sola qui, ma non sono sola, seguo una direzione, un riferimento importante, altrimenti non lo farei proprio.
E se Uno spazza tutto lo accetto, e ricomincio con il mattone che mi lascia sempre.

Però non conosco le vostre esperienze e il risultato ottenuto da queste analisi fatte da soli. Perchè quello che conta poi è il risultato.

Come dicevo sopra non ho seguito un percorso di psicoterapia, e da quel che poi è venuto fuori dal discorso, credo che quella che chiamo "analisi", sia un tentativo della mente di trovare dei perchè e "percome", che potrei benissimo risparmiarmi, ma questo in me succede quando tento di ricapitolare qualcosa in maniera inesatta, spaccando il famoso capello in quattro :D. Non ho quindi riscontri tangibili, ma alla fine credo che anche questo mi possa servire a conoscere me stessa un po' meglio (se non altro per cambiare metodo).

ps: Grazie per la testimonianza sull'ansia


Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 112103)
.....Se invece parliamo di un lavoro psicologico serio le cose stanno diversamente, ma in quel caso dovremmo dire quale (psicanalisi, analisi del profondo, altri approcci ecc.) e parlarne con qualche cognizione. In un lavoro psicologico, che quasi sempre è legato ad una determinata problematica anche se a volte può venire usato per una ricerca generica, l'obiettivo è comunque un cambiamento, direi pure radicale se la problematica non è propriamente una cosuccia.

Si grazie, in effetti, per analisi ho inteso qualcosa di molto più generico, quell'indagine appunto mentale o ricerca di cause di cui poi hai parlato.


Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 112103)
.....Detto questo, come già detto altrove, un'indagine psicologica seria e un lavoro esoterico sono due cose ben diverse e sopratutto con diversi obiettivi. L'obiettivo del lavoro esoterico è infinitamente più alto di quello psicologico (l'immortalità e la compensazione della psiche stanno su piani parecchio distanti) e quindi gli strumenti tentano di essere adeguati alle finalità... ovvio che non c'è paragone.

Poi c'è chi tenta di usare la ricapitolazione per darsi una sistemata alla psiche. Bon, si può usare una ferrari per andare a fare la spesa, ma non la si sfrutterà certo al massimo, per non dire nulla dei consumi.

Sì sul fatto che siano due lavori diversi con obiettivi diversi sono d'accordo, anche se resto convinta che un lavoro esoterico non possa escludere una certa indagine psicologica (in fondo la conoscenza di sè almeno in parte lo è per forza no?), mentre è vero il contrario. Bisognerebbe pero' vedere se poi chi, trovando una soluzione al proprio problema, attraverso un cambiamento, sia soddisfatto della propria vita o meno, fermandosi allo psicologico piuttosto che proseguire oltre.

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 112111)
.....................
Per chi non ha provato la ricapitolazione, non servono grosse metodologie. Basta solo farlo. Il thread sulla ricapitolazione chiarisce moltissime cose ed è tutt'altro che teorico.. è sostanzialmente pratico.
E' molto difficile però ricapitolare senza cadere nell'analizzare. Ecco perchè diventa importante capirne la differenza.

Ecco questo è quel che intendevo io genericamente con analisi, perchè mentre ricapitolo, spesso, soprattutto ultimamente mi capita di cercare perchè, per come, quando etc... che spesso poi mi impediscono di andare avanti con la ricapitolazione. Quindi in qualche maniera la frenano. Per questo sopra chiedevo, fin dove si puo' arrivare con questo tipo di approccio mentale? E' utile? A me , sinceramente non molto.

Citazione:

Originalmente inviato da Cubo (Messaggio 112113)
sto leggendo con attenzione, non riesco a seguire tutto e quindi attendo di farmi un'idea piu' strutturata prima di dire la mia.

ho solo due flash, che butto, per quello che possono servire (temo a poco, sono osservazioni collaterali)

1) se l'obiettivo è stare meglio, non capisco la diffidenza/condanna verso gli psicofarmaci che mi è sembrato di trovare in alcuni thread qui in città.

Ho visto che ti hanno già risposto in molti, devo acora leggere con attenzione il resto del thread, poi magari riprendiamo altrove l'argomento se ti/vi fa piacere, ma per mia esperienza diretta posso dirti che gli psicofarmaci non fanno altro che farti vivere al rallentatore. Non so se rende come immagine, ma è proprio quello che provavo. Alleviano i sintomi, ma non risolvono (almeno nel mio caso non avevano risolto), creano dipendenza e addormentano la coscienza....
Forse, in alcuni casi con patologie molto gravi possono essere un coadiuvante alla terapia, ma non la soluzione...

luke 23-03-2012 20.05.02

In alcuni casi l'auto analisi è abbastanza inevitabile, per esempio in soggetti introversi alquanto sarebbe assurdo pensare di eliminarla.
Poi è ovvio ci possono essere analisi più serie e profonde e analisi più superficiali, chiacchiericci mentali.
Inoltre l'analisi (parlo sempre di auto analisi) ha spesso il merito di tenerti ancorato a certe problematiche, di evitare di andare così alla spera in Dio, totalmente inconsapevole si ciò che sei, dove vai, dove dovresti andare.

E' ovvio che anche nei casi più profondi non è che ti realizzi solo con questo, al massimo potresti arrivare a vivacchiare un pò meglio di come avresti fatto senza, poi sta a te scegliere se accontentarti o meno.

Se però la vita ti morde troppo non puoi rimanere lì e basta qualcosa devi pur fare, è logico che per cambiare le cose in modo deciso non basta, ma d'altra parte non è che si può avere la fortuna di avere Maestri esoterici sotto casa o di vivere in ambienti/contesti che ti permettano di entrare subito in contatto con certe conoscenze.

Per esempio la Ricapitolazione non è che te la insegnano a scuola, io fino a un paio di anni fa non sapevo proprio cosa fosse e probabilmente non l'avrei mai saputo senza ili percorso fatto anche grazie all'autoanalisi.
Magari me ne starei a cavoleggiare su facebook o , nel mio caso ,più probabilmente, a tirare capocciate al muro dentro qualche istituto icon_mrgr:.
Preferisco stare qui....:H

RedWitch 24-03-2012 00.41.39

Citazione:

Originalmente inviato da webetina (Messaggio 112211)
.......A che serve Red ripassare tutta la propria vita? Perchè questa idea? A meno che uno non debba scrivere un'autobiografia con stile psicologico...
L'analisi in terapia si fa quanto basta perchè il terapeuta conosca un pò chi ha davanti,e nella misura in cui serve al paziente sia perchè si renda conto di ciò che occupa la sua mente e il suo cuore, sia per la catarsi che non avviene solo con la ricapitolazione visto che è stato detto. E n'analisi non è solo parlare, è forte ciò che accade e si sente mentre si consegna a chi ascolta.

Era solo un'ipotesi per capire in che modo si puo' cercare il famoso ago nel pagliaio :D Comunque la mia era più curiosità che altro, perchè credo che rientri in quel che diceva Ray sul distinguere il tipo di terapia e parlarne con cognizione di causa... che al momento non ho.

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 112261)
.............
E lo psicofarmaco svolge proprio questa funzione di far passare la fase acuta .
Le conseguenze dell'errore sulla tempistica possono essere drammatiche .

Ps non ho letto il post di sole sul 3d psicofarmaci

Non ho ben capito, quindi tu sei favorevole all'uso degli psicofarmaci quando il malessere del paziente è in fase acuta? Una specie di cuscinetto che permetterebbe al paziente di attutire il colpo che non puo' ancora reggere? O in attesa di essere pronto per lavorare sulle cose che non puo' sopportare ancora?


Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 112269)
In alcuni casi l'auto analisi è abbastanza inevitabile, per esempio in soggetti introversi alquanto sarebbe assurdo pensare di eliminarla.
Poi è ovvio ci possono essere analisi più serie e profonde e analisi più superficiali, chiacchiericci mentali.
Inoltre l'analisi (parlo sempre di auto analisi) ha spesso il merito di tenerti ancorato a certe problematiche, di evitare di andare così alla spera in Dio, totalmente inconsapevole si ciò che sei, dove vai, dove dovresti andare.

Sì, sì sono d'accordo Luke, e non credo si tratti solo dei soggetti introversi, credo che questo tipo di auto-analisi la facciamo tutti, in qualche misura, e non era mia intenzione denigrarne l'utilità, ma dicevo che per me, ai fini di risolvere qualcosa con qualcuno, se mi perdo in troppe elucubrazioni, non è molto utile, perchè in quel caso non riesco a ricapitolare. E' come una sorta di protezione da quel che non voglio/posso sentire ancora. Diventa un problema quando mi ostino a ripassare le stesse cose senza trovarne un capo e una coda.

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 112269)
....Per esempio la Ricapitolazione non è che te la insegnano a scuola, io fino a un paio di anni fa non sapevo proprio cosa fosse e probabilmente non l'avrei mai saputo senza ili percorso fatto anche grazie all'autoanalisi.
Magari me ne starei a cavoleggiare su facebook o , nel mio caso ,più probabilmente, a tirare capocciate al muro dentro qualche istituto icon_mrgr:.
...

Ecco un altro punto di vista , ci rifletterò su... :)

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 112269)
.....
Preferisco stare qui :H...

fiori.gifabbraccio:

webetina 24-03-2012 14.09.15

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 112267)
A volte quello che noi crediamo essere condizioni disagevoli, possono invece favorire un certo tipo di lavoro secondo me :)

Sono daccordo su questo, anzi io credo che difficilmente chi sta bene così com'è si scommette in una ricerca, magari su un progetto più pratico si.

Nessuno credo dica che per incontrare un maestro debba prima fare un lavoro psicologico, può succedere però, che se un sintomo grave come l'ansia, giusto per restare nel concreto, ci attanaglia, non si sia nella condizione di cercare/trovare un maestro, pechè l'ansia di per se può ostacolare la capacità di valutazione e discelta. Potrebbe darsi anche che sia il maestro a catturarci, ma che fortuna rara sarebbe in quel caso...

Per me è chiaro e sottinteso sempre che una persona che sta mediamente bene, certo che non ha bisogno della tarapia, così come, chi non ha dismetabolismi vari, per perdere dei chili in più non ha bisogno dell'alimentarista.

Poi mi sembra che non si sia parlato del fatto che una terapia ha un costo elevato in denaro, tempo, fiducia. Nella struttura priavata elimini il costo, ma hai problemi di privacy, per me importante, di attese, di qualità, con le dovute eccezioni per carità.
Della terapia psicologica quindi è più facile parlarne che usufruirne. Quelle tre cose non è facile metterle insieme. La fiducia, il gradimento poi sono ancora più difficili. Ho avuto bisogno di diversi cicli di terapia, sia con tecnici uomini che donne. Mi è capitato di dire che non sceglievo di fare la terapia se la persona in quella prima ora non chiamava il mio tipo di essere.
Io ho avuto enormi benefici e a volte niente. Se ci fosse altro per andare avanti in quella ricerca che mi ha fatto stare sempre meglio tra le persone io lo farei mio.

Ho già dato una prima lettura al thread che Sole ha indicato sulla ricapitolazione. Per ora non faccio domande, ancora mi sfuggono tante cose, e per ora non mi resta che attuare il "basta farlo" .

webetina 24-03-2012 15.32.17

Citazione:

Originalmente inviato da webetina (Messaggio 112287)
Nella struttura privata elimini il costo

Scusate, struttura pubblica.

luke 24-03-2012 17.37.52

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 112274)
Sì, sì sono d'accordo Luke, e non credo si tratti solo dei soggetti introversi, credo che questo tipo di auto-analisi la facciamo tutti, in qualche misura, e non era mia intenzione denigrarne l'utilità, ma dicevo che per me, ai fini di risolvere qualcosa con qualcuno, se mi perdo in troppe elucubrazioni, non è molto utile, perchè in quel caso non riesco a ricapitolare. E' come una sorta di protezione da quel che non voglio/posso sentire ancora. Diventa un problema quando mi ostino a ripassare le stesse cose senza trovarne un capo e una coda.

Purtroppo come ho detto spesso non ci sono molte alternative ad una analisi introspettiva di qualche tipo....
E'naturale che questa può servire a delimitare a grandi linee il campo di gioco, a dare una prima sgrezzata , poi è ovvio che più di quello non può fare, più in profondità di tanto non ci si va...magari diciamo le stesse cose, anche giuste, per anni ma stiamo sempre ai margini di un problema perchè l'analisi non ti permette di andare a fondo a livelli che vadano oltre lo psicologico.
E'come se hai una foresta aggrovigliata, con l'analisi grossomodo ti fai un'idea di come la vorresti cambiare, dei sentieri che vorresti costruire, magari dai una pulita ai rami che sono per terra, però non hai in mano gli strumenti tipo forbici, seghe, o macchinari più avanzati per realizzare concretamente il tutto.

Una volta che qualcosa di più ti viene in aiuto, es.la ricapitolazione pur parziale, allora già il discorso può cambiare, l'energie che prima impegnavi quasi esclusivamente in quello puoi impiegarle in altro modo, inizi magari ad essere un minimo più sveglio, attivo, ad andare incontro a ciò che ti viene senza dover prima metterlo in quarantena nel cervello, a dover sondare il tutto solo col razionale psicologico, puoi avere visioni più ampie o meglio hai la sensazione di non essere solo la sonda che mandi in esplorazione, ma anche qualcosa che resta più indietro.
Poi anche qui si parte in modo confuso, non avendo ancora strumenti ed energia per capire bene cosa c'è dietro, hai vaghi scuarci, vaghe sensazioni, ma ancora niente di più...

diamantea 24-03-2012 17.59.43

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 112291)
es.la ricapitolazione pur parziale...


Perdonate la mia domanda ignorante ma la ricapitolazione è processo che si può fare anche parzialmente? per gradi? cioè si può ricapitolare a poco a poco?

luke 24-03-2012 18.46.20

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 112292)
Perdonate la mia domanda ignorante ma la ricapitolazione è processo che si può fare anche parzialmente? per gradi? cioè si può ricapitolare a poco a poco?


A mio avviso è inevitabile dover fare più tentativi, ricapitolare diversi eventi legati da un certo filo, poi altri legati da un altro filo, poi ritornarci sopra altre volte, non è che ricapitoli tutto in una volta sola in poche settimane.....

Ovviamente, come dicevamo anche sopra, da soli è probabile non riuscire ad arrivare in fondo a tutto, magari a volte arrivano risultati altre volte no.

diamantea 24-03-2012 19.19.09

Non sarebbe più corretto dire allora "tento di ricapitolare più volte finchè non ricapitolo?". Da quel che ho capito, forse poco e male, la ricapitolazione è un processo che o lo fai o non lo fai, i vari tentativi ritornando sul tema da ricapitolare sono forse quelli che qui si sono chiamati autoanalisi, da cui la confusione tra analisi e ricapitolazione. Voglio dire che finchè si ha il dubbio o la certezza di aver ricapitolato solo in parte forse si è solo fatto autoanalisi ma non si ha ancora ricapitolato.
Come con il TA, finchè il calore e la pensantezza non è in tutto il corpo stiamo tentanto di fare il TA.
Una cosa ricapitolata è ricapitolata, non credo richieda necessità di tornarci altre volte.

Il mio è puro ragionamento logico, può darsi che mi sbaglio.

webetina 24-03-2012 19.47.05

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 112291)
..magari diciamo le stesse cose, anche giuste, per anni ma stiamo sempre ai margini di un problema perchè l'analisi non ti permette di andare a fondo a livelli che vadano oltre lo psicologico.

Ti va di dire cosa è per te lo psicologico Luke? Andare oltre se sai veramente di esserci entrato ci sta. Non capisco bene se parli di quell'attività che fai da solo con i tuoi pensieri, perchè devi esserne sicuro di riconoscere i meccanismi psicologici, poi vai oltre. Se invece ti riferisci al lavoro terapeutico assistito allora posso dirti che in me è in quella sede che ho scoperto molto altro, tipo il mondo lontano da noi dei maestri orientali, della cultura di altre religioni, che esisteva Gurdijeff e ne ho letto un paio di libri. Se questo stesso forum mi ha attirato è perchè qualcosa di diverso proprio attraverso dalla psicologia nel mio caso era entrato dentro di me.

Scusa, non vuol essere un disappunto, cerco solo di capire a quale lavoro e a quali strumenti ti riferisci.
Volevo farti anche una domanda, se quando fai le tue riflessioni e pure quando ricapitoli lo fai in determinato ambiente, o in qualche modalità, non so, solo o con altri.

La ricapitolazione di sicuro comincio a farla in assenza di disturbi esterni , poi immagino che si possa essere più bravi.

Vorrei fare un esempio di meccanismo psicologico che si può imparare aindividuare.
Mi capita di avere abbassamenti repentini di umore che prima subivo e basta. Ho imparato che è un pensiero passato nella mia mente in una frazione di un secondo che ha intorbidito lo stato rilassato che avevo. A volte riesco a bloccare quella serie di reazioni fisiche emotive che immediatamente cambiano la chimica del mio corpo. Posso sentire anche paura, aggressività, lascio scorrere se non posso fare altro, ma di sicuro so che un pensiero una scritta, il tono di una voce, o aprire FB e vedere cose cattive che altri oubblicano (che alla prima depenno)con la scusa di metterli alla gogna. Posso avere anche tremore se ho piena visione di ciò che mi turba e lì mi è chiaro perchè sto male, ma prima parlavo dei segnali subliminari, quelli che io non sapevo mi procurassero inconsapevoli reazioni.

Scusate se ho scritto tanto, ma se parliamo solo di teoria io non capisco. Spero di non essere fuori dallo scopo del thread, e se è il caso qualcuno mi ricordi come si resta nell'ambito esoterico se è necessario, ho la solita difficoltà ad attenermici per mancanza di formazione.

Astral 24-03-2012 20.29.49

Cioè praticamente ho scoperto che ho sempre ricapitolato, pur non sapendo che si chiamasse ricapitolazione...

luke 24-03-2012 21.12.47

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 112295)
Non sarebbe più corretto dire allora "tento di ricapitolare più volte finchè non ricapitolo?". Da quel che ho capito, forse poco e male, la ricapitolazione è un processo che o lo fai o non lo fai, i vari tentativi ritornando sul tema da ricapitolare sono forse quelli che qui si sono chiamati autoanalisi, da cui la confusione tra analisi e ricapitolazione. Voglio dire che finchè si ha il dubbio o la certezza di aver ricapitolato solo in parte forse si è solo fatto autoanalisi ma non si ha ancora ricapitolato.
Come con il TA, finchè il calore e la pensantezza non è in tutto il corpo stiamo tentanto di fare il TA.
Una cosa ricapitolata è ricapitolata, non credo richieda necessità di tornarci altre volte.

Il mio è puro ragionamento logico, può darsi che mi sbaglio.

Il problema è che è difficile partire con la ricapitolazione e di botto ottenere risultati.Si deve tentare più volte, magari con alcuni episodi riusciamo meglio con altri peggio, non so se possa esistere solo modalità non ricapitolato o modalità ricapitolato tutto perfettamente, può anche essere un processo progressivo per come la vedo io....che migliora man mano che ci stiamo "svegliando", perchè se siamo ancora addormentati come quando abbiamo vissuto per esempio 5 anni fa tale episodio, sarà un ricapitolare da ancora addormentati, mentre se rispetto ad allora siamo un minimo più "svegli" dovrebbe essere più facile osservare come eravamo e cosa non abbiamo vissuto coscientemente.Se fra un anno saremo ancora più svegli la stessa cosa potrebbe essere sistemata ancora meglio.
Se poi esista una sorta di segnale inequivocabile di "fine ricapitolazione, " di copia realizzata, non lo so ....

Sulla possibilità di confondere autoanalisi e ricapitolazione non credo sia possibilie, non hai molto da parlare quando ricapitoli, anzi cerchi di scoprire quello che, pur in presenza di contemporanea autoanalisi, all'epoca ti era sfuggito perchè non avevi la "presenza" e/o la capacità di cogliere al momento.
Rivivi le cose, in modo non solo razionale o ricordando, ma in modo più pieno, fisicamente più coinvolgente, tra le altre cose.

luke 24-03-2012 21.17.14

Citazione:

Originalmente inviato da webetina (Messaggio 112296)
Ti va di dire cosa è per te lo psicologico Luke? Andare oltre se sai veramente di esserci entrato ci sta. Non capisco bene se parli di quell'attività che fai da solo con i tuoi pensieri, perchè devi esserne sicuro di riconoscere i meccanismi psicologici, poi vai oltre. Se invece ti riferisci al lavoro terapeutico assistito allora posso dirti che in me è in quella sede che ho scoperto molto altro, tipo il mondo lontano da noi dei maestri orientali, della cultura di altre religioni, che esisteva Gurdijeff e ne ho letto un paio di libri. Se questo stesso forum mi ha attirato è perchè qualcosa di diverso proprio attraverso dalla psicologia nel mio caso era entrato dentro di me.

Si tratta, come avevo già specificato, solo di lavoro di auto osservazione e di dialogo interno con e su me stesso, niente di professionale quindi.
Quote:


Scusa, non vuol essere un disappunto, cerco solo di capire a quale lavoro e a quali strumenti ti riferisci.
Volevo farti anche una domanda, se quando fai le tue riflessioni e pure quando ricapitoli lo fai in determinato ambiente, o in qualche modalità, non so, solo o con altri.

Solo soletto in camera mia.....

Solo soletto in camera mia.....quindi con tutti i limiti e gli errori che ciò può comportare.
Non so in cosa possa consistere la "ricapitolazione assistita", presumo potrebbe essere qualcosa di più che stare con uno di fianco che ci ascolta intervenendo ogni tanto, magari una cosa più ad hoc, con una persona mooolto più avanti di noi, che intuisce o vede in qualche modo svariate cose e cerca di condurci in modo utile a riprenderle.
A volte ho letto che esistono anche tecniche di agevolazione tipo un respiro particolare, o esercizi fisici particolari , ne abbiamo già parlato nel 3d apposito, possono forse essere un aiuto in più se fatte con cognizione, ma sempre partendo da un processo efficace.

luke 24-03-2012 21.27.34

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 112298)
Cioè praticamente ho scoperto che ho sempre ricapitolato, pur non sapendo che si chiamasse ricapitolazione...


Personalmente lo escluderei, poi non si può mai dire....

Sole 25-03-2012 00.19.16

Non ho ancora finito di leggere bene tutto.

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 112159)
A me questa più che analisi sembra condivisione, chiarirsi le idee, o anche confronto ma non mi sembra proprio analisi.
Probabilmente va bene solo quando non ci sono problemi particolari, si ha l'animo sereno, non c'è molto da analizzare altrimenti non basta.
Quando ci sono problematiche di una certa natura non si riesce nemmeno in analisi a tirar fuori subito quel che deve.
Io non sto parlando di uno sfogo o una chiacchierata con amici. Sto parlando di usare verso se stessi sincerità ed onestà. Senza di questa è davvero tutta aria. Per fare questo non ti serve nessuno altro che te stessa/o. Puoi essere in confessione e puoi essere davanti al professor Taldeitali che se non sei onesto verso te stesso non ne viene fuori mai. Mi sembra banale dire che non stiamo parlando di persone con patologie particolari che non si pongono nemmeno il problema di un percorso evolutivo e probabilmente non hanno neppure la struttura per farlo... parliamo di noi che siamo qui (non in Ermopoli) a parlarne.

Quote:

Non capisco cosa vuol dire analizzare maniacalmente, puoi spiegare meglio, magari con un esempio?
Prendo ad esempio i nodi di cui parliamo spesso in altre discussioni, senza con questo voler parlare di te.
Se un nodo non si scioglie, non si scioglie... è necessario usare altri metodi e non incaponirsi su quello. In quel caso l'analisi non è più una autoconoscenza di se stessi.. ma una dimostrazione di forza, ma contro chi? Perchè il male lo si fa a se stessi.. si rischia di perdere tempo ed energie. In quel caso per me è più analizzare ma incapunirsi. Il rischio poi di girare a vuoto su idee che sono fuori anni luce dal punto è altissimo.
L'autoanalisi per me è autoconoscenza di se, osservazione, scoperta. Questo comporta che se ci troviamo ad insistere su un particolare senza risultato c'è qualcosa di noi che non conosciamo abbastanza e stiamo pretendendo di costruire un palazzo senza fondamenta.... o forse, a volte basta solo far sedimentare.
Volevo dire questo.
Quote:

Da come lo descrivi sembra una cosa facile farla, basta farla, ma poi dici che è molto difficile non confonderlo con l'analisi.
Quindi come fai a sapere se hai ricapitolato o se hai solo analizzato, o tentato di farlo? Voglio dire da soli siamo poi veramente in grado di capire se abbiamo ricapitolato sul serio o ci siamo convinti di averlo fatto solo perchè la procedura seguita è quella descritta?
Io credo che da soli si corre il pericolo di nutrire l'ego che ci fa credere di poter fare questo e quello autonomamente, di poter fare a meno di aiuto esterno, di saper fare da soli.

Io su di me mi pongo sempre il dubbio e per questo chiedo conferme, conosco bene questo pericolo.
Diam, io non solo credo che si possa fare da soli, dico pure che è l'unica vera sana maniera di fare.
Ma mi spiego... se anche si chiede aiuto esterno, se il lavoro, di qualsiasi tipo esso sia, non lo si fa da soli, seppur guidati, seppur seguiti è come non aver fatto nulla. Quindi avere un aiuto esterno,non vuol dire che il lavoro non lo fai solo ed esclusivamente tu.
Ma ancora più importante, nessuno a parte te sa se stai facendo bene o no. Chi può davvero guardare dentro il tuo animo e valutare? Sai quanti esperti ho visto spararne certe da scandalizzare i polli?
Per cui i rischi prima o poi bisogna prenderseli e le esperienze, per quanto spiacevoli... io me ne sarei evitate alcune, ma non sarei dove sono, sono necessarie. La necessarietà di certe esperienze è l'unica risposta che riesco a dare/darmi a questo.

Come si fa a capire...bisogna sperimentare, sbaglaire, sperimentare, sbagliare, trovare il come..


Finisco di leggere il resto

RedWitch 25-03-2012 00.30.56

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 112295)
Una cosa ricapitolata è ricapitolata, non credo richieda necessità di tornarci altre volte.

Sì è così infatti. Ci sono pero' argomenti/persone in cui ci si puo' girare intorno, e metterci un po' più tempo. E in quel caso almeno per me , è perchè utilizzo i ricordi, una mera ricorstruzione del vissuto ripescato dalla memoria, mentre la ricapitolazione è qualcosa in più.

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 112298)
Cioè praticamente ho scoperto che ho sempre ricapitolato, pur non sapendo che si chiamasse ricapitolazione...

Se ricapitoli lo sai.

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 112299)
Se poi esista una sorta di segnale inequivocabile di "fine ricapitolazione, " di copia realizzata, non lo so ....

Un riferimento è che quando una cosa è realmente risolta, non torna più alla mente in maniera autonoma (hai presente quei pensieri che salgono improvvisamente senza motivo apparente?), ma naturalmente tu puoi richiamarla alla memoria volontariamente, se ti serve.

Sole 25-03-2012 00.49.20

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 112269)
Per esempio la Ricapitolazione non è che te la insegnano a scuola, io fino a un paio di anni fa non sapevo proprio cosa fosse e probabilmente non l'avrei mai saputo senza ili percorso fatto anche grazie all'autoanalisi.

Se capisco cosa intendi (non tantissimo a dire il vero) è un pò come dire che grazie all'autoanalisi sei in grado di trovare quel che è da ricapitolare. Una cosa del genere?

Se è così arriviamo finalmente a capire come usarle e quando...
Sempre se è così.. per me è molto più semplice dall'autoanalisi passare alla ricapitolazione che dal semplice ricordo passato per "caso" per la mente.

luke 25-03-2012 00.59.44

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 112307)
Se capisco cosa intendi (non tantissimo a dire il vero) è un pò come dire che grazie all'autoanalisi sei in grado di trovare quel che è da ricapitolare. Una cosa del genere?

Se è così arriviamo finalmente a capire come usarle e quando...
Sempre se è così.. per me è molto più semplice dall'autoanalisi passare alla ricapitolazione che dal semplice ricordo passato per "caso" per la mente.

Per me anche ...oltre, ripeto che senza autoanalisi non sarei arrivato qui e la ricapitolazione non avrei saputo neanche cosa fosse.

Poi magari dipende anche dai singoli individui, per alcuni la strada è quella per altri può essere diverso, a me viene più "naturale" farmi un quadro della situazione e della direzione che voglio prendere e degli ostacoli che potrei incontrare o che ho incontrato in passato e dopo, successivamente, andare a rimuoverli quasi "materialmente" per come posso con la ricapitolazione.

Poi oltretutto fino ad ora le poche tornate che ho fatto si sono concentrate su 2-3 cose massimo,(le più impellenti) le altre non le ho toccate, eventualmente lo farò in futuro, dopo altre autoanalisi e , si spera scusa.gif scusa.gif scusa.gif , dopo una fase più concreta e pratica di vita vissuta un minimo più sciolto e libero da legami col passato,magari escono in tal modo altre cose che ora non mi sovvengono.

Sole 25-03-2012 01.08.54

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 112295)
Non sarebbe più corretto dire allora "tento di ricapitolare più volte finchè non ricapitolo?". Da quel che ho capito, forse poco e male, la ricapitolazione è un processo che o lo fai o non lo fai, i vari tentativi ritornando sul tema da ricapitolare sono forse quelli che qui si sono chiamati autoanalisi, da cui la confusione tra analisi e ricapitolazione..

In un certo senso è giusto. Si è ricapitolato quando si è ricapitolato. Ma prima di ricapitolare è neceassario fare delle ricapitolazioni possibili. Cioè si passa più volte la stessa emozione, lo stesso episodio perchè ogni volta acquista ricordi nuovi, maggiore chiarezza ma soprattutto ogni volta viene svuotato della forza emotiva che inconsapevolemnte avevamo lasciato li.
Questo che ho detto può anche dare l'idea di cosa accade quando si è finito di ricapitolare.

Sole 25-03-2012 01.12.56

Aggiungo al post precedente, che ricapitolare tutto in una volta sola credo che comporti una tale dosa di energia che per quanto mi riguarda non credo di poter impiegare.

luke 25-03-2012 01.17.27

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 112310)
Aggiungo al post precedente, che ricapitolare tutto in una volta sola credo che comporti una tale dosa di energia che per quanto mi riguarda non credo di poter impiegare.

In effetti non dico sia sfiancante ma parecchio impegnativa come cosa....poi mentre sei all'opera ritornano fuori sensazioni piuttosto forti anche durante il resto della giornata, alternate a momenti di quiete , di energia ne consumi parecchia anche se si presume che poi te ne ritroverai ancora di più una volta finita una tornata.

nikelise 25-03-2012 09.39.50

Ma in definitiva in cosa consiste la ricapitolazione ?
Cosa si fa quando si ricapitola cioe' si rivive un'esperienza , ogni esperienza vissuta ?
Diceva Uno si producono nella nostra mente delle copie dell'esperienza ma queste copie se ripetono il fatto in realta' anche ne differiscono , non sono uguali al fatto perche' ne sono in parte un'astrazione .
In parte , perche' da un verso fanno riferimento all'esperienza vissuta e dall'altro sono smaterializzate e sublimate cioe' arricchite di un significato che vale per tutti e quindi trascendente l'esperienza concreta .
Le copie dei fatti sono dunque arricchite di un senso comune cioe' che vale per tutti ma personale nello stesso tempo e queste copie cosa sono se non simboli ?
Dunque se questo e' vero l'analisi differisce dalla ricapitolazione per il fatto che la prima e' solo un sezionare , rivedere nei particolari l'esperienza vissuta come prima fase di un processo mentre ricapitolare e' arricchire l'esperienza di un senso attraverso il valore simbolico che quell'esperienza ha , assume per noi .
Questo arricchimento di senso e significato fa la differenza e' il risultato del lavoro e' un vedere quello che sta nascosto dietro al fatto vissuto .

nikelise 25-03-2012 10.27.20

C'e' una frase molto'' ad effetto'' in alchimia :

IN STERCORE INVENITUR ''


NELLO STERCO SI TROVA !!!!

Ray 25-03-2012 11.54.15

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 112295)
Non sarebbe più corretto dire allora "tento di ricapitolare più volte finchè non ricapitolo?". Da quel che ho capito, forse poco e male, la ricapitolazione è un processo che o lo fai o non lo fai, i vari tentativi ritornando sul tema da ricapitolare sono forse quelli che qui si sono chiamati autoanalisi, da cui la confusione tra analisi e ricapitolazione. Voglio dire che finchè si ha il dubbio o la certezza di aver ricapitolato solo in parte forse si è solo fatto autoanalisi ma non si ha ancora ricapitolato.
Come con il TA, finchè il calore e la pensantezza non è in tutto il corpo stiamo tentanto di fare il TA.
Una cosa ricapitolata è ricapitolata, non credo richieda necessità di tornarci altre volte.

Il mio è puro ragionamento logico, può darsi che mi sbaglio.

Una cosa ricapitolata è ricapitolata ma a volte, per arrivarci, dobbiamo passarla più volte. Il motivo dipende dalla nostra capacità di vivere quello che abbiamo non vissuto tutto in una volta.
Quando una cosa è ricapitolata si capisce dal fatto che se si rievoca il ricordo esso fluisce ma non provoca emozioni. Pur permanendo il ricordo delle stesse.
Se invece un ricordo mi provoca emozioni qui adesso non è ricapitolato. Fine, tutto qui.

La ricapitolazione non prevede "parole", ossia un pensiero dialettico. E' evidente che può provocare delle riflessioni, dato che grazie ad essa emergono altre cose, tra cui le connessioni degli eventi della nostra vita. Diventano chiari. Capiamo che un episodio era stato innescato da un altro e cose così. Questo può portare ovviemente a dei ragionamenti, a dei pensieri, che possiamo anche chiamare analisi se vi va, ma io la vedo più sintesi. E' però certamente un arricchimento ed un ampliamento della visione della propria vita... qui forse c'è un acquisizione di senso che non so se è ciò che intendeva Nike o no.

Ma soprattutto c'è un recupero energetico. E' questo un aspetto del suo scopo. Certamente costa fatica, sopratuttto all'inizio, anche se poi scorre. Ma si recuperano le energie che abbiamo lasciato indietro, negli episodi non vissuti o vissuti parzialmente, roba che forma complessi che poi vivono di vita propria. Quindi la ricapitolazione, tra l'altro, scioglie i nodi, i complessi, e restituisce libertà.

Sole 25-03-2012 12.34.20

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 112315)
Dunque se questo e' vero l'analisi differisce dalla ricapitolazione per il fatto che la prima e' solo un sezionare , rivedere nei particolari l'esperienza vissuta come prima fase di un processo mentre ricapitolare e' arricchire l'esperienza di un senso attraverso il valore simbolico che quell'esperienza ha , assume per noi .
Questo arricchimento di senso e significato fa la differenza e' il risultato del lavoro e' un vedere quello che sta nascosto dietro al fatto vissuto .

L'ho detto in diversi modi ma non volevo essere proprio esaustiva per non creare aspettative che spesso sono peggiori dei fallimenti. Il tutto sta a sperimentare, diversamente non si riesce a comprendere.
Comunque, ricapitolare è "semplicemente" rivivere coscientemente il ricordo senza caricarlo di niente altro che il rivisitare ogni momento dell'emozione e del ricordo. Si visualizza l'evento e niente altro. Chi osserva siamo noi, chi vive siamo entrambi, noi di ora e noi di allora. Non si arricchisce del simbolo, se ho capito cosa intendi, ma si arricchisce della realtà dell'accaduto. Si sente, senti con ogni parte di te dove e come e cosa ha agito quell'evento. Come dice Luke, avverti anche dove quella cosa è nel corpo. Ma è solo una conseguenza.
Ciò non permette nessun tipo di analisi, nessun tipo di parole , proprio non è possibile perchè nel momento stesso in cui si "commenta" si perde il contattto con il profondo (nello spazio e nel tempo) in cui è il ricordo. Questo è un indizio su sui capire se si sta facendo una o l'altra, le parole. Se si cerca di analizzare viene a mancare immediatamente la connessione, il cervello si sente che comincia a lavorare con un'altra parte di se, con le parole.

Io credo che l'energia che ci vuole per fare questo non è solo relativa alla concetrazione necessaria, molta, ma alla stessa dispersione che c'è in quel canale che andiamo ad esplorare aperto nel tempo. Tutto di noi in quel momento verte li.. e tutta l'energia viene immessa in quel canale che ci porta a viaggiare nel tempo. Non è solo teoria questa.. è realmente ciò che accade.. si può cambiare il futuro.
Le due cose differiscono perchè sono due cose diverse. L'una osserva e tira somma, l'altra vive ciò che nel passato non era stato vissuto con presenza e coscienza, praticamente tutto.

diamantea 25-03-2012 13.33.38

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 112305)
Se un nodo non si scioglie, non si scioglie... è necessario usare altri metodi e non incaponirsi su quello.

La ricapitolazione è come un piatto di minestra troppo calda, non si può mangiare tutta in una volta senza farla raffreddare a meno che non si vuol correre il rischio di ustionarsi la bocca! Allora si comincia dal bordo, piano piano.

Ho ricapitolato nella mia vita, più volte, non sapevo si chiamasse ricapitolazione ma il risultato è quello. Meglio di me chi lo può sapere che l'ho fatto e pure bene.

Ad esempio io conosco bene il mio nodo da sciogliere, se non l'ho ricapitolato è perchè ancora è troppo caldo.
Non sono certo una che si incaponisce senza capire quel che sta facendo.

Ma qui non si sta parlando di me in tutta sincertà e onestà vero?

Si sono d'accordo con te, c'è molta gente che parla senza vera cognizione di quel che dice, compreso anche qualche esperto non ben preparato nel suo campo, ma io so scegliere le persone a cui affidarmi e dare credito sulla parola, anche fosse su un forum, altrimenti qui staremmo facendo solo intellettualismo da salotto.

Sole 25-03-2012 15.42.08

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 112325)
Ma qui non si sta parlando di me in tutta sincertà e onestà vero?

Si sono d'accordo con te, c'è molta gente che parla senza vera cognizione di quel che dice, compreso anche qualche esperto non ben preparato nel suo campo, ma io so scegliere le persone a cui affidarmi e dare credito sulla parola, anche fosse su un forum, altrimenti qui staremmo facendo solo intellettualismo da salotto.

Lo avevo detto che non parlavo di te, mi dispiace che non sia bastato, prendevo l'esempio come mi avevi chiesto ed era quello su cui un pò tutti ci si è scontrati, (non uno contro l'altro ma sempre con se stessi)ripreso tra l'altro anche da Red all'inizio. Ho detto che ci si incapunisce su questioni e si analizza, analizza, analizza fino allo stremo ma non si arriva al punto perchè appunto come riassumi, è troppo presto. Mi pare che diciamo la stessa cosa. Ma in più io aggiungo che è meglio lasciar sedimentare.
Il forum è lo specchio della vita e va da se che può succedere anche qui.
Ora mi dici che sai scegliere bene le persone. Io ti rispondo che son contenta per te, ma cosa c'entra? Io rispondevo al fatto che ritenevi servisse un esperto perchè da soli non si può sempre. Non ho affatto detto che non sai scegliere, anzi ho detto tutto altro e cioè che anche davanti al massimo esperto si deve far da soli. Quindi non è saper scegleire, ma è dover far da soli anche con l'altro.
Ho avuto l'impressione che avessi un certo timore che ti portava a voler capire prima ancora di compiere l'esperienza, di andare sul sicuro con l'esperto, cosa che dal mio punto di vista non è sempre la miglior situazione.
A me dispiace che ti senti tirata in causa perchè si perde un pò la fluidità delle possibilità che ci sono con te e si frena il discorso in generale.

Spero che adesso sia chiaro che si sta parlando di autoanalisi, di ricapitolazione, dove come e quando. Non di qualcuno in particolare, ma di tutti in generale.
________________________

Mi piacerebbe tornare in tema adesso ed abbiamo forse trovato una risposta importante ai fini del discorso. Hai detto di aver praticato la ricapitolazione, allora adesso riesci a vedere la differenza e come si può facilmente capire cosa si sta facendo delle due cose? Era uno dei dubbi che ti ponevi ed è una cosa che definisce i due momenti.

nikelise 25-03-2012 16.49.37

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 112319)

La ricapitolazione non prevede "parole", ossia un pensiero dialettico. E' evidente che può provocare delle riflessioni, dato che grazie ad essa emergono altre cose, tra cui le connessioni degli eventi della nostra vita. Diventano chiari. Capiamo che un episodio era stato innescato da un altro e cose così. Questo può portare ovviemente a dei ragionamenti, a dei pensieri, che possiamo anche chiamare analisi se vi va, ma io la vedo più sintesi. E' però certamente un arricchimento ed un ampliamento della visione della propria vita... qui forse c'è un acquisizione di senso che non so se è ciò che intendeva Nike o no.
. Quindi la ricapitolazione, tra l'altro, scioglie i nodi, i complessi, e restituisce libertà.

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 112322)
L'ho detto in diversi modi ma non volevo essere proprio esaustiva per non creare aspettative che spesso sono peggiori dei fallimenti. Il tutto sta a sperimentare, diversamente non si riesce a comprendere.
Comunque, ricapitolare è "semplicemente" rivivere coscientemente il ricordo senza caricarlo di niente altro che il rivisitare ogni momento dell'emozione e del ricordo. Si visualizza l'evento e niente altro. Chi osserva siamo noi, chi vive siamo entrambi, noi di ora e noi di allora. Non si arricchisce del simbolo, se ho capito cosa intendi, ma si arricchisce della realtà dell'accaduto. Si sente, senti con ogni parte di te dove e come e cosa ha agito quell'evento. Come dice Luke, avverti anche dove quella cosa è nel corpo. Ma è solo una conseguenza.
Ciò non permette nessun tipo di analisi, nessun tipo di parole , proprio non è possibile perchè nel momento stesso in cui si "commenta" si perde il contattto con il profondo (nello spazio e nel tempo) in cui è il ricordo. Questo è un indizio su sui capire se si sta facendo una o l'altra, le parole. Se si cerca di analizzare viene a mancare immediatamente la connessione, il cervello si sente che comincia a lavorare con un'altra parte di se, con le parole.

Sole sei molto assertiva in quello che dici e questo dimostra che l'argomento e' molto importante per te .
Ma a volte le nostre convinzioni si sposano con determinate parole e sensazioni e se altri ne inseriscono altre di diverse sembra che il discorso non fili piu' .
Eppure nessun discorso si completa definitivamente .

Se fai l'amore con un uomo quella realta' vissuta e rivissuta e ricordata come dici e quindi ricapitolata , acquista un significato che trascende quell'uomo e quell'esperienza in una oggettivazione che da' il senso di quello che si e' fatto a prescindere da con chi l'hai fatto e da quello che sentivi .
In questo senso la ricapitolazione del fatto ed il suo ricordo aggiunge un quid alla realta' vissuta che e' il senso , il significato di quell'atto per te .

Questa non e' analisi che e' invece solo il primo passo del ricordo ma e' un rivivere l'atto con tutta te stessa anche quella te stessa che in quel momento era assorbita dalle emozioni .
Quell'atto d'amore diventa altro , puo' diventare completezza che prescinde dall'atto concreto e questa completezza e' il vero lascito , la vera ricchezza di quell'esperienza .
Allora l'atto ricordato ed oggettivato diventa simbolo di qualcosa di piu' , di piu' completo che puo' essere conservato e rievocato .
E' un ampliamento della coscienza .


Credo con parole diverse di aver detto cose non tanto lontane dalle tue oppure di aver detto quella stessa cosa con parole mie espressione delle mie esperienze ricapitolate .

Credo che Ray abbia capito quello che intendevo dire , combacia con gli effetti che descrive lui della ricapitolazione.

diamantea 25-03-2012 17.59.08

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 112331)
Ho detto che ci si incapunisce su questioni e si analizza, analizza, analizza fino allo stremo ma non si arriva al punto perchè appunto come riassumi, è troppo presto. Mi pare che diciamo la stessa cosa. Ma in più io aggiungo che è meglio lasciar sedimentare.

Mah, tu generalizzando lo chiami incaponimento, io nel mio caso specifico lo chiamo seguire la pulsione interiore forte e imperiosa. Il mio nodo è di antica data, lo conosco bene, è tutta la vita che ci convivo, ma ancora non sono in grado di ricapitolarlo, nel senso che proprio nemmeno ci provo perchè solo il pensiero mi fa venire le papule alla bocca. Ci giro intorno sperando che sparisca da solo.
Eppure se io non facessi così non otterrei i benefici che mi arrivano dopo. Non ho ricapitolato il nodo in questione ma ho sciolto altri nodi che vi si erano formati intorno. Lasciarlo sedimentare non dipende dalla mia volontà, perchè per mia volontà io reprimo tutto, ricaccio nell'inconscio anestetizzandomi. I sogni sono la spinta, il fuoco sotto il sedere che mi porta a correre per raffreddarlo, corro fino a quando non risolvo qualcosa, che non è quello ma è un contorno importante della stessa minestra.
In questa fase l'analisi ci sta, ma siccome io non credo all'autoanalisi, perchè quella per me è roba per tipi come Jung, Freud, loro hanno fatto autoanalisi pubblicando a scopo di studio, io non sono capace, conosco i pericoli della mente, proprio perchè provengo da un percorso di psicoanalisi, quindi posto le mie riflessioni qui per i motivi già noti. Se io fossi sicura della mia autoanalisi non posterei nulla. Io seguo la tensione, i pensieri intorno, poi arriva un colpo che va a giusto segno e mi aiuta a sbloccare il meccanismo in cui rimango avviluppata, e vado avanti, ho raffreddato un altro pò di minestra, il piatto si alleggerisce ma ancora non sono pronta per vuotarlo.

Citazione:

Ora mi dici che sai scegliere bene le persone. Io ti rispondo che son contenta per te, ma cosa c'entra?
Era riferito a quanto affermi qui

Citazione:

Ma ancora più importante, nessuno a parte te sa se stai facendo bene o no. Chi può davvero guardare dentro il tuo animo e valutare? Sai quanti esperti ho visto spararne certe da scandalizzare i polli?
Su questo non sono d'accordo, altrimenti che le facciamo a fare le domande qui? Perchè diamo tutto questo credito a quanto ci dice Uno, ad esempio?
Io non metto in dubbio che lui in certi frangenti possa vedere dentro di me meglio di me stessa.
Non sei d'accordo?

Citazione:

Quindi non è saper scegleire, ma è dover far da soli anche con l'altro
Questo è ovvio, anche quando partorisci lo fai da sola anche se sei attorniata da una equipè.
Ciò non toglie che si può aver bisogno semplicemente di qualcuno che ti insegna, o ti sta vicino o di assistenza se il parto è difficile, rischioso. Dipende dal tipo di problematica che si vuole affrontare, questo non va dimenticato, anche senza scomodare casi patologici, da psichiatria.

Citazione:

Ho avuto l'impressione che avessi un certo timore che ti portava a voler capire prima ancora di compiere l'esperienza, di andare sul sicuro con l'esperto, cosa che dal mio punto di vista non è sempre la miglior situazione.
Il mio timore è di non farcela ad affrontare questo nodo con la ricapitolazione, paura di stare peggio di prima e non saperlo contenere, per questo vorrei inconsciamente andare sul sicuro. Non per forza farlo con l'esperto accanto, anche se a volte una persona a cui ci si affida riesce a far nuotare di nuovo una persona che ha paura dell'acqua perchè stava per annegare, da sola probabilmente non ci avrebbe più provato.

Per rispondere quindi alla tua ultima domanda, io non ho dubbi sul fatto che non sono in grado di fare autoanalisi, ma riflessioni si, analisi assistita si, questo il motivo per cui scandaglio me stessa in forum, altrimenti lo farei nella mia testa.
Non ho dubbi nemmeno sul fatto che per ora non ci provo nemmeno a ricapitolare, non mi sento pronta. Mi conosco sufficientemente da sapere fin dove posso spingermi.
Tutto accade quando è il tempo di accadere, ma nel frattempo non sto certo con le mani in mano, c'è tanto su cui lavorare attorno a un nodo difficile.


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 15.39.36.

Powered by vBulletin Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Questo sito non è, nè può ritenersi assimilabile ad una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità, esclusivamente sulla base della disponibilità del materiale. Pertanto, non è un prodotto editoriale sottoposto alla disciplina della l. n. 62 del 2001. Il materiale pubblicato è sotto la responsabilità dei rispettivi autori, tutti i diritti sono di Ermopoli.it che incoraggia la diffusione dei contenuti, purchè siano rispettati i seguenti principi: sia citata la fonte, non sia alterato il contenuto e non siano usati a scopo di lucro. P.iva 02268700271