Regole del Saper Parlare (commenti ed approfondimenti all'articolo)
E' possibile approfondire il succo del Saper Parlare ermeticamente (http://ermopoli.it/portale/showthread.php?t=5999) espresso in maniera non ermetica? :D
Ho trovato l'articolo chiaro, e con qualche piccolo accorgimento credo che si possa migliorare il modo di parlare (e di scrivere) tutti i giorni, riducendo di parecchio il dispendio energetico .. Fino all'assunto 5 per me è tutto abbastanza chiaro, mi interesserebbe provare iniziare ad espandere gli assunti 6 e 7. Citazione:
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Probabilmente il cosa è prezioso per chi ha fatto la scoperta, ma questa puo' essere condivisa solo attraverso il come ed il perchè... |
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Prima di tutto anche se non si riesce a riconoscerli è importante almeno non mescolarli, già questo fa si che con il tempo si riesce a vedere (anche non razionalmente) quale suona meglio in una determinata situazione. E poi generalmente, quando si parla con più persone sempre il contrario, quando si parla con una persona sola si deve seguire il flusso che già c'è (espansivo o concentrante) e rafforzarlo. Contrario non nel senso di bastian contrario, distorsione di questa legge che molti oggi seguono, contrario come flusso. |
Beh Red e Ray sono fortunati, io mi sono fermato al punto 1, praticamente se non ho capito male, non andrebbe utilizzati i sinonimi? O non si possono usare nella stessa frase?
mmm... un esempio? |
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Poi dopo, prendendo lo stesso concetto da un'altra angolazione, si puo' prendere un sinonimo per spiegarsi diversamente. Se ho ben capito il sinonimo non è l'equivalente di una parola ma qualcosa che le si avvicina, mai identica, altrimenti non esisterebbero due parole, ma solo una. Un buon esercizio, quando ci si accorge delle ripetizioni, potrebbe essere imparare a cancellare una o più frasi.. credo che a volte si aggiungano parole (e ripetizioni ) anche per farsi capire meglio da chi ci ascolta/legge, di fatto una frase pulita e più breve risulta senza dubbio anche più comprensibile... |
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Bel topic.
Io sono molto affezionato alle "leggi del dire", di un mio vecchio professore del liceo. Ecco le tre leggi del dire: 1) avere qualcosa da dire 2) dirlo 3) quando si è finito di dirlo, tacere Sembra banale, ma c'e' un mondo li' dentro. Edit: aggiungo che per me su questo tema è fondamentale capire l'obiettivo che ho nel parlare. Voglio convincere? Vendere? Spiegare? Ottenere informazioni? Stabilire empatia? Veicolare affetto o emozioni? In base a quello cambiano drasticamente tutti i registri, come i tasti dell'organo. Tasti e canne sono quelli, ma il suono si modifica profondamente. |
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Il prendersi in considerazione prima di parlare è una di quelle cose che inevitabilmente dimentico di fare. manata.gif |
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La numero 3, forse è la più complicata da applicare, posto di aver qualcosa da dire e di dirlo, fermarsi poi implica qualcosa di più... il trattenere, e trattenersi magari dall'inserire sempre e comunque qualcosa di personale nel contesto, e di attarvicisi in qualche maniera... Sono d'accordo, c'è davvero un mondo dentro queste tre regole, sicuramente da sperimentare. Interessante anche comprendere il perchè si parla, cosa si cerca dall'interlocuore, cosa si passa all'altro e perchè... a che tipo di scambio aspiriamo. |
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siccome la comunicazione puramente neutra è residuale, in peso e importanza, le leggi del dire sono appunto solo il primo passo... poi arrivare alla comunicazione neutra come modalità comune credo possa essere un'aspirazione simile all'illuminazione. l'uomo illuminato non parla "per ottenere", non ne ha bisogno. mi sa che alla fine l'uomo illuminato parla pochissimo :D |
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