Se è vero, come tanti dicono, che il libro è così potente allora devo ben guardarmi dal comprarlo. Oppure, se in qualche modo una parte di me me l'ha fatto comprare, devo ben guardarmi dal leggerlo... anche se una volta comprato sono molto più a rischio: basta un momento di curiosità, poche righe, e sei dentro, ti ha fregato.
(ho solo dato fiato ad un possibile meccanismo che di solito taciamo dando fiato all'aspetto opposto). |
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A sentire in giro sembra che abbia aiutato parecchi, anche se sono d'accordo con Stella, se non c'è la volontà... cool17.gif |
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Ah dimenticavo: non ho preso un grammo di peso in più. Non ho attraversato fasi di nervosismo, ho sempre dormito benissimo. Fumatoriiiiiii??????boccaccia: |
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Per quello che ho compreso il segreto è che la nicotina è una sostanza che genera assuefazione. Pochi minuti dopo aver assunto la dose la sostanza comincia ad abbandonare l'organismo. Scatta dunque la richiesta di altra sostanza. Questa, nuda e cruda, è la verità che mi è parso di comprendere. Tutto il problema psicologico (che esiste!) è una colossale bufala: non esiste nessun tipo di piacere nel fumare! Il falso benessere che si ricava dall'assunzione dela sostanza deriva dal fatto che si placano i sintomi di astinenza. Sino a che non ci si convince di 'sta cosa qua si attribuiscono al fumo valenze che ASSOLUTAMENTE non ha. E' questo il giochino. Io ne sono la prova vivente: fintanto che vedevo lo smettere di fumare come una privazione anche a distanza di mesi la voglia continuava a rodermi dentro. Non appena ho realizzato che è una semplice e blanda tossicodipendenza me ne sono liberato senza colpo ferire. La crisi di astinenza sembra dura ma è un'altra palla mostruosa: si dorme pure senza fumo! |
Volendo approfondire (temo il farlo, non vorrei che Cento ricominci a fumare icon_mrgr:) dovremmo stabilire cosa intendiamo per tossicodipendenza.
Generalmente pensiamo che sia una qualche sostanza che ci altera chimicamente in modo tale da indurci appunto dipendenza. Ma se, parafrasando un aneddoto di Yogananda, iniziassi tutti i giorni a bere un'aranciata e il mio corpo ci si abituasse, come la potremmo definire? Allargo perchè l'aneddoto non credo che sia chiaro nella reale portata che ha: possiamo dire di essere dipendenti dall'acqua? Si, penso che nessuno obietterà, anche se possiamo convenire che è una dipendenza fisiologica e che non è necessario perderla, almeno per una vita normale. Analizziamo questa dipendenza naturale, sappiamo tutti che basta sapere di essere in una situazione in cui l'acqua scarseggia o è assente, per avere immediatamente sete. Di più, sappiamo che se beviamo poco il corpo toglie acqua dall'apparato digerente e ci rende stitici, etc... Perchè gli stessi meccanismi non dovrebbero essere presenti anche per dipendenze non naturali e/o necessarie? L'aranciata "di Yogananda" funziona alla stessa maniera, il corpo si abitua e se non la riceve, necessaria o non necessaria, dannosa o no, la pretende ed instaura tutti i meccanismi utili a farci credere/capire che è necessaria: per esempio sete, arsura etc... Quello che voglio dire, controcorrente, che non è una sostanza in particolare che rende dipendenti, ma la ripetizione incosciente del gesto. Una volta che questo si è radicato, occorre un opposto gesto che per forza di cose difficilmente può essere incosciente al pari di quello che radica. Un albero si radica senza interventi esterni, si sradica solo con forze esterne (bufere, intervento animale o umano etc..). La forza esterna nel caso umano deve comunque passare per la personalità umana. Quindi ricordatevi che non è peggio chi si droga da chi fuma, da chi non può stare senza mangiare una merendina alle 10 o da chi non esce di casa se non ha determinati colori indosso etc... Cambia solo la portata che queste dipendenze hanno sulla sua psiche e sulla società. Il drogato o l'ubriaco perdono il controllo e possono essere dannosi per la società, chi non può fare a meno della tazzina di caffè no... ma in senso letterale non definirei la seconda non tossico-dipendenza, è comunque un'immisione tossica. Tossica nel senso più antico, cioè che toglie la vita goccia a goccia seppur in misure diverse. Qualcuno potrebbe obiettare che un'aranciata non può essere tossica, ma ci sono due chiavi di lettura per affermare questo: Se consideriamo la vita corporea finita e limitata, ogni gesto ne consuma una piccola parte, un gesto obbligatorio (per la dipendenza) ne consuma una parte considerevole. Seconda chiave, che integra la prima, se un gesto dipendente mi impedisce di farne altri, mi sta togliendo vita cosciente, consapevole. Post lungo, da mettere in ordine, ma spero abbastanza comprensibile. In ogni caso alcuni di questi argomenti intendo riprenderli in altra forma |
Da quanto hai scritto, in sostanza tutte le dipendenze possono essere chiamate "tossico-dipendenza" anche quando non ingeriamo nulla o ho capito male?.. Ogni dipendenza in cui cadiamo diventa una schiavitù che ci toglie vitalità, e che ci impedisce di essere coscienti di quanto facciamo. In un thread piuttosto vecchio sull'argomento fumo avevi scritto che se si fumasse una sola volta in maniera cosciente una sigaretta, si smetterebbe subito di fumare (circa), immagino che ci renderemmo conto di cosa stiamo respirando..
A me con le sigarette capitava di scandire il tempo tra una e l'altra... sigaretta- dopo- pranzo, sigaretta- dopo- caffè, sigaretta-pausa-lavoro... etcetc, una dipendenza cosi forte oltre che a togliere vita cosciente nel momento in cui si sta fumando, credo ne tolga anche nei momenti in cui già si sta pensando "finisco sta cosa e vado a fumare", addirittura appena si inizia a percepire la voglia (per esempio in luoghi dove non si puo' fumare, un po' come il discorso dell'acqua che facevi..). Più si è dipendenti e più questa riesce a toglierci senza nemmeno che ce ne accorgiamo dry.gif. In un certo senso è spostarsi verso il futuro anche questo? immaginando il momento del caffè/aranciata/sigaretta finisce che non si vive il momento presente.. Citazione:
Ma quando ci si accorge o si è consapevoli nel caso delle sigarette di avere una dipendenza radicata, è sufficiente interromperla o andrebbero sempre ricercati i motivi per cui si è dipendenti? Ed è sempre possibile trovarli? Nel caso delle sigarette per esempio, potrei darmi mille "perchè", lo vedo comunque come un riempitivo di mancanze che non si riescono a colmare, ma se nel frattempo non si trovano tutte, inevitabilmente ci spostiamo verso un'altra dipendenza? |
Ci sono novità? Qualche neo ex fumatore tra noi?
Dal canto mio non ho più ricominciato. La gola ogni tanto mi viene (si perché è bello fumare checché se ne dica!icon_mrgr: ) ma resisto (senza particolare fatica..) Poi ora che vogliono impedire di fumare pure in auto.. ma dove andrà a finire la nostra libertà?? (Appena finito di scrivere ero già qui che mi rotolavo dal ridereicon_mrgr: icon_mrgr: .. libertà.. perché ne abbiamo ancora??piango.gif ) Mah... |
Mi è venuto il dubbio, ad ogni modo io sono un neo ex-fumatore. Non penso sia bello fumare, anzi non mi capacito come ho potuto fumare per 25 anni pensando fosse bello.
Sul divieto di fumare in auto ritengo sia un pochetto eccessivo anche se la mia auto dopo circa 8 mesi di non fumo, continua a puzzare di fumo come fosse un posacenere anche dopo che è stata lavata più volte. Fumare in auto era un mio vizio irrinunciabile, mi dicevo che nei lunghi viaggi se non fumavo rischiavo di addormentarmi al volante, che la sigaretta mi teneva sveglio, mi faceva compagnia. Ma quante cose ci si racconta per continuare a fare le stesse cose sbagliate e non cambiare. AGGIUNGO: Vorrei suggerire a Uno "quel libro" come regalo da fare a Natale ai suoi amici e conoscenti, quel libro fu il trampolino che mi permise di fare il salto. |
Visto il tema lo metto in questo thread ma penso che si connetta bene con il discorso che stiamo facendo qui
Ho smesso di fumare ormai da più di un anno, ma non posso dire che mi sia passata completamente la voglia di farlo, ho fumato per molti anni, ed ogni tanto ecco che rifà capolino l'idea di fumarne una. Ogni volta, anche se non mi costa tantissimo, devo scegliere nuovamente di non fumare, perchè se seguissi quel che mi dice quella determinata voglia, avrei già ricominciato almeno una decina di volte... Per questo motivo penso di non potermi considerare una ex fumatrice, ma una fumatrice "latente", basterebbe accenderne una e sarei daccapo.. e forse è la stessa cosa per il criminale dell'altro thread, o del fantino, una volta fatto un certo percorso, quell'esperienza rimane nell'essere per tutta la vita, poi possiamo scegliere di farla rimanere in potenza o nutrirla e farla crescere... |
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Finché quella voglia non passa... se ha Gibbi è passata magari anche a noi.... prima o poi... |
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Purtroppo però se si è ex fumatori si deve stare sempre all'erta. Se ho trovato la volontà di smettere, so dentro di me che lo devo a Uno, in primis e poi a Centomila che ha portato luce su questo problema che non lo volevo neppure vedere di forte dipendenza, e poi pure a Faltea che ha smesso insomma mi dissi: se io mi lascio trascinare dagli altri non dovrà essere per forza solo per il negativo no? icon_mrgr: E quindi ho seguito la scia. abbraccio: |
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