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griselda 30-04-2009 13.28.33

Cattivo Cattività
 
La prima cosa che mi viene guardando così la parola cattivo è: c-attivo, come se la c togliesse l'attività dell'azione rendendola passiva o "reattiva"

Cattività si usa per definire lo stato di prigionia, ad esempio di un animale cresciuto in cattività, come se il non aver vissuto in libertà lo condizionasse.

Dopo questa riflessione mi domando se il definire cattivo un'essere vivente voglia dire che è stato condizionato, che è prigioniero di questa sua condizione, di cattività interiorizzata.
Cerco di spiegare meglio: intendo dei difetti egoici di cui è prigioniero.
Che ne pensate vi va di allargare?

dafne 30-04-2009 16.30.39

Ho sbirciato l'etimologia e cattivo deriverebbe dal latino "captivus" = che è fatto prigioniero in guerra e vive in servitù, formato dal verbo "capere" = prendere.

Poi si menziona il fatto che nella lingua italiana non abbia trovato spazio la derivazione da malus (anche se però se ci pensiamo "malevolo" è un aggettivo che è raro ma esiste) che sarebbe appunto originata da una sorta di confusione linguistica avvenuta nel Medio Evo a causa delle invasioni barbariche (cita Delatre) dove lo stato di cattività, appunto, della moltitudine dei prigionieri che sfociava poi in rabbia, violenza e disperazione, abbia fatto assimilare i termini.

Per risponderti Gri....passo icon_mrgr: .. anche se in effetti la spiegazione dei termini ti darebbe ragione.
Ma bon, è un pò come riflettere aulla felicità, alla prima volta che ci si sofferma seriamente tutto quello che mi pareva certo sfuma nonso.gif

Che cos'è la cattiveria? E' " meno grave" della malignità?

leggo.gif bella storia, ci penso, intanto magari passa qualcun'altro che ci dà una mano fiori.gif

:C:

stella 30-04-2009 16.34.06

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 68141)
La prima cosa che mi viene guardando così la parola cattivo è: c-attivo, come se la c togliesse l'attività dell'azione rendendola passiva o "reattiva"

Cattività si usa per definire lo stato di prigionia, ad esempio di un animale cresciuto in cattività, come se il non aver vissuto in libertà lo condizionasse.

Dopo questa riflessione mi domando se il definire cattivo un'essere vivente voglia dire che è stato condizionato, che è prigioniero di questa sua condizione, di cattività interiorizzata.
Cerco di spiegare meglio: intendo dei difetti egoici di cui è prigioniero.
Che ne pensate vi va di allargare?

Con il termine "cattivo" un tempo veniva chiamato il "captivus diaboli" che signicava prigioniero del diavolo, col tempo è rimasto solo il termine cattivo, da cui il verbo cattivare, cioè mettere in prigionia.
Che una persona definita cattiva sia prigioniera di qualcosa che non viene da lei ma da una condizione che l'ha fatta diventare così, è molto probabile.
C'è anche il termine incattivarsi qualcuno che sarebbe come dire farselo amico, mentre incattivare è un termine marinaro che significa l'impigliare le cime su se stesse o su un altro oggetto per tenerle ferme, in ogni caso da come la vedo io è il contrario di libertà.
La mancanza di libertà fa diventare cattivi e reattivi, proprio come dici tu, quando è imposta da qualcun altro.
Comunque il termine cattivo è sempre negativo, in qualsiasi contesto lo si metta.
Per quanto riguarda gli animali cresciuti in cattività, certamente la mancanza di libertà li condiziona anche se non si possono definire cattivi nello stesso senso che si usa per un uomo, forse perchè il vero cattivo è l'uomo che non li fa vivere come sarebbe nella loro natura.

griselda 30-04-2009 17.36.27

Citazione:

Originalmente inviato da stella (Messaggio 68146)
Con il termine "cattivo" un tempo veniva chiamato il "captivus diaboli" che signicava prigioniero del diavolo, col tempo è rimasto solo il termine cattivo, da cui il verbo cattivare, cioè mettere in prigionia.
Che una persona definita cattiva sia prigioniera di qualcosa che non viene da lei ma da una condizione che l'ha fatta diventare così, è molto probabile.
C'è anche il termine incattivarsi qualcuno che sarebbe come dire farselo amico, mentre incattivare è un termine marinaro che significa l'impigliare le cime su se stesse o su un altro oggetto per tenerle ferme, in ogni caso da come la vedo io è il contrario di libertà.
La mancanza di libertà fa diventare cattivi e reattivi, proprio come dici tu, quando è imposta da qualcun altro.
Comunque il termine cattivo è sempre negativo, in qualsiasi contesto lo si metta.
Per quanto riguarda gli animali cresciuti in cattività, certamente la mancanza di libertà li condiziona anche se non si possono definire cattivi nello stesso senso che si usa per un uomo, forse perchè il vero cattivo è l'uomo che non li fa vivere come sarebbe nella loro natura.

Interessante non conoscevo quel modo di dire del medioevo :@@ prigioniero del diavolo, chissà cosa vuol dire, mi fa pensare a prigioniero della dualità, o della propria ombra.:U

Bello anche accattivarsi l'amico, togliere tutta la cattiveria per andare d'accordo con un amico, cioè agire in modo da entrare nelle grazie dell'altro. Quindi tenere all'interno di se stessi la cattiveria come nella parola che hai usato tu in-cattivarsi.:@@
E poi ora scrivendo è uscita anche cattiveria gli atti del cattivo. (Rio)
:C:

Ray 30-04-2009 20.16.02

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 68150)
Bello anche accattivarsi l'amico, togliere tutta la cattiveria per andare d'accordo con un amico, cioè agire in modo da entrare nelle grazie dell'altro. Quindi tenere all'interno di se stessi la cattiveria come nella parola che hai usato tu in-cattivarsi.:@@
E poi ora scrivendo è uscita anche cattiveria gli atti del cattivo. (Rio)
:C:

Accattivarselo è farselo prigioniero...

griselda 30-04-2009 22.55.52

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 68155)
Accattivarselo è farselo prigioniero...

Già, mi hai fatto venire in mente anche per esempio un messaggio accattivante, che ti acchiappa e ti tiene attaccato a se.

jezebelius 01-05-2009 15.23.54

Si potrebbe anche parlare di " cattivo" come, oltre a richiamare la passività, la reazione, come l'attività " di sfogo" di quel che non sappiamo amministrare.
Se "Cattivo " è prigioniero ovvero deriva da una forma di prigionia, ciò significa che, come il prigioniero stesso, non si è liberi; si è appunto imprigionati.
Da ciò nel poco di mobilità che potrebbe esserci - un Tizio che è in carcere, in cella, ha l'ora d'aia ad esempio oltre che una certa mobilità all'interno della cella stessa; potrebbe considerarsi l'ampiezza della cella questo punto - l'energia accumulata " nell'essere prigionieri devo sfociare, trasferirsi presso altri canali per " evadere".
Ed è per questo, secondo me, che si può parlare di " attività", benchè spesso non consapevole, dunque rispondente a reazione, in quanto quel modo di essere, di vivere insano, imprigionato, ha fatto in modo di deviare l'energia comportamentale e trasformarla in cattiveria.

Prigione che, potrebbe portarsi a vari livelli, dunque sia intesa in senso fisico - il delinquente che sta in carcere in determinate condizioni - ma anche nel senso di " prigionieri di se stessi".


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