Ermopoli

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griselda 29-05-2007 00.09.09

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 34369)
Si ecco. Penso che sia così che imbrigliamo il talento. Con l'orgoglio e con la paura. La paura di non riuscire subito ad ottenere risultati/guadagno esplorando altre strade. La paura generata dall'orgoglio.

UNa cosa è il talento, un'altra è imparare a fare qualcosa. Per la seconda ci vuole impegno e un pizzichino di umiltà, almeno all'inizio. E la pazienza di aspettare che il talento trovi un modo di fluire in questa nuova cosa e dare i guadagni desiderati.

Poi questi guadagni/risultati possono essere inferiori di livello rispetto agli ambiti in cui si è predisposti se li si valuta con gli occhi degli altri o comunque con occhi profani, che valutano in base a possibile fama, ricchezza, successo ecc.... il modo in cui ci insegnano che il talento va sfruttato...

Sto facendo un corso insieme a mio figlio...mio figlio va a cento all'ora io a 20. Inizialmente questo fatto mi ha lasciata perplessa ( uso questo aggettivo perchè mi sento buona stasera icon_mrgr: ) la prima cosa che di solito uno fa: molla. Invece mi sono detta ok ho un motore che va a 20 all'ora e allora? ci metterò più tempo ma voglio farlo, non per avere risultati eclatanti, non devo arrivare da nessuna parte, ma voglio farlo per me. Devo dire che mi sto anche divertendo. All'insegnante un giorno dissi: questo non riesco a farmelo entrare in testa. Lui mi rispose: non devi farlo entrare ma devi tirarlo fuori. E' stato illuminante. :)

RedWitch 29-05-2007 09.43.38

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 34373)
...............................................
proviamo a pensare come li soffochiamo... come facciamo a non farli rendere?
Dico questo perchè dato che pochi li mettono a frutto, tutti gli altri li sprecano, quindi questo meccanismo è più facilmente conosciuto... quindi si può tentare (anche se non è così matematico per via di alcune variabili) l'opposto per arrivare a farli rendere....

Per esempio, il fatto di dedicarsi anima e corpo unicamente ad una cosa, impedisce di svilupparne altre.
Se mi dedico solo ed esclusivamente al lavoro, diventerò un professionista, sarò ineccepibile, lavorerò 12 ore al giorno, trascurando pero' tutto il resto. Oltre al lavoro potrei imparare a cucinare, ma se non riesco a dedicargli del tempo, non imparerò .. stesso discorso se mi dedico a 50 cose senza portarne a termine nessuna.. perdo tempo e basta.
Saper gestire il proprio tempo quindi potrebbe essere un modo per seguire più cose senza trascurarne altre...

dafne 26-10-2007 16.09.16

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 34373)
Ecco il ravviveur di discussioni icon_mrgr: sono come la diavolina diavolo.g: (diavolino) dei caminetti e barbecue icon_mrgr:

Invece di pensare a come si possono esprimere i talenti (che come detto da Ray non sono talenti= un talento di pittura, un talento di sportività etc... ma talenti in senso di quantità spendibile in attitudini... quest'ultime generalmente confondiamo con la parola talento) proviamo a pensare come li soffochiamo... come facciamo a non farli rendere?
Dico questo perchè dato che pochi li mettono a frutto, tutti gli altri li sprecano, quindi questo meccanismo è più facilmente conosciuto... quindi si può tentare (anche se non è così matematico per via di alcune variabili) l'opposto per arrivare a farli rendere....

Uhm..la differenza tra talento e attitudine? Mi sfugge ...dry.gif
come spreco i miei talenti? credo facendo quello che è più proficuo e più comodo, o più accettabile, relegando magari il presunto talento a qualche momento che mi concedo magari disegnando, magari facendo una torta o una sciarpa al mio fidanzato (che non metterà mai ma pazienza..icon_mrgr: )..che dite?

turaz 26-10-2007 16.16.07

molto spesso nell'analizzare un talento (soprattutto "di nascita" e "personali" )rimaniamo in "superficie".
questo perchè in un certo senso non sappiamo come mai lo abbiamo e cosa ci ha portato ad averlo.
diciamo che non lo abbiamo "vissuto" da zero ma siamo già in una fase dove lo esprimiamo a livello pratico...
ecco perchè può essere utile cimentarsi in qualcosa di nuovo partendo da zero... per capirne diciamo così le "dinamiche".
occorrerebbe a mio avviso sempre ricordare che
un'idea prima nasce nel pensiero... poi passa alla parola... e infine all'azione...
ma sia chiaro un genio musicale ad esempio... se andasse a "ritroso" nell'analisi di se stesso probabilmente finirebbe per perdersi se prima non ha sviluppato altro

Aria 26-10-2007 16.33.08

Bella qsta discussione, anche se mi fa complessare molto. E' da tutta una vita che cerco di scovare in me qlche talento, anche uno scarsamente utile, ma proprio non trovo niente... Avere talento vuol dire saper fare qlcsa? Vuol dire curare qllo che si sa fare? Chi è dotato di un talento non può non usarlo, sarebbe innaturale. Io ho sempre fatto il massimo di qllo che ho potuto fare, ma sempre senza talento. Ho ottenuto buoni risultati, ma nessuno mai è rimasto estasiato dalle mie cose. Ormai non mi si dice neanche che "posso fare di più"...piango.gif

turaz 26-10-2007 16.35.23

il seminatore gettò il seme... parte di esso cadde nel terreno fertile e diede frutto ...:
chi 10 , chi 100, chi 1000.

ciauzz

RedWitch 26-10-2007 17.06.56

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 41834)
Uhm..la differenza tra talento e attitudine? Mi sfugge ...dry.gif

Se ho ben capito Daf,
la differenza sta nel fatto che l'attitudine è ciò che ci spinge verso una cosa piuttosto che verso un'altra per esempio a scuola puo' piacere di più l'italiano, rispetto alla matematica ma questo non è sufficiente a farci conoscere la materia, per conoscerla, bisogna comunque studiare e qui c'entra il talento, la quantità spendibile che ho a disposizione, per cui nell'esempio potrò arrivare ad un certo grado di conoscenza, ma devo metterci impegno..

Citazione:

Originalmente inviato da Aria
Chi è dotato di un talento non può non usarlo, sarebbe innaturale. Io ho sempre fatto il massimo di qllo che ho potuto fare, ma sempre senza talento.

Non sono d'accordo sul fatto che sia innaturale non usare un talento (la quantità spendibile), soprattutto se pensiamo che ordinariamente facciamo girare sempre "il motore" al minimo.. in generale si cerca di ottenere un risultato con il minimo sforzo (non parlo di te Aria, non so se tu metti sempre il massimo nelle cose che fai :H), quindi, dal mio punto di vista è più facile non mettere a frutto i talenti, che il contrario...
:C:

turaz 26-10-2007 17.13.38

c'è chi a cuor leggero fa cose e opera in un modo che per un altro rappresenterebbero un peso insopportabile da tenere quantomeno all'inizio (e qui sarebbe da dire tra le due quale da il massimo...:))))?magari entrambe ma una la vive molto meglio dell'altra a mio avviso)

Uno 26-10-2007 18.58.20

Mo ci provo :H

Attitudine è la predisposizione al/nel fare determinate cose.
Talento è la "possibilità graduata", la potenza nel poter fare tale cosa.

Facciamo l'esempino va... mettiamo che uno nasca con una determinata struttura fisica, un certo tipo di muscolatura, avrà l'attitudine a far sport, ma in base all'allenamento potrà essere in grado di correre per 20 km in un certo modo, oppure potrà essere capace giocando a calcio di attraversare tutto il campo e arrivare davanti alla porta tanto lucido da poter fare un tiro fatto bene e non a caso.
Questi sono talenti acquisiti, invece ci sono talenti innati (ma l'innato è inteso rispetto a questa nostra misera vita).
Da questo che ho scritto ad una prima lettura superficiale può sembrare che accomuni talento e resistenza, non è così, la resistenza è una qualità del talento ma senza la precisione, l'intuito e altre cosine non è sufficiente.
Comunque come detto sopra è la quantità di capacità spendibile per compiere una determinata azione.
Io potrei essere un corretto scrittore nel senso di poter scrivere libri interi senza fare un errore ortografico, potrei mettere tutti i periodi in ordine etc etc, ma il mio libro rimanere freddo (questa è cosa carina da prendere a parte), incapace di suscitare emozioni, riflessioni o stati d'animo... in questo caso avrei l'attitudine a scrivere ma non avrei il talento o non lo impiegherei in tale situazione. Il talento come scrittore potrebbe (esempi eh) manifestarsi con il medesimo che una volta immerso nella scrittura è capace di andare avanti una giornata senza guardarsi intorno, ma anche ha bisogno che lo scrittore sia capace di mettere sulla carta qualcosa che il lettore può riconoscere, c'è bisogno che lo scrittore intuisca la forma che possa coinvolgere più lettori possibili etc etc... con queste cose lo scrittore utilizza il suo talento... che per certi versi possiamo anche definire potenziale seppur non completamente corretto.

Aria non preoccuparti se ora non vedi i tuoi talenti e le tue attitudini, possono uscire da un momento all'altro... certo non nego che possano uscire a 60 anni o per niente, entrambi (attitudini e talenti) vanno alimentati, coltivati, metti che le prime (attitudini) siano un terrreno ricco di minerali ma pieno di erbacce, da pulire, innaffiare, seminare con le piante che gradiamo, e i seccondi (talenti) siano il sole, le stagioni etc... per quanto non controllabili si può per esempio mettere una serra per riparare dal brutto tempo e aprire tutto perchè il giardino prenda sole etc etc...

Turi... si a prima vista è così, sembra che ci sia chi si fa un mazzo per fare una cosa e chi la faccia senza fatica, in realtà l'energia per fare una determinata cosa è sempre la stessa, possiamo averne in abbondanza o scarsa, possiamo utilizzare il giusto metodo o quello sbagliato... ma spesso la differenza che si vede in giro è nella profondità con cui si fanno le cose.

Aria 26-10-2007 20.40.55

Uno, la tua spiegazione mi fa venire un dubbio. In musica si sente spesso parlare di "orecchio assoluto" che è ben diverso dal normale "avere orecchio". In qsto caso l'orecchio assoluto è un dono di natura, qndi un talento, non un'attitudine come nel caso delle strutture fisiche. Invece avere un buon orecchio (che però non è assoluto) è un'attitudine, che può diventare talento con impegno e costanza... Pensi che sia un'eccezione alle differenze che avevi fatto?

Uno 26-10-2007 21.19.51

Citazione:

Originalmente inviato da Aria (Messaggio 41861)
Uno, la tua spiegazione mi fa venire un dubbio. In musica si sente spesso parlare di "orecchio assoluto" che è ben diverso dal normale "avere orecchio". In qsto caso l'orecchio assoluto è un dono di natura, qndi un talento, non un'attitudine come nel caso delle strutture fisiche. Invece avere un buon orecchio (che però non è assoluto) è un'attitudine, che può diventare talento con impegno e costanza... Pensi che sia un'eccezione alle differenze che avevi fatto?

Non la vedo l'eccezione che vedi tu, l'attitudine è aver un buon orecchio per sperimentare, un sordo nato non potrà mai avere l'orecchio assoluto (che poi è un modo di dire ma non è assoluto realmente) uno che diventi sordo, ma l'attitudine e soprattutto il talento lo aveva coltivato, può continuare un pò a "memoria" (non è esatto, poi specifico) vedi Beethoven.

In quel caso passiamo di categoria, non è più un individuo di talento, è un genio almeno in un campo. Se prendi un
Beethoven, un Mozart o simili (ma anche di altri campi) puoi renderli sordi, muti, senza mani... non potranno al limite esprimere e quindi far sapere a noi chi sono ma la musica (in questo esempio) l'hanno dentro, in un certo senso sono la musica.

Sintetizzando al massimo direi che l'attitudine è la forma adatta, la struttura, il talento è la capacità e la volontà di usare quella forma (che significa che uno meno dotato fisicamente in partenza può andare anche oltre quello più dotato), il genio va oltre, non ha più bisogno di niente, è l'incarnazione di quella cosa... poi ci sono altri livelli, ma andiamo fuori tema.

Aria 26-10-2007 21.35.53

Ok, ho capito qllo che vuoi dire. In effetti pensavo proprio ai geni mentre scrivevo...


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