coincidenze o vite parallele?
mi accorsi di aver perso un gioiello prezioso e piansi non tanto per il valore quanto per aver perso un ricordo, piansi lacrime assurde ma erano lacrime per la sofferenza di vivere, per il dolore che m' accompagnava sempre, lacrime di una disperazione assoluta, il bracciale non era più la causa di quel pianto senza fine.
All’indomani un demolitore iniziò a bucare con un rumore assordante il pavimento del portico e d’un tratto l’operaio gridò, da sotto il piano di cemento, da me pulito e guardato con molta attenzione, era apparso qualcosa di luccicante, tra le dita il braccialetto integro, venuto fuori dalla devastante punta di trapano, Strana coincidenza, quel portico era stato l’ultimo motivo di discussione, avevamo avuto scambi di parole anche brutte ed ora quel segno di riconciliazione, lui aveva sorriso e m’ aveva fatto sorridere, era con me e mi approvava e me lo faceva comprendere con un segno importante, ridandomi il braccialetto mi aveva ridato la consapevolezza di essere ancora accanto a me. |
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Quando morì mia madre, qualche giorno dopo il funerale la vidi o "sognai" seduta sul mio letto, era una cosa talmente reale che feci un sobbalzo e le chiesi: "Ma mamma che cosa fai qui, non eri morta ???" Lei mi disse che era venuta a vedere la mia nuova casa, e che non era per niente morta ma vivissima, accompagnando queste parole con un sorriso di contentezza e dicendo alla morte: "tiè" come quando noi facciamo gli scongiuri... Questa cosa mi ha fatto felice, e mi ha un po' consolato dal grave lutto.... Non so se questo sia stato un contatto del mio mondo con un altro mondo parallelo, ma anche per altre esperienze mie personali, sono convinta che esista la vita oltre la vita e ciò mi spinge a pensare che qualche volta questi due mondi si possono intersecare.... Ma non posso avere alcuna certezza di questo, visto che quando stiamo elaborando un lutto siamo molto sensibili su queste cose ed essendo la persona cara nei nostri pensieri, facilmente colleghiamo semplici coincidenze.... abbraccio: |
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Se una persona è morta non può comunicare come se non lo fosse, se è davvero morta quella persona non c'è più. Poi, probabilmente, sarebbe da capire meglio cosa si intende con "persona" e con "morte" e allora forse il discoso si allargherebbe. Ma in linea di massima, quelle sensazioni sono dovute ad altro, come ad esempio la comunicazione con delle parti di noi, che rivestiamo per ruoli e significati, con altre facce. |
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Beh, si possono intendere mote cose. Tu cosa intendi?
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Da quel che ho capito per te persona è l'insieme di tutto quello che siamo. Anche se fosse, comunque con la morte del corpo la persona cesserebbe di esistere in quanto tale, perchè verrebbe a mancare uno dei suoi presupposti, quindi non si potrebbe più parlare di persona che cerca di comunicare, ma semmai di qualcos'altro, con chissà che caratteristiche... non so se mi segui. Fai anche un tutt'uno di anima e spirito a quanto ho capito. Ci sono molti tread in proposito, ti consiglio di leggere intanto quelli, poi se ne parla con qualche pezzo forse già fatto. Anche su "persona" abbiamo parlato in molti luoghi... in ogni caso la parola vuol dire "maschera" e, genericamente con essa si può intendere la forma specifica che assume un'individualità per correlarsi all'esterno... da cui la personalità appunto è lo strumento di questa correlazione. Quidni la persona non è noi, ma solo un minimo pezzo, passibile di mutare ad ogni momento e piuttosto illusorio in quanto a realtà. Il guaio è che ci identifichiamo con essa e diviene importantissima (da cui crediamo di essere le caratteristiche della personalità più facili per noi da adottare, ma così non è). Da un certo punto di vista, se noi siamo il corpo, la persona è il vestito (o la pelle se si vogliono fare certe distinzioni). Come ti suona per adesso? |
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anima e spirito non so distinguerle, mi consigli dei tread ma...non so trovarli...imparerò... dunque se la persona è solo un epifenomeno con la morte scompare e allora che cosa è che ci comunica la presenza, la vicinanza...è un'affinità mentale, un percorso di auree...mi è difficile continuare, scusa |
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Non mi pare che qui si voglia discutere di cosa resta dopo la morte fisica, se e quando resta qualcosa. Mi pare si voglia discutere di cosa ci può dare la sensazione di un tentativo di comunicazione. Mi rendo conto che le due cose sembrano andare a braccetto, se non stabiliamo cosa resta, quando e se resta e quali sono le sue caratteristiche e capacità, ci pare di non potere dare alcun senso a quelle sensazioni. Il fatto è che è ancora più complicata di così la questione. Ovvero il soo fatto di avere la sensazione che ci sia qualcosa di esterno a noi che vuole comunicare non significa che c'è, ma neanche che non c'è. Per questo separerei i discorsi. Come dicevo sopra, molto spesso, per non dire quasi sempre, la sensazione è data non da qualcosa di esterno (che comunque non sto qui dicendo che non esiste del tutto la possibilità) ma da qualcosa di interno, parte di noi e non di altri. Un altro discorso molto interessante che ti consiglio di seguire e che abbiamo fatto non tantissimo tempo fa, riguarda le proiezioni psicologiche e la conformazione della psiche. Esistono parti di noi che simbolicamente ci raffiguriamo con altre individualità a noi esterne. Questo avviene perchè proiettiamo ruoli, funzioni, per dirla in modo molto sommario. E così ecco che la mamma o il papà o il figlio o il marito o quel che è, oltre ad essere un qualcuno di esterno, è anche un qualcuno interno, che ha una funzione per noi, un significato... una parte di noi si riveste di lui/lei. Quando la persona esterna muore, giocoforza la situazione psichica interna si modifica. Spesso queste modifiche in atto generano, tra le altre cose, le sensazioni di cui parli. Sono, detto per inciso, ottimi spunti per conoscersi meglio. Faccio un esempio banale, solo per dare un'idea. Mettiamo che io non sono cresciuto del tutto e, anche se adulto, proietto ancora nel padre una certa funzione regolatrice, ne sono ancora in parte dipendente. Alla sua morte, l'inconscio potrebbe, diciamo così, cogliere l'occasione per comunicarmi la situazione e la necessità che le cose cambino. Inoltre, dato che stanno già cambiando perchè io dovrò comunque riadattare la mia vita all'assenza del padre, mi si suggerisce anche le migliori modalità con cui modificare la situazione. E, per esempio, potrei sognarmi mio padre che mi dice che è felice e che vuole che io me la cavi da solo da adesso in poi e che ha fiducia piena che ce la posso fare. Mentre io ero infelice o disperato sia perchè non c'è più ma anche proprio perchè non avrei potuto più "usarlo" per quelle cose a cui mi appoggiavo a lui. E' solo un esempio ed è costruito anche maluccio, ma ripeto serve a dare un'idea. Poi il tutto non toglie l'altro discorso su qualcosa di esterno... potrebbero coesistere, ma appunto se la persona smette di esistere sarebbe da capire cosa resta, se resta qualcosa, e che possibiità ha di caso in caso. |
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per il resto su quel qualcosa di esterno che accade, spesso non per volontà nostra, vedrò di essere più lucida in seguitofiori.gif fiori.gif |
Anche se difficile come discorso, voglio dire che esiste anche la possibilità della manifestazione dello spettro o fantasma, cosa che non deve per forza essere (anzi lo è raramente) eclatante, può essere anche fatta di piccoli segni.
Però il discorso non cambia dal punto di vista di ciò che percepiamo, non percepiamo l'essere dell'individuo a noi caro, ma frammenti di sue memorie energetiche. L'unico caso che possa realmente metterci in contatto con l'essere (seppur attraverso una ricostruzione della personalità a noi conosciuta) reale di un individuo è subordinato al fatto che questi sia un reale individuo, cioè che ha compiuto un percorso completo e "raggiunto" ciò che viene chiamato in molti modi (es illuminazione etc...). Ma quest'ultimo caso l'ho descritto solo per completezza, in realtà è più unico che raro... e avviene solo per determinati scopi, es l'apparizione di Gesù ai suoi discepoli dopo la crocefissione. |
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E' come se una parte di te avesse "voluto" perdere il bracciale in quel preciso punto per mantenere viva in te la memoria della persona cara collegata a quel ricordo, forse per darti la consapevolezza che non è mai troppo tardi per sistemare qualcosa di irrisolto con qualcuno che non c'è più. Dentro di noi ci sarà sempre posto per ricordare, perdonare e amare le persone care, anche se queste non ci sono più... Un abbraccio: |
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si tratta di quella che e' comunemente chiamata la resurrezione di Gesu' dopo la morte cioe' del suo ritorno in vita ;fondamento della Pasqua secondo gli insegnamenti della Chiesa . Gesu' muore ed appare per brevi momenti dopo la morte perche' uomo giunto alla massima evoluzione spirituale e fisica! Non ritorna in vita dunque. |
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Questo per farci capire che si tratta proprio di lui, del suo corpo, ma è un corpo glorificato e trasformato e con questo corpo ascende al cielo... |
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Quello che volevo dire che a quel punto la vita non è più condizionata da un corpo fisico, sebbene volendo può formarne uno... più o meno denso a seconda di quel che serve. Per il resto, cioè la comune morte, non c'è più un io, individualità cosciente di se stessa, di cui riusciamo ad avere qualche solo qualche barlume, a meno di un certo percorso etc.... Rimangono solo memorie più o meno addensate che a volte riescono ad interagire dando una parvenza di vita... in sostanza rimane solo la nostra meccanicità finchè non si esaurisce..... Diverso è invece il discorso: voler vedere e sentire, non oggettivamente, capita anche questo, ed è soggettivo della persona che soffre la mancanza. la quale fa riemergere da dentro di se proiezioni della persona cara. Il discorso è un pò lunghetto (come tutti quelli che facciamo icon_mrgr:) e ha molti aspetti ed angolazioni.... |
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