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Grey Owl 26-06-2007 12.26.12

Godere
 
Il godimento fisico e' legato a quello mentale... uno non puo' essere scisso dall'altro... che poi la mente ne faccia un uso improprio e' cosa risaputa.

Il godere inteso come quella sensazione del corpo che fa' aumentare i battiti e fa' scorrere il forte il sangue...

Sono rimasto sulla "superficie" dell'argomento godere apposta...

Ne vogliamo parlare?

griselda 26-06-2007 14.14.20

Io penso che l'uomo stesso è mosso dal godimento che poi in ognuno è inteso diversamente, arrivando alle forme più svariata di esso. Non è detto infatti che quello che fa godere te faccia godere me il godimento è soggettivo. Il guaio grosso, secondo me, nasce nell' identificare il godimento in qualcosa invece che un'altra facendo si che si riduca lo spettro di azione.
Godere come dare piacere a se stessi attraverso i sensi e con la mente.

cassandra 26-06-2007 16.06.04

Nel godere si trova appagamento,che sia mentale,sensoriale o fisico,se è vero godimento si ha la sensazione di essere al di fuori dello spazio e del tempo...
Godere puo'avere anche una valeza negativa...si sente dire "godere dei mali altrui"...

Uno 26-06-2007 16.11.26

Citazione:

Originalmente inviato da cassandra (Messaggio 35265)
se è vero godimento

Hai toccato un punto interessante, riesci a definire quale può essere un falso godimento per esempio?
(almeno per te)
:C:

cassandra 26-06-2007 16.45.34

Fare shopping penso procuri un finto appagamento.

cassandra 26-06-2007 16.53.13

Fumare...anche!

Grey Owl 26-06-2007 17.14.41

La parola godere indica in generale un beneficiare di qualcosa di gradito... di piacevole.
E' soggettivo cosa e' gradito o piacevole.

Penso che il falso godimento lo si comprende solo dopo aver goduto... ma nel momento o si gode o non si gode... come la rabbia... quando si e' arrabbiati lo si e' oppure no... poi dopo si puo' comprendere il motivo di tale esplosione... ma durante e' molto difficile.

griselda 26-06-2007 17.30.27

Secondo me è vero godimento quando appaga tutte e tre le parti di noi mente corpo e cuore.

Anto 26-06-2007 17.57.17

Io godo veramente quando riesco a fare una cosa difficile o ottengo una cosa che mi sembrava preclusa.
Però mi sono accorto che dura poco il godimento :@@

Ray 26-06-2007 23.13.48

Citazione:

Originalmente inviato da Anto (Messaggio 35279)
Però mi sono accorto che dura poco il godimento :@@

Già... mannaggia.

Questo durare poco può essere perchè non lo reggiamo o perchè è uno scarico. Forse son due cose diverse... tipo piacere e godimento. Se chiamiamo godimento l'esplosione, vediamo che di solito si cerca di prolungare il piacere più che si può perchè dopo il godimento il piacere cessa. Questo prolungare però allontana il godimento.

Credo sia una questione di tensione. Il piacere viene da uno stimolo, uno scorrere, una frizione. Quindi un passaggio di energia. Reggiamo quel che possiamo, oltre può anche diventar dolore (la sottile linea tra piacere e dolore putrebbe essere la nostra capacità di tenuta, la "portata"). Il godimento scarica questa tensione.

Messa così il piacere può essere la rincorsa al godimento (una delle, ce ne possono essere altre) e migliore è la rincorsa più alto il salto che possiamo fare. Magari abbastanza alto da essere "vero" godimento, che ci porti "fuori" come diceva Cassandra.

Shanti 27-06-2007 00.53.04

Citazione:

Originalmente inviato da Ray
Credo sia una questione di tensione. Il piacere viene da uno stimolo, uno scorrere, una frizione. Quindi un passaggio di energia. Reggiamo quel che possiamo, oltre può anche diventar dolore (la sottile linea tra piacere e dolore putrebbe essere la nostra capacità di tenuta, la "portata"). Il godimento scarica questa tensione.

Messa così il piacere può essere la rincorsa al godimento (una delle, ce ne possono essere altre) e migliore è la rincorsa più alto il salto che possiamo fare. Magari abbastanza alto da essere "vero" godimento, che ci porti "fuori" come diceva Cassandra.

A leggere questo mi è venuta in mente una molla, più è compressa più in alto salta una volta lasciata andare, maggiore il godimento.

MaxFuryu 28-06-2007 16.20.12

Citazione:

Originalmente inviato da Grey Owl (Messaggio 35252)
Il godimento fisico e' legato a quello mentale... uno non puo' essere scisso dall'altro... che poi la mente ne faccia un uso improprio e' cosa risaputa.

a me sembrava risaputo ( e pensando soprattutto a quello che si cerca) che sia il corpo a farne un'uso improprio, ma sempre dalla mente parte,
per godimento nel comune intendiamo un qualcosa al di sopra del piacere, o in altre parole forse si potrebbe dire che è il nostro piacere massimo, (mi ha fatto molto riflettere Ray)
Sappiamo che c'è godimento vero e falso, ogni persona lo cerca in modo diverso, e ce ne sono alcuni che sembrano assurdi, penso che per vedere quale è quello giusto, non ci debba concentrare sul come lo si ottiene, probabilmente perchè pensandoci forse non esistomo modi più sani di altri, ma solo più comuni,
la risposta alla domanda sul godimento va ricercata credo sulla sensazione stessa

jezebelius 28-06-2007 18.34.18

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 35297)
Questo durare poco può essere perchè non lo reggiamo o perchè è uno scarico.
Forse son due cose diverse... tipo piacere e godimento.
Se chiamiamo godimento l'esplosione, vediamo che di solito si cerca di prolungare il piacere più che si può perchè dopo il godimento il piacere cessa.
Questo prolungare però allontana il godimento.
Credo sia una questione di tensione.
Il piacere viene da uno stimolo, uno scorrere, una frizione.

Quindi un passaggio di energia. Reggiamo quel che possiamo, oltre può anche diventar dolore (la sottile linea tra piacere e dolore putrebbe essere la nostra capacità di tenuta, la "portata").
Il godimento scarica questa tensione.

Messa così il piacere può essere la rincorsa al godimento (una delle, ce ne possono essere altre) e migliore è la rincorsa più alto il salto che possiamo fare.

Magari abbastanza alto da essere "vero" godimento, che ci porti "fuori" come diceva Cassandra.

Quindi una delle possibili letture è che il piacere è l'esplosione della tensione, appunto il godimento come possibile "scarico " di cio che non si sopporta bene.
Il piacere funzione di una frizione, quindi.
Una domanda: ma il godimento vi deve essere per forza o se ne può fare a meno?
Nel senso è indispensabile che vi sia una esplosione o si può aumentare la resistenza?
Mi vien da rispondere che se da un lato c'è il godimento è perchè non " sopporto" una situazione ( anche se di piacere ) o meglio non ce la faccio a tenere quella tensione.
Dall'altro lato però potrei anche arrivare ad un punto dove, che so.., un godimento non c'è, o meglio c'è ma un tutt'uno col piacere, e quest'ultimo è massimo..insomma quasi si confusi ( se non addirittura essere la medesima cosa )!
Mhm..non so se riesco a renderlo bene, ci provo.
Quando si parla di godimento ci si riferisce ad una situazione " istantanea e momentanea" successiva, che dura, rispetto alla frizione del piacere, abbastanza poco.
Mettiamo il caso del salto con l'elastico.
La preparazione fino a poco prima del lancio, con una parte del lancio stesso, potrebbe essere assimilabile alla rincorsa, al piacere appunto, di gustare il salto.
Molti hanno affermato che subito dopo il piacere, per un attimo, hanno " percepito" una specie di vuoto che potrebbe essere il godimento del momento appunto.
Ora si potrebbe parlare di fotografia, prolungando appunto quell'attimo, dove piacere e godimento son divenuti la medesima percezione?nonso.gif

cassandra 29-06-2007 16.45.57

Citazione:

Originalmente inviato da jezebelius (Messaggio 35425)
Una domanda: ma il godimento vi deve essere per forza o se ne può fare a meno?
Nel senso è indispensabile che vi sia una esplosione o si può aumentare la resistenza?
Mi vien da rispondere che se da un lato c'è il godimento è perchè non " sopporto" una situazione ( anche se di piacere ) o meglio non ce la faccio a tenere quella tensione.
Dall'altro lato però potrei anche arrivare ad un punto dove, che so.., un godimento non c'è, o meglio c'è ma un tutt'uno col piacere, e quest'ultimo è massimo..insomma quasi si confusi ( se non addirittura essere la medesima cosa )!
Mhm..non so se riesco a renderlo bene, ci provo.
Quando si parla di godimento ci si riferisce ad una situazione " istantanea e momentanea" successiva, che dura, rispetto alla frizione del piacere, abbastanza poco.
Mettiamo il caso del salto con l'elastico.
La preparazione fino a poco prima del lancio, con una parte del lancio stesso, potrebbe essere assimilabile alla rincorsa, al piacere appunto, di gustare il salto.
Molti hanno affermato che subito dopo il piacere, per un attimo, hanno " percepito" una specie di vuoto che potrebbe essere il godimento del momento appunto.
Ora si potrebbe parlare di fotografia, prolungando appunto quell'attimo, dove piacere e godimento son divenuti la medesima percezionenonso.gif

Personalmente non credo che il godimento sia indispensabile per vivere,anche se estremamente piacevole...
In qualche modo si puo' gestire il processo che ti porta ad esso,cercando di aumentare la resistenza, evitando le fonti in modo da poterne fare a meno,...ma di sicuro è l'apice del piacere,si puo'confondere con esso,ma quando stai godendo,la differenza penso sia netta!

Anto 29-06-2007 18.13.33

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 35297)
Già... mannaggia.

Questo durare poco può essere perchè non lo reggiamo o perchè è uno scarico. Forse son due cose diverse... tipo piacere e godimento. Se chiamiamo godimento l'esplosione, vediamo che di solito si cerca di prolungare il piacere più che si può perchè dopo il godimento il piacere cessa. Questo prolungare però allontana il godimento.

Credo sia una questione di tensione. Il piacere viene da uno stimolo, uno scorrere, una frizione. Quindi un passaggio di energia. Reggiamo quel che possiamo, oltre può anche diventar dolore (la sottile linea tra piacere e dolore putrebbe essere la nostra capacità di tenuta, la "portata"). Il godimento scarica questa tensione.

Messa così il piacere può essere la rincorsa al godimento (una delle, ce ne possono essere altre) e migliore è la rincorsa più alto il salto che possiamo fare. Magari abbastanza alto da essere "vero" godimento, che ci porti "fuori" come diceva Cassandra.

Vuoi dire che è per questo che le cose più facili sono meno goderecce?

Anto 29-06-2007 18.15.56

Citazione:

Originalmente inviato da cassandra (Messaggio 35472)
Personalmente non credo che il godimento sia indispensabile per vivere,anche se estremamente piacevole...

Se non godi mai allora vivi solo per soffrire, che impressione :o

Anto 29-06-2007 18.18.17

non intendevo tu te cassandra che impressione, intendevo il pensiero

cassandra 29-06-2007 18.34.03

Ho risposto ad una domanda,ed ho considerato la possibilita'di farne a meno... ad esempio gli uomini e le donne di Chiesa che "dovrebbero" vivere lontani da ogni fonte di piacere legato ai sensi etc. mica muoiono o sono tutti infelici?...conducono semplicemente una vita diversa...che ne pensate...

nina 29-06-2007 19.36.09

Citazione:

Originalmente inviato da cassandra (Messaggio 35482)
Ho risposto ad una domanda,ed ho considerato la possibilita'di farne a meno... ad esempio gli uomini e le donne di Chiesa che "dovrebbero" vivere lontani da ogni fonte di piacere legato ai sensi etc. mica muoiono o sono tutti infelici?...conducono semplicemente una vita diversa...che ne pensate...

In effetti non sempre quello che facciamo che, nella migliore dell'ipotesi, dovrebbe corrispondere a quello che ci procura piacere può sempre sfociare nel godimento.
Esiste il piacere derivante da un sogno, un progetto, una meta (a questo proposito mi sembra ci si possa ricondurre al vostro topic "dove va l'amore"... che avevo letto) che staziona, impenna, sul quale lavoriamo, sognamo, ci lavoriamo su e poi.... beh, dato che potrebbe anche non realizzarsi e arrivare al traguardo, non sempre termina quindi in un godimento.
Il godimento intenso che ti fa palpitare e scorrere forte il sangue nelle vene come dice gray, lo identifico più come una pulsione fulimenea e di breve durata.
Un febbre improvvisa e intensissima.
Come la sensazione che si prova quando si fa bungee jamping.
Almeno credo. Io non l'ho mai fatto, soffro di vertigini!
icon_mrgr:

Uno 29-06-2007 20.07.45

Però è tutto finalizzato ad un possibile piacere... magari futuro, sognato, improbabile etc etc ma sempre con quello scopo.

Ray 30-06-2007 11.22.48

Citazione:

Originalmente inviato da Anto (Messaggio 35477)
Vuoi dire che è per questo che le cose più facili sono meno goderecce?

Si, anche.

Era 30-06-2007 13.26.36

Citazione:

Originalmente inviato da cassandra (Messaggio 35482)
Ho risposto ad una domanda,ed ho considerato la possibilita'di farne a meno... ad esempio gli uomini e le donne di Chiesa che "dovrebbero" vivere lontani da ogni fonte di piacere legato ai sensi etc. mica muoiono o sono tutti infelici?...conducono semplicemente una vita diversa...che ne pensate...

Dici?
diversa da cosa se non sanno cosa può essere
quello a cui rinunciano (cambia se lo sanno)
Certo che ne puoi fare a me...sapendo e decidendo
di rinunciare....non credo che gli uomini e donne di chiesa....siano così sinceri...mi puzza tanto di ipocrisia
proprio dove c'è il veto la tentazione è più grande diavolo.g:

comunque se non ho capito male si parla di godimento
fisico (mi chiedo se l' estasi di certi santi non sia godimento...non fisico eh! o anche si? nonso.gif )...
il piacere che porta al godimente è un "carburante"
certo che se lo metto nella tanica anzichè nel motore
è un carburante inutile....se invece so usarlo ne traggo
beneficio...anche fisico....non scordiamoci che il corpo
merita e ha diritto alle sue attenzioni...poichè percorrere
un cammino di ricerca non esclude la fisicità....anzi
chi pensa tutto in "alto" vive nelle nuvole del famoso
paese di bananopoli....;)

we se ho sbagliato tutto ho approntato un rogo
con le mie manine sante icon_mrgr:

Kael 10-07-2007 11.37.13

Godere è Unione.
Senza Unione non c'è godimento.
Godere è l'annichilimento di se stessi per fondersi col tutto, un esplosione che permette di uscire, anche se per poco tempo, da se stessi. Il godimento è probabilmente il non sentirsi più limitati, se non esiste più un "io" non esistono nemmeno i limiti che lo determinano.
Il godimento cessa quando si ritorna in se stessi, quando l'Unione svanisce, quando i limiti del corpo, della mente e del cuore tornano a delinearsi. Il "vuoto" che si percepisce a fine godimento è quell'isolamento nel quale abitualmente viviamo.


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